Dal tennis ai videogiochi, le imprese
creative bergamasche mettono il turbo

Sono moltissimi i giovani bergamaschi che scelgono di dar sfogo alle proprie passioni e competenze inventandosi un lavoro creativo. Una scelta quasi obbligata visto che oggi il tasso di disoccupazione a Bergamo è al 7 per cento con una media di mille licenziati al mese in provincia. In un’economia in recessione, quindi, fare affari è ancora possibile, basta avere l’idea giusta. Intraprendenza, creatività, entusiasmo sono doti fondamentali, ma quando si avvia da zero una nuova avventura, il rischio è sempre in agguato. In questi ultimi 12 anni, l’Incubatore d’impresa, finanziato dalla Camera di commercio di Bergamo e coordinato da Bergamo Sviluppo, ha cercato di supportare le idee più vincenti, offrendo ai giovani servizi logistici e di consulenza utili per sostenere le fasi di costituzione di un progetto. Alcune di queste idee vincenti sono state esposte al pubblico la scorsa settimana,  all’interno della 54esima Fiera dei Librai, durante l’incontro “Cambio vita e mi metto in proprio”, un titolo emblematico dedicato a tutti coloro che hanno individuato nella scelta imprenditoriale un’alternativa al lavoro dipendente.
Sempre più spesso le professioni emergenti seguono la strada del web. Le nuove tecnologie hanno ad esempio fatto da volano a http://www.oratennis.it, la piattaforma on line dedicata al mondo del tennis. “Con questo sito ho cercato di facilitare l’incontro tra il circolo di tennis e i tennisti – spiega l’ideatore Giordano Giuliani – le difficoltà principali di chi ama questo sport sono due: trovare un campo libero e un compagno con cui giocare. OraTennis permette a tutti di ricercare il campo più vicino, verificandone la disponibilità, visionare i tabelloni e soprattutto effettuare la prenotazione all’istante. Si crea, inoltre, una comunità di tennisti in cui è possibile per gli utenti conoscersi e organizzare partite. Abbiamo oltre 1.800 iscritti registrati con oltre 4mila prenotazioni al mese. Fondamentale è stato il supporto dell’incubatore d’impresa che mi ha fornito spunti per migliorare la mia attività sia a livello grafico che di marketing attraverso dei corsi di formazione. Inoltre, grazie agli spazi messi a disposizione dall’incubatore, ho un posto professionale dove ricevere i clienti”.
L'Incubatore ha sede nel Centro formativo per la creazione d'impresa di Bergamo Sviluppo in via Legler a Brembate Sopra e attualmente ospita 15 progetti di lavoro autonomo. Tra questi spicca anche l’idea di Dario Maffioli e Giorgio Colombari. Insieme questi due ragazzi hanno dato vita a una sorta di Groupon orobico, ma con una marcia in più. Grazie al loro portale, http://www.scontamelo.it, si possono stampare coupon che permettono agli utenti di accedere a offerte giornaliere di buoni esclusivi utilizzabili in negozi, servizi e attività, locali e nazionali. “All’interno dell’incubatore – spiega Colombari – abbiamo conosciuto Giorgio Ghisalberti, un informatico che ci ha aiutato nella creazione di scontamelo.it. La novità è che per accedere ai servizi presenti sul nostro sito non serve la carta di credito. Basta prenotare il coupon gratuitamente, stamparlo e utilizzarlo nel punto vendita. Bustine contenenti i nostri buoni sconto si possono ritirare anche in una sessantina di bar di Bergamo. Sono molte le attività commerciali che ci contattano ogni giorno per entrare a far parte delle nostre promozioni. Il vantaggio per il commerciante è che non gli viene richiesta nessuna percentuale fissa e ha una presenza di 30 giorni online con il suo prodotto. Da questo mese copriamo anche la zona di Bologna e presto arriveremo anche a Treviglio”.
Fare affari nell’universo ludico dei videogiochi è infine l’obiettivo di http://www.bergame.eu, una giovane azienda che ricerca, sviluppa e commercializza videogame per la rete e per i telefonini. “La nostra missione – raccontano i due ventenni Francesco Cortesi e Giorgio Olivas Martinez – è fare videogiochi in Italia, ma dobbiamo farli bene. Vogliamo creare prodotti videoludici in grado di competere a livello europeo e internazionale. Siamo giovani, ambiziosi, competenti e determinati ma consapevoli che prima di arrivare in alto c'è ancora molta strada da fare, tanto è vero che all’inizio l’incubatore di impresa ci aveva respinto. Adesso abbiamo capito che da soli non saremmo andati da nessuna parte. Abbiamo seguito i preziosi consigli di Bergamo Sviluppo e quando avremo i fondi costituiremo una vera e propria azienda”.


Treviglio, i forni
si mettono in rete
per regalare
l’invenduto alle famiglie
in difficoltà

Il pane del giorno prima garantisce il pranzo dell’indomani a tante famiglie. A Treviglio è iniziata da qualche settimana la raccolta del pane della solidarietà. Il pane invenduto dei forni trevigliesi fa capolino ogni giorno sulle tavole delle famiglie bisognose. L’idea nasce da Massimo Ferrandi, referente Aspan per la Bassa e titolare dello storico panificio di via dei Mille fondato da papà Stefano, e da Lino Ronchi, anima della cooperativa sociale “Il Germoglio” che opera a fianco della Caritas. All’accordo hanno subito aderito – oltre a Ferrandi – i panifici “Matteo Testa” in via Zara, “Invernizzi” in via Crippa, “Premoli” in via Pontirolo, “Travi” in via Municipio e “Mirella Donzelli” in via Mazzini. Ogni mattina alle sette scatta la raccolta dei panini del giorno prima che vengono smistati dai volontari tra le varie parrocchie per arrivare poi sulle tavole di chi ne ha più bisogno. «Ogni giorno ci troviamo con un invenduto pari a circa il 5% della nostra produzione – spiega Massimo Ferrandi -. Da tempo io e tanti colleghi offriamo il pane a chi non può comprarlo, questa nuova iniziativa permette però di uscire dall’ambito della generosità di ognuno per gettare le basi per costruire una rete della solidarietà organizzata e attrezzata. Grazie a questo coordinamento sarà possibile raggiungere un maggior numero di famiglie». A portare avanti la nobile iniziativa un gruppo affiatato di volontari, pronti ad organizzare la distribuzione e lo smistamento in base ad ogni esigenza, con dedizione ed entusiasmo: «Ogni giorno a Treviglio avanza almeno mezzo quintale di pane tra tutti i forni. In questo periodo sono tante le famiglie che fanno fatica a metter qualcosa in tavola e spesso non osano chiedere aiuto – sottolinea Lino Ronchi -. Questa iniziativa, appena decollata ma che si spera possa raccogliere strada facendo nuove adesioni, consente di fare del bene due volte: di evitare gli sprechi e di aiutare chi ha bisogno». 


