Gioiellerie, il fascino del punto vendita è davvero prezioso

Il focus sulla categoria restituisce un quadro positivo: i negozi e la professionalità dei gioielliere sono il valore aggiunto per i consumatori 

Esce forte dai gioiellieri bergamaschi la risposta alla sfida del commercio elettronico. Certo i numeri sembrerebbero essere impietosi nel descrivere quello che sembra il tramonto di un settore, quello del commercio di preziosi, che nella nostra provincia è passata in vent’anni (31/12/2003) da 264 imprese a 138 perdendo un punto vendita su due. La categoria non è infatti passata indenne dalla prima feroce guerra della grande distribuzione e da quella più attuale del commercio on line e i problemi certamente non mancano alle imprese in attività.
Eppure, secondo la recente ricerca commissionata da Confcommercio Bergamo a Format Research, il 69% dei consumatori bergamaschi è entrato almeno una volta negli ultimi due anni in una gioielleria ed ha comprato e questo significa che la relazione con il cliente persiste e con essa l’occasione per rimontare nelle vendite. Non solo, secondo la ricerca i gioiellieri sono identificati dal 72,7% dei consumatori bergamaschi come imprenditori al passo con i tempi e capaci di cogliere i nuovi trend. La concorrenza del digitale esiste ma i commercianti tradizionali possono portare
avanti la loro battaglia usando le loro armi. Il messaggio è chiaro: in un mondo dove la stragrande maggioranza dei consumatori compra sia on line sia in modo tradizionale occorre rendere l’esperienza di acquisto in negozio diversa e migliore rispetto a quella digitale.
I vantaggi dell’acquisto nel punto vendita sono innumerevoli. Non solo perché l’acquisto fisico è immediato che è peraltro la seconda ragione dichiarata dal 38,3% di coloro che comprano in
gioielleria e nemmeno perché il negozio assicura l’assistenza post vendita cara ad un quinto dei clienti (19,9%). E’ non nemmeno una questione di prezzo ossia come sarebbe facile pensare che maggiore è il valore di acquisto e minore è la fiducia nell’acquisto fatto a distanza, tendenza questa che vede spostare le vendite di gioielli di modico valore verso i portali di commercio on line e riservare l’acquisto importante dal gioielliere.
La ricerca di Format Research evidenzia come quasi un acquirente su due (45,5% dei compratori indecisi sull’acquisto) è andato in gioielleria per avere una consulenza professionale. Il gioielliere si rileva il suggeritore principale nella scelta dell’acquisto più di amici e conoscenti (43,3% contro il 24,7%). Inoltre per i clienti che hanno comprato in negozio, uno su tre (36,2%) enfatizza il valore aggiunto del gioielliere.
Il messaggio è chiaro e  forte per i commercianti di preziosi e non solo. Non è quindi tutto è perduto. E’ il cliente che ci dice che vuole comprare in negozio perché l’acquisto tradizionale, “vero”, è diverso da quello digitale. Chi vende deve enfatizzare l’esperienza dell’acquisto, spiegare il prodotto e narrare tutto il lavoro artigianale che vi sta dietro, dal disegno alla creazione, perché il cliente vuole conoscere quello che compra, far indossare il gioiello per apprezzarlo al meglio. Deve innamorarsi del suo acquisto.
La risposta alla concorrenza del commercio elettronico non è la guerra sul campo di battaglia dello smartphone, che comunque si gioca con un sito internet aziendale attrattivo e un profilo social sempre aggiornato,  ma si gioca sul campo dell’esperienza di acquisto dove nessuna “messa in scena” digitale potrà mai superare l’esperienza reale. Infine sono le capacità del gioielliere, l’empatia, la fiducia che trasmette, l’arte del raccontare le armi veramente efficaci per far capitolare, in senso buono, il cliente.


Congiuntura economica, imprese del terziario resilienti, ma non mancano le difficoltà

Quadro altalenante. Prima- lieve- flessione della corsa dell’inflazione, si assestano i tempi di pagamento

Le imprese del terziario bergamasco stringono i denti, con la sensazione che il peggio non possa che essere ormai alle spalle, dopo quattro anni estremamente difficili. Prosegue un quadro altalenante tra rallentamenti e frenate, inflazione e stretta creditizia. È quanto, in estrema sintesi, evidenzia il nuovo Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo, indagine continuativa a cadenza semestrale, effettuata su un campione rappresentativo di imprese, da Confcommercio Bergamo in collaborazione con Format Research.
Nonostante una flessione nell’ultimo semestre, la fiducia a Bergamo resta saldamente al di sopra della media nazionale. Positiva in particolare la fiducia nell’andamento della propria impresa: la previsione per l’autunno ( a quota 53) è superiore decisamente sia alla flessione registrata a marzo (da 51 a 48) che al valore nazionale (a 49). Resta alto il turnover delle imprese e preoccupa la fragilità delle nuove aziende, chiamate per di più ad affrontare un mercato sempre più difficile. L’ultimo semestre ha registrato infatti un minore numero di aperture nel commercio, turismo e servizi. In risalita la previsione da qui a settembre dell’occupazione, dato in cui Bergamo presenta attualmente un dato peggiore di quello nazionale, ma prevede un recupero da qui ai prossimi sei mesi.
In generale, l’andamento e le previsioni evidenziano notevoli differenze per settori e dimensioni di impresa. Si allarga ulteriormente la forbice tra il clima di fiducia nell’ambito dei servizi, positivo anche per effetto della spinta finanziaria dei fondi legati al PNRR, e del turismo che – eccezion fatta per le aree di grande afflusso e attrattività – fatica ad uscire da una crisi strutturale. In difficoltà anche il commercio tradizionale per cui prosegue la difficile sfida al calo dei consumi, con le famiglie alle prese con inflazione e spending-review. “Il quadro evidenzia ancora criticità, anche se la fiducia, insita nel dna degli imprenditori, in particolare nei confronti dell’andamento della propria impresa è in miglioramento- commenta il presidente Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Le diversità tra settori e a livello dimensionale d’impresa sono evidenti. Basti pensare al turismo, che ha una ricaduta a macchia di leopardo a livello provinciale, con una crescita a Bergamo e  nella Grande Bergamo, ma con fatiche e difficoltà nelle valli.  In lieve miglioramento l’aumento dei costi, di cui si sono fatti carico in larga misura i commercianti per mesi. Preoccupano ancora la stretta al credito e l’aumento del costo del denaro. Oggi un’azienda media se non è più che strutturata sconta tassi elevati. E’ cambiato il modo di rapportarsi al sistema bancario e il nostro territorio avverte la mancanza di istituti legati saldamente ad esso, ormai appannaggio di grandi gruppo bancari dal respiro internazionale. Anche l’occupazione resta una criticità. E su questi temi incentreremo la nostra assemblea annuale il 20 maggio e promuoveremo corsi di formazione con la nostra Cooperativa di garanzia Fogalco, per incrementare la cultura finanziaria”.  “Il periodo si conferma complicato per la situazione internazionale e per il perdurare della stretta dei  consumi. La preoccupazione c è, ma la fiducia non manca- commenta Pierluigi Ascani, presidente Format Research-. Il quadro resta migliore che nel resto d’Italia. Nei prossimi mesi gli imprenditori mostrano di avere maggiore fiducia e ottimismo, con i principali indicatori in ripresa”.

