Slot machine, ecco come e quando saranno “tagliate”

slot-machine-vincenteSulle slot machine Governo ed Enti locali sono decisi a dare una stretta, riducendo il numero degli apparecchi e introducendo una serie di misure che permettano un maggiore controllo.

Gli interventi sono due, il Decreto del ministero dell’Economia dello scorso 25 luglio (“Riduzione del numero di nulla