Romano, «la sosta a pagamento?
Per i negozi un problema in più»

Pro e contro sui 424 parcheggi a pagamento entrati in vigore lo scorso 4 febbraio in piazza Fiume e nelle Cerchie esterne di Romano di Lombardia, serpeggiano tra le vie del paese. Tra i negozianti c’è chi sostiene che è stato facilitato il ricambio, chi sostiene che ha scoraggiato molti. Su tutto, comunque, è sempre la crisi a fare da padrona. E il centro del paese nel pomeriggio diventa un deserto.
«Ci sono tante idee: c’è chi dice che è stata una cosa positiva e chi dice che è stata negativa – dice Luigi, figlio di Patrizia Cantone titolare della sartoria Zig Zag di via Tito Speri, una traversa della centralissima via Tadini –. Nell’immediatezza sembrerebbe una cosa negativa, perché si paga e già questo fa scattare nelle persone una certa “idea”. Ho visto Caravaggio e Treviglio, due realtà più simili a Romano, e tutti hanno i parcheggi a pagamento, per favorire il ricambio, la facilità di trovare parcheggio. Anche perché con 20 centesimi, se uno deve stare 10 minuti in paese, se la cava ed è coperto». Il problema nasce «per chi in paese ci lavora e per chi come me va e poi deve ritornare, perché faccio il rappresentante per i bar – prosegue –. Non sempre ho la moneta, a volte mi bastano due minuti, ma per sicurezza devo fare il biglietto. Secondo me, comunque, era una cosa da fare, una di quelle “tasse” che ci possono stare nel sistema di un paese, di una realtà cittadina. Quindi, non la vedo una cosa così negativa e un ostacolo ai negozianti. Chi veniva in paese prima, viene anche adesso e paga 20 centesimi. Certo, in una realtà ristretta come Romano, senza nulla togliere ai miei concittadini, il solo fatto che si paga è considerato negativo. Guardiamo avanti, non solo nell’immediatezza».
Più lapidaria Elena Barbanti, commessa responsabile di Calzissima, in via Tadini: «Il paese è vuoto. Penso che dipenda dal parcheggio, perché tanti, anche solo per un caffè, per dieci minuti, non vanno a spendere un euro per lasciare la macchina. È vero che, anche prima, non tutti quelli che lasciavano la macchina ai parcheggi venivano in paese a comprare, però c’era più movimento. Al giovedì mattina, quando c’è il mercato si vede più gente, ma poi nei pomeriggi il centro è triste e non c’è proprio passaggio. In genere, la situazione è dura e anche noi a giugno chiudiamo, perché si lavora poco; gli affitti sono alti, ci sono tante spese e le tasse».
Certamente «viene penalizzato chi fa la spesa giornaliera – specifica Marco Airoldi, titolare dell’omonima macelleria di via Tadini –. Chi deve venire in paese per comprare l’etto di cotto, le due bistecche e i due panini, non paga un euro di parcheggio per 5 euro di spesa. Il giornaliero va a calare, il forestiero va bene, perché viene ogni 10-15 giorni, fa la spesa grossa. Un pochino di calo, quindi, l’abbiamo avvertito per i parcheggi». In generale, «è difficile, perché siamo anche in un periodo di crisi – aggiunge –. Il problema vero non sono i parcheggi, è che non girano i soldi. Il calo che abbiamo avvertito è più per la crisi che per i parcheggi. Se venivo in paese alle 14.30 non trovavo posto e a quell’ora i negozi sono chiusi. Quindi, sono quelli che lavorano e lasciano la macchina tutto il giorno e possono benissimo stare fuori. Invece, la questione è che, oltre ad avere la grande distribuzione e i grossi centri commerciali, hanno aperto anche gli spacci a chilometri zero e per il nostro settore è un problema. Prospettive in futuro non le vedi e adesso vivi perché devi vivere, per il futuro si vedrà. In paese i negozi aprono e chiudono, ma hanno vita breve».
«Forse per noi sono troppi questi parcheggi a pagamento – spiega Giacomina Lamera, responsabile del negozio Altromercato –, dovevano fare delle zone a pagamento e altre zone a disco orario. In modo più graduale, perché le persone devono abituarsi all’idea di mettere i soldi per i parcheggi. È anche una questione di mentalità. I parcheggi a pagamento, infatti, sono vuoti. Tante persone vengono e dicono: “Oh, bisogna andare là e mettere i soldi, non ci capisco niente!”. Devono imparare a diventare cittadini». E imparare anche ad arrivare in paese a piedi o in bicicletta, perché «le persone, per non venire senza macchina, vanno al supermercato, anche se avevano piacere di venire qua. Ci sono tre supermercati in sei chilometri: il Borgo, le Acciaierie e Antegnate, così la gente va al supermercato, prende tutto là e le botteghe rimangono penalizzate. Abbiamo proprio sentito che gira meno gente. E la domenica, che non si paga, il centro è pieno e le botteghe iniziano ad aprire».
Dal suo punto di vista nell’edicola al centro della piazza in cui si incrociano le centralissime via Tadini, via Colleoni e via Rubini, Giulia Leccherelli nota che «un po’ di calo c’è stato. Che sia legato ai parcheggi o alla crisi, comunque il calo c’è. Il paese è morto, soprattutto il pomeriggio che è deserto».
Il problema, per Pierantonio Radavelli, titolare del Caffè Novecento in via Colleoni, è «più in alto, dato da decisioni politiche precedenti, dal decentrare con attività commerciali esterne. Dare la colpa ai parcheggi è forse la cosa più semplice, ma il fatto è che a Romano non ci viene la gente, per cui i parcheggi restano vuoti: il centro è animato al mattino e deserto il pomeriggio. La domenica lavoriamo e con la Messa ci salviamo ancora. La crisi e lo spostamento delle attività commerciali da altre parti,  sono quelli i veri problemi, è però anche vero che la gente di Romano non è disposta a spendere 80 centesimi per bere il caffè, il parcheggio a pagamento, quindi, ha aggiunto problemi e assottigliato ulteriormente il già ristretto numero dei frequentatori del centro storico. Dare colpa solo al parcheggio è comunque riduttivo – ribadisce -. C’è anche chi è contento, perché finalmente si trova parcheggio».
D’accordo sul fatto che il ticket favorisce il ricambio di auto e di passaggio anche Bruno Costardi titolare del negozio di scarpe e borse di marca Pavone Rosso, in via Rubini, anche se «forse dovevano lasciare una parte di parcheggi bianchi e non prevedere tutta la zona a pagamento – specifica –. Con i parcheggi a pagamento, comunque, chi deve lasciare la macchina tutto il giorno la porta altrove, così il cliente riesce a trovare il posto e viene a fare l’acquisto». Scattando la fotografia del commercio a Romano, però, «la situazione è disastrosa. Stiamo facendo delle statistiche, perché c’è stato un crollo nelle vendite. Il parcheggio, secondo me, non ha inciso tanto. Il motivo è che la gente non compra. Negli ultimi due mesi abbiamo fatto il 50% in meno di vendite. Abbiamo articoli di marca e chi può spendere lo vedi ancora, ma la massa non la vedi più. La situazione è piatta».
Lucia Carminati, titolare dell’omonima merceria di famiglia, attiva da novant’anni, ha a disposizione la memoria storica per affermare che «ci sono stati vari anni di crisi, ma questa sta diventando veramente pesante, perché capisci che la gente non ha soldi e non spende». «In questo momento – fa notare -, alla gente pesa qualunque costo e quindi non mi sembrava il caso di inserire anche quello del parcheggio con questo sistema, magari si poteva fare con più calma e più gradualmente». Anche perché «se passano due minuti, si trovano le multe – conclude –. C’è stato il caso di un rappresentante che ha pagato, ma ha fatto un po’ più tardi e si è beccato la contravvenzione. Queste cose danno fastidio, soprattutto per chi viene da fuori e deve utilizzare per forza i propri mezzi; perché alla gente di Romano si può dire di venire con altri mezzi o a piedi, ma a loro no. Il commercio, comunque, risente della crisi e non possiamo dare la colpa ai parcheggi».


