Il rettore: “Un passo importante per la città”

di Remo Morzenti Pellegrini*

Remo Morzenti Pellegrini
Remo Morzenti Pellegrini

Oggi si è compiuto un passo importante per l’Università degli Studi di Bergamo, che arricchisce ulteriormente la sua presenza nella città in quella che ho definito più volte come una “dorsale culturale” (dalla città alta alla città bassa), e che rappresenta un passo importante anche per la città, che vede ora consolidarsi un nuovo disegno urbano. Disegno che investe la realtà urbana tutta, che vede rafforzata una presenza plurale delle sedi universitarie, opzione questa (rispetto al campus in unica sede) certo impegnativa ma sicuramente fertile e lungimirante; un “Campus diffuso” che è progetto di futuro: Università nella città, Università per la città. La realizzazione di nuove residenze universitarie, così come di attrezzature del CUS (Centro Universitario Sportivo), unitamente al recupero del Chiostro piccolo di S. Agostino, rispondono pienamente alle esigenze di un Ateneo che si muove determinato verso una dimensione europea per la qualità dei servizi e delle funzioni che vengono offerti. Certo si tratta di un investimento molto importante per il nostro Ateneo (che stanzia per questi interventi e interamente sul proprio bilancio circa 30 milioni di euro), ma che vuole consolidare la sua presenza in ambito regionale -e nazionale- e che rilancia, anche con questi interventi infrastrutturali, un processo di internazionalizzazione che avanza spedito sui diversi fronti della ricerca e della didattica. Raccogliendo la storia recente dell’edificio Montelungo-Colleoni, per oltre un secolo caserma e luogo d’incontro di giovani provenienti da diverse parti d’Italia, la presenza dell’Università è occasione di rigenerazione di questo spazio, e di reinterpretazione quale nuova frontiera di relazione aperta e internazionale per giovani studenti; un progetto che intende offrire, insieme a una preparazione accademica di qualità e di eccellenza, un contesto fecondo per apprendere, mai come in questi giorni, la cosa forse più difficile, certo la più preziosa: diventare cittadini del mondo.

 *Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo

 

 

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