Congiuntura economica, imprese del terziario resilienti, ma non mancano le difficoltà

Quadro altalenante. Prima- lieve- flessione della corsa dell’inflazione, si assestano i tempi di pagamento

Le imprese del terziario bergamasco stringono i denti, con la sensazione che il peggio non possa che essere ormai alle spalle, dopo quattro anni estremamente difficili. Prosegue un quadro altalenante tra rallentamenti e frenate, inflazione e stretta creditizia. È quanto, in estrema sintesi, evidenzia il nuovo Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo, indagine continuativa a cadenza semestrale, effettuata su un campione rappresentativo di imprese, da Confcommercio Bergamo in collaborazione con Format Research.
Nonostante una flessione nell’ultimo semestre, la fiducia a Bergamo resta saldamente al di sopra della media nazionale. Positiva in particolare la fiducia nell’andamento della propria impresa: la previsione per l’autunno ( a quota 53) è superiore decisamente sia alla flessione registrata a marzo (da 51 a 48) che al valore nazionale (a 49). Resta alto il turnover delle imprese e preoccupa la fragilità delle nuove aziende, chiamate per di più ad affrontare un mercato sempre più difficile. L’ultimo semestre ha registrato infatti un minore numero di aperture nel commercio, turismo e servizi. In risalita la previsione da qui a settembre dell’occupazione, dato in cui Bergamo presenta attualmente un dato peggiore di quello nazionale, ma prevede un recupero da qui ai prossimi sei mesi.
In generale, l’andamento e le previsioni evidenziano notevoli differenze per settori e dimensioni di impresa. Si allarga ulteriormente la forbice tra il clima di fiducia nell’ambito dei servizi, positivo anche per effetto della spinta finanziaria dei fondi legati al PNRR, e del turismo che – eccezion fatta per le aree di grande afflusso e attrattività – fatica ad uscire da una crisi strutturale. In difficoltà anche il commercio tradizionale per cui prosegue la difficile sfida al calo dei consumi, con le famiglie alle prese con inflazione e spending-review. “Il quadro evidenzia ancora criticità, anche se la fiducia, insita nel dna degli imprenditori, in particolare nei confronti dell’andamento della propria impresa è in miglioramento- commenta il presidente Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Le diversità tra settori e a livello dimensionale d’impresa sono evidenti. Basti pensare al turismo, che ha una ricaduta a macchia di leopardo a livello provinciale, con una crescita a Bergamo e  nella Grande Bergamo, ma con fatiche e difficoltà nelle valli.  In lieve miglioramento l’aumento dei costi, di cui si sono fatti carico in larga misura i commercianti per mesi. Preoccupano ancora la stretta al credito e l’aumento del costo del denaro. Oggi un’azienda media se non è più che strutturata sconta tassi elevati. E’ cambiato il modo di rapportarsi al sistema bancario e il nostro territorio avverte la mancanza di istituti legati saldamente ad esso, ormai appannaggio di grandi gruppo bancari dal respiro internazionale. Anche l’occupazione resta una criticità. E su questi temi incentreremo la nostra assemblea annuale il 20 maggio e promuoveremo corsi di formazione con la nostra Cooperativa di garanzia Fogalco, per incrementare la cultura finanziaria”.  “Il periodo si conferma complicato per la situazione internazionale e per il perdurare della stretta dei  consumi. La preoccupazione c è, ma la fiducia non manca- commenta Pierluigi Ascani, presidente Format Research-. Il quadro resta migliore che nel resto d’Italia. Nei prossimi mesi gli imprenditori mostrano di avere maggiore fiducia e ottimismo, con i principali indicatori in ripresa”.

Il tessuto economico: saldo negativo ma in miglioramento

Il terziario della provincia di Bergamo è costituito da 43.837 imprese il 61,9% delle imprese extra agricole attive in provincia. Di queste 17.546 sono del commercio, 5.509 del turismo e 20.782 dei servizi (servizi alle imprese e servizi alla persona). Le nuove iscrizioni nell’ultimo semestre sono diminuite da 813 a 703 (-110). Il saldo semestrale tra imprese nuove e cessate, seppur negativo, è migliorato perché è passato da – 655 (dato a settembre 2023)  a  – 480 (dato a marzo 2024). Le nuove iscrizioni diminuiscono nel commercio, da 283 a 243, nel turismo da 110 a 82 e nei servizi da 420 a 378. Nel corso dell’ultimo semestre il saldo risulta in miglioramento in tutti i settori. Nel dettaglio: nel commercio da – 320 a – 263, nel turismo da -140 a – 95 e nei servizi da -195 a -122.

Clima di fiducia e congiuntura economica: previsioni positive da qui all’autunno

La fiducia nell’economia a Bergamo, nonostante una lieve flessione nell’ultimo semestre (dove è scesa da 42 a 39) resta saldamente al di sopra della media nazionale, che sovrasta di ben 4 punti (in Italia il valore è 35). La previsione per il prossimo autunno è di un suo nuovo recupero a 42 (valore superiore alla media nazionale che si attesta a quota 39).
Il sentiment resta positivo e sopra la media per il solo settore dei servizi  (nelle imprese con più di 10 addetti), in media per il commercio e nettamente al di sotto per il settore turismo e per le imprese meno strutturate (con meno di 10 addetti). Diminuisce in generale anche la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore scende a 48 (3 punti in meno rispetto a ottobre 2023). Tuttavia la previsione in vista dei prossimi mesi è di una crescita addirittura di 5 punti  a 53. I bergamaschi sono più ottimisti della media degli imprenditori italiani (indice a 46). In particolare, appare decisamente  sopra la media l’indice del settore dei servizi e quello delle imprese più strutturate, con più di 10 addetti. In linea anche l’indice del commercio, mentre al di sotto delle attese il settore turismo e quello delle imprese fino a 9 addetti.

Andamento dei ricavi: nettamente sopra la media italiana, si prevede un rialzo

L’indice dell’andamento dei ricavi è sceso a quota  50 (- 3 punti rispetto a settembre 2023). Le previsioni a sei mesi è positiva, con un rialzo a 54. L’indicatore relativo ai ricavi, nettamente superiore alla media del terziario nazionale (a quota 50, dopo una discesa di ben 6 punti nell’ultimo semestre, da 51 a 45). L’indice è sopra la media per i servizi e per le imprese sopra i 49 addetti, dove raggiunge quota 59. E’ in linea per il commercio e le imprese tra i 6 e i 49 addetti e al di sotto per il turismo e per imprese fino a 5 addetti.

