Fumo, dal 2 febbraio la stretta. Mangili (Fit): «I pacchetti shock? Favoriranno il mercato illegale»

La nuova stretta sul fumo è cominciata. L’Italia ha infatti recepito la Direttiva europea sui prodotti del tabacco (D. Lgs n. 6 del 12 gennaio 2016), che entrerà in vigore martedì 2 febbraio con novità immediate, da un lato, e fissando, dall’altro, le tappe per l’introduzione dei nuovi pacchetti, rivoluzionati nelle confezioni (per l’obbligo di riportare immagini scioccanti sui danni del fumo) e pure con qualche regola in più sul contenuto.

Andiamo con ordine. Dal 2 febbraio scatta il divieto di fumo in auto in presenza di minori o di donne incinte e all’esterno degli ospedali. Il divieto di vendita ai minori si estende, inoltre, alle sigarette elettroniche, alle ricariche con contenuto di nicotina e ai “prodotti del tabacco di nuova generazione” (ad esempio la sigaretta senza fumo annunciata dalla Philip Morris). Si inaspriscono anche le sanzioni ai tabaccai per la vendita ai minori (da 500 a 3mila euro per la prima violazione con la sospensione per 15 giorni della licenza, che sarà revocata in caso di reiterazione, con un’ammenda da mille a 8mila euro).

Un provvedimento, quest’ultimo, fortemente avversato dalla Fit, la Federazione dei tabaccai che, pur condividendo la necessità di rispettare rigorosamente la norma, giudica le sanzioni – già ridimensionate anche grazie al proprio intervento (inizialmente la sospensione della licenza prevista era di tre mesi) -, ancora eccessive e annuncia iniziative di carattere legale, a livello nazionale ed europeo, per introdurre reali criteri di proporzionalità e progressività.

Nel frattempo ci si prepara ad accogliere i pacchetti con immagini shock a colori, ad esempio di persone in ospedale a causa del fumo e di organi malati, accompagnate da avvertenze sulla salute (il decreto acclude un catalogo di immagini e testi), e dal numero verde al quale rivolgersi per smettere di fumare. La normativa prevede che fotografie e scritte coprano il 65% del fronte e del retro di ciascuna confezione, mentre oggi le scritte con contorno nero occupano il 30-40% del pacchetto. Quanto ai prodotti, non ci saranno più sigarette aromatizzate, percepite dai consumatori come meno dannose per la salute, né sarà possibile l’impiego di vitamine e additivi come caffeina e taurina. Si dice addio anche ai pacchetti da 10 pezzi, che si considera favoriscano l’approccio al fumo dei giovani, mentre le buste di tabacco da arrotolare non dovranno contenere meno di 30 grammi di prodotto.

Le nuove confezioni cominceranno a circolare dal prossimo 20 maggio, mentre i “vecchi” pacchetti non potranno più essere immessi sul mercato dopo il 20 maggio 2017. Per consentire una gestione corretta delle scorte e fare in modo che i rivenditori non si ritrovino con giacenze invendibili, la Fit ha concordato con la filiera che gli ultimi prodotti non conformi possano essere consegnati dai depositi fiscali alle tabaccherie il 20 ottobre 2016 e la possibilità per i tabaccai di restituire le eventuali giacenze non a norma dopo il 20 maggio 2017. Solo sigari e tabacco per pipa potranno essere consegnati dai depositi fiscali dopo il 20 ottobre.

Luca Mangili ritQuali effetti potranno avere sul mercato i nuovi pacchetti? Il presidente provinciale della Fit, Luca Mangili, teme che possano soprattutto incentivare quello illegale. «È già un fenomeno preoccupante, anche a Bergamo – spiega -, in particolare di prodotti provenienti dall’Est Europa, e credo che le nuove confezioni non faranno che spingere la ricerca di prodotti al di fuori dei canali autorizzati di distribuzione». Mentre è scettico sul fatto che le nuove immagini portino ad una riduzione del fumo. «Una quindicina di anni fa – ricorda –, quando furono introdotti i pacchetti con le scritte sui danni del fumo, c’è stata qualche reazione iniziale da parte dei consumatori, ma oggi non credo che nessuno ci faccia più caso. Probabilmente accadrà lo stesso con le immagini “orripilanti”, come del resto mi sembra sia avvenuto nei Paesi dove sono già in circolazione (ad esempio Inghilterra e Australia ndr.)».

