Il commissario per la Spending Review alla tavola rotonda in Università

Università EconomiaYoram Gutgeld, Commissario di Governo per la Spending Review venerdì 30 settembre sarà ospite della tavola rotonda promossa dall’Università di Begamo “Diritti acquisiti e diritti negati. Riqualificare la spesa pubblica per un nuovo patto tra le generazioni”. Appuntamento alle 10.30 nella Sala Galeotti del Campus economico e giuridico in via dei Caniana, 2 dove Gutgeld interverrà insieme a Antonio Misiani, deputato Pd, membro della Commissione Bilancio alla Camera, all’assessore all’Economia della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia e a Paolo Buonanno, prorettore delegato alla ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo. “Obiettivo dell’appuntamento è quello di analizzare cosa sia la spesa pubblica e capire in che modo si possa razionalizzare e riqualificare – anticipa Buonanno – con particolare attenzione agli aspetti di equità intergenerazionale che contrappongono i giovani alle generazioni precedenti”. Coordina l’incontro Gianni Trovati, giornalista del Sole 24 Ore. La tavola rotonda è aperta al pubblico. Ingresso libero.


L’Università di Bergamo entra nella “Serie A” mondiale degli Atenei

Università EconomiaDa oggi, nella classifica delle migliori università al mondo c’è anche quella di Bergamo. Nella graduatoria del Times Higher Education World University Ranking, periodico britannico che ogni anno rileva gli Atenei più prestigiosi a livello mondiale, l’Università di Bergamo s’è piazzata a metà classifica, nella fascia tra il 401° e il 500° posto, su un totale di 980 università internazionali. Tra i 38 Atenei italiani inclusi nel ranking, UniBg si piazza al 18° posto, dietro la Scuola Normale di Pisa e la Superiore di Sant’Anna e il Politecnico di Milano. Presente in classifica anche l’Università degli Studi di Trento – il benchmark dell’Università di Bergamo -, che occupa una posizione migliore di quella di UniBg, data da una quota di personale docente pari al doppio dei docenti di Bergamo. Il posizionamento rispetto agli altri atenei italiani rappresenta un doppio risultato, dato che l’obiettivo dichiarato per Bergamo2020, “posizionarsi tra le 20 migliori università d’Italia “, è stato raggiunto con quattro anni di anticipo. Un risultato che assume ancora più valore se si considera che come Università pluritematica Bergamo non ha una facoltà di medicina.

Il rettore Remo Morzenti Pellegrini ha letto questo risultato come un’ulteriore occasione di rilancio dell’impegno continuativo dell’Ateneo nell’ambito della ricerca: “Questo risultato non mi coglie di sorpresa perché rientrava nei nostri obiettivi strategici su cui tutta la comunità accademica sta lavorando da tempo. A sorprendermi sono i tempi con cui li abbiamo raggiunti. L’ingresso nel ranking mondiale Times Higher Education premia la coerenza delle scelte politiche sulle quali oggi tutta l’Università è impegnata ai vari livelli, non vogliamo considerarlo tanto un punto di arrivo, quanto uno stimolo a impegnarci per raggiungere traguardi che possono sembrare impossibili, soprattutto per un’Università giovane come la nostra. Questo risultato inoltre è una notizia che accolgo con soddisfazione e che condivido con gli studenti e le famiglie che hanno riposto grande fiducia nell’Università di Bergamo. A noi ora spetta il compito di analizzare con accuratezza le ragioni di questo risultato, per individuare i margini di miglioramento, fermo restando che le classifiche fotografano sempre dei dati parziali. Fondamentale nel nostro percorso – aggiunge il rettore – sarà continuare a sostenere la ricerca, ambito in cui accanto al piano strategico ad essa dedicato, lancerò anche un piano speciale di potenziamento per consolidare gli ottimi risultati che l’Università sta ottenendo insieme a riconoscimenti internazionali come questo”. I parametri che costituiscono il punteggio del ranking sono: 30% didattica, 30% ricerca, 30% citazioni (ossia il numero di volte in cui una ricerca di un docente viene citata nelle pubblicazioni scientifiche), 7,5% apertura internazionale e 2,5% contributi dalle aziende. La condizione necessaria per poter far parte di Times Higher Education Ranking è quella di avere almeno 1000 pubblicazioni in Scopus (database di articoli, saggi e pubblicazioni scientifiche) in 5 anni, indipendentemente dal numero dei docent dell’Ateno. Un requisito che mette in primo piano la ricerca.