Occupazione: sotto la media nazionale ma si prevede un recupero entro l’autunno

L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è peggiorato rispetto a settembre 2023 ed è passato da 53 a 51. La previsione è di una risalita e un recupero a 53. Il dato è tuttavia peggiore di quello nazionale che è 54. Di contro, la previsione a livello nazionale da qui a sei mesi evidenzia un peggioramento, con uno sfiduciato 50 (sotto di 3 punti rispetto al dato provinciale, dove è appunto a 53). L’indice è sopra la media per il settore dei servizi e per le imprese dai 6 addetti. E’ sotto la media per il commercio e nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.

I prezzi dei fornitori: aumenti per 6 imprese su 10

Il 59,8% delle imprese registra un aumento dei prezzi dei fornitori, il 38,1% stabilità e il 2,1% una diminuzione. Rispetto all’autunno scorso inizia a rientrare leggermente il problema dell’inflazione, con una prima, lievissima,  flessione (da 60,4% a 59,8%) delle imprese che dichiarano di registrare aumenti. Le previsioni per la prossima primavera sono meno plumbee: il  48,2% prevede un aumento, il 51,8% una stabilità.

I tempi di pagamento: in miglioramento, va peggio solo per il 14% degli imprenditori

Continua il miglioramento dei tempi di pagamento con solo il 14% degli imprenditori  che dichiara un suo peggioramento. L’indice specifico registra un primo deciso miglioramento dallo scorso autunno, 44 contro 35, con la previsione di recupero di ulteriori due punti, a quota 46, entro il prossimo ottobre.

 


Turismo, i ponti del 25 aprile e 1° maggio si preannunciano positivi nonostante il meteo

Prosegue l’onda felice in città post Salone del Mobile: richieste elevate fino al 10 maggio.  Bene turismo wellness e gastronomico, tra terme e hotel con spaTra bizze meteo, acquazzoni e nevicate anomale, caldo a intermittenza e temperature da brividi, le prenotazioni sono comunque positive in città e provincia per il ponte del 25 aprile e 1° maggio. È quanto emerge da un’indagine tra gli operatori effettuata da Confcommercio Bergamo, in collaborazione con Visit Brembo e Promoserio nelle Valli, aziende di promozione turistica che vedono l’associazione tra i soci e promotori. In città, grazie anche agli eventi – dallo sport con la Gran Fondo BGY (in programma il 5 maggio) all’ appuntamento storico con la semifinale di Europa League  Atalanta- Olympique Marseille (il 9 maggio), alla cultura con la Donizetti  Revolution (3 maggio)-  richieste e prenotazioni sono alte almeno fino al 10 maggio. Nell’hinterland le presenze , da gruppi organizzati e famiglie, sono  buone, anche se si confida  ancora nel last minute oltre che nel miglioramento delle condizioni meteo. Sempre attrattive le proposte di parchi divertimento e zoo, Leolandia e Le Cornelle, per le famiglie.  In continua ascesa il turismo wellness legato alle terme, con San Pellegrino sempre gettonata, anche in abbinata a trekking ed enogastronomia, e ai centri benessere: gli hotel con spa continuano ad essere attrattivi, sia per una clientela a corto e medio raggio che per gli stranieri. L’ondata di gelo e l’inattesa neve a primavera inoltrata preoccupano gli albergatori in montagna: le prenotazioni sono buone, ma si temono disdette. Nelle valli le prenotazioni sono in larga misura di clientela storica proveniente dalla Lombardia, in cerca di relax tra buona tavola e trekking.  I ponti del 25 aprile e del 1° maggio sono i primi banchi di prova per  la stagione turistica delle Valli. In Val Brembana le prenotazioni sono buone negli hotel, in particolare con spa, o con una proposta di cucina tipica. Permane una certa preoccupazione tra gli imprenditori. Anche in Val Seriana e Val di Scalve si registra un generale effetto maltempo sulle prenotazioni, in particolare per i last minute che risentono molto del tempo variabile e delle temperature decisamente al di sotto della media stagionale previste  in questo fine settimana lungo.  Sul lago le prenotazioni sono un po’ sottotono, anche in questo caso appese al meteo e al rischio disdetta.  “Aprile e maggio sono mesi storicamente importanti per il turismo cittadino- commenta Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi Bergamo -. Ci siamo appena lasciati alle spalle un Salone del mobile da record con un’ottima risposta sul piano turistico e il ponte del 25 aprile si preannuncia più che buono, come il 1° maggio, che essendo festività internazionale, registra un buon numero di presenze di stranieri. Oltre alle provenienze classiche dal Nord Europa, Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi oltre a Paesi scandinavi, crescono gli ospiti dall’est Europa, dalla Polonia alla Romania. Le richieste sono alte anche per il week-end prossimo, grazie agli eventi, dalla cultura allo sport, fino al 5 maggio. Lago e montagna risentono delle condizioni meteo incerte e confidano nel mantenere le prenotazioni  registrate, che sono tutto sommato buone. Bene il turismo wellness per gli hotel con spa e vicini alle terme, come le proposte che abbinano cucina gourmet a relax tra idromassaggi e saune”.  In città l’occupazione media per il ponte del 25 aprile oscilla tra  il 75 e il 90 per cento, mentre per il 1°maggio fino a domenica 5 maggio si va dall’85 al 90 per cento in su, grazie al turismo internazionale. In provincia va meglio invece il 25 aprile, con occupazione dal 70 al 90 per cento, mentre per il 1° maggio la partita è ancora aperta tra meteo e last minute. Dopo una stagione sciistica più che soddisfacente nelle valli, con un riscontro positivo in tutte le strutture del territorio, la voglia di viaggiare e di scegliere le nostre località montane resta alta. C’è grande attesa per il ponte del 2 giugno, che vedrà l’apertura di tutte le strutture e inizierà a dare i primi risultati per l’estate, per cui le richieste sono comunque già buone.  In forte crescita rispetto allo scorso anno le richieste e informazioni all’Infopoint dell’Alto Lago d’Iseo, da parte di italiani oltre che turisti europei, in particolare da Germania, Francia, Polonia.