«L’impatto più grande lo avranno probabilmente le multinazionali produttrici di sigarette, che vedranno ridursi lo spazio a disposizione per il proprio marchio e per tutti quegli elementi che caratterizzano l’immagine – fa notare Mangili -. Oltre ai costi non indifferenti per l’adeguamento, vedranno limitarsi significativamente le possibilità di fare marketing, che è fondamentale in questo settore e conta quasi più del gusto e della qualità delle sigarette stesse».

Quanto all’abolizione del pacchetto da 10, «mi sembra un po’ ridicolo – commenta -, i ragazzi non smetteranno di comprare sigarette, semmai prederanno il pacchetto da 20 e lo divideranno».

Se queste sono le novità, occorre ricordare che la categoria ha anche “sventato” l’ipotesi di una standardizzazione dei pacchetti e rigide modalità di esposizione, con i prodotti nascosti dietro ad una serranda e nuovi distributori automatici. La Federazione ha anche bloccato l’obbligatorietà di una verifica annuale dei distributori automatici, con probabili oneri a carico dei gestori. La norma ora approvata stabilisce, anziché l’obbligo, la possibilità di un controllo da parte dei funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli al momento dell’installazione e successivamente.


Asst-Papa Giovanni, una squadra di 4.600 dipendenti

«Gioco di squadra, ascolto e concretezza». Con queste parole Carlo Nicora, direttore della nuova Asst-Azienda socio sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha presentato il nuovo corso dell’azienda pubblica. Con la riforma regionale, dal primo gennaio l’ospedale di Bergamo ha incluso l’ospedale di San Giovanni Bianco e molti servizi prima di competenza dell’ex Asl di Bergamo: gli ex distretti Asl di Bergamo, della Valle Brembana e Valle Imagna, il Sert, il Centro per il bambino e la famiglia e i consultori familiari di Bergamo, Villa d’Almè e Sant’Omobono Terme.

Il personale è così cresciuto di numero. La neonata Asst sfodera una squadra di oltre 4.600 dipendenti, tra cui 700 medici, 84 dirigenti sanitari, 21 dirigenti tecnici e amministrativi; 2.391 sanitari, 704 tecnici, 415 amministrativi, che si occuperanno anche dei servizi territoriali. I comuni “coperti” sono 64, per un totale di 249mila abitanti.

A capo di questo team ci sarà una nuova direzione strategica guidata dal direttore generale Nicora e composta da Fabio Pezzoli, direttore sanitario, 60 anni, bergamasco, già direttore medico di presidio dei Riuniti prima e del Papa Giovanni poi; Vincenzo Petronella, 49 anni, milanese, direttore amministrativo e Donatella Vasaturo, 53 anni, milanese, direttore socio sanitario, con alle spalle vent’anni di esperienza nella gestione e organizzazione di residenze socio assistenziali.

Nei prossimi mesi l’azienda sarà impegnata a far propri i servizi prima di competenza dell’Asl, ma anche a creare nuovi modelli organizzativi per il territorio e i cittadini. Il neodirettore ha rassicurato i cittadini che non cambierà nulla in termini di servizi e prestazioni e ha annunciato la volontà di puntare sul lavoro di squadra, anche con le altre Asst del territorio. E c’è  la possibilità che il Papa Giovanni possa svolgere un ruolo di coordinamento. Entro febbraio sarà presentato il bilancio di previsione, a giugno il piano organizzativo.