 

 

 


Sistema Bergamo, il rettore: “Innovazione e sinergia le parole chiave”

Il Progetto Italy® – Investing in Talented Researchers dal 2013 ad oggi ha cofinanziato 27 progetti di ricerca concordati tra le Università di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi caratterizzati da un’applicazione diretta sul territorio. Collaborazione attiva, integrazione di competenze, apertura all’estero sono i pilastri su cui poggia questo progetto, che conferma il ruolo e il contributo dell’Università nel sistema Bergamo. Durante l’incontro “L’Università e territorio si incontrano” tenutosi giovedì 15 settembre alle 17 nella Sala Galeotti del Campus Giuridico Economico di via dei Caniana sono stati presentati 6 dei progetti, realizzati dai ricercatori dell’Ateneo grazie a Italy® – Investing in Talented Researchers.

* Comportamento sismico di elementi non-strutturali: valutazione delle performance sismiche e interventi di miglioramento sismico. (Professor Paolo Riva/assegnista di ricerca Fabrizio Cornali)

* Sistema di informazioni per il monitoraggio integrato dei complessi industriali bergamaschi (Professor Andrea Salanti/assegnista di ricerca Nadia Garbellini)

* Mobility and Social Computing: comprendere chi va, chi viene e chi resta nella provincia di Bergamo mediante le Smart Technologies (Professor Giuseppe Saila/assegnista di ricerca Toccu Maurizio)

* Sviluppo e sperimentazione di metodologie per la gestione della proprietà intellettuale a supporto dell’;innovazione e sviluppo prodotto nelle PMI (Professoressa Caterina Rizzi/ assegnista di ricerca Christian Spreafico)

* Web data collection for decision making (Silvia Biffignardi/assegnista di ricerca Annamaria Bianchi)

* I giovani e il lavoro: il nuovo ruolo del territorio (Anna Maria Testaverde/assegnista di ricerca Gina Rosamarì Simoncini)

In apertura dell’appuntamento, il rettore Remo Morzenti Pellegrini Rettore ha evidenziato come il progetto Italy® – Investing in Talented Researchers, unisca realtà su cui da tempo l’Ateneo bergamasco sta costruendo la propria forma identitaria: il lavoro di ricerca dei giovani studiosi e l’applicazione di questo lavoro sul territorio. Non a caso, parliamo da tempo di “sistema Bergamo”, cioè di una sinergia strutturata tra le varie forze economiche, finanziarie, governative, culturali della nostra città e della nostra provincia che collaborano attivamente – ognuna con le proprie competenze – per migliorare il benessere dell’intera comunità locale e, contemporaneamente, per aprirsi al panorama internazionale con tutti gli strumenti necessari a risultare competitivi e innovativi”. Il tema della sinergia Università e sistema “Bergamo” è stato ulteriormente approfondito dal cavalier Emilio Zanetti, presidente di Universitate Bergomensi che ha sottolineato il ruolo dell’Associazione nella promozione di attività extracurriculari idonee a valorizzare il rapporto tra Università e Territorio. Sono state sviluppate attività riguardanti la valorizzazione del merito degli studenti, le relazioni internazionali, la promozione della ricerca, studi e convegno. Particolarmente significativo il progetto “Italy” per la condivisione tra Università ed Associazione nella scelta dei temi e nell’;erogazione delle risorse a giovani ricercatori.

