50&Più, Meloncelli alla guida dopo la scomparsa del presidente Pulcini

Franco Meloncelli con il direttore Oscar Fusini

Franco Meloncelli, 74 anni, è il nuovo presidente provinciale di 50&Più, l’associazione aderente a Confcommercio che da oltre 50 anni si impegna per lo sviluppo culturale, la rappresentanza sindacale, la valorizzazione degli over 50. Meloncelli, che ricopriva già il ruolo di vicepresidente vicario dell’associazione degli imprenditori del terziario over 50, subentra a Franco Pulcini, scomparso prematuramente. Pulcini era stato eletto presidente ad aprile 2019, dopo anni di presenza attiva in 50& Più come consigliere e nell’associazione, in particolare nella Pia Unione San Lucio, storico sodalizio tra i commercianti alimentari. “La scomparsa di Franco Pulcini ci addolora profondamente e l’amarezza è ancora più grande per la sua scomparsa improvvisa – sottolinea Franco Meloncelli-. Cercherò di portare avanti tutte le iniziative che aveva in programma e di perseguire l’obiettivo di allargare ulteriormente la base associativa e di promuovere occasioni di confronto sulle tematiche di più grande interesse per i nostri soci”.


Riaprono le discoteche con sale all’aperto Ascom invita a “Divertirsi responsabilmente”

Scatta il conto alla rovescia per la riapertura delle discoteche, chiuse poco dopo Carnevale. Venerdì 10 luglio riaprono in tutta la Lombardia i locali con sale all’aperto. Si torna a “fare serata” dopo oltre quattro mesi, nel rispetto delle regole imposte dall’emergenza sanitaria. Saranno dopo-cena comunque all’insegna del divertimento, con un richiamo a maggiore responsabilità e consapevolezza: “Siamo tra le ultime categorie a riaprire, dopo quasi 140 giorni di chiusura- sottolinea il presidente del Gruppo Gestori sale da ballo Ascom Confcommercio Paolo Visinoni-. Sono stati quattro mesi e mezzo difficili per il settore, in particolare per i costi di affitti, personale e operatori dello spettacolo. È fondamentale ripartire con responsabilità per non annullare i sacrifici di questi mesi. Da parte nostra abbiamo messo in campo tutti gli accorgimenti possibili per garantire la massima sicurezza di tutti, senza rinunciare al divertimento e alla voglia di evasione, che non mancano dopo mesi di lockdown”. Le serate saranno infatti preferibilmente su prenotazione (via App o whattsapp) e con un limite prefissato di partecipanti (con una riduzione della capienza per alcuni locali anche fino al 50%). Grazie all’utilizzo di apposite App, adottate da molti locali, gli utenti potranno dichiarare le loro condizioni di salute, velocizzando l’accesso ai locali (il termoscanner sarà comunque presente nelle discoteche). La maggior parte dei locali ha scelto di affidare a ditte specializzate la sanificazione, oltre a ricordare con appositi cartelli informativi il corretto uso di mascherine e dispositivi di protezione individuale. Per evitare assembramenti e mantenere il distanziamento, la maggior parte dei locali ha modificato la pista da ballo. E’ questa una delle principali novità che si vedranno in discoteca:“Per garantire il rispetto delle disposizioni abbiamo posizionato i tavoli nella pista da ballo – continua Visinoni- . Ognuno avrà così il suo tavolo in discoteca, un tempo appannaggio di pochi, e potrà godersi la serata e il proprio drink, servito direttamente dal barman, ascoltando buona musica e magari alzandosi a ballare la hit preferita”. La scelta di modificare i locali con arredi- da tavoli e sedie- è stata già adottata con successo in altre regioni e consente di garantire il rispetto della normativa, senza rinunciare del tutto alla voglia di ballare o alla desolazione di trovarsi davanti ad una pista vuota. “Saranno serate dopo-cena di spettacolo e buona musica, diverse da quanto siamo stati da sempre abituati, ma non per questo ingessate- conclude Visinoni-. L’importante è che tutti rispettino le norme per la tutela della sicurezza di tutti. E per evitare che i gestori debbano ritrovarsi a gestire situazioni-limite”.