CHI SONO I NUOVI MANAGER

FABIO PEZZOLI – Direttore Sanitario

60 anni, bergamasco, direttore medico di presidio dei Riuniti prima e del PG23 poi. Laureato in Medicina e chirurgia e specializzatosi in Statistica e organizzazione sanitaria a Pavia, ha seguito fin dalle origini l’organizzazione del nuovo ospedale dal punto di vista igienico e sanitario come responsabile della USS Ospedale Giovanni XXIII. Da sempre impegnato nel sociale, ha fondato la sezione di Bergamo del Tribunale per i diritti del malato.

VINCENZO PETRONELLA – Direttore Amministrativo

49 anni, milanese, dal 2015 direttore della struttura complessa Amministrazione Finanza e Controllo del Papa Giovanni XXIII. In precedenza ha lavorato nel settore economico finanziario della Direzione generale Salute in Regione Lombardia, affinando competenze ed esperienza nell’ambito della programmazione e controllo degli aspetti economici e finanziari. Ha iniziato la sua carriera come consulente dell’organizzazione per varie Aziende ospedaliere e territoriali in diverse regioni.

DONATELLA VASATURO Direttore Socio Sanitario (DSS)

53 anni, milanese di origini salernitane, ha maturato una ventennale esperienza nella gestione e organizzazione di Residenze socio assistenziali (RSA), Assistenza domiciliare integrata (ADI), collegamento ospedale-territorio per l’assistenza post acuzie e la riabilitazione, Risorse umane, sistemi di qualità internazionali (Joint Commission International). Dopo la Laurea magistrale in Scienze infermieristiche, ha conseguito un Master a Bruxelles in Europrogettazione.


Ludopatia, in Lombardia oltre 2mila i malati di gioco d’azzardo

ludopatia.jpgSono 2.111 i malati di gioco d’azzardo patologico assistiti nel 2014 dalle Asl lombarde e, secondo i dati parziali pervenuti in questi giorni, nel 2015 i casi sarebbero raddoppiati. Tre milioni di euro per finanziare 68 progetti contro la ludopatia su tutto il territorio regionale, che hanno coinvolto 1.542 soggetti, tra cui oltre 700 Comuni, 258 associazioni del terzo settore, 319 tra scuole, parrocchie, centri anziani, 45 associazioni professionali, 15 associazioni per la tutela dei consumatori. E, ancora, 540 corsi di formazione organizzati in collaborazione con gli esercenti, con oltre 12.000 attestati rilasciati.

“Sono questi solo alcuni dei numeri che misurano l’efficacia della legge a due anni dall’entrata in vigore” afferma l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, e team leader in tema di lotta al gioco d’azzardo patologico, Viviana Beccalossi, che ha presentato un’informativa in Giunta, per fare il punto sullo stato di attuazione della Legge di contrasto alla ludopatia, anche in relazione al fatto che, proprio in questi giorni, la maggior parte dei Comuni lombardi si è vista liquidare parte dei finanziamenti necessari per realizzare i propri progetti. “I dati forniti dalle Asl – prosegue Beccalossi – confermano che la Regione ha saputo intervenire su un’emergenza che è anche di carattere sanitario e non è certo vero, come sostiene qualcuno, che con le nostre norme i malati sono aumentati. Semmai è vero il contrario: la ludopatia, oggi, è considerata alla stregua di una malattia e pertanto sta emergendo sempre di più una situazione che, fino a due anni, fa era drammaticamente sommersa, con il peso di un dramma privato tutto a carico delle famiglie”.

