Un marchio premia i negozi sostenibili

Essere eco friendly può sembrare una moda, uno strizzare l’occhio ad una tendenza del momento che rende più favorevole lo sguardo dei consumatori. In realtà è un’opportunità e potrebbe tra poco essere addirittura una necessità, dato il crescente stress sulle risorse e sull’ambiente. Si inserisce in quest’ottica “Sono Sostenibile”, un progetto di accompagnamento delle attività commerciali verso una maggiore sostenibilità ambientale. «Il percorso nasce da una criticità – ha avuto modo di ricordare il vicedirettore dell’Ascom Oscar Fusini nel corso della presentazione -. Nell’inverno 2011-12, il Comune di Bergamo si trovava a dover decidere se “punire” con una sanzione, sulla scorta di quanto aveva stabilito Milano, i negozi che tenevano aperte le porte provocando dispersione del calore e invece, grazie al confronto con le associazioni di categoria, si è imboccata la strada opposta, quella di premiare le insegne virtuose».
È stato perciò siglato un protocollo, dal quale si è sviluppato l’attuale progetto, che oltre al Comune e alle associazioni del commercio ha coinvolto la Camera di Commercio per il finanziamento, l’azienda speciale Bergamo Formazione per la realizzazione e il coordinamento e il Centro di Etica Ambientale per il supporto tecnico. «Il marchio “Sono Sostenibile” – ha spiegato il presidente dell’Ente camerale Paolo Malvestiti – vuole premiare gli esercenti sensibili al tema, qualificando le loro attività nei confronti della clientela italiana e straniera, ma è anche il riconoscimento del ruolo determinante che negozi e locali possono recitare nella promozione dell’attenzione all’ambiente e agli stili di vita consapevoli». La “serietà” del riconoscimento è garantita dagli standard che caratterizzano anche gli altri marchi camerali, come i Ristoranti dei Mille Sapori, Bergamo Charme o gli Hotel di Qualità, che prevedono verifiche periodiche dei requisiti e l’obbligo di brevi percorsi formativi. «Si comincia con il capoluogo – ha precisato Malvestiti – ma l’obiettivo è estendere il percorso a tutta la provincia». 
«Questa iniziativa – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Massimo Bandera – si inserisce nel più ampio progetto “Bergamo Sostenibile”, che vuole coinvolgere tutta la città, rivolgendosi ad componente che mancava, le attività commerciali, che per emissioni di CO2 pesano quanto il residenziale. È un modo per superare i conflitti, ad esempio sull’apertura delle porte in inverno o le Ztl, e migliorare la collaborazione, ma non dimentichiamo che è soprattutto un’opportunità di risparmio per le imprese, sul fronte energetico in primis». E c’è pure la possibilità che il Comune vada incontro alle attività «con sgravi che valuteremo – ha dichiarato -, ad esempio sulla tassa per i rifiuti o con ulteriori agevolazioni sugli oneri per le ristrutturazioni oltre a quelle già previste».
«Non siamo sul punto più avanzato di un vecchio mondo che cerca di riciclarsi per andare avanti – ha evidenziato don Francesco Poli, presidente del Centro di Etica Ambientale –, ma stiamo entrando nell’orizzonte di una nuova terra che siamo chiamati a conoscere dialogando in un clima collaborativo. Nell’ambito di questo progetto il nostro Centro realizzerà un’indagine statistica e interverrà sul piano formativo, propedeutico a tutto il resto perché pone le basi di una trasformazione culturale che accompagni l’evoluzione in atto».


Bergamo Sviluppo, al via
l’ “Incubatore tecnologico 2020″

La Giunta della Camera di Commercio di Bergamo ha deciso di realizzare il progetto “Incubatore Tecnologico 2020” per il tramite della propria azienda speciale Bergamo Sviluppo. Il progetto si svolgerà presso la nuova sede operativa che l’azienda speciale  ha aperto presso il Polo per l’Innovazione Tecnologica (POINT) di Dalmine e prevede sia la realizzazione di azioni mirate di “scouting tecnologico” per lo start-up di imprese innovative, anche di carattere manifatturiero, da insediare negli spazi del Point di Dalmine, sia l’attivazione di una serie di servizi tecnologici avanzati a favore dello sviluppo delle imprese del territorio della provincia, sia il potenziamento di servizi formativi, seminariali e consulenziali.
Bergamo Sviluppo, oltre ad essere accreditata dalla Regione Lombardia come Centro di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico all’interno del sistema “Questio”, con l’insediamento al Point di Dalmine è stata inclusa tra i 30 parchi scientifici e tecnologici nazionali associati alla rete APSTI (Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani) e a IASP (International Association of Science Parks). Per la realizzazione delle attività di animazione, informazione, formazione e consulenza previste dal progetto “Incubatore Tecnologico 2020” la Giunta camerale ha stanziato 200mila euro per l’anno 2013, e 400mila euro per gli anni successivi.


«Imprese al femminile troppo fragili.
Servono sostegni mirati»

