Osterie Slow Food, a Bergamo confermate due “Chiocciole”

un piatto della Trattoria Dentella di Bracca

 

Ha debuttato al Cheese di Bra (Cn) l’edizione 2016 della guida Osterie d’Italia di Slow Food, il volume che racconta la ristorazione italiana di tradizione e di territorio, giunto alla 26esima edizione.

Nella lista delle “Chiocciole”, simbolo attribuito ai locali in particolare sintonia con la filosofia Slow Food per ambiente, cucina e accoglienza, assegnato in totale a 250 insegne, Bergamo ottiene due conferme. Il riconoscimento è infatti andato ancora una volta alla Trattoria Dentella di Bracca e all’Osteria Burligo di Palazzago.

Nella sezione “Formaggi” che raccoglie i locali con un’ottima selezione di prodotti caseari la segnalazione è di nuovo per Dentella, mentre al capitolo “Bottiglie”, che rimarca la presenza di una bella proposta di vini, all’Osteria Burligo si aggiungono il ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo e l’Osteria Al Gigianca di via Broseta a Bergamo.

Queste le anticipazioni emerse in sede di presentazione.

Rispetto al 2015, la guida segnala 146 locali in più, sopratutto in Liguria e a Venezia. Salutando la guida e gli osti presenti, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha definito le osterie «salde espressioni delle passate generazioni e delle nuove originalità dei giovani». «Noi con Osterie d’Italia – ha spiegato – ci siamo impegnati a mantenere alta l’attenzione su questo autentico modo di interpretare la ristorazione, in un momento in cui persino i grandi chef hanno capito che l’alta ristorazione non può essere tale senza la cura della materia prima, il valore aggiunto del territorio, il prezioso sapere delle conoscenze tramandate. La moda passa, una nuova scuola si può imporre, ma le buone pratiche e la cura per la qualità rimangono sempre».

«Rispetto a 25 anni fa oggi è più difficile fare la guida – hanno affermato i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni -. Non è più, infatti, solo un lavoro di ricerca, ma di vera e propria selezione per distinguere cosa è identitario e autentico e cosa non lo è».

Tra le novità, il simbolo della “Chiave” assegnata alle osterie che offrono ospitalità per la notte. Sono inoltre segnalate le osterie accessibili anche ai disabili o disponibili a preparare menù senza glutine, quelle che aderiscono al progetto Alleanza Slow Food dei cuochi, che hanno un orto di proprietà o un menù vegetariano. La selezione Scelti per voi, invece, indica i piatti più significativi della regione e le osterie in cui gustarli.

Per ampliare lo sguardo a tutto il mondo della gastronomia, sono segnalati anche bar e pasticcerie per una sosta piacevole e negozi in cui acquistare prodotti locali di qualità. C’è pure la sezione Oltre alle osterie, con locali di particolare eleganza e legati ai princìpi di Slow Food, ma il cui prezzo è troppo elevato per rientrare nella selezione delle osterie.

I numeri della guida 2016

1.707 Locali segnalati
250 Chiocciole
190 Locali del Buon Formaggio
372 Locali rinomati per i vini
513 Locali con orto di proprietà
458 Locali che propongono un menù vegetariano
282 Osterie con alloggio
146 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2015
380 Collaboratori


Malpaga, una domenica sull’aia tra prodotti tipici e benessere

Per apprezzare tutto il bello della vita di campagna e delle attività green c’è una giornata speciale al Castello di Malpaga (Cavernago – Bg). Si chiama “Aia in verde”. È in programma domenica 20 settembre dalle 10 alle 18 e unisce cibo ed enologia a storia, cultura, fitness e benessere.

Grazie alla presenza dei produttori di Confagricoltura sarà possibile acquistare prodotti tipici ed eccellenze gastronomiche da gustare direttamente in un pic nic o da portare a casa, ma anche vedere le bellezze del Castello colleonesco e del Borgo, fare massaggi nell’area benessere, partecipare a lezioni di yoga nel fossato, fare giri in carrozza e, in collaborazione con l’associazione Aribi, fare un giro in bicicletta nel Parco del Serio.

L’aia sarà allestita con orti e frutteti, balle di fieno e piscine di mais all’interno delle quali i bambini potranno sguazzare.

Insomma, una grande giornata di festa all’aria aperta!