Il tessuto economico: saldo negativo ma in miglioramento

Il terziario della provincia di Bergamo è costituito da 43.837 imprese il 61,9% delle imprese extra agricole attive in provincia. Di queste 17.546 sono del commercio, 5.509 del turismo e 20.782 dei servizi (servizi alle imprese e servizi alla persona). Le nuove iscrizioni nell’ultimo semestre sono diminuite da 813 a 703 (-110). Il saldo semestrale tra imprese nuove e cessate, seppur negativo, è migliorato perché è passato da – 655 (dato a settembre 2023)  a  – 480 (dato a marzo 2024). Le nuove iscrizioni diminuiscono nel commercio, da 283 a 243, nel turismo da 110 a 82 e nei servizi da 420 a 378. Nel corso dell’ultimo semestre il saldo risulta in miglioramento in tutti i settori. Nel dettaglio: nel commercio da – 320 a – 263, nel turismo da -140 a – 95 e nei servizi da -195 a -122.

Clima di fiducia e congiuntura economica: previsioni positive da qui all’autunno

La fiducia nell’economia a Bergamo, nonostante una lieve flessione nell’ultimo semestre (dove è scesa da 42 a 39) resta saldamente al di sopra della media nazionale, che sovrasta di ben 4 punti (in Italia il valore è 35). La previsione per il prossimo autunno è di un suo nuovo recupero a 42 (valore superiore alla media nazionale che si attesta a quota 39).
Il sentiment resta positivo e sopra la media per il solo settore dei servizi  (nelle imprese con più di 10 addetti), in media per il commercio e nettamente al di sotto per il settore turismo e per le imprese meno strutturate (con meno di 10 addetti). Diminuisce in generale anche la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore scende a 48 (3 punti in meno rispetto a ottobre 2023). Tuttavia la previsione in vista dei prossimi mesi è di una crescita addirittura di 5 punti  a 53. I bergamaschi sono più ottimisti della media degli imprenditori italiani (indice a 46). In particolare, appare decisamente  sopra la media l’indice del settore dei servizi e quello delle imprese più strutturate, con più di 10 addetti. In linea anche l’indice del commercio, mentre al di sotto delle attese il settore turismo e quello delle imprese fino a 9 addetti.

Andamento dei ricavi: nettamente sopra la media italiana, si prevede un rialzo

L’indice dell’andamento dei ricavi è sceso a quota  50 (- 3 punti rispetto a settembre 2023). Le previsioni a sei mesi è positiva, con un rialzo a 54. L’indicatore relativo ai ricavi, nettamente superiore alla media del terziario nazionale (a quota 50, dopo una discesa di ben 6 punti nell’ultimo semestre, da 51 a 45). L’indice è sopra la media per i servizi e per le imprese sopra i 49 addetti, dove raggiunge quota 59. E’ in linea per il commercio e le imprese tra i 6 e i 49 addetti e al di sotto per il turismo e per imprese fino a 5 addetti.

Occupazione: sotto la media nazionale ma si prevede un recupero entro l’autunno

L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è peggiorato rispetto a settembre 2023 ed è passato da 53 a 51. La previsione è di una risalita e un recupero a 53. Il dato è tuttavia peggiore di quello nazionale che è 54. Di contro, la previsione a livello nazionale da qui a sei mesi evidenzia un peggioramento, con uno sfiduciato 50 (sotto di 3 punti rispetto al dato provinciale, dove è appunto a 53). L’indice è sopra la media per il settore dei servizi e per le imprese dai 6 addetti. E’ sotto la media per il commercio e nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.

I prezzi dei fornitori: aumenti per 6 imprese su 10

Il 59,8% delle imprese registra un aumento dei prezzi dei fornitori, il 38,1% stabilità e il 2,1% una diminuzione. Rispetto all’autunno scorso inizia a rientrare leggermente il problema dell’inflazione, con una prima, lievissima,  flessione (da 60,4% a 59,8%) delle imprese che dichiarano di registrare aumenti. Le previsioni per la prossima primavera sono meno plumbee: il  48,2% prevede un aumento, il 51,8% una stabilità.

I tempi di pagamento: in miglioramento, va peggio solo per il 14% degli imprenditori

Continua il miglioramento dei tempi di pagamento con solo il 14% degli imprenditori  che dichiara un suo peggioramento. L’indice specifico registra un primo deciso miglioramento dallo scorso autunno, 44 contro 35, con la previsione di recupero di ulteriori due punti, a quota 46, entro il prossimo ottobre.

 


Per gli acquisti importanti ci si affida al gioielliere di fiducia

L’8 maggio, dalle 13 alle 15, in sede incontro dedicato al settore orafo “Essere unici per distinguerci: strategie di eccellenza e unicità”  Tra le categorie del commercio tradizionale, le gioiellerie mantengono il loro appeal. Quando si tratta di acquisti importanti, ad alto investimento emotivo ancora prima che economico, i consigli del commerciante e il poter valutare l’acquisto, ponderando attentamente la scelta, toccando con mano i preziosi, non hanno prezzo. Il 90,3% dei consumatori bergamaschi ha effettuato acquisti nel negozio specializzato di fiducia; il 45,5% degli indecisi sull’acquisto da fare si è affidato al gioielliere. E i suggerimenti si sono rivelati il canale prediletto per l’individuazione del gioiello da acquistare per ben il 43,3%, surclassando i consigli di amici e conoscenti (che rispettivamente incidono per il 24,7% e il 22%) e la pubblicità dei media tradizionali (10%). Per la stragrande maggioranza dei consumatori bergamaschi (il 72,7%), le gioiellerie sono al passo coi tempi e capaci di cogliere nuovi trend.  Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca commissionata da Confcommercio Bergamo a Format Research, con dati elaborati a fine aprile, basati su un campione di consumatori rappresentativo residente in città e provincia di età compresa tra i 25 e i 54 anni e su un campione sperimentale e ragionato di gioiellerie al fine di analizzarne l’andamento dell’attività economica.  Un primo vero e proprio focus sul comparto effettuato dall’associazione.  “La ricerca restituisce un quadro del settore anche attraverso gli occhi del consumatore, consentendoci di apprezzare la stima e la fiducia che la clientela attribuisce al nostro lavoro di tutti i giorni, soprattutto per quanto riguarda la professionalità– commenta Alessandro Riva, presidente Gruppo Commercianti di preziosi e antichità Confcommercio Bergamo-. Stiamo assistendo, come nei ciclici momenti di crisi economica, alla valorizzazione dell’oro e di altri preziosi come beni- rifugio e ciò comporta un ulteriore investimento nella nostra professionalità e consulenza. Sono questi i veri valori su cui puntare”.  Oltre la crisi e al di là degli investimenti, che interessano una parte minoritaria e privilegiata della clientela, il gioiello continua a mantenere la sua attrattiva: “Resta, al di là del sacrificio economico che richiede, l’acquisto per antonomasia per regali importanti ad altissimo investimento emotivo– continua Riva- . Un bene durevole dalla bellezza senza tempo, che va oltre la griffe e la moda del momento, per cui ci si affida ancora, come per gli altri acquisti di valore, agli esperti e ai loro consigli. La ricerca evidenzia il nostro ruolo nel consigliare e personalizzare la scelta di acquisti”. Il gioielliere rappresenta per ben il 36,2% dei consumatori un valore aggiunto.  