Non è tutto rosa e fiori per le  imprese al femminile. Anche se sono sempre più le donne a tenere in piedi il Paese –  un’impresa su 4 in Italia, sulla base dei dati più recenti forniti da Unioncamere, è gestita da una donna, dato in perfetta sintonia con quello bergamasco  elaborato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio – le imprese femminili appaiono sempre  più fragili. Tenacia e spirito imprenditoriale non bastano quando l’accesso al credito diventa un percorso ad ostacoli e conciliare lavoro, casa e  famiglia è una corsa contro il tempo. Se le donne sanno affrontare con straordinaria energia anche le difficoltà maggiori, spesso sono costrette ad arrendersi di fronte ad un mutuo non concesso.
Le imprese più deboli sono quelle più giovani, purtroppo contraddistinte da un’elevata mortalità: se sono tante ad inaugurar bottega, altrettante si trovano infatti purtroppo ad abbassare la saracinesca. L’Osservatorio del credito alle imprese femminili di Rete impresa  evidenzia nei primi tre mesi dell’anno come 8 imprese su 10 abbiano problemi di liquidità e cassa;  il 62 % delle imprenditrici segnala un peggioramento rispetto a tasso, durata, costo di istruttoria e garanzie richieste per l’ottenimento dei finanziamenti. Performance decisamente peggiori rispetto al quadro già drammatico della stretta al credito per le piccole e medie imprese. “Vogliamo iniziare ad affrontare subito temi molto concreti e scottanti: tra i vari sul tavolo, dalla conciliazione famiglia/lavoro alla necessità di formazione e aggiornamento, c’è  ovviamente anche quello del credito – sottolinea Claudia Marrone, presidente provinciale del gruppo Terziario Donna dell’Ascom, a bilancio del primo consiglio svoltosi la scorsa settimana -. La situazione che emerge dall’indagine di Rete Imprese Italia conferma la situazione di grande difficoltà e fragilità dell’imprenditoria femminile, realtà confermata anche dalla loro elevatissima mortalità. Urgono quindi azioni ad hoc di sostegno dell’imprenditoria in rosa”. La prima opportunità da cogliere riguarda il bando sul credito: “Nella newsletter che invieremo a giorni a tutte le nostre imprenditrici allegheremo il bando che consente di usufruire di una consulenza mirata sulla situazione finanziaria e bancaria della propria azienda. Il nostro primo passo di un lungo e – speriamo – fruttuoso cammino”. Diversi gli obiettivi cui si sta lavorando: “In primis si è deciso di allargare la base il più possibile, facendo conoscere la costituzione del gruppo a tutte le donne imprenditrici, invitandole ad una maggiore adesione e partecipazione. Per far conoscere il nostro gruppo stiamo lavorando all’organizzazione di un evento contestuale ad una delle serate del giovedì del distretto del commercio di Bergamo”.
"Senza donne non si cresce, senza donne non c'è futuro. Ma la presenza che noi desideriamo è qualitativa e non meramente quantitativa. Non è sufficiente portare le donne sul ponte di comando, occorre portarle ai comandi" sottolinea  Patrizia Di Dio la presidente nazionale di Terziario Donna, che rappresenta le imprese  femminili del commercio, del turismo e dei servizi aderenti a Confcommercio. "In un momento così drammatico di crisi economica, parlare di donne e governance può apparire quasi provocatorio, un atteggiamento elitario e sterile che non guarda ai reali problemi del Paese. Riteniamo, invece, che la classe imprenditoriale che rappresentiamo abbia la responsabilità di cercare soluzioni e indicare come uscire dalla crisi". Patrizia Di Dio sottolineato poi l’ "intenzione di  Terziario Donna di proseguire l’attività a sostegno di una maggiore presenza delle donne nei luoghi decisionali della politica e dell'economia" perché "l'affermazione di un vero principio di parità tra uomo e donna è un volano di crescita per il nostro sistema". "Da imprenditori – ha continuato la presidente – sosteniamo che senza crescita non c'è futuro. E siccome senza donne non si cresce, senza donne non c'è futuro". Quanto al sistema per instaurare questa parità, il presidente di Terziario Donna ha evidenziato che "l'approccio normativo ha avuto, e può ancora avere, un ruolo fondamentale, ma da solo, può non bastare. E' il cambiamento culturale da questo innescato a dover guidare i comportamenti virtuosi. E noi di Confcommercio vogliamo essere un catalizzatore, un elemento di propulsione di questa cultura". "I numeri contano, ma non solo. La presenza che noi desideriamo – ha concluso la Di Dio – è qualitativa e non meramente quantitativa. Non è sufficiente portare le donne sul ponte di comando, occorre portarle ai comandi per avere finalmente il doppio sguardo in termini di apporto e affermazione di una sostanziale democrazia paritaria, concreta e qualitativa e non meramente di facciata e quantitativa".


Wedding cake,
nel nuovo numero
di Affari di Gola
le nozze dal sapore
americano

In linea con la tradizione che vuole maggio mese degli sposi, Affari di Gola dedica la copertina del nuovo numero alle torte nuziali, ma sarebbe meglio dire “wedding cake”, ossia le spettacolari (e talvolta monumentali) composizioni decorate che dagli Stati Uniti stanno conquistato anche le cerimonie nostrane. Alcuni dei pasticcieri bergamaschi che realizzano queste creazioni raccontano la tendenza, nella quale la voglia di stupire non dimentica il gusto italiano.
Chi ama sapori più decisi potrà scoprire invece il “Blu di Endine”, un nuovo formaggio erborinato che sta convincendo gli assaggiatori. Si approfondisce inoltre l’importanza dell’olfatto nella degustazione grazie alle testimonianze di quattro esperti, l’evoluzione delle insalate in busta che hanno nella Bergamasca uno dei maggiori territori di produzione e i “frutti” di alcune realtà sociali che si occupano di reinserimento di persone svantaggiate. Senza dimenticare le news e gli eventi. 


MATH meets BACH.
Al Donizetti
conferenza-concerto
di un matematico
e un pianista

L’Associazione BergamoScienza e il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo presentano “MATH meets BACH. La scienza incontra la musica” in programma giovedì 30 maggio 2013 alle ore 21 al Teatro Donizetti di Bergamo.
Questa inedita conferenza-concerto prevede la partecipazione di Benedetto Scimemi, matematico dell’Università di Padova e Ramin Bahrami (nella foto), noto pianista iraniano e considerato uno tra i più interessanti interpreti bachiani dei nostri giorni.
Una sinergia che unisce due Festival in occasione delle celebrazioni del 50° anniversario del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, con il desiderio di fare rete e contaminazione all’insegna della sperimentazione più colta. Un’occasione unica per approfondire il legame profondo e antico che unisce da sempre le note e i numeri. Un dialogo scientifico per rivelare l’aspetto fisico-aritmetico della musica attraverso il linguaggio della geometria, alla scoperta di affinità e simmetrie “classiche”.
“Ma il genio di Bach seppe mescolare il sacro al profano, il razionale al danzante, la scienza della composizione al dilettevole, il sobrio al capriccioso –  commenta Ramin Bahrami -. Spesso, studiando la sua musica, mi sembra di scorgere un’indagine di formule scientifiche, tanto care alla nostra indimenticabile Rita Levi Montalcini, che amava Bach visceralmente, forse anche per questa sua dote di rinnovarsi ed essere un maestro capace di creare “musica mobile”, sempre viva.”           