L’ingresso all’aia è gratuito. Le visite guidate al Castello (senza prenotazione dalle 10 alle 18) costano 7 euro per gli adulti, 3 per i bambini da 6 a12 anni e sono gratuite per i bambini fino a 5 anni.


Fungolandia compie 10 anni. Ricco il cartellone di eventi

mostra_2007Dal 5 al 13 settembre ritorna l’appuntamento con Fungolandia, la sagra del fungo in Val Brembana che coinvolge gli undici paesi di Altobrembo (Averara, Cassiglio, Cusio, Mezzoldo, Olmo al Brembo, Ornica, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Santa Brigida e Valtorta). La Sagra compie 10 anni e per l’occasione propone un ricco programma di appuntamenti alla scoperta dei funghi della Valle. L’apertura ufficiale della rassegna si terrà il 4 settembre all’Infopoint di Olmo al Brembo con l’inaugurazione della Mostra del Fungo della Valle Brembana, curata dell’Associazioni Micologiche di Missaglia e di Agrate Brianza. L’esposizione sarà aperta ai visitatori durante i due weekend di Fungolandia, che quest’anno avrà come novità assoluta un’Area vendita di funghi, tartufi e materiale specializzatoA dare il via vero e proprio alla rassegna, sabato 5 settembre, l’escursione Alla scoperta del mondo dei funghi, appuntamento con i micologi che si ripeterà ogni giorno, fino al 13 settembre, per imparare a riconoscere e determinare le varie specie di funghi. Non mancheranno interessanti incontri tematici tra cui Cucinare e conservare i funghi il 6 settembre a Piazza Brembana e l’11 settembre a Santa Brigida e il grande convegno I funghi, un bene del territorio da consumare in sicurezza il 9 settembre a Piazza Brembana. Imperdibili gli appuntamenti culinari e le dimostrazioni di cucina come La Prova del Fungo, domenica 6 settembre a Piazza Brembana: sul format de La Prova del Cuoco, una gara dimostrazione di cucina a squadre in cui anche il pubblico verrà coinvolto nella preparazione di piatti a base di funghi. Seguiranno attività di cucina a tema tutti i giorni infrasettimanali con Chef all’Opera, presso alcuni ristoranti associati di Altobrembo e non mancheranno momenti di degustazione come Assaggi delle varie specie di funghi il 12 settembre a Olmo al Brembo e la cena itinerante Funghi nel Borgo la sera del giorno stesso a Ornica.

Appuntamenti suggestivi e di divertimento saranno Happy Hour e Concerto in Quota “Il suono sublime degli ottoni”, sabato 5 settembre alle Torcole di Piazzatorre; Happy Fungo con Musica Live “Non potho reposare”, mercoledì 9 settembre ad Averara lungo l’Antica Via Porticata, una serata alla scoperta dei sapori locali in una location di grande fascino storico; e Aperitivo in Riva al Lago sabato 12 settembre a Cassiglio, per un appuntamento nella natura tra momenti di relax e degustazione. Tra le proposte serali di qualità, la Serata a lume di Candela, sabato 5 settembre a Valtorta, un suggestivo percorso alla scoperta delle tracce del passato nel bellissimo centro. Serata Montagna Slow, domenica 6 settembre a Piazza Brembana, un appuntamento tra proiezioni sulla montagna vincitrici di Orobie Film Festival in collaborazione con Slow Food. E la Notte Nera, venerdì 11 settembre a Cusio, un viaggio tra storie e racconti di paura in una notte buia di segreti e misteri. In programma anche molti appuntamenti alla scoperta delle ricchezze culturali, tradizionali e naturalistiche locali e una grande varietà di proposte per gli amanti delle passeggiate in montagna. Non mancheranno mercatini di artigianato e prodotti locali che faranno da cornice al programma del primo weekend di Fungolandia a Piazzatorre sabato 5 settembre e a Piazza Brembana domenica 6 settembre, dove si terrà una grande giornata di attività a tema, giochi, intrattenimento e cultura, tra cui Non solo funghi…nuove delizie brembane, un convegno-degustazione sulle nuove produzioni locali: mele, mais e zafferano. Il secondo weekend, mercatini serali a Olmo al Brembo sabato 12 settembre, serata in cui si terrà anche uno spettacolo teatrale e uno spettacolo piromusicale, e a Mezzoldo domenica 13 settembre, durante la giornata di chiusura della rassegna. Durante Fungolandia, Altobrembo propone menu e aperitivi a base di funghi e prodotti locali nei ristoranti e nei bar aderenti all’iniziativa.

