Ubi Banca, il 4% delle azioni oggetto del diritto di recesso

ubi_b3.jpgUBI Banca ha reso noto che il diritto di recesso conseguente alla trasformazione dell’Istituto di credito in Spa  – deliberata dall’assemblea straordinaria dei soci lo scorso 10 ottobre – è stato esercitato con validità entro il termine del 27 ottobre 2015 per un numero pari a 35.409.477 azioni. Il controvalore complessivo è di  258.064.268 euro, determinato dal valore di liquidazione fissato a 7,2880 euro per azione. Le azioni oggetto di recesso rappresentano in sostanza il 3,927% circa dell’attuale capitale sociale sottoscritto e versato. Queste saranno offerte in opzione al prezzo di 7,2880 euro per azione e nel rapporto di 1 azione ogni 24,4259 diritti posseduti.

Il periodo della cosiddetta “Offerta in Opzione” inizierà il 12 novembre e si concluderà il 12 gennaio 2016 e tutti gli azionisti che eserciteranno il diritto di opzione in tale contesto avranno un diritto di prelazione nell’acquisto delle azioni rimaste inoptate. Gli eventuali titoli non acquistati all’esito dell’esercizio dei Diritti d’opzione e di prelazione potranno essere offerti sul mercato telematico azionario.


Paccanelli alla guida della Piattaforma Tecnologica Italiana

Nasce la Piattaforma Tecnologica Italiana per il Tessile e l’Abbigliamento. E’ stata presentata oggi da Sistema Moda Italia (Smi), dall’associazione di categoria delle imprese industriali del settore Tessile/Abbigliamento Italiano e da TexclubTec (Tct). La nuova piattaforma promuoverà lo sviluppo e la diffusione della ricerca e dell’innovazione nel settore.

Partecipano 26 associazioni territoriali e i distretti più significativi del settore. Un comitato direttivo è costituito da imprenditori ed esperti. Il presidente è Alberto Paccanelli, il vice Massimo Marchi. Gli obiettivi sono molteplici: l’incremento dell’utilizzo di materiali tessili e l’individuazione di nuove applicazioni; orientare le produzioni verso una maggiore personalizzazione e verso prodotti ad alto valore aggiunto realizzati con processi tecnologici innovativi; indirizzare l’innovazione verso una maggior razionalizzazione delle risorse, tecnologie a minor impatto ambientale, e prodotti finalizzati alla salute e sicurezza dei consumatori. Per il raggiungimento degli obiettivi strategici e’ stato avviato un programma di iniziative che comprendono la costruzione di un network nazionale di esperti, la definizione di un’agenda strategica per la ricerca e la sua implementazione con iniziative, progetti, finanziamenti, insieme alla promozione di una nuova immagine del tessile abbigliamento italiano, innovativo e tecnologicamente avanzato.


Ottimizzazione dei costi, l’Ascom dà una mano alle imprese

Sede AscomOttimizzare i costi, risparmiare sulle spese per poter investire di più e competere sul mercato. E’ questo quanto propone Ascom Bergamo alle imprese associate, grazie alla nuova convenzione che da inizio novembre rientra tra le proposte di Ascom Vantaggi. L’Associazione commercianti ha stipulato un accordo con l’azienda Pages Italia, che opera nel settore dell’ottimizzazione dei costi, per offrire ai suoi associati l’opportunità di un’analisi dettagliata sulle spese dirette e indirette che ogni azienda deve sostenere. «Per le aziende è diventato urgente poter ottimizzare i costi, per questo proponiamo la convenzione con Pages Italia, che permette ai nostri associati di individuare quali spese tagliare e dove risparmiare. Le caratteristiche dell’intervento consentono alle aziende di dimensioni medio grandi di poter affrontare il progetto di riduzione dei costi senza alcun coinvolgimento pesante della struttura, continuando ad occuparsi delle proprie mansioni o perseguire altri obiettivi importanti senza vedere ridotto il tempo a propria disposizione – afferma Pietro Bresciani, responsabile Marketing di Ascom Bergamo -. La convezione mette a disposizione delle nostre aziende associate personale dedicato in maniera specifica alle singole categorie di spesa, quindi sempre molto aggiornato su tutte le novità di ogni settore in termini di opportunità economiche e opzioni qualitative, fornitori competitivi sia qualitativamente che economicamente».