Per ricordare il rispetto della normativa, i locali hanno lanciato la campagna “Divertiti responsabilmente”, che rivolge cinque inviti alla clientela: prenota la tua serata, indossa la mascherina, aspetta il tuo turno al termoscanner, certifica il tuo stato di salute con le app messe a disposizione per evitare assembramenti, goditi musica e drink al tavolo. 

Ecco il vademecum 


Covid, l’impatto sull’organizzazione del lavoro

La Camera di commercio di Bergamo, nel realizzare lo studio sulla congiuntura economica, ha
condotto a cavallo tra aprile e maggio un’indagine presso 735 imprese bergamasche appartenenti
ai settori del manifatturiero, commercio e servizi per sondare gli effetti del confinamento da Covid-
19. La rilevazione è avvenuta alla conclusione del periodo più grave dell’emergenza sanitaria, cosa
che permette di sviscerare quali siano stati gli effetti della pandemia sull’organizzazione e sulle
prestazioni aziendali. Va segnalato che mancano le risposte di molte imprese dei servizi alla
persona, alloggio e ristorazione, in quanto chiuse.
Oltre che sul fatturato, l’epidemia ha inciso sulla struttura organizzativa e sul personale per oltre il
50% dei casi in tutti i settori, con una punta del 68% nell’industria. Le nuove condizioni della
domanda hanno comportato in gran parte dei casi una riduzione dell’attività, soprattutto
nell’industria. Il commercio al dettaglio alimentare e non alimentare presenta invece una situazione
più variegata: meno indicazioni di riduzione e una parte di imprese che dichiarano un incremento di
attività. Una minoranza di imprese hanno convertito la propria attività.
L’impatto si è fatto sentire anche sulle modalità di approvvigionamento, produzione e
distribuzione. Le imprese industriali hanno denunciato interruzioni di linee di fornitura nel 53% dei
casi e un rallentamento nel 61%. Per l’artigianato la situazione è stata meno grave e ancor meno
per i servizi, meno dipendenti dal rifornimento di merci.
Il lavoro agile ha rappresentato uno strumento importante per consentire la prosecuzione
dell’attività in condizioni di sicurezza durante l’emergenza: l’ha attivato il 66% delle imprese
industriali bergamasche (63% in Lombardia). È stato invece poco compatibile con l’attività del
commercio al dettaglio e dell’artigianato, dove lo scarso utilizzo è spiegato anche dalla ridotta
dimensione delle aziende: il numero di addetti risulta infatti una variabile strettamente correlata alla
diffusione del lavoro agile. Prevale l’implementazione di soluzioni temporanee, essendo poche le
imprese già strutturate per il lavoro a distanza: in questo senso il Covid-19 ha forzatamente
accelerato un processo di cambiamento.
Il ricorso alla Cassa integrazione è lo strumento adottato dalla maggior parte delle imprese per
conservare la forza lavoro comprimendo i costi: nella manifattura lo ha attivato circa l’80% del
campione intervistato. Altri provvedimenti sono stati il blocco delle assunzioni e il mancato rinnovo
dei contratti in scadenza. Se i numeri dell’analisi congiunturale mostrano una provvisoria tenuta
occupazionale, questo sondaggio fotografa una situazione di forte incertezza, che potrebbe
sfociare in una significativa diminuzione dell’occupazione nell’autunno.
La riduzione della domanda e la cancellazione degli ordini rappresentano l’effetto negativo più
citato dalle imprese dei settori dell’industria e dei servizi, mentre le imprese artigiane avvertono
anche problemi finanziari e di liquidità. Per le imprese del commercio al dettaglio assumono
rilevanza centrale le chiusure e le limitazioni imposte all’attività dalle misure di contenimento
dell’epidemia, soprattutto per gli esercizi non alimentari, seguiti da difficoltà finanziarie e di liquidità.
Il settore del commercio è tuttavia quello con la percentuale più elevata di imprese che non
segnala particolari problemi.