L’identikit delle imprese del settore

Le imprese del commercio al dettaglio di orologi, gioielleria e argenteria della provincia di Bergamo sono 138, pari all’8,9% del totale regionale. In Italia, su un totale di 715mila imprese del commercio al dettaglio, 12.711 sono imprese del commercio al dettaglio di orologi, articoli di gioiellerie e argenteria. Le gioiellerie nella provincia di Bergamo hanno per il 58,7% un solo addetto, per il 18,8% due addetti e per il 17,4% 3 addetti. Solo il 2,9% ha oltre 4 addetti.
Il 47,1% delle gioiellerie della provincia di Bergamo sono ditte individuali, il 26,8% società di capitali e il 26,1% società di persone.
Quanto alla merceologia in vendita, gioielli in oro (96,9%) e gioielli con pietra (97,6%) sono tra le tipologie di prodotti i più venduti negli esercizi commerciali della provincia di Bergamo.

Andamento economico delle gioiellerie

L’andamento economico e della liquidità le gioiellerie di Bergamo nel 2023 è rimasto perlopiù invariato rispetto al 2022. Per il 2024 è previsto un miglioramento su entrambi i fronti: l’indicatore previsionale sale infatti a quota 53 dai 50 attuali.

Innovazione in gioielleria: il 13,3% dei ricavi avviene da vendite con e-commerce

Oltre la metà (52,6%) delle gioiellerie della provincia di Bergamo ha sia un sito web sia un profilo sui social network, il 18,1% ha solo un profilo sui social network, il 7,4% ha solo un sito web.  Tra coloro che hanno un sito web, l’utilizzo principale è quello dedicato al marketing per il 60% (per il 40% per l’esposizione dei prodotti, per il 20% per comunicare le novità) e all’e-commerce per il 30%. Dalle vendite online le imprese realizzano il 13,3% del loro fatturato. L’assistenza alla clientela passa anche dal web e dai social: il 10% li utilizza anche per rispondere alle svariate richieste dei clienti.

Attrattività dei gioielli

Nell’ultimo biennio, il 69% dei consumatori della provincia di Bergamo è entrato almeno una volta in gioielleria e ha acquistato gioielli (sia in gioielleria che online). La percentuale scende al 27% per coloro che sono entrati in gioielleria ma non hanno effettuato acquisti. Il 3,7% non è entrato in gioielleria, ma ha acquistato altrove preziosi.

Tipologie di acquisto

Gioielli in oro (31,9%) e in argento (30,3%) sono le tipologie di gioielli più acquistate dai consumatori della provincia di Bergamo. Seguono orologi di fascia fino a 500 euro (il 23,6%), gioielli con pietra (20,8%), orologi di alta gamma (11,1%) e gioielli in platino (3,2%). Circa la metà (49,5%) degli intervistati ha dichiarato di dare rilevanza nella scelta del prezioso acquistato al rapporto qualità/prezzo, alla forma, alle linee ed al design (47,4%) e ai materiali con cui è creato (25,9%). Segue il brand (23,1%) e l’unicità e la lavorazione a mano (15,7%).

Guida agli acquisti

Il 50,5% aveva un’idea  vaga sull’acquisto da compiere prima di recarsi in gioielleria, il 38,9% aveva un’idea precisa mentre l’11,6% non aveva idee.  Il 45,5% dei consumatori indecisi sull’acquisto da compiere si è recato in gioielleria per avere una consulenza dal gioielliere, il 27,3% ha effettuato prima una ricerca online e successivamente si è recato in gioielleria e il 21,2% ha effettuato l’iter al contrario (ha approfondito online dopo essere stato in negozio). Il 6,1% ha effettuato solo un’approfondita ricerca online su più siti e social. I suggerimenti del gioielliere si rivelano il canale prediletto per l’individuazione del gioiello da acquistare (43,3%), seguiti dai consigli di amici e conoscenti e dal web (24,7% e 22%) e dalla pubblicità dei media tradizionali (10%).

I plus della gioielleria per i consumatori

Il 90,7% dei consumatori ha effettuato il proprio acquisto in gioiellerie, ossia nel locale fisico. Solo il 9,3% si è affidato all’online.  Tra coloro che hanno acquistato presso un negozio fisico il «toccare» il prodotto (56,1%) e l’immediatezza dell’acquisto (38,3%) sono tra le motivazioni principali. Il gioielliere rappresenta per ben il 36,2% un valore aggiunto e assiste in tutte le fasi di acquisto. L’acquisto tradizionale mette infatti al riparo da problematiche per ben il 19,9%, oltre a non essere soggetto a possibile truffe (per il 17,9%). Non manca la fiducia: l’11,7% si affida al gioielliere di sempre.

Consumatori e e-commerce

Tra il 9,3% di coloro che hanno effettuato l’acquisto online, il 50% motiva la scelta dando rilevanza alla facilità ed alla velocità nel trovare il prodotto desiderato e alla maggiore ampiezza dell’offerta su web (45%). Non manca la considerazione di prezzo (più vantaggioso per il 45%), la libertà di acquistare dove e quando si desidera (30%), la possibilità di approfondire il prodotto (20%) e il rimborso di parte della cifra spesa sottoforma di buoni e coupon (5%).

L’incontro in programma l’8 maggio dalle 13 alle 15

Un momento di lavoro, di confronto e di discussione per esplorare come il settore orafo sta affrontando i cambiamenti in atto, adattandosi alle nuove esigenze dei consumatori.L’8 maggio dalle 13 alle 15 in Sala Conferenze nella sede di Via Borgo Palazzo 137, è in programma l’incontro “Essere unici per distinguerci: strategie di eccellenza e unicità” promosso da Confcommercio Bergamo e Federpreziosi Confcommercio. Il focus sul settore, moderato dal direttore Oscar Fusini, vede la partecipazione di Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo, Stefano Andreis, presidente Federpreziosi Confcommercio, Pierluigi Ascani, presidente Format Research, che presenta l’indagine sul comparto. Ad analizzare e commentare i dati, il presidente del Gruppo Commercianti di preziosi e antichità Confcommercio Bergamo Alessandro Riva e Steven Tranquilli, direttore Federpreziosi Confcommercio.


Bergamo piange Ornella Arrigoni Viscardi, addio alla fondatrice di Foto Ottica Skandia

Manca a 90 anni, dopo una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. Fondamentale il suo appoggio nell’apertura della storica attività nel 1957

