Dalmine, l’Ascom all’incontro su gioco d’azzardo e Codice etico

Putting Money Into the Slots
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Il comune di Dalmine, in collaborazione con l’Ambito Territoriale, ha promosso una pluralità di azioni volte alla prevenzione ed alla riduzione delle conseguenze negative del gioco d’azzardo patologico. Tali azioni hanno ottenuto il sostegno ed il finanziamento da parte dell’assessorato Sicurezza e Territorio di Regione Lombardia che ha finanziato il progetto all’interno del bando “per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito”. Il gioco d’azzardo è un fenomeno che nell’ultimo ventennio si è reso protagonista di una diffusione capillare trasversale a tutte le fasce della popolazione. Le stime, le indagini promosse sia a livello nazionale che a livello locale evidenziano sempre di più elementi di forte preoccupazione per l’impatto che questo fenomeno ha sulle persone più fragili, sulle famiglie, sull’intero sistema sociale. Il consiglio comunale di Dalmine, nella seduta dell’ 11 aprile scorso, ha approvato delle modifiche al regolamento comunale di applicazione della TARI che introduce sgravi fiscali  per gli esercenti che decidono di dismettere apparecchi elettronici per il gioco d’azzardo. Il medesimo regolamento prevede in modo diversificato sgravi anche per gli esercenti che intendono aderire alla sottoscrizione del Codice Etico, promosso dal tavolo inter-istituzionale costituito presso il Dipartimento Dipendenze dell’Asl della Provincia di Bergamo lo scorso anno.

All’incontro del prossimo 22 giugno (ore 15, nella sala consiliare del comune di Dalmine) saranno presenti: rappresentanti delle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti, il responsabile dell’U.O. prevenzione e interventi di prossimità dell’ATS di Bergamo e sarà l’occasione per illustrare nel dettaglio le misura adottate. Durante l’incontro saranno presentati anche i primissimi dati relativi alla mappatura dei locali con installato apparecchi da gioco censiti sul territorio dell’Ambito di Dalmine e le azioni che si stanno realizzando  in collaborazione con i numerosi  partner. “Il codice etico – afferma il sindaco di Dalmine Lorella Alessio, presidente dell’assemblea dei Sindaci – è uno strumento condiviso al tavolo inter-istituzionale costituito presso l’Ats ed ha visto coinvolti oltre al Dipartimento dipendenze della stessa Ats, rappresentanti della questura, delle polizie locali, delle associazioni dei consumatori, dei gruppi di auto-mutuo aiuto, degli enti accreditati, di numerose associazioni che si occupano di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico”. “Riconoscere lo sgravio fiscale non solo a coloro che dismettono apparecchi da gioco ma anche a quanti decidono di sottoscrivere il codice etico promosso dall’Ats, è un tentativo di promuovere azioni che vadano nella direzioni culturale ed educativa di ricercare punti di incontro tra la situazione legislativa attuale che permette tale attività e processi che possano tutelare e proteggere le persone più deboli”.


Masec, l’11 luglio l’assemblea della mutua dell’Ascom

È in programma lunedì 11 luglio 2016, nella sede dell’Ascom di via Borgo Palazzo 137 a Bergamo, l’Assemblea generale della Masec, la mutua volontaria dell’Associazione commercianti. Oltre alla relazione del presidente Paolo Malvestiti e all’esame del bilancio, provvederà alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti.

Scarica la convocazione

convocazione Masec

 


Bergamo, slot e gratta e vinci solo lontano dai pasti

slotmachineCon una spesa nel 2015 di oltre 2.500 euro a persona (neonati compresi) e di quasi 6.000 euro all’anno a famiglia (per un totale di 1.812.680.000 euro), Bergamo capoluogo è di gran lunga al di sopra della media provinciale (+54%) per il peso economico del gioco d’azzardo. Per la prima volta, inoltre, la città è riuscita a conoscere i dati del gioco online, che vale oltre 200 milioni di euro, mentre il Comune ha svolto un’ampia indagine conoscitiva mappando tutte le strutture esistenti in città e intervistando oltre 15mila studenti delle scuole secondarie di Bergamo. Ne è emerso che il 58% dei minorenni gioca nonostante sia vietato dalla legge, il 15% addirittura una volta a settimana e ben il 73% di essi sa esattamente in quali strutture sul territorio consentano il gioco anche agli under 18.

È da queste premesse che muove il regolamento approvato dalla Giunta Gori ieri che intende contrastare e prevenire le patologie legate al gioco d’azzardo lecito: dal regolamento (che passerà al vaglio del Consiglio Comunale il prossimo 6 giugno) scaturirà un’ordinanza che istituirà delle fasce orarie in cui in città non solo non sarà consentito giocare a VLT e slot machine, ma anche, ad esempio, vendere e acquistare gratta e vinci e biglietti della lotteria in tutti luoghi che si trovano a meno di 500 metri da scuole, oratori e da quelle strutture individuate dalla Legge Regionale (a Bergamo praticamente nella totalità dei luoghi in cui è possibile giocare). Si tratta di tutte quelle forme di gioco che possono generare un progressivo isolamento e conseguentemente patologie e dipendenze. Le fasce orarie sono state così individuate: dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21, tutti orari in cui il consumo di gioco, soprattutto quello tra aperitivo e cena, si dimostra essere più elevato.

