Sale da ballo: «Accordi tra locali
per condividere il personale»

Paolo Visinoni, 42 anni, architetto, titolare dal 2000 del Lifeclub di Rovetta, è  il nuovo presidente del Gruppo Sale da Ballo di Ascom Bergamo. Da venti anni nel settore, impegnato nella discoteca della Val Seriana fondata da papà Giuseppe nel 1972, che ha accompagnato generazioni di ragazzi dai mitici anni Settanta, passando per la musica commerciale per approdare all'house e ai dj-set. “Con il nuovo consiglio continueremo il percorso intrapreso da Zibetti sul fronte della prevenzione dell'abuso di alcol e droga, contando sulla sua collaborazione ed esperienza nelle vesti di consigliere” – ha tenuto a sottolineare Visinoni, ringraziando il presidente uscente, “una vera e propria istituzione nel settore”.
Diverse sono le problematiche  da affrontare per i gestori di sale da ballo, a partire dalla formalizzazione dei contratti di lavoro, diventata sempre più complicata con l'entrata in vigore della Riforma Fornero: “Per i contratti a chiamata, oltre alle note limitazioni, si è imposta la segnalazione nelle 24 ore precedenti via fax, ad un numero che tuttavia nei primi 15 giorni non risultava in funzione. I problemi  dall'entrata in vigore della nuova riforma del lavoro sono innumerevoli sia per la gestione del personale che per gli artisti in occasione degli eventi settimanali in programma: si è giunti al paradosso di arrivare ad assumere e licenziare una persona per una sola sera. La Riforma non si adatta ad un settore come il nostro, per sua definizione basato su occupazioni in larga misura saltuarie. Siamo così chiamati a gestire nuovi oneri burocratici ed ennesime complicazioni”. Per garantire una continuità di occupazione del personale nelle sale da ballo, Visinoni ha stretto da imprenditore accordi e sinergie con altri locali. Un'idea che intende proporre ai colleghi come modello virtuoso di gestione: “La crisi impone tagli al budget e ridimensionamenti. Da imprenditore ho sperimentato con successo sinergie ed alleanze con altri locali. Stringendo accordi tra sale da ballo e locali notturni incentrati sul divertimento estivo ed altri più orientati su un'offerta di eventi invernale, si può garantire maggiore continuità di lavoro per il personale, attraverso una vera e propria condivisione di barman, deejay, artisti e specialisti dell'animazione, che possono così contare su un impegno annuale e non stagionale, ad un minor costo per ogni singolo imprenditore”.

Il problema
“La Riforma Fornero ha complicato enormemente la gestione del personale, introducendo più di un elemento di rigidità ed imponendo nuovi oneri burocratici. Le nuove regole non rispondono alle esigenze di un settore, come il nostro, legato ad eventi settimanali e ad iniziative spot”.

Il progetto
“Continueremo a proporre iniziative e progetti legati alla prevenzione dell'abuso di alcol e droghe. Promuovere ed educare al divertimento responsabile resta anche per questo mandato tra le nostre priorità”.

La sfida
“La crisi invita a mettere in campo alleanze e sinergie. La sfida per i locali può essere rappresentata dalla condivisione di personale, dai barman agli artisti, tra locali estivi ed invernali, per garantire un'occupazione più stabile da un lato e contenere i costi dall'altro”.

Il Consiglio direttivo
Paolo Visinoni subentra allo storico presidente del Gruppo Angelo Zibetti di Caravaggio, che resta nel consiglio mettendo a disposizione della categoria la sua esperienza, frutto di una vita spesa nel mondo della musica, del divertimento e del ballo. Fa parte del direttivo anche Cinzia Moleri dello Scaccomatto di Predore.