Dopo aver illustrato il lavoro svolto fino ad oggi nell’;ambito di questo progetto, il Prorettore delegato al Fund raising e alla finanza di Ateneo, Mara Bergamaschi, ha guardato al futuro sottolineando come “la collaborazione tra l’Università e le altre realtà del territorio, corresponsabilizzazione, anche economica, ma non solo, confronto, contaminazione delle conoscenze, condivisione di valori e obiettivi diventano i punti cardini su cui questa Università intende investire nel futuro. Futuro che deve puntare sui giovani, siano essi studenti o giovani ricercatori,  perché solo investendo su di essi sulla loro formazione e sui loro percorsi di ricerca è possibile costruire delle basi solide per il futuro”. Innovazione e ricerca non sono solo dei plus in ambito economico, scientifico o imprenditoriale, ma contribuiscono attivamente anche al progresso sociale, come sottolinea Paolo Buonanno – Prorettore delegato alla Ricerca scientifica di Ateneo. “La qualità della vita dipende dalle capacità di un territorio di innovare sia nell’; ambito produttivo ma soprattutto in quello sociale. La ricerca e la sperimentazione sono fondamentali per il raggiungimento di questo obiettivo. La  collaborazione tra l’Università e le realtà socio-economiche e innovative rappresenta un punto di forza di un territorio che guarda al futuro con gli occhi dei giovani”.


Dalmine, più spazi per Ingegneria con il recupero dell’ex cabina Enel

Il campus universitario di Dalmine si amplia grazie al recupero dell’ex cabina primaria di distribuzione elettrica. Qui infatti troveranno spazio laboratori, centri di ricerca e nuove aule per gli studenti della Facoltà di Ingegneria.

La nuova destinazione d’uso dell’area, oltre 5.700 mq, è frutto dell’accordo siglato lo scorso maggio tra e-Distribuzione (dal 30 giugno il nuovo nome di Enel Distribuzione) e Università degli Studi di Bergamo, grazie al quale si è resa possibile la riqualificazione dello spazio. Nello specifico, l’intesa prevede la cessione dell’area dell’ex cabina primaria di via Marconi all’Ateneo, così come indicato nel Piano di Riqualificazione delle aree concordato con la Regione Lombardia.

L’azione è stata possibile grazie all’interessamento e al sostegno dell’onorevole Elena Carnevali che ha favorito l’incontro tra gli obiettivi del bando per iniziative di elevata utilità sociale di Inail e le esigenze di potenziamento dell’Università degli Studi di Bergamo e con le politiche di riqualificazione urbana complessiva del Comune di Dalmine. Il costo dell’intera operazione è di 5 milioni (di cui un milione per l’acquisizione della struttura), la consegna dell’opera è prevista per la meta del 2019.

Dalmine - ampliamento campus ingegneria (1) Dalmine - ampliamento campus ingegneria (2)

Gli spazi

L’intervento, anche per corrispondere allo strumento urbanistico comunale, prevede la conservazione dell’immobile principale dell’ex centrale e il possibile recupero con demolizione e ricostruzione diversa delle aggiunte successive. Questa operazione permetterà di ricavare all’interno dell’immobile uno spazio visiting e orientamento al piano terra, aule per didattica, aule per didattica destrutturata e laboratori, aule studio e uffici al primo piano, da dove sarà possibile avere accesso anche alla biblioteca già esistente nell’edificio adiacente.

L’intervento sugli spazi aperti dovrebbe ricomprendere una riqualificazione con verde-giardino fruibile da parte degli studenti e una riqualificazione dell’adiacente spazio di parcheggio sterrato.

L’accordo

L’Università degli Studi di Bergamo acquisisce l’immobile da Enel, essendo stata favorevolmente valutata per la partecipazione al bando Inail (Gazzetta Ufficiale n. 160 del 13/07/2015) di finanziamento strutture per formazione “manifestazioni di interesse per l’effettuazione di iniziative immobiliari di elevata utilità sociale”, nella tipologia C, riguardante l’acquisizione di immobili da ristrutturare.