“Anche il numero di macchinette è calato – prosegue l’assessore- con medie molto superiori al resto d’Italia. Il Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli per il 2014 segnala in Lombardia una diminuzione di 7.936 new slot sul 2013 e un calo dell’11,2 per cento, contro una media nazionale dell’8,1 per cento. Rispetto al 2013, inoltre, gli esercizi commerciali dotati di apparecchiature per il gioco calano di 1.283 unità, mentre le temute Vlt (Video Lottery Terminal), che consentono giocate libere per centinaia di euro a partita, sono 283 in meno”. “Per aumentare ancora di più l’efficacia della Legge – conclude Beccalossi – è fondamentale anche l’azione di controlli e sanzioni da parte dei sindaci. Un esempio concreto si è avuto proprio questa settimana da Brescia, dove la Polizia locale ha sanzionato, con una multa di 60mila euro, un esercente che aveva installato quattro nuove macchinette, violando la norma sulla distanza di cinquecento metri dai luoghi sensibili”. Nella Bergamasca i comuni ammessi al bando contro la ludopatia (con finanziamenti totali per 624.901 euro) sono Bergamo, Albino, Bolgare, Clusone, Comunità montana Laghi bergamaschi, Comunità montana Val Brembana, Dalmine, Lurano, Paladina, Palazzago, Presezzo, Romano di Lombardia, Seriate, Trescore Balneario e Villongo.

 

 


Oli essenziali, Bergamo in prima fila nella ricerca scientifica

Non hanno solo il pregio di profumare l’ambiente o regalare qualche coccola al corpo. Gli Oli Essenziali hanno anche provate proprietà preventive e curative, frontiera quanto mai interessante di fronte alle vecchie e nuove sfide della medicina (ma anche ai problemi di budget della Sanità!).

Lo sanno bene Fabrizio Gelmini, tossicologo dell’Università di Milano, e Cristian Testa, medico naturopata specializzato in microbiologia, che hanno dato vita sui Colli di Bergamo ad una produzione biologica di erbe e piante aromatiche e ad un laboratorio autorizzato per essiccarle, ricavando tisane, ed estrarle per realizzare Tinture Madri e Oli Essenziali. Prodotti, questi ultimi, che rappresentano un’assoluta novità in Bergamasca e che vanno ad aggiungersi all’ancora scarno panorama nazionale, fatto di poche produzioni, presenti soprattutto in Toscana e poi in Sicilia e Sardegna.

L’attività è partita da un anno e mezzo nell’azienda agricola Le Sorgenti, che si estende su una superficie di 13 ettari nel Parco dei Colli, sotto San Vigilio, e che da circa vent’anni produce vino Valcalepio. «All’interno di questa realtà – spiega Gelmini – ci siamo trasferiti a vivere ed abbiamo preso in affitto tre ettari di terreno già adatto per la coltivazione biologica e realizzato il laboratorio. Gli alberi, come cipressi, abeti, pini, thuja, c’erano già; abbiamo piantato gli arbusti (lavande, timi, melisse, mente, salvie, origano, alloro, camomilla, calendula) ed oggi abbiamo a disposizione circa 25 specie. Si tratta di piante tipiche o che comunque qui crescono bene e rappresentano una coltura che va, in un certo senso, ad arricchire il “paniere” delle produzioni agricole del Parco dei Colli».

A caratterizzare il progetto è l’approccio scientifico. Gelmini e Testa si occupano di ricerca fitoterapica ed hanno all’attivo pubblicazioni scientifiche internazionali con i risultati derivati dall’utilizzo degli oli essenziali nel trattamento di patologie umane e nella sanificazione degli ambienti.

Come mai avete scelto diventare produttori di erbe ed estratti?

«Perché ne conosciamo l’efficacia e crediamo che questo settore possa svilupparsi – spiega Gelmini -, ma ha anche bisogno di produzioni garantite in tutte le loro fasi. In laboratorio mi occupo anche di controlli di qualità di prodotti naturali e purtroppo spesso ci accorgiamo che il contenuto in principi attivi dei prodotti in vendita non corrisponde a quanto dichiarato in etichetta, perché magari non è stato rispettato il tempo balsamico o la specie botanica esatta, o semplicemente perché le aziende non eseguono i necessari controlli. Questo non è un approccio corretto alla fitoterapia».

Con voi il mondo delle erbe esce dal recinto delle tradizioni o delle tendenze variamente “naturali” e si sposa con il rigore del metodo scientifico.