Il mondo del commercio e la città di Bergamo, in particolare i quartieri di Boccaleone e Borgo Palazzo, piangono Ornella Arrigoni, co-fondatrice dell’Ottica Skandia, storica attività – riconosciuta nel 2015 dalla Regione- avviata con il marito Nicola Viscardi nel 1957, a Boccaleone. Le sue origini, racchiuse anche nel nome “Skandia”, parlano di una passione  per la fotografia e di un amore nati in Svezia, dove Ornella aveva conosciuto Nicola, emigrato come tecnico per cabine elettriche dell’azienda Asea nel 1948. Nell’obiettivo fotografico, utilizzato prevalentemente per documentare la sua attività, il signor Viscardi scopre presto una vocazione, che diventerà anche una nuova strada. Di ritorno a Bergamo nel 1957, grazie al fondamentale appoggio della moglie Ornella, Viscardi apre uno studio fotografico nel quartiere di Boccaleone. L’attività, che lo porterà ad occuparsi principalmente diservizi fotografici per matrimonie ricorrenze varie, si chiamerà “Skandia”, in omaggio a quella terra lontana che gli aveva permesso, qualche anno prima, di avvicinarsi al mondo della fotografia. Con il passare degli anni il negozio cresce e conosce un numero sempre maggiore di clienti, tanto che, per stare al passo coi tempi e riuscire a soddisfare al meglio le diverse esigenze, negli anni Sessanta si trasferisce in via Piatti, sempre a Bergamo, per poi approdare nel 1970 al civico 87/g di via Borgo Palazzo, ed infine, nel 1974, nella sede attuale. Proprio gli anni Settanta, con il crescente sviluppo del mercato della fotografia e l’incremento nella vendita delle attrezzature relative, rappresenteranno per Skandia un passaggio importante: l’azienda sarà tra le prime in Italia ad organizzare svariate, particolari iniziative in ambito fotografico. In questi anni Skandia, in seguito all’ingresso dei figli di Nicola, Giovanni e Roberto, aprirà le porte al mondo dell’ottica(occhiali vista uomo e donna, occhiali da sole, occhiali da lettura, lenti a contatto, montature a Bergamo). Da qui in poi l’attività continuerà ad evolversi: oggi l’azienda, si avvale di tre collaboratori, due dei quali specializzati nel campo dell’ottica e uno nell’elaborazione di immagini, sviluppo e stampa digitale.
Sempre sorridente, energica e solare, Ornella Arrigoni lascia un indelebile ricordo tra chi l’ha conosciuta, oltre che nella clientela e in associazione. Confcommercio Bergamo si unisce al dolore di tutta la famiglia, dei figli Giovanni e Roberto e del nipote Nicola Viscardi, che rappresenta la terza generazione della famiglia di imprenditori.

 


Pizza in pala, la migliore del mondo è bergamasca

Salvatore La Porta, chef-pizzaiolo di Castelli Calepio trionfa al Campionato mondiale della pizza 2024 a ParmaLa migliore pizza del mondo è bergamasca, o meglio di Castelli Calepio.  Salvatore La Porta ha trionfato nella categoria Pizza in pala al Campionato mondiale della pizza 2024 che si è svolto alla Fiera di Parma. Salvatore La Porta è il titolare della pizzeria “Al posto giusto” a Castelli Calepio, aperta da dodici anni e che da due è in via dei Mille 117. A complimentarsi con lui, per «la grande passione e creatività», è stato il presidente della Regione Attilio Fontana con un post su Instagram. Il pizzaiolo, che nel 2023 è arrivato terzo ai mondiali, si è aggiudicato anche il Premio Parmigiano Reggiano. «Nasco come cuoco – spiega La Porta – pertanto le mie pizze sono tutte ad alta idratazione e con l’abbinata di piatti della tradizione: alla gara ho portato Parmidoro una semplice parmigiana di melanzane, tagliate a listarelle e cotte al vapore, finite in cottura con il pomodorino giallo. La parmigiana è stata messa sopra la pizza con l’aggiunta di sfere di speciali Rocher di Parmigiano, solo che al posto della nocciola, all’interno c’è la caponata». Nella categoria pizza classica ha trionfato Giulia Vicini, sempre di Castelli Calepio, che ha vinto per il secondo anno consecutivo anche il premio sulla Sostenibilità – La pizza del cambiamento, realizzato in collaborazione con la farina Le 5 Stagioni di Agugiaro & Figna Molini.   Giulia Vicini e la socia Giulia Zanni gestiscono la pizzeria Giuly Pizza. La vittoria è arrivata con una pizza vegana a base di verdure dell’orto di proprietà e prodotti bergamaschi come il mais rostrato rosso della Val Seriana. Il padre Marco Zanni, ha avviato l’insegna nel 2012 e, negli anni, ha insegnato il mestiere alla figlia e alla collega. Nel 2023 Giulia aveva già conquistato il terzo posto nella categoria pizza classica.


Dal Made in Italy al Sense of Italy (SofI), che vale 123 miliardi di euro

Un super brand, come il turismo, che agisce positivamente e a lungo termine sull’economia Il 15 aprile  il nostro Paese ha festeggiato la prima giornata del “Made in Italy”,promuovendo il valore e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani. Il  Forum Internazionale di Confcommercio, organizzato a Roma in collaborazione con Ambrosetti a Villa Miani, invita ad andare oltre il concetto di “Made in Italy” e ad ampliarlo al “Sense of Italy” SofI, che vale nel complesso 123 miliardi di euro, considerando il saldo tra esportazioni e importazioni. Il “fatto in Italia” è troppo riduttivo per semplificare la portata dei prodotti italiani. Attorno ad ogni singolo prodotto ruotano servizi e alla combinazione tra prodotti e servizi, lo stile di vita e il gusto italiano, quell’”italian sound” che rappresenta una vera e propria molla per i consumi. Si consumano prodotti perché si apprezza la bellezza dell’Italia. E ciò vale soprattutto per i consumatori stranieri. I numeri  lo confermano: nel 2022 a fronte di 713 miliardi di valore di esportazioni complessivi, la differenza con le importazioni ha creato un disavanzo della bilancia commerciale di -29,5 miliardi.

Eppure le quattro A dei settori del “Made in Italy”- Agroalimentare, Abbigliamento, Arredamento e Apparecchiature consumer-  hanno realizzato, con il turismo consumer esportazioni per 213,6 miliardi e un saldo positivo di 123  miliardi. Perdiamo su tutto quanto non richiama il Sense of Italy- Sofl: un saldo negativo di 152,5 miliardi con un disavanzo pauroso sull’energia (-120,5 miliardi).  Ciò vuol dire che il “Sense of Italy” Sofl è il motore trainante del nostro Paese. In questo macro- settore, dopo la moda, il turismo – come servizio esportato agli stranieri-  è la seconda voce con 44,3 miliardi di esportazioni e un saldo di 25,3 miliardi.

Il SofI  è un super- brand o meta-brand e ribadisce come la scelta dei consumatori sia guidata anche, se non soprattutto, dall’origine e provenienza, dal cosiddetto “Country of origin effect”. Esprime scelte che vanno ben oltre quella razionale del rapporto qualità-prezzo, ma che si lasciano guidare da fattori emozionali ed esperienziali, proprio come il desiderio indotto da un’esperienza. Vale a dire, acquisto dall’Italia perché ho visitato l’Italia e amo il suo cibo, il suo modo di vivere, vestire, abitare, et cetera.

In altri termini, il Sense of Italy, può rappresentare per svariate ragioni un’opportunità. Consente politiche di prezzo molto soddisfacenti, risente meno dell’andamento del ciclo economico e finanziario, oltre a  pagare abbondantemente la bolletta energica (importata) e ad incorporare ridotte importazioni da altri Paesi.

Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio il SofI non solo è una voce concreta dell’economia, ma un indicatore che raccoglie la “parte più desiderata e pregiata della nostra economia”, peraltro caratterizzata da “parametri che la rendono resistente al ciclo economico e non troppo soggetta a insidie di prezzo”. È infatti una voce molto elastica al ciclo positivo, cioè quando l’economia mondiale rappresentato dal PIL pro capite cresce maggiormente, 3,1 contro il 1,5 del non Sofl, meno elastico al ciclo negativo (2,4).

Infine esiste una contaminazione positiva tra export di beni e presenze turistiche. Secondo una ricerca di Confcommercio che riguarda le presenze turistiche straniere in Italia dal 2013 al 2019 e le esportazioni verso 45 Paesi europei ed extraeuropei, al crescere dell’1% delle presenze in Italia degli stranieri di un Paese, a parità di altri condizioni, le importazioni dall’Italia di quel Paese crescono tra lo 0,5% e lo 0,9%.