Info: www.fungolandia.it


Bergamo “capitale” europea della Gastronomia. «La ristorazione una carta su cui puntare»

Nel Padiglione Lombardia di Expo l’annuncio dell’assegnazione del titolo di Regione Europea della Gastronomia alla Lombardia Orientale. Presenti per Bergamo il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti ed il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Roberta Garibaldi dell’Università cittadina è la coordinatrice scientifica del progetto

 

Il dopo Expo di Bergamo parlerà ancora di cibo. È di questi giorni infatti l’assegnazione alla Lombardia Orientale del titolo di Regione Europea della Gastronomia per il 2017, che sarà ufficialmente conferito il prossimo 29 settembre proprio nell’ambito della manifestazione milanese, a segnare, se vogliamo, un simbolico passaggio di testimone verso una nuova sfida.

La nostra provincia si è infatti “alleata” con Brescia, Cremona e Mantova – unite da obiettivi ma anche caratteristiche comuni – per un progetto di  valorizzazione integrata dei temi legati al food e alla sostenibilità, che ha conquistato il favore della giuria internazionale di esperti indipendenti, selezionati dai membri di Igcat, Istituto Internazionale per la Gastronomia, Cultura, Arte e Turismo, che coordina e gestisce la competizione.

Insieme alla Lombardia Orientale, nel 2017 potranno fregiarsi del titolo la regione centrale della Danimarca che fa capo ad Aarhus e quella di Riga-Guja, in Lettonia, mentre per il 2016 i vincitori sono stati la Catalogna e il Minho (Portogallo).

L’Award è stato concesso al termine di un processo di valutazione iniziato nel 2014 ed è il frutto di una partnership composta da Regione Lombardia, i Comuni di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, le Camere di Commercio di Bergamo e Cremona e l’Università di Bergamo come coordinatore scientifico. A guidare lo staff  di progetto, la professoressa Roberta Garibaldi, direttrice del CeSTIT, Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio della nostra Università.

Professoressa Garibaldi, il titolo di Regione Europea della Gastronomia suona bene, ma cosa significa in concreto per le aziende e gli operatori dell’area food?

«È un’occasione di promozione per i nostri territori e per le aziende, per dare un’identità più forte all’area sui temi del cibo e dell’enogastronomia. Sarà una vetrina per le eccellenze, che sono tante, ma spesso non così percepite all’esterno».

In effetti, i luoghi cult della gastronomia italiana nell’immaginario straniero sembrerebbero altri…

«Eppure nell’area interessata il patrimonio è vastissimo. Va dai prodotti certificati Dop, Igp e tradizionali ai vini Doc, Docg e Igt, dai presidi Slow Food ai 23 ristoranti insigniti della stella Michelin, senza dimenticare le strade del vino (8 delle 12 presenti in tutta la Lombardia) e i centri di musealizzazione della civiltà contadina e gli ecomusei. Il progetto vuole proprio mettere a sistema tutto questo e arrivare a caratterizzare più fortemente il territorio, creando attrazione».

Cosa vorrà dire vivere in una capitale della gastronomia?

«Sarà una benefica operazione culturale, un anno ricco di eventi, attività ed iniziative che di certo risulterà interessante per gli appassionati di cibo. Che sono tanti. Basti pensare che più di 29 milioni di italiani si definiscono “appassionati”, ovvero persone a cui piace informarsi e parlare di cibo, secondo la recente ricerca del Censis presentata a Expo».

Perché il cibo è diventato una leva così importante per l’attrattività turistica?

«Perché il turista vuole vivere esperienze, entrare in contatto con gli aspetti culturali del territorio che visita, vuole leggerne l’identità. Il cibo in questo senso è un mezzo molto diretto ed efficace, nel cibo ci sono origini, storie, processi, prodotti. Che sia importante lo dicono, del resto, le indagini quando affermano che la possibilità di gustare buoni piatti e prodotti è una delle variabili che pesano nella scelta di una destinazione. E lo conferma la spesa di tutto ciò che è enogastronomia da parte dei turisti. Se l’Italia è riconosciuta numero uno al mondo per patrimonio artistico e culturale, l’abbinamento al cibo è in grado di dare una marcia in più».