Gelato, domenica la giornata europea. In 54 gelaterie
gusto speciale ad un euro

Un gusto speciale ed un prezzo speciale. È così che le gelaterie di tutta Europa celebreranno la prima Giornata Europea del Gelato Artigianale, istituita ufficialmente nel luglio scorso dal Parlamento di Strasburgo per promuovere uno dei prodotti più amati e ricordare ai consumatori le sue qualità.
La golosa ricorrenza è fissata per domenica 24 marzo e prevede, accanto alle diverse manifestazioni nazionali e locali, una grande iniziativa in contemporanea nelle gelaterie di almeno 12 Paesi, europei e non solo, ossia quelli coinvolti da Artglace, la Confederazione delle associazioni europee di gelatieri artigiani, promotrice della giornata. In tutti locali aderenti si potrà infatti trovare lo speciale gusto “Fantasie d’Europa”, un fiordilatte con copertura di cioccolato e mandorle che sarà proposto in coni e coppette al costo di un euro.
Grazie al coordinamento del Co. Gel., il Comitato Gelatieri che fa capo all’Ascom, anche in Bergamasca sarà facile per grandi e piccini assaggiare la novità e approfittare del prezzo promozionale, salutando nel migliore dei modi l’arrivo della bella stagione. Sono infatti 54 le gelaterie di città e provincia che hanno aderito alla proposta, assicurando una buona copertura del territorio e permettendo perciò di trovare vicino casa un esercizio “al sapore d’Europa”. 
Per l’occasione il Comitato ha promosso altri due eventi che accendono i riflettori sul gelato artigianale: un convegno dal titolo “Gelato artigianale e Apprendistato”, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamoe il concorso “Gelato artigianale del territorio bergamasco”

*Il Convegno "Gelato artigianale e Apprendistato"
Il convegno si svolge venerdì 22 marzo nella sala conferenze dell'Università degli Studi di Bergamo in piazzale Sant'Agostino 2 a partire dalle 9.30. Il tema è “Gelato artigianale e apprendistato” e si apre con i saluti di Remo Morzenti, pro-Rettore per le relazioni con il territorio dell’Università degli Studi di Bergamo, e di Giuseppe Bertagna, direttore del Dipartimento in Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi di Bergamo; a cui seguono gli interventi di Piera Molinelli, pro-Rettore per l'Orientamento, Tirocini Placement dell’Università degli Studi di Bergamo su “Orientamento e apprendistato”, di Stefano Tomelleri, del Dipartimento di Scienze Umane Sociali dell'Università degli Studi di Bergamo su "L’uomo artigiano e l'apprendista”, di Arnaldo Minetti, giornalista e opinionista di settore su "Unicità del gelatiere, unicità della gelateria, unicità del gelato artigianale", di Luciana Polliotti, giornalista, sulla storia del gelato, di Giancarlo Timballo, presidente Co.Gel-Fipe, su “Concretezza dell'impegno artigianale nel quotidiano”. Modera il convegno Massimo Bosio, presidente del Comitato Gelatieri Bergamaschi.
Per tutta la giornata, nell'atrio della sala del convegno, sarà posizionato un carrettino refrigerato per un assaggio gratuito di gelato artigianale offerto dai gelatieri bergamaschi agli studenti dell'Università, ai partecipanti al convegno e, più in generale, alla cittadinanza.

*Il concorso "Gelato artigianale del territorio bergamasco”
Il tema "Gelato artigianale del territorio bergamasco” è legato ai prodotti specifici del territorio: latte, panna, frutta, verdura, vini, formaggi, dolci. Vi hanno aderito 24 gelaterie e 7 studenti delle scuole alberghiere del territorio. Il gelato, confezionato in anonime termoscatole da 500 g, fornite dall'organizzazione ai partecipanti, sarà consegnato dai 31 concorrenti venerdì 22 marzo dalle 8,30 alle 9,30 prima dell'inizio del convegno. Dalle ore 14.30 una giuria di esperti si occuperà di valutare i gelati presentati e proclamare il vincitore.
A giudicare il prodotto artigianale sono stati chiamati: Giancarlo Timballo, presidente Co.Gel-Fipe e Coppa del Mondo della Gelateria; Enrico Cerea, chef Executive del ristorante "da Vittorio", Brusaporto (Bg); Pierpaolo Magni, docente, membro dell'Accademia Italiana Maestri Pasticcieri; Beppo Tonon, Maestro intagliatore e Campione 2006 della Coppa del Mondo della Gelateria; Elio Ghisalberti, critico enogastronomico. Coordinata la giuria Luciana Polliotti, giornalista e storica del gelato. A tre primi classificati andrà una coppa come riconoscimento del lavoro svolto