Le analisi di ottimizzazione dei costi si sviluppano attraverso il check up della situazione dell’azienda e dell’identificazione delle aree su cui intervenire. Circa venti le aree su cui gli esperti della convenzione indagano: dall’assicurazione alla cancelleria; dall’energia elettrica e gas agli imballaggi, dai buoni pasto alla telefonia, dallo smaltimento rifiuti alle spese postali.

Oltre ai costi generali, Pages Italia interviene anche sui costi diretti per incrementare la marginalità all’interno della propria attività core business. «Il servizio è totalmente gratuito, in quanto l’approccio della convenzione è principalmente “success fee”, paghi solo a risultati ottenuti – spiega Bresciani -. Inoltre siamo consapevoli che tutte le Aziende possono avere delle partnership consolidate in certi ambiti di fornitura, ma il processo di analisi che proponiamo può essere l’occasione per fare benchmarking e di avere un riscontro oggettivo sulle attuali condizioni di mercato».

Per informazioni: info@pagesitalia.it – www.pagesitalia.it


Creatività e impresa, un confronto tutto al femminile

“Creatività e innovazione: elementi fondamentali per competere?” è il tema sul quale il Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Bergamo mette a confronto imprenditrici, professioniste e manager il prossimo mercoledì 18 novembre. L’appuntamento è alle ore 15 al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo (in via Petrarca 10 a) per una tavola rotonda che approfondirà il valore della creatività, intesa come talento, competenza, capacità di mettersi in gioco per inventare e sperimentare qualcosa “rompendo le regole”, doti che permettono di innovare e ottenere risultati professionali che portano valore aggiunto.

Dopo l’apertura lavori, affidata alla presidente del Comitato camerale Ida Rocca, interverranno:

  • Graziella Carbone, consulente per la promozione
  • Maria Teresa Lodi, Geakoinè traduzioni e formazione linguistica
  • Sabrina Maggio, Armoniose creazioni
  • Manuela Ravasio, Cidesco
  • Chiara Rota, My Cooking Box
  • Laura Tolfo, designer linea Animadverte
  • Paola Rossoni, marketing & communication director di Robur spa

 

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Federmanager e il sistema associativo provinciale.

L’incontro è gratuito e aperto a tutti gli interessati. Iscrizioni online sul sito www.bergamosviluppo.it (dalla sezione news scorrevoli o dal calendario eventi).

Per maggiori informazioni: Bergamo Sviluppo (campana@bg.camcom.it tel. 035 3888011)

 


Aziende in mani straniere, così finiamo per fare la figura dei fessi

lactalisLa vicenda Telecom solleva un dubbio. Ma i francesi sono proprio stupidi? Perché continuano a recuperare quello che gli italiani buttano via? Lo hanno fatto con la moda e con il lusso, con la grande distribuzione, con buona parte dell’alimentare, insieme agli svizzeri, che secondo la vulgata xenofoba sono dei francesi (o dei tedeschi) venuti male. Lo hanno fatto con un’ampia serie di aziende meccaniche, con l’energia e adesso lo fanno con la telefonia.

Come quando si sente parlare del pazzo che va in contromano in autostrada, al quarto o quinto francese che si incontra in direzione opposta, forse si potrebbe iniziare a pensare che ad essere un po’ stupidi sono gli italiani. Il rapporto con i cugini d’Oltralpe è sempre stato complesso, tra la loro presunzione da grandeur e la nostra cialtroneria con complessi di inferiorità che ci fanno vedere solo il peggio di noi stessi. Però all’aforisma autocritico di Jean Cocteau sul fatto che i francesi sono degli italiani di cattivo umore dobbiamo aggiungere con umiltà che saranno anche incazzati, quando vince Bartali o qualsiasi altro italiano (e il sentimento è cordialmente ricambiato), ma un po’ più furbi o almeno lungimiranti lo sono.