«L’approccio è lo stesso della farmaceutica di sintesi, non è in opposizione, si ragiona in termini di molecole, efficacia e valutazione degli effetti collaterali, che con gli oli essenziali, in pratica, non ci sono».

azienda agricola le sorgenti - scaffaliAllora gli oli essenziali funzionano…

«La comunità scientifica in Italia ha cominciato ad occuparsene da una quindicina di anni, di strada da fare ce n’è ma è un movimento che è ormai partito. All’interno della medicina ufficiale è riconosciuta la branca delle Cam, Complementary and alternative medicine, mentre quattro anni fa è nata la Società Italiana per la Ricerca sugli Oli Essenziali, di cui sono il referente regionale. Il mondo della ricerca se ne sta occupando, è la classe medica che non è preparata ma credo che con il tempo, diciamo una ventina d’anni, anche da noi sarà come in Germania e Austria, in cui le persone possono decidere se rivolgersi al medico o al naturopata».

Come si usano e che proprietà hanno gli oli essenziali?

«Si utilizzano in diffusione e per i massaggi, mentre l’ingestione va sempre effettuata sotto controllo medico. Hanno potere antibatterico e antivirale, sono antiossidanti e antiradicalici oltre che aromaterapici».

Quali sono i casi più interessanti in cui sono efficaci?

prodotti - aziedna agricola le sorgenti«Studi clinici hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento dell’emicrania con l’aromaterapia a base di lavanda, ad esempio. La ricerca si sta anche occupando delle salvie, che ritarderebbero lo sviluppo della demenza nell’Alzheimer, mentre un altro uso interessante è nella “cura” degli ambienti, importante contro l’allarme delle infezioni ospedaliere e lo sviluppo della resistenza batterica. Alla Fondazione Cacciamatta di Iseo, una residenza socio assistenziale, abbiamo ottenuto in un mese la completa igienizzazione delle stanze con la semplice diffusione di una miscela di nostra formulazione di oli essenziali (3 gocce a notte) e contemporaneamente la riduzione impressionante della somministrazione di farmaci agli ospiti, perché curando gli ambienti si possono anche curare le persone».

Ora che si annuncia l’arrivo dell’influenza ci si può, quindi, proteggere con le erbe?

«Ci sono tinture madri con effetti immunostimolanti e si può trattare l’ambiente con oli essenziali, usati singolarmente o in miscela, come alloro, menta, eucalipto e timo».

Insomma, qualche boccetta di olio essenziale potrebbe entrare tranquillamente nell’armadietto delle “medicine” di casa. Quale può essere la dotazione minima?

«Gli oli essenziali non sono farmaci, sono classificati come integratori alimentari. Precisato questo, direi che con quattro tipologie di oli – lavanda angustifolia, timo, eucalipto e menta – si può risolvere l’80% dei malanni invernali semplici, anche usati in diffusione: la lavanda è un buon sedativo ed analgesico, mentre menta ed eucalipto agiscono sulle vie respiratorie. Timo ed eucalipto hanno poi un’attività igienizzante ed antinfiammatoria e si possono utilizzare nei massaggi per le contratture muscolari. E il bello è che sono tutte piante che crescono da noi, a chilometro zero!».

Come distribuite i vostri prodotti?

«Si possono trovare in alcuni punti vendita a Bergamo oppure acquistare direttamente da noi in azienda o farseli spedire. Organizziamo anche corsi di formazione e visite alle distillazioni. Oltre agli oli e alle tinture madri è interessante la gamma delle tisane e degli aromi da utilizzare in cucina, scegliendo la provenienza locale».

L’azienda è giovanissima, avete già in mente qualche sviluppo?

«In effetti sì. Nel nuovo anno abbiamo intenzione di piantare una decina di eucalipti, che pur non essendo tipici delle nostre zone possono crescere bene, e un agrumeto con una ventina di limoni e altrettanti aranci. Installeremo anche un nuovo estrattore, da 200 litri. Siamo partiti da poco ma l’attività sta andando bene e questo ci conforta. Confesso che il mio sogno è creare una piccola Provenza al di qua delle Alpi. Le caratteristiche ambientali sono simili e le potenzialità di crescita del settore ci sono. E poi, piantare alberi e arbusti non può che fare bene al territorio e all’ambiente».