I mancati incassi dovuti all’emergenza sanitaria rappresentano perdite che non saranno
recuperate, salvo nell’industria dove la maggioranza prevede il recupero con tempi generalmente
superiori all’anno.
La situazione finanziaria delle imprese appare problematica in oltre il 40% dei casi per i settori
dell’artigianato, dei servizi e del commercio al dettaglio; l’industria, con una dimensione media
superiore e una maggiore solidità patrimoniale, registra invece una percentuale più elevata di
imprese che non dichiarano condizioni finanziarie critiche.
La quota di imprese che segnala difficoltà tali da metterne a rischio la sopravvivenza non è
purtroppo trascurabile, passando dal 3% dell’industria al 9% di artigianato e servizi e salendo
ulteriormente nei comparti più a rischio come le attività di alloggio e ristorazione e i servizi alla
persona. Una quota di imprese non ha subito ricadute economiche negative: si tratta di una parte
minoritaria del tessuto imprenditoriale per tutti i comparti, con la consueta eccezione del
commercio, dove raggiunge il 31%.
La principale sfida di fronte alle imprese per uscire dalla situazione di emergenza è la ricerca di
nuovi clienti e mercati, visto che le ripercussioni economiche causate dal Covid-19 indeboliranno
probabilmente a lungo la domanda interna. Al secondo posto, la diversa organizzazione del lavoro
per rispettare le regole di sicurezza imposte dalla fase di convivenza con il virus, con una
crescente attenzione al tema all’aumentare delle dimensioni aziendali. Al terzo posto la ricerca di
nuovi prodotti o servizi per venire incontro ai cambiamenti di comportamenti e abitudini indotti
dall’emergenza.
Gli imprenditori fanno fronte comune nel sollecitare interventi da parte delle istituzioni, in primo
luogo l’agevolazione del credito e il sostegno finanziario, richiesto soprattutto dai servizi e dal
commercio al dettaglio; la moratoria delle imposte; il sostegno al reddito d’impresa e il ristoro dei
danni subiti, interventi richiesti dall’artigianato. Per l’industria rileva particolarmente il rafforzamento
degli ammortizzatori sociali, esigenza avvertita anche dalle imprese medio-grandi degli altri settori.
“Il sondaggio sugli effetti del Covid-19 presso un campione eterogeneo e limitato delle imprese
bergamasche” ‒ commenta il presidente Mazzoleni ‒ “ci offre spunti di riflessione. Sembra di
poter rilevare, in particolare, che i riflessi sull’occupazione, per ora mascherati dallo strumento
della Cassa integrazione, si potranno fare sentire se la ripresa tardasse troppo a lungo. Inoltre
appaiono allarmanti le risposte riguardo le difficoltà che possono mettere a rischio la
sopravvivenza dell’impresa.”


Camera di Commercio, Zambonelli vicepresidente

Il presidente di Ascom Confcommercio Bergamo assume la vicepresidenza dell’Ente Camerale. La nomina è avvenuta nel corso della Giunta della Camera di Commercio, nella seduta del 30 giugno 2020. Giovanni Zambonelli, rappresentante del commercio, affiancherà da vice Carlo Mazzoleni. Sono stati inoltre designati componenti del Consiglio di Unioncamere Lombardia Giovanni Zambonelli, Alberto Brivio, Giacinto Lucio Giambellini e Vanessa Pesenti. Il presidente Carlo Mazzoleni commenta: “L’elezione del vice presidente nel consigliere Giovanni Zambonelli è avvenuta all’unanimità, a dimostrazione dello spirito di unità che anima fin dai primi passi il nostro lavoro di squadra. Con questo passo la formazione degli organi camerali si è conclusa e possiamo ora iniziare il lavoro che siamo stati chiamati a svolgere.”La Giunta camerale ha anche espresso sentimenti di vicinanza e solidarietà nei confronti del presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, vittima di un grave atto intimidatorio.
“Tutte le rappresentanze negli Organi camerali”, ‒ ha dichiarato Mazzoleni ‒ “lavorano compatte per ripristinare un clima costruttivo per il benessere del territorio bergamasco, ove lavoro e impresa sono inscindibilmente legati. La Camera di commercio opera insieme alle istituzioni e al mondo associativo per una coesione sociale ed economica dalla quale potranno derivare gli strumenti utili per superare le difficoltà.”


