Visite su appuntamento e grandi spazi: ipotesi riapertura dei negozi di mobili in zona rossa

Per FederlegnoArredo-Federmobili ci sono buone probabilità che i negozi possano riaprire garantendo la sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid

“La risposta del sottosegretario alla Salute, Pieropaolo Sileri, all’interpellanza presentata dall’onorevole Lupi in merito alla chiusura ingiustificata dei negozi di arredamento nelle zone rosse va indubbiamente nella giusta direzione e ci auguriamo che, quanto prima, il Governo riveda la decisione, proprio come auspicato dallo stesso sottosegretario. Il suo personale impegno affinché si ponga rimedio a una scelta priva di ragionevole fondamento è per l’intero settore un segnale importante di cui riconosciamo il grande valore”. Lo dichiarano in una nota congiunta, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin e quello di Federmobili, Mauro Mamoli.

“Più volte avevamo evidenziato la stortura che consente di tenere aperte anche in zona rossa, attività come i concessionari d’auto, a differenze dei negozi di arredamento, nonostante le ampie metrature e la possibilità di recarvisi su appuntamento li rendano luoghi estremamente sicuri. Quanto sottolineato in Aula dall’on. Lupi – spiega la nota – non fa che evidenziare la necessità di lasciare operativa l’intera filiera di un settore che contribuisce in maniera importante al Pil del Paese”. “Ci auguriamo – concludono – che le parole spese in Aula dal sottosegretario Sileri possano trovare quanto prima attuazione, ponendo fine a un’assurdità. Il nostro appello è che il Governo risponda positivamente alla sollecitazione di un suo stesso rappresentante, che si è fatto portavoce di un’istanza avanzata già da diversi mesi dalle nostre Federazioni”.

Istanza che rispecchia il peso della filiera che conta 311 mila addetti e 73 mila aziende e un macrosistema del legno-arredo, dell’arredamento e dell’illuminazione che produce 20,6 miliardi di fatturato ed esporta in 200 Paesi. “Il settore del legno-arredo – spiegano FederlegnoArredo e Federmobili – è riuscito, grazie alla ritrovata centralità della casa e a misure importanti come il Bonus Mobili, a contenere le perdite dovute alla pandemia e crediamo sia davvero poco lungimirante e inspiegabile interrompere questo trend, impedendo all’ultimo anello della filiera, i rivenditori di mobili appunto, di proseguire la loro attività. Ma non si tratta solo di un’esigenza legittima delle imprese che rappresentiamo, ma di dare il giusto valore ai beni venduti dai nostri associati, divenuti ormai beni essenziali. Mai come ora la casa è stata il centro della vita di ognuno di noi. Consentire di rivedere il layout degli spazi, integrare o modificare gli arredi delle case per rispondere, in primis, alle esigenze della didattica a distanza e allo svolgimento del lavoro agile, come pure ad altre necessità, crediamo sia un modo non solo per fare il bene delle nostre imprese e non gravare sui conti dello Stato, ma soprattutto per soddisfare le necessità dei cittadini. Chiediamo pertanto che nelle zone rosse ai negozi di mobili sia permessa l’apertura al pubblico almeno nella forma di accesso su appuntamento, garantendo la totale sicurezza e il rispetto delle norme anti Covid”.