Perché serve fantasia
per mettere a reddito la cultura 

Nel maggio del 2009, un ministro della Repubblica ebbe occasione di affermare che “con la cultura non si mangia”. e che, però, a ben pensarci, svelava un suo deficit relativo alla capacità di immaginare scenari economici alternativi a quelli tradizionali. La cultura, infatti, può essere, eccome, fonte di sostentamento per le persone e, nonostante la crisi economica che ha caratterizzato questi ultimi quattro anni, è in grado di produrre valore e creare posti di lavoro.
Non a caso, secondo le previsioni di Unioncamere e del Ministero del Lavoro, nel 2012, sono state circa 32.500 le assunzioni, delle quali il 70% non stagionali e il 30% stagionali, da parte di imprese italiane che competono grazie alla qualità e alla cultura, pari al 5,6% del totale delle assunzioni realizzate dalle imprese di industria e servizi. Nonostante la crisi, le imprese legate alla cultura hanno dimostrato una specifica tenuta occupazionale, visto che il numero di occupati del settore, dal 2007 al 2011, è cresciuto a un ritmo medio annuo dello 0,8% (complessivamente circa 55mila posti di lavoro in più), a fronte di una flessione media dello 0,4% all’anno che, nello stesso periodo, ha caratterizzato l’intera economia nazionale. Un dato di tenuta che si è manifestato anche nel 2012: pur arretrando sotto i colpi della congiuntura (-0,7% il saldo occupazionale rispetto al 2011), le aziende della cultura hanno evidenziato una maggiore resistenza rispetto al complesso delle altre imprese.
Valorizzare la cultura, in termini economici, nello specifico, può significare, anche, la scelta, da parte di un’azienda, di sviluppare attività di sponsorizzazione di eventi o beni culturali. Sponsorizzazione è il termine che descrive una relazione tra uno sponsor e un evento, un’istituzione o un bene: lo sponsor interviene finanziariamente o fornendo beni/servizi, in cambio della possibilità di sfruttare il potenziale commerciale associato all’evento, all’istituzione o al bene. Nel nostro Paese, sponsorizzare eventi o beni culturali implica il rapportarsi, da parte delle aziende, al sistema degli Enti locali. Ciò determina che il bisogno di un’azienda di migliorare i propri fatturati, grazie alla sponsorizzazione di eventi e beni culturali, mediante l’associazione del proprio nome o logo con gli stessi, s’incroci con l’esigenza, da parte degli Enti locali, in tempi di patto di stabilità, di realizzare fund raising, ovvero un reperimento di risorse finanziarie, necessarie allo sviluppo delle attività tipiche della loro mission. 
E’ vero, d’altronde, che, nel mondo angloamericano, sia diffusa l’attività di cause related marketing (marketing delle cause di interesse sociale) con la quale s’intende, invece, uno sforzo promozionale, che sia stato pianificato strategicamente, volto a produrre un aumento delle vendite di un’azienda o a migliorare la sua posizione di mercato, tramite azioni che vanno, anche, a beneficio di un’organizzazione non-profit. Quanto affermato significa che, quando un consumatore acquista il prodotto o il servizio dell’azienda, generalmente, l’azienda effettua una donazione all’ente non-profit. Forse, il primo esempio di cause related marketing è stato il restauro della Statua della Libertà, nel 1983, grazie all’elaborazione di una strategia promozionale da parte di American Express e di Fondazione Ellis Island, un’istituzione pubblica di rilievo: ogni qualvolta un detentore della carta realizzava una nuova operazione, una percentuale del costo della stessa andava a finanziare il recupero di quel monumento. C’è da chiedersi se una storia di successo, come quella rammentata, non possa ispirare le scelte di coloro che hanno la responsabilità di mettere a reddito uno straordinario patrimonio di bellezza, come quello italiano e, nel suo piccolo, ma mica tanto, come quello bergamasco. Valorizzare la cultura, infatti, necessita di fantasia.  


Ubi, Resti lancia la terza lista
“Difenderemo il modello cooperativo”