E-commerce +134% con il lockdown Ascom lancia l’App #Compravicino

Se lo smart working impiegato su larga scala rappresenta l’innovazione nella gestione del lavoro nelle imprese dei servizi, l’e-commerce e il delivery sono l’evoluzione del commercio. Le imprese bergamasche con e-commerce prima del lockdown erano il 15%, ora sono salite al 35% con una crescita a tre cifre, pari al + 134%. Una su tre ha quindi attivato forme di commercio elettronico. Tra le imprese che hanno sperimentato l’e-commerce durante la crisi, il 57% continuerà ad utilizzare le vendite online a emergenza finita.
Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dall’indagine affidata da Ascom Confcommercio Bergamo a Format Research relativa all’impatto del Covid sull’organizzazione aziendale, con un focus su e-commerce e delivery (interviste dal 6 al 17 aprile con dati rilasciati il 12 maggio 2020).
Ascom Confcommercio Bergamo stima, guardando oltre l’emergenza, che saranno il 26,4 % (una su quattro) le imprese che in forme diverse continueranno ad affidare parte dei ricavi all’e-commerce, anche se il commercio tradizionale e la vendita diretta nel punto vendita resteranno portanti, soprattutto per le attività a gestione familiare. La ricerca non specifica la modalità utilizzata nella vendita online, ma la più frequente tra le piccole insegne sembra avvenire attraverso la creazione del negozio virtuale su Ebay o Amazon.

Consegna a domicilio e delivery, crescita a tre cifre

Le imprese che facevano consegne a domicilio erano il 7% e sono passate al 17% con una crescita a tre cifre, pari al + 143%. Tra le imprese che si sono affacciate per la prima volta alla consegna a domicilio, il 62% continueranno ad utilizzare questo canale anche ad emergenza terminata. Ascom stima quindi che post pandemia, il 13,2% – quindi quasi il doppio delle imprese- faranno consegne a domicilio.
Il delivery può avvenire per gestione diretta del commerciante con mezzi propri, oppure tramite corriere o servizi di spedizione gestiti singolarmente o collettivamente. L’analisi non prende in considerazione il fenomeno del food delivery inteso come servizi di consegna tramite piattaforma digitale ( Just eat, Deliveroo, et cetera…).

Delivery e commercio di vicinato, una scelta sostenibile. E con #Compravicino, Ascom e RuneLab rilanciano gli acquisti a km zero

L’emergenza sanitaria ha cambiato notevolmente i momenti di quotidianità di molti, come fare la spesa, andare al ristorante e fruire di servizi commerciali, come emerge dalla ricerca. In pieno lockdown, Ascom ha supportato i negozi con il portale Compravicino, che ha raccolto gli esercizi commerciali che effettuavano consegne gratuite a domicilio e i relativi recapiti telefonici, fornendo un importante aiuto per gli acquisti di tutti i giorni di beni alimentari e di prima necessità. Dall’esperienza positiva del sito (che ha raccolto. oltre 1200 adesioni in città e provincia) nasce una nuova App, pronta a incentivare il commercio di prossimità.
Ascom Confcommercio Bergamo e RuneLab(azienda specializzata in processi di trasformazione e digitalizzazione), hanno messo in campo le loro competenze e raccolto le esigenze delle imprese del territorio per sviluppare l’applicazione #Compravicino. L’App, attiva a breve, è gratuita e non prevede il pagamento di commissioni sulle consegne per tutti gli operatori del commercio che si affacciano al modo del commercio online. Tramite l’App è possibile creare la propria vetrina virtuale ed essere trovati in maniera semplice e comoda dai clienti, che a loro volta potranno inserire e inviare al negoziante la propria lista della spesa.
“Un tassello importante per la nostra organizzazione che negli anni ha sempre promosso e incentivato la formazione sui temi della digitalizzazione e vendita online- dichiara Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Con Compravicino, offriamo ai commercianti un sistema facile e comodo per promuovere e vendere online i propri prodotti e servizi”.
L’App è stata realizzata e messa a punto dall’azienda digitale bergamasca RuneLab, con quartiere generale a Seriate: “Abbiamo ritenuto necessario dare volontariamente il nostro contributo in questo periodo di enorme difficoltà, ponendoci l’obiettivo di aiutare i commercianti della provincia- commenta Paolo Massenzana, Ceo di RuneLab-. Abbiamo quindi sviluppato una webApp multipiattaforma secondo i più recenti standard tecnologici, accelerando il processo di trasformazione digitale delle imprese coinvolte. Riteniamo che innovare porti con sé un cambio di mentalità quanto mai necessario oggi e per raggiungere questo obiettivo è importante avere il coraggio di fare il primo passo”.
Il nome dell’applicazione racchiude in sé è il valore insostituibile degli acquisti sottocasa, negli esercizi di fiducia e vicinato, per fare vivere il territorio, colpito duramente dall’epidemia.Ascom, attraverso il portale e l’App Compravicino, sostiene i progetti finalizzati alla consegna a domicilio dei negozi tradizionali. “Il delivery con consegna diretta del commerciante o collettivamente da più negozi indipendenti è sostenibile perché aiuta i negozi di vicinato e i centri storici- sottolinea il direttore Ascom -. E’ sano da un punto di vista sanitario perché rispetta i protocolli anti-contagio, sicuro perché a consegnare è un volto noto, e inoltre è anche pratico, perché la consegna avviene fuori dalla porta in giornata e anche ecologico perché riduce gli spostamenti per un singolo acquisto”.

