L’Ocse su Bergamo: «Più lavoro di squadra e meno meeting e relazioni personali»

«È di fondamentale importanza che gli stakeholder di Bergamo creino una visione comune per lo sviluppo. E tra questi vanno inclusi il sindaco di Bergamo, gli altri sindaci della provincia, i leader del settore privato e delle istituzioni accademiche, oltre alle associazioni imprenditoriali, ai sindacati e alla Camera di Commercio». È chiaro e netto il messaggio che l’Ocse lancia a Bergamo nel Rapporto sull’economia e il territorio presentato oggi in Camera di Commercio. Si parla, nel Rapporto – al termine di una approfondita analisi dei punti di forza e di debolezza del territorio – di «una visione che dovrebbe cristallizzare le azioni a breve, medio e lungo termine. Sforzi di cooperazione che dovrebbero essere istituzionalizzati, piuttosto che dipendere da meeting ad hoc o relazioni personali. Ciò aiuterà a promuovere la continuità negli obiettivi e nei programmi politici». «La piattaforma formale – continua l’Ocse – dovrà essere bilanciata dalla partecipazione di rappresentanti del settore pubblico e privato, oltre che della società civile, per aumentare il senso di appartenenza. Inoltre, dovrebbe essere collegata a risorse e leve politiche. La visione e breve termine dovrebbe dare luogo a un quadro politico comune con linee guida chiaramente articolate che identifichino gli obiettivi chiave delle politiche e i parametri di azione e valutazione, e siano supportati da un impegno politico». «Una visione condivisa per lo sviluppo di Bergamo non gioverà solo agli stakeholder della provincia – avverte l’Ocse -. Al contrario, aumenterà anche il loro potere di contrattazione nei confronti di altre provincie e del governo regionale e nazionale, e migliorerà la loro capacità di influenzare le politiche regionali e nazionali». In conclusione, gli analisti dell’Ocse fanno due raccomandazioni chiave a Bergamo. La prima: creare una piattaforma strutturata di discussione tra tutti gli attori locali, compresi i rappresentanti del settore pubblico, del settore privato e della società civile, per elaborare una strategia di sviluppo comune. La seconda: creare gruppi di lavoro per sostenere la piattaforma nella concezione e implementazione di aspetti specifici della strategia di sviluppo regionale. Sarà capace Bergamo di far tesoro di queste indicazioni?