Carta fedeltà e multimedialità,
a Treviglio il Distretto
del commercio accelera

Il distretto del commercio di Treviglio lancia la carta fedeltà e potenzia la rete wi-fi pubblica con punti multimediali negli esercizi commerciali per accedere ad internet, come fanno da tempo le grandi catene. Sarà così estesa la copertura territoriale del servizio e con un unico username e password si avranno le chiavi d’accesso al web della cittadina più “smart” della Bassa. Un servizio dal valore aggiunto offerto a clienti, visitatori e turisti che sarà gestito dall’amministrazione comunale, responsabile del servizio. Sono queste le principali attività previste per il 2013; il programma  del distretto annuncia l’integrazione ed il potenziamento del sito web, la creazione di eventi a carattere regionale  e l’allineamento su vincoli gestionali imposti da organismi di controllo. In agenda, il consolidamento della comunicazione on-line e delle attività di animazione. Resta tra le priorità il coordinamento delle politiche degli orari tra i commercianti. Per rispondere alle linee guida indicate dalla Regione per il monitoraggio dei risultati, è prevista la misurazione delle performance.  Confermati gli appuntamenti che ormai scandiscono da generazioni la vita nella cittadina: la terza domenica del mese è previsto il mercatino dell’antiquariato “Antico in Via” e l’ apertura coordinata dei negozi del centro. Vengono riproposti anche quest’anno gli appuntamenti tradizionali sotto il campanile, dalla rievocazione storica “Miracol si grida” e la fiera della Madonna delle Lacrime. I commercianti del centro storico di Treviglio prenderanno inoltre parte alla “Guerriglia poetica” un vero e proprio agone che prevede la realizzazione di micro-eventi poetici dal 24 maggio al 2 giugno. La Fiera agricola dei cavalli si conferma uno degli appuntamenti principali, ma grazie all’accordo siglato con Promoberg, il calendario delle rassegne fieristiche è pronto ad includere  tre o quattro eventi a carattere regionale, in concomitanza dei quali saranno organizzate azioni di richiamo sull’offerta commerciale del centro storico. Con il Comune sono stati stretti accordi e convenzioni per l’autorizzazione  all’occupazione del suolo pubblico a titolo gratuito in occasione degli eventi promossi dal Distretto ed è stato costituito un tavolo di lavoro per la modifica del regolamento sull’impatto acustico per le attività di somministrazione all’aperto. Per le nuove iniziative  è prevista l’apertura di un dialogo con Aipa e Siae per la verifica di percorsi di semplificazione gestionale a favore delle imprese del Distretto.  Non mancano gli ultimi ritocchi al centro storico, con il cruccio della città dell’ex Upim e dell’area di Piazza Garibaldi, che si trascinano ormai da anni, e la ripavimentazione di Via Verga e delle vie laterali.
Il bilancio delle attività svolte nel 2012. Nel 2012 sono state portate avanti diverse attività. Sul fronte del rafforzamento del senso di appartenenza del distretto sono stati organizzati diversi incontri con gli operatori commerciali per attivare un confronto allargato sui vari ambiti di intervento. Nell’ambito del monitoraggio e della misurazione delle performance è stata svolta una rilevazione puntuale della struttura commerciale e del mix merceologico dell’area, nonché dei locali a destinazione commerciale non occupati, attraverso azioni di sensibilizzazione sul tema delle aperture festive, con focalizzazione sull’apertura coordinata delle attività commerciali la terza domenica del mese, in corrispondenza del mercatino dell’antiquariato e in occasione di eventi e manifestazioni particolarmente attrattivi. E’ stato avviato  un primo confronto con la Regione per la predisposizione di strumenti che possano incentivare gli esercizi nell’adesione a una nuova politica degli orari, rientranti nelle azioni a favore della conciliazione lavoro famiglia piuttosto che di nuova occupazione e con  le organizzazioni sindacali dei lavoratori per la verifica di fattibilità dell’operazione. E’ stata realizzata un’indagine sulle abitudini di acquisto dei consumatori finalizzata a individuare elementi oggettivi a supporto della la formulazione di una proposta di revisione degli orari di apertura dei negozi. Il 2012 è stato contraddistinto anche dal  completamento degli interventi di riqualificazione urbana, attraverso il rifacimento dell’impianto di illuminazione pubblica lungo i viali della circonvallazione e la riprogettazione e l’avvio dei lavori all’ ex Upim. Non è mancata la solidarietà, a partire dalla realizzazione dell’iniziativa a supporto dei caseifici colpiti dal terremoto in Emilia Romagna “Aiutaci ad aiutare i terremotati dell’Emilia” con la vendita di 60 quintali di Parmigiano terremotato durante le serate dello Shopping al Chiaro di Luna. Sul fronte della sicurezza sono state inoltre gettate le basi per  la costruzione di un patto territoriale per la sicurezza, finalizzato ad  integrare i sistemi di sorveglianza privati con il circuito pubblico e a trovare altre soluzioni compartecipate pubblico privato.  Sul fronte economico, la voce di spesa più onerosa del 2012 è stata quella in attività di animazione  dell’area, pari a 109.029 mila  euro.