 

 


Il gigante egoista, emozione e successo per una favola moderna che invita all’inclusione

Lo spettacolo benefico in scena per l’autismo ha sorpreso con sinfonie e scenografie uniche Standing ovation e spettacolo sold out. E un piccolo bis, sulle note dell’Inno nazionale di Mameli, ad allargare i confini del teatro cittadino e il senso di appartenenza, verso qualcosa di più grande. Un’emozione unica e un risultato di assoluto successo quello portato dall’interpretazione de Il gigante egoista di Oscar Wilde al Teatro Donizetti, per la regia di Paolo Bignamini e la direzione artistica di Dario Filippi, di Giacomo Poretti e Daniela Cristofori per Spazio Autismo Aps. Ma gli applausi sono tutti per l’orchestra sinfonica La nota in più, un ensemble speciale con musicisti con problemi di autismo e disabilità cognitiva, diretti dalla bacchetta amorevole e paziente della direttrice Silvia Gazzola. La scena è stata animata dai movimenti e dalla creatività dei giovani del Centro socioeducativo per l’autismo di Bergamo. L’evento benefico, fortemente voluto e ideato da Oscar Caironi, presidente Fimaa Bergamo, subito sostenuto da Confcommercio Bergamo,  affiancato sul palco dal presidente Giovanni Zambonelli, ha superato ogni aspettativa. “Quando ho immaginato questa serata, ho sperato e sognato che fosse esattamente così”  ha commentato Oscar Caironi. “Una serata emozionante, all’insegna della solidarietà, a favore di un’associazione speciale che tanto fa per questi ragazzi. Quando suonano si scopre la magia” ha aggiunto Giovanni Zambonelli.  L’entusiasmo e la tensione erano palpabili sin dal pomeriggio, dietro le quinte: dopo prove e riprove di mesi, l’esibizione sul palco è sempre un’emozione sfidante per i ragazzi, ancora di più al Teatro Donizetti al completo.  “Ci vuole coraggio per organizzare un evento come questo e per fare quello che facciamo tutti i giorni. Ci vuole coraggio nella vita e ci vuole visione- ha sottolineato prima dell’apertura delle quinte Tino Manzoni, presidente e fondatore di Spazio Autismo APS-. Non c’ è musica e non c’è incontro se non c’è ascolto: viviamo in una società che urla e che spesso calpesta i diritti. Spesso  i nostri e quelli dei nostri ragazzi”. L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina ha ringraziato, con emozione, per la serata: “Una festa per l’inclusione e un grande evento che mi ha subito entusiasmato sin nella primissima fase progettuale di questa serata. Sono emozionata nel vedere il nostro teatro così pieno per Spazio Autismo, associazione che conosco personalmente e che tanto fa per il territorio, un esempio di solidarietà e promozione dell’inclusione”. In un’epoca in cui si alzano continuamente muri che separano, che segnano confini chiusi all’altro, che vorrebbero impedire incontri inevitabili e difendere proprietà presunte, questa rappresentazione ci racconta che l’arte non ha confini, che oltrepassa i limiti di ciascuno di noi rendendoci tutti più liberi. E forse anche più buoni.  Nella sproporzione tra un gigante e un bambino, è proprio un gesto d’amore a scacciare l’inverno dai cuori induriti e giardini gelidi e a far fiorire speranza e primavera. “L’entusiasmo di questi ragazzi ogni volta ci travolge- commenta commosso l’attore Giacomo Poretti, interprete del gigante-. E’ la terza volta che lavoriamo assieme eppure questa orchestra riesce a sorprenderci ogni volta. Ci sentiamo ormai vicini e parte di questo gruppo: ogni volta è sempre più emozionante e commovente  grazie al loro entusiasmo, genuinità e affetto”.  La moglie di Giacomo Poretti, attrice e psicoterapeuta, voce narrante della favola di Wilde, ha aiutato i ragazzi a gestire e allentare la tensione dietro il palco: “Abbiamo il nostro rituale, che è quello di ogni attore prima dello spettacolo, di augurarsi con una formula che abbia successo. E questa sera siamo andati oltre ogni aspettativa”. “E mai il gong finale è stato così liberatorio” ha aggiunto Tino Manzoni, che dopo settimane di tensione pura non vede l’ora di staccare qualche giorno.
Alla fine dello spettacolo è stato staccato un assegno di 16mila430 euro a Spazio Autismo Aps, primo bilancio del ricavato dello spettacolo e dalla vendita del libro Il drago che non voleva tornare bambino di Oscar Caironi, illustrato dall’artista Alessandro Pantani di San Gimignano, fresco di stampa per Sestante Edizioni. Allo spettacolo al Donizetti, si affianca la pubblicazione de L’impegno di Fimaa e Confcommercio Bergamo per l’autismo vede infatti in prima persona il presidente Fimaa Bergamo e coordinatore regionale Fimaa Lombardia, nelle vesti di autore, dopo il successo di Tenetevi stretti ai sogni (Sestante Edizioni 2023). Il ricavato della vendita del libro andrà a sostegno dell’Associazione Spazio Autismo Bergamo APS. Sono tante le copie del libro vendute prima e dopo lo spettacolo, che andranno a sommarsi alla somma devoluta all’associazione. I libri sono ancora in vendita e disponibili nella sede di Spazio Autismo Bergamo APS, in Via Alcaini, 1.  Il drago che non voleva tornare bambino di Oscar Caironi è una favola moderna, pronta a mostrare come la normalità non sia una visione soggettiva ma una realtà  inclusiva. Il libro racconta, tra scenari fantastici e regni misteriosi, la storia di Shadow, bambino Nuvola, figlio del re, allontanato dal regno per la sua stranezza e diversità e poco considerato dalla sua comunità. Ma grazie a dei preziosi amici e a una nonna draghessa, creatività, purezza e sensibilità riusciranno a battere egoismo e indifferenza. Anche se per farlo occorrerà mettere le ali e vestire i panni di un drago. E, grazie alla forza dell’amore, sarà possibile sconfiggere ogni spettro.  La copertina del libro è illustrata da Alessandro Pantani, di Pantani Arte San Gimignano, che dà forma a mongolfiere, mondi fantastici  e paesaggi lunari, con acquerelli, stampe e altri manufatti originali- anche con legno di recupero- realizzati con passione e sapienza artigianale.

Lo spettacolo ad Donizetti è stato patrocinato da Regione Lombardia, Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo e Uniacque Spa; ed è stato sostenuto da Banca di Credito Cooperativo Bergamasca e Orobica, Cms Spa, Puntopro Autoservice, Lombardia Immobili d’impresa, Bg Immobiliare insieme ad altre aziende del comparto immobiliare del territorio.

 

Credit Photo: tutti gli scatti sono del fotografo Gianfranco Rota.

