Natale, “consumatori molto cauti negli acquisti”

regali-natale.jpgSi prospetta un Natale con un po’ meno regali e con una spesa procapite inferiore rispetto allo scorso anno. Secondo la consueta analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio emerge che ogni famiglia spenderà 1.331 euro da tredicesima, il 3,1% in più rispetto allo scorso anno, non per i regali ma per casa, per viaggi e per rimettere in sesto il bilancio familiare. Per i regali in senso stretto è prevista una spesa pro capite di 164 euro (166,1 nel 2015). «C’è molta cautela nel fare acquisti – afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Con l’effetto della tredicesima le nostre famiglie avranno un po’ più di reddito disponibile, ma lo useranno non tanto per i regali in senso stretto, la cui spesa dovrebbe essere in linea con quella dello scorso anno, quanto piuttosto per le spese per la casa, per gli alimentari e per le vacanze. Il clima di fiducia è in discesa e questo porta le famiglie a risparmiare. Ci sono alcuni settori che vanno meglio di altri, ma in genere la gente è attenta e, per esempio, nel settore dell’abbigliamento sia i negozianti che i consumatori attendono i saldi. Nel solo mese di dicembre abbigliamento calzature hanno avuto una perdita del 12% rispetto allo scorso anno, mentre volano gli acquisti on line, soprattutto da parte dei giovani. I nostri negozi sono diventati per loro solo una vetrina espositiva, dove si vede il prodotto, si prova, si scelgono i colori, ma non si compra».

Da un’analisi di Ascom Confcommercio Bergamo risulta che alcuni settori soffrono più di altri; tra questi il comprato dell’abbigliamento e delle calzature che spera in una ripresa nei giorni antecedenti il Natale e con i saldi invernali. Natale sottotono anche per i negozi di elettrodomestici, non tanto per il calo delle vendite, quanto per la diminuzione del budget che non va oltre i 100 euro. Poco vivaci i consumi nei negozi dei fioristi, dove l’articolo più richiesto è il centrotavola con un budget dai 15 ai 20 euro. Per il settore alimentare è presto fare previsioni, in quanto la corsa ai regali e agli acquisti avviene solitamente pochi giorni prima del Natale. La settimana prossima sarà decisiva, specialmente per comporre i classici cesti. Segnali positivi giungono dalle librerie e cartolerie, che stanno lavorando bene, soprattutto le insegne che organizzano eventi. Tra gli articoli più venduti: i libri e le agende, in particolare in pelle e tascabili. Il budget va dai 25 ai 40 euro, con punte di 100 per le agende fiscali e articoli di maggior pregio. Buono è anche il riscontro nel settore della ristorazione, dove arrivano prenotazioni per il pranzo di Natale e l’effetto aeroporto si fa sentire. Per Natale alcuni ristoranti sono già al completo e grazie agli stranieri crescono le presenze per la Vigilia. Non tramonta neppure la voglia di acquistare e regalare gioielli e orologi, con un attenzione al prezzo. Gli acquisti risultano ponderati e consapevoli, con una crescente attenzione a dettagli e qualità.


Immobili e nuda proprietà, anche a Bergamo cresce la domanda

immobilott14.jpgNecessità e difficoltà economiche da un lato, vantaggi e opportunità dall’altro. È la doppia faccia della nuda proprietà, che fotografa lo spaccato sociale del nostro Paese. Una modalità che consente ai proprietari di avere liquidità derivante dalla cessione dell’immobile, pur continuando a vivere nell’appartamento per il resto della propria vita, e a chi vuole investire nel “mattone” di acquistare immobili a prezzi inferiori a quelli di mercato. Secondo il Centro Studi di Casa.it (www.casa.it), a livello nazionale nel 2016 resta alto l’interesse per l’acquisto di abitazioni con questa formula, con la domanda cresciuta negli ultimi tre anni in media del +35%. Stabile invece il numero proprietari che decidono di mettere in vendita l’abitazione con la nuda proprietà. Per quanto riguarda in particolare la Lombardia, la domanda è cresciuta del +38%. In dettaglio, nel 2015, secondo l’elaborazione effettuata sui dati dell’Agenzia delle Entrate-OMI, la Lombardia è prima per compravendite di abitazioni in nuda proprietà (3.622), pari al 16,8% del totale nazionale. Un dato in leggera crescita (+3,5%) rispetto al 2014. Le compravendite aumentano nelle province di Mantova del +27,6% rispetto al 2014 (156 compravendite), di Como del +21,7% (227), di Pavia del +17,5% (220) e, seppure in modo più contenuto, di Lodi del +4,8% (65), di Milano del +4,6% (1.432) e di Bergamo del +4,4% (470). Calano invece a Sondrio del -26,3% (71), a Lecco del -18,2% (94), a Cremona del -11,7% (112), a Brescia del -1,5% (473) e a Varese del -0,9% (301).