PROGRAMMA
ore 21      Benedetto Scimemi, dialogo su numeri e note.

ore 21.40 Ramin Bahrami, Concerto Italiano. Viaggio in Italia con J. S. Bach.
Domenico Scarlatti
Aria in re min. K32
Sonata in sol magg. K 289

Johann Sebastian Bach
Suite francese n.5 in sol magg. BWV 816

Domenico Scarlatti
Sonata in re magg. K 282

Johann Sebastian Bach
Suite inglese n. 2 in la min. BWV 807

Domenico Scarlatti
Sonata in fa diesis magg. K 319
Sonata in re magg. K 278
Sonata in do magg. K 159

Johann Sebastian Bach
Aria variata (alla maniera italiana) in la min. BWV 989
Concerto nach italienischen Gusto BWV 971

L’evento è gratuito e con prenotazione obbligatoria sul sito http://www.bergamoscienza.it. Per accedere al concerto è necessario cambiare il voucher di prenotazione ritirando il biglietto d’ingresso alla biglietteria del Teatro Donizetti da lunedì 27 a giovedì 30 maggio dalle ore 13 alle ore 20. 
Per gli abbonati al Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo è possibile ritirare il biglietto d’ingresso, fino ad esaurimento dei posti a disposizione, da mercoledì 22 a domenica 26 maggio dalle ore 13 alle ore 20. 

Biglietteria del Teatro Donizetti  – p.zza Cavour, 15 – Bergamo. tel. 035 4160 601/602/603.


Ascom, Malvestiti confermato
presidente. Martinelli e Zambonelli
alla vicepresidenza

Paolo Malvestiti è stato riconfermato presidente di Ascom. La nomina è avvenuta lunedì pomeriggio durante il Consiglio direttivo eletto dalla recente Assemblea dei soci. Malvestiti, 66 anni, nato e residente ad Osio Sotto, è sposato con due figli e presiede dal 2000 l’Associazione commercianti di Bergamo. Imprenditore nel settore della pelletteria, calzature e valigeria, Malvestiti è presidente della Camera di Commercio dal 2010 ed è vicepresidente di Confcommercio Lombardia e di Unioncamere Lombardia. A livello nazionale è componente del Consiglio confederale della Confcommercio.
Il nuovo Consiglio direttivo ha inoltre cooptato tre membri: Roberto Capello, presidente di Aspan e già in consiglio direttivo dal  2001, Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco e in consiglio dal 2001 e Mauro Dolci, presidente di Fiva, l’associazione che riunisce gli ambulanti bergamaschi.
Accanto a Malvestiti siedono due vicepresidenti, così come vuole lo Statuto; Riccardo Martinelli e Giovanni Zambonelli. Martinelli è vicepresidente Ascom dal 2001, mentre dal 2009 è presidente della Fogalco. Ha guidato il Gruppo Grossisti Vino Bevande dal 1981 al 2012. Come imprenditore, dopo il diploma in ragioneria è entrato a far parte della azienda Vinicola Martinelli nel 1963, portando avanti una tradizione di famiglia che dura dal 1865, anno in cui il bisnonno Ettore fondò l’azienda. Zambonelli, nel consiglio direttivo dal 2005, è per il terzo mandato alla guida del Gruppo Albergatori. 53 anni, titolare insieme al fratello Corrado del Best Western Cappello d’Oro di Bergamo e del Best Western Hotel Monza Brianza Palace, Zambonelli siede nel Cda di Fogalco.
Il nuovo consiglio risulta così composto: Paolo Malvestiti, presidente, Riccardo Martinelli e Giovanni Zambonelli, vicepresidenti; consiglieri: Alessandro Riva, Luciano Patelli, Adriano Vacchelli, Giorgio Beltrami, Livio Bresciani, Diego Pedrali, Bruno Federico, Roberto Capello, Mauro Dolci, Lorenzo Cereda e Giuseppe Milazzo.
Tre i temi che guideranno le azioni del nuovo consiglio direttivo per i prossimi quattro anni: potenziamento dei distretti del commercio, valorizzazione del turismo e facilitazione per l’accesso al credito.
«Il commercio si sta profondamente trasformando. Molte sono sfide alle porte e grande è il desiderio di rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze – spiega Malvestiti -. C’è il ritorno al negozio di vicinato, c’è una maggior attenzione agli acquisti che evita quelli di impulso, c’è una grande disponibilità ad adeguarsi alle nuove condizioni, si sviluppano piccole catene di negozi, l’attività commerciale tende a specializzarsi o a diversificarsi ed ad uscire da quell’anonimato che la rende meno competitiva». Si delinea così, secondo Malvestiti, il commercio del futuro, costruito sulla base di tre pilastri: coerenza con i nuovi bisogni dei consumatori; tutela della libertà imprenditoriale in un ambito di corretta concorrenza tra operatori; sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente, delle persone e della legalità.
«Un esempio concreto di questo processo è tutto l’impegno per la costituzione e il consolidamento dei distretti urbani e diffusi del commercio – spiega il presidente di Ascom -. Da quando nel 2008 la Regione ha iniziato ad investire in questo modello, sono nati nella provincia di Bergamo 28 distretti per un totale di 120 comuni coinvolti e più di 10 mila attività imprenditoriali. Con i distretti il ruolo del commercio risulta modificato in senso sociale: da semplice momento di incontro tra venditore e consumatore dà origine ad un luogo dove trascorrere il proprio tempo libero, relazionarsi con gli altri utilizzando una serie di servizi integrati e vivere momenti di intrattenimento organizzati”. Con i distretti del commercio si crea quindi un forte legame con il turismo, che per Ascom è una delle leve strategiche per l’economia locale. «La nostra Associazione ha la rappresentanza istituzionale del turismo all’interno della Camera di Commercio; quindi ha una responsabilità primaria nel contribuire a rendere efficace la leva del turismo per lo sviluppo dell’economia locale» conclude Malvestiti. Terzo punto è l’accesso al credito, sul quale l’Associazione commercianti insieme alla cooperativa di credito Fogalco  metterà in campo alcune azioni specifiche per seguire da vicino gli imprenditori del terziario nel rapporto con gli istituti bancari.