 

 

 


2023, si chiude un altro anno difficile per il commercio

Bilancio provvisorio pesante anche per il 2023, con 939 attività che lasciano il mercato, tra cui 88 insegne alimentari 

Le chiusure rilevate dall’Osservatorio Ascom Confcommercio Bergamo al 30 novembre 2023, da inizio anno,  nel terziario orobico sono 939 in Bergamasca e 148 in città. “Considerato che il mese di dicembre pesa molto nelle decisioni di impresa potremmo anche restare al di sotto delle 1.650 , che furono le chiusure registrate nel 2022, anno record negativo per chiusura di attività- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Rispetto allo scorso anno hanno però già chiuso nei primi undici mesi del 2023 ben 88 attività di commercio alimentare di cui 45 negozi di alimentari, 10 fruttivendoli, 14 panifici e 11 macellerie oltre a 8 attività alimentari all’ingrosso. E’ presto per fare il punto sugli andamenti dell’anno appena chiuso ma il timore è forte che la striscia negativa registrata nel post Covid con la chiusura delle attività commerciali al dettaglio possa proseguire. Nei numeri forse riscontreremo livelli meno pesanti di chiusure rispetto allo scorso anno ma preoccupa invece l’impatto delle chiusure sui negozi di genere alimentare, vero presidio di servizio e vicinanza alle persone nei centri storici”.  Per la prima volta si assiste ad una vera e propria revisione della spesa alimentare. ” La contrazione dei consumi alimentari che stiamo registrando è senza precedenti in un comparto che era considerato il più stabile nella spesa dei consumatori- continua Fusini-. La gente mangia di più fuori casa, viaggia e compra molto meno. La spesa si sposta verso l’hard discount per molte famiglie ed il prezzo, con i recenti rincari,  è la leva più importante per arrivare a fine mese”. Un altro vero problema è quello del ricambio generazionale, che interessa anche attività storiche: ” Tra le attività che chiudono c’è anche chi ha raggiunto i limiti d’età e si ritira per godersi il meritato riposo dopo una vita di sacrifici- continua il direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Non c’è ricambio generazionale o subentro di nuovi imprenditori perché non ci sono prospettive di un lavoro sicuro e lungo. Servono grandi fatiche per guadagni risicati”.


7 imprese su 10 non trovano personale con competenze adeguate

E tra i lavoratori,  prioritaria la qualità della vita, più importante della remunerazione

Resta ancora alto il numero di imprese in Bergamasca che sta cercando personale, nonostante il rallentamento dell’economia.  Tra i principali ostacoli nella ricerca, la scarsità di personale con le adeguate competenze, un vero e proprio problema rilevato dal 69% delle imprese. Centrale anche il tema della qualità della vita e la ricerca di un equilibrio tra tempo libero e lavoro: gli orari ritenuti pesanti  sono una difficoltà rilevata dal 29%. Sono queste alcune tra le principali evidenze rilevate dalla ricerca Ascom Confcommercio Bergamo- Format Research su “Personale e fabbisogni formativi”. L’Osservatorio rappresenta l’occasione per fotografare il tema nella sua evoluzione, mettendo a confronto il dato attuale con il biennio precedente. Emerge così come il problema della mancanza di competenze fosse tutto sommato non prioritario nell’immediata fase post pandemia, quando l’urgenza era quella di riorganizzare immediatamente il lavoro, quasi azzerato tra lockdown e restrizioni. Oggi invece la questione è centrale per le imprese e costituisce per il 69% il principale ostacolo nella ricerca del personale. Dal lato lavoratore restano alte le considerazioni legate alla qualità della vita e al benessere. Non è più o non è ormai solo un problema di denaro: gli orari pesanti e le mansioni ritenute poco attrattive costituiscono la prima e la terza motivazione per il rifiuto della proposta lavorativa. Le retribuzioni ritenute insufficienti (prioritarie per il 38,2% dei candidati nel 2022) sono importanti ma non così fondamentali: condizionano infatti il 22% delle scelte. “E’ un problema che sta condizionando pesantemente le nostre attività- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Se dopo il lockdown la mancanza di competenze adeguate non era così sentita, perchè era più urgente far ripartire le attività, ora l’assenza di profili adeguati rappresenta il principale ostacolo per 7 imprese su 10 che intendono ampliare il proprio organico. A cambiare è anche l’approccio al mondo del lavoro: oggi la qualità della vita e il benessere sono prioritari e arrivano a contare più della retribuzione. Bisogna focalizzarsi anche sul benessere dei lavoratori e sulla conciliazione tra tempo libero e lavoro”. A rendere  il mercato più selettivo è l’esigenza di incrementare la produttività del lavoro. “Per il 29% dei lavoratori gli orari di lavoro sono ritenuti pesanti- commenta Enrico Betti, responsabile Area Lavoro e Relazioni sindacali Ascom Confcommercio Bergamo- e da ciò emerge quanto sia prioritario tenere conto di tutti gli aspetti atti a favorire la conciliazione tra vita privata e professionale. Gli imprenditori sono disposti a pagare il personale più di quanto preveda il contratto collettivo. Un tempo ciò accadeva perchè si scatenava una sorta di competizione tra aziende, ora invece si cerca con una maggiore remunerazione di trovare il profilo adeguato”.

Personale e fabbisogni formativi

I dati della ricerca di questo autunno segnalano come le imprese che hanno effettuato ricerca del personale sono il 42,8% delle imprese del terziario orobico, in calo dello 0,3% rispetto allo scorso semestre, ad aprile 2023. Pur poco meno di una su due, quindi, sono ancora molte le imprese che necessitano di nuovo personale.  Il 58,2% segnala delle difficoltà nel reclutare personale, in crescita del 5,2% rispetto allo scorso semestre quando erano il 53,0%.  Le imprese che incontrano molte difficoltà sono cresciute dal 30,8% al 37,0% con + 6,2% dato di crescita più alto. Tra le motivazioni delle difficoltà dichiarate dalle imprese spicca la mancanza delle competenze richieste che arriva al 69,0%, al primo posto dal lato azienda.  Seguono: orari ritenuti pesanti (29%), retribuzione ritenuta insufficiente(22%) e mansioni di lavoro ritenute poco attrattive (18%). Non manca la concorrenza delle altre imprese del settore ( 17%).

Uno sguardo sul medio periodo dopo la pandemia

Dall’analisi dei dati relativi agli ultimi due anni (confrontando la  ricerca di ottobre di quest’anno  con gli stessi periodi del 2022 e  del 2021),emerge come la grande ricerca di personale è avvenuta soprattutto a partire dall’autunno 2021, post pandemia, quando le imprese si organizzavano per la ripresa dopo le restrizioni legate all’emergenza sanitaria. In quel momento a cercare nuovo personale era ben il 34,7% delle imprese. Un dato destinato a salire ulteriormente,  tanto che nell’autunno 2022 il numero delle imprese in cerca di personale era il 45%. La prima lieve battuta d’arresto arriva ora, al 42,8%, con i primi rallentamenti registrati in estate. Le imprese che hanno incontrato molta difficoltà nel reclutare sono salite dal 12,6% dell’autunno 2021 al 35% nell’autunno 2022, fino a crescere ulteriormente al 37%. Le imprese che incontravano abbastanza difficoltà sono scese dal 47,6% dell’ottobre 2021 al 21,0% dell’autunno 2022, dato in linea con il 21,2% attuale. Le imprese che incontravano poche difficoltà sono salite dal 39,8% nel 2021 al 44,0% nel 2022 al 41,8% nel 2023. Osservando le motivazioni addotte dalle imprese si nota come la mancanza di competenze dei candidati, che non era poi così allarmante nel 2021, si è trasformata nel vero problema per le imprese (nel 2021 era rilevata dal 26,9% delle imprese, nel 2022 dal 57,1%, nel 2023 dal 69%). Allo stesso modo, gli orari di incarico ritenuti pesanti, motivazione che portava il 24% dei candidati a rifiutare il posto, sono sempre più dirimenti per chi cerca lavoro, rappresentando il principale ostacolo nella ricerca di personale (29%). Le mansioni ritenute poco attrattive, al 32,0% nel 2021 sono scese al 14,3% del 2022 e risalite al 18,0% nel 2023.  La concorrenza delle imprese del settore, che rappresentava un problema per il 35% nella prima fase di riorganizzazione post pandemia nel 2021, è particolarmente sentita dal 17% delle imprese (dato in linea con l’autunno del 2022). La distanza dal luogo di lavoro e abitazione é un problema per il 7%  (dato sceso nell’ultimo anno, quando con i rincari energetici era per il 9,5% un ostacolo nell’assunzione di nuovo personale).