Un altro dei vizi italici è quello della geniale improvvisazione, ma sempre vivendo un po’ alla giornata. Ed è così che si perdono le occasioni e anche le aziende. Non c’è da demonizzare l’acquisto straniero: l’operazione può essere un’opportunità quando fa arrivare nuove risorse e nuovi stimoli in un’azienda ferma e in più riempie gli ex azionisti italiani di denaro che può essere reinvestito in altre attività. Ma più che sugli acquisti esteri vale la pena di riflettere sulle vendite italiane. La questione si ripropone ora con Telecom, con la novità che per una volta sembra che sia stata tentata una reazione con la proposta della conversione delle azioni di risparmio che con la diluizione del capitale ordinario potrebbe rimescolare le carte. Ma anche questa inedita difesa apre dei dubbi.

Non è chiaro quello che accadrà quando l’imprenditore Xavier Niel, l’anno prossimo, potrà trasformare le sue opzioni nel 15% del capitale e così, aggiungendo il 20% detenuto dalla Vivendi del finanziere bretone Vincent Bolloré, un terzo di Telecom sarà in mano francesi. Niel attraverso la controllata Free in Francia ha fatto tremare le compagnie telefoniche tradizionali tagliando i prezzi dei servizi. Se ripetesse l’esperienza in Italia, forse ci sarebbe per la prima volta quell’influsso positivo sulla concorrenza sempre auspicato, ma mai manifestatosi, nella calata di nuovi proprietari stranieri. Finora infatti ci sono state solo delusioni e invece di una ventata di liberalizzazione c’è stata una sostituzione nelle precedenti rendite di posizione, con un sostanziale mantenimento dello status quo.

In pochi anni intanto le telecomunicazioni italiane sono diventate straniere. Vodafone è una public company britannica, Wind ha capitali russi e norvegesi, H3 cinesi, mentre Fastweb è svizzera. Telecom di fatto era già francese prima della scalata di Niel, senza che ci fossero state reazioni, anche perché Bolloré era già parte dell’establishment nazionale. Per questo si può pensare che la contromossa attraverso le azioni di risparmio non sia rivolta a evitare una francesizzazione di Telecom, che comunque c’è già stata, ma piuttosto ad allontanare Niel. Il fatto che Bollorè sia “contento” di vedersi diluire la quota e quindi appoggi la proposta lascia pensare che abbia qualche asso nella manica. Magari anche un pacchetto di risparmio per ricostituire la quota. In ogni caso la contesa appare adesso tra un francese dell’establishment e un francese non dell’establishment: in ogni caso non ci sono italiani tra quelli che si disputando il controllo di attività strategiche per il Paese come la rete a banda larga. Certo, ben venga chi ci pensa al posto nostro. Ma nella continua delega all’esterno spesso si pensa di essere furbi, ma si finisce per fare la figura dei fessi. La vicenda di Lactalis, che ora qualcuno chiede di “nazionalizzare” sulla scia delle polemiche per il prezzo del latte , sta lì a dimostrarlo,

 

 


