Fumo, dal 2 febbraio la stretta. Mangili (Fit): «I pacchetti shock? Favoriranno il mercato illegale»

La nuova stretta sul fumo è cominciata. L’Italia ha infatti recepito la Direttiva europea sui prodotti del tabacco (D. Lgs n. 6 del 12 gennaio 2016), che entrerà in vigore martedì 2 febbraio con novità immediate, da un lato, e fissando, dall’altro, le tappe per l’introduzione dei nuovi pacchetti, rivoluzionati nelle confezioni (per l’obbligo di riportare immagini scioccanti sui danni del fumo) e pure con qualche regola in più sul contenuto.

Andiamo con ordine. Dal 2 febbraio scatta il divieto di fumo in auto in presenza di minori o di donne incinte e all’esterno degli ospedali. Il divieto di vendita ai minori si estende, inoltre, alle sigarette elettroniche, alle ricariche con contenuto di nicotina e ai “prodotti del tabacco di nuova generazione” (ad esempio la sigaretta senza fumo annunciata dalla Philip Morris). Si inaspriscono anche le sanzioni ai tabaccai per la vendita ai minori (da 500 a 3mila euro per la prima violazione con la sospensione per 15 giorni della licenza, che sarà revocata in caso di reiterazione, con un’ammenda da mille a 8mila euro).

Un provvedimento, quest’ultimo, fortemente avversato dalla Fit, la Federazione dei tabaccai che, pur condividendo la necessità di rispettare rigorosamente la norma, giudica le sanzioni – già ridimensionate anche grazie al proprio intervento (inizialmente la sospensione della licenza prevista era di tre mesi) -, ancora eccessive e annuncia iniziative di carattere legale, a livello nazionale ed europeo, per introdurre reali criteri di proporzionalità e progressività.

Nel frattempo ci si prepara ad accogliere i pacchetti con immagini shock a colori, ad esempio di persone in ospedale a causa del fumo e di organi malati, accompagnate da avvertenze sulla salute (il decreto acclude un catalogo di immagini e testi), e dal numero verde al quale rivolgersi per smettere di fumare. La normativa prevede che fotografie e scritte coprano il 65% del fronte e del retro di ciascuna confezione, mentre oggi le scritte con contorno nero occupano il 30-40% del pacchetto. Quanto ai prodotti, non ci saranno più sigarette aromatizzate, percepite dai consumatori come meno dannose per la salute, né sarà possibile l’impiego di vitamine e additivi come caffeina e taurina. Si dice addio anche ai pacchetti da 10 pezzi, che si considera favoriscano l’approccio al fumo dei giovani, mentre le buste di tabacco da arrotolare non dovranno contenere meno di 30 grammi di prodotto.

Le nuove confezioni cominceranno a circolare dal prossimo 20 maggio, mentre i “vecchi” pacchetti non potranno più essere immessi sul mercato dopo il 20 maggio 2017. Per consentire una gestione corretta delle scorte e fare in modo che i rivenditori non si ritrovino con giacenze invendibili, la Fit ha concordato con la filiera che gli ultimi prodotti non conformi possano essere consegnati dai depositi fiscali alle tabaccherie il 20 ottobre 2016 e la possibilità per i tabaccai di restituire le eventuali giacenze non a norma dopo il 20 maggio 2017. Solo sigari e tabacco per pipa potranno essere consegnati dai depositi fiscali dopo il 20 ottobre.

Luca Mangili ritQuali effetti potranno avere sul mercato i nuovi pacchetti? Il presidente provinciale della Fit, Luca Mangili, teme che possano soprattutto incentivare quello illegale. «È già un fenomeno preoccupante, anche a Bergamo – spiega -, in particolare di prodotti provenienti dall’Est Europa, e credo che le nuove confezioni non faranno che spingere la ricerca di prodotti al di fuori dei canali autorizzati di distribuzione». Mentre è scettico sul fatto che le nuove immagini portino ad una riduzione del fumo. «Una quindicina di anni fa – ricorda –, quando furono introdotti i pacchetti con le scritte sui danni del fumo, c’è stata qualche reazione iniziale da parte dei consumatori, ma oggi non credo che nessuno ci faccia più caso. Probabilmente accadrà lo stesso con le immagini “orripilanti”, come del resto mi sembra sia avvenuto nei Paesi dove sono già in circolazione (ad esempio Inghilterra e Australia ndr.)».

«L’impatto più grande lo avranno probabilmente le multinazionali produttrici di sigarette, che vedranno ridursi lo spazio a disposizione per il proprio marchio e per tutti quegli elementi che caratterizzano l’immagine – fa notare Mangili -. Oltre ai costi non indifferenti per l’adeguamento, vedranno limitarsi significativamente le possibilità di fare marketing, che è fondamentale in questo settore e conta quasi più del gusto e della qualità delle sigarette stesse».

Quanto all’abolizione del pacchetto da 10, «mi sembra un po’ ridicolo – commenta -, i ragazzi non smetteranno di comprare sigarette, semmai prederanno il pacchetto da 20 e lo divideranno».

Se queste sono le novità, occorre ricordare che la categoria ha anche “sventato” l’ipotesi di una standardizzazione dei pacchetti e rigide modalità di esposizione, con i prodotti nascosti dietro ad una serranda e nuovi distributori automatici. La Federazione ha anche bloccato l’obbligatorietà di una verifica annuale dei distributori automatici, con probabili oneri a carico dei gestori. La norma ora approvata stabilisce, anziché l’obbligo, la possibilità di un controllo da parte dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli al momento dell’installazione e successivamente.