L’impatto sul business

L’impossibilità di impegnarsi nell’innovazione di servizio (30,9%) e una riduzione dei ricavi (24,4%) costituiscono gli effetti più gravi della difficoltà nel reclutare le figure ricercate (dati ottobre 2023, in base all’indagine effettuata tra il 58,2% di imprese che incontrano difficoltà nella ricerca del personale). Seguono:  il mancato ampliamento delle attività con nuove sedi (20,8%) e la rinuncia all’estensione dell’orario di apertura (13,8%).


Terziario, migliora la fiducia nonostante le criticità

Le imprese del commercio, turismo e servizi mostrano ancora una volta la loro resilienza e guardano con maggiore ottimismo ai prossimi mesi 

La situazione del terziario bergamasco resta negativa ma sta migliorando rispetto all’anno terribile del 2022. Dopo il panico dello scorso anno, causato dall’esplosione dei costi dell’energia, il clima di fiducia delle imprese del terziario bergamasco migliora, in linea con il dato nazionale. La fiducia nella propria impresa è addirittura cresciuta rispetto al dato pre-Covid del 2019 (51 a ottobre 2023 contro il 49,8 dell’ottobre 2019). Migliora anche leggermente l’andamento dei ricavi (53 del 2023 contro il 48 della scorsa primavera e il 52,1% del 2019), anche se l’impatto di inflazione e ritardi nei pagamenti continuano a destare preoccupazione. Tiene anche l’occupazione, in lieve crescita rispetto al periodo precedente (attualmente a quota 53 rispetto al 51 di marzo), con previsione di un assestamento a quota 52 a marzo 2024. Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dall’ultimo Osservatorio Congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo- Format Research. La presentazione degli ultimi dati e indicatori (aggiornati a fine ottobre), affidata al presidente di Format Research Pierluigi Ascani,  è stata anche l’occasione per fare un’analisi sul tessuto economico del terziario bergamasco che, con quasi 44mila imprese, rappresenta il 62% delle aziende in Bergamasca (extra agricole). Il primo semestre 2023 ha registrato un maggior numero di aperture e minori chiusure rispetto all’analogo semestre del 2022. Le criticità non mancano: il turnover resta alto e con esso la fragilità delle nuove imprese che affrontano un mercato sempre più difficile. “Restano molte criticità da risolvere, dagli aumentati costi che le imprese devono sostenere alle grandi difficoltà che molte famiglie stanno vivendo, tra aumento dei tassi di interesse e inflazione, che erodono mese dopo mese la capacità di spesa- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. Ciò nonostante le imprese bergamasche mostrano ancora una volta resilienza e un certo cauto ottimismo. La fiducia sia nella propria azienda che nel futuro è in netto miglioramento, ed è il giusto presupposto per affrontare le sfide del mercato”. Il dato- in linea di massima positivo- evidenzia quanto la crisi energetica dei primi mesi dell’anno fosse allarmante: “Il caro bollette ha rappresentato la vera emergenza di inverno e primavera scorse- ha aggiunto il direttore Ascom Oscar Fusini-. Ora le imprese confidano in un miglioramento, benchè i ritardi nei pagamenti e gli aumentati costi dei fornitori preoccupino tutti”.

Il tessuto economico: l’analisi delle imprese del terziario

Il terziario della provincia di Bergamo è costituito da 43.714 imprese il 62% delle imprese extra agricole attive in provincia. Di queste 17.818 sono del commercio, 5.526 del turismo e 20.370 dei servizi (servizi alle imprese e servizi alla persona). Le nuove iscrizioni nel primo semestre sono aumentate tra il 2022 e il 2023 da 783 a 813. Le cessazioni nel primo semestre sono diminuite da 1.847 a 1.468. Il saldo semestrale è passato da -1.064 a – 655. Le nuove iscrizioni crescono nel turismo da 100 a 110 e nei servizi da 390 a 420. Diminuiscono le nuove aperture nel commercio, da 293 a 283. Tuttavia, il dato positivo è che le cessazioni diminuiscono nel primo semestre sia nel commercio (passando da 670 a 320) che nel turismo (da 172 a 140) e nei servizi  (da 222 a 195).

Clima di fiducia e congiuntura economica

La fiducia nell’economia italiana si conferma a quota 42 , in linea con le previsioni dell’ultimo osservatorio, ma con un punto in meno rispetto alla primavera scorsa. La previsione per il prossimo anno è di un assestamento del valore a quota 43. L’indice bergamasco è comunque migliore di 6 punti rispetto a quello nazionale. Il sentiment resta in linea di massima positivo, in particolare per le imprese più strutturate (sopra i 10 addetti) e per il comparto dei servizi; per il commercio e per le imprese sopra i 2 addetti il clima è in linea con le aspettative, mentre è negativo per il settore turismo e per le imprese micro (fino a 1 addetto).
A crescere è  invece la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore sale a 51 (3 punti in più rispetto a aprile 2023). Tuttavia la previsione in vista dei prossimi mesi è di un assestamento a quota 51. I bergamaschi sono più ottimisti rispetto alla media degli imprenditori italiani (il cui indice attuale è a 48, con un calo previsto a 46 per la prossima primavera).  Decisamente al di sopra della media è l’indice del settore dei servizi (60 e 61 nel 2024) e quello delle imprese sopra i 10 addetti (62 attuali e previsione di 61 nel 2024). Un po’ sopra la media anche l’indice del commercio (53 attuale e previsione a 52 nel 2024). Sotto la media resta l’indice del settore turismo (a 40 sia attuali che in previsione  del nuovo anno).
L’indice dell’andamento dei ricavi è salito a 53 (+ 5 punti rispetto a quello della primavera). Le previsioni da qui a sei mesi sono di un valore a 51. L’indice delle imprese del terziario orobico è più alto di quello nazionale che ha perso 3 punti dalla primavera scorsa, con previsione di un’ulteriore diminuzione nel nuovo anno. L’indice è sopra la media per i servizi e il commercio e quello delle imprese dai 10 addetti a salire. E’ sotto la media per il turismo e per imprese fino a 9 addetti.  L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è migliorato rispetto a aprile 2023 ed è passato da 51 a 53. L’assestamento per il prossimo autunno è peggiorativo con la perdita attesa di 1 punto. Il dato è peggiore di quello nazionale che è a 55. Il dato  è sopra la media per il settore dei servizi e per il commercio e per le imprese dai 6 addetti. E’ nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.