Per iscriversi all’applicazione basta compilare il modulo sul sito www.compravicino.com

L’impatto Covid-19, come cambia l’organizzazione delle pmi

L’impatto della pandemia ha colpito diversi aspetti organizzativi aziendali. Il più colpito è la partecipazione a fiere ed esposizioni (per il 97% molto elevato). Pesante è anche la ricaduta sulla gestione dei fornitori (per il 58% molto elevato e per il 20% abbastanza elevato) e sulla gestione dei clienti ( per il 42% molto elevato e per il 37% abbastanza elevato). La gestione del personale è l’aspetto meno colpito (31% molto elevato e 26% abbastanza elevato). L’impatto del Covid sulla catena del valore del terziario ha colpito diversi livelli. Le difficoltà maggiori incontrate dai commercianti sono state il rispetto dei pagamenti (per il 62%) e quello delle scadenze degli oneri previdenziali e fiscali (per il 58%). In crisi anche la capacità di consegnare la merce ai clienti (per il 54%), l’approvvigionamento di materiali e scorte (per il 48%), l’erogazione del servizio (per il 41%), la gestione dei processi interni (per il 32%).

 


Fogalco, lo storico direttore Antonio Arrigoni va in pensione “I Confidi aiuto insostituibile per le pmi”

Quarant’anni di carriera tra garanzie, finanziamenti e qualche “braccio di ferro” con gli istituti di credito per far valere le ragioni delle pmi del commercio, del turismo e dei servizi. Il direttore della Fogalco, Cooperativa di Garanzia Ascom Confcommercio Bergamo, Antonio Arrigoni il 30 giugno va in pensione e chiude nel migliore dei modi la sua parentesi lavorativa. La Fogalco, dalla sua costituzione, nel 1978, alla fine del 2019, ha garantito finanziamenti per un importo complessivo di oltre 630 milioni di euro e conta su 3.241 soci. E dietro questi numeri ci sono le storie degli imprenditori e delle piccole aziende che magari senza una consulenza finanziaria personalizzata o un finanziamento o una rimodulazione di un prestito farebbero fatica, oggi più che mai dopo l’emergenza Covid, a stare sul mercato. Antonio Arrigoni, classe 1958, originario di Teveno di Vilminore di Scalve, ha accompagnato lo sviluppo e l’evoluzione della cooperativa di garanzia Fogalco, fondata nel 1978, di cui è stato il primo dipendente, assunto dall’allora presidente Cesare Dolci, nella vecchia sede dell’Associazione Esercenti e Commercianti della Provincia di Bergamo di Via Zilioli (ex Borsa Merci). In Fogalco dal 15 novembre 1982, ha vissuto i profondi mutamenti sul fronte del credito e dei finanziamenti, dal passaggio all’euro agli accordi di Basilea, dai nuovi parametri di rating alla garanzia vigilata da Banca d’Italia. Nel 2009 ha accompagnato con il presidente di Fogalco Riccardo Martinelli la costituzione di Asconfidi Lombardia, organismo vigilato da Banca d’Italia, espressione del sistema confederale lombardo e delle principali associazioni di categoria. Dal 2009 al 2016 Arrigoni, ha ricoperto per due mandati consecutivi, il ruolo di consigliere di gestione del “super-confidi”. “I Confidi sono stati un vero e proprio “ammortizzatore per il credito” per le micro e piccole imprese- sottolinea Arrigoni-. Il confronto con il sistema bancario è stato a volte serrato, ma sempre corretto e leale, per cercare di condividere gli aspetti qualitativi e andamentali nella valutazione del merito creditizio”. Il momento d’oro dei Confidi, al pari dell’andamento economico, sono stati gli anni Ottanta e Novanta: “Con la crescita del ricorso al credito attraverso i Confidi e la