Italcementi, i sindacati chiedono l’impegno della Regione

Il coordinamento delle RSU di Italcementi della Lombardia e le organizzazioni sindacali hanno incontrato oggi gli assessori Valentina Aprea e Claudia Terzi, in rappresentanza della Regione Lombardia. La delegazione sindacale ha chiesto di impegnarsi nel piano industriale e illustrato le proposte avanzate nell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico, avvenuto il 16 settembre. In particolare ha posto l’attenzione su tre aspetti, nei quali l’intervento della Regione potrebbe essere determinante: centro mondiale di gruppo presso l’Ilab a Bergamo, progetti di ricerca di nuovi prodotti con partenariato pubblico-privato in previsione degli anni 2019 e 2021 sugli edifici neutralmente energetici, valorizzazione dell’Italia come gestore dell’area mediterranea. “In una economica manifatturiera che ha all’orizzonte la fase 4.0 – scrivono i sindacati in una nota -, la Lombardia non può perdere le conoscenze, le competenze e la capacità di proposta costruita in diversi anni. La filiera delle costruzioni non può uscire dalla devastante crisi che l’ha colpita con lo stesso modello produttivo con il quale ci è entrata. Abbiamo evidenziato che l’impatto sociale sarebbe devastante se non riuscissimo a tenere delle funzioni di gruppo in Italia. L’acquisizione di Italcementi da parte di Heidelberg – prosegue la nota – non è solo un problema sindacale, ma coinvolge l’intera comunità a partire dal Comune di Bergamo, dalla Provincia di Bergamo per arrivare alla Regione Lombardia e al governo italiano”. Per questo motivo, i sindacati chiedono a tutte le istituzioni di “intervenire e di collaborare con le forze sindacali per salvaguardare le intelligenze collettive del territorio”.


Popolare di Bergamo, ok alla trimestrale. In crescita la raccolta totale

Il Cda della Banca Popolare di Bergamo ha approvato la situazione patrimoniale ed economica al termine del terzo trimestre 2015. L’utile netto è risultato pari a 123,7 milioni, superiore rispetto a quanto preventivato. La gestione operativa si è posizionata a 270,7 milioni, determinata da proventi operativi per 598,1 milioni e oneri operativi per 327,4 milioni.

Il margine d’interesse, a 307,1 milioni (-7,3% sul settembre 2014), ha confermato anche nel terzo trimestre il trend dei primi sei mesi dell’anno, risentendo del basso livello dei tassi, con l’Euribor che permane negativo. Le commissioni nette, a 263,9 milioni (- 4%), hanno risentito del minore apporto del comparto relativo al collocamento di titoli di gruppo (- 21,5 milioni), contro una positiva dinamica delle commissioni da raccolta gestita (+ 10,5 milioni) ed assicurativa (+ 3,3 milioni). Il raffronto anno su anno degli oneri operativi registra una complessiva contrazione (- 1,1%), determinata dalla riduzione delle altre spese amministrative (- 5,4 milioni, – 4,1%) alla quale si è contrapposta la crescita dellespese del personale dell’1,3% (+ 2,5 milioni), da attribuire principalmente al minore apporto del “Fondo di solidarietà per il sostegno dell’occupazione del credito” per oltre 5 milioni.  L’andamento di proventi e oneri operativi posiziona il rapporto Cost/Income al 54,74% contro il 52,26% del terzo trimestre 2014. Risultano in deciso miglioramento gli indicatori sulla qualità del credito: le rettifiche nette su crediti, pari a 77,1 milioni (100,1 milioni a fine settembre 2014) confermano l’attenta gestione del portafoglio crediti della banca, che trova riscontro anche nella significativa riduzione del costo del credito, attestatosi allo 0,54% annualizzato (0,72% al termine dei nove mesi del 2014). Nel periodo è stato rilevante il sostegno all’economia del territorio e alle famiglie: gli impieghi alla clientela (19,1 miliardi) sono aumentati di oltre 2 punti percentuali; in crescita, a 2.250 milioni, le nuove erogazioni di finanziamenti a medio/lungo termine – di cui 504 milioni a favore dei privati (+ 24%) e circa 1.670 milioni a favore delle imprese (+ 78%). Di rilievo il risultato registrato dal comparto leasing, con nuovi contratti nel periodo per 230 milioni (+ 77% anno su anno). Il comparto dei crediti deteriorati netti a 1,57 miliardi (8,25% dei crediti netti verso la clientela) si mantiene nei limiti degli obiettivi prefissati per il periodo.