I prezzi dei fornitori

Il 60,4% delle imprese registra un aumento dei prezzi dei fornitori (a marzo scorso erano il 60%), il 36,0% rileva una sostanziale stabilità e il 3,6% una diminuzione. Le previsioni per la prossima primavera, di contro, evidenziano un’attesa di aumento dei prezzi per il 73% delle imprese.

I tempi di pagamento

Sebbene il 32% delle imprese dichiari un peggioramento dei tempi di pagamento. L’indice specifico registra tuttavia un miglioramento dalla scorsa primavera, 35 attuali contro 33 nel primo semestre 2023, con la previsione di recupero di un ulteriore punto (36) entro la prossima primavera.


Confcommercio e Banca d’Italia: economia in frenata in Lombardia, si rischia la stagnazione

Il Prodotto interno lordo lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un rallentamento che preoccupa 

Frena l’economia lombarda con il rischio di una possibile stagnazione per questa seconda parte del 2023. Uno scenario preoccupante che emerge da alcuni fra i dati illustrati oggi nell’evento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Banca d’Italia (Sede di Milano) svoltosi in Confcommercio Milano con il Report di Banca d’Italia sull’economia regionale. Nel primo semestre dell’anno il Prodotto interno lordo lombardo è cresciuto solo dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo 2022. Un evidente rallentamento dato che lo scorso anno il Pil nei confronti del 2021, era stato del 3,8%. L’inflazione ora è al 5,3%, ma le componenti di fondo indicano una stabilizzazione. La prospettiva, insomma, è che non prosegua la discesa. In crescita il costo medio dei prestiti per le imprese: fra il 5,4% e il 6% con una forte esposizione di rischio di rialzo dei tassi. Preoccupazioni, inoltre, per l’aumento dei costi di materie prime ed energia – in particolare gas e petrolio – dovuti soprattutto agli effetti della guerra tra Israele e i palestinesi di Hamas. In calo gli investimenti: – 3,6% nel settore industriale secondo le previsioni delle imprese per il 2023 nei confronti dell’anno precedente.
Cresce invece il commercio al dettaglio (+ 4,7% nel primo semestre di quest’anno), ma a valori correnti: non tenendo perciò conto dell’andamento dei prezzi e dei volumi effettivi di vendita.
Nel Report della Banca d’Italia, indicazioni più positive sono emerse per turismo e ristorazione e nel mercato del lavoro (con una crescita dell’occupazione dell’1,5% nel primo semestre 2023 e migliori performance in particolare per i servizi).
“Dopo un 2022 in decisa crescita, il rallentamento quest’anno dell’economia lombarda è preoccupante. Soprattutto per due motivi: aumento dei costi di materie prime ed energia a causa del più che drammatico conflitto in Israele che rischia di ampliarsi e che si aggiunge a quello in Ucraina. E per l’inflazione che ha fermato la sua discesa e potrebbe invertire la rotta” ha affermato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Per quanto riguarda il salario minimo, da Sangalli giunge l’indicazione di valorizzare lo strumento della contrattazione collettiva. “Sul salario minimo – rileva – sarebbero controproducenti interventi legislativi. Il punto centrale è dare più forza alla contrattazione collettiva tra le organizzazioni d’imprese e dei sindacati maggiormente rappresentativi. Nei contratti stipulati da Confcommercio, infatti, il salario minimo orario al livello più basso è già oltre i 9 euro”.
Nei contratti collettivi nazionali del terziario (applicato a 2,8 milioni di lavoratori) e del settore turismo la paga oraria, nel livello più basso, va dai 9,47 ai 9,80 euro. La retribuzione oraria più alta dai 16,73 ai 20,60 euro.
“La contrattazione collettiva – prosegue Sangalli – è un valore aggiunto perché contiene un sistema articolato di welfare aziendale (come, ad esempio, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare), dunque uno strumento prezioso che può garantire maggiore sostenibilità economica e sociale”. In Confcommercio Milano il Report di Banca d’Italia è stato illustrato da Giorgio Gobbi, direttore della Sede di Milano di Banca d’Italia assieme a Paola Rossi (capo Divisione analisi e ricerca economica territoriale e Francesco Bripi (Divisione analisi e ricerca economica territoriale) di Banca d’Italia (Sede di Milano). Sui temi economici di attualità  – inflazione e riduzione del potere d’acquisto; aumento dei tassi d’interesse e difficoltà di accesso al credito; lavoro e formazione; mercato immobiliare – si è focalizzata la successiva tavola rotonda – moderata da Andrea Silla, caporedattore vicario Rai Tgr Lombardia – con Vincenzo Albanese (titolare Wea Consulting); Babila Bruni (direttore Risorse Umane Mandarin Oriental Hotel Group); Paolo Ferré (presidente FederAscomfidi); Sebastian Gatto (amministratore delegato Savini Group); Antonio Morgese (amministratore Gelaterie Rigoletto).

I dati dell’inflazione a Bergamo

In base ai recenti dati Istat sull’inflazione annuale, Bergamo è la settima provincia a livello lombardo, decisamente al di sopra della media nazionale, in cui occupa il 21esimo posto con un incremento pari a 1318 euro all’anno per famiglia, con un’ inflazione che raggiunge il + 5% su base annua (era il +4,7% ad agosto). Il maggiore aumento tendenziale si rileva nei pacchetti vacanza, con +18,5%, a seguire i servizi di alloggio (+13,4%), i servizi finanziari (+7,6%), i servizi di trasporto (+6,7%), i prodotti alimentari (+6,1%), la ristorazione (+2,3%).