consapevolezza del loro valore, vi è stato un significativo riconoscimento del ruolo svolto attraverso l’ottenimento di contributi pubblici finalizzati a irrobustire i Fondi Rischi; lo scenario in cui si operava ci attribuiva il ruolo di agevolatori del ricorso al credito ma anche e soprattutto di calmieratori del costo del denaro, in un periodo in cui i tassi di interesse arrivavano a due cifre”. Con l’entrata in scena delle nuove norme sul capitale, gli “accordi di Basilea”, il sistema imprenditoriale ha fatto i conti con la “stretta al credito” conseguente all’applicazione dei nuovi e più stringenti parametri di rating: “La loro attuazione ha, in parte, penalizzato l’imprenditore in quanto il modesto peso attribuito agli elementi qualitativi e andamentali nel merito creditizio si è contrapposto ad un peso significativo invece degli elementi quantitativi, dal bilancio alla struttura finanziaria”. L’entrata in scena della “garanzia pubblica” attraverso la legge 662/96 (Fondo di Garanzia Pmi) ha disintermediato il Confidi: “Le Banche hanno fatto uso massiccio della garanzia pubblica e, quindi, i volumi di attività si sono ridotti notevolmente –spiega Arrigoni-. E’ indispensabile, quindi, confrontarsi anche sull’attività “connessa e strumentale” assistendo l’imprenditore con una consulenza personalizzata per individuare il fabbisogno finanziario e reperire le più idonee risorse, offrendo un servizio insostituibile che consenta di rilanciare una realtà che pure ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nel sostegno del nostro tessuto economico”.

Per il momento, il ruolo di direttore di Fogalco viene assunto ad interim dal direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini.


Camera di Commercio, eletta la nuova giunta Giovanni Zambonelli rappresenterà il commercio

Il Consiglio camerale, che si è insediato l’8 giugno scorso e che ha nominato il nuovo presidente, ha eletto al suo interno i componenti che formano la nuova Giunta, sotto la guida di Carlo Mazzoleni. Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio, primo per numero di votazioni, rappresenterà il mondo del terziario nella Giunta camerale.  Con lui sono stati eletti : Marco Giuseppe Amigoni (artigianato),  Marco Bolis (servizi alle imprese), Alberto Brivio (agricoltura),  Giacinto Lucio Giambellini (artigianato), Giuseppe Guerini (cooperazione), Vanessa Pesenti (industria). 
Ai sensi di legge e di statuto la Giunta della Camera di commercio di Bergamo è composta dal presidente e da sette componenti, di cui almeno quattro in rappresentanza dei settori dell’industria,
del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. I componenti da eleggere erano dunque sette e ogni consigliere in sede di votazione ha potuto esprimere fino a due preferenze. Il numero dei
votanti è stato 24 e altrettante le schede valide. Commenta il presidente Carlo Mazzoleni: “La Giunta appena eletta è chiamata ad operare in un contesto economico molto difficile; dobbiamo sentirci tutti, membri di Giunta e Consiglio, impegnati a lavorare con senso di responsabilità nell’interesse delle imprese e per la coesione del tessuto economico e sociale del territorio. C’è la volontà di favorire un dialogo e un confronto costruttivo con le componenti del Consiglio camerale che non hanno potuto trovare rappresentanza nell’organo esecutivo della Camera, anche immaginando nuove forme di coinvolgimento. Non mi resta che rinnovare gli auguri di buon lavoro ai colleghi di Giunta e di Consiglio”. 