L’effetto positivo del turismo non agisce quindi solo a breve sulla bilancia commerciale ma con un effetto di lungo termine.  Non male per un settore ancora da molti – e a torto- considerato di seconda serie,  che dovrebbe essere invece centrale nei piani industriali del nostro Paese.

 


L’arte di Manuel Bonfanti da Bergamo a Venezia, con sosta nella sede cittadina Confcommercio

Esposte due tele, a tecnica mista, dell’artista visivo, tra cui un lavoro preparatorio per la collettiva all’Art Biennal dell’European Cultural Centre di Venezia, dove presenta “In The Middle of Now-Where”. Dal 20 aprile al 24 novembre in concomitanza con la Biennale d’arte di VeneziaConfcommercio Bergamo abbraccia l’arte contemporanea, ospitando due tele dell’artista visivo bergamasco Manuel Bonfanti. Un modo per valorizzare, con l’esposizione di due opere nella sede di Via Borgo Palazzo 137, l’impegno dell’artista, in vista della sua partecipazione a Venezia alla 2024 Art Biennal dell’European Cultural Centre. Manuel Bonfanti parteciperà infatti per la prima volta alla Biennale dell’European Cultural Centre, iniziativa in concomitanza con la Biennale d’arte di Venezia 2024. Dal 20 aprile al 24 novembre sarà esposta a Palazzo Mora, nell’ambito della collettiva intitolata “Beyond Boundaries”, l’opera pittorica “In The Middle of Now-Where”. L’enorme tela, realizzata con tecnica mista, di venti metri quadrati, tra trasparenze e stratificazioni materiche, con un blu profondo e oceanico tracciato e poi raschiato, ridipinto e rilavato, esprime e riafferma, attraverso la negazione di spazio e tempo, l’andare oltre i confini e la ristrutturazione e ricostruzione spirituale del sé. Uno spazio libero dove tornare a immaginare per edificare la propria anima. “Now-where è l’utopia, un mondo utopico che viene negato proprio dal Qui e dall’Ora, di fronte a me, qui, davanti ai miei occhi” spiega l’artista Manuel Bonfanti . “E’ un onore accompagnare idealmente a Venezia un artista di valore come Manuel Bonfanti, che ci ha coinvolto con entusiasmo nell’esposizione di due sue opere nella nostra sede- commenta Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo- . Confidiamo in un buon successo della collettiva a Palazzo Mora e invitiamo gli imprenditori a visitare la mostra a Venezia, in concomitanza con la Biennale”.
In The Middle of Now-Where rappresenta il terzo importante progetto di Aedificante Onlus, iniziativa culturale dell’imprenditore bergamasco Giuseppe Taramelli e della moglie Stefania Gambirasio dedicata ai valori umani del costruire. Il quadro astratto di 6,5 metri di larghezza per 3 metri di altezza,  rappresenta un imponente edificio dell’anima, che cattura la vista occupando interamente una delle pareti di Palazzo Mora, prestigiosa sede in Strada Nova a Cannaregio dell’istituzione culturale European Cultural Centre fondata dall’artista olandese Rene Rietmeyer nel 2002. “Dal vuoto simbolizzato di In the Middle of Now-Where tutto rinasce, nell’intento di elevarci con l’eleganza della forma e della materia. Per questo l’imprenditore bergamasco Giuseppe Taramelli (Taramelli Srl, specializzata nella ricostruzione di edifici, con progetti nazionali, come l’head quarter di Bottega Veneta a Palazzo San Fedele a Milano, e internazionali dalla Cina all’Inghilterra) ha voluto sostenere la ricerca di Bonfanti con Aedificante per una cultura nuova della ricostruzione: “Guardiamo all’arte con molta attenzione, perché progettisti, architetti, artigiani e maestranze possono sempre imparare dagli artisti. Creare bellezza in modo cosciente ci rende umani; se guardiamo bene, tanto le opere d’arte quanto gli edifici diventano lo specchio della nostra anima”.

L’artista

Manuel Bonfanti  è nato a Bergamo nel 1974, città in cui vive e lavora. Si è diplomato a Milano all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha esposto nel corso degli anni in Italia e all’estero. La sua ricerca si concentra sulla relazione estetica tra sublime, spazio e luce, spesso trattata con tele di grandi dimensioni. Dopo l’inaugurazione a Venezia, il 20 aprile, nell’ambito della citata collettiva Beyound Boundaries all’European Cultural Centre a Palazzo Mora, a Milano l’Area 35 Art Gallery (in Via Vigevano, 35), ospiterà dal 23 aprile (vernissage alle 18.30, esposizione fino al 24 maggio) la personale dedicata all’arista. La mostra “Visions Unveiled, In The Middle of Now-Where”, con Giacomo Marco Valerio curatore, rappresenta un’importante retrospettiva dedicata all’artista, coprendo gli ultimi quindici anni della sua carriera e l’evoluzione del suo linguaggio espressivo.

Nella sede Confcommercio Bergamo, in Via Borgo Palazzo 137, è esposta la tela preparatoria alla maestosa opera “In the middle of now-where”, 108×180 cm, realizzata nel 2024 con tecnica mista. In esposizione anche “Air Space”, 100×150 cm, realizzata nel 2022 con tecnica mista su tela.


Next level, una settimana per leggere il presente e costruire il futuro

Dal 15 al 22 aprile incontri, tavole rotonde e seminari, dal Green Deal a Pa del futuro, dalla memoria alla longevità 

Lunedì 15 aprile 2024 si inaugura Bergamo Next Level –Leggere il presente, costruire il futuro. Una settimana ricca di appuntamenti – fino al 22 aprile – in cui il sapere si apre al territorio per sviluppare un confronto tra l’Università e i suoi altri protagonisti: enti, istituzioni, imprese, associazioni e cittadini. La rassegna, giunta alla quarta edizione, è promossa dall’Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi con il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca, di Regione Lombardia, del Comune di Bergamo, della Provincia di Bergamo, della Camera di Commercio di Bergamo e in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Bergamo Next Level è l’iniziativa principale di Terza Missione dell’Università degli studi di Bergamo e racconta con un approccio interdisciplinare le ricerche e gli studi in corso sul futuro di città e provincia coinvolgendo gli attori istituzionali, culturali ed economici locali ma non solo. Un confronto aperto sul passo in avanti da compiere, il next level da costruire insieme, in una prospettiva che dal dibattito sullo sviluppo locale vuole spingersi ben oltre.