Da oggi fino al 25 marzo sarà solo una corsa contro il tempo. Per la terza compagine che, nella prossima assemblea del 20 aprile, andrà ad inserirsi tra la lista capitanata da Andrea Moltrasio e da Giorgio Jannone nel rinnovo dei vertici di Ubi, il rush finale al fatidico termine per la presentazione della squadra, si correrà sul filo del rasoio. Cinquecento firme da raccogliere e autenticare costituiscono un bel daffare. Confermato nel professor Andrea Cesare Resti – 47 anni, bresciano, docente alla Bocconi ma con trascorsi anche all’Università di Bergamo – il capolista, l'ultima settimana è stata contrassegnata da un valzer di consultazioni per la costruzione della compagine che proporrà non ventitré nomi, ma diciotto soltanto. Uno sfoltimento, per la lista denominata “Ubi, Banca Popolare!”, che non prevede i cinque riempi-lista (chi vince ha diritto sempre e solo a diciotto poltrone) e che non include i promotori, Doriano Bendotti e Gian Antonio Bonaldi.
Ecco, nell’ordine, i 18 nomi, attentamente vagliati dal professor Resti: Marco Gallarati (candidato vicepresidente vicario, lunga esperienza bancaria, anche in Popolare e Bpu), Maurizio Zucchi e Dorino Aghliardi (commercialisti), Luca Cividini (imprenditore), Laura Bertulessi (dg di Italtrans), Emilio Gramano (ex dirigente di Bankitalia a Bergamo), Marco Balzarini (ex dirigente della Popolare di Bergamo), Anna Cassina (consigliere della Fustiplast), Ignazio Bonomi Deleuse (avvocato), Marco Pesenti (ad della Rollon di Vimercate), Simonetta Mangili (commercialista), Giagiacomo Alborghetti (avvocato), Stefano Franchini (commercialista), Daniele Bonetti (ex dirigente della Popolare di Bg), Beatrice Mascheretti (commercialista), Luciano Pezzoli (imprenditore) e Marco Leali (avvocato civilista).
Una lista che ha già preso una posizione chiara: la difesa del modello cooperativo. “Non bisogna farsi attrarre dalla tentazione di far cassa – ha precisato Resti al Corriere della Sera di Bergamo -. Bisogna fare ogni sforzo per difendere la banca del territorio e puntare a una forte valorizzazione del modello cooperativo”. 
 
 
 
 


Credito, solo 2 imprese su 10
chiedono fondi per investimenti

Sono sempre meno le imprese che si rivolgono alle banche per chiedere un finanziamento (sono il 14% contro il 15,7% del trimestre precedente) e, tra queste, aumentano quelle che si sono viste rifiutare il credito o che lo hanno ottenuto per un ammontare inferiore alla richiesta (dal 35,4% a quasi il 40%). Nel frattempo, diminuiscono le imprese che, invece, si sono viste accordare il credito richiesto (dal 31,5% al 30%), un fenomeno  che si associa al permanere della difficoltà delle imprese di far fronte al proprio fabbisogno finanziario e che, per la prima volta dall'inizio della crisi nel 2008, ha colpito anche le imprese del Nord-Est. Sono i principali risultati che emergono dall'Osservatorio sul credito per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel quarto trimestre del 2012 realizzato da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche.
La ricerca. Il dato rilevato nell'ultimo trimestre 2012 relativo alle imprese che sono riuscite a far fronte ai propri impegni finanziari, si attesta sugli stessi valori del trimestre precedente, arrestando un declino che era iniziato nel 2011, ma con una prevalenza di casi di difficoltà ancora una volta fra le imprese più piccole. In prospettiva, prevalgono le imprese che ritengono la loro situazione finanziaria stabile e solo quelle della classe 1-9 addetti (le micro imprese) formulano previsioni di peggioramento per il primo trimestre 2013. Rimane sostanzialmente stabile, infatti, sia la percentuale delle imprese che sono riuscite a far fronte al proprio fabbisogno finanziario senza difficoltà (30,6% rispetto al 30,8% del trimestre precedente), sia la quota di imprese che ci sono riuscite seppur con difficoltà (49,5% contro il 49,9%); in aumento, invece, il numero di imprese che non sono riuscite a fronteggiare il proprio fabbisogno (passate dal 19,3% al 19,9%). Fra i tre comparti presi in considerazione, quello dei servizi sembra avere le maggiori difficoltà finanziarie, anche se per l'immediato futuro le previsioni sono allineate a quelle del commercio e del turismo. Si conferma la dicotomia fra il Mezzogiorno e il resto del Paese, con le imprese del Sud più in affanno rispetto a quelle del centro e soprattutto del Nord Italia.
Domanda e offerta di credito
La percentuale di imprese del terziario che nel quarto trimestre del 2012 si sono rivolte alle banche per chiedere un fido, un finanziamento, o la rinegoziazione di un fido, o di un finanziamento esistente, è risultata più contenuta rispetto a quella rilevata solo tre mesi prima (14% rispetto al 15,7%). Nell'ambito di quel 14% di imprese che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 30,2% lo ha ottenuto con un ammontare pari o superiore rispetto a quello richiesto, il 17,2% lo ha ottenuto, ma con un ammontare inferiore rispetto a quello richiesto, il 21,4% ha visto rifiutata la propria domanda di credito, l'11,4% è in attesa di conoscere l'esito della propria richiesta ed il 22,9% ha dichiarato di essere intenzionata a formalizzare istanza di credito alle banche nel prossimo trimestre.In sostanza, diminuisce significativamente la percentuale delle imprese che ottiene credito dalle banche. Anche nel quarto trimestre 2012, infatti, l'area dell'irrigidimento (ovvero le imprese che hanno visto accordarsi il credito con un ammontare inferiore a quello richiesto sommate alle imprese che non hanno visto accordarselo affatto) pari al 38,6% ha superato l'area di stabilità pari al 30,2% (le imprese che hanno visto accordarsi il credito con un ammontare pari o superiore a quello richiesto) accentuando ulteriormente la divaricazione fra di esse. Da sottolineare il fatto che per la prima volta dall'inizio della crisi nel 2008 ciò avviene anche nelle regioni del Nord Italia, del Nord-Est in particolare.
Ragioni delle richieste di finanziamento
In merito alla situazione finanziaria delle imprese del terziario, nell'ambito del 14% delle imprese del terziario che si sono rivolte al sistema bancario per ottenere credito, il 70,7% lo ha fatto per esigenze di liquidità o cassa, mentre solo il 20,7% per effettuare investimenti e l'8,6% per ristrutturare i debiti esistenti.
Offerta di credito e costo dei servizi finanziari
Le condizioni del credito con riferimento ai tassi di interesse applicati dalle banche alle imprese del terziario, nell'ultimo trimestre 2012, sono leggermente peggiorate e ancor di più lo sono per quanto concerne le cosiddette "altre condizioni" (servizi bancari comunque legati ad un servizio di finanziamento, es. messa a disposizione fondi). Anche la situazione relativa al costo dei servizi bancari nel loro complesso, e quindi al di là del costo del credito in sé stesso, è peggiorata negli ultimi tre mesi del 2012 per un numero maggiore di imprese rispetto al trimestre precedente e sono soprattutto le imprese più piccole quelle più colpite, anche se in generale tutte le imprese hanno avvertito tale aumento di costo. L'aumento del costo dei servizi bancari è stato avvertito in modo particolarmente grave dalle imprese operative nel settore del commercio.Percezione peggiorativa, infine, anche rispetto alle condizioni del credito per "durata" e "garanzie" richieste dalle banche a copertura dei finanziamenti o degli affidamenti concessi.