In gelateria
la “merenda non si paga”.
Coni omaggio
per i bambini
dal Co.Gel Ascom

Anche quest’anno i gelatieri bergamaschi fanno un omaggio ai più piccoli. Torna infatti “La merenda non si paga”, l’iniziativa del Co.gel, il Comitato dei gelatieri dell’Ascom di Bergamo, che prevede la distribuzione da parte di ciascun gelatiere aderente, nelle scuole e negli asili del proprio territorio, di coupon che offrono ai bambini un cono a scelta da ritirare in gelateria nel periodo dal 15 al 19 aprile. La manifestazione sarà accompagnata dalla consegna di gelato artigianale al reparto pediatrico del nuovo Ospedale Giovanni XXIII per i bambini ricoverati, che potranno così partecipare alla festa.
L’appuntamento è l’evento di apertura della campagna “Gelateria di Fiducia” che offre agli operatori una serie di opportunità per farsi conoscere e ai consumatori alcuni momenti golosi. Lo slogan scelto quest’anno è “Fai una pausa col gelato artigianale!” che ricorda come anche un semplice cono possa regalare un momento di sano piacere e di relax. Un altro momento dedicato al pubblico sarà la “Festa dei nonni” che si celebra il 2 ottobre e propone ai gelatieri accordarsi con una casa di riposo o un centro anziani della propria zona per una fornitura gratuita di gelato da distribuire agli ospiti.

ECCO CHI PARTECIPA:
Il Dolce Freddo (Albano Sant’Alessandro), Fiordipanna (Almenno San Bartolomeo), Bogni (Arcene), Artigel (Azzano San Paolo), Cherubino (Bergamo Alta), San Francesco (Bergamo), La Gabbia (Capriate San Gervasio), Alpino (Casirate d’Adda), Caffé del Ciocciolato (Chiuduno), Bosio (Clusone), Selz (Clusone), Brina (Cologno al Serio), Pezzotta (Costa di Mezzate), Blitz (Curno), Gelatissimo (Darfo Boario Terme), Oasi (Fara Gera d’Adda), Iceberg (Fontanella), Valcalepio (Gorlago), Gelateria Bar Centrale (Lovere), Pirata (Lurano), Melograno (Madone), Arizzi (Olmo al Brembo), La Fonte (Oltre il Colle), Gelateria Bar Commercio (Osio Sotto), Bonati (Paladina), Bonazzi (Ponte Nossa), Taverna del Caio (Ponteranica), Mento (Roncola), Arlecchina (San Paolo d’Argon), La Gelateria (San Pellegrino Terme), Mary’s (Selvino), Gelateria Bar Roma (Sovere), Centopercento Gusto (Stezzano), Rubis (Torre Boldone), Centopercento Gusto (Treviglio), Girasole (Treviglio), Gelatiamo (Treviolo), Dolci Voglie (Urgnano), L’Oasi (Villongo), Il Gioppino (Zanica).


Pia Unione San Lucio,
tre appuntamenti per gli alimentaristi

Il calendario del 2013 della Pia Unione San Lucio, storico sodalizio tra gli alimentaristi bergamaschi che fa capo all'Ascom, si arricchisce di tre iniziative sociali. Il primo appuntamento in programma, illustrato dal consigliere Lino Ronchi in occasione della Pasqua dell’Alimentarista, è la visita alla sede della Campari di Sesto San Giovanni prevista, in esclusiva per il gruppo Ascom, lunedì 15 aprile. Si parte da Bergamo alle 13.23 in treno, con ritrovo un quarto d’ora prima in stazione ed arrivo previsto a Sesto San Giovanni alle 14.15. La visita allo stabilimento, inaugurato nel 1904, sulla scorta del successo della produzione del mitico Campari Rosso e degli altri liquori ideati sin dal 1860 dal fondatore Gaspare Campari, e in produzione fino al 2005, rappresenta un’occasione di confrontarsi con la storia di una delle aziende che hanno portato il made in Italy nel mondo. II rientro, allietato da uno spuntino prima della partenza con il treno, è previsto alle 18.40 circa (i posti sono limitati, per prenotazioni alla visita – gratuita – rivolgersi a Lino Ronchi, tel. 0363. 44536 ore pasti).
Il secondo appuntamento è tutto dedicato a sport e cultura: una gita in bicicletta, tra arte, storia e aneddoti da Crespi d'Adda a Trezzo e Villa d'Adda, fissata per festeggiare il 25 aprile. Il programma prevede il ritrovo a Crespi d’Adda alle 8.30. Dopo la visita al villaggio industriale, nel novero dei siti Unesco, si inforca la bici per Trezzo d’Adda dove è prevista una sosta al castello e a Villa Gina, sede del Parco Adda Nord. La gita prosegue lungo il fiume su pista ciclabile fiancheggiando centrali idroelettriche, vere e proprie architetture industriali, e passando sotto il ponte di Paderno, dopo una visita alla Madonna della Rocchetta e alle celebri conche di Leonardo da Vinci, si arriva a Villa d’Adda, giusto all’ora di pranzo. Dopo una colazione al sacco all’insegna della convivialità e una partita a carte prima del caffè, ci si tuffa nella storia a bordo dell’Addarella, il traghetto disegnato da Leonardo, e verso le 16 si prende la via del ritorno.
La terza iniziativa organizzata dalla San Lucio è la Festa del commerciante a Treviglio presso il parco del Roccolo, in programma nei prossimi mesi, con la bella stagione (la data è ancora da fissare). 


Treviglio, che storia i negozi!

