La dura vita del polemico “costretto” a raccontar balle

migranti - CopiaIl Polemico? E perché mai dovrei essere polemico, scusate? Tutto va bene, Madame La Marquise! In questo Paese benedetto da Dio e felicitato dalla più eletta e fattiva classe dirigente del pianeta, bisognerebbe essere dei begli ingrati per polemizzare. E, d’altronde, bisogna pure che qualcosa m’inventi, se voglio continuare a tenere questa rubrichina. Dunque, ricapitoliamo: il Paese è appena uscito da una fase congiunturale piuttosto complicata, ma la sagacia dei timonieri e la perseveranza dei rematori è stata tale da portarci in porto, nonostante le insidie del pelagoso inferno. Ci siamo dati una bella sgrullata e abbiamo, finalmente, affrontato tutta una serie di questioncine che, da decenni, mercè l’ignavia di governi infingardi, ci pendevano sul coppino.

La spesa pubblica, in primis, che è stata drasticamente tagliata. In secundis la voracità delle amministrazioni locali, che ha avuto il giusto ridimensionamento. Terzo, il debito, malanno endemico della nostra economia, che ha visto una consistente riduzione. Quarto la sicurezza, che è aumentata vertiginosamente. Quinto l’immigrazione, finalmente regolata, assistita e selezionata. Sesto la scuola, tornata ad essere luogo di civiltà e cultura e non di pugnette didattichesche. E settimo venne il corvo: ovverosia il Cimmino, che, come vi ho detto, deve pur guadagnarsi la pagnotta e, pertanto, si trova nella sgradevole necessità di polemizzare. Così, siccome i successi di Renzi e della sua selezionata compagine di saltimbanchi sono dati inconfutabili, abbiate la compiacenza di sciropparvi una serie di panzane a scopo detrattivo: immaginate per un attimo che il nostro presidente del consiglio, anziché essere quel politico serissimo, rispettato nel mondo ed autorevole appo il Paese tutto, sia un ciarlatano di piazza, che racconta sequenze pirotecniche di cazzate, senza avere la minima idea di come si risolva mezzo problema. Ecco, a me tocca di far finta che le cose stiano così, pena la squalifica.

Cominciamo dalla spesa pubblica: dei preannunciati tagli, che avrebbero dovuto drasticamente falcidiare il numero e l’entità delle prebende, nulla si sa. O, meglio, si sa che il fratello di Alfano è stato assunto in Posta come dirigente, senza concorso. Abbiamo ancora mille parlamentari e un milione di persone che ci gira attorno ingrassandosi. Un ex presidente, peraltro ex comunista, che porta a casa quasi novecentomila euro all’anno ed ha un esercito di maggiordomi che nemmeno Luigi XIV: alla faccia degli atteggiamenti da Cincinnato. Insomma, nulla è mutato, se non in peggio. Le amministrazioni locali si dividono ancora in tre categorie: i Comuni, che sono le uniche ad avere un senso, che si vedono tagliare i fondi ogni giorno di più; le Province, che dovrebbero essere state eliminate, ma, come si fa a lasciare a casa tanta brava gente? E, infine, le Regioni: vera sentina di ogni vizio italico e pozzo senza fondo. Le Regioni sì che andrebbero eliminate, a cominciare da quelle a statuto autonomo. Tra le quali, peraltro, si verifica il bizzarro fenomeno di un Sudtirolo ricco a dismisura ed una Sicilia che fa buchi miliardari con la scioltezza di una sciuretta che fa shopping, e non ha nemmeno gli occhi per piangere. Pensate che al suo presidente hanno perfino sbiancato il sedere, poveretto!

Il debito pubblico cresce costantemente, ad onta delle mirabolanti dichiarazioni dei vari economisti da talk show: da gennaio altri 83 miliarducci in più, per un totale di 2.218 miliardi e spiccioli. Ma chi se li mangia? direte voi: sono interessi miei cari. Perché noi non siamo padroni dei nostri soldi: ce li prestano le banche. Si chiama perdita della sovranità monetaria. Quanto alla sicurezza, come si risolve la questione? Col sistema fascista, è chiaro: durante il regime, era proibito scrivere di delitti, stupri, furti, scippi e rapine. Oggi è uguale: una bella fetta di reati passa sotto silenzio, censurata, silenziata. E guai a scrivere che i delinquenti sono zingari, albanesi e africani! Se la gente percepisse anche solo la sensazione che qualche profugo, in realtà, è un mascalzone venuto qui a fare marachelle, si potrebbe arrabbiare e l’odiato razzismo diffondersi. Solo che la gente vive nel mondo reale, e la situazione la vede coi propri occhi: vedrete che botto, quando scoppierà la bomba!

Allora, però, Renzi sarà già alle Bahamas, a raccontare agli altri turisti barzellette sull’Italia, facendoli scompisciare dal ridere. Ne consegue il discorso sull’immigrazione: il fenomeno ha un solo autentico imperativo, per il nostro governo, ossia che nessuno tocchi il gigantesco giro d’affari legato ai flussi migratori. Per questo gli immigrati sembrano essere sempre una priorità rispetto agli Italiani: perché gli Italiani sono la vacca da mungere e gli immigrati la mungitrice. Razza e religione non c’entrano un belino: qui si tratta solo di palanche. E, infine, la scuola: mi limiterò a dire che la Giannini capisce di scuola come la Pinotti s’intende di aerei da combattimento. Ecco, ce l’ho fatta: ho finito il mio pezzullo polemico. Ho mentito per la gola, diffamando tanta brava gente, ma, almeno, mi sono garantito una settimana di requie. Sapete che non è poi tanto male raccontar balle? Quasi quasi mi candido come sindaco alle prossime elezioni!