Bergamo, fino al 2 agosto stop alla vendita di bevande d’asporto dopo le 19

Da oggi entra in vigore una nuova Ordinanza del Comune di Bergamo relativa al “Divieto di vendita per asporto di bevande (alcoliche e non alcoliche) e divieto di consumo di bevande sul suolo pubblico per evitare assembramenti”. Il divieto vale per tutti giorni, dalle ore 19 alle ore 7, a partire da oggi (18 giugno) fino al 2 agosto 2020.

Ecco le disposizioni:

1) è vietata la vendita per asporto di bevande, alcoliche e non alcoliche, da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ad esclusione dell’acqua. Sarà sempre consentita la somministrazione sia all’interno dell’attività (anche al bancone se è possibile il distanziamento tra i clienti) che all’esterno dell’esercizio stesso esclusivamente con servizio al tavolo; 

2) è consentita la vendita per asporto di bevande alcoliche e non alcoliche da parte degli esercizi di vicinato, delle attività artigianali, dei distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita purché in contenitori chiusi; 

3) è vietata la consumazione di qualsiasi bevanda (alcolica e non alcolica) ad esclusione dell’acqua, su area pubblica o privata ad uso pubblico compresi parchi, giardini e ville aperte al pubblico; 

Resta consentita la vendita con consegna a domicilio da parte delle predette attività commerciali, di somministrazione e artigianali. 

Resta fermo l’obbligo di cui all’art. 17 del Regolamento di Polizia Urbana per tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande di adottare idonee misure affinché all’uscita dei locali i frequentatori evitino comportamenti dai quali possa derivare rumore o disturbo alle persone. 

 

 

 


Ente Bilaterale Turismo, Alberto Citerio è il nuovo presidente

Cambio al vertice dell’Ente Bilaterale del Turismo, costituito da Ascom Confcommercio Bergamo e dalle organizzazioni sindacali di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil). A ricoprire il ruolo di presidente in carica per i prossimi tre anni, è Alberto Citerio, segretario generale della Fisascat Cisl di Bergamo. La nomina è avvenuta il 9 giugno nel corso dell’assemblea dell’Ente, secondo la prevista alternanza degli incarichi tra rappresentanti del sindacato e dell’impresa. L’Ente Bilaterale del Turismo conta su 2 mila aziende aderenti più di 7 mila lavoratori, un’ampia platea per cui mette a disposizione sussidi, agevolazioni, sostegno a formazione e occupazione e facilitazioni per la gestione e lo sviluppo d’impresa.
Il turismo a Bergamo è un settore ancora giovane, in crescita, che va sostenuto realizzando sul territorio un sistema di accoglienza condiviso e strutturato– ha sottolineato il neo presidente-. Strategica deve diventare la formazione, per la creazione e lo sviluppo di nuove professionalità”.

La difficoltà del momento impone un’attenzione maggiore alle esigenze di lavoratori e imprese: “La crisi legata al Covid 19 ha portato, solo ad aprile, oltre 20 milioni di danno economico– sottolinea Citerio-. In quest’ottica, è stato decisivo il sostegno al reddito messo in campo dall’Ente Bilaterale, con risorse per un milione di euroL’Ente bilaterale, patrimonio delle parti sociali, continuerà la politica intrapresa a sostegno di lavoratori e aziende, contribuendo allo sviluppo del settore”. Citerio subentra nella massima carica dell’Ente a Enrico Betti, responsabile dell’Area lavoro, welfare e politiche sindacali Ascom Confcommercio Bergamo, dal 2017 presidente degli Enti Bilaterali Turismo e Terziario, che rivestirà per i prossimi tre anni la carica di vicepresidente. “Ho trovato un Ente in ottima salute grazie alla precedente presidenza di Lorenzo Agazzi e ho così potuto rilanciarne le potenzialità e incrementare gli aderenti. In questa crisi senza precedenti l’Ente ha dato il suo contributo per far fronte all’emergenza economica dovuta al’epidemia da coronavirus, sostenendo le imprese per l’acquisto di dpi e i lavoratori, in cassa integrazione, per il sostegno al reddito. Lascio quindi la guida al nuovo presidente, con la certezza che lo amministrerà nell’interesse dei lavoratori e delle imprese”.