Un archivio frutto di un lavoro di anni, con oltre 2.400 visure camerali, centinaia di schede di negozi, migliaia di foto storiche, cartoline e vecchie pubblicità. Carlo Ronchi – per tutti Lino – ha ricostruito, insegna dopo insegna, la storia del commercio di Treviglio, per non dimenticare famiglie, prodotti e lavori ormai quasi scomparsi, che hanno accompagnato la società dall’Ottocento ad oggi. Negli ultimi due anni Ronchi ha completato, via dopo via, la ricostruzione dell’antica mappa dei negozi, molti dei quali resistono ancora oggi. Un immane lavoro per sottrarre all’oblio materiale degli archivi privati e delle scatole dei ricordi. I documenti, scansionati ed archiviati, si intrecciano con i racconti raccolti da un negozio all’altro, a suon di instancabili pedalate con la sua inseparabile bicicletta.

Colorificio Zacchetti
Il primo negozio di vernici è ancora in attività

Il primo negozio di vernici di Treviglio venne inaugurato nel 1938 da Costante Zacchetti, nato a Milano nel 1897, che abbandonò l’impiego di autista dell’Ambasciata di Spagna in Italia giusto alla vigilia della dittatura di Francisco Franco, nel 1936. Lasciato il servizio di chauffeur, abbandonata il volante della Lancia Dilambda, su suggerimento di uno zio di Corsico che commercializzava vernici, aprì nel 1938 in via Roma – destinata a diventare la via dello shopping per antonomasia della cittadina – un negozio specializzato nella vendita di colori, smalti e vernici. Una bottega dove era possibile trovare tutto il necessario, nella “patria” dell’edilizia e degli artigiani, per metter su casa e rinnovarla, anche solo con un tocco di colore. Nel 1955 Costante cede l’attività al figlio Pierluigi, che ha imparato il mestiere, dividendosi tra scuola e bottega, sin da ragazzino. Pierluigi Zacchetti, classe 1935, porta ancora avanti l’attività, iniziata dando una mano al padre a soli 13 anni, negli anni della ricostruzione del dopoguerra, alla vigilia del boom economico. Oggi il negozio – trasferitosi qualche civico più in là, nel cortile interno di un palazzo in via Roma con un piccolo parcheggio per agevolare le operazioni di carico e scarico – affianca alla vendita di vernici articoli da regalo e di cartoleria, oltre a tutto l’occorrente per dare sfogo nel tempo libero, con l’hobby preferito, alla propria fantasia. Pierluigi Zacchetti racconta dalla sua vetrina una via che ha perso la sua anima e vivacità: «Via Roma negli ultimi anni ha subito una grande trasformazione. Non ci sono più negozi di alimentari, sostituiti dalle grandi catene, e da via di passaggio per le compere di tutti i giorni è diventata una via del lusso, in cui sopravvivono ancora poche insegne storiche».

Carsana
Di moda da centodieci anni

Nel 1902 Domenico Carsana – originario di Dongo, in provincia di Como, trasferitosi con la famiglia a Treviglio alla fine dell’Ottocento – inaugura in società con i fratelli il primo negozio di confezioni e tessuti in via Roma. Di lì a qualche anno, raddoppia l’iniziativa imprenditoriale inaugurando un nuovo punto vendita in via Galliari, destinato a diventare la sede storica dell’attività di famiglia, al civico 5. Il fratello Roberto, avvocato e commendatore, arrivò a ricoprire la carica di podestà di Treviglio, dopo una lunga gavetta politica, come consigliere comunale prima, come sindaco dal 1924 al 1927 per arrivare alla carica di podestà nel 1927, nel quinto anno dell’Era fascista, con tanto di medaglia d’oro per la magistratura municipale. Dal 25 giugno del 1948, con la scomparsa del fondatore Domenico, a portare avanti l’attività è la moglie Santina Radaelli. Nel 1960 la gestione del negozio passa al figlio Giancarlo, dopo una gavetta da Galtrucco in piazza Duomo a Milano, atelier di tessuti e alta moda, ambasciatore del made in Italy. Giancarlo Carsana arriva a far parte del Segretariato internazionale della lana, come consigliere del marchio Pura lana vergine, storica etichetta indice di qualità dei filati, affiancando veri e propri pezzi da novanta del settore, da Rivetti a Marzotto a Inghirami. Il negozio, completamente ristrutturato dai figli di Giancarlo, Roberto e Marco, ha attraversato mode e vere e proprie rivoluzioni nella confezione di tessuti. Nei primi anni del Novecento l’attività si distingue per l’importazione di tessuti, Scotland, Donegal, Tartan, Shetland e cotoni pregiati. Fino al secondo dopoguerra si vendono tessuti a metro e biancheria per la casa, con tanto di sarto nel cortile pronto a prendere le misure e ad imbastire abiti e giacche. Con la prima produzione in serie di vestiti, Carsana accompagna la rivoluzione del gruppo Facis del lanificio Rivetti, dell'abbigliamento formale maschile in Italia, che nel 1954, sull'onda del boom economico italiano, ispirandosi al modello americano e prestando attenzione al cambiamento dei bisogni e dei consumi, puntò sull'abbigliamento confezionato sulla base di misure teoriche, quelle che oggi chiamiamo taglie. Dagli anni Ottanta i fratelli Roberto e Marco portano avanti l’attività, dall’era dei paninari allo sdoganamento del casual, alle grandi griffe.

Gelmi
Dal carbone ai giocattoli, una storia che si rinnova del 1879

Dal 1879 la “ditta Silvio Gelmi” accompagna la storia di Treviglio. Ad inaugurare l’attività in via Verga, al civico 12, è Silvio Gelmi – nonno dell’attuale gestore, che porta il nome del fondatore -, che vendeva di tutto, dalla ferramenta all’antracite, dalle corone mortuarie alle polveri e ai pallini per la caccia, dai casalinghi alle canne da pesca. Le pubblicità dell’epoca promuovono la stufa americana e la milanese, oltre alla vendita di carbone artificiale, per non parlare de «il rinomato carbone antracite senza fumo della Gwan-Cae-Gurwen Collery Company, la più pura antracite al mondo per il miglior combustibile ad uso domestico, che consente di risparmiare il 25% in confronto al Coke». Per “l’americana” il negozio rivendica l’esclusiva «come unico deposito in Treviglio» e non manca di pubblicizzare, a sorpresa, nella stessa campagna, la vendita di corone mortuarie. Il negozio si trasferisce nella sede attuale, in via Verga 1, a due passi dal primo negozio, sul lato opposto della via, nel 1905. Nel 1927, con la scomparsa del fondatore, a portare avanti l’attività è la vedova Ernestina Ginevra Berna. Nel 1950, dal 3 gennaio a prosegue Angela Longaretti, vedova di Flaviano Gelmi, che conduce il negozio per vari lustri. Nel 1974 la gestione passa ai fratelli Alessandra, Silvia e Silvio, a partire dal 12 agosto. Nel 1985 a mandare avanti l’attività è Silvio Gelmi, che ancora oggi, a 72 anni, gestisce il negozio, che oggi vende quasi esclusivamente giocattoli. «Da cinque anni ho scelto di abbandonare i casalinghi e di concentrarmi sui giocattoli, che da tempo, vista la mia passione, rappresentavano ormai la specializzazione del negozio. Da anni ho scelto di lasciar perdere ferramenta ed altri articoli. La crisi sta mettendo a dura prova il commercio e i negozi sfitti nella via si moltiplicano. Ricordo gli anni in cui l’Upim portava 1.500 persone al giorno e la vivacità e animazione nella via non mancavano. Ora sembra che per l’edificio, per anni in stato di abbandono, si sia finalmente trovata una soluzione. La speranza è che non si riveli l’ennesimo contenitore vuoto. In centro diverse operazioni immobiliari hanno portato ad un rilancio di palazzi storici e di pregio, ma i negozi sono rimasti per la maggior parte vuoti».

