Confcommercio: “Imprenditori
sfiduciati e pessimisti”

Al Forum Confcommercio di Cernobbio, il 22 e 23 marzo, Confcommercio-Imprese per l'Italia, in collaborazione con Format Research, ha presentato i risultati di un'indagine sulle aspettative delle imprese per il 2013. Il sentimento prevalente sulla situazione economica del 2013 è sicuramente il pessimismo. Tra le principali emergenze da affrontare nell'immediato gli imprenditori indicano la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro, sulle famiglie, le politiche in favore dell'occupazione; per circa l'80% degli imprenditori l'emergenza economica si affronta facendo ripartire il credito alle imprese e i consumi; per l'80% delle imprese la strada per fronteggiare le emergenze del Paese passa necessariamente dal taglio dei costi della Pubblica Amministrazione e dei costi della politica; imprenditori divisi a metà tra ottimisti e pessimisti sulla capacità del nuovo Esecutivo, qualsiasi esso sia, di riuscire ad affrontare le priorità del Paese nei primi 100 giorni di governo.
Il clima di fiducia delle imprese
Le imprese non sono per nulla fiduciose sull'andamento dell'economia italiana nel 2013: il 42% ritiene che andrà peggio rispetto all'anno precedente, per il 52% andrà più o meno nello stesso modo, ossia "non bene", e soltanto il 6% pensa che in qualche modo la nostra economia migliorerà. Lo scarso clima di fiducia degli imprenditori riguarda sia la situazione della propria impresa che, ed è la prima volta che accade, la situazione economica della propria famiglia. Infatti, solo per il 12% degli imprenditori quest'anno l'andamento della propria impresa migliorerà rispetto al 2012. Il 60% ritiene, invece, che la propria impresa andrà come nel 2012 e circa il 28% che andrà peggio. Inoltre, un imprenditore su quattro afferma che la situazione economica della propria famiglia peggiorerà, per circa il 53% andrà come l'anno precedente e solo il 23% pensa che migliorerà.
Le priorità del Paese
Imprese, lavoro e famiglie sono le priorità del Paese da cui ripartire. Tra le principali emergenze a cui il nuovo Esecutivo dovrebbe dedicarsi in via prioritaria nei primi 100 giorni di governo gli imprenditori indicano il rilancio dello sviluppo economico del Paese. Ciò significa: riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro (per il 90,5% degli imprenditori), riduzione della pressione fiscale sulle famiglie (80,1%), politiche in favore dell'occupazione (72,1%). Per l'80% delle imprese la strada per fronteggiare le emergenze del Paese passa necessariamente dal taglio dei costi della Pubblica Amministrazione e dal taglio dei costi della politica (riduzione del numero dei parlamentari, abolizione dei rimborsi elettorali, abolizione delle province, riduzioni delle pensioni d'oro). Peraltro, oltre il 97% degli imprenditori pensa che la riduzione dei costi della macchina dello stato e della politica non solo è necessario, ma è anche possibile senza che ciò comporti necessariamente una riduzione dei servizi o comunque delle prestazioni ai cittadini.
L'emergenza economica e sociale
Fronteggiare l'emergenza economica per oltre l'80% degli imprenditori significa fare ripartire il credito alle imprese e per il 77% consiste nel fare ripartire i consumi. Circa il 70% delle imprese indica come priorità la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e la riduzione dell'Irap. Sei imprenditori su dieci sollecitano la necessità di una riduzione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese. Per fronteggiare l'emergenza sociale e sostenere le famiglie, gli imprenditori indicano tra le priorità quella di evitare l'aumento dell'IVA (circa l'84%), la riduzione della pressione fiscale per le famiglie numerose (81%), l'abolizione dell'IMU sulla prima casa (78%), l'aumento delle pensioni più basse (68%), l'aiuto alle famiglie ad ottenere il credito per acquistare la prima casa (60%), il sostegno alla natalità (55%).

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