Compiti per le vacanze, avercene di “prof” come Catà

2a01e68d09a54067069e4978af65a5a4Anche quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, il tormentone è cominciato: “compiti per le vacanze sì, compiti per le vacanze no”. C’è la fazione dei modernisti, che afferma che dopo nove mesi sui banchi di scuola, non abbia senso trascorrere il tempo libero impegnati in traduzioni, equazioni ed esercizi vari e c’è la fazione dei tradizionalisti, che invece sostiene come i compiti siano importanti, perché aiutano a tenere in allenamento il cervello e a non dimenticare quello che gli alunni hanno appreso nei mesi precedenti.

Come se non bastasse, ad infiammare la questione, c’è l’insolita lista dei compiti per le vacanze del professor Cesare Catà, insegnante al Liceo delle Scienze Umane “Don Bosco” di Fermo, che spiazza tutti, modernisti e tradizionalisti.

Consegnata agli studenti l’ultimo giorno di scuola, invece di ordinare letture obbligatorie o esercitazioni di grammatica e matematica, il professore consiglia di contemplare il mare in solitudine, di ammirare l’alba, di sognare la vita futura e di leggere, perché la lettura rappresenta la migliore forma di rivolta. Suggerimenti e consigli di vita che riportano l’attenzione al benessere psicologico e spirituale degli alunni piuttosto che al mero nozionismo e che per certi versi fanno venire in mente il prof. Keating del film L’Attimo Fuggente, interpretato da Robin Williams, che incitava i propri studenti a rendere straordinaria la propria vita. Ma prima di ogni considerazione, ecco che cosa prevede la speciale lista di compiti assegnata per l’estate 2015:

 

  1. Al mattino, qualche volta, andate a camminare sulla riva del mare in totale solitudine: guardate come vi si riflette il sole e, pensando alle cose che più amate nella vita, sentitevi felici.
  2. Cercate di usare tutti i nuovi termini imparati insieme quest’anno: più cose potete dire, più cose potete pensare. E più cose potete pensare, più siete liberi.
  3. Leggete, quanto più potete. Ma non perché dovete. Leggete perché l’estate vi ispira avventure e sogni, e leggendo vi sentite simili a rondini in volo. Leggete perché è la migliore forma di rivolta che avete (per consigli di lettura, chiedere a me).
  4. Evitate tutte le cose, le situazioni e le persone che vi rendono negativi o vuoti: cercate situazioni stimolanti e la compagnia di amici che vi arricchiscono, vi comprendono e vi apprezzano per quello che siete.
  5. Se vi sentite tristi o spaventati, non vi preoccupate: l’estate, come tutte le cose meravigliose, mette in subbuglio l’anima. Provate a scrivere un diario per raccontare il vostro stato (a settembre, se vi va, ne leggeremo insieme).
  6. Ballate senza vergogna; in pista, sotto casa o in camera vostra. L’estate è una danza ed è sciocco non farne parte.
  7. Almeno una volta, andate a vedere l’alba; restate in silenzio e respirate. Chiudete gli occhi, grati.
  8. Fate molto sport.
  9. Se trovate una persona che vi incanta, diteglielo con tutte la sincerità e la grazia di cui siete capaci. Non importa se lui/lei capirà o meno. Se non lo farà, lui/lei non era il vostro destino; altrimenti, l’estate 2015 sarà la volta dorata sotto cui camminare insieme (se questa va male, tornate al punto 8).
  10. Riguardate gli appunti delle nostre lezioni: per ogni autore e ogni concetto fatevi domande e rapportatele a quello che vi succede.
  11. Siate allegri come il sole, indomabili come il mare.
  12. Non dite parolacce e siate sempre educatissimi e gentili.
  13. Guardate film dai dialoghi struggenti (possibilmente in lingua inglese) per migliorare la vostra competenza linguistica e la vostra capacità di sognare. Non lasciate che il film finisca con i titoli di coda. Rivivetelo, mentre vivete la vostra estate.
  14. Nella luce sfavillante o nelle notti calde, sognate come dovrà e potrà essere la vostra vita: nell’estate cercate la forza per non arrendervi mai e fate di tutto per perseguire quel sogno.
  15. Fate i bravi.

Allora, comincio con il dire che io un professore così non l’ho mai avuto e mi sarebbe piaciuto incontralo; non perché al posto delle equazioni, consiglia di ammirare l’alba, ma perché riporta l’attenzione su un aspetto che forse la scuola ha dimenticato: i lavoratori di domani sono i giovani di oggi e vanno aiutati non solo a tradurre dal latino in maniera impeccabile, ma anche a ri-conoscere le proprie passioni, a coltivare la creatività e ad avere dei sogni, perché a 15 anni sognare è il primo passo per imparare a pianificare degli obiettivi. Non dico che non ci sono professori che non lo facciano, sia chiaro, ma sono convinto che non sia ancora una consapevolezza universalmente riconosciuta tra gli addetti ai lavori. Oggi più che mai il mondo del lavoro ha bisogno di lavoratori flessibili, passionali, creativi, fantasiosi, estrosi e fecondi e non solo preparati nel senso canonico del termine. Se si vuole combattere davvero la crisi del mercato, tornare ai lustri del “made in Italy” e non abbassare la qualità del proprio operato, è necessario essere competitivi e cooperativi, maturare sensibilità nei confronti dei sentimenti e dei diritti altrui, imparare ad ascoltare e lasciare spazio alle divergenze di opinioni, ai cambiamenti di idee e ai compromessi senza che nessuno soffra. È un’esperienza che va costruita fin da subito, discussa, adattata, compresa e vissuta in prima persona con perseveranza e anche con fatica. E la scuola serve anche (e soprattutto) a questo.

In mancanza di una solida cultura alla consapevolezza il rischio è quello di perdere l’opportunità di affrontare con serietà e professionalità la vita e di condurre un’esistenza poco soddisfacente; ma non ne vale pena.

Quindi, tornando all’annosa questione “compiti per le vacanze sì, compiti per le vacanze no”, se questi stimolano l’autonomia, il pensiero laterale, la complessità e l’individualità dei giovani, come accade con la lista del professor Catà, la mia risposta non può che essere “sì, tutta la vita”.