Quali sono le carte migliori che Bergamo può giocare nel progetto di Regione Europea della Gastronomia?

«La ristorazione e poi le produzioni, a cominciare dai formaggi, per i quali può vantare il primato di provincia con più Dop, nove. Ma anche l’acqua».

Abbiamo già qualche caso interessante di valorizzazione?

«I circuiti InGruppo e 035 creati dai ristoratori sono esempi attivazione di reti che stanno dando buoni risultati. Possono essere considerati delle best practice».

Sono stati misurati, in altre aree, gli effetti del titolo di Regione Europea della Gastronomia?

«Le prime regioni a fregiarsi del riconoscimento saranno Barcellona e il Minho in Portogallo, l’anno prossimo. Ciò che si può dire al momento è che molti dei territori che partecipano al programma sono già stati Capitale europee della Cultura, hanno perciò già visto i risultati di manifestazioni e progetti che si basano sulle reti e le sinergie, ne hanno verificato l’utilità e il valore e per questo sono pronti a proseguire anche su questo nuovo versante del cibo».


Tra Astino e Città alta, visite guidate al sapore di montagna

foto Matteo Zanga

Camminare in città con il gusto dell’escursione in montagna. È la singolare accoppiata che offrono i percorsi turistico-gastronomici proposti da “Forme – Bergamo capitale europea dei formaggi”, il progetto patrocinato dalla Camera di Commercio e attuato dall’associazione San Matteo – Le Tre Signorie per valorizzare in occasione dell’Expo le produzioni casearie della provincia, tra cui si contano ben nove Dop.

Dal 21 di giugno al 25 ottobre sono proposte dieci uscite lungo un itinerario tra il monastero di Astino e Città alta, in compagnia non solo di guide turistiche che illustrano i luoghi storici e le bellezze artistiche, ma anche di istruttori di nordic walking, la salutare disciplina della camminata con i bastoncini. E per rifocillarsi è prevista la sosta in un ristorante (a rotazione) per la “Colazione dell’Alpeggiatore”, con la degustazione di uno dei formaggi Principi delle Orobie (Bitto Storico, Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, Branzi FTB, Strachítunt Val Taleggio, Stracchino all’antica delle Valli orobiche, Agrì di Valtorta e Formaggi di capra orobica). L’iniziativa è infatti realizzata in collaborazione con la Comunità delle Botteghe di Città Alta, oltre che con il Gruppo Guide Turistiche Città di Bergamo e gli istruttori di Nordic Walking.

«Bergamo è arte, cultura, natura e storia – dice Francesco Maroni, presidente dell’associazione San Matteo-Le Tre Signorie – ma vuol dire anche sapori d’eccellenza, quelli dei nostri formaggi. Con questi itinerari abbiamo voluto legare in un’unica esperienza tutti questi valori: il turista conoscerà la straordinaria ricchezza artistica di Astino e Città Alta, magari luoghi meno conosciuti ma di altrettanto fascino, e poi altri gioielli, quelli caseari delle nostre valli. Il tutto legato da una sana camminata lungo vicoli e percorsi antichi, accompagnati da guide esperte. In questo modo arte, cultura, sport e gastronomia si fondono con l’unico obiettivo di far vivere un’esperienza turistica a 360 gradi».

I percorsi proposti sono due, con partenza o dal Monastero vallombrosano di Astino o da piazza Vecchia in Città Alta, il primo più impegnativo perché prevede un cammino in salita, più facile il secondo perché in discesa. Durante la camminata si potranno conoscere in modo approfondito il monastero di Astino, porta Sant’Alessandro, piazza Mascheroni e il Fontanone. Queste le date delle uscite la maggior parte diurne, alcune serali nei mesi più caldi: 21 giugno, 5 e 19 luglio, 2 e 30 agosto, 13 e 27 settembre, 4, 18 e 25 ottobre.

Per prenotazioni è possibile inviare una mail a: lebotteghedibergamoalta@gmail.com entro le 18 del venerdì che precede l’appuntamento scelto.

La quota di partecipazione è di 8 euro, viene raccolta in loco prima della partenza e comprende: lezione introduttiva al nordic walking e noleggio dell’attrezzatura, visita guidata di Città Alta e Astino, degustazione dei Formaggi Principi delle Orobie. La durata è di circa tre ore.