La procedura prevede di conferire ad Inail la proprietà dell’immobile unitamente agli elaborati approvati di progettazione esecutiva. I costi delle operazioni saranno a carico dell’Inail e le amministrazioni interessate dovranno corrispondere all’Istituto un canone di locazione corrispondente al 3% del costo complessivo dell’opera di cui si acquista la proprietà, con margine aggiuntivo per opzione percorribile di affitto-riscatto.

Le prossime tappe

  • pubblicazione bando progettazione ottobre 2016
  • assegnazione incarico progettazione-direzione lavori gennaio 2017
  • progettazione preliminare-definizione termini accordo convenzionale con Comune di Dalmine: marzo 2017
  • acquisizione/approvazione elaborati di progettazione esecutiva e perfezionamento accordo convenzione con Comune di Dalmine giugno 2017

L’Università e il territorio

Le regole urbanistiche prevedono per questa struttura anche una funzione di servizi di livello territoriale: il progetto completa il fronte del campus di Ingegneria e ha evidentemente valore nel riqualificare l’area dell’Università in relazione al tessuto urbano circostante, un obiettivo di interesse prioritario per l’Amministrazione di Dalmine. Questo intervento inoltre rappresenta un esempio importante di qualificazione urbana e insieme una rappresentazione evidente di un rafforzamento del polo scientifico-tecnologico di Dalmine come settore strategico di sviluppo territoriale.


Università, gli insegnanti di domani si formano a Bergamo

generica universitàAl via il nuovo corso di laurea quinquennale in Scienze della Formazione Primaria, attivato dall’Università degli Studi di Bergamo già dal prossimo anno accademico 2016-2017, in anticipo quindi di un anno rispetto alle previsioni di pochi mesi fa. Un risultato che l’Ateneo è riuscito a ottenere grazie soprattutto al sostegno e alla collaborazione del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), venendo incontro alla domanda delle famiglie e delle parti sociali del territorio, che da molto tempo chiedevano di aprire questo nuovo Corso di laurea a Bergamo. Da metà ottobre all’Università di Bergamo partiranno le lezioni del nuovo corso ad accesso programmato, con 95 posti a disposizione, disponibili in seguito al superamento della prova di selezione nazionale prevista il 6 ottobre alle ore 11. Le preiscrizioni al test si svolgeranno dal 17 agosto al 27 settembre. Il corso di Scienze della Formazione primaria dura cinque anni, alla fine dei quali si è abilitati alla professione di insegnanti per le scuole primarie e per le scuole dell’infanzia e garantisce accesso diretto al concorso nazionale, senza altri corsi di formazione. Il corso di studio, che avrà delle caratteristiche distintive rispetto a tutti gli altri già attivati in Regione Lombardia, sarà incardinato presso il Dipartimento di Scienze umane e sociali, ma per la sua natura interdisciplinare si avvarrà delle competenze di tutti i docenti degli altri Dipartimenti della nostra Università e di quelle di esperti del mondo della scuola. A differenziare il nostro corso sarà infatti l’intensa attività che svolgeremo in collaborazione con le scuole e un profilo internazionale. La maggior parte dei corsi prevede infatti che gli studenti abbiano una conoscenza diretta della pratica didattica, così come si svolge concretamente nelle classi, e maturino la capacità di riflettere scientificamente su tale esperienza. Le istituzioni scolastiche diventano in questo modo veri e propri laboratori per la teoria e la pratica dell’alternanza continua e critico-riflessiva tra aula universitaria e ambiente scuola. Tutti i nostri studenti dovranno inoltre trascorrere periodi di studio o tirocinio all’estero presso istituzioni con cui saranno stipulate apposite convenzioni.