Ma quali sono le motivazioni che spingono i proprietari a vendere la propria abitazione in nuda proprietà? Sono diverse e toccano sia la sfera socio-economica che quella personale. Chi decide di mettere in vendita la sua casa con la formula della nuda proprietà, nel 70% dei casi lo fa perché, trovandosi in difficoltà economica, ha la possibilità di avere liquidità immediata per mantenere un certo tenore di vita, nel 22% dei casi per far fronte ad esigenze legate all’avanzare dell’età o per sostenere i figli nell’acquisto della casa, e l’8% dei casi, non avendo eredi, decide di regalarsi una sorta di “pensione integrativa” per migliorare la qualità della propria vita.

L’identikit del “nudo proprietario”

Prevalentemente uomo (60%), ha in media un’età vicina ai 70 anni, vive nelle grandi città, è nel 60% dei casi solo (celibe/nubile – separato/divorziato- vedovo) e offre un’abitazione fra gli 80 e i 100 mq, soprattutto localizzata nelle aree centrali e semicentrali.

Il rapporto tra età del venditore e valore dell’immobile

Il valore di un immobile in nuda proprietà cambia in rapporto all’età del venditore. Se il venditore appartiene alla prima fascia di età (45-50 anni), lo sconto percentuale rispetto al valore di mercato sarà circa del 75%, mentre se il venditore appartiene alle ultime fasce di età lo sconto per il compratore si riduce tra il 25% e il 10% se il proprietario ha oltre 80 anni.

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Creattiva, tutto quello che c’è da sapere per vivere la festa delle arti manuali

È la Fashion Marathon la novità della 17esima edizione di Creattiva, la manifestazione della Promoberg dedicata al mondo delle arti manuali in programma dal 6 al 9 ottobre alla fiera di Bergamo. Si tratta di un appuntamento dedicato agli stilisti emergenti – 16 per la precisione, selezionati nelle scorse settimane – che si contenderanno la palma del migliore designer di moda realizzando un capo di abbigliamento durante Creattiva. La competizione vivrà il suo momento più emozionante la domenica, con la sfilata in passerella degli abiti e la proclamazione dei vincitori.

Intanto, la versione autunnale fa registrare il tutto esaurito sui 17mila metri quadrati dell’esposizione, con l’ennesimo record di imprese presenti, arrivate a quota 300. Tra le 14 regioni rappresentate, quella più numerosa è come sempre la Lombardia, con 164 espositori, 59 dei quali (è la truppa più numerosa) targati Bergamo, seguita da Milano (45 imprese) e Lecco (18). Al Veneto la piazza d’onore delle regioni italiane, con 38 imprese, la maggior parte delle quali (15) arrivano dalla provincia di Vicenza. Diciannove invece le imprese straniere, in rappresentanza di 9 nazioni europee, con Francia (7 imprese) e Spagna (5 imprese) in primis.

Ad attendere le decine di migliaia di appassionate provenienti da tutta Italia e in parte anche dall’estero (57mila le presenze registrate un anno fa), tutto quanto di meglio possa offrire la filiera delle arti manuali, in una sorta di grande parco dei divertimenti della creatività. A Creattiva regnano infatti la fantasia e la passione e l’unica cosa che conta è la voglia di mettersi in gioco, realizzando con le proprie mani una serie infinita di oggetti originali. Dalla bigiotteria al ricamo, dal patchwork alle decorazioni, dal cake design agli oggetti country, passando per i vari découpage, composizioni floreali, stitchery, trompe l’oeil, stencil, twist-art, candele, stamping e tanto altro ancora.

Sommando alle 16 edizioni allestite sinora alla Fiera di Bergamo, quelle andate in scena a Napoli e Bari, Creattiva ha visto sinora la partecipazione di 735mila persone e di 3.700 imprese, con un numero crescente di arrivi dall’estero. Numeri destinati a incrementarsi ulteriormente con l’imminente debutto sulla piazza più significativa per chi fa business nel nostro Paese: Milano. Dal 18 al 20 novembre, Creattiva sarà protagonista all’interno di The Mall, location esclusiva situata nell’area di Porta Nuova trasformata dal progetto di riqualificazione più importante d’Europa che, unendo le storiche aree milanesi di Varesine, Garibaldi, Repubblica e Isola, ha disegnato il nuovo cuore di Milano e reso inconfondibile lo skyline del capoluogo meneghino.

Creattiva è protagonista di un successo che pare inarrestabile e che trova spiegazione nella sua capacità di coinvolgere trasversalmente generazioni diverse, grazie a continue novità, tantissimi eventi e costanti calibrazioni del format.