Ecco i dettagli

orari- itinerari progetto forme


Lovere, i piatti e i dolci da provare

Perdersi tra le piccole stradine di Lovere è un vero piacere, al pari di una passeggiata sul classico lungolago. Nel piccolo borgo sono molte le opportunità di svago, come pure le piccole botteghe dove è possibile acquistare prodotti locali. In particolare, nei panifici è facile trovare una focaccia dolce tipica della valle Camonica: la Spongada. La vicinanza con le diverse valli si può percepire da diversi dettagli, anche quindi dalle specialità gastronomiche. I buongustai possono scoprire Lovere attraverso alcune golose preparazioni celebrate in occasione della sagra “Sapori d’ottobre”, organizzata dalla Pro Loco. Tra le proposte spiccano tre preparazioni tipicamente loveresi, ognuno con una storia che vi raccontiamo

Giuseppe Speranza

Il cuoco delle “sagre” che ha rilanciato il “Manzo alla moda di Lovere”

Giovanni Speranza ridGiuseppe Speranza abita a Castro e, nel corso della sua vita, si è sempre speso per la comunità: dall’attività calcistica alla promozione turistica e locale, operando all’interno dell’Associazione Pro Loco sia di Castro che di Lovere. È una di quelle persone molto conosciute in paese e che ora, raggiunti gli 81 anni, ha molto da raccontare. «Ho lavorato all’interno dell’industria siderurgica locale – spiega Speranza –, ma grazie alla mia attività calcistica e a precedenti lavori, ho avuto la possibilità di viaggiare un poco. Per questo motivo ho avuto l’opportunità di appassionarmi alla cucina». Questa passione lo ha portato dietro le quinte delle varie sagre popolari ad aiutare i cuochi che venivano chiamati a cucinare. «Ho pian piano appreso fino a quando – spiega ancora Speranza – mi son dedicato alla formazione, partecipando a diversi corsi di cucina”».

Ecco allora che Beppe diventa lo chef delle feste, collaborando a diverse sagre e feste popolari con i suoi golosi e sfiziosi menù.

Tra i tanti piatti proposti, è curioso il Manzo alla Moda di Lovere. «Quando nel 2008 è iniziata la festa della Pro Loco – dice Giuseppe – abbiamo fatto una ricerca storica rispetto all’esistenza di piatti tipicamente loveresi. Nella Storia sul bacino del lago d’Iseo, di Gabriele Rosa, si può leggere che a Lovere verso la fine del XVIII secolo si serviva un piatto a base di manzo, cipolla e sidro con contorno di polenta». Per questo motivo il piatto è stato preso in considerazione dalla Nuova Pro Loco e proposto alla sagra dei “sapori d’Ottobre”.

Il taglio di carne utilizzato è il cappello del prete che viene tagliato a bocconcini, passato leggermente nella farina bianca e messo a rosolare in olio extravergine di oliva e poco burro. Subito dopo si aggiunge la birra. Si procede alla cottura a fuoco basso per 1 ora. In un’altra padella si fa scottare la cipolla, per evitare che la più lunga cottura necessaria alla carne la disintegri totalmente, la si unisce alla carne e si fa cuocere il tutto ancora per 15/20 minuti. In ultimo si può aggiungere un poco di sidro oppure di vino bianco.

Questa è la ricetta di Beppe: «L’abbiamo riconsiderata al fine di rilanciare i piatti della tradizione gastronomica loverese». È possibile assaggiare questo piatto in occasione della sagra “Sapori d’Ottobre” che si svolge tutti gli anni ad inizio ottobre.

Bar Centrale

Quelle “Tagliatelle all’oscarino” che esaltano il pesce di lago

Giorgio Beltrami ridLe Tagliatelle all’oscarino nascono dalla fantasia e dall’intraprendenza di Giorgio Beltrami, titolare e chef del Bar Centrale di Lovere. Beltrami conduce il locale (la cui attività risale al 1881) da 40 anni. Attualmente è affiancato nella gestione dai figli Marco e Laura. Dal 1998, in una sala del bar, si riunisce il comitato organizzatore del festival internazionale del cortometraggio di Lovere: Corto Lovere. Fino al 2006 il festival stesso si chiamava l’Oscarino di Lovere.