Il nostro corso di studi dedicherà una particolare e specifica attenzione ai maestri non laureati, che da anni prestano servizio e desiderano approfondire la loro preparazione. La loro esperienza lavorativa sarà infatti riconosciuta ai fini del percorso universitario e le attività di tirocinio si svolgeranno nelle loro stesse sedi. I maestri non laureati che si iscriveranno al nostro corso di studio si impegneranno anche come tutor per gli altri studenti: la nostra ambizione è quella di far diventare il nostro corso una vera comunità di pratica e di apprendimento. “L’avvio già dall’anno accademico 2016/2017 del nuovo Corso di Laurea in Scienze della Formazione primaria – commenta Remo Morzenti Pellegrini, Rettore dell’Università di Bergamo – rappresenta una grande opportunità per il nostro Ateneo e per il territorio. Si attendeva da tempo questa notizia che giunge dopo uno lavoro congiunto con le parti sociali e il mondo della scuola bergamasca che ora avrà un punto di riferimento nazionale per la formazione e sperimentazione didattica dei futuri insegnanti. Il Dipartimento di Scienze umane e sociali del nostro Ateneo, inoltre, grazie soprattutto a questo riconoscimento ministeriale tanto atteso, promuoverà un’avanzata formazione teorico-pratica nell’ambito delle discipline psicopedagogiche, metodologico-didattiche, tecnologiche e della ricerca che caratterizzano il profilo professionale di un insegnante della scuola dell’infanzia e primaria, anche attingendo dalle competenze dei docenti di tutti i Dipartimenti della nostra Università”.


Il rettore: “Un passo importante per la città”

di Remo Morzenti Pellegrini*

Oggi si è compiuto un passo importante per l’Università degli Studi di Bergamo, che arricchisce ulteriormente la sua presenza nella città in quella che ho definito più volte come una “dorsale culturale” (dalla città alta alla città bassa), e che rappresenta un passo importante anche per la città, che vede ora consolidarsi un nuovo disegno urbano. Disegno che investe la realtà urbana tutta, che vede rafforzata una presenza plurale delle sedi universitarie, opzione questa (rispetto al campus in unica sede) certo impegnativa ma sicuramente fertile e lungimirante; un “Campus diffuso” che è progetto di futuro: Università nella città, Università per la città. La realizzazione di nuove residenze universitarie, così come di attrezzature del CUS (Centro Universitario Sportivo), unitamente al recupero del Chiostro piccolo di S. Agostino, rispondono pienamente alle esigenze di un Ateneo che si muove determinato verso una dimensione europea per la qualità dei servizi e delle funzioni che vengono offerti. Certo si tratta di un investimento molto importante per il nostro Ateneo (che stanzia per questi interventi e interamente sul proprio bilancio circa 30 milioni di euro), ma che vuole consolidare la sua presenza in ambito regionale -e nazionale- e che rilancia, anche con questi interventi infrastrutturali, un processo di internazionalizzazione che avanza spedito sui diversi fronti della ricerca e della didattica. Raccogliendo la storia recente dell’edificio Montelungo-Colleoni, per oltre un secolo caserma e luogo d’incontro di giovani provenienti da diverse parti d’Italia, la presenza dell’Università è occasione di rigenerazione di questo spazio, e di reinterpretazione quale nuova frontiera di relazione aperta e internazionale per giovani studenti; un progetto che intende offrire, insieme a una preparazione accademica di qualità e di eccellenza, un contesto fecondo per apprendere, mai come in questi giorni, la cosa forse più difficile, certo la più preziosa: diventare cittadini del mondo.

 *Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo

 

 


Firmata l’intesa per il rilancio dell’ex Montelungo. Guarda il progetto

ex-caserma MontelungoE’ stato firmato stamane l’Accordo di programma tra Comune, Università e Cassa depositi e prestiti per la riqualificazione e riconversione funzionale dell’ex caserme Montelungo-Colleoni. Sono stati illustrati anche i piani di acquisizione e recupero degli spazi dell’ex caserma e del Chiostro minore di Sant’Agostino. Nell’Aula Magna universitaria, nell’ex Chiesa di Sant’Agostino, sono intervenuti il rettore Remo Morzenti Pellegrini, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e Francesco Valesini, assessore alla riqualificazione urbana, edilizia pubblica e privata, patrimonio immobiliare.