Ubi, i nomi della “terza lista”
guidata dal bocconiano Resti

Da oggi fino al 25 marzo sarà solo una corsa contro il tempo. Per la terza compagine che, nella prossima assemblea del 20 aprile, proverà ad inserirsi tra la lista capitanata da Andrea Moltrasio e da Giorgio Jannone nel rinnovo dei vertici di Ubi, il rush finale al fatidico termine per la presentazione della squadra, si correrà sul filo del rasoio. Cinquecento firme da raccogliere e autenticare costituiscono un bel daffare, non meno improbo dell'impegno sotteso alla composizione della squadra, che in un'altalena di ipotesi degli ultimi giorno, (si presenta o non si presenta?) potrebbe sortire un effetto sorpresa, modello grillini in assetto bancario. Confermato nel professor Andrea Cesare Resti il capolista, l'ultima settimana è stata contrassegnata da un valzer di consultazioni per la costruzione della compagine che proporrà non ventitré nomi, ma diciotto soltanto. Uno sfoltimento, per la lista Resti, chiamiamola momentaneamente così, che non prevede i cinque riempi-lista (chi vince ha diritto comunque a un minimo di diciotto poltrone). Tra i diciotto non figureranno i promotori, Doriano Bendotti e Gian Antonio Bonaldi, i quali, benché siano in possesso degli stringenti requisiti previsti, si chiameranno fuori. Top secret i nomi (attentamente vagliati dal professor Resti), anche se le indiscrezioni cominciano a trapelare a cominciare dagli avvocati Ignazio Bonomi e Marco Leali di Bergamo. Tra gli imprenditori figurerebbero i nomi di Luciano Pezzoli, Luca Cividini e Laura Bertulessi. In lista anche Marco Gallarati, ex dirigente bancario (al secondo posto), Daniele Bonetti, Dorino Agliardi, (commercialista), Marco Pesenti (imprenditore), Simonetta Mangili (commercialista), Emilio Gramano (ex dirigente di Banca d’Italia a Bergamo) e Anna Loredana Cassina.