Albino,“sulla Ztl mediato a lungo.
Il Comune deve tener conto di tutti”

Mediare e trovare un equilibrio tra le diverse esigenze e portare le attività del centro a essere espressione di qualcosa di specifico, «che si può trovare solo lì», come antidoto alla concorrenza dei centri commerciali.
Si può riassumere così il pensiero di Roberto Benintendi, assessore al Commercio del Comune di Albino, interpellato per replicare alle dichiarazioni di protesta salite dai commercianti, in particolare di via Mazzini, in merito alla chiusura della Ztl che, secondo gli esercenti, sta portando al tracollo i negozi che si affacciano sulla via centrale.
«Capisco che il momento è difficile e il tema della Ztl rischia di diventare l’unico elemento su cui concentrare la difficoltà più generale – commenta Benintendi -. Però pur mantenendo il dialogo assoluto con tutte le parti, i negozianti, le associazioni di categoria (tra cui l’Ascom, ndr) e le associazioni locali, sottolineo che il ruolo dell’amministrazione comunale è di fare una sintesi delle legittime esigenze presenti sul territorio».
Nel 2011 «abbiamo sottoposto un questionario ai cittadini del distretto, quindi anche Nembro e Alzano, e il 90% – prosegue l’assessore – ha dichiarato di fare acquisiti in posti diversi da quelli di residenza ed è stato un elemento su cui abbiamo lavorato col distretto per ridefinire il rapporto con le attività commerciali di vicinato». E nei suggerimenti «che contestualmente i cittadini ci hanno segnalato – illustra ancora Benintendi – erano uscite proposte come gli orari flessibili dei negozi, la Ztl in via Roma e in via Mazzini, il blocco del traffico in centro».
La volontà di tutto questo percorso è di sostenere le attività commerciali del paese mettendo in campo diverse iniziative: «Con investimenti pubblici di distretto e risorse private – spiega Benintendi -, su mia iniziativa e dell’amministrazione, con l’adesione dei commercianti, abbiamo avviato la Serio Card, una sorta di moneta elettronica che si può usare nell’intera area del Distretto, in base a un sistema di sconti per settori merceologici: sull’acquisto fatto si ottiene uno sconto il cui valore viene accreditato sulla carta e reso spendibile in altri negozi. E’ un passaggio culturale, un modo per mettersi in rete e non pensare più al proprio vicino di attività come a un concorrente».
La Ztl si inserisce in questo percorso ed «è stata avviata dal dialogo coi negozianti e attuata per gradi, con fasi sperimentali e avvisi ai cittadini sulle nuove modalità di accesso al centro – racconta l’assessore -. Perché il cuore del paese è un pezzo importante per la comunità e va valorizzato. Per questo stiamo lavorando anche con chi organizza le attività culturali per mettere a punto un calendario di appuntamenti estivi, per ora, ma penseremo anche al periodo invernale, per attrarre le persone. A metà luglio, per esempio, avremo l’ Albino Shopping Festival, che vorremmo replicare anche a settembre, e Sul Serio Folk, manifestazione di musica e balli pop coi finanziamenti del distretto».
Nel cassetto c’è anche la proposta di una «Notte nera», che significa spegnere tutte le luci in una zona del centro e illuminarla con candele e torce, spettacoli col fuoco, puntando anche sulla sensibilizzazione al risparmio energetico.
«Sono tutti sforzi volti a rendere il centro qualcosa di diverso dai grossi magazzini commerciali, più competitivi sui prezzi – evidenzia -. Vogliamo far capire ai nostri negozianti che la carta da giocare è nelle diversità e valorizzazione di elementi che la gente può trovare solo qui. Certo, ci serve anche la collaborazione e la disponibilità dei negozianti: sollecito le aperture domenicali e anche il fatto che i bar chiedano i permessi per mettere fuori i tavolini all’aperto durante gli orari di chiusura al traffico». 
Sul tema dei parcheggi, «in paese abbiamo messo quelli a pagamento, ma siamo anche uno dei pochi comuni che ha attivato il primo quarto d’ora gratuito e nella zona delle Poste addirittura la prima ora gratuita – afferma l’assessore -. Nello specifico di via Mazzini, abbiamo realizzato una decina di parcheggi per la sosta, perché tenendo conto dei passi carrai e di come è fatta la sede stradale, erano gli unici realizzabili. Chi ha preso la multa per la sosta è perché si è fermato fuori da questi posti, a lato strada con le quattro frecce». Per il problema del varco, “attivo” o “non attivo”, che tanta confusione ha generato, «come ho già spiegato abbiamo proceduto per gradi, con l’invio di lettere informative, ma il codice della strada prevede questa dicitura e non possiamo che attenerci alla norma. Però abbiamo messo sotto al pannello un cartello per spiegare che “varco attivo” vuol dire strada chiusa e 50 metri prima del varco un altro pannello luminoso che avvisa e spiega il funzionamento dell’accesso al centro agli automobilisti».
La petizione di 1.300 firme per l’apertura totale della strada al traffico presentata in Comune «è stata discussa, ma nel confronto in consiglio comunale nessuna forza politica si è trovata d’accordo su questo».
In conclusione, per Roberto Benintendi, «nella gran parte dei Comuni in cui si è introdotta la Ztl non si è fatto un percorso di due anni, come abbiamo fatto noi, di confronto con le associazioni anche dei negozianti, ma si è introdotta e basta. Ribadisco il dialogo sempre aperto, ma anche la necessità di trovare un equilibrio tra le diverse esigenze, non per opportunismo politico, ma per far funzionare al meglio le cose per tutti».


Artigiani: «La politica non ci aiuta,
tocca a noi reagire»

La crisi c’è e, con maggiore o minore intensità, colpisce ogni settore dell’artigianato. Ma c’è anche la consapevolezza che tocca alle imprese reagire, perché dalla politica non solo non arrivano risposte efficaci, ma semmai nuove complicazioni, come oneri e adempimenti, spesso varati senza nemmeno la necessaria chiarezza per permettere alle aziende di adeguarsi con semplicità. Alla vigilia dell’Assemblea dell’Associazione Artigiani, in programma sabato 25 maggio dalle 10 nell’Auditorium della sede di via Torretta a Bergamo, gli otto rappresentati delle Aree di mestiere sembrano aver già fatto proprio lo slogan dell’appuntamento “Guardiamoci dentro… per continuare a guardare oltre”. A parte campi in cui le prospettive sono incerte ed è difficile al momento individuare spiragli, come  costruzioni e autotrasporto, negli altri casi prevale infatti la volontà di ricercare soluzioni facendo valere le prerogative stesse del lavoro artigiano, la capacità di distinguersi per qualità, servizio e professionalità.