La manifestazione ha inoltre il merito di far scoprire (soprattutto alle nuove generazioni) o rispolverare alcune tecniche della lavorazione artigianale che si erano perse nel tempo. È il caso del ricamo, dei lavori a maglia e delle lavorazioni del legno. Tutto ciò ha consentito in molti casi di sviluppare dei veri e propri trend in grado di anticipare i futuri flussi del mercato settoriale.

LA NOVITÀ FASHION MARATHON

La prima Fashion Marathon di Creattiva vuole essere una competizione nella quale emergano innanzitutto la fantasia e l’originalità dei giovani stilisti, nel design, ma sul versante dei materiali e della lavorazione. Creattiva e la Fiera di Bergamo diventano così un intrigante contenitore di nuove tendenze, una vetrina che punta a sostenere la moda Made in Italy e un trampolino di lancio per designer di belle speranze. Sono sedici i giovani stilisti (età compresa tra i 18 e i 34 anni) che hanno meritato di accedere alla fase finale del concorso con direzione artistica di Luisa Scivales Istituto di moda. Gli young fashion designer avranno a disposizione i primi tre giorni di Creattiva per ideare e confezionare un capo di abbigliamento nel segno del Red Carpet, ovvero il tema assegnato dalla giuria, e utilizzando unicamente i (tanti e pregiati) materiali messi a disposizione dallo sponsor Juki.

Domenica chiusura in bellezza, con la sfilata (dalle ore 16) sulla passerella di Creattiva, e i nomi dei vincitori scelti dalla giuria. Ai primi tre giovani fashion designer andranno premi in attrezzature.

CREATTIWOOD

L’evento occupa gran parte del padiglione C del polo fieristico e vede protagonisti assoluti maestri d’ascia, artigiani e artisti, ai quali si aggiungono fornitori di articoli per la lavorazione del legno. Nata nel 2013, CreattiWood ha ottenuto un notevole successo in particolare dal pubblico maschile. Operatori e appassionati alla scoperta di tecniche e prodotti, che hanno la grande opportunità di parlare vis-à-vis con gli autori e ammirarli durante il loro lavoro.

PATCHWORK E QUILTING, IL CONCORSO

Atteso dalle tante appassionate del settore, torna il concorso promosso da Quilt Italia (Associazione Nazionale Italiana di Patchwork e Quilting) e Creattiva. “I mille volti dell’umanità”: è questo il tema scelto per il nuovo appuntamento. L’iniziativa vuole accendere i riflettori sulle tecniche del patchwork e del quilting per aumentare la diffusione di un’arte molto particolare e arricchirne i contenuti creando un’occasione di incontro e confronto per gli amanti del genere. I lavori saranno esposti in fiera per poter essere ammirati dal pubblico.

I TUTORIAL DI CREATTIVA

Tra gli stand di Creattiva proseguiranno le riprese della troupe televisiva di Creattiva channel. Saranno realizzati una serie di video della durata di 15 e 5 minuti messi poi in rete sul canale Youtube di Creattiva. Con gli utilissimi tutorial le appassionate internaute potranno così continuare a “partecipare” a Creattiva comodamente da casa anche nei prossimi mesi, in attesa della nuova edizione.

CUOCHI, MASTER BEADS E CREATTIVEXPRESS

Gustose più che mai, anche quest’anno le ricette creative proposte dai rappresentanti dell’Associazione Cuochi Bergamaschi saranno un motivo in più per arrivare in fiera. Numerose le dimostrazioni e i corsi allestiti nello stand dell’associazione, a cui fanno seguito delle degustazioni. Grande attesa anche per Master Beads, importante appuntamento dedicato ai creativi di bigiotteria. I Master illustreranno tecniche e “trucchi” per realizzare gioielli unici. Le tecniche saranno le più svariate, innovative o tradizionali, ma il filo conduttore sarà sempre la maestria dei professionisti che le sveleranno a un pubblico desideroso di approfondire. Confermato a grande richiesta “Creattivexpress”, il servizio (a pagamento) che permette ai visitatori di farsi recapitare direttamente e comodamente a casa i prodotti acquistati in Fiera.

WELLNESS LOUNGE

A Creattiva anche un’oasi interamente dedicata alle discipline olistiche, per offrire un piacevole momento di relax al pubblico. Una wellness lounge con trattamenti effettuati dagli operatori e istruttori di ASD Movimento, associazione sportivo dilettantistica di Bergamo. Il servizio, gratuito, è offerto da Promoberg.
La wellness lounge si trova al 1° piano del Centro Congressi Fiera Bergamo (l’entrata si trova sul lato sinistro della Galleria centrale, dopo il bar).