Promoberg dà un sostegno
alla Città della Scienza di Napoli

Nella serata del 4 marzo un devastante incendio doloso ha distrutto in poche decine di minuti la Città della Scienza di Napoli. Il museo interattivo con sede nell’area ex Italsider a Bagnoli, era uno dei fiori all’occhiello del capoluogo partenopeo, e richiamava in media 350mila visitatori l’anno. Tra le diverse sezioni, la Città della Scienza ospitava anche L’Officina dei Piccoli, centro scientifico interamente dedicato ai bambini under 9 anni, realizzato attraverso il coinvolgimento diretto dei bambini con il metodo della progettazione partecipata.
Promoberg, pensando al mondo dell’infanzia, ha ideato dieci anni fa “Lilliput”. Il Villaggio creativo-educativo organizzato dall’ente fieristico vuole valorizzare e diffondere una nuova cultura dedicata al mondo dei più piccoli. Una cultura che considera i bambini quali soggetti attivi, con importanti potenzialità e risorse proprie: una filosofia in linea con quanto portato avanti dalla Città della Scienza. E proprio il polo museale napoletano, tramite la Fondazione Idis che lo gestisce, è tra le realtà con le quali Lilliput ha stretto le sinergie più importanti e significative. Ciò ha portato alla partecipazione dal 2008 del museo napoletano agli appuntamenti di Lilliput alla Fiera di Bergamo. Il rapporto tra le due realtà si è sempre più consolidato negli anni, permettendo di far debuttare nel 2012 Lilliput a Napoli, presso la Città della Scienza: una “prima” contraddistinta da tante emozioni e grande entusiasmo.
Dato lo stretto rapporto tra le due realtà, Promoberg è rimasta fortemente colpita dalle gravi conseguenze del rogo di Bagnoli.
“Davanti a tale dramma – sottolinea Ivan Rodeschini, presidente di Ente Fiera Promoberg -, oggi più che mai Bergamo è vicina a Napoli. La sinergia tra Promoberg e Fondazione Idis si rafforza ulteriormente. Vogliamo dare tutto il nostro contributo per far sì che la Città della Scienza si rialzi il prima possibile. E il primo atto della sua rinascita avverrà proprio al prossimo appuntamento di Lilliput, la manifestazione organizzata da Ente Fiera Promoberg in programma dal 21 al 24 marzo presso il polo fieristico di Bergamo. La Città della Scienza sarà presente come sempre con una serie di laboratori interattivi, tradizionalmente molto seguiti e apprezzati. Quest’anno il pubblico di Lilliput avrà però un motivo in più, e molto importante, per visitare gli spazi del museo napoletano.  Presso lo stand della Città della Scienza sarà attiva una raccolta fondi a offerta libera, destinata alla sua ricostruzione. Un evento straordinario, in quanto è la prima volta che diamo l’assenso a una raccolta fondi: ma davanti a un così violento fatto di cronaca, abbiamo ritenuto doveroso fare uno strappo alla regola. La Città della Scienza, oltre ad essere un polo museale d’eccellenza a livello europeo, era uno dei gioielli di Napoli, e rappresentava, in particolare per i bambini, un simbolo di cultura, formazione, e innovazione. Tutto l’appassionato pubblico di Lilliput  – conclude Rodeschini – avrà quindi la possibilità di dimostrare concretamente la sua grande solidarietà verso una causa davvero meritoria”.
“Il nostro Villaggio creativo, da parte sua – prosegue Luigi Trigona, Segretario generale di Ente Fiera Promoberg – ha prontamente confermato il suo allestimento a Napoli, dal 30 aprile al 5 maggio. Il terribile incendio ha distrutto in poche ore 12mila metri quadrati di museo, ma non certamente i progetti da noi stilati in collaborazione con la Fondazione Idis. Chiaramente dovremo riorganizzare la manifestazione in base agli spazi a disposizione (utilizzando l’unica ala della Città della Scienza rimasta in piedi), ma questo non impedirà ai tanti bambini che interverranno, di mettere in mostra i loro saperi e il loro grande entusiasmo. La presenza della Città della Scienza a Bergamo, e l’allestimento della seconda edizione di Lilliput a Napoli – osserva Trigona -, sono due atti concreti per confermare, sia tutto il nostro impegno e la grande passione verso i temi dedicati all’infanzia, sia la forte volontà, che è tipica proprio dei bambini, di non arrenderci mai, neppure davanti alle più dure avversità”.
Tra i numerosi interventi registrati durante la prima edizione di Lilliput presso la Città della Scienza di Napoli, da ricordare quello del sindaco del capoluogo partenopeo, Luigi De Magistris. “Ben vengano iniziative come Lilliput – aveva detto il primo cittadino -, che guardano agli adulti di domani, e che sensibilizzano i più piccoli su temi importantissimi come l'educazione civica e ambientale, la scienza, l'arte. Tra le migliaia di lettere che ricevo giornalmente, quelle dei bambini restano le più belle e le più profonde. Capiscono meglio degli adulti argomenti fondamentali quali l'eco-sostenibilità e il riciclo dei materiali. Dobbiamo ascoltarli di più”. Durante le sue prime nove edizioni alla Fiera di Bergamo, sono state oltre 400mila le persone, metà delle quali bambini, che hanno varcato le porte del Villaggio creativo di Lilliput a Bergamo. 