*Costruzioni
«Ritardi nei pagamenti, una spirale pericolosa»

Il blocco che sta vivendo l’edilizia lo sintetizza bene un’immagine di Geremia Arizzi, capo Area Costruzioni dell’Associazione Artigiani, nel settore da quarant’anni, con azienda a Piazza Brembana, dove è anche sindaco. «Non si vedono più gru – dice –, sono tutte ferme, significa che non ci sono grandi cantieri in attività. Per quanto ci riguarda, stiamo lavorando soprattutto su interventi di manutenzione, cantieri di 10-15 giorni, spesso programmati dallo scorso anno. Solo gli incentivi per le ristrutturazioni hanno dato una scossa, per questo sarebbe importante una proroga oltre la fine di giugno, quando scadranno. In flessione sono invece i lavori per il fotovoltaico, forse perché i vantaggi sono diminuiti». A tenere in stallo il mercato è l’incertezza. «Incide le stretta del credito – rileva –, ma soprattutto le difficoltà del lavoro. Oggi una coppia, anche se entrambi hanno un posto fisso, non mette su casa perché sa che quei posti potrebbero non essere così sicuri. Lo stesso vale per le aziende, che davanti a prospettive così incerte non azzardano certo investimenti». Il risultato è che tutto si è fermato e in più c’è il peso dell’invenduto. «In pratica – spiega Arizzi – tutte le aziende del settore si sono assunte rischi in prima persona perché vengono pagate solo quando l’immobile viene venduto. Ciò ha innescato la pericolosa spirale dei ritardi nei pagamenti che qualcuno sta anche cavalcando approfittandosene. Visto che la situazione è difficile, sarebbe importante invece darsi una mano e cercare, quando è possibile, almeno di non penalizzare troppo i colleghi».
Da sindaco può anche portare il punto di vista delle Amministrazioni pubbliche. «Il patto di stabilità – afferma – e la mancanza di finanziamenti dallo Stato e dalla Regione ci tolgono, in pratica, ogni possibilità di azione e gli interventi sono per lo più limitati a ciò che non si può rimandare». 

*Impiantistica
«Anche l’estero è una strada che si può percorrere»

«Si naviga a vista», è la sintesi di Giacinto Giambellini, alla guida dell’omonima azienda idraulica di Osio Sotto, capo Area Impiantistica nonché vicepresidente dell’Associazione Artigiani. «Con la bella stagione – rileva – ripartono alcuni interventi, ad esempio per il condizionamento, ma il blocco dell’edilizia si ripercuote, per forza di cose, anche sui nostri settori. Ad aggravare il tutto ci sono i ritardi nei pagamenti, che sembrano ormai diventati una prassi. Addirittura nei contratti oggi viene specificato che il pagamento avverrà quando il cliente avrà a sua volta riscosso, il che la dice lunga sulla sofferenza delle attività: è una guerra tra poveri». Eppure non gli manca la fiducia: «Gli impiantisti serviranno sempre – nota -, ma non possiamo pensare che tutto tornerà come una volta, ci si deve riorganizzare, rimettere in gioco. Ormai il fattore prezzo non fa la differenza perché più giù di così non si può scendere, la può fare solo la professionalità, che occorre saper dimostrare nel tempo. Non basta nemmeno essere i più esperti della propria materia – tiene a precisare -, è importante per l’imprenditore avere una visione dell’economia e del mercato e sapersi muovere per trovare, di volta in volta, risposte concrete».
Due strade che possono dare opportunità sono, secondo Giambellini, le riqualificazioni e l’estero. «Per questa seconda scelta – rileva – occorre una dose di coraggio in più, significa stare lontani da casa, dalla famiglia, dalle amicizie, anche in questo caso è un cambio netto, più o meno obbligato, che viene richiesto agli artigiani». Il paradosso è che mentre le aziende sono faticosamente alle ricerca di nuove prospettive e sbocchi, burocrazia e costi, anziché alleggerirsi, si appesantiscono, «pensiamo ad esempio alle normative sui gas florurati – ricorda Giambellini -, che rappresentano ulteriori oneri per imprese già vessate dagli adempimenti e dalle tasse».  

*Produzione e Subfornitura
«Troviamo nelle nostre aziende spunti per il cambiamento»

La visione di Alessandro Bonzi, capo Area Produzione e Subfornitura, parte da quella che è, in pratica, l’unica certezza del momento: «La crisi c’è e non si risolverà da un giorno all’altro – afferma -. Non possiamo rimanere in attesa di risposte da parte di una politica che sino ad ora non ha dimostrato di saperne dare, tocca perciò a noi darci da fare per rimetterci in gioco». «Formazione, innovazione, internazionalizzazione – spiega – sono le leve per ripartire, anche se fino ad ora sono suonate più come dei bei concetti astratti e raramente sono diventate effettivi spunti di cambiamento. Innovare, in realtà, non vuol dire mettere in atto chissà quale rivoluzione, ma fare qualche piccolo passo sì, ad esempio riorganizzare l’azienda, modificare le strategie commerciali, magari potenziando il proprio sito o proponendosi in maniera diversa sul mercato». Visto che lamentarsi non serve, «si deve se non altro fare una valutazione della propria operatività, attuale non del passato, e vedere cosa si può migliorare. Anche nei confronti del sistema creditizio occorre essere in grado di presentarsi in maniera credibile, servono più responsabilità e reciprocità». Un esempio concreto di come si può innescare il cambiamento lo fornisce la sua azienda, che si occupa di trattamenti galvanici a San Pellegrino, fondata dal nonno nel 1955. «Qualche anno fa ho partecipato per la prima volta ad una fiera e i risultati sono stati incredibili – racconta Bonzi -. Si sono aperte nuove collaborazioni, è nato un gruppo d’acquisto, ho potuto verificare il posizionamento nei confronti della clientela e su questo abbiamo sviluppato l’attività».  
Nel settore che rappresenta a soffrire sono soprattutto le imprese fornitrici dei comparti in difficoltà, come l’auto, il tessile, le materie plastiche, mentre si difende chi lavora per aziende che esportano, «perché – fa notare – ci sono Paesi che hanno superato la crisi e sono tornati a crescere». In Italia, invece, anche pagare le tasse è sempre più complicato. «Questo continuo cambio in corsa delle regole – afferma – ci penalizza e non ci permette di guardare un po’ più lontano dell’immediato. Non sappiamo se e come si pagherà l’Imu, quanto inciderà la Tares, il Sistri è stato bloccato e poi rimesso in moto, non sto parlando dell’opportunità o della congruenza di tributi ed adempimenti, credo che le tasse vadano pagate, ma le aziende non devono impazzire per farlo».         

