Fusini, sugli orari occorre ridare competenza ai territori

di Oscar Fusini*

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Oscar Fusini

La liberalizzazione degli orari dei negozi 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno voluta dal governo Monti ha “scippato” alle Regioni la competenza sulle aperture nel commercio. Negli anni sulla materia si era trovato un equilibrio, si era dato un ruolo alle associazioni e soprattutto si erano valorizzati i distretti che svolgevano una funzione di coordinamento e di riflessione.

A distanza di anni c’è da chiedersi se la spinta centralistica abbia avuto effetti positivi. Dal punto di vista dei fatturati, complice la crisi, non ci sono stati.

E neppure sul piano dell’occupazione.

Invece ha avuto la conseguenza di portare la gente che prima faceva gli acquisti durante la settimana a farli la domenica. Ha insomma creato un effetto di sostituzione, non di moltiplicazione.

Si può riavvolgere il filo? In controtendenza, credo che dovrebbero essere i territori a trovare la disciplina per regolamentare le aperture. Occorrerebbe rivedere l’intera materia e fare un serio ragionamento che possa soddisfare un po’ tutti: i piccoli esercenti che non possono reggere l’urto di numerose aperture festive durante l’anno, ma anche la grande distribuzione, dove tutti aprono tutto ma per contrastare le aperture degli altri. Non ultimi i dipendenti per i quali l’apertura 7 giorni su 7 significa turni massacranti e una vita familiare compromessa.

La verità è che in molte festività non conviene l’apertura. E che i consumi non crescono perché non cresce il reddito disponibile delle famiglie. È sul rilancio dei consumi che è necessario intervenire, più che sugli orari.

*direttore Ascom Confcommercio Bergamo