I componenti dell’assemblea

Ad affiancare Alberto Citerio e Enrico Betti, i nuovi componenti dell’assemblea. Sono stati eletti: Diana Filippa Ferreira Fonseca, Corrado Leoni e Luisa Mangiarulo ( in rappresentanza di Fipe), Giovanni Zambonelli e Giorgio Beltrami (in rappresentanza Ascom), Mario Colleoni e Aronne Mangili (Filcams-Cgil), Maria Teresa Vavassori (Fisascat-Cisl), Giuseppe Lavia e Michele Tamburrelli (Uiltucs-Uil).

Presidente del Collegio sindacale dell’Ente è Alessandro Michetti.

Curriculum in breve di Alberto Citerio
Citerio, nato a Bergamo il 22 ottobre 1967 è dal 1989 iscritto alla Fisascat Cisl. Nel 1994 è eletto Rsu in una azienda commerciale di Bergamo e dal 2001 è impegnato a tempo pieno nel sindacato. Dal 2009 ricopre il ruolo di segretario della Fisascat-Cisl. 


Dehors, al via le domande per pubblici esercizi entro il 9 giugno

Non gli spazi estivi a cui siamo abituati in città, ma luoghi dove potersi sedere a bere e mangiare qualcosa all’aperto, necessariamente e obbligatoriamente al tavolo, con un sottofondo musicale: è online da oggi pomeriggio il bando che il Comune di Bergamo ha istruito per l’assegnazione di sei diverse aree della città ad attività di ristorazione della città.

Spazi da assegnare “al fine di consentire – si legge nel bando – lo svolgimento di attività di somministrazione di alimenti e bevande ad esercenti che non abbiano la possibilità, nel proprio locale, di rispettare le misure di distanziamento personale e sociale previste dalle linee guida allegate al DPCM 17/05/2020.” Il tutto senza alcun versamento del canone di occupazione suolo pubblico,scontato integralmente dall’Amministrazione comunale fino al prossimo 31 ottobre.

I luoghi individuati dal Comune di Bergamo saranno:

– Parco della Crotta, dalla data di assegnazione fino al 4 ottobre 2020

– Piazza Vecchia, dalla data di assegnazione fino al 31 ottobre 2020

– Parco di sant’Agostino, dalla data di assegnazione fino al 4 ottobre 2020

– Area esterna parco Goisis, dalla data di assegnazione fino al 13 settembre 2020

– Parco della Trucca, dalla data di assegnazione fino al 13 settembre 2020

– Parco Brigate Alpine (via Quasimodo), dalla data di assegnazione fino al 4 ottobre 2020

Differenti gli orari di chiusura degli spazi: mentre il Parco della Crotta, piazza Vecchia e il Parco Brigate Alpini chiuderanno i battenti a mezzanotte, il parco di Sant’Agostino rimarrà aperto fino all’una e, infine, parco Goisis e parco della Trucca fino alle due.

I soggetti interessati potranno inviare la documentazione richiesta dal bando entro e non oltre il 9 giugno 2020: tempi stretti, quindi, in primo luogo perché – essendo vietati eventi e manifestazioni per via dell’emergenza coronavirus – non è richiesta la stesura di un progetto ad hoc per l’assegnazione degli spazi; in secondo luogo per cercare di aprire gli spazi di somministrazione il prima possibile nel mese di giugno, in modo da venire incontro alle esigenze di commercianti e cittadinanza.

Qui il testo dell’avviso pubblico 

L’Ata- Area Tecnico Amministrativa (responsabile d’area Marcella Gualeni) è a disposizione degli associati per la presentazione della domanda. Per informazioni e assistenza:  035.4120340 o inviare una mail a ata@ascombg.it.