Green Deal Europeo e transizione sostenibile

Di Green Deal Europeo e transizione sostenibile si parla all’interno dell’evento inaugurale lunedì 15 aprile ore 14 (Aula 1 della sede Unibg di Pignolo), insieme a membri delle Direzioni Generali della Commissione Europea, di istituzioni e organismi europei. L’evento, dal titolo La transizione net-zero dei sistemi territoriali ad alta vocazione manifatturiera nel contesto dello ‘European Green Deal’, organizzato in collaborazione con la Cattedra Unesco in ‘Diritti umani, cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile’, punta l’attenzione sulla strategia net-zero come catalizzatore per trasformare l’industria manifatturiera, rigenerare il territorio e facilitare una transizione sostenibile, approfondendo l’evoluzione del quadro delle nuove politiche UE legate al Green Deal europeo oltre alla governance istituzionale e agli strumenti finanziari che ne consentono l’attuazione a livello subnazionale. Sergio Cavalieri, Rettore Università di Bergamo sottolinea: “Bergamo Next Level fa emergere il contributo progettuale oltre che accademico di UniBg nello sviluppo dei programmi di ripresa Next Generation EU e PNRR, basato sul dialogo costante con la comunità locale. L’Università di Bergamo promuove una piattaforma pubblica di confronto sui temi urgenti del nostro tempo: dalla geopolitica alla transizione 5.0 dalla longevità al futuro dei giovani. L’Europa è il nostro orizzonte, la cornice entro cui iscrivere le nostre riflessioni e le nostre azioni». Cristina Bombassei, Presidente Pro Universitate Bergomensi, detta la linea verso il 2050: “Aprire il palinsesto 2024 con un evento dedicato al Green Deal europeo è molto importante per creare una cornice metodologica solida ai dialoghi che animeranno tutta la settimana, soprattutto a Bergamo che è tra le primissime provincie in Italia e in Europa per incidenza del settore manifatturiero. L’obiettivo net-zero 2050 previsto dal Green Deal Europeo rappresenta il traguardo più arduo da raggiungere, visto che richiede una forte integrazione di competenze legate a tecnologia, organizzazione, programmazione economica e risk management, oltre che un’azione mutualistica di sostegno tecnologico e gestionale da parte delle grandi aziende nei confronti delle PMI della propria catena di fornitura – perché queste altrimenti sono destinate ad affrontare grandi difficoltà di adattamento – con l’obiettivo di concretizzare piani di transizione credibili».
Dopo i saluti iniziali di Sergio Cavalieri Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, di Cristina Bombassei Presidente di Pro Universitate Bergomensi e di Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro dell’Università, della ricerca e dell’alta formazione artistica, il pomeriggio si articola in tre sessioni. Nella prima sessione (L’implementazione del Green Deal europeo a livello subnazionale: governance territoriale, transizione net-zero e trasformazione industriale), moderata da Alberto Brugnoli dell’Università degli studi di Bergamo, intervengono Davide Amato della Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea (DG RTD), Agnes Schoenfelder, Portavoce EU Green Deal e Giuseppe Guerini membro del Comitato  economico e Sociale Europeo (CESE). Nella seconda sessione (Rafforzamento della capacità produttiva europea di tecnologie a zero emissioni e politiche industriali per lo zero emissioni), moderata da Donatella Tiraboschi giornalista del Corriere della Sera Bergamo, intervengono Gianmaria Martini dell’Università degli studi di Bergamo, Stefano Soro della Direzione Generale Mercato interno, Industria, Imprenditoria e PMI (DG GROW) della Commissione Europea e Julia Poliscanova Direttrice dell’organizzazione impegnata nella decarbonizzazione dei trasporti Transport & Environment. Nella terza sessione (Strumenti di finanziamento per la transizione a zero emissioni), moderata da Laura Viganò dell’Università degli studi di Bergamo, intervengono Davide Ciferri Economista e Responsabile della Task Force del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Fusari della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e Antongiulio Marin della Direzione Generale Affari Economici e Finanziari (DG ECFIN)della Commissione Europea.

Giovani e Pubblica amministrazione: Competenze e leadership del futuro

Alle 15.30 presso la sede Unibg di Sant’Agostino si svolge la conferenza Giovani e Pubblica amministrazione: Competenze e leadership del futuro, che si concentra sull’inclusione di giovani nella Pubblica amministrazione come elemento fondamentale per una PA funzionante, capace di stare al passo dei grandi cambiamenti della società configurandosi come motore dei territori, da cui dipende il futuro del Paese oltre che il successo dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Saluti iniziali di Sergio Cavalieri Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, introduce e modera Mariafrancesca Sicilia dell’Università degli studi di Bergamo, intervengono Remo Morzenti Pellegrini dell’Università degli studi di Bergamo, Alberto Scuttari Direttore Generale Università di Padova e Presidente CODAU, Giulia di Donato co-fondatrice di Officine Italia, Michele Bertola Presidente ANDIGEL e Direttore  Generale Comune di Monza, Annalisa Gramigna di IFEL Fondazione ANCI. Riflessioni finali e conclusione di Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione.

Conferenza-spettacolo. La nostra memoria: testimonianze e voci da archivi e territori

Alle 17 presso la Sede Unibg di Sant’Agostino la conferenza-spettacolo La nostra memoria: testimonianze e voci da archivi e territori approfondisce i rapporti fra identità culturali e linguistiche diverse alla presenza di rappresentanti del mondo culturale e istituzionale italiano. L’evento è organizzato in sinergia con le attività del partenariato esteso CHANGES (Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society), che vede coinvolta anche l’Università degli studi di Bergamo, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Next Generation EU. Tra gli ospiti principali l’attore Alessio Boni, che darà voce a testimonianze legate a storie, luoghi e saperi giunti ai nostri giorni attraverso la scrittura o la trasmissione orale. Modera e interviene Barbara Turchetta dell’Università degli studi di Bergamo, saluti iniziali di Piera Molinelli prorettrice Vicaria Università degli studi di Bergamo, intervengono Leandro Ventura Direttore Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, Marco Mancini Presidente Fondazione Changes, Annalisa Rossi Sovrintendente Beni Archivistici  Lombardia, Veneto, Trentino.

Tavola rotonda. Longevità: scenari di domani

Alle 20.30 presso l’Aula Magna di Sant’Agostino la tavola rotonda Longevità: scenari di domani si propone di inquadrare il tema della longevità come grande fenomeno demografico che interessa società ed economia, e che pone nuove sfide in termini di modelli di città e società, nonché approcci nuovi alla cura e al benessere delle persone, che l’avanzamento tecnologico e la ricerca sono chiamati a supportare. L’evento è organizzato in sinergia con le attività del progetto ANTHEM (AdvaNced Technologies for Human-centrEd Medicine), che vede coinvolta anche l’Università degli studi di Bergamo, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del PNC – Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Modera Francesca Origo, dell’Università degli studi di Bergamo, introduzione di Francesco Billari Rettore dell’Università Bocconi e autore del libro ‘Domani è oggi’, intervengono Giorgio Gori Sindaco di Bergamo, Giuseppe Remuzzi Direttore Istituto Mario Negri, Caterina Rizzi dell’Università degli studi di Bergamo.

Tutti gli eventi di Bergamo Next Level sono gratuiti e si svolgono in presenza con prenotazione consigliata sul sito bergamonextlevel.it, dove è disponibile il programma completo della manifestazione.