Il rapporto sofferenze nette/impieghi netti, attestatosi al 4,36%, risulta sostanzialmente in linea rispetto al dicembre 2014 (4,33%) mantenendosi al di sotto del dato di sistema (4,79%). Cresce la raccolta totale che, al netto del trasferimento di quote su dossier Ubi per circa 2,2 miliardi, ammonta a 47,3 miliardi. In particolare, la raccolta diretta da clientela, pari a 14,5 miliardi, raggiunge i 20 miliardi se si ricomprendono i prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo e collocati dalla Banca (complessivamente 5,5 miliardi). La raccolta indiretta da clientela ordinaria (al netto dei PO Ubi collocati dalla Banca) è pari a 26,7 miliardi: nel periodo è proseguita la riqualificazione delle forme di investimento, determinando l’incremento del “risparmio gestito” – comprensivo di “polizze vita” – che raggiunge i 16 miliardi (+ 11,2%) e la flessione della raccolta amministrata (- 3,4%). Da inizio anno si sono registrati flussi netti di “gestito” per circa 1.190 milioni e nuove sottoscrizioni di “polizze vita” per oltre 680 milioni. A fine settembre il rapporto fra il capitale primario di classe 1 e il totale delle attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1) è del 18,38%, a conferma della forte patrimonializzazione e solidità della Banca.


Social Bond, Ubi Banca in campo per aiutare l’Airc

a-ubi.jpgUBI Banca ha annunciato l’emissione del prestito obbligazionario solidale (Social Bond) “UBI Comunità per AIRC”, per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro, i cui proventi saranno in parte devoluti a titolo di liberalità all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Il contributo verrà utilizzato da AIRC all’interno del programma riservato ai ricercatori con meno di 40 anni, denominato My First AIRC Grant (MFAG). I finanziamenti sono triennali, dedicati a ricercatori che non hanno mai avuto precedentemente un grant da AIRC e che in tal modo possono avviare la propria ricerca indipendente. I progetti sono selezionati  in base all’innovatività, alla fattibilità e all’impatto per la cura dei pazienti. Al completamento di ciascun progetto co-finanziato AIRC comunicherà gli obiettivi conseguiti, valutati sulla base di specifici indicatori anche bibliografici di natura qualitativa e quantitativa.

Il contributo complessivamente devoluto da UBI Banca ad AIRC, a titolo di liberalità, per sostenere questi progetti di ricerca, può arrivare fino a 100mila euro in caso di sottoscrizione dell’intero ammontare nominale delle obbligazioni oggetto dell’offerta. Le obbligazioni, emesse da UBI Banca, hanno taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro, durata 3 anni, cedola semestrale, tasso annuo lordo pari al 0,90% e possono essere sottoscritte dal 9 novembre 2015 al 16 dicembre 2015, salvo chiusura anticipata o estensione del periodo di offerta. Le obbligazioni non sono destinate alla quotazione in nessun mercato regolamentato o sistema multilaterale di negoziazione: saranno negoziate dai collocatori in contropartita diretta nell’ambito del servizio di negoziazione per conto proprio. Il sostegno a “My First AIRC Grant” tramite  il Social Bond si affianca alle altre attività della partnership fra UBI Banca e AIRC per il periodo 2013-2015. In questi due anni UBI Banca ha potuto raccogliere oltre un milione e mezzo di Euro per AIRC, contribuendo al finanziamento della ricerca oncologica italiana. Dal 9 novembre inizia in tutte le filiali del Gruppo UBI Banca la raccolta fondi denominata “Cioccolatini della Ricerca”: con una donazione di 10 euro a favore di AIRC si potrà ricevere una confezione di cioccolatini. A supporto dell’attività di ricerca scientifica di AIRC anche la carta prepagata Enjoy Social Edition: per ogni carta attiva e per ogni transazione il Gruppo UBI Banca rinuncerà a parte dei propri ricavi devolvendoli a favore di AIRC. Particolarmente significativa è la possibilità per i clienti del Gruppo UBI Banca di utilizzare una funzionalità innovativa  dell’app UBI Pay, grazie alla quale effettuare una donazione sarà semplice come mandare un messaggio via smartphone, rendendo il proprio cellulare anche uno strumento per sostenere l’Associazione e i suoi ricercatori tramite la funzione di Invio Denaro Jiffy (tutti i dettagli sono disponibili sul sito www.ubibanca.com).