Qui il link con l’accordo di programma per la riqualificazione e riconversione funzionale dell’ex caserme

 


Buone e cattive amministrazioni pubbliche, giornata di studi in Università

Sant'Agostino Aula magnaBuone e cattive amministrazioni, gestione non virtuosa della cosa pubblica, anticorruzione, erogazione di servizi e tutela dei diritti del cittadino e utente, danni ambientali. Questi alcuni dei temi trattati nel convegno “Cattiva amministrazione e responsabilità amministrativa”, una giornata di studi che per la prima volta porta in Ateneo i membri dell’Associazione italiana dei professori di diritto amministrativo in dialogo con docenti e ricercatori del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bergamo. L’appuntamento è per domani, 7 giugno, dalle 10 alle 17, nella sede di Sant’Agostino in l’Aula Magna dell’Ateneo: alla giornata sono invitati a partecipare Istituzioni, operatori della Pubblica Amministrazione e professionisti del settore.

La responsabilità amministrativa è un’ipotesi di responsabilità patrimoniale a carattere personale da cui discende un risarcimento del danno che spesso dipende da soggetti che operano per conto della Pubblica Amministrazione: spesso da problematiche interne e cattive gestioni si generano problematiche che vanno a ricadere sull’Amministrazione stessa e sui cittadini. Fondamentale quindi una riflessione precisa e puntuale che affronti queste tematiche e che crei una consapevolezza dell’importanza della responsabilità amministrativa che funzioni anche come deterrente e garanzia in caso di ipotesi di cattiva amministrazione. Responsabile scientifico del convegno è Remo Morzenti Pellegrini, professore di diritto amministrativo e Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, che ha promosso questa giornata insieme a Massimo Andreis, ordinario di diritto amministrativo dell’Ateneo.

I lavori prenderanno il via col saluto del rettore e saranno presieduto da Maria Alessandra Sandulli, dell’Università Roma Tre. Prenderà per primo la parola Massimo Andreis, Università di Bergamo, seguiranno gli interventi di Massimo Occhiena, Università di Torino; di Sergio Foà, Università di Milano; di Gabriele Bottino, Università di Milano; di Salvatore Cimini, Università di Teramo; di Giancarlo Astegiano, Procuratore Regionale – Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Piemonte. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 17, interverranno: Guido Greco, Università di Milano; Vittoria Berlingò, Università di Messina; Gabriella Crepaldi e Viviana Molaschi, Università di Bergamo; Giovanni Martini, Seconda Università di Napoli; Stefano Villamena, Università di Macerata; Emanuele Comi, Università di Bergamo; Chiara Feliziani, Università di Macerata e Letterio Donato, Università di Messina.

 


I progetti “Smart Cities” dell’Università di Bergamo sbarcano in Cina

Cina Università Invecchiamento della popolazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio socio-culturale di una comunità, ruolo delle tecnologie “smart” per il miglioramento della qualità della vita, mobilità e logistica sostenibile, sono alcune delle tematiche affrontate dai progetti Bergamo 2.305 e Smart Aging selezionati e invitati a partecipare alla prestigiosa Fiera Internazionale della Scienza e Tecnologia, svoltasi dal 21 al 23 aprile, a Shanghai. La Fiera CSITF (China Shanghai International Technology Fair), giunta quest’anno alla sua quarta edizione, è diventata una delle principali vetrine dell’alta tecnologia in Cina, offrendo un’opportunità importante per incontri con aziende e istituti di ricerca di eccellenza cinesi e internazionali. Quest’anno l’Italia è stata accolta come Paese d’onore con un proprio padiglione dedicato alle tematiche delle smart cities. Il tema delle città e comunità intelligenti sta infatti riscuotendo anche in Cina un crescente interesse da parte del governo centrale e dei governi provinciali e locali, alla ricerca di partnership internazionali per governare i processi e sviluppare soluzioni innovative.