Strutture ricettive,
solo on line
la comunicazione
degli alloggiati

Con la pubblicazione del decreto del Ministero dell’Interno 7 gennaio 2013 sulla Gazzetta Ufficiale del 17 gennaio, è entrato in vigore l’obbligo della trasmissione telematica/informatica dei dati relativi alle persone alloggiate presso le strutture ricettive. Il sistema, che in Bergamasca è già stato attivato dalla fine del 2010, consentendo ai gestori di snellire le procedure, diventa ora il canale esclusivo di trasmissione, con la possibilità di utilizzare posta elettronica certificata e fax solo in caso di problemi tecnici al sistema web. La comunicazione va effettuata entro 24 ore dall’arrivo dei clienti direttamente alle questure attraverso il Servizio Alloggiati Web della Polizia di Stato e non più alle autorità locali di pubblica sicurezza. La Questura di Bergamo ricorda che sono tenuti alla comunicazione albergatori, affittacamere, proprietari o gestori di case e di appartamenti per ferie e vacanze, ostelli per la gioventù, rifugi alpini e rifugi escursionistici, bed and breakfast, bivacchi fissi, titolari di campeggi, case di cura e di salute dell’intera provincia. Chi non utilizzasse già il sistema deve produrre una specifica domanda alla Questura di Bergamo, che provvederà all’abilitazione. La modulistica per la richiesta delle credenziali di accesso al servizio web, il manuale operativo e tutte le informazioni necessarie possono essere consultati e scaricati dal sito della Questura di Bergamo all’indirizzo http://questure.poliziadistato.it/Bergamo/articolo-6-66-20329-1.htm. Per ulteriori informazioni è possibile contattare i seguenti numeri della Questura: 035 276581 – 035 276558 – 035 276527 dalle ore 9 alle ore 13, dal lunedì al venerdì. Nulla cambia in tema di sanzioni in caso di mancata comunicazione dei dati degli alloggiati.


Commercio, le donne
ora hanno una marcia in più 

Nasce in Ascom il Gruppo del Terziario Donna. L’assemblea delle imprenditrice bergamasche del terziario ha eletto all’unanimità Claudia Marrone come presidente del Gruppo. Classe ‘73, amministratore della Leto Srl, Marrone gestisce in franchising una rete di negozi con insegna Intimissimo, Calzedonia e Tezenis; la neo presidente fa parte anche del nuovo consiglio del Gruppo Abbigliamento di Ascom. Due le vicepresidenti del Gruppo: Giovanna Pradella, titolare della Cidia Srl, ingrosso di specialità alimentari che si trova nel cuore di Bergamo, e Paola Rota, impegnata nel settore dell’ospitalità e titolare del Castello di Clanezzo di Ubiale Clanezzo. Del consiglio fanno parte sei giovani imprenditrici: Roberta Pizzigalli dell’Immobiliare Pizzigalli di Bergamo, Valentina Rodigari del Conad Almè – Princesses Srl, Paola Corna dell’ACM srl di Grumello del Monte che si occupa di commercio all’ingrosso di accessori per abbigliamento, Maria Teresa Lodi della Geakoiné di Bergamo, una tra le maggiori organizzazioni italiane specializzate nella traduzione e nella produzione di documentazione multilingua, Sabrina Milesi, titolare del Ritual Pub di Bergamo e Luna Gualdi dell’Editrice Bergamasca di Bergamo.
«Si è costituito un gruppo giovane e vivace che vuole replicare a livello locale la rappresentanza dell’imprenditoria femminile presente in Confcommercio – afferma Luigi Trigona, direttore dell’ Ascom di Bergamo -. Con questo gruppo desideriamo valorizzare il ruolo sociale e imprenditoriale delle donne che sono in numero cospicuo nel settore del terziario».
Il gruppo che si è creato in Ascom è composto da giovani imprenditrici che provengono da settori eterogenei. «Abbiamo creato un gruppo giovane perché desideriamo che il cammino sia lungo e che frutti negli anni. E’ inoltre un gruppo eterogeneo che rappresenta realtà imprenditoriali molto differenti – commenta la neo presidente Marrone -. Il nostro obiettivo è quello di portare avanti alcune iniziative per favorire l’imprenditoria femminile, da sviluppare lungo due direttrici. La prima è quella di far conoscere e approfondire le opportunità offerte a noi donne, come start up e consulenze, anche in collaborazione con l’Università. La seconda è quella di cercare di fare proposte che possano conciliare il lavoro con la famiglia, al fine di non porci di fronte ad un’alternativa ma di tentare di fare al meglio quello che siamo chiamate a fare sul lavoro e in famiglia».