Be-Tech e Go-In, due percorsi di alta formazione per Imprese 5.0

Bergamo Sviluppo e Università di Bergamo promuovono iniziative di alto valore per guidare le imprese nel futuro

La collaborazione tra l’Azienda Speciale della Camera di commercio Bergamo Sviluppo e l’Università degli Studi di Bergamo si rafforza di anno in anno, grazie a una serie di iniziative, che negli anni i due enti hanno promosso insieme con l’obiettivo di rafforzare e far crescere il tessuto imprenditoriale locale. La partnership, e in particolare le iniziative che vedranno i due enti impegnati anche nel 2024, sono stati al centro della conferenza stampa svoltasi ieri,  martedì 9 aprile , nella Sala Giunta della Camera di commercio di Bergamo.
Nell’occasione sono state presentate le novità dei 2 corsi “BE-TECH. Tecnologie e modelli a supporto della trasformazione digitale: i nuovi paradigmi di Impresa 5.0” e “GO. IN’ 2024 – Scenari internazionali e opportunità di crescita per le MPMI”, destinati alle imprese locali e realizzati con il supporto tecnico-scientifico del Centro di Ateneo SdM-Scuola di Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo.
In particolare il percorso executive BE-TECH, che si presenta sempre più strutturato con un’attività formativa esperienziale, ha l’obiettivo di aiutare le imprese a valutare la possibilità di adottare nuove tecnologie e modelli di business che possano sia integrarsi con i sistemi esistenti sia aumentarne la competitività alla luce anche dei nuovi progressi introdotti dall’Intelligenza Artificiale. Una cospicua parte esperienziale è stata introdotta anche nel programma 2024 del corso di Alta Formazione GO. IN’, che punta a trasferire alle imprese partecipanti conoscenze e strumenti efficaci per affrontare al meglio le future decisioni strategiche e organizzative necessarie ad operare in un contesto sempre più dinamico e internazionalizzato.
“La conferenza stampa – ha dichiarato il Segretario Generale della Camera di commercio di Bergamo Maria Paola Esposito – ci permette di evidenziare il doppio ruolo che la Camera di commercio svolge in quanto ente che accompagna le imprese a intraprendere processi sia di innovazione sia di internazionalizzazione. Si tratta di due ambiti che rientrano tra gli obiettivi strategici della mission camerale. Il supporto all’introduzione di innovazione e alla transizione digitale nelle imprese rappresenta un impegno che la nostra Camera porta avanti da anni con progetti affidati a Bergamo Sviluppo, come Bergamo Tecnologica, di cui è parte il percorso executive BE-TECH, e tutte le attività del PID-Punto Impresa Digitale e del MaTech Point sui nuovi materiali. Non dimentichiamo però che tra i ruoli istituzionali affidati al sistema camerale c’è anche il sostegno all’internazionalizzazione, sostegno volto in particolare a preparare le imprese del territorio ad affacciarsi su nuovi mercati, anche internazionali, attraverso attività di informazione, formazione e supporto organizzativo, tra cui rientrano corsi come il GO. IN’.”
“Le due iniziative formative presentate sono un esempio della partnership in atto con l’Università – ha evidenziato il Presidente di Bergamo Sviluppo Giacinto Giambellini – Questa collaborazione permette all’Azienda Speciale, e quindi alla Camera di commercio, di realizzare iniziative progettuali di valore destinate alle mpmi bergamasche, che possono così beneficiare, versando solo una quota ridotta di iscrizione grazie al finanziamento della nostra Camera di commercio, di attività formative non solo attuali, ma anche strutturate sulle reali necessità di aggiornamento delle imprese. Entrambi i percorsi quest’anno prevedono l’inserimento di parti laboratoriali esperienziali, di tipo più tecnico per il corso BE-TECH e di tipo più trasversale e organizzativo per il GO.IN’. L’obiettivo in entrambi i casi è di arricchire il bagaglio esperienziale di ogni partecipante, che potrà poi veicolare in azienda quanto appreso ai corsi”.
“Il percorso BE-TECH – ha sottolineato il Direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni – è una delle attività previste dal progetto Bergamo Tecnologica, giunto alla decima annualità; nell’ambito del progetto, in questi anni, le ore di formazione realizzate, tra corsi e seminari, sono state 847, a cui hanno preso parte 245 tra titolari e dipendenti di imprese locali, mentre i check-up tecnologici realizzati sono stati 238, in altrettante imprese del territorio, che hanno beneficiato di 14.396 ore di consulenza specialistica erogate successivamente all’effettuazione dei check-up. Il percorso executive “BE-TECH.Tecnologie e modelli a supporto della trasformazione digitale: i nuovi paradigmi di Impresa 5.0” prevede, per l’edizione 2024, 60 ore di lezione (in presenza o da remoto) con laboratori per sperimentare l’applicazione di diverse tecnologie come IA, robotica e interazione uomo-macchina.
Per quanto riguarda i corsi GO. IN’, dal 2012 al 2023 sono state realizzate 19 edizioni dei percorsi: vi hanno partecipato 365 tra imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a micro, piccole e medie imprese locali, usufruendo in totale di 1740 ore di formazione. L’edizione 2024 del corso “GO. IN’ 2024 – Scenari internazionali e opportunità di crescita per le MPMI”, le cui iscrizioni sono aperte fino alle ore 12 del 19 aprile prossimo, avrà una durata di 120 ore, articolate in moduli tematici e di approfondimento (84 ore parte online e parte in presenza) e laboratori esperienziali (36 ore in presenza). Due percorsi quindi che rappresentano, per le mpmi del territorio, importanti opportunità per rafforzare la propria capacità innovativa, sfruttare e gestire il cambiamento, comprendere un contesto sempre più globalizzato per assumere decisioni strategiche e organizzative efficaci, rafforzando o acquisendo al contempo competenze tecniche o imprenditoriali/manageriali”.
“Si tratta di iniziative – ha rilevato il Vice Direttore di SdM-Scuola di Alta Formazione dell’Università degli Studi di Bergamo Paolo Gaiardelli – che incarnano la ferma volontà dell’Università di operare per e con le aziende e gli enti locali, per favorire una crescita culturale che non sia fine a sé stessa, ma che possa realmente contribuire al progresso socio-economico e alla crescita sostenibile del territorio. Esperienze di formazione come i corsi presentati ben evidenziano, infatti, come l’adattamento di contenuti, metodologie e strumenti formativi innovativi con le esigenze e le preziose esperienze maturate sul campo dalle aziende e dagli enti locali, possa favorire l’acquisizione delle competenze più adatte ad affrontare le nuove sfide poste da un contesto competitivo in costante evoluzione”.
“Le nuove tecnologie digitali – ha spiegato il Delegato del Rettore alla ricerca applicata e Responsabile scientifico del corso BE-TECH. Gianluca D’Urso – giocano un ruolo sempre più importante per le imprese: è fondamentale quindi governare la trasformazione digitale dei vari processi aziendali per assicurare sostenibilità e competitività. Il corso “BE-TECH. Tecnologie e modelli a supporto della trasformazione digitale” intende rispondere ai bisogni della transizione digitale a tutti i livelli della catena del valore. La proposta formativa di questa edizione offre un numero di tematiche ancora più ampio rispetto agli scorsi anni. Una parte dei moduli formativi affronterà contenuti trasversali e centrali in tutti i settori come supply chain, logistica, service e manutenzione, lean 4.0. Una parte del corso sarà invece dedicata a moduli più specifici come ad esempio: internet of things, additive manufacturing, robotica ed interazione uomo-macchina, simulazione e virtual commissioning. Quest’anno si è deciso inoltre di dare spazio al tema dell’Intelligenza Artificiale, un argomento quanto mai attuale, di interesse e dalle potenziali ricadute in tutti i settori. Come per la scorsa edizione, alcuni moduli avranno una forte connotazione applicativa, attraverso lezioni svolte presso i laboratori anche dell’Università. La struttura del corso prevede dei moduli da 4 o 8 ore per ciascun tema. Non vi è dunque la pretesa di affrontare i vari argomenti in modo estremamente approfondito ed esaustivo, ma di fornire ai partecipanti un’ampia visione d’insieme delle
tecnologie, degli strumenti e dei modelli a supporto della transizione digitale. In questo modo i partecipanti potranno incrementare la propria conoscenza in diversi ambiti, ricevendo spunti e stimoli da trasferire all’interno dei propri contesti aziendali.
“Internazionalizzazione, innovazione e imprenditorialità sono i tre grandi pilastri che stanno da sempre alla base del corso di Alta Formazione GO. IN’ – ha dichiarato la Responsabile scientifica del corso per l’Università degli Studi di Bergamo Mara Brumana. – Più precisamente il corso intende fornire ai partecipanti strumenti efficaci utili anche per operare a livello internazionale, promuovendo l’innovazione e rafforzando lo spirito imprenditoriale. Nella progettazione del corso, costante è l’attenzione alle sfide che contraddistinguono l’operato delle MPMI: l’attrazione di capitale umano di qualità che gioca un ruolo fondamentale per la crescita e l’innovazione; la promozione di una cultura organizzativa basata sulla fiducia reciproca e sulla valorizzazione del capitale umano; la crescita tramite aggregazioni tra imprese per ottimizzare le risorse e favorire la penetrazione sui mercati. Per superare queste sfide è di fondamentale importanza concentrarsi sulla diffusione di competenze imprenditoriali a tutti i livelli della gerarchia. Nella proposta formativa dell’edizione 2024 abbiamo quindi dato ulteriore spazio a iniziative laboratoriali di tipo esperienziale, volte al potenziamento di soft skills come la creatività, la gestione del cambiamento e la capacità di cogliere opportunità. In aggiunta ai moduli tematici e di approfondimento su
contesto e strategia imprenditoriale, marketing e internazionalizzazione, innovazione e gestione del cambiamento, sono quindi previsti momenti laboratoriali realizzati nella sede delle imprese partecipanti o in altri contesti rappresentativi dell’ecosistema imprenditoriale della nostra provincia. Questi alcuni dei temi che verranno affrontati in modalità laboratoriale: strategie e strumenti per favorire il lavoro di squadra, ricerca e analisi dei dati per formulare una strategia efficace, imprese familiari e passaggio generazionale, cultura imprenditoriale, leadership e gestione dei talenti”.