E’ in tale contesto che l’Università degli Studi di Bergamo è stata selezionata e invitata da parte del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica e del Ministero degli Affari Esteri a contribuire alla manifestazione fieristica con ben due progetti di ricerca attualmente in pieno svolgimento: il progetto “Bergamo 2.035 – A new urban concept”, frutto della collaborazione congiunta con Fondazione Italcementi e con il supporto di Harvard University e del Comune di Bergamo, e il progetto “Smart Aging”, un consorzio di ricerca che vede l’ateneo bergamasco come capofila e che coinvolge diverse realtà del mondo della ricerca, come Istituto Mario Negri, CNR e Università di Brescia, e dell’industria, come ESAOTE, ST, Technogym e SALF.

Cina Smart CityAd inaugurare il padiglione italiano era presente una folta delegazione di primarie realtà del mondo industriale e della ricerca italiana (tra le altre, Ansaldo, Finmeccanica, CNR, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università di Roma La Sapienza) guidata dal Ministro Stefania Giannini e dal Console italiano a Shanghai Stefano Beltrame. Lo stesso ministro ha partecipato al convegno organizzato dal Governo cinese sulla cooperazione scientifica italo-cinese, nel quale ha preso la parola il ministro Wan Gang, titolare del dicastero cinese su scienza e tecnologia, e il sindaco di Shanghai Yang Xiong. Il ministro Giannini ha visitato il padiglione italiano, soffermandosi anche sugli stand dei due progetti dell’Università di Bergamo. Nel corso della visita, il professor Andrea Remuzzi, responsabile scientifico del progetto Smart Aging ha avuto modo di descrivere al ministro i risultati tecnico-scientifici del progetto. “Nel progetto Smart Aging si sta sviluppando una piattaforma per l’acquisizione di dati sullo stile di vita di soggetti anziani, per migliorarne l’autonomia e lo stato di salute. Il ministro si è mostrato interessato alle problematiche del progetto e ha apprezzato come si possa utilizzare la tecnologia per aumentare la longevità”.

Anche il progetto Bergamo 2.035 ha raccolto particolare interesse in quanto, come sottolinea il prof. Sergio Cavalieri, prorettore al trasferimento tecnologico, innovazione e valorizzazione della ricerca, presente alla manifestazione, “in Cina le municipalità locali si stanno finalmente rendendo conto di come sia molto importante pensare ad un modello di città che metta al primo posto la qualità della vita dei cittadini, preservi la cultura e la memoria storico-monumentale di un territorio, dove la tecnologia sia reale motore di innovazione sociale in piena coerenza e armonia con lo sviluppo socio-culturale di una comunità. Il modello di Bergamo 2.035 può quindi diventare un reale caso di studio europeo da esportare in Cina per sviluppare strategie innovative, modelli e soluzioni con l’obiettivo di realizzare un prototipo di comunità intelligente che possa diventare di riferimento per valorizzare o riqualificare contesti urbani simili a quello bergamasco, presenti in particolare nelle zone centrali della Cina”. La trasferta cinese è stata inoltre l’occasione per allacciare e consolidare rapporti istituzionali con centri di ricerca e università cinesi al fine di potenziare l’interscambio di docenti, ricercatori e studenti. I professori Matteo Kalchschmidt, prorettore alle relazioni internazionali, e Maria Gottardo, responsabile delle relazioni internazionali con l’Asia, hanno visitato le Università di Dalian University of Foreign Languages e di Nanjin Normal University. “Gli incontri – riporta lo stesso prof. Matteo Kalchschmidt – sono stati rivolti ad estendere gli accordi esistenti sia verso nuove aree disciplinari, ma anche ad ideare progetti innovativi per favorire la collaborazione tra studenti e docenti. Ad esempio con l’università di Dalian si è pensato allo sviluppo di percorsi di formazione che consentano a docenti e studenti italiani e cinesi di condividere un percorso formativo che coniughi lezioni, attività culturali volte a conoscere il contesto del Paese e percorsi di tirocinio.”