Treviglio, 200mila euro per 65 esercizi commerciali

I fondi sono resi disponibili dal bando regionale per lo sviluppo dei distretti del commercio 

L’estate trevigliese, che sta proponendo una lunga serie di eventi in città con l’obiettivo di rafforzarne l’attrattività anche commerciale, porta in dote anche buone notizie per i commercianti. Si è infatti concluso l’iter del bando approvato dalla Giunta Comunale per la concessione di contributi a fondo perduto alle attività commerciali della città, un bando che metteva a disposizione l’importo di 200 mila euro ottenuto da Regione Lombardia nell’ambito del sostegno alle iniziative di “Sviluppo dei distretti del commercio 2022- 2024”. Sull’albo pretorio è comparsa la graduatoria provvisoria che diventerà definitiva, salvo eventuali opposizioni e/o osservazioni, diverrà definitiva al quinto giorno successivo la data di pubblicazione del
provvedimento.
Sono 65  le domande ammesse e valutate, provenienti da attività presenti su tutto il territorio cittadino. Le domande pervenute sono state 70, di cui 5 non ammissibili dal punto di vista formale e 65 valutate dalla Commissione che ha assegnato il definitivo punteggio tenendo conto del livello di miglioramento dell’efficienza e dei servizi alla clientela, di qualificazione estetica dell’attività e/o di potenziamento dei profili di sicurezza, del livello di innovazione – anche tecnologica – degli investimenti effettuati, della presenza di investimenti finalizzati al risparmio energetico e dell’importo complessivo di spesa. Sono poi state riconosciute premialità alle imprese giovanili, alle attività storiche riconosciute da Regione Lombardia e a quelle iscritte al Registro imprese da almeno 20 anni e alle attività che abbiano dichiarato di aderire allo sviluppo della nuova App del Distretto del Commercio, uno dei servizi comuni e dei progetti contenuti nel
piano che Treviglio ha presentato a Regione Lombardia ottenendo il riconoscimento di “progetto di eccellenza”.
La linea A, quella destinata agli ambulanti che operano in città e che prevedeva un contributo massimo di 5000 euro, ha visto finanziate tutte e cinque le istanze pervenute per un totale di 12.685,50euro.
L’avanzo, rispetto al budget di 15.000 euro previsto dal bando, è andato quindi a incrementare le risorse della linea B, quella destinata alle attività aperte o in procinto di aprire in locali sfitti. Per questa specifica linea l’importo massimo assegnabile era di 10.000 euro e con il budget di 32.314,50 euro sono state finanziate tre domande per intero e una quarta per la quota parte di 2.314,50 euro. Sono state 54 infine le domande ammissibili sulla linea C, quella destinata a tutte le attività che svolgono vendita al dettaglio di beni e/o servizi, somministrazione di cibi e bevande e prestazione di servizi alla persona. L’importo massimo assegnabile era di 5.000 euro e con il budget di 155.000 euro sono state finanziate interamente 36 domande (sulla base degli
importi richiesti) e parzialmente anche la trentasettesima.
Le imprese che hanno partecipato hanno sede su tutto il territorio del Distretto Urbano del Commercio, che coincide con quello della città di Treviglio e non è limitato – come per molti altri Distretti – al solo centro storico o alle aree commerciali più significative.
Il sindaco Imeri ha sottolineato il legame tra vivacità del commercio e attrattività del territorio: “Tantissime le domande ricevutw, una bella soddisfazione. È un bando che eroga 200 mila euro e che evidenzia investimenti potenziali dei commercianti per quasi 1.200.000euro. Valuteremo di integrare la dotazione finanziaria per scorrere la graduatoria. La città ha bisogno del commercio e il commercio ha bisogno della città”
“Il numero di imprese partecipanti è sicuramente significativo della vitalità della città – sottolinea il sindaco Juri Imeri, anche in veste di assessore al Commercio – È un percorso che parte da lontano e che ci ha visto lavorare bene al progetto che poi Regione Lombardia ha premiato. Una volta avuta certezza dei fondi non abbiamo perso tempo e abbiamo accelerato il più possibile per la pubblicazione del bando, la raccolta delle domande e la loro valutazione. E per questo ringrazio l’ufficio Suap che ha coordinato tutte le fasi e che adesso avrà il compito di liquidare il più velocemente possibile le istanze di coloro che inizieranno a rendicontare dal giorno successivo alla data di pubblicazione della graduatoria ed entro il 30/11/2023. Valuteremo anche la
possibilità di integrare la dote finanziaria del bando con risorse dell’Amministrazione Comunale, compatibilmente con gli equilibri di bilancio”.
Secondo le tabelle della graduatoria, se tutte le attività rendiconteranno correttamente, per finanziare tutte le domande pervenute servirebbero 73.355,23 euro. Analizzando il report delle domande pervenute emerge anche un altro dato importante: i progetti presentati dai commercianti che operano in città generano un totale di spesa che si avvicina all’importo di 1.200.000 euro (1.181.589,43 euro)
“Quando abbiamo pensato il bando avevamo ben chiari gli indirizzi regionali – aggiunge il sindaco Juri Imeri – ma era altrettanto condiviso con i commercianti e i rappresentanti delle associazioni di categoria che le risorse sarebbero dovute andare a chi garantiva investimenti e generava ulteriore indotto. Anche questo dato, così come quello delle attività che hanno partecipato al bando, è particolarmente significativo”.
Il primo cittadino conclude poi con una riflessione. La città ha bisogno del commercio e il commercio ha bisogno della città. A Treviglio credo che si stia lavorando bene, intensamente e uniti in questa direzione promuovendo la città a 360 gradi, mettendo al centro il commercio e la cultura così come ben riepilogava il titolo del progetto che Regione Lombardia ha riconosciuto di eccellenza. Abbiamo fatto significativi passi avanti, ma continuiamo a guardare e a pensare al futuro e a consolidare quanto stiamo facendo. Da questo punto di vista il ruolo del Distretto del Commercio, che riunisce più attori della città e del territorio, è strategico oggi e lo sarà ancora di più in futuro”.
Soddisfatti i rappresentanti dei commercianti. Gabriele Anghinoni, presidente dell’Associazione Commercianti e dell’Associazione del Distretto del Commercio, esprime tutta la sua soddisfazione. “Voglio ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno contribuito al successo di questo bando: Amministrazione, uffici, Distretto del Commercio e naturalmente tutti i commercianti che hanno presentato i progetti. Questo successo dimostra il potenziale e la vitalità dei commercianti locali e insieme guardiamo avanti verso un futuro di opportunità e di crescita continua”.
Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo. “L’ottimo risultato del bando del Distretto Urbano del Commercio di Treviglio, peraltro raggiunto in una fase di grande difficoltà nei consumi, ribadisce la vitalità del commercio del capoluogo della pianura bergamasca e del modello virtuoso del distretto che coinvolge Regione, Comune, Camera di Commercio, Associazioni di categoria e operatori del commercio. Gli investimenti sono basilari per mantenere ed accrescere l’attrattività delle città e il richiamo del commercio e la sinergia tra i diversi attori crea un effetto moltiplicatore a beneficio di tutti”.