*Trasporto
«Le sanzioni stanno affossando le imprese»

Al di là della crisi, che ha ridotto il lavoro e portato al minimo i margini, è la mancanza di una vera politica a tutela dell’autotrasporto ciò che sta mettendo a rischio il settore secondo il capo Area Dario Mongodi, alla guida dell’omonima ditta di autotrasporti di Villongo. Il suo è un autentico «grido di disperazione» e riguarda, in particolare, le sanzioni, che si sono moltiplicate e sono diventate insostenibili. «Come si può prevedere che non vengano superate dieci ore alla guida – fa notare – se se ne perdono tre o quattro fermi nelle piattaforme logistiche per il carico e lo scarico e se la velocità media in Italia è di 34 chilometri all’ora contro i 68 della media europea? Servirebbe più attenzione alle reali condizioni in cui le aziende operano prima di varare certi provvedimenti, anche i  vertici delle associazioni di rappresentanza dovrebbero seguire più da vicino le istanze della base, è un messaggio che non smetto di lanciare, per cercare di cambiare la situazione». «Gli autotrasportatori – prosegue – si trovano a fare i conti con una rete stradale nata senza programmazione, su un territorio dove si è edificato dappertutto: le difficoltà sono oggettive e cosa si pensa invece? Di fare cassa con i controlli. Per chi sfora l’orario, anche solo di qualche minuto, c’è anche la visita dell’ispettorato del lavoro, ma sono ben 800 gli articoli del codice della strada per i quali si può essere sanzionati. Ormai mi sembra si sia scatenata un’autentica caccia al camion con il risultato che le nostre attività ci stanno scivolando di mano». All’obiezione che controlli e sanzioni sono fatti per migliorare la sicurezza Mongodi risponde: «Non è così che si ottengono risultati ma confrontandosi con gli operatori per capire cosa non funziona nel sistema e lavorare insieme sulla prevenzione. Facile scattare la fotografia ad una targa, più complesso mettere gli operatori nella condizione di lavorare con tranquillità. Sarei felicissimo di uscire solo tre giorni a settimana, se il ricavo mi consentisse di andare avanti».

*Servizi
«Le nostre attività saranno sempre richieste, ma bisogna puntare sulla qualità»

«Fino allo scorso anno era un’oasi ancora felice, dall’inizio del 2013 anche per le riparazioni di auto è arrivato il calo», lo rileva Ernesto Belotti, capo Area Servizi. «La diminuzione delle vendite di auto nuove – spiega – ha portato ad un invecchiamento del parco circolante, facendo aumentare le richieste di manutenzione. Ora, invece, le difficoltà di spesa si fanno sentire e i clienti cominciano a rimandare i controlli periodici». La strada per resistere è una sola, quella del continuo aggiornamento, della qualità e del servizio al cliente. «Le attività di servizio saranno sempre richieste – afferma Belotti -, certo bisogna essere in grado di seguire le esigenze e le opportunità. Esemplare da questo punto di vista è il lavoro fatto negli ultimi 18 anni con le imprese di pulizia, che insieme a tappezzieri e riparatori di auto e tv fanno parte dell’Area. Attraverso la creazione e lo sviluppo del marchio “pulitore qualificato” è stato possibile ai nostri associati distinguersi e affrontare le innovazioni proposte dal mercato». Ma il discorso vale anche per gli altri settori e non è legato solo al momento di crisi. L’attività di Belotti, oggi portata avanti con i tre fratelli a Castelli Calepio, risale addirittura agli anni ’20, quando il nonno riparava biciclette, trattori, le poche auto presenti nei paesi e quelle dei cittadini che si dirigevano al lago. «Negli anni ’90 – ricorda – abbiamo introdotto il soccorso stradale, l’elettrauto, siamo diventati uno dei primi centri di revisione ed abbiamo ampliato l’attività alla vendita di auto. Il futuro non può che essere nella stessa direzione, nel cercare cioè di offrire supporto a 360 gradi, tanto più che per i servizi di base sono nati i centri fast fit, anche se in Italia, a differenza della Francia, non stanno prendendo troppo piede». Talvolta è l’evoluzione stessa dei prodotti ad imporre l’aggiornamento: «Oggi la distinzione tra meccanico ed elettrauto non esiste più, al punto che la Camera di Commercio ha riunito le attività sotto l’unica definizione di meccatronica – evidenzia -, anche i motori ibridi ed elettrici sono un nuovo campo di specializzazione. Insomma per chi vuole mettersi in gioco le opportunità ci sono, non potrei pensarla diversamente visto che ho quarant’anni e credo nel futuro». Qualche dubbio sembrano invece averlo i giovani: «I motori sono sempre piaciuti e non mancano le vocazioni per questa attività – rileva -, ciò che spaventa sono il peso della burocrazia, le spese, gli adempimenti, dalla sicurezza ai rifiuti, che rappresentano un freno per l’avvio di nuove attività».          

*Servizi alle persone
Parrucchieri, «consorziamoci per essere più forti»

«Non abbiamo il problema della riscossione dei pagamenti, ma per il resto la crisi non ha risparmiato le nostre attività», dice Maurizio Locatelli, parrucchiere, capo Area Servizi alle persone dell’Associazione Artigiani, titolare della storica insegna “Amleto” in via Garibaldi in città, aperta dal padre nel 1952. «La clientela si mantiene, ma è calata la frequenza e la signora che prima veniva ogni settimana riduce le visite o torna quando ne ha effettivamente bisogno e solo per i trattamenti necessari». «È una tendenza in atto da almeno tre anni – rileva – ed ha avuto ripercussioni sulle attività: alcune non ce l’hanno fatta, altre annaspano, altre si difendono». “Colpa” anche dei parrucchieri cinesi? «Alcune clienti ammettono di aver dovuto fare di necessità virtù – racconta -, ma poi tornano da noi. Non è con questo tipo di proposta che ci dobbiamo confrontare. Ciò che possiamo auspicare sono i giusti controlli perché la concorrenza sia il più leale possibile, ma è sulla qualità che occorre puntare, su prezzi equi, promozioni mirate, servizi che diano alla cliente la possibilità di curare l’acconciatura da sola per un buon periodo, non certo sul ribasso». Proprio in quest’ottica punterà, in seno all’Associazione, a promuovere la formazione, «non solo per adeguarsi nel modo più indolore possibile alle nuove normative sulla sicurezza – spiega -, ma soprattutto per dare la possibilità all’imprenditore di istruire i collaboratori su ciò che effettivamente gli serve. Sino ad ora la formazione ha riguardato soprattutto i prodotti e le novità, ora vorremmo dare un taglio più legato alla progettazione, dare ad ognuno gli strumenti per sviluppare e personalizzare la proposta». L’invito è anche ad abbandonare l’individualismo che caratterizza la categoria «per acquistare maggiore forza imprenditoriale, consorziandosi per ottenere, ad esempio, migliori condizioni sui servizi». Tra le opportunità da tenere presente anche quella degli orari: «Molti negozi propongono alcune aperture serali – evidenzia –, un modo per andare incontro alle esigenze dei clienti, che viene apprezzato. Certo bisogna tenere conto dell’organizzazione e soprattutto del contesto. Anch’io – ammette – ho prolungato per un certo periodo l’orario fino alle 22, ma ho dovuto rinunciare perché a quell’ora in città non gira più nessuno e lo scenario è desolante. Forse bisognerebbe pensare a politiche che incentivino la collocazione dei mestieri artigiani nelle vie del centro e dei nostri paesi, magari agevolando i giovani a diventare imprenditori, così da rivitalizzare i centri e le piazze un po' a tutte le ore e restituire l'originale vocazione aggregativa».

