Credito, terziario in emergenza liquidità Il 53% delle imprese rinuncia agli investimenti

Riccardo Martinelli, presidente Fogalco

Le imprese si stanno indebitando più ora che a marzo. Diminuisce la propensione degli imprenditori del terziario agli investimenti: il 53% vi ha rinunciato definitivamente. Calano i costi di istruttoria ma aumentano quelli del finanziamento e soprattutto cresce il costo dei servizi bancari. Se oltre la metà delle domande di finanziamento è stata accolta  (il 50,7%), il 18% ha ottenuto meno di quanto richiesto e il 24,8% delle imprese è ancora in attesa di una risposta.
Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dall’Osservatorio Congiunturale sulle imprese del terziario della provincia di Bergamo del Rapporto di ricerca condotto da Format Research, commissionato e presentato da Ascom Confcommercio Bergamo. “Proprio quando ne cresce la necessità, la percezione delle imprese è che stia peggiorando il costo del finanziamento,  ma soprattutto il costo dei servizi bancari generali – commenta il direttore Ascom  Oscar Fusini-. L’effetto può essere la conseguenza della disintermediazione stabilita con il decreto liquidità, che ha scavalcato il ruolo di calmieratore del costo del denaro dei Confidi”.  L’analisi dei costi bancari e la necessità di rinegoziare i finanziamenti esistenti risultano fondamentali soprattutto per le imprese micro e piccole. “Il check-up finanziario diventa imprescindibile per le imprese- commenta Riccardo Martinelli, presidente della Cooperativa di Garanzia Fogalco-. Gli imprenditori in questi mesi hanno messo in campo tutti gli sforzi e le energie possibili, dando fondo ai risparmi, anche per anticipare il pagamento delle casse integrazioni dei dipendenti. Ma ora le imprese si trovano come non mai nella necessità di indebitarsi. Siamo al loro fianco per ottenere credito a migliori condizioni, attraverso la garanzia consortile e per supportare investimenti o spese sostenute intercettando bandi e contributi attraverso il nostro sportello di finanza agevolata”.      

I dati dell’Osservatorio del credito Format Research 

Fabbisogno finanziario ed investimenti 

La crisi di liquidità del terziario di Bergamo, con l’indice crollato di 39 punti percentuali a marzo (in pre-lockdown  era a quota 59, a marzo a 20) ha recuperato 10 punti in questi mesi, tornando a quota 30. La proiezione a fine anno, sperando che non si ingeneri un nuovo lockdown, è di raggiungere quota 36 a dicembre, indice al di sopra di 13 punti rispetto alla media nazionale (a quota 23). Il recupero è stato avvertito un po’ in tutti i settori, in particolare per il commercio con + 18%, turismo + 11 e servizi + 11. A livello dimensionale, a recuperare sono state soprattutto le micro imprese fino a un addetto e la piccola impresa fino a cinque addetti, che avevano visto crollare l’indice in primavera ai minimi storici.  

Il 56% di imprese del terziario non ha in programma investimenti nei prossimi due anni.  Di queste il 53% ha rinunciato definitivamente per la crisi, mentre il 47%  porterà a termine i progetti posticipandoli, oltre il prossimo biennio.  

Domanda e offerta di credito

E’ in aumento la percentuale delle imprese che ha richiesto credito (37% contro il 32% del semestre precedente).  Più della metà delle domande di fido o finanziamento è stata accolta (il 50,7%), il 18 % però con importo inferiore a quello richiesto; il 24,8% è ancora in attesa di una risposta, mentre il 6,6% delle domande è stato respinto. 

Rispetto al costo del finanziamento l’indice si attesta a quota 50, con un calo di 1 punto rispetto al trimestre precedente (51). L’indice peggiore è per il turismo a quota 46, il migliore quello dei servizi a 52, mentre il commercio segna il 51. L’indice migliora con la  crescita della dimensione di impresa e quindi con il maggiore potere contrattuale (si passa da 38 per le imprese che impiegano un addetto per salire a 56 per le imprese con più du 49 addetti). 

Anche il costo dell’istruttoria è in linea con il trimestre precedente, a quota 39 (era 38 nei tre mesi scorsi).  Invariato anche l’indice complessivo sulla durata temporale del credito, a 43, anche per quanto riguarda settori e dimensioni d’impresa. 

Sostanzialmente invariato l’indice delle garanzie a quota 44 (un punto al di sopra del trimestre precedente dove era a 43). Le valutazioni peggiori riguardano il turismo (41) e le imprese che impiegano tra 6 e i 9 addetti,  a cui il sistema bancario chiede maggiore copertura. 

In aumento il costo percepito dei servizi bancari con l’indice che cala a 48  (con 4 punti in meno rispetto al trimestre precedente).

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