 

 


Fava attacca i francesi di Lactalis: “Salviamo la sovranità alimentare”

Gianni Fava - assessore regionale agricoltura“La manifestazione degli allevatori attesta l’impossibilità che avvenga un dialogo tra sordi. L’atteggiamento della dirigenza francese di Lactalis è di chiusura totale, nessuna disponibilità al dialogo, mentre registro una tardiva quanto poco convincente iniziativa del ministro, che prevede di incontrare Assolatte. Mi auguro che Martina si faccia parte diligente al contrario, per verificare e valutare le condizioni in Parlamento per una misura straordinaria che riconsegni un asset strategico quale è il latte, e quindi il cibo, nelle mani di un operatore nazionale, anche pubblico, che possa sostituirsi nel capitale a queste imprese, che stanno mettendo a serio rischio la nostra autonomia alimentare, con una politica fatta di importazioni dissennate e mero sfruttamento del buon nome del made in Italy”. Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, denunciando la mancanza di risposte concrete e immediate alle istanze degli allevatori, che, sabato si sono concentrati nei pressi del centro di distribuzione di Lactalis a Ospedaletto Lodigiano. “Abbiamo regalato la nostra reputazione e siamo stati ripagati con questa moneta – ha detto Fava -. Come avviene per le aziende strategiche di Stato in materia di telecomunicazione ed energia, è ora che anche il cibo torni a essere materia strategica e la tutela della sovranità alimentare sia garantita con una iniziativa legislativa senza precedenti, che spieghi, una volta per tutte, che ci siamo stancati di essere terra di conquista”. Gli anni di dura crisi, la situazione del sistema del credito e la scarsa competitività del sistema delle aziende italiane hanno permesso, ha aggiunto Fava “che i grandi gruppi esteri ci privassero di un baluardo fondamentale, quale è la capacità di essere autosufficienti in materia alimentare”. “Mi rendo conto che ai più può apparire come una provocazione – ha osservato Fava -, ma, se ci pensiamo bene, non credo più di tanto. Mi auguro che l’europarlamentare Matteo Salvini si faccia carico di una forte iniziativa politica in tal senso e aiuti il sistema lattiero-caseario nazionale a mantenere il primato lombardo in materia produttiva, salvaguardando, quindi, la sopravvivenza delle aziende. Prima salviamo i nostri operatori e poi rispondiamo alla Ue in termini di libera circolazione delle merci e di mercato”.


Pmi, seminario sui finanziamenti europei

Si terrà il 27 novembre, dalle 14 alle 18, al Point di Dalmine, il seminario “I finanziamenti europei: opportunità per le Pmi”. L’incontro, gratuito e riservato alle imprese con sede in provincia di Bergamo, fornirà un quadro introduttivo sulle principali opportunità di finanziamento offerte dall’Unione Europea. Verranno approfonditi la strategia per l’internazionalizzazione delle PMI nella programmazione europea 2014-2020, il programma Cosme per la competitività delle imprese e delle PMI e il programma quadro di ricerca e innovazione Horizon 2020. Il seminario è realizzato con il supporto tecnico di Nibi, il Nuovo Istituto di Business Internazionale di Promos. Per partecipare occorre iscriversi sul sito www.bergamosviluppo.it. Info: 035 3888011, adobati@bg.camcom.it e merisio@bg.camcom.it