Pozzi
Una famiglia tra commercio e sport

Nel 1936 Emilio Pozzi, classe 1896, rileva il 5 settembre, in seguito alla scomparsa dei proprietari del negozio e alla rinuncia da parte degli eredi a mandare avanti l’attività, una parte del grande emporio in cui lavorava come commesso. Nello stesso anno la moglie Giuseppina Prandina, classe 1899, abbandona l’attività di sarta per aiutare il marito ed assume due delle dieci ragazze che lavoravano con lei in atelier. La più giovane delle commesse, Wanda Bugini, sposa Annibale – detto Lino – Pozzi, che il 14 novembre 1960, rileva con la moglie l’attività. Negli anni il negozio si trasforma e da ingrosso di tessuti ed articoli di merceria a servizio di sartorie e laboratori, si specializza nella vendita di abbigliamento intimo e di altri capi di vestiario e accessori. A mandare avanti l’attività sono ancora oggi i figli di Wanda e Lino, Emilio, Aldo e Guido, che nonostante gli studi, decidono di continuare la tradizione del negozio storico di via Roma. Emilio Pozzi – che, sulle orme di papà, storico presidente della società calcistica Zanconi dell’oratorio Sant’Agostino, si è sempre diviso tra commercio e sport, come socio fondatore della squadra Blu Basket, insieme ad Alberto Mattioli – ha visto cambiare a partire dagli anni Settanta il centro di Treviglio: «Il centro storico si sta svuotando anno dopo anno. Sono scomparsi i negozi di alimentari, soppiantati dalle grandi catene, e bar e ristoranti non riescono a calamitare l’attenzione e a creare movimento e passaggio in centro». Il Distretto del commercio ha in parte invertito la rotta: «Grazie ai mercoledì sera di giugno e luglio e ad altre manifestazione di valore, si sono riuscite ad animare le vie. Non tutti fanno acquisti subito, ma sono tanti i clienti che adocchiano dei capi e rinviano la spesa nei giorni successivi. La speranza è che si parta il prima possibile con la fidelity card del distretto per incentivare ulteriormente gli acquisti».

Alimentari in via di estinzione

Sono due i negozi di alimentari storici che resistono in centro a Treviglio. L’attività della macelleria, gastronomia e rosticceria Rozzoni in via Matteotti sfida la crisi prendendo per la gola concittadini e visitatori. Abbandona invece la via XXV Aprile, a due passi dalla macelleria, il negozio di ortofrutta Ortofresco, specializzato nella quarta e quinta gamma, che si trasferirà in periferia, in via Cristoforo Colombo.

Macelleria Rozzoni
«Qualità e servizio continuano a premiare»

Da garzone a patron di uno degli indirizzi di riferimento per salumi, carne e gastronomia, ultimo baluardo nella vendita di alimentari del centro storico. Silvio Rozzoni, consigliere Ascom del Gruppo Macellai dal 2009, inizia la sua attività lavorativa a soli 13 anni come garzone di macelleria a Treviglio, a scuola di Carlo Chiodaroli, in piazza del Popolo. Dopo dieci anni di lavoro come dipendente, appresi i segreti dell’arte della macellazione e della realizzazione di insaccati, coglie al volo l’opportunità di rilevare l’attività e nel 1968 diventare titolare della storica macelleria. Le soddisfazioni e il lavoro non mancano: nel 1987 Silvio Rozzoni amplia l’attività, trasferendosi nell’attuale sede, di proprietà, in via Matteotti, che oggi impiega sei dipendenti. Rozzoni è specializzato nella selezione, macellazione e vendita di carni nel laboratorio di Treviglio (aperto nel 1984 e certificato dai più rigidi standard qualitativi) e nella preparazione di insaccati; è inoltre salumeria, rosticceria e gastronomia. Nel suo negozio si trovano inoltre chicche gastronomiche provenienti da tutta Italia. Nei periodi di festa, come Natale e Pasqua, è un indirizzo apprezzato per la realizzazione di cesti regalo per ogni esigenza. «Le soddisfazioni nell’attività non mancano – dice – e, anche se i consumi sono cambiati, la qualità e il servizio sempre attento alla clientela continuano a premiare».

Ortofresco
«Per far crescere l’attività ci dobbiamo spostare in periferia»

Le sorelle Tina e Rosita Mazzadi dal 1985 portano avanti l’attività Ortofresco, negozio di frutta e verdura specializzato nella selezione e trasformazione di primizie e ortaggi di pronto consumo, dalle melanzane alla parmigiana alle verdure grigliate e cotte a vapore, alle zuppe. Una passione per la cucina che le sorelle, con un passato in gastronomia e salumeria, affiancate da diversi collaboratori, mettono al servizio della clientela, rendendo più agevole la vita ai fornelli di donne sempre di corsa. «La crisi impone un cambiamento e per migliorare, evolverci e gettare le basi per il futuro della nostra attività, attraverso l’innovazione, questa non era più la sede opportuna», dicono. Non manca una frecciata ad amministrazione e associazioni: «In questo momento di grande difficoltà si sente come non mai la mancanza di una preparazione e di una conoscenza del commercio e delle problematiche che siamo chiamati ad affrontare. Diverse sono le scelte infelici, dalle bancarelle piazzate alla bell’e meglio che impediscono il passaggio e per noi significano decine di spese perse, all’assenza di una vera e propria regia, che finora nemmeno il Distretto del commercio, salvo qualche iniziativa, è riuscito a creare».


