Ecco perché anche l’Ascom è scesa in campo per combattere le ludopatie

furto-slot20141.jpgAnche l’Ascom aderisce al progetto “Jackpot. L’importante è non partecipare” strumento con cui l’Ambito territoriale di Seriate ha deciso di combattere il gioco d’azzardo patologico. La nostra collaborazione a questo importante iniziativa, che vede coinvolti 11 comuni e molte istituzioni, non è né estemporanea né dovuta ad una sensibilità personale. Sul tema della ludopatia e del giusto consenso al gioco lecito da anni l’Ascom si sta muovendo. Tra i nostri associati, molti sono coloro che hanno deciso di non installare negli esercizi slot machine; altri invece, pur tenendole, sono molto sensibili al tema. Noi non siamo né a favore né contro il gioco, siamo per il gioco lecito!

Il tema delle slot machine è comunque complesso. Innanzitutto c’è da tener presente un aspetto fondamentale: l’eccessiva spesa per il gioco sta sottraendo ricchezze ad altre tipologie di consumo nei bar e nei negozi. Chi ci guadagna è solo lo Stato! La seconda sottolineatura da fare è sul valore dell’introito del gioco lecito per i pubblici esercizi. Nella Bergamasca ci sono circa 2.000 attività che hanno al loro interno le slot, di queste 1.200 circa sono bar e 600 esercizi commerciali. Purtroppo, molte vivono sui ricavi del gioco e quindi il pensare di fermare il gioco lecito significa far chiudere un buon numero di attività. Su questo è quindi necessario fare una riflessione. Secondo noi è innanzitutto fondamentale promuovere una formazione adeguata, perché le nostre attività commerciali possano sostenersi senza ricorrere esclusivamente al gioco lecito, mettendo in campo la loro creatività e professionalità. Questo è un primo passo importantissimo.

Il secondo passo, altrettanto importante, è diffondere una cultura della prevenzione contro il gioco patologico. La consapevolezza dei gestori di bar e esercizi non deve essere incentivata solo dallo sgravio Irap previsto dalla legge regionale, ma non ancora attiva, o attraverso un pacchetto di agevolazioni sulle tariffe locali, che comunque sarebbero utili. Serve anche in questo caso formazione. La nostra Associazione, grazie ad un protocollo firmato con l’Asl, negli ultimi mesi ha organizzato otto corsi e formato 180 gestori, ora ha in programma altri nove corsi da ottobre a fine dicembre e formerà altri 200 gestori. Nel giro di due anni stimiamo che mille piccoli imprenditori all’anno (essendo la cadenza dell’obbligo formativo biennale) possano essere sensibilizzati e quindi diventare attivi nella prevenzione delle ludopatie. I contenuti del corso devono essere ancora affinati con tutti gli attori in campo, al fine di favorire la conoscenza del fenomeno, aumentare la sensibilità al tema ed attivare il codice di autodisciplina messo a punto con l’Asl.

E’ uno sforzo che noi stiamo facendo e che stiamo chiedendo anche ai nostri imprenditori. Ci sembra quindi che questa sia la strada giusta e di sistema per reagire in maniera forte ad un grave problema che esiste e che non può essere affrontato solo a colpi di ordinanza e di sanzioni.

*direttore dell’Ascom di Bergamo