*Alimentari
Pasticceri, «ci difendiamo con una proposta originale»

Se per le pasticcerie il quadro non è fosco come per altri settori lo si deve anche alla possibilità di continuare distinguersi per il tipo di proposta e alla capacità di cogliere e interpretare le nuove tendenze in fatto di gusto. «Anche noi risentiamo del calo dei consumi, è indubbio, ma ci difendiamo rispetto ad altre realtà dell’artigianato», commenta Giosuè Berbenni, della pasticceria Giosuè di Montello, capo Area Alimentari nonché presidente del Consorzio pasticceri. «Non c’è più l’abitudine del vassoio di paste la domenica – rileva – ma per una ricorrenza, una festa o anche solo se ci sono ospiti o si è invitatati a cena la pasticceria torna ad essere un punto di riferimento». Forse la “fortuna” del settore è che non ha veri concorrenti, i reparti pasticceria nei supermercati non sembrano infatti intaccare il piacere di mettere piede in un negozio specializzato, capace di conquistare già con la vista e i profumi e regalare prodotti unici. «In effetti offriamo qualcosa in più e di diverso – dice – e la moda del cake design, spinta dalle rubriche televisive, ci sta dando una mano accendendo l’attenzione sulle nostre attività. L’unico neo è che non si parla mai dei prezzi, così capita che il consumatore resti spiazzato perché non sa che per una torta decorato occorrono molte ore di lavorazione». Punti a favore dell’attività sono anche la conduzione familiare, «per cui spesso non si contano le ore spese nell’attività» e il rapporto con i clienti, «che apprezzano la possibilità di scambiare anche solo due chiacchiere». «Naturalmente è più facile andare avanti per chi ha un’attività consolidata – ammette Berbenni, la cui pasticceria è aperta da 32 anni -, più difficile per chi deve ritagliarsi la propria fetta di mercato, ora che la torta si è ristretta e se non riparte il mercato potrebbero esserci problemi». Le strategie in ogni caso non mancano e l’invito e di continuare a guardare al futuro con ottimismo. «Con il Capab – ricorda – proponiamo corsi per realizzare gelato di qualità o sulle confezioni in occasione di Natale e Pasqua, così da proporre sempre qualcosa di diverso e originale».      

*Immagine, Arte e Comunicazione
«La crisi? Un’opportunità per crescere e migliorarsi»

«Le crisi servono a mettersi in discussione, a rendersi conto dei punti critici e di quelli di forza, per migliorare sia dal punto di vista personale sia da quello professionale, sono opportunità di crescita». Volge in positivo le difficoltà che anche l’arte e l’oreficeria stanno attraversando Andreina Facchinetti, capo Area Immagine, Arte e Comunicazione, titolare di un’orologeria e oreficeria in via Borgo Palazzo 2, aperta nell’80 continuando l’attività del padre, maestro orologiaio. «La spesa è calata indubbiamente – rileva – ma c’è anche più attenzione a come si spende, aumenta così la selezione tra le attività capaci di offrire servizi e proposte di valore rispetto a quelle improvvisate». I servizi di riparazione tornano in auge a scapito dell’accumulo e del ricambio «ma se si ha la possibilità di spendere – nota -, i gioielli finiscono con l’essere preferiti ad articoli più voluttuari come abiti e accessori, perché sono più concreti, restano, in fondo, un bene rifugio». E poi c’è l’aspetto creativo, la nota che rende ogni opera un pezzo unico, che non si può confrontare con altri e per questo capace di ritagliarsi uno spazio proprio. «Dell’Area fanno parte anche ebanisti, scultori, tipografi, restauratori – ricorda Andreina Facchinetti -, sono tutte figure di creativi e sono loro che hanno una visione più ampia e positiva del futuro, persone che credono in quello che fanno e che spesso hanno la capacità di formulare visioni che vanno più in là del pensiero pratico trovando anche nuovi modi per proporsi».


La tabaccaia assalita: «Non vogliamo
il Far West. Ma come ci difendiamo?»