«Nel 2004 dovevo cucinare per la serata di gala per i premiati del festival – racconta Beltrami -. C’erano persone da tutto il mondo e ho pensato di cucinare qualcosa che avesse a che fare con il pesce d’acqua dolce, del nostro lago appunto». Il primo piatto è nato proprio così. Vanta quindi una storia recente.

Questo piatto si può gustare durante la sagra “Sapori d’Ottobre” oppure presso lo stesso Bar Centrale, che lo propone in carta tutto l’anno. Gli ingredienti sono semplici ed essenziali, proprio come questo piatto: tagliatelle fresche all’uovo, pomodoro ciliegino, scalogno tritato, filetti di salmerino e di persico, capperi, olive del Sebino, prezzemolo e olio extravergine di oliva.

«Inizio con il far soffriggere lo scalogno e i capperi – spiega lo chef – poi aggiungo i pomodori e faccio cuocere il tutto per circa 10 minuti. Unisco quindi le olive e i filetti tagliati grossolanamente facendoli poi cuocere per pochi minuti. Infine aggiungo una bella manciata di prezzemolo fresco tritato. Nel frattempo lesso le tagliatelle che, una volta pronte, faccio saltare in padella con il sugo».

È un piatto davvero semplice, ma dai dettagli da scoprire e considerare: dalle olive locali, piccole e molto saporite, ai filetti di persico e salmerino cucinati quasi interi, permettendo così di assaporare e gustare al meglio il pesce di lago. Semplicità ed equilibrio.

Pasticceria Wender

Non solo “La Loer”, in vetrina anche i biscotti Baci e Pulintì

Pier Luigi Vender ridLa pasticceria Wender si trova nella pittoresca piazza di Lovere e, per i loveresi, rappresenta una vera autorità quando si parla di arte pasticcera. È nata nel 1929 dal volere di Luigi e Giuseppe, entrambi pasticceri. Attualmente l’attività è condotta da Pier Luigi Vender, figlio di Luigi. «Nonostante il mio cognome inizi con la “V”, la scelta di mio padre e mio zio era stata quella di chiamare la pasticceria Wender, con la “W” per sottolineare il fatto che fossero in due – spiega Pier Luigi -. Mio zio, nel 1977 ha lasciato l’attività e quindi la mia famiglia ha continuato. Ho 5 sorelle, che hanno scelto altre strade lavorative, quindi mi sono specializzato io nell’arte pasticcera nonostante la contrarietà di mio padre».

E dai risultati sembra che Pier Luigi abbia fatto una buona scelta nel continuare! Diverse sono le produzioni della pasticceria, da quelle tradizionali ad alcuni prodotti specifici studiati per la promozione territoriale. Ecco due tipologie di biscotti nati nel locale loverese: i Pulintì, soprannome anche dei loveresi, preparati con l’utilizzo di farina di mais e gocce di cioccolato, dei frollini che all’assaggio regalano una piacevole sensazione croccante data dall’utilizzo della farina di mais; i Baci di Lovere, frollini normali, oppure a base di cacao, con all’interno uno strato di cioccolato fuso fondente.

Da sottolineare la produzione della torta La loer, ricetta della Nuova Pro Loco locale. «È preparata da tutte e tre le pasticcerie di Lovere – spiega Pier Luigi – ed è nata in seguito ad un concorso indetto nel 2011 dalla Pro Loco; al concorso avevano presentato circa 15 dolci che sono stati valutati da una giuria formata dai pasticceri e altri membri». Èuna torta da forno molto semplice a base di mais e nocciole. L’utilizzo del mais è motivato dal fatto che esso sembra sia stato importato in terra bergamasca per la prima volta da Pietro Gaioncelli nel 1636 e sia stato poi impiantato nella vicina Costa Volpino. Le colline che sovrastano Lovere invece sono coperte da noccioli selvatici. È una torta senza creme, adatta anche al trasporto da parte del turista in visita al borgo.


La Valle Imagna mette in mostra i suoi sapori

formaggio - tesoro della brunaNel fine settimana dal 5 al 7 giugno la Valle Imagna mette in mostra i suoi gioielli gastronomici con “Valle Imagna in Gusto” che vede fianco a fianco come promotori l’Associazione di imprenditori Isot, la cooperativa agricola Il Tesoro della Bruna, la rete Agrimagna, il Comune di Corna Imagna, la Comunità montane e il Centro studi Valle Imagna.