Quarantuno comuni bergamaschi
danno una mano ai giovani

Torna la Giovani Card, la carta sconti di durata annuale che 52.500  ragazzi dai 15 ai 25 anni di 41 comuni bergamaschi (6  amministrazioni in più rispetto alla  precedente edizione) ricevono direttamente a casa  e che dà accesso a sconti ed agevolazioni presso gli esercenti dei settori merceologici che più interessano i ragazzi, garantendo tariffe speciali presso le strutture pubbliche e private aderenti all’iniziativa. Il progetto si propone anche per il 2013 con una particolare attenzione al mondo del web, sempre più al centro della comunicazione ed avrà nel sito internet www.giovanicard.it il proprio punto di riferimento interattivo in grado di dare maggiore visibilità alle realtà coinvolte, amplificata attraverso il passa-parola sui principali social network, e di ospitare tutte le novità del mondo Giovani Card. La card  consente l’accesso agevolato – con sconti dal 15 al 25 per cento in oltre 200 attività presenti nel territorio – alle più disparate iniziative di interesse giovanile, per facilitare la vicinanza e la fruizione da parte delle giovani generazioni dei servizi e delle proposte del territorio. Le amministrazioni comunali che  promuovono l’iniziativa, vedono in Giovani Card un concreto segnale di attenzione verso le giovani generazioni e si pongono l’obiettivo di offrire ad adolescenti e giovani ulteriori occasioni per essere protagonisti all’interno dei loro ambienti di vita e di valorizzare sempre più la loro partecipazione alla realtà della comunità locale, grazie allo sforzo congiunto che unisce agli enti pubblici i soggetti privati. Giovani Card è uno strumento costruito con il contributo delle associazioni di categoria, tra cui Ascom, e sostenuto da diversi e importanti sponsor: A2A, Camera di Commercio Bergamo, Fondazione della Comunità Bergamasca, UBI – Banca Popolare di Bergamo, Centro Commerciale Le Due Torri, CRTL magazine. “La Giovani Card è una grande opportunità di fidelizzazione per i commercianti, che possono così rispondere alle esigenze dei ragazzi, i consumatori del futuro – sottolinea Pietro Bresciani, responsabile marketing Ascom -. Sono oltre 200 le convenzioni con sconti che vanno incontro al portafogli dei più giovani.  La Giovani Card non offre solo sconti, ma favorisce, grazie al web 2.0 e ai social network, l’aggregazione e promuove l’incontro tra i giovani, moltiplicando le occasioni di divertimento, intrattenimento, sport e cultura a disposizione con importanti convenzioni”. Per beneficiare degli sconti e delle agevolazioni della card, in attesa della ricezione a casa, basta mostrare la card dello scorso anno unitamente ad un documento di identità.
I numeri della Giovani Card
Alla dodicesima edizione, Giovani Card – progetto nato nell’ambito delle politiche giovanili del Comune di Bergamo nel 2002 – è stato esteso nelle edizioni 2007 e 2008 a 16.000 giovani residenti nei comuni dell’ambito territoriale numero 1 che hanno aderito all’iniziativa e dal 2009 anche ad altre amministrazioni comunali del territorio provinciale tra cui quelle appartenenti all’ambito territoriale numero 2 che già dal 2005 condividevano un progetto di carta sconto riservato ai giovani
I comuni promotori
L’iniziativa Giovani Card coinvolge quest’anno 41 amministrazioni comunali. Sono 6 i nuovi comuni aderenti: Ambivere, Brembate, Casazza, Chiuduno, Curno, Scanzorosciate. Hanno aderito all’edizione 2013 le amministrazioni di: Almenno San Bartolomeo, Ambivere, Arzago d’Adda, Azzano San Paolo, Bergamo, Bonate Sopra, Brembate, Brusaporto, Calvenzano, Casazza, Chiuduno, Cologno al Serio, Comun Nuovo, Curno, Dalmine, Gorlago, Lallio, Levate, Medolago, Mozzo, Orio al Serio, Osio Sopra, Osio Sotto, Pedrengo, Ponte San Pietro, Ponteranica, San Paolo d’Argon, Sarnico, Scanzorosciate, Seriate, Sorisole, Stezzano, Torre Boldone, Treviglio, Treviolo, Ubiale Clanezzo, Urgnano, Verdellino, Verdello, Villa d’Almè, Villa di Serio.
Proposte e promozioni
Giovani Card si presenta con nuovi colori, accesi ed accattivanti e mantiene gli elementi di riconoscibilità della veste grafica dello scorso anno: sulla card oggetti ed elementi espressivi legati al mondo giovanile, sul sito internet la possibilità di identificare immediatamente gli ambiti di interesse presso i quali si ottengono sconti e vantaggi (Abbigliamento, Assicurazioni/Banche, Benessere/Estetica, Cultura, Divertimento, Elettronica/Informatica, Formazione, Fotocineottica, Motori, Musica, Oggettistica, Ristorazione, Salute, Sport, Viaggi). Sono più di 200 le convenzioni stipulate per garantire sconti ai ragazzi. Anche per il 2013 Giovani Card garantisce una percentuale di sconto vantaggiosa presso gli esercizi aderenti al progetto (sconti dal 15% al 25%), scelti tra le categorie merceologiche di maggior interesse e a più alta frequentazione da parte di adolescenti e giovani. Gli esercenti che non hanno ancora aderito potranno farlo in qualsiasi momento dell’anno compilando l’apposito modulo che trovano sul sito internet.
I buoni sconto
Oltre a Giovani Card, nella busta che i ragazzi ricevono direttamente a casa, sono presenti 10 buoni sconto speciali, da ritagliare e consegnare presso le strutture segnalate e avere così diritto allo sconto riportato sul buono (Wall Street Institute, Lizzola Snow&Fun, Cocca Hotel Royal Thai Spa, Acquasplah, Ovet viaggi, Blu Basket Treviglio-Comark, Helispin, Musco Agenzia Assicurativa, Parco Avventura Bergamo, Bauhaus).  Sulla scia del successo dello scorso anno vengono riproposte in evidenza nell’home page le promozioni online, buoni sconto temporanei che i ragazzi possono scaricare e stampare in periodi limitati per usufruire di agevolazioni offerte dai punti vendita del Centro Commerciale Le Due Torri, in particolare dell’area ristorazione. Si conferma inoltre l’opportunità di usufruire di convenzioni appositamente stipulate, sconti e ingressi agevolati per fare sport, divertirsi e partecipare ad eventi culturali a spiccato interesse giovanile. Dai teatri ai parchi-divertimento e agli impianti sciistici, sono tanti e significativi, e non solo nel territorio di Bergamo, i soggetti che hanno stipulato convenzioni con Giovani Card (AcquaWorld, CAI, Erbamil, Sviluppo Turistico Lizzola, Centro Teatrale Bresciano, Piscina Comunale di Seriate, Teatro Elfo Puccini, Teatro OutOff, Mani di Scorta).