Master in Gestione della Manutenzione Industriale, «un rapporto virtuoso tra Università e territorio»

master-in-gestione-della-manutenzionedi Sergio Cavalieri*

Negli ultimi anni l’Università degli Studi di Bergamo ha dimostrato un interesse e un impegno crescente nel costruire con il territorio un dialogo permanente e un rapporto virtuoso. Un esempio di questa forte relazione è dato dalla presenza più che decennale del Master in Gestione della Manutenzione Industriale (MeGMI). Tale Master Executive, erogato congiuntamente dalla SdM School of Management dell’Università degli Studi di Bergamo e dal MIP – Graduate School of Business del Politecnico di Milano, ha visto la partecipazione di più di 150 professionisti operanti nel settore della gestione degli asset industriali. Tenaris, Italcementi, Brembo, Siad, furono le prime aziende del territorio a sentire l’esigenza di creare dei percorsi formativi altamente professionalizzanti per il proprio personale e in risposta a questa necessità l’Università di Bergamo e il Politecnico di Milano hanno progettato un master che avesse contenuti formativi non solo strettamente legati al mondo accademico ma che prevedesse il coinvolgimento di esperti provenienti dal mondo industriale, consulenziale e normativo.

Date queste peculiarità, nel corso degli anni, la partecipazione è stata allargata non solo alle aziende del territorio ma anche a realtà come Reti Ferroviarie Italiane, Gruppo ENI, IVECO, CNH Italia, etc.. a garanzia della validità dei contenuti proposti e del valore aggiunto che una formazione di questo genere può apportare ai contesti produttivi e ai provider di servizi a rete. Proprio la forte sinergia del Master MeGMI con il mondo industriale ha permesso di aprire un tavolo di lavoro permanente che vede coinvolti docenti e ricercatori di atenei nazionali e internazionali e esponenti industriali sui temi riguardanti le nuove tecnologie e i paradigmi tipici dell’industria 4.0. Sensori intelligenti, internet delle cose e realtà aumentata sono solo alcuni dei termini che si stanno diffondendo nel linguaggio comune ma che rappresentano una sfida a cui entrambe le realtà, industriale e accademica, devono far fronte.

L’esigenza di una formazione specifica sulle tecnologie abilitanti è ulteriormente rimarcata dalla natura delle stesse, che richiedono soluzioni adattate ai contesti aziendali di interesse. Il fattore umano, di conseguenza, ha un ruolo fondamentale nel selezionare e nell’integrare la tecnologia secondo criteri di accessibilità, robustezza e funzionalità. Se gli oggetti e i processi diventano progressivamente sempre più “intelligenti” anche le persone dovranno modificare il modus operandi: da tecnici diverranno progettisti, da esecutori a co-decisori, lasciandosi alle spalle attività laboriose, rischiose e ripetitive a favore di una maggiore responsabilità decisionale. Di fronte a questo scenario la formazione di alte professionalità rappresenta un requisito essenziale per competere in un contesto sempre più dinamico e frammentato.

A conclusione della XI edizione del Master, si è tenuto su tali temi il Convegno “Innovare la Manutenzione nell’era dell’Industria 4.0: opportunità, criticità e soluzioni”. L’evento ha visto la presenza di personalità di spicco provenienti dal mondo industriale e accademico che hanno discusso di queste tematiche di rilevanza crescente nel contesto dell’asset management. Ed è da questa occasione che si può trarre una testimonianza sul valore del percorso: «Ho imparato che non esiste “Una Manutenzione” ma la scelta organizzativa che si privilegia per la propria realtà deve essere costruita e implementata avendo piena padronanza delle tecniche, delle innovazioni presenti e dei processi dell’intera azienda – sono le parole dell’ingegner Mario Guarino di Acciai Speciali Cogne -. Il Master ha rafforzato e ampliato il mio bagaglio tecnico-gestionale in campo manutentivo ma non solo e mi ha offerto continui e innumerevoli confronti con i miei colleghi di corso, permettendomi di costruire un network ancora oggi importante nella gestione del mio lavoro quotidiano».

*prorettore delegato al trasferimento tecnologico, innovazione e valorizzazione della ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo e direttore del MeGMI