Egregio presidente Malvestiti
sono Simona Gualandris, titolare dell'Enjoy bar tabacchi a Nese e vivo nell'unico appartamento che si trova sopra il bar con il mio compagno e mia figlia di 9 anni. Ho lavorato 10 anni (dal 1997 al 2008) ad Oriocenter dove gestivo in affitto d'azienda la gelateria Mr. Manuel di Vavassori e, prima ancora, ho lavorato per 6 anni nella gelateria del Borsa, sempre di Vavassori, di fianco al suo negozio Pelletteria Luisa, il suo viso quindi mi è molto familiare e per questo motivo mi è venuta voglia di scriverle, dopo aver letto l'intervista fatta dal Corriere della Sera il cui articolo è stato pubblicato proprio sotto quello della spaccata avvenuta al mio bar. A gennaio 2008 ho avuto la brillante idea di acquistare un'attività mia perché l'affitto d'azienda non mi soddisfava più, e, senza nemmeno un euro in tasca, tra prestiti e cambiali ho miracolosamente acquistato questo bar con annessi tabacchi e ricevitorie lotto e superenalotto (ora sono anche punto Snai, giusto per attirare ancora di più i ladri). Inizio la mia giornata alle 6 del mattino con l'apertura del bar e la finisco alle 21, sette giorni su sette, nel mio piccolo do lavoro a quattro persone, ma sono cinque anni che sono sul filo del rasoio ed anche quest'anno – a novembre almeno le cambiali finiscono – ho la paura di non arrivare alla fine. Ogni sera quando salgo in casa, metto a letto mia figlia e attacco il mio antifurto, sempre con un certo timore della notte, considerando tutte le spaccate che stanno avvenendo, sempre più spesso negli ultimi anni. Sono sempre stata cosciente del fatto che se fossero venuti a rubare da me e fossero riusciti a portarmi via tra Gratta e vinci e sigarette si fa presto ad arrivare a 20 o 30mila euro, io non sarei più riuscita a rimettermi in piedi e a riaprire perché le banche mi avrebbero fatto saltare.
L'altra notte è successo! Alle 3 siamo stati sbalzati fuori dal letto da due botti. In un primo momento pensavamo fossero tuoni, l'antifurto è partito e subito è arrivato il panico, mia figlia che piangeva e chiedeva cosa stava succedendo, io che non capivo ancora se aspettarmeli su in casa… non riuscivo nemmeno a ricordare il numero d'emergenza, il 112. Poi vedo il mio compagno rientrare velocemente dal terrazzo, dove era uscito per vedere cosa stava succedendo, dicendoci "state dentro, state dentro sono entrati nel bar!". Va in camera, prende il fucile da caccia, torna sul terrazzo, e mentre io sto parlando coi carabinieri al telefono, sento che spara due o tre colpi distanti l’uno dall'altro. Io continuavo a non capire, finché poi, dopo aver fatto scappare i malviventi è rientrato dicendomi "ho fatto una cazzata, gli ho sparato nelle gambe e ne ho presi due". Io e mia figlia quando abbiamo realizzato che li aveva fatti scappare siamo tornate a respirare, mia figlia poi gli è saltata al collo dicendogli "Grazie Titti che ci hai salvate!".
Il mio compagno è la persona più pacifica del mondo e non pensa di vivere nel Far West. Il fatto è che quando ci si trova in certe situazioni è l'istinto che comanda, non c'è tempo di pensare, e se non ci fosse stato lui , io forse non avrei più riaperto la mia attività.
Ora comunque i due malviventi che sono fini in ospedale sono stati denunciati a piede libero perché il Pm ha rifiutato il loro arresto, Noi nel frattempo abbiamo già avuto minacce telefoniche… si perché noi non sappiamo chi sono loro, ma loro sanno bene chi siamo noi.
Allora mi chiedo: come possiamo noi non pensare di doverci difendere da soli?


Bergamo, tornano in strada
gli Urban Steward

Offrono indicazioni sui musei, sui luoghi da visitare, sui parcheggi e sui servizi turistici. Il tutto con un sorriso, offrendo tutta l’assistenza possibile per la visita a Bergamo. Dopo il successo riscosso nel 2011 e nel 2012, tornano anche quest’anno, da maggio a settembre, gli Urban Steward che, con la loro professionalità e competenza, forti dei 37 mila contatti del 2012, hanno convinto il Comune di Bergamo a consolidare il servizio. Come gli anni scorsi, gli “assistenti turistici” contribuiranno a rendere il centro storico più amichevole ed ospitale, dispensando consigli e indirizzi giusti per musei, monumenti, spettacoli e shopping, favorendo così la visita alla città e l’orientamento di turisti nella ricerca dei luoghi di interesse artistico, culturale e commerciale.
Le coppie di Urban Steward saranno immediatamente riconoscibili grazie a cappellino, T-shirt, giubbetto e borsa personalizzati. Dispenseranno informazioni in inglese, ma anche in francese tedesco o spagnolo e, grazie alle Bergamo Card, consentiranno al turista l’accesso agevolato a servizi e musei. Inoltre, forniranno mappe e completeranno un kit per la rilevazione dei dati destinati all’indagine sulla valutazione del servizio offerto.
Saranno presenti lungo le strade più battute dai turisti da maggio a settembre, il sabato dalle 15  alle 18 e la domenica dalle 11  alle 14  e dalle 15  alle 18. Due operatori saranno presso la Stazione della funicolare bassa, uno presso il Largo di Colle Aperto e uno presso l’aeroporto. La novità di quest’anno saranno le biciclette: alla  Stazione della Funicolare Bassa e in Colle Aperto gli steward saranno dotati di una bici decorata con i loghi dell’iniziativa e con un bauletto contenente il materiale promozionale. Un modo per dire sì alla mobilità sostenibile, per incoraggiare all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata.
“Accogliere il turista con un sorriso, con un contatto umano, offrendogli la massima assistenza, è un ottimo biglietto da visita per la nostra città. – sottolinea Roberta Garibaldi delegata al Turismo del Comune di Bergamo –  Sebbene mappe e informazioni siano oggi affidate alla tecnologia, sono molti i turisti che apprezzano la possibilità di scambiare due chiacchiere, un sorriso, con i nostri steward e hostess urbani, che ringrazio per la professionalità e la sensibilità che dedicano agli ospiti della nostra città”.
E i numeri danno ragione a Roberta Garibaldi.
Il servizio nel 2012 è stato utilizzato da più di 37 mila visitatori, nelle strade del centro storico e nei luoghi più frequentati dai turisti, attraverso operatori addetti alla distribuzione della Bergamo Card (in particolare quella 24h realizzata nel 2012) oltre che di materiali e informazioni a city users (utilizzatori della città per studio, lavoro, turismo, servizi come la sanità) e cittadini. Complessivamente in 4 mesi sono stati registrati 37.376 contatti, con il picco a settembre di 14.975 contatti.
I sei Steward, divisi in 3 coppie, hanno espletato il loro servizio il sabato dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 11 alle 14 e dalle 15 alle 18 principalmente nelle zone attorno alla stazione ferroviaria, nei pressi della Funicolare Bassa, presso la stazione della funicolare in Piazza Mercato delle Scarpe fino a Colle Aperto, passando per Piazza Vecchia. Dal primo weekend di agosto, in sostituzione della postazione presso la stazione ferroviaria è stata attivata una postazione presso l’Aeroporto di Orio al Serio.