NAVETTE GRATUITE

Per tutti i quattro giorni di Bergamo Creattiva, Promoberg mette a disposizione dei visitatori gratuitamente due bus navetta da 50 posti cadauno, con tragitto Fiera – Stazione FS di Bergamo. La fermata presso la stazione sarà su viale Papa Giovanni XXIII, all’altezza dell’Urban Center. La cadenza dei viaggi sarà ogni 30/40 minuti. Prima corsa dalla stazione ferroviaria: ore 8.30; ultima corsa dalla Fiera: ore 19,30. Sabato e domenica sarà in funzione (sempre gratuitamente) un ulteriore bus navetta da 50 posti, per coprire il tragitto Fiera – Parcheggio Aeroclub Taramelli (parking a pagamento: 3 euro). Il bus navetta sarà in servizio dalle ore 9.30 alle ore 19, con corse ogni 30 minuti circa.

Bergamo Creattiva Autunno 2016

Fiera Bergamo, via Lunga, Bergamo
da giovedì 6 a domenica 9 ottobre
Orari: 9.30 – 19
Biglietti: intero 10 euro; ridotto 7 euro
Online biglietti ridotti per tutti.
Ingresso gratuito per i ragazzi con età inferiore ai 10 anni e per gli insegnati (basta registrarsi sul sito www.fieracreattiva.it/bergamo-creattiva/biglietti-online/ e presentare un documento attestante la professione).
Previsti inoltre abbonamenti e altre agevolazioni.
Parcheggio (fisso giornaliero): Auto 3 euro; Pullman 10 euro
Info: www.fieracreattiva.it


Bergamo in cifre: crescono imprese, popolazione, turismo e studenti

Bergamo in Cifre, il compendio statistico che ogni anno consente di leggere i cambiamenti e i comportamenti in atto in città, è stato presentato stamane dal Comune. Una lunga serie di dati, organizzati in un file scaricabile dal profilo www.issuu.com del Comune di Bergamo, per conoscere con precisione le dinamiche cittadine. Un documento trasparente e facilmente leggibile, utile a tutti i cittadini. Innanzitutto i dati demografici: nel 2015 la popolazione cittadina è cresciuta di circa 400 persone. Bergamo conta ora 119.554 abitanti, confermando il trend di leggera crescita avviato lo scorso anno dopo il picco negativo di due anni fa, quando la città perse quasi 2000 abitanti. Le famiglie di due o più persone rappresentano il 55% della popolazione cittadina, i nuclei composti da una sola persona sono il restante 45%. Il quartiere più popoloso rimane il centro città, con quasi 17mila abitanti, a Celadina ben 9.242 e in Borgo Palazzo 8.798. I meno popolati Grumello del Piano, i Colli e Bergamo Alta. Crescono ancora la popolazione anziana (si conferma il costante trend degli ultimi 25 anni in città), che sfiora ormai quota 30mila, e quella giovane per il secondo anno di fila: sono 200 in più gli abitanti tra i 18 e i 30 anni in città, 15.237 persone, il 51% dei quali vive in coppia con figli.

Bergamo in cifreCresce leggermente la popolazione straniera in città: sono 19.206 persone, il 16,1% degli abitanti. Il record di stranieri a Bergamo fu registrato nel 2013, con oltre 20mila abitanti pari al 16,5% della popolazione complessiva. Quasi 4000 sono cittadini di nazionalità boliviana, 1.766 rumeni e 1.635 ucraini. Per quello che riguarda i dati economici, cresce il numero delle imprese attive in città: nel 2015 sono 13.692, circa un centinaio in più rispetto al 2014, 80 in più rispetto al 2013, 170 in più rispetto al 2012. Durante l’arco del 2015 è cresciuta la variazione dei prezzi, che si mantengono però a livelli di oltre 3 punti percentuali più bassi rispetto al 2012. Cresciuti notevolmente anche i flussi turistici in città: nel 2015 gli arrivi registrati sono stati 283.129, quasi 50mila in più rispetto al 2014, quando furono 238.759. Si tratta di un dato record, che attesta una crescita di oltre 80mila turisti in più rispetto al 2009: in totale sono state trascorse in città 535.444 notti, dato di quasi 50mila unità superiore a quello del 2010, che rappresentava il record degli ultimi anni.

Cresce il numero degli studenti dell’Ateneo bergamasco: nel 2015 raggiunta quota 16.326, oltre 500 studenti in più rispetto al 2014. Sono invece circa 25mila gli studenti delle scuole secondarie in città, poco più di 6000 quelli delle scuole primarie, 3127 i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia. Il 2015 è stato anche l’anno record della GAMeC, che ha attirato ben 73.461 visitatori, tra mostre temporanee e collezioni permanenti: un dato davvero importante, che polverizza il risultato 2014 (quando i visitatori furono circa 38mila) e quello 2013 (quando si registrarono 28mila visitatori). I dati di visite dell’Accademia Carrara, riaperta il 23 aprile 2015, irrompono nella statistica, portando a quota 152.461 il numero di visitatori del comparto della cultura che affaccia sui due lati di piazzetta Carrarra. Si conferma il sistema bibliotecario urbano, impressionano i dati su dotazione libraria e utenza della biblioteca Angelo Mai, considerando soprattutto che è stato chiuso a lungo per restauro il salone Furietti e che la biblioteca stessa ha sospeso i servizi per due mesi per consentire il riallestimento della propria principale sala. Rispetto al 2014 crescono i dati degli spettatori del Teatro Donizetti: record di pubblico per BergamoJazz, con quasi 600 spettatori in più rispetto all’edizione 2014. La prosa registra 51.770 spettatori, la lirica oltre 16.116: si attendono dati record dall’anno 2016, sul quale influirà lo straordinario successo di pubblico registrato dalla prima stagione del direttore artistico Maria Grazia Panigada. Per quello che riguarda la lirica non sono conteggiati i dati della Donizetti Night voluta da Francesco Micheli, che avrebbero di fatto raddoppiato il numero di spettatori della stagione. Interessante infine il numero di spettatori dei musei civici: nel 2015 sono stati 277.023, con il Museo storico (che registra un dato record di quasi 100mila visitatori, quasi il doppio del 2011) e l’orto botanico (complice l’apertura della Valle della Biodiversità di Astino) nella parte del leone. Scendono i dati di Museo di Scienze Naturali e museo Archeologico, ma per la prima volta il numero di visitatori non è più legato alla semplice percezione e al conteggio manuale degli usceri, bensì ai biglietti emessi, novità introdotta nell’agosto 2015.

Scarica qui Bergamo in Cifre 2015: http://issuu.com/francescoalleva/docs/bergamo_in_cifre

 

 


Bergamo, spettacoli e trasporti fanno salire i prezzi a luglio

TrenordNel mese di luglio, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, risulta in aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), si attesta a -0,3%, in aumento rispetto al -0,5% registrato il mese scorso. La variazione più marcata si registra nella divisione “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+ 1,6%) con aumenti dei servizi ricreativi e sportivi, pacchetti vacanza, supporti di registrazione, apparecchi fotografici e cinematografici, articoli di cartoleria e materiale da disegno; in calo libri, giornali e periodici, animali domestici e relativi prodotti. Segue la spesa per i “Trasporti” nella quale si registrano rincari (+1,4%) del trasporto aereo, marittimo e di quello ferroviario. Positiva anche la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” con rialzi dei servizi alloggio. In “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” si rilevano rincari di gas e prodotti per la manutenzione della casa. Lieve aumento per “Abbigliamento e calzature” e “Bevande alcoliche e tabacchi” dove in quest’ultima si registra un rialzo delle birre. Forte diminuzione viene registrata invece nella spesa delle “Comunicazioni” con cali di apparecchi telefonici e telefax. Segue “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” dove si rilevano diminuzioni di frutta, vegetali, acque minerali, bevande analcoliche e succhi di frutta; in aumento le carni. Invariate le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Servizi sanitari e spese per la salute”, “Istruzione” e “Altri beni e servizi”.

 


Più servizi e svago, il supermercato visto dai consumatori

Il 29% degli italiani vorrebbe poter usufruire di servizi postali quando fa la spesa al supermercato ma non ne ha la possibilità, il 27% di una farmacia, il 25% del benzinaio. Farmacie e stazioni di rifornimento sono disponibili in prossimità dei negozi della Gdo frequentati rispettivamente dal 52% e dal 42% degli intervistati. Ma sono molti i consumatori che vorrebbero poter fruire di questi servizi se fossero disponibili.

Sono dati che emergono dalla Global Survey di Nielsen Retail Growth Strategies, analisi sul “supermercato del futuro” eseguita su un campione di 30mila persone in 61 Paesi tra i quali l’Italia. All’interno della ricerca si rileva anche che il 60% degli intervistati dichiara che nelle catene della Gdo è disponibile il bar e il 50% sostiene che è presente un servizio di ristorazione/fast food. Il 36% degli italiani beve il caffè quando fa la spesa, il 18% coglie l’occasione per mangiare qualcosa.

«L’ampliamento dello spettro di esigenze relativo ai servizi offerti dal punto vendita – ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – è un fenomeno che va interpretato alla luce del cambiamento radicale che sta investendo il mondo della grande distribuzione in questi anni. Ciò è ascrivibile all’impatto del mondo digitale e della Rete sulla compagine dei produttori e retailer. Il consumatore richiede nel momento dell’acquisto la possibilità di fare una “esperienza di valore”, quella shopping experience che permette di identificare nell’insegna i fattori che la distinguono dalle altre. Il processo di scelta del prodotto va allungandosi sia prima di entrare nel negozio che dopo, dal punto di vista della relazione che la multicanalità/multimedialità permette di instaurare con il singolo distributore. La richiesta di servizi aggiuntivi, come uffici postali, luoghi di ristorazione, stazioni di rifornimento si colloca dunque all’interno di un quadro competitivo più ampio, che vede il momento dell’acquisto sempre più costituito da una molteplicità di fattori. Questo è tanto più vero in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, visto che il consumatore considera l’andare a fare la spesa come un’opportunità di svago piuttosto che un obbligo da adempiere. La variabile prezzo perde allora la posizione trainante avuta negli scorsi anni, lasciando spazio anche a driver in linea con le istanze del cognitive business».

La ricerca mette infatti in luce che al 60% dei consumatori italiani fare la spesa piace, quota di gran lunga superiore a quella osservata in altri Paesi come Francia (42%) o Regno Unito (44%). Quanto al comportamento degli italiani davanti allo scaffale, il 55% riserva particolare attenzione alle informazioni nutrizionali riportate sulle etichette, mentre ben il 65% ammette di ricercare prodotti con ingredienti salutari. La percentuale si posiziona ad un livello nettamente superiore se raffrontata con quella di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, dove il dato si colloca tra il 50 e il 53%.

Sulla scelta del negozio dove fare la spesa, i fattori che influenzano variano in funzione del prodotto che si desidera acquistare. Se per panificati, latticini, carni, frutta e verdura la ricerca degli ingredienti naturali è importante nella scelta per il 20% del campione, la percentuale risulta del 15% per quanto riguarda frutta o verdura bio. Nello stesso tempo, risulta elevato il livello di interesse verso nuovi prodotti: il 48% si orienta preferibilmente verso nuovi brand e il 39% intende essere “fra i primi” a testare le novità offerte dalla Gdo, a fronte del 29% di Germania e al 33% di quanto avviene in Francia.

L’analisi di Nielsen non si limita a mettere sotto la lente il prodotto, ma anche il punto vendita. I fattori che spingono a frequentare un negozio piuttosto di un altro non possono essere riferiti alla sola variabile prezzo, ma anche al servizio di vicinato e, soprattutto, alla convenienza, vale a dire al rapporto qualità / prezzo. Se il prezzo è il driver fondamentale per il 48% di chi varca la soglia del supermercato, indipendentemente dalla superficie del punto vendita, sono il 55% coloro che dichiarano che la componente qualità debba essere declinata simultaneamente con quella del prezzo. D’altra parte anche la raggiungibilità del negozio si colloca tra le prime posizioni nelle motivazioni che spingono verso un determinato punto vendita, parallelamente all’ampiezza della gamma dei prodotti offerti. Quest’ultimo elemento risulta vero tanto per l’acquisto dei generi alimentari (49%) che non (48%). La qualità, intesa come elemento che può indirizzare verso un determinato negozio al di là del prezzo, è indicata da ben il 52% dei consumatori quando devono acquistare prodotti freschi, mentre scende al 39% per ciò che concerne i reparti delle carni.

Il 74% del campione, si legge ancora nello studio di Nielsen, dichiara di “prendersi del tempo per valutare l’offerta”, segnale del fatto che la scelta del prodotto si può qualificare “complessa”, in quanto su di essa incidono, insieme al prezzo, una molteplicità di fattori, tra i quali segnatamente il brand e il gusto, per quel che riguarda gli alimentari. In Italia questa propensione a riflettere sulle scelte di acquisto è decisamente più alta di quella rilevata nel Regno Unito (58%) e Francia (60%). Si fa notare, a questo proposito, che un sempre crescente numero di prodotti viene offerto in promozione, cosa che, tuttavia, aumenta la difficoltà di attirare consumatori con prezzi più bassi, provocando un’assuefazione a prodotti promozionati e, sul lato del distributore, una difficoltà ad avere ritorni dagli investimenti.

La ricerca di Nielsen, volendo esaminare la reazione dei consumatori a variazioni nei prezzi dei prodotti, ha testato come cambierebbe il comportamento d’acquisto in presenza di un aumento del prezzo. Il 32% degli intervistati dichiara che gli piacerebbe trovare sugli  scaffali pacchi di maggiori dimensioni con un miglior rapporto quantità/prezzo, mentre scendono al 14% quanti si dicono più attratti da una piccola diminuzione dei volumi delle confezioni dei prodotti con lo stesso prezzo unitario precedente. Più nello specifico, a fronte di un incremento pari al 10% del prezzo dei prodotti, le reazioni sarebbero diverse in funzione delle categorie di beni acquistati a seconda che appartengano a prodotti di  prima necessità o a quelli di cui si può fare a meno. Il 56%taglierebbe sulla quantità acquistata nel caso dei latticini, il 52% se ad aumentare di prezzo fossero frutta e verdura. Circa la metà degli intervistati dichiara invece che potrebbe rinunciare all’acquisto se l’aumento interessasse i piatti pronti, frutta e verdura in scatola e le bevande alcoliche, generi di prodotto di cui non viene indicata la primaria necessità. In particolare il 47% potrebbe decidere di rinunciare a parte degli acquisti  di frutta/verdura, il 52% a bevande alcoliche e il 59% ai piatti già preparati.


L’indagine / Così la crisi ha modificato i consumi delle famiglie

consumi - spesa- supermercato - ridUna recente ricerca promossa da Filcams, in collaborazione con Tecne’ e Fondazione Di Vittorio, ha puntato i riflettori sui cambiamenti delle strategie d’acquisto delle famiglie italiane, sul modo in cui esse rispondono ai propri fabbisogni e sulle percentuali riguardanti la diminuzione dei consumi alimentari e non. Nella ricerca sono stati coinvolti 4mila italiani ed è stato effettuato un confronto tra i dati rilevati e i dati sui consumi tra il 2008 e il 2015. I risultati non sono certo rosei, dal momento che negli anni della crisi si è registrato un taglio medio del 6%. Il 29% delle famiglie intervistate, infatti, non è in grado di rispondere al proprio fabbisogno familiare. La spesa alimentare, rispetto al 2008, è diminuita di 17euro a famiglia mentre quella non-alimentare di 136 euro.

Le famiglie però non solo acquistano quantità minori ma anche prodotti di qualità inferiore. Addirittura il 57% delle famiglie ha ridotto i propri standard quali-quantitativi, considerando solo gli acquisti alimentari, se invece si considerano anche le spese non-alimentari la quota sale a 72%. Solamente il 36% delle famiglie è riuscito a mantenere gli standard invariati, mentre il 5% li ha addirittura migliorati. Chiaramente le famiglie che comprano meno prodotti di qualità penalizzano le aziende che li producono che sono principalmente le piccole-medie imprese del made in italy.

In forte evoluzione sono anche i metodi d’acquisto delle famiglie. L’innovazione è certamente rappresentata da Internet, dove sempre più nuclei acquistano e confrontano i vari prezzi. La ricerca ha sondato anche i luoghi dove gli italiani acquistano: la maggior parte preferisce i centri commerciali per l’ alimentari, prodotti per la pulizia casalinga e per l’igiene. Il piccolo negozio di fiducia è invece preferito per l’abbigliamento e le calzature. Un elemento determinante, per quanto riguarda il luogo, è anche l’età: i giovani prediligono i grandi centri commerciali, mentre i più anziani sono ancora legati ai piccoli dettaglio. Per quanto riguarda gli orari di apertura dei negozi, la maggior parte opta per un orario continuato dalle 8-9 fino alle 20-21, mentre solo il 15% sceglierebbe l’apertura 24 ore su 24.


Pubblici esercizi, cresce la spesa dei turisti stranieri

ristoranteL’attrazione che i turisti stranieri nutrono nei confronti dell’Italia non conosce crisi, visto che nel corso del 2015 hanno speso circa 8,4 miliardi di euro in tra bar e ristoranti. Lo ha reso noto la Fipe, che in occasione della Bit ha fatto il punto sull’andamento del turismo internazionale nello Stivale, destinato a crescere in modo significativo anche per il 2016. “Le previsioni dell’Ufficio Studi della Fipe – ha dichiarato il direttore Luciano Sbraga – parlano di una spesa complessiva nel fuoricasa che arriverà a sfiorare i nove miliardi di euro. Un’ ulteriore conferma del valore di un settore, quello dei pubblici esercizi, che si dimostra ancora una volta uno dei fiori all’occhiello per l’intero sistema ricettivo e uno dei punti di forza nell’ attirare la clientela di tutto il mondo con proposte di qualità. Previsioni che fanno ben sperare per il futuro dell’intero settore, come anticipato in autunno dai dati positivi del Rapporto Ristorazione 2015: in base alle nostre previsioni, infatti, oltre l’80% dei consumatori ha in programma di spendere maggiormente nel fuoricasa nei prossimi mesi”. Entrando nello specifico dei dati Fipe, cappuccini, caffè, panini, pizza e gelati sono i prodotti più apprezzati dai turisti a cui si devono aggiungere pranzi e cene completi, talvolta in ristoranti gourmet. Ma il valore della ristorazione non si misura soltanto in termini di spesa ma, anche e soprattutto, per la capacità di generare attrazione verso l’Italia e soddisfazione da parte dei turisti. Ai primi posti della motivazione dei loro viaggi i turisti – secondo la Fipe – indicano il patrimonio culturale e l’enogastronomia, mentre gli aspetti considerati più importanti, durante la vacanza, risultano il sentimento di ospitalità degli italiani e, ancora, la qualità del mangiare e del bere. Parlando invece di destinazioni preferite, le pagelle dei turisti confermano che la ristorazione resta un punto di forza trasversale a tutte le tipologie di località.


Libri, se a far scattare gli acquisti sono i social

libri-da-regalareRegali un libro a un bambino e ne ricevi 36 da altre mamme. È  questo il concetto di Bookexchange, una nuova iniziativa che corre in rete su Facebook in queste settimane. E tra le mamme scatta la “scambiolibriwebmania”.

Il meccanismo ricorda una catena di Sant’Antonio che “girava’” qualche anno fa: si mandava una cartolina al primo indirizzo di una lista e in coda si scriveva il proprio nome e recapito su altre cartoline inviate a una decina di amici che avrebbero dovuto fare la stessa cosa. In cambio si ricevevano cartoline da tutto il mondo o, almeno, questa era la promessa.

In realtà questa iniziativa è un po’ diversa, perché le amiche da coinvolgere sono solo sei e i libri, stando alle testimonianze di chi vi ha preso parte, arrivano davvero. Libri pe bNella lista, infatti, non ci sono centinaia di nomi e in teoria basta che tutte le amiche coinvolte nel gioco partecipino per ricevere i libri a casa. Di fatto, la crescita è talmente alta che dopo i primi “giri” è molto probabile, se non certo, che la catena si interrompa.

Ricevere 36 libri come promesso, quindi, è una possibilità molto remota, però qualche libro arriva e le mamme si dicono entusiaste, come Erminia che scrive «è un’iniziativa bellissima, che bello quando suona il citofono e la mia bimba dice “mi sa che è per me”»; o come Marta che in pochi giorni ha ricevuto otto libri ed è felicissima. Il bookexchange sembra incentivare l’acquisto di libri al di là del risultato. «Solo a me non arrivano – si lamenta via web Paola -. La mia catena si è interrotta… mamme sfiduciate! Così ho saccheggiato Ibs… e poi Amazon… e la libreria… e poi ancora Amazon». Elena, addirittura, rilancia «Pensa a farlo anche per gli adulti».

Morale, conta il crederci, l’essere corrette e ricambiare. Poi, che importa se non si riuscirà ad avere tutti i 36 libri promessi, basta pensare di aver regalato un libro a un altro bambino e se si riceverà qualche libro bene, altrimenti si è compiuto comunque un bel gesto e si è fatto vendere un libro in più. Con una attenzione: essere consapevoli che se si partecipa, si diffonde il proprio indirizzo a persone che non si conoscono.


Ferrari, Maserati e Porsche: Bergamo a tutto sprint

Ad agosto oltre che le vacanze, i bergamaschi si sono concessi anche un’auto nuova. Lo hanno fatto – secondo i dati dell’Unrae, l’Unione dei rappresentanti di veicoli esteri – in più di mille (1.137 per la precisione), 197 in più rispetto allo stesso mese di un anno fa pari ad un+20,3%. Inferiore in termini di volumi ad altri periodi, la performance è in valore percentuale la migliore dopo quella di aprile, che aveva fatto registrare un incremento del 24%. Ed è nettamente superiore al 10,7% nazionale.

Prosegue così la ripresa del mercato, che nei primi otto mesi dell’anno segna nella nostra provincia un +12,4% (in Italia +15%). Le immatricolazioni totali al 31 agosto sono state 17.560 contro le 15.626 del 2014, ovvero quasi 2mila auto in più.

Tra le case automobilistiche la fetta maggiore resta di Fiat (2.345 auto), seguita da Volkswagen (1.711), Opel (1.306), Ford (1.224) e Renault (1.081).

Ad agosto c’è anche chi si è concesso una Ferrari, marchio che dall’inizio dell’anno ha già venduto 4 auto contro la sola di tutto il 2014.

Più in generale il settore delle auto di lusso e sportive sta segnando un’accelerazione. A Bergamo sono state acquistate già 106 Porsche, mentre nello stesso periodo dello scorso anno la casa era a quota 91 ed ha finito il 2014 con 150 immatricolazioni. Le Maserati (26) hanno già superato il totale dello scorso anno (20) e raddoppiato rispetto alle 13 registrate nei primi otto mesi del 2014. Le Jaguar sono una in più (a tutto agosto 5 contro 4), le Lamborghini già 2 contro l’unica venduta nel 2014 ed entrano in classifica pure Aston Martin e Bentley con 2 auto ciascuna, mentre lo scorso anno totalizzavano “zero”.

Il fenomeno non è circoscritto alla bergamasca, anche a livello nazionale i numeri delle auto di lusso sono in crescita.