Tutte le info sul corso GO. IN’ 2024 (calendario, requisiti e modalità di iscrizione) si trovano sul sito di Bergamo Sviluppo: scadenza iscrizioni, ore 12 del 19 aprile  https://bergamosviluppo.it/sito/index.php?option=com_eventbooking&view=event&id=2076

Tutte le info sul corso BE-TECH. 2024 (calendario, requisiti e modalità di iscrizione) si trovano sul sito di Bergamo Sviluppo: scadenza iscrizioni, ore 12 del 13 maggio  https://bergamosviluppo.it/sito/index.php?option=com_eventbooking&view=event&id=2082


Prevenzione e contrasto dell’usura, sottoscritto il protocollo in Prefettura

Anche Confcommercio Bergamo e Fogalco tra i firmatari dell’accordo siglato a Palazzo del Governo 

Sottoscritto il protocollo antiusura in Prefettura. Si è svolta ieri, 9 aprile,  presso il Palazzo del Governo, sede della Prefettura di Bergamo, la cerimonia

di sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione nella provincia di Bergamo, alla presenza del Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Prefetto Maria Grazia Nicolò.
La cerimonia è stata scandita dall’iniziale saluto del Prefetto di Bergamo, Giuseppe Forlenza, che ha colto l’occasione per fornire anche un breve inquadramento dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione nel territorio della provincia di Bergamo nonché dagli interventi di illustri relatori ed, in particolare, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, Maria Cristina Rota, del Direttore della Filiale di Bergamo della Banca d’Italia, Filippo Li Piani, e dalle conclusioni del Commissario Straordinario del Governo, Prefetto Nicolò.
Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “Confcommercio Bergamo ha aderito con grande senso di responsabilità all’iniziativa della Prefettura per la lotta contro l’usura. Desideriamo essere accanto a tutti gli associati, a fianco della legalità e contro un’economia drogata dalle mafie. Tutti gli uffici, a partire dal mio e dalla direzione, sono a disposizione di tutti coloro che anche in forma personale e riservata desiderino essere contattati per essere assistiti in condizioni di difficoltà”.  Fogalco, Cooperativa di Garanzia Confcommercio Bergamo, da anni tra i soggetti iscritti al Registro del Mef- Ministero Economia e Finanza per la gestione dei fondi antiusura ha subito colto l’opportunità dell’intesa, che prevede anche il monitoraggio costante del fenomeno, in un momento di vera e propria crisi di liquidità, tra rialzo dei tassi di interesse e inflazione. “Fogalco rinnova con questo accordo l’impegno che negli ultimi anni ha portato a siglare importanti convenzioni antiusura con importanti istituti di credito, con l’obiettivo di allargare ulteriormente il coinvolgimento delle banche- commenta il presidente Fogalco Cristian Botti, vicepresidente Confcommercio Bergamo-. Non ci stancheremo mai di invitare i nostri imprenditori a rivolgersi a noi per ogni difficoltà o anche solo per una consulenza finanziaria. Il nostro impegno sarà inoltre quello di innalzare le competenze finanziarie, promuovendo corsi di formazione per i soci per migliorare la gestione economica e promuovere la conoscenza di tutte le iniziative a contrasto dell’usura, a partire dai fondi di cui Fogalco dispone per supportare le imprese in difficoltà. L’accordo dà un ulteriore stimolo a fare rete tra associazioni e istituzioni”.
Nella cornice del Salone di Ulisse, ove erano presenti anche le principali Autorità della provincia, oltre che le Forze dell’Ordine, il Prefetto Forlenza ha affermato: “Il Protocollo Antiusura e Antiracket rappresenta un’importante occasione per mettere a sistema le Istituzioni e far sì che, in sinergia con l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, la prevenzione di questi reati e la solidarietà alle vittime diventino una priorità assoluta, da perseguire, da un lato, mediante ogni utile incremento degli strumenti di sostegno alle microimprese e alle famiglie in momentanea difficoltà, dall’altro, mediante un efficace contrasto garantito grazie alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine per bloccare la
diffusione di fenomeni criminali, grave minaccia alla libertà degli operatori economici, agli equilibri di mercato e al rispetto delle normali regole sulla concorrenza”.
Al riguardo, il Prefetto Nicolò ha sottolineato: “Le articolazioni territoriali costituiscono gli avamposti di chi va a denunciare, gli unici in grado di offrire alle vittime una concreta rete di solidarietà che faccia venir meno la tipica condizione di solitudine ed isolamento connessa a queste fattispecie, una rete che può davvero fornire consigli, suggerimenti ed aiuti a chi si venga a trovare in una grave situazione di crisi economica ed esistenziale”.
I sottoscrittori del Protocollo d’Intesa sono la Prefettura di Bergamo, la locale Camera di Commercio, l’A.B.I. – Commissione regionale Lombardia, la B.C.C. bergamasca e orobica, la B.C.C. dell’Oglio e del Serio, la Cassa Rurale B.C.C. di Treviglio, il Consiglio Notarile di Bergamo, l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, l’Ordine dei Consulenti del Lavoro, l’Associazione Libera, Confindustria, A.N.C.E., Confagricoltura, Fogalco Confcommercio Bergamo, Legacoop Lombardia e Imprese &Territorio – Comitato Unitario delle Associazioni d’impresa.