Torna lo Sbarazzo, affari nel weekend in 78 negozi e sul Sentierone

Appuntamento nei negozi con gran finale domenica sul Sentierone

Torna l’atteso appuntamento con lo shopping d’occasione a fine saldi: lo “Sbarazzo”. Dopo i successi delle prime 7 edizioni, tanti negozi del Centro cittadino (78 sono i negozi aderenti, di cui 37 anche con il gazebo sul Sentierone) tornano con il doppio sbarazzo: nei negozi le giornate 1 e 2 settembre e gran finale sul Sentierone domenica 3 settembre. Tantissimi articoli in offerta super scontata: un’occasione per tutti i gusti e tutte le tasche nel centro di Bergamo che, per l’occasione, si trasforma in un grande spazio per lo shopping all’aperto. Capi rimasti in magazzino, stock del passato, articoli invenduti, ultimi capi dei saldi: i commercianti aderenti del centro cittadino si “sbarazzeranno” di tutto questo durante il prossimo weekend durante il quale i cittadini potranno invece andare a caccia d’affari o alla ricerca del capo che ancora manca nel proprio armadio.

“Un’iniziativa nata quasi per gioco qualche anno fa è divenuta un appuntamento fisso per il commercio del centro città: lo sbarazzo torna nel centro Piacentiniano e coinvolge oltre 75 negozi dell’area- sottolinea il Sindaco Giorgio Gori-. Il settore vive un momento particolare e delicato, con l’inflazione e l’aumento dei prezzi a ridurre i consumi delle famiglie italiane, l’e-commerce e la digitalizzazione a drenare un numero sempre crescente di acquisti sulle grandi piattaforme online, sottraendo mercato al tessuto commerciale fisico. In questa situazione Bergamo ha dimostrato ancora capacità di resistenza, complice anche il grande lavoro di riqualificazione urbana svolto dall’Amministrazione, la costruzione di iniziative che hanno contribuito a rendere attrattiva la città in questi ultimi anni e il grande impegno delle nostre associazioni di categoria. È chiaro che iniziative come lo sbarazzo possano rappresentare in questo senso un sostegno prezioso per il tessuto commerciale del centro, che nel prossimo fine settimana mette in vetrina non solo la merce invenduta, ma anche tutte quelle attività che hanno deciso di aderire all’iniziativa.”  “Anche per questa edizione lo Sbarazzo si conferma il primo appuntamento importante per la città a conclusione della pausa estiva, segnando la ripresa delle attività che coincidono con il mese di settembre. La numerosa adesione dei commercianti del centro, coinvolti con impegno costante grazie al lavoro dell’Associazione Bergamo Vive, conferma che l’appuntamento è tra i più importanti e attesi sia dagli imprenditori che dal pubblico- commenta Nicola Viscardi, presidente DUC- . Lo Sbarazzo è infatti ormai l’appuntamento fisso con i saldi di fine stagione, sia invernali che estivi, capace di attirare cittadini, visitatori e turisti, in quanto sinonimo di una proposta di qualità e di un evento ben organizzato. Per questo il Distretto Urbano del Commercio sostiene e lavora fianco a fianco con Bergamo Vive, per permettere che eventi come lo Sbarazzo possano diventare capisaldi dell’economia cittadina, capaci di attrarre fruitori nel cuore della nostra città, a vantaggio di tutte le attività del centro di Bergamo e non solo.” “Sicuramente i buoni risultati delle passate edizioni rendono lo Sbarazzo un appuntamento molto richiesto sia dai consumatori che dagli esercenti del Centro di Bergamo- aggiunge  Marco Recalcati, presidente dell’Associazione dei Commercianti del Centro-. A questa 8^ edizione parteciperanno, nei 3 giorni dedicati allo Sbarazzo, 75 negozi di cui alcune categorie che faranno questa esperienza per la primissima volta (gioiellerie ed assicurazioni) ed alcune attività di livello nazionale con punti vendita in Centro a Bergamo a cui è piaciuta questa iniziativa sia dal punto di vista commerciale che di visibilità sul territorio.”

Venerdì 1 e sabato 2 settembre lo Sbarazzo sarà nei negozi aderenti del Centro di Bergamo durante il regolare orario di apertura. Domenica 3 settembre oltre ai negozi dalle 9 alle 18 l’iniziativa si aprirà anche sul Sentierone dalle 9 alle 18.30.  L’evento è organizzato da Bergamo in Centro, l’associazione dei commercianti del centro città, con il supporto e la collaborazione del Distretto Urbano del Commercio e il Comune di Bergamo.

 

 

 


Agosto, più negozi chiusi in città durante la settimana di ferragosto

La chiusura media sarà di una settimana, con punte di dieci giorni. Pochi fortunati si concederanno due settimane dal 13 al 27 agosto, dopo la festa del Santo Patrono

Alla vigilia della partenza delle vacanze anche i negozi di città e provincia si concedono qualche giorno di vacanza. Secondo l’indagine condotta da Ascom Confcommercio Bergamo, la settimana centrale di agosto – dal 13 al 20 – sarà quella con il maggior tasso di chiusure, mentre percentuali più basse si registreranno nella settimana precedente, con punte nel fine settimana e in quella successiva, dal 20 al 27 agosto.

Nella settimana centrale del mese, complice il ferragosto che cade di martedì, in città alta resterà aperto il 90% di bar e ristoranti e l’80% degli altri esercizi; in città bassa la percentuale di aperture sarà più bassa, mentre le zone periferiche rifletteranno i dati delle località non turistiche. Nelle zone turistiche montane e lacustri le attività resteranno aperte al 100%, sia quelle dell’ospitalità che la rete degli esercizi commerciali. Nelle zone non turistiche il 50% delle attività commerciali e il 40% di bar e ristoranti chiuderanno almeno una settimana.

La chiusura media sarà di una settimana, con punte di dieci giorni. Pochi fortunati si concederanno due settimane dal 13 al 27 agosto, dopo la festa del Santo Patrono.

“Continua la tendenza registrata dopo la pandemia, che vede in agosto un aumento delle chiusure di negozi, bar e ristoranti – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Dal 2010 al 2019 registrammo una tendenza opposta con il picco delle aperture per la presenza di molti bergamaschi in città e nei centri principali. Le ragioni del cambiamento sono legate alle ferie dei bergamaschi che dopo la pandemia svuotano maggiormente le città. L’altra motivazione è legata alla cronica assenza di personale che impedisce la turnazione ed obbliga a chiudere per smaltire le ferie dei dipendenti. Fanno eccezione i luoghi turistici. Sulle Orobie e sul lago d’Iseo si prevede un agosto veramente con il botto con tutte le imprese del terziario aperte. Prevediamo inoltre che sia una stagione turistica lunga e che continuerà anche a settembre; solo a fine settembre i negozi, bar e ristoranti delle zone lacustri e montane potranno permettersi di chiudere per prendere qualche giorno di riposo”.