Si comincia venerdì 5 giugno (ore 20.30 nella sala della Comunità della Parrocchia di Corna Imagna) con la presentazione del libro “Cibo e identità locale” edito dal Centro Studi Valle Imagna, studio articolato sui processi virtuosi innescati in sei distretti lombardi grazie alla riscoperta dei prodotti tipici dell’enogastronomia. I sei campioni sono la perla locale, ossia lo stracchino all’antica di Corna Imagna, il mais Spinato di Gandino, il grano saraceno di Teglio, il vitigno urbano Pusterla di Brescia, l’asparago di Mezzago e il bitto della Val Gerola. La serata farà incontrare gli autori – Stella Agostini, Michele Corti e Sergio De la Pierre – e i rappresentanti dei comuni da cui provengono le eccellenze e sarà seguita dalla degustazione dei prodotti caseari del Tesoro della Bruna.

Sabato 6 giugno sarà la volta della cena in piazza “Sapori e saperi di Valle”, sempre a Corna Imagna, dalle 19, a cura dei ristoratori di Corna Imagna, Isot e Agrimagna. Il menù si apre con salumi tipici e formaggi, prosegue con il primo piatto preparato dal ristorante Salvi, gnocchetti di pa e paruk e fonduta de strachì, le costine in cgausset del ristorante La Roncaglia accompagnate dalla polenta rimestata con la forza delle pedalate grazie ad un’originale e coreografica attrezzatura, per finire con il dolce. Il costo è di 15 euro per gli adulti e 7 euro per i ragazzi sotto i dieci anni. Sono compresi i vini, delle cantine Ca’ Verde e Oikos, pane, caffè e un simpatico gadget (è consigliata la prenotazione a agrimagna@gmail.com). Ci saranno anche balli e musica e lo schermo gigante per seguire la finale di Champions League tra Juventus e Barcellona.

Domenica 7 giugno sarà la volta del mercato agricolo di Agrimagna (dalle 9 alle 13 nella piazza di Corna Imagna) e dei festeggiamenti, alle 11, per i cinque anni di vita della cooperativa Il Tesoro della Bruna, che ha unito i produttori e rilanciato le specialità preparate con quello che viene identificato come un autentico tesoro, il latte delle mucche di razza bruno alpina. La celebrazione vedrà la partecipazione delle autorità, tra cui è atteso anche il ministro Maurizio Martina.


Pasticcini o piatti salati? Gotti lascia di stucco i piccoli MasterChef

Lo chef bergamasco Francesco Gotti continua a stupire in tv. Dopo aver preparato qualche anno fa una frittata perfetta ad occhi bendati sul palcoscenico di “Italia’s got talent”- conquistando il plauso convinto dei giurati Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi – ha lasciato a bocca aperta i piccoli concorrenti di Junior MasterChef. Nell’ottava puntata, andata in onda ieri sera su Sky, l’executive del Bobadilla di Dalmine e manager della squadra Junior della Nazionale Italiana cuochi ha presentato in trasmissione quello che sembrava un bel vassoio di paste mignon, che al palato si sono invece rivelati veri e propri piatti salati.

Gotti MasterChef (1) Gotti MasterChef (2)Da qui è nato lo spunto per la sfida tra gli aspiranti chef, quella a creare piatti salati che sembrassero dei dolci. Le loro proposte, realizzate in un’ora, sono andate dallo stecco gelato di tartare di ricciola al tiramisù con melanzane, al gelato salato con crema al basilico e alla barbabietola, alla finta colazione con vellutata di funghi servita in tazza e biscotti al parmigiano.

Dell’arte di ingannare i sensi a tavola, presentando piatti e prodotti che alla vista appaiono consueti ma al gusto si rivelano tutt’altro, Francesco Gotti è un vero esperto, tanto da racchiudere le sue creazioni nel libro “Pensavo fosse… invece è! Giochi di percezione nel gusto”, realizzato con l’Accademia del Gusto dell’Ascom e pubblicato dalla Rassegna nel 2008.

La puntata di Junior MasterChef, che ha selezionato i semifinalisti, ha visto in scena anche un altro chef bergamasco. Lo stellato Giancarlo Morelli del Pomireau di Seregno, che ha dispensato consigli per la prova in esterna.