Ubi, la terza lista incassa
la firma di 700 sostenitori

Dopo il valzer dei nomi e delle liste, è il turno dei numeri: 900 e 700 sarebbero i sottoscrittori di due delle compagini in lizza per il rinnovo dei vertici Ubi, nella grande assemblea del prossimo 20 aprile alla Fiera di Bergamo. Il termine per la presentazione delle firme autenticate scade lunedì 25 marzo, alle 17, e solo allora si saprà esattamente la conta, ma exit poll numerici attendibili parlano di una cifra vicino al migliaio per la lista istituzionale, capeggiata da Andrea Moltrasio e di 700 firme a sostegno di Ubi Banca Popolare! Se le previsioni fossero confermate, per la compagine guidata dal professor Resti, si tratterebbe di un interessante viatico, di un incoraggiante bagaglio assembleare in considerazione, oltretutto, della rapidità con cui questa terza lista ha serrato le fila sui 18 nomi che la compongono. Più tranquillamente ha potuto veleggiare la lista di Moltrasio, mentre c'è curiosità per la lista di Giorgio Jannone "Ubi Ci Siamo" che dichiara di aver superato sia il tetto delle 500 firme sia l'attestazione dello 0,5 per cento del capitale, cioè quattro milioni e cinquecentomila euro.
Una seconda e ulteriore scadenza burocratica è fissata per il 29 marzo, venerdì (santo), quando dovrà essere presentata, tra le altre, la documentazione che attesti la titolarità delle azioni bloccate dal depositario. Nelle settimane a seguire continueranno o cominceranno, a seconda dei casi, le "grandi manovre". Ubi Banca Popolare! dovrà rompere gli indugi e uscire dalla dimensione di oggetto misterioso che l'ha contraddistinta, con nomi, idee e programma, ivi compresi tutti gli endorsement più o meno "ghost" che la impalcano. La lista "istituzionale" di Moltrasio, con l'appoggio del Comitato Bergamo popolare, proseguirà il giro delle "parrocchie": il 4 aprile sarà a Treviglio, terza tappa sul territorio (parola che è il mantra delle banche) dopo Vertova e Bergamo. Tra i mille accorsi al Centro Congressi, lo scorso 21 aprile, oltre ad un discreto numero di dipendenti di Ubi (il look del bancario è riconoscibile lontano un km) anche gli stati generali di Cl e della Cdo orobica, quasi al gran completo. Il neopresidente dell'operosa compagnia, Alberto Capitanio, seduto in quinta fila, continua a ribadire "un'equidistanza" dagli schieramenti, ma l'impressione è stata piuttosto quella di una certa vicinanza delle truppe "celestine" a Moltrasio e soci. Parecchi anche i rappresentanti del Pdl a cominciare dall'assessore all' edilizia del Comune di Bergamo, Tommaso d'Aloja che, con la sua domanda sui punti di forza e di debolezza di Ubi, ha dato il via alla messa cantata. Anche i successivi quesiti "telecomandati" posti da alcuni imprenditori (gli stessi che fanno parte del comitato promotore della serata) all'establishment sul palco, hanno conferito all'incontro una dimensione surreale. L'altra metà del mondo bancario, e cioè i clienti (e non solo quelli di Ubi) é arrabbiato nero e se, dalla platea si fosse alzata la voce di qualche correntista cui é stato negato un fido di poche miglia di euro o quella di un imprenditore costretto a rientrare nei conti e a licenziare i dipendenti, o quello ancora di un azionista che in cinque anni, dopo aver investito la liquidazione in azioni Ubi, non ha più nemmeno gli occhi per piangere, il film della serata sarebbe sembrato meno soap e più reality, per non dire tragedy.
Donatella Tiraboschi


Treviglio, “Inaccettabile la chiusura
del Teatro Filodrammatici”

Egregio Direttore,
Con la rappresentazione de “La leggenda di Redenta Tiria" si chiudeva sabato scorso la stagione di prosa 2012/13 del Teatro Filodrammatici della mia città, Treviglio. Mentre si smorzavano gli applausi seguiti alla magistrale interpretazione di Corrado D'Elia, e cominciavano gli "a rivederci alla prossima stagione", si dispiegava sul palcoscenico un grande telone bianco, e tra la costernazione dei presenti veniva comunicata la definitiva chiusura dei battenti dello storico Teatro agli spettacoli. Motivazione di questa decisione: "Mancano i fondi, fine dei finanziamenti: colpa della crisi". Sbigottiti restammo tutti in silenzio, poi seguirono i commenti, i "perché" e soprattutto le proteste per la fine di una manifestazione culturale di cui questa città reca vanto da oltre venticinque anni.."CRISI". Parola tragica che mi riporta lo sgomento in cui, ancora bambina, mi sentii precipitare alla
comunicazione della dichiarazione dell'ultima guerra. Forse sovrastata dalla tensione di tutta la famiglia, raccolta intorno a una radio, scoppiai in un pianto disperato.E' un paragone personale, ardito, quasi irragionevole. Allora ci aspettavano giorni di sacrifici, privazioni, tragedie. Adesso, almeno speriamo, non sarà la stessa cosa.Ma anche se dovremo rivedere il nostro tenore di vita, esasperato da un consumismo sfrenato, come privarci di un bene come la cultura, forma di civiltà di cui il teatro è parte importante fin dai tempi più antichi? E' la domanda di uno spettatore qualunque , per chiedere a chi di dovere che venga riveduta questa decisione estrema, con l'invito a ridurre, se mai, ben altri inutili sprechi. E la speranza che gli storici sostenitori del nostro Teatro Filodrammatici – a cui hanno dedicato passione e impegno tanti trevigliesi e bergamaschi, col sostegno della stampa locale – continuino ad esserne i meritevoli artefici.
Con stima e fiducia,
Maria Valsecchi Fugazzola