Autosalonisti: “L’usato correrà?¢‚Ǩ¬®
sempre più sul web”

Si è costituito in seno all’Ascom il Gruppo degli Autosalonisti, che nasce dopo lo scioglimento di Assoauto, l'associazione autonoma aderente ad Ascom e fondata nel 1998 come prima forma di aggregazione della categoria degli autosaloni plurimarca a livello nazionale.?¢‚Ǩ¬®Il Gruppo si propone come obiettivo quello di potenziare la rappresentanza del settore auto e di creare un coordinamento con concessionari e con le agenzie di pratiche automobilistiche. A presiedere il consiglio del neonato Gruppo è stato eletto Loreno Epis, 49 anni, titolare dell'Autosalone Epis di Scanzorosciate, già alla guida di Assoauto. Il settore degli autosaloni plurimarca in Bergamasca tiene. Si contano infatti 100 saloni, un numero costante nell'ultimo anno, che presenta una crescita dell'11,1% nell’ultimo quadriennio. “Nonostante le difficoltà, il settore tiene così come la domanda di auto usate, che non subisce fortunatamente le flessioni del nuovo – conferma il neopresidente Epis -. Il vero ostacolo oggi è rappresentato dalla difficoltà di reperire un usato di qualità. Con la crisi si tende a portare a fine corsa i mezzi. Le auto ad alto chilometraggio o piuttosto datate incontrano la domanda estera e sono così in crescita le radiazioni per esportazioni”.?¢‚Ǩ¬®Nel frattempo, il mercato dell’auto viaggia sempre più sul web: “Ormai internet è diventato lo strumento d’elezione per la ricerca dell’auto e la disponibilità all’acquisto prende forma da un sito all’altro. Il 70-80 per cento dei contatti oggi avviene attraverso la grande rete, che proietta le nostre imprese lontano, portandole ad operare in un contesto internazionale. Il web apre anche alla concorrenza soprattutto sul fronte del prezzo”. Una delle sfide che il Gruppo intende affrontare è la specializzazione nella vendita on-line: “Per rispondere alle richieste del mercato bisogna attrezzarsi a dovere. Internet rappresenta sempre più un’opportunità per la categoria, che può andare ad intercettare anche quel 60 per cento di privati che si affidano al fai-da te, garantendo un’assistenza professionale. L’obiettivo è dar vita ad una piattaforma web aperta, attraverso i social network, ad utenti e clienti. Il sito, il primo a livello nazionale,  riunirà tutti gli operatori associati e raccoglierà oltre alle auto in vendita in ogni salone, tutte le iniziative in corso o in programma per il Gruppo. Sarà a tutti gli effetti un “luogo” in cui instaurare un dialogo tra noi, i nostri clienti e i consumatori”.?¢‚Ǩ¬®La specializzazione e la professionalità del Gruppo sono i valori che gli Autosalonisti intendono portare avanti attraverso un percorso formativo ad hoc: “Vogliamo indicare a chi opera nel settore una strada chiara a livello normativo e professionale attraverso corsi di specializzazione ed aggiornamento, incentrati oltre che sulle tecniche di vendita, sugli aspetti normativi, in primis sul codice al consumo. Abbiamo predisposto un corso certificato che partirà a breve”.  Il progetto a medio termine per il Gruppo è la creazione di un marchio di qualità attribuito con l’approvazione dei consumatori: “L’obiettivo è iniziare ad intraprendere un percorso con i consumatori in collaborazione con le loro associazioni per stilare un protocollo d'intesa ed un sigillo di qualità delle nostre aziende per qualificare ulteriormente la nostra attività”.