Sanità, Maroni: “Nostro obiettivo resta quello di abolire i ticket”

“Li abbiamo già ridotti e vogliamo continuare a farlo fino ad abolirli. Con i tagli del Governo è sempre più difficile e complicato, ma il nostro obiettivo non cambia: far pagare meno la Sanità ai cittadini lombardi”. Lo ha detto il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, parlando dei ticket sanitari a margine di una conferenza stampa nella quale è stato presentato il Forum sulla Salute promosso da Regione Lombardia e dai tre Distretti Rotary del territorio, che si terrà sabato 23 aprile 2016, a Milano.


Papa Giovanni XXIII, dal primo gennaio l’ospedale è Asst. Ecco le nuove competenze

A seguito dell’entrata in vigore della legge regionale n. 23/2015, a partire dal 1° gennaio 2016 l’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII si chiama Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Papa Giovanni XXIII e includerà anche l’Ospedale di San Giovanni Bianco, prima sotto l’egida dell’Ospedale di Treviglio, il Distretto di Bergamo, il Distretto Valle Brembana e Valle Imagna (ambiti di Villa D’Almè e di Zogno), il Sert di Bergamo (via Borgo Palazzo, 130), il Centro per il bambino e la famiglia (via San Martino della Pigrizia, 52 a Bergamo) e i consultori familiari di Bergamo (via Borgo Palazzo), Villa D’Almè (via F.lli Calvi) e Sant’Omobono Terme (via G. Vanoncini n. 20), i cui servizi socio-sanitari prima della riforma erano direttamente erogati dall’Asl di Bergamo.

Il nuovo indirizzo web è www.asst-pg23.it.


Troppo smog, a Bergamo scattano le targhe alterne

Martedì 29 e mercoledì 30 dicembre ci sarà la circolazione a targhe alterne (dispari/pari) per i mezzi ad uso privato dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30 nella città di Bergamo: perdura infatti da giorni l’alta concentrazione di Pm10 nell’aria della città, anche per via della situazione meteo che non facilita la dispersione delle polveri sottili. Di qui l’ordinanza, che sarà firmata ed emessa nella giornata di lunedì 28, di limitazione della circolazione della auto. Un provvedimento che sarà replicato anche il 4 e il 5 gennaio (pari/dispari in quel caso) con gli stessi orari. La disposizione si aggiunge a quelle contenute nell’ordinanza già in vigore che vieta il transito in città ai diesel euro3 e si aggiunge alle altre limitazioni fissate dalla Regione Lombardia.

“Cerchiamo in ogni modo soluzioni che possano rivelarsi utili: – spiega l’Assessore alla mobilità Stefano Zenoni – nei giorni festivi vi è una sensibile riduzione delle emissioni, comprese quelle derivanti dal traffico, e per questo motivo abbiamo deciso di provvedere alla targhe alterne in alcune giornate feriali, allorché si prevede un maggior numero di auto in circolazione, per rendere questo periodo natalizio un continuum di relativa attenuazione dei flussi. “

Per rendere più semplice ai cittadini la comprensione e l’applicazione del provvedimento, nei giorni dispari circolano targhe dispari e conseguentemente nei giorni pari il transito è consentito ai veicoli con targa pari. “Invitiamo anche i paesi dell’hinterland di Bergamo ad adottare provvedimenti simili, – dichiara l’Assessore all’ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà -considerando soprattutto che dalle previsioni meteo dei prossimi giorni non si attendono miglioramenti. Consigliamo alla cittadinanza di ridurre il più possibile l’utilizzo del mezzo privato. Gli agenti della Polizia Locale del Comune di Bergamo hanno ricevuto istruzioni di svolgere controlli “dinamici” per verificare che l’ordinanza che dispone le targhe alterne venga rispettata: nessun varco di controllo, ma un monitoraggio lungo le vie cittadine.”


Educazione alimentare, finanziati i progetti di Comune e Università

cibo-bambini-coloriCi sono anche due progetti bergamaschi per l’educazione alimentare, uno del Comune di Bergamo e uno dell’Università, tra i 15 finanziati dal bando Ersaf per conto della direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia. In particolare, il progetto del Comune, dal titolo “Educazione agro-alimentare sostenibile: percorsi educativo-formativi per alunni, insegnanti, genitori delle scuole primarie di Bergamo”, si è classificato al primo posto della graduatoria, ottenendo 85 punti. “Peculiarità locali per la definizione dell’identità locale” è invece la proposta dell’Università cittadina, che si è piazzata in undicesima posizione con 67 punti. Progetti sono stati presentati anche dal Comune di Sovere, Slow Food Valli Orobiche e Comunità del Mais Spinato di Gandino. Le azioni sono previste tra novembre 2015 e luglio 2016.

In totale la Commissione di valutazione ha esaminato 65 domande valide, ammettendo le 30 con punteggio pari o superiore a 60. In considerazione del budget complessivo disponibile, pari a 70.000 euro, saranno finanziati i primi 15 in elenco, con eventuale scorrimento della graduatoria in caso di rinuncia di uno o più dei soggetti.

I PROGETTI E IL FINANZIAMENTO AMMESSO

1) “Educazione agro-alimentare sostenibile: percorsi educativo-formativi per alunni, insegnanti, genitori delle scuole primarie di Bergamo”, Comune di Bergamo; finanziamento 5.000 euro

2) “Dalla terra un futuro verde: la nostra agricoltura bella da vedere e buona da mangiare”, Fondazione Minoprio, Vertemate con Minoprio (Co); finanziamento 5.000 euro

3) “AGRO-LAB Laboratorio di conservazione dell’agro- biodiversità del territorio lombardo”, Università di Pavia; finanziamento 5.000 euro

4) “Laboratori aperti sul cibo Open.Food.Lab”, Ambiente Parco impresa sociale Srl, Brescia; finanziamento 5.000 euro

5) “Sui sentieri dei sapori”, Parco regionale di Montevecchia; finanziamento 4.250 euro

6) “Il bello del cibo contadino è di essere buono. Percorsi di educazione agroalimentare e di lotta allo spreco”, Consorzio Agrituristico Mantovano; finanziamento 5.000 euro

7) “Adotta un prodotto. Dal campo al piatto: il cibo racconta la sua storia”, Cauto Coop., Brescia; finanziamento 5.000 euro

8) “Alimentazione in campo: dalla tradizione al consumo consapevole”, Associazione Battito d’ali di Senna Comasco (Co); finanziamento 3.675 euro

9) “Contadino, scuola, comunità: la geografia culturale del cibo”, Ecomuseo Planum Aquae; Borgo San Giacomo (Bs); finanziamento 5.000 euro

10) “Zona Umida Antico Mulino”, Ambiente Acqua Onlus Milano; finanziamento 3.000 euro

11) “Peculiarità locali per la definizione dell’identità locale”, Università degli studi di Bergamo; finanziamento 5.000 euro

12) “Caccia ai tesori: cibo, cultura, territorio”, Agriturist Lombardia Milano; finanziamento 5.000 euro

13) “Dalla terra alla scuola”, Demetra società cooperativa onlus, Besana Brianza (MB); finanziamento 4.400 euro

14) “Borgo Virgilio Aromatico”, Coop. Sociale Virgiliana Onlus, Borgo Virgilio (Mantova); finanziamento 5.000 euro

15) “Trame – Percorsi tra alimentazione, territorio e agricoltura”, Passi e crinali A.s.d.c. Rho e Arluno (Mi); finanziamento 5.000 euro.


Salute, per gli imprenditori del terziario Masec c’è

Masec, la mutua dell’Ascom per l’assistenza sanitaria dei commercianti bergamaschi, tiene fede al proprio ruolo di supporto agli associati nella tutela della salute e, nonostante l’aumento dei costi delle prestazioni, anche per il 2016 ha scelto di mantenere invariate le quote di iscrizione, agevolando l’accesso alla prevenzione e alla cura da parte dei piccoli imprenditori.

Il quadro lo ha tracciato il presidente Paolo Malvestiti nel corso della recente riunione del Consiglio direttivo. «Sebbene si intravveda qualche segnale di ripresa – ha evidenziato – l’economia delle nostre aziende continua ad essere in difficoltà e il carico fiscale non aiuta. Ma anche sul versante sanitario le difficoltà aumentano. Sebbene il Governo abbia annunciato che i fondi disponibili per la Sanità restano confermati (110 miliardi per il 2016 e 111 per il 2017) il sistema dell’assistenza sanitaria è stato già toccato dalla riduzione dei fondi, con tagli di oltre 2 miliardi di euro della spesa sanitaria pubblica attraverso il meccanismo dei minori trasferimenti alle regioni». «E le difficoltà – ha precisato – saranno evidenti, oltre che per le fasce più deboli dei cittadini anche e soprattutto per i nostri piccoli imprenditori e i loro familiari che, ricordiamo, non godono delle provvidenze dei fondi contrattuali dei dipendenti».

In questo contesto, la Masec contribuisce a sostenere le spese sanitarie degli associati senza gravare sulle quote di iscrizione, ma tiene anche d’occhio l’evoluzione del sistema delle mutue per offrire servizi sempre più vicini alle esigenze ed ai tempi. «L’assistenza sanitaria degli imprenditori – ha ricordato Malvestiti – è il tema che sta al centro del grande progetto di Confcommercio, rilanciato poche settimane fa dopo l’interruzione avvenuta ad inizio anno. La Confederazione vuole dare vita ad un sistema mutualistico ed è al lavoro per creare un’offerta che non solo sia interessante per i nostri associati, ma anche funzionale alle Ascom e integrata alle diverse mutue presenti nelle associazioni».

I numeri aggiornati a fine ottobre, intanto, dicono che l’ente ha rimborsato quest’anno quasi 1.500 prestazioni per visite e ricoveri, con una spesa complessiva di oltre 130.000 euro.


Qualità della vita, Bergamo scala la classifica. Ma va male l’ordine pubblico

BergamoBolzano sale ancora una volta sul podio nell’edizione 2015 della ricerca del Sole 24 Ore sulla “Qualità della vita nelle province italiane”, accompagnata da Trento che si colloca in terza posizione. Ma la sorpresa di quest’anno è il secondo posto di una grande provincia, Milano, che sale di ben 6 posizioni rispetto allo scorso anno.

Bergamo scala la classifica e raggiunge il 24esimo posto, con un balzo in avanti di ben 17 posizioni. Anche quest’anno l’indagine ha toccato sei aree tematiche (tenore di vita, affari & lavoro, servizi/ambiente/salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero) per un totale di 36 indicatori con relative classifiche parziali, di tappa e finali. Tra le novità metodologiche il fatto che le province considerate siano salite da 107 a 110, vista la disponibilità di dati statistici anche per Bat (Barletta-Andria-Trani), Fermo e Monza Brianza.

Più nel dettaglio, Bergamo si piazza 31esima per la qualità della vita, 12esima per i servizi e l’ambiente, 30esima per affari & lavoro; 80esima per l’ordine pubblico, 63esima per la popolazione e 25esima per il tempo libero. Nelle ultime edizioni alcuni grandi centri, pur non arrivando al primo posto, hanno recuperato posizioni, a dimostrazione di una migliore capacità di reazione alla crisi. Molta parte del Sud, invece, resta spesso nelle parti inferiori della rilevazione, a conferma delle difficoltà segnalate da ultimo anche sul Sole 24 Ore di lunedì 14 dicembre, dove sono stati presentati i numeri dell’emergenza-Sud, quanto a capacità produttiva, occupazione, andamento dei consumi.