Gotti MasterChef (4) Gotti MasterChef (3)

le fotografie sono dell’Unione Cuochi Regione Lombardia


A Bergamo l’inventore del sushi gelato

Filippo Novelli - campione del mondo gelateriaUn altro campione della gelateria sfila a Bergamo e presenta il suo lavoro. Dopo Leonardo Ceschin, a Expo Gelato arriva Filippo Novelli che con Ceschin stesso (ospite lo scorso venerdì), Francesco Falasconi, Ernst Knam e Pierpaolo Magni come team manager, si è aggiudicato la Coppa del Mondo della Gelateria nel 2012.

Torinese, diploma all’istituto alberghiero, esperienze internazionali, Novelli ha ideato e sviluppato nel 2014 il gelato che l’ha reso noto in tutto il mondo della gelateria: il gelato di sushi e sashimi, connubio tra il gelato e la cucina nipponica che unisce l’estetica orientale, fatta di precisione, colori accesi e armoniosi, con un prodotto squisitamente italiano come il gelato artigianale.

Nella ricetta del suo sushi sono compresi ingredienti come il riso, il cardamomo, lo zenzero, il sakè, il tè verde, mentre il tonno, che siamo abituati a veder adagiato su un letto di riso, è ricreato con gelèe di lamponi, l’alga nori con pasta da zucchero nera.

Novelli è anche andato oltre. Recentemente ha infatti creato il Sushi 2.0, ovvero la variante con il gelato gastronomico, che unisce, per esempio, il sorbetto al cioccolato con il cipollotto e le uova di salmone.

Il campione si esibirà giovedì 4 giugno dalle 17.30 alle 19 nel Lab di ExpoGelato (chiostro di Santa Marta – piazza Matteotti, angolo via Crispi) in uno degli showcooking proposti dalla manifestazione che fino al 30 giugno mette in mostra le aziende della filiera (in cui Bergamo rappresenta un’eccellenza), fa incontrare i protagonisti del settore e offre la possibilità di gustare il gelato preparato ogni giorno fresco nel laboratorio a vista.


San Pellegrino, la birra artigianale bergamasca “fa 13”

Cinque giorni per degustare oltre 40 birre alla spina o in bottiglia. Sono i numeri della quinta edizione di BeerGhèm, la rassegna dedicata alla birra artigianale prodotta in Bergamasca organizzata dal birrificio Via Priula di San Pellegrino in collaborazione con La Compagnia del Luppolo.

L’appuntamento è nel centro di San Pellegrino per un lungo ponte brassicolo – dal 29 maggio al 2 giugno – che permetterà di conoscere un mondo sempre in fermento, dove si affacciano nuove birre e nuove realtà produttive. I birrifici partecipanti sono 13: Via Priula di San Pellegrino Terme, Valcavallina di Endine Gaiano, Endorama di Grassobbio, Del Lago di Sarnico, Kaos di Grumello del Monte, Della Ghironda di Brusaporto, Hop Skin di Curno, Birra Orobia di Gorle, Otus di Seriate, Dom Byron di Clusone, AR Brewing di Nembro, Elav di Comun Nuovo e il più giovane Lemine di Almenno San Salvatore.

La formula prevede l’acquisto del bicchiere (3 euro) e di gettoni per gli assaggi (2 euro). Sarà anche allestito un beershop per l’acquisto delle birre in bottiglia dei birrifici presenti da portarsi a casa. C’è anche la cucina, a cura di Pier Milesi del ristorante Bigio e dalla Birreria Via Priula . Venerdì 29 maggio la rassegna è aperta dalle 18 alle 24, da sabato al martedì dalle 11 alle 24.

Tra gli eventi collaterali, sono in programma quattro serate di musica dal vivo: si inizia venerdì 29, giorno di apertura ufficiale, con i Trio of a Kind mentre sabato 30 si potrà assistere alla performance del gruppo S.O.S. Save Our Soul, con la collaborazione di NDS Music di Treviglio. Domenica 31 saranno di scena gli Atomic Clock Radio, cover band 70’s e lunedì primo giugno spazio alla musica di Diego Deadman Potron.

Per gli aggiornamenti c’è la pagina Facebook BeerGhèm