Il Comune introduce regole ferree per quello che riguarda la reclamizzazione del gioco (divieto nei luoghi pubblici e di proprietà del Comune, divieto di utilizzo di insegne luminose che attirano al gioco, obbligo di esporre materiale informativo) e il divieto di offrire possibilità di giocare d’azzardo a meno di cento metri da bancomat, negozi “Compro Oro”, banchi dei pegni.

«Intendiamo così proteggere persone sole, giovani e anziani, le categorie più fragili della nostra città – spiega il sindaco Gori – sappiamo che vi sono molte persone che non tornano a casa a pranzo prese dalla foga del gioco, persone che addirittura dimenticano di andare a prendere i figli a scuola, pensionati che buttano metà o più della loro pensione nei gratta e vinci. In questo modo cerchiamo di mettere un freno al dilagare di dipendenze e patologie gravi, che arrivano a mettere in ginocchio tanti nostri concittadini e le loro famiglie. Si tratta di una piaga sociale e come tale va combattuta».

Dal provvedimento saranno esentate alcune categorie di gioco, come le sale bingo (a Bergamo funzionano come luoghi di aggregazione con spazi di somministrazione enogastronomica, lontane quindi dall’isolamento di VLT e slot), il Lotto tradizionale (che si sviluppa con una dinamica completamente diversa, ovvero con tre estrazioni a settimana) e il Totocalcio (con una cadenza ancor più rarefatta).

«Non siamo contrari al gioco legale – conclude Gori –, anche perché l’alternativa sarebbe un gioco gestito dalla criminalità organizzata. Pensiamo invece che si debba contrastare un fenomeno che comporta il degrado delle relazioni familiari e affettive, che comporta la perdita del lavoro e che ricade su una fetta di popolazione fragile, come giovani e anziani».

Oltre alle regole, anche la comunicazione ha un ruolo importante nel contrasto alla ludopatia. Su questo versante il Comune di Bergamo, l’Ats locale e molti altri partner (tra i quali Federconsumatori, Cisl, Associazione Polizia Locale, i Comuni dell’Ambito 1, Università degli Studi di Bergamo, Patronato San Vincenzo, Auser) hanno studiato e lanciato in questi giorni la campagna  “Azzardo Bastardo” per sensibilizzare ai rischi e ai problemi legati al gioco d’azzardo.


Anche l’analcolico fa festa. Ecco le proposte dei “Giovani Spiriti”

Gara cocktail Giovani Spiriti - gruppo

Per combattere l’abuso di alcol tra i giovani cosa c’è di meglio che chiedere a loro di mettersi in gioco per creare drink analcolici? È quanto accaduto – tra le varie iniziative – alla festa finale di Giovani Spiriti, progetto di prevenzione globale all’uso di sostanze legali e illegali e di altri comportamenti a rischio (quali la guida sotto l’effetto di sostanze psicoattive, il gioco d’azzardo, l’utilizzo smodato di smartphone e tablet, l’utilizzo offensivo dei social network), promosso dall’Ats Bergamo e dall’Ufficio Scolastico Territoriale in stretta collaborazione con il Dipartimento Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni XXIII e con il Sert dell’Asst Bergamo Est.

Si tratta di un percorso biennale, partito nel 2010, rivolto agli adoloscenti del primo e del secondo anno delle superiori (fase ricca di potenzialità ma anche di rischi, viene evidenziato dai promotori), coinvolgendo diversi attori della vita scolastica. Nella sua ultima edizione (2015-16) ha interessato 11 tra istituti superiori e centri di formazione professionale, 2.507 studenti, 70 insegnanti e 100 genitori, mentre nei suoi sei anni di vita ha raggiunto un totale di 40 scuole, 450 insegnanti, 13.300 studenti e 800 genitori.

Giovani Spiriti - trucco azzardatoL’evento finale, organizzato il 20 maggio allo spazio giovanile Polaresco, a Bergamo, ha rappresentato un’occasione di confronto e condivisione con il territorio, ma, soprattutto, ha valorizzato il protagonismo dei ragazzi. Alle testimonianze degli educatori, delle istituzioni e degli operatori, si sono infatti affiancati la visione e la premiazione di quattro video vincitori del concorso Giovani Spiriti 2016, l’allestimento di un percorso a ostacoli, a cura di Safe Driver, da provare prima senza maschera (sobri) e poi con una maschera che simula una capacità visiva simile a quella con alcolemia pari a 0,8 g (il limite legale per poter guidare è 0,5 g), un laboratorio di trucco tematizzato al gioco d’azzardo e musica legata ai temi del progetto, curati entrambi dalla scuola Sistema.

