Federalberghi, Bergamo chiede
uno stop alle nuove strutture

Sede innovativa per l’assemblea annuale di Federalberghi Lombardia, l’organizzazione degli operatori dell’accoglienza che, con 2.900 strutture affiliate nella regione (il 9% del totale nazionale), ha un indice elevato di rappresentatività del settore: i quadri dirigenti e diversi colleghi si sono ritrovati al Parco Tecnologico Padano di Lodi, un polo di ricerca che raccoglie le principali istituzioni del territorio attive nel settore agro-biotecnologico, un centro di grandi potenzialità, soprattutto in prospettiva Expo 2015.
L’assemblea di Federalberghi, aperta dal presidente Paolo Rossi (che nell’occasione aveva a fianco il direttore Fausto Placucci e il vicedirettore Ciro Pascale), ha toccato subito i punti di attuale criticità del settore, a partire da un calo del fatturato in una percentuale tra il 30 e il 40%, con i cinque stelle lusso unico settore a salvarsi.
In un clima di recessione, non ha certamente giovato l’imposta di soggiorno, nella sua anomalìa di essere a discrezione comunale, quindi applicata con tariffe diverse e territorialmente a macchia di leopardo, con evidenti ripercussioni negative sull’immagine della ricettività di casa nostra.
La situazione è particolarmente critica a Milano città, dove ben 111 alberghi su 399 non hanno versato l’imposta al Comune.
Vivace e costruttivo, in sede assembleare, il contributo dell’Associazione Albergatori di Bergamo, presente a Lodi col presidente Giovanni Zambonelli, il consigliere regionale Pier Carlo Capozzi e Oscar Fusini, vicedirettore Ascom.
Da loro è partita la richiesta di contenere un’eccessiva proliferazione delle strutture alberghiere, stante la crisi del settore e la necessità di non ripetere errori del passato, quali Italia 90 e le Olimpiadi invernali di Torino, quando vennero realizzati centinaia di nuovi posti letto, risultati poi del tutto inutili.
Zambonelli ha rimarcato come lo spunto potrebbe essere la moratoria per i nuovi centri commerciali, stabilita dalla Regione Lombardia, che dovrebbe essere estesa anche al settore alberghiero.
E’ emersa inoltre l’idea di costituire una federazione regionale di rappresentanza per la ricettività non alberghiera, in seno alle Ascom locali, per dare una risposta a quelle strutture che agiscono nella correttezza e cercare di mettere ordine in un panorama di mercato a volte davvero sconcertante.
Federalberghi, infine, chiede una legge speciale per Expo 2015 che consenta di adeguare le strutture ricettive esistenti.