I nonni risorsa per le famiglie. Il loro contributo è di 385 euro al mese

nonno e nipoteOltre ai dati, le tendenze. L’Osservatorio sui consumi di Findomestic Banca ha evidenziato la ripresa nella spesa dei beni durevoli nell’anno appena concluso, più marcata in Lombardia e a Bergamo rispetto al resto del Paese, ma ha anche scelto di mettere a fuoco con un’indagine il peso dei consumi della fascia di popolazione più anziana.

Negli ultimi 40 anni gli over “65enni”, infatti, sono più che raddoppiati. Una famiglia su tre ha un anziano con necessità di assistenza giornaliera o parziale. Nel 77% dei casi ad occuparsene sono soprattutto i parenti: i figli nel 50% delle situazioni, le badanti (21%), il coniuge (16%), altri parenti (14%), oppure la casa di riposo (13%).

La spesa media mensile per nucleo famigliare dedicata all’assistenza degli anziani è di 689 euro, una spesa che vale mediamente il 38% del budget famigliare. Per il 43% degli intervistati i costi arrivano ad assorbire fino al 50% del reddito (nel caso di importi pari a 1.400 euro).

In questa economia di scambio gli anziani svolgono tuttavia anche un ruolo attivo dal momento che il 31% degli italiani over 65 dà una mano in famiglia ai figli e ai nipoti. Più in particolare il 71% si occupa dei nipoti, mentre il 31% aiuta direttamente i figli. Il loro contributo medio mensile stimato è di circa 385 euro per nucleo famigliare. È quindi sbagliato considerare gli anziani come un fattore di assorbimento di risorse economiche un peso. Essi infatti costituiscono al contempo una preziosa risorsa: per quasi una famiglia su cinque rappresentano infatti un aiuto importante (19%). Ciononostante il 77% del campione crede che la società non riconosca il valore delle persone che sono avanti negli anni.

Tra i supporti di cui godono gli anziani attualmente, sono senz’altro da menzionare tutti quei migranti che forniscono servizi alle persone: il 77% degli stranieri, secondo gli italiani, effettivamente ricopre ruoli di badante e di colf, seguono professioni come l’operaio edile nel 53% dei casi, il lavoratore agricolo (45%) il domestico (41%), oppure il cameriere/barista (29%). Nel Nord dell’Italia gli immigrati svolgono lavori legati all’agricoltura nel 32% dei casi, sono badanti (80%), domestici (38%) oppure operai edili nel 68% dei casi.

Il dato sorprendente della ricerca è che solo un quinto degli intervistati sa quantificare la presenza degli stranieri in Italia e ben 4/5 ne sovrastima il numero che è di 5.000.000 nel 2015, l’8% della popolazione totale. Nel 1995 erano 685.000 unità con un’incidenza sulla popolazione inferiore all’1%.

Per il 42% del campione parlare di “immigrati” evoca pensieri che spaziano nella sfera della diffidenza, mentre nel 61% fa pensare all’area positiva dell’arricchimento/risorsa e a quella delle difficoltà che i migranti incontrano nel loro inserimento e alle motivazioni che li hanno spinti alla fuga dai paesi di origine. Le principali conseguenze della loro presenza sono considerate l’emergere di una società multietnica e multiculturale, in parte meno sicura, ma che certamente fa più figli.


Cani e gatti, ora a Bergamo la sterilizzazione è scontata

sterilizzarlo è scontatoSono 8 i medici veterinari sul territorio bergamasco che hanno aderito al progetto “Sterilizzarlo è $contato – Contenimento del randagismo BG 2016”, promosso da LAV Onlus di Bergamo, che si prefigge di contribuire al ridimensionamento del fenomeno attraverso un servizio di interventi di sterilizzazione di cani e gatti di privati a tariffe agevolate a partire dal mese di gennaio fino al 30 di giugno.

Il progetto, che ha come testimonial la Dott.ssa Laura Adele Feltri, è stato presentato alla stampa alla presenza dei relatori Donato Ceci (Referente di sede per LAV), Avv. Paola Brambilla (Garante Tutela Diritti Animali del Comune di Bergamo), Mirella Bridda (responsabile di ENPA Bergamo), Daniela Ferrari (responsabile dell’associazione Onlus Anima Libera) e degli ospiti Maura Anastasia (attrice e fotomodella impegnata per cani e gatti dei rifugi bergamaschi), Paolo Bosatra (Dog Trainer e giornalista), Laura Barcella ed Eleonora Frattini del Rifugio del cane di Seriate e Cristina Malvestiti (resposanbile dell’assocaizione Amici per i baffi) per il Rifugio di Madone.

Si stima  che siano circa 600mila i cani randagi in Italia e più di 2 milioni e mezzo i gatti che vagano per le strade in cerca di cibo, riparo e delle attenzioni di qualcuno. La maggior parte di essi, circa l’80%, muore di fame, sete o nel coinvolgimento in un incidente stradale. Solo una minoranza trova accoglienza nei rifugi e canili il cui costo di gestione pro-capite ammonta a circa 1.000-2.000 euro, per un spesa complessiva che supera i 200 milioni di euro e che grava sui comuni e, quindi, sulle tasche dei cittadini.

All’origine del randagismo c’è l’abbandono, comportamento ancora diffuso in Italia, con incidenza più marcata al sud. E alla base dell’abbandono, come spiega la LAV, ci sono generalmente un approccio frettoloso all’acquisto o all’adozione dei pets a causa disinformazione o per moda e incentivato dalla vasta disponibilità di cuccioli in rete che il più delle volte derivano da traffici illeciti dall’est Europa e cucciolate casalinghe programmate nella convinzione, priva di fondamento, per la quale la prima cucciolata preserverebbe la salute del cane o gatto quando non a scopo di lucro.

Per queste ragioni, molto spesso i piccoli animali da compagnia arrivano in mani inesperte che alle prime difficoltà di convivenza si sbarazzano del problema.

La sterilizzazione, accompagnata ad interventi di informazione e sensibilizzazione è di fondamentale importanza per combattere abbandono e randagismo, poiché ostacola questi fenomeni all’origine. Il contenimento del numero di animali che ne consegue regala indirettamente una chance in più agli ospiti dei rifugi di trovare una famiglia.

«L’iniziativa di LAV  parte da gennaio 2016 e si chiuderà a fine giugno 2016, salvo proroghe – dichiara Simona Semperboni, Campaigner per LAV Bergamo –  ed è rivolta a soci, sostenitori e simpatizzanti dell’Associazione residenti o domiciliati in provincia di Bergamo; con questa campagna intendiamo incentivare la sterilizzazione degli animali da compagnia, attraverso un tariffario ritoccato verso il basso applicato dai nostri veterinari di fiducia; quanti vorranno aderire riceveranno un omaggio informativo che li aiuterà nella gestione della convivenza con il proprio cane o gatto».

«In questo momento la sterilizzazione  è l’unico palliativo al dilagare del fenomeno randagismo – conclude Donato Ceci, responsabile di sede – almeno fino a quando non avremo compreso che gli animali sono esseri senzienti, con bisogni e necessità che vanno interpretati e gestiti e che, pertanto, la loro detenzione richiede tempo e dedizione».

LAV ricorda che l’iniziativa è aperta a tutti i soci, sostenitori e simpatizzanti dell’associazione e che per essere “riconosciuti”, è necessario contattare l’associazione.


Libri e lettura, si conferma la ripresa

Sono in leggero aumento i lettori in Italia. Il report dell’Istat stima che 2015 il 42% delle persone di 6 anni e più (circa 24 milioni) abbia letto – per motivi non strettamente scolastici o professionali -almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il dato 2014 fissava la percentuale al 41,1%, va perciò confermandosi il recupero, dopo la diminuzione iniziata nel 2011.

Lo scostamento più significativo interessa i lettori 15-17enni, che sono aumentati dal 51,1% del 2014 al 53,9% del 2015, mentre restano invariate, nel complesso, le differenze di genere: le lettrici sono il 48,6% contro il 35% dei lettori maschi.

In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra i 15 e i 24 anni – che hanno letto almeno un libro in oltre il 60% dei casi – con un picco per le 15-17enni (66,1%). Le lettrici scendono sotto il 50% dopo i 60 anni mentre per i maschi di tutte le classi di età la quota è sempre inferiore a tale valore e quella massima, registrata in corrispondenza degli 11-14enni, è di poco superiore al 45%.

Il 45,5% dei lettori, però, ha letto non più di tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista, si tratta dei così detti “lettori deboli”. Solo il 13,7% si annovera tra i “lettori forti”, avendo dichiarato di averne letti almeno 12 nell’ultimo anno (14,3% dei lettori nel 2014).

Quasi una famiglia su dieci (9,1%, pari a circa 2,3 milioni di famiglie) dichiara di non avere nemmeno un libro in casa e anche nei casi in cui è presente una libreria domestica, il numero di libri disponibili è molto contenuto: il 29,1% delle famiglie possiede non più di 25 libri e il 64,4% ha una libreria con al massimo 100 titoli che, calcolando un ingombro medio di 30/40 libri per metro lineare, occupano indicativamente non più di tre ripiani di uno scaffale. Sul fronte opposto, si stima che il 26% delle famiglie possegga più di 100 libri. Le regioni con le percentuali maggiori sono la Liguria (37,1%), il Trentino-Alto Adige (34,6%) e il Friuli-Venezia Giulia (34,3%).

La presenza di libri in casa non è, d’altro canto, sufficiente a favorire la lettura. Infatti, più di una persona su cinque tra quelle che dichiarano di disporre di oltre 400 libri (22,2%) non ne ha letto nemmeno uno e quasi una su quattro (24,5%) ha dichiarato di leggere non più di tre libri all’anno (18,3% nel 2014).

Intanto il mercato di prodotti editoriali digitali si sta lentamente diffondendo. Nel 2015, quattro milioni e 687mila persone hanno letto o scaricato libri online o e-book (14,1% delle persone di 6 anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi e 8,2% della popolazione di 6 anni e più). I volumi cartacei ed i libri in formato digitale non appaiono prodotti editoriali alternativi e necessariamente in competizione: la quota di persone che negli ultimi 3 mesi hanno letto online o scaricato libri o e-book aumenta in proporzione al numero di libri presenti in casa e tocca il valore massimo (23,8%) proprio tra le persone che dispongono già di una biblioteca domestica con oltre 200 volumi.

In un tale quadro può essere interpretato come un segnale positivo – dice l’Istat -, anche se ancora flebile, il fatto che circa il 6% di quanti non hanno libri in casa ma hanno navigato in Internet negli ultimi tre mesi ha letto online o scaricato libri o e-book. La diffusione dei libri in versione digitale e degli e-book potrebbe rappresentare in prospettiva un nuovo canale di accesso alla lettura per le famiglie che non hanno grande familiarità con librerie e libri cartacei. Analogamente, tra le persone che hanno navigato in Internet negli ultimi tre mesi (55% della popolazione di 6 anni e più), hanno scaricato o letto online libri o e-book il 5,8% dei “non lettori” e il 20,9% dei lettori che navigano sul web. Tra questi ultimi, i tassi di fruizione online aumentano al crescere del numero di libri letti nel corso degli ultimi 12 mesi, passando dal 14,2% di chi ha letto fino a 3 libri al 35,4% di chi ne ha letti 12 o più.

Le dimensioni della non lettura restano in ogni caso «una vera e propria emergenza nel nostro paese – dice il rapporto -. Da oltre quindici anni, al di là delle oscillazioni di breve termine, la popolazione dei non lettori è ancorata a una quota pari a circa il 60% delle persone di 6 anni e più, e non si vedono segnali di ripresa».


Educazione alimentare, finanziati i progetti di Comune e Università

cibo-bambini-coloriCi sono anche due progetti bergamaschi per l’educazione alimentare, uno del Comune di Bergamo e uno dell’Università, tra i 15 finanziati dal bando Ersaf per conto della direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia. In particolare, il progetto del Comune, dal titolo “Educazione agro-alimentare sostenibile: percorsi educativo-formativi per alunni, insegnanti, genitori delle scuole primarie di Bergamo”, si è classificato al primo posto della graduatoria, ottenendo 85 punti. “Peculiarità locali per la definizione dell’identità locale” è invece la proposta dell’Università cittadina, che si è piazzata in undicesima posizione con 67 punti. Progetti sono stati presentati anche dal Comune di Sovere, Slow Food Valli Orobiche e Comunità del Mais Spinato di Gandino. Le azioni sono previste tra novembre 2015 e luglio 2016.

In totale la Commissione di valutazione ha esaminato 65 domande valide, ammettendo le 30 con punteggio pari o superiore a 60. In considerazione del budget complessivo disponibile, pari a 70.000 euro, saranno finanziati i primi 15 in elenco, con eventuale scorrimento della graduatoria in caso di rinuncia di uno o più dei soggetti.

I PROGETTI E IL FINANZIAMENTO AMMESSO

1) “Educazione agro-alimentare sostenibile: percorsi educativo-formativi per alunni, insegnanti, genitori delle scuole primarie di Bergamo”, Comune di Bergamo; finanziamento 5.000 euro

2) “Dalla terra un futuro verde: la nostra agricoltura bella da vedere e buona da mangiare”, Fondazione Minoprio, Vertemate con Minoprio (Co); finanziamento 5.000 euro

3) “AGRO-LAB Laboratorio di conservazione dell’agro- biodiversità del territorio lombardo”, Università di Pavia; finanziamento 5.000 euro

4) “Laboratori aperti sul cibo Open.Food.Lab”, Ambiente Parco impresa sociale Srl, Brescia; finanziamento 5.000 euro

5) “Sui sentieri dei sapori”, Parco regionale di Montevecchia; finanziamento 4.250 euro

6) “Il bello del cibo contadino è di essere buono. Percorsi di educazione agroalimentare e di lotta allo spreco”, Consorzio Agrituristico Mantovano; finanziamento 5.000 euro

7) “Adotta un prodotto. Dal campo al piatto: il cibo racconta la sua storia”, Cauto Coop., Brescia; finanziamento 5.000 euro

8) “Alimentazione in campo: dalla tradizione al consumo consapevole”, Associazione Battito d’ali di Senna Comasco (Co); finanziamento 3.675 euro

9) “Contadino, scuola, comunità: la geografia culturale del cibo”, Ecomuseo Planum Aquae; Borgo San Giacomo (Bs); finanziamento 5.000 euro

10) “Zona Umida Antico Mulino”, Ambiente Acqua Onlus Milano; finanziamento 3.000 euro

11) “Peculiarità locali per la definizione dell’identità locale”, Università degli studi di Bergamo; finanziamento 5.000 euro

12) “Caccia ai tesori: cibo, cultura, territorio”, Agriturist Lombardia Milano; finanziamento 5.000 euro

13) “Dalla terra alla scuola”, Demetra società cooperativa onlus, Besana Brianza (MB); finanziamento 4.400 euro

14) “Borgo Virgilio Aromatico”, Coop. Sociale Virgiliana Onlus, Borgo Virgilio (Mantova); finanziamento 5.000 euro

15) “Trame – Percorsi tra alimentazione, territorio e agricoltura”, Passi e crinali A.s.d.c. Rho e Arluno (Mi); finanziamento 5.000 euro.


Libri, se a far scattare gli acquisti sono i social

libri-da-regalareRegali un libro a un bambino e ne ricevi 36 da altre mamme. È  questo il concetto di Bookexchange, una nuova iniziativa che corre in rete su Facebook in queste settimane. E tra le mamme scatta la “scambiolibriwebmania”.

Il meccanismo ricorda una catena di Sant’Antonio che “girava’” qualche anno fa: si mandava una cartolina al primo indirizzo di una lista e in coda si scriveva il proprio nome e recapito su altre cartoline inviate a una decina di amici che avrebbero dovuto fare la stessa cosa. In cambio si ricevevano cartoline da tutto il mondo o, almeno, questa era la promessa.

In realtà questa iniziativa è un po’ diversa, perché le amiche da coinvolgere sono solo sei e i libri, stando alle testimonianze di chi vi ha preso parte, arrivano davvero. Libri pe bNella lista, infatti, non ci sono centinaia di nomi e in teoria basta che tutte le amiche coinvolte nel gioco partecipino per ricevere i libri a casa. Di fatto, la crescita è talmente alta che dopo i primi “giri” è molto probabile, se non certo, che la catena si interrompa.

Ricevere 36 libri come promesso, quindi, è una possibilità molto remota, però qualche libro arriva e le mamme si dicono entusiaste, come Erminia che scrive «è un’iniziativa bellissima, che bello quando suona il citofono e la mia bimba dice “mi sa che è per me”»; o come Marta che in pochi giorni ha ricevuto otto libri ed è felicissima. Il bookexchange sembra incentivare l’acquisto di libri al di là del risultato. «Solo a me non arrivano – si lamenta via web Paola -. La mia catena si è interrotta… mamme sfiduciate! Così ho saccheggiato Ibs… e poi Amazon… e la libreria… e poi ancora Amazon». Elena, addirittura, rilancia «Pensa a farlo anche per gli adulti».

Morale, conta il crederci, l’essere corrette e ricambiare. Poi, che importa se non si riuscirà ad avere tutti i 36 libri promessi, basta pensare di aver regalato un libro a un altro bambino e se si riceverà qualche libro bene, altrimenti si è compiuto comunque un bel gesto e si è fatto vendere un libro in più. Con una attenzione: essere consapevoli che se si partecipa, si diffonde il proprio indirizzo a persone che non si conoscono.


Commercianti, un selfie contro la violenza sulle donne

A volte sono le cose più semplici che funzionano. E la rete è il mezzo ideale per diffonderle.

Succede così che su Facebook la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, in vista della giornata internazionale del 25 novembre, prende il volto dei commercianti (e soprattutto delle commercianti) di Bergamo, immortalate in un selfie con un proprio messaggio per dire basta al fenomeno.

L’iniziativa è partita dall’atelier Spose & Stile di via Borgo Palazzo, che ha creato l’evento sul social e messo a disposizione delle “nuvole” in stile fumetto con alcune scritte base, rivolte alle donne vittima di situazioni di violenza. “Se ti picchia, lascialo subito”, “Se ti picchia, non credere che cambierà”, “Se ti picchia, denuncialo” sono alcuni degli appelli, che basta stampare e ritagliare per corredare la propria fotografia, da postare poi sullo spazio dell’evento. Ma si può anche optare per un cartello personalizzato, come ha fatto Marco Pirovano che, dalla sede del suo Polentone, non le manda certo a dire ai colleghi maschi che si permettono di picchiare una donna.

La galleria si va quindi componendo con le immagini scattate dentro ai negozi, tra donne di tutte le età colte nell’ambiente di lavoro, abituate a stare a contatto con i clienti e a scambiare pareri ogni giorno, che diventano portatrici di un forte messaggio sociale.

Ci sono la fiorista, la gioielleria, il negozio di abbigliamento e la sartoria, il negozio di tè e lezioni d’inglese e quello di calzature. Ad essere coinvolte sono al momento attività lungo via Borgo Palazzo, ma il meccanismo è così facile e il tema così universale che sembra fatto apposta per coinvolgere una platea più ampia.


Registro bigenitoriale, opposizioni e associazioni lo sollecitano

A Bergamo la richiesta di istituire il registro bigenitoriale – che prevede cioè il doppio domicilio per i figli di genitori separati – è stata presentata dall’associazione Minori in Primo Piano Onlus nel maggio scorso agli assessori Maria Carla Marchesi (Coesione sociale) e Giacomo Angeloni (Servizi Demografici) e successivamente da una mozione del Movimento Cinque Stelle.

Ad oggi non si è ancora concretizzata ed è per questo che è stata rilanciata in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il capogruppo M5S Marcello Zenoni e il consigliere Fabio Gregorelli e Alessandra Gallone di Forza Italia che ha subito scelto di appoggiare l’istanza.

«L’istituzione del registro – ha spiegato Francesco D’Auria, presidente di Minori in Primo Piano Onlus e segretario nazionale di Adiantum – è un passo importante per la nostra società perché attuerebbe ciò che la Legge 54/2006 sull’affido condiviso stabilisce. Infatti, l’iscrizione al registro permetterebbe di avere il doppio domicilio per i figli di genitori separati o divorziati in modo che le istituzioni che si occupano del minore possano inviare comunicazione ad entrambi. Situazione che aiuterebbe a ridurre i conflitti tra i genitori perché ugualmente informati riguardo le attività inerenti i figli». La richiesta è stata presentata anche in altri comuni della provincia di Bergamo, mentre è già una realtà in diverse città italiane.