Tra i momenti più vivaci e appassionati, come anticipato, la gara di cocktail analcolici, che ha avuto anche il sostegno dell’Ascom, rappresentata nella giuria tecnica da Vincenza Carissimi, vicepresidente del Gruppo Caffè bar. In sfida la Fondazione Isb di Torre Boldone e l’Ipssar Sonzogni di Nembro con quattro allievi ciascuno.

concorso cocktail giovani spiriti - un momento della garaIl primo premio, ex aequo, è andato a Francesco Marchini dell’Ipssar di Nembro che ha realizzato il drink Bitter Sweet (preparato con bitter analcolico, succo di cranberry e soda water) e a Nicola Brevi dell’Isb di Torre Boldone con Yellow Drink (a base di sciroppo di fiori di sambuco, succo di limone, pompelmo e ananas con buccia di limone e mirtilli per decorazione).

targa Ascom concorso giovani spiritiLa targa simpatia, messa in palio dall’Ascom e assegnata da una giuria di studenti, è andata invece Dimetro Pankenko (Nembro) con Sunset Lemonade. In gara anche Rassida Djebre con Melagrana, Sofia El Housni con Apple Dream e Diego Manzoni con Red Angel per l’Isb di Torre Boldone e Sofia Marchesi con Orange Berry e Maurizio Giovanetti con Tropical Summer per l’alberghiero di Nembro. I lavori sono stati coordinati da Fiorenzo Colombo (docente Isb) e da un rappresentante dell’Associazione barman professionale Abi. In giuria anche Luca Rebuzzi del Reef Cafè, Marco Bonomi di Edonè e Luca Biffi dell’Ats Bergamo. «Una bellissima iniziativa – commenta entusiasta Vincenza Carissimi -, i cocktail sono stati preparati con cura ed i ragazzi erano molto motivati. È importante partire da loro per sensibilizzare su un tema importante come la prevenzione all’alcol, perché sono giovani ma anche perché saranno i baristi di domani». I partecipanti sono stati premiati con magliette Giovani Spiriti (Atena), buoni consumazione analcolica (Edonè) e premi offerti da Abi Professional. Le due scuole alberghiere hanno anche curato il grande rinfresco analcolico conclusivo.

Per quanto riguarda il concorso video, il primo premio è andatto alla I B dell’Isb di Torre Bordone che ha realizzato il video clip musicale “Il burattino: diamo un taglio alla dipendenza”; al secondo posto si è classificata la II S dell’Istituto Romero di Albino con la parodia della canzone Maria Salvador di J-Ax, sul tema del gioco d’azzardo; terzo posto per la I D, sempre dell’Isb di Torre Boldone, con “Non c’è niente di figo pensa con la tua testa”. Menzione speciale della giuria per il video della II A dell’Ipssar Nembro con il Telegiornale del Gioco d’azzardo, per la complessità e varietà del progetto.


A Bergamo 335 persone in lista d’attesa per un trapianto

OspedaleAl Papa Giovanni XXIII, sabato 28 maggio, a partire dalle 15, si festeggia la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti. Nell’Hospital street il Coordinamento al prelievo e trapianto d’organi e tessuti del Papa Giovanni e le associazione attive in questo campo (AIDO; ADMO, Avis, Amici della pediatria, Associazione Italiana Cardiotrapiantati, Amici del trapianto di fegato, L’Orizzonte di Lorenzo e ANED) saranno a disposizione di chi vuole capire meglio perché è così importante dichiarare personalmente la propria volontà in tema di donazione e non lasciare questa scelta  ai propri familiari. Alle 16 è in programma la presentazione della associazioni coinvolte e della Banca del latte, in fase di creazione nell’Unità di Patologia neonatale del Papa Giovanni, e che è la concretizzazione di una possibilità nuova per il territorio bergamasco di donare: non organi e tessuti dopo la morte, ma latte dalle neomamme generose, che ne hanno in più di quello che serve al proprio bambino e vogliono destinarlo ad altri neonati che possono trarre grandi benefici dal latte materno, come i piccoli gravemente prematuri o che hanno gravi malattie dell’apparato gastroenterico o disfunzioni metaboliche.

A seguire l’attenzione si sposterà sul tema dell’emergenza – urgenza, con gli operatori del Pronto soccorso del Papa Giovanni che spiegheranno perché hanno scelto anche quest’anno di aderire alla Settimana nazionale promossa dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza. Infine, alle 17, il pomeriggio si concluderà con il concerto del Coro dell’Accademia Centro Studi Musicali di Bergamo, che interpreterà i più grandi successi di Lucio Battisti e degli ABBA. “Con questa iniziativa vogliamo che sempre più persone capiscano che donare gli organi dopo la morte è un atto di enorme generosità, che consente di ridare una concreta possibilità di vita a chi è in lista per un trapianto e speranza ai loro famigliari e amici. È il più grande dono che una persona posso fare ad un’altra e lo stesso discorso vale per chi dona il sangue e il midollo osseo – ha commentato Mariangelo Cossolini, coordinatore al Prelievo e trapianto d’organo della provincia di Bergamo -. Ma condividere questo principio non è sufficiente, bisogna anche formalizzare questa volontà senza rimandare a domani. Per poter donare gli organi è sufficiente iscriversi all’AIDO, portando sempre con sé una dichiarazione di volontà alla donazione contenente i propri dati anagrafici (cognome, nome, luogo e data di nascita), il numero di un documento di identità, la data e la firma, oppure comunicando la propria volontà quando ci si reca in Comune per il rinnovo della propria carta d’identità, se il proprio paese è tra gli 88 aderenti al progetto Donare gli organi: una scelta in Comune”. Solo a Bergamo 197 persone attendono un rene, 40 un cuore, 78 un fegato, 6 un pancreas e 14 un polmone, per un totale di 335 persone in lista d’attesa per un organo. Dall’inizio dell’anno al Papa Giovanni sono stati eseguiti 15 trapianti di rene, 5 di cuore, 25 di fegato e 2 di polmone. 15 invece i donatori segnalati a Bergamo e provincia, 8 dei quali sono poi diventati donatori effettivi (dati aggiornati ad aprile 2016).


Ottant’anni dell’Avis, anche l’Ascom sostiene la festa

avis 80 anni cartelloneL’Avis di Bergamo compie 80 anni e festeggia chiamando a raccolta ogni donatore e volontario: piccoli, grandi, eroi di generosità alle cui gesta la neolaureata Deborah Previtali ha dedicato la propria tesi di laurea. Pubblicazione che Avis Comunale Bergamo presenterà domenica 29 maggio al chiostro di San Francesco, in Città alta, al termine del corteo che vedrà tutte le Avis cittadine e della provincia con i propri labari muoversi da piazza Mercato delle Scarpe, alle 9.30, fino alla Cattedrale di Sant’Alessandro dove, alle 10.30, sarà celebrata la Messa da monsignor Davide Pelucchi, vicario generale della Diocesi di Bergamo, per poi passare al chiostro di San Francesco per l’intervento del presidente di Avis Comunale Bergamo Roberto Guerini con la presentazione, appunto, del libro.

«Un documento unico, un volume che ripercorre la storia di una delle Associazioni più attive d’Italia, voce di chi, da ottant’anni a questa parte, è convinto che donare sia il gesto più bello del mondo. La pubblicazione, infatti, si rivolge direttamente agli avisini bergamaschi, affinché anche le più giovani generazioni di donatori possano ricostruire la storia dell’Associazione e impegnarsi per rinnovare la mission di solidarietà di Avis», sottolinea Guerini.

Così, i primi ottant’anni di Avis Comunale Bergamo, diventano non solo un’occasione di festa, ma un momento di riflessione, con analisi, documenti storici, commenti dei protagonisti a tracciare le fila di cosa è stata e cosa è Avis Comunale Bergamo. Un gruppo di quasi 3.000 donatori, quasi 200 (sono 185) in più rispetto al 2014, con più di 6.000 donazioni effettuate solo nel 2015 a testimonianza di come lo spirito del dono accomuni persone di estrazione sociale e nazionalità diversa. «Perché essere cittadini significa anche essere attenti a chi ha più bisogno, donare senza confini né pregiudizi, riconoscendo in Avis una famiglia pronta a prendersi cura di tutti, un mondo in cui si scoprono amici, amori e nuovi percorsi di vita all’insegna della solidarietà», è il messaggio raccolto nelle interviste fatte da Avis Comunale Bergamo durante le donazioni.

Valori raffigurati anche nella medaglia in bronzo dorato realizzata dallo scultore bergamasco Luigi Oldani con l’immagine tratta dalla scultura “Imago Vitae” in cui una donna esce dall’acqua, facendo sbocciare da una ninfea un germoglio, con sullo sfondo il sole che sorge. Immagini simbolo di speranza e amore per la vita, principi fondanti di Avis Comunale Bergamo.

Ma non è tutto, l’anniversario sarà celebrato con un altro evento di grande emozione: venerdì 27 maggio alle ore 20.30 al Teatro Donizetti, l’Avis offrirà gratuitamente agli avisini bergamaschi e ai simpatizzanti il concerto “Musiche da Oscar”, con la New Pop Orchestra diretta dal maestro Alfredo Conti e la partecipazione del violinista Christian Joseph Saccon e del clarinettista Michele Chiametti. I biglietti potranno essere ritirati alla segreteria di Avis Comunale Bergamo a Monterosso.

Tutti gli eventi dell’80esimo sono patrocinati da Comune e Provincia di Bergamo.

Nel corso della presentazione del programma, un ringraziamento speciale è stato rivolto all’Ascom, partner nell’evento di domenica 29 maggio al chiostro di San Francesco. Le iniziative hanno inoltre il sostegno di Fondazione Credito Bergamasco, Confiab e Bcc di Treviglio.

«Vogliamo rendere onore a questa data, parlare a tutti gli avisini bergamaschi e d’Italia, ringraziando ogni donna e ogni uomo che ha permesso a questa Associazione di esistere: i fondatori, i volontari, i dirigenti, gli sportivi, come Rugby Bergamo e Pallavolo Agnelli, che tanto ci hanno sostenuto, ma anche Ascom Bergamo per l’alleanza istituzionale stretta per sensibilizzare la cittadinanza a stili di vita più sani. Perché la nostra prossima sfida è proprio quella di promuovere i nostri valori, di diffondere la cultura del dono a partire dai più giovani, braccia, spalle e cuore su cui costruiremo il nostro futuro», conclude il presidente Guerini.

A impreziosire le celebrazioni, gli allestimenti floreali di Emiliano Amadei, fiorista di Azzano San Paolo, componente del Gruppo Fioristi Ascom, vincitore del campionato lombardo e nazionale, rappresentante dell’Italia al campionato europeo per fioristi disputatosi a Genova il marzo scorso, pronto a mettere in campo tutta la sua creatività per sostenere Avis e il suo speciale cammino.


Un bistrò nell’ex spaccio del “manicomio”, «luogo di servizi e aggregazione»

onp bistròNon nasconde la sua origine l’Onp Bistrò, il bar-tavola calda realizzato all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di via Borgo Palazzo 130 a Bergamo, che sarà presentato ufficialmente venerdì 20 maggio.

Il locale è il frutto del recupero avviato nel 2014 dalla Cooperativa La Bonne Semence dell’ex spaccio-bar del “manicomio”, in disuso da anni. È pensato come una struttura polifunzionale con tutti i servizi necessari per essere una spazio di aggregazione e di cultura. Ogni giorno,  dalle 7.30 alle 16, Onp Bistrò servirà colazioni, pranzi, caffè e aperitivi ai dipendenti, ai pazienti e agli utenti degli ambulatori e delle strutture del distretto, ma vuole aprirsi anche a tutto il quartiere.

Non è infatti solo un nuovo esercizio, ma un progetto sociale e culturale. Innanzitutto perché rappresenta un’opportunità occupazionale per persone in condizione di fragilità che hanno bisogno di un supporto per l’inserimento nel mondo del lavoro (il 30% dei dipendenti assunti) e poi perché è un luogo della “memoria” e di riflessione sul tema della psichiatria in Bergamasca, attraverso le iniziative culturali previste in questi spazi.

onp bistrò 2Il bistrò è gestito da La Magnolia catering, servizio di Namasté cooperativa sociale. È stato realizzato grazie all’Asst “Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Associazione di Promozione Sociale “Circolo Ricreativo Day Care”, alla Fondazione Cariplo e alla cooperativa La Bonne Semence.

In occasione del debutto sono stati organizzati due giorni di apertura al pubblico.

Sabato 21 maggio

ore 16

inaugurazione di un’esposizione di cinque opere di Arte Irregolare allestite all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico, in collaborazione con Associazione Tarcisio Merati, e visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

ore 18.30

taglio del nastro e momento teatrale con Ivan Criscuolo

a seguire

buffet a cura de “La Magnolia catering” di Namasté cooperativa sociale.

Domenica 22 maggio

dalle ore 11

visita guidata all’ex complesso ospedaliero a cura di Fondazione Bergamo nella Storia

prosegue sino alle ore 13

l’esposizione di Arte Irregolare allestita all’ingresso monumentale dell’ex Ospedale Psichiatrico.


Aiuti alla clownterapia, anche Bergamo indossa il naso rosso

giornata naso rossoC’è anche piazza Matteotti, a Bergamo, tra le 56 piazze italiane che domenica 15 maggio indosseranno il naso rosso per la Giornata nazionale organizzata dall’associazione Vip Italia Onlus, che riunisce 4.000 volontari clown impegnati in ospedali e strutture socio-sanitarie di tutto il Paese.

L’appuntamento in città, che è patrocinato anche dall’Ascom e sostenuto da 50&Più Fenacom, sarà dalle 9 alle 19 con i claun di Dutur Claun Vip Bergamo Onlus che testimonieranno in prima persona i valori della Federazione ViviamoInPositivo, raccoglieranno fondi per sostenere i progetti di Vip Italia e sensibilizzeranno l’opinione pubblica alle attività dei clown di corsia.

I nasi rossi di Bergamo sono pronti ad accogliere tutti, grandi e piccini, con attività speciali: palloncini, bolle di sapone, distribuzione di pensieri positivi, balli, magie e tanto altro, per far vivere a tutti una giornata positiva e ricca di sorrisi. In caso di maltempo, la manifestazione verrà spostata a domenica 29 maggio.

«Un appuntamento immancabile per tutti coloro che desiderano conoscere da vicino la realtà del volontariato clown in corsia: la giornata è pensata proprio per incontrare adulti che desiderano aderire all’associazione e ringraziare le persone che ci sostengono economicamente nella realizzazione dei progetti nazionali – dichiara Barbara Ciaranfi, Clown Boop e presidente di Vip Italia Onlus –. Attraverso il servizio e la presenza dei volontari clown Vip che settimanalmente fanno visita ai ricoverati, tocchiamo con mano il beneficio che ridere e scherzare suscita nei pazienti di ogni età e nelle loro famiglie».

La Giornata del Naso Rosso (GNR) nasce nel 2005 come giornata nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore dei Progetti di ViviamoInPositivo Italia Onlus, associazione presente non solo in oltre 200 strutture sociosanitarie, ospedali e case di riposo in Italia ma anche nei Paesi in via di sviluppo per l’attuazione di progetti di “animazione educativa” con i valori della Clownterapia e del Circo Sociale. In scuole, orfanotrofi, ospedali, strutture per disabili fisici e psichici e quartieri in situazioni di disagio, i clown di Vip Italia agiscono al fine di donare speranza e gioia a chi vive in contesti sociali di povertà ed emarginazione.

L’associazione Dutur Claun Vip Bergamo, invece, nasce ufficialmente nel 2002 dall’idea di sette soci avvicinatisi alla realtà della clownterapia. L’Associazione è stata fra i soci fondatori nel 2003 della Federazione VIP (ViviamoInPositivo) Italia Onlus, di cui fa tutt’ora parte e della quale condivide valori ed obiettivi. Oggi l’Associazione è composta da circa 100 soci (ordinari e sostenitori). I primi prestano la propria opera di volontariato in strutture ospedaliere, residenze sanitarie assistenziali e strutture per disabili, cercando di portare un sorriso dove è presente un disagio sociale o fisico. Attualmente, i Dutur Claun prestano servizio all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e negli ospedali di Alzano Lombardo, Treviglio e Crema, oltre che nelle case di riposo Santa Maria Ausiliatrice a Bergamo, Fondazione Martino Zanchi ad Alzano Lombardo, Casa di riposo a Nembro e alla Fondazione P. Piccinelli a Scanzorosciate.

Riconoscere i volontari clown Vip è semplice: indossano il camice con la scritta ViviamoInPositivo sulla schiena, colletto rosso, maniche a righe bianche/gialle e bianche/verdi e sono muniti di tesserino identificativo per la GNR2016.

La locandina e un simpatico gioco!


Lotta alle aflatossine, Bergamo in prima fila nella ricerca

Crea Bergamo - rit

Aflatossine. Il termine è tecnico, ma gli allarmi per la sicurezza alimentare che si sono via via succeduti negli anni – l’ultimo quello per il latte contaminato che ha portato al sequestro di migliaia di formaggi partendo dal Bresciano – lo hanno reso suo malgrado familiare ai consumatori. Si tratta di micotossine, sintetizzate cioè da funghi o muffe, che si sviluppano prevalentemente nei cereali e nella frutta secca, sia in fase di coltivazione sia durante il raccolto e l’immagazzinamento. Alcune di queste hanno alta potenzialità cancerogena e si ritrovano, trasformate ma ancora pericolose, nel latte degli animali alimentati con i cereali contaminati. Sono molto resistenti e, una volta sviluppate, non c’è modo di eliminarle. La strada per contrastarne l’arrivo in tavola è perciò quella dei controlli e della verifica che i prodotti agricoli e il latte rientrino nei limiti consentiti dall’Unione europea per l’immissione sul mercato.

La Bergamasca, terra di mais, vive il problema, ma può contare anche su una struttura specializzata come il Crea – Unità di ricerca per la Maiscoltura, con sede a Bergamo, che dedica una parte della propria attività alle micotossine, coordinando l’Osservatorio Territoriale della Qualità del Mais, la rete che in Italia tiene monitorato il problema e studia soluzioni. Ad occuparsene è Sabrina Locatelli, ricercatrice del Crea di Bergamo e responsabile della Rete di monitoraggio micotossine mais, ed è a lei che ci siamo rivolti per fare il punto sulla situazione e i passi avanti nella lotta alle contaminazioni.

Che ruolo ha il Crea di Bergamo nella ricerca sulle micotossine?

«Nel corso degli anni il Crea ha posto particolare attenzione alla valutazione della contaminazione delle principali micotossine nel mais. Al fine di ottenere risultati il più possibile aderenti alla realtà della produzione maidicola italiana, si è scelto di utilizzare gli impianti di essiccazione-stoccaggio quale sorgente dei campioni da analizzare: dal 1999, il Crea coordina il campionamento da una rete di 50-70 impianti, stabile negli anni di indagine. Da ciascun centro di stoccaggio vengono prelevati mediamente 8-12 campioni contrassegnati con un codice identificativo anche dell’anno e della zona agraria di provenienza. Le serie complete dei campioni relativi alle produzioni delle singole campagne maidicole sono stati analizzati con metodo Elisa, presso i laboratori del Crea per le principali micotossine».

Non vi occupate, quindi solo di aflatossine. Quali altre micotossine del mais vengono studiate?

«Il mais è una coltura fondamentale in Italia, dove svolge un ruolo importante per l’alimentazione animale, il consumo umano diretto e come fonte di molti prodotti commerciali. È soggetto all’attacco di funghi tossigeni, in grado cioè di produrre micotossine pericolose per la salute sia dell’uomo che degli animali. Fusarium graminearum, F. verticillioides e Aspergillus flavus sono i funghi responsabili della presenza delle tossine più diffuse, rispettivamente deossinivalenolo (DON) e zearalenone (ZEA), fumonisine (FBs) e aflatossine (AFs). La presenza dei diversi funghi e delle relative micotossine è variabile con gli ambienti e gli anni; infatti, il loro sviluppo e il conseguente accumulo di sostanze tossiche a carico delle cariossidi è fortemente condizionato da fattori climatici (temperatura, umidità); fattori biotici (attacchi di insetti, ad esempio la piralide); fattori abiotici (grandine, danni meccanici) e condizioni di stress della pianta in campo (siccità, carenze nutrizionali). I nostri studi sono quindi rivolti a monitorare le quattro micotossine principali».

Come si stanno “combattendo”?

«Attualmente, il Crea di Bergamo coordina e opera nell’ambito del progetto triennale RQC-Mais (Rete Qualità Cereali plus – Mais), finanziato dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per individuare una linea strategica di intervento per regolamentare il mercato dei prodotti agroalimentari. Prerequisito indispensabile per la qualificazione e valorizzazione della filiera maidicola è la sicurezza igienico-sanitaria, con particolare attenzione alla contaminazione da micotossine. Obiettivo generale del progetto è la valutazione della qualità del mais a livello nazionale al fine di sviluppare un piano per il miglioramento della qualità igienico sanitaria della filiera mais, con conseguente recupero e accrescimento della competitività della zootecnia nazionale e dell’industria alimentare. Nell’ambito di questo progetto, oltre al Crea di Bergamo, operano i gruppi di ricerca del professor Amedeo Reyneri (Università di Torino – Disafa Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari) e della professoressa Paola Battilani (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza – Istituto di Entomologia e Patologia Vegetale).

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State monitorando i dati dal 1999, che evoluzione ha avuto la presenza di aflatossine?

«I dati relativi al contenuto di aflatossina B1 derivanti dai campioni di mais delle sperimentazioni condotte dal Crea confermano quanto riportato dagli operatori del settore (agricoltori, essiccatori, stoccatori, mangimisti): nel 2003, 2012 e 2015 circa il 20% dei campioni da noi analizzati risultano avere un livello di aflatossina B1 superiore ai 20 μg/kg (valore limite per il mais destinato a materia prima nei mangimi). Il problema di una maggiore contaminazione da aflatossine è sicuramente da attribuire alle elevate e prolungate alte temperature durante le fasi di sviluppo della pianta di mais, nonché alla mancanza di pioggia nelle zone non irrigue (Veneto, Emilia Romagna), condizioni climatiche che si sono verificate nel corso di quegli anni».

Negli anni sono state messe in atto misure efficaci in grado di contenere le contaminazioni? Quali?

«La sempre maggior consapevolezza della problematica “micotossine” da parte del mondo agricolo ha reso pratica consolidata la diffusione di tecniche agronomiche volte a ridurre o limitare le possibili condizioni favorevoli allo sviluppo di funghi micotossigeni. Anticipare le semine, controllare la piralide, evitare stress idrici, effettuare raccolte tempestive sono alcune delle pratiche che contribuiscono all’ottenimento di una granella di mais di qualità. Tenendo comunque sempre presente che le contaminazioni da micotossine sono fortemente influenzate dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità della stagione vegetativa, non è possibile prescindere da percorsi agronomici attenti e mirati per ottenere produzioni di qualità. Peraltro, un valido supporto per valutare l’effettiva qualità “sanitaria” della granella rispetto alla presenza di micotossine rimane l’analisi chimica strumentale. A questo riguardo, sono di imminente uscita le Linee Guida per il controllo delle micotossine nei cereali, messe a punto dal Mipaaf assieme alle Regioni. Queste sono uno strumento pensato per i responsabili dell’attuazione delle politiche agricole e per gli operatori delle filiere. In sintesi, evidenziano le misure e i percorsi produttivi atti a ridurre la probabilità di incorrere in elevate contaminazioni da micotossine sia per il mais che per i cereali vernini, nelle fasi di campo e di post raccolta».

La ricerca sta però facendo passi avanti. Tra questi c’è anche il nuovo prodotto Af-X1, di cosa si tratta?

«Il prodotto commerciale AF-X1, sviluppato dalla professoressa Paola Battilani e dal suo gruppo di ricerca dell’Università Cattolica di Piacenza, consiste in un vettore inerte (semi di sorgo devitalizzati) su cui è stato inoculato il fungo atossigeno. La distribuzione in campo di ceppi di Aspergillus flavus non tossigeni occupando la stessa nicchia ecologica dei ceppi di A. flavus tossigeni e competendo con essi, ne riduce la frequenza, limitando i livelli di aflatossine nella granella. La lotta biologica basata sulla competizione tra funghi della medesima specie ha dimostrato di essere efficace nel prevenire le contaminazioni da aflatossina nel mais. I risultati di una sperimentazione svolta al Nord Italia confermano questa ipotesi».

L’aumento delle temperature è una minaccia?

«I dati dei monitoraggi da noi condotti confermano il fatto che la granella di mais prodotta nella Pianura Padana è regolarmente contaminata da fumonisine in quantità variabile a seconda dell’andamento climatico stagionale; peraltro, a questa micotossina, nelle annate particolarmente calde e siccitose, come ad esempio il 2012 e 2015, si aggiungono le aflatossine mentre, nelle annate molto fresche e piovose, come il 2014, il deossinivalenolo e lo zearalenone. Per questo motivo, la possibile presenza di micotossine in mais non può più essere affrontata con una logica di emergenza ma deve essere compresa nei normali protocolli di produzione e lavorazione. La strategia migliore resta quindi la prevenzione, attuata mediante l’utilizzo di buone pratiche agronomiche e di condizioni ottimali per lo stoccaggio. In questo contesto, rimane comunque fondamentale l’attività di monitoraggio delle produzioni, che consente di verificare il livello di contaminazione nelle diverse annate ed eventualmente rivelare la presenza di nuove micotossine emergenti».


Lotta alla ludopatia, Ascom in campo in undici comuni

furto-slot20141.jpgL’Ascom e gli undici comuni dell’Ambito Territoriale 1 della Provincia di Bergamo insieme nella lotta contro la ludopatia. L’Associazione commercianti di Bergamo sta collaborando con i Comuni e la Polizia di locale di Seriate, Albano, Brusaporto, Bagnatica, Scanzorosciate, Cavernago, Costa di Mezzate, Grassobbio, Montello, Pedrengo e Torre de’ Roveri per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. L’iniziativa coinvolge 230 pubblici esercizi. Ad Ascom il compito di informare e formare i gestori dei locali sulle disposizioni regionali in atto, contenute nel regolamento regionale 5/2014. L’accordo tra Ascom e Polizia locale è il frutto di una serie di incontri svoltisi con l’obiettivo di condividere un’interpretazione univoca della legge e chiarire eventuali dubbi, evitando da un lato possibili contenziosi nei confronti degli esercenti, dall’altro tentando di contrastare la dipendenza da gioco. «Ascom collabora con l’Azienda di Tutela della Salute di Bergamo, le Amministrazioni comunali e i comandanti della Polizia locale degli undici comuni nel contrastare la ludopatia attraverso percorsi mirati e condivisi sulla prevenzione e sulla legalità – spiega Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne e segretario del Gruppo pubblici esercizi di Ascom Confcommercio Bergamo -. Nell’ultimo anno abbiamo partecipato a numerose riunioni con l’obiettivo di condividere un’interpretazione univoca della legge e per chiarire eventuali dubbi. I comuni e la Polizia locale, con cui abbiamo intavolato questo percorso hanno dimostrato la massima disponibilità ad informare preventivamente i pubblici esercizi sulle nuove disposizioni, prima di procedere ad eventuali controlli ed elevare possibili multe».

L’Ascom ha scritto quindi ai 230 esercenti degli 11 comuni, invitandoli ad attenersi a quanto il regolamento definisce: tenere una distanza di almeno 500 metri dai luoghi sensibili, richiedere una scia “dedicata” per l’installazione dei dispositivi, indicare la data del collegamento alle reti telematiche e la data di scadenza del contratto stipulato tra esercente e concessionario. Un’attenzione particolare va data all’area adibita al gioco lecito, che deve essere unica, chiaramente riconoscibile, delimitata con colonnine a nastro o corda, con finestre non oscurate e con gli apparecchi per il gioco d’azzardo in posizione frontale, l’uno rispetto all’altro. Nei locali infine devono essere ben visibili il divieto di utilizzo ai minori di diciotto anni e il materiale informativo reso disponibile dalle Regioni tramite ATS – Aziende di tutela della Salute. Inoltre con l’introduzione dell’obbligo formativo (L.R. 8/2013) i gestori devono conservare l’attestato di partecipazione al corso.  «Se non si rispetta quanto definito dalla Regione le sanzioni previste vanno da un minimo di 500 ad un massimo di 5mila euro – ricorda Lazzari -, per cui raccomandiamo un rispetto scrupoloso delle norme e, nei casi dubbi, invitiamo a chiedere informazioni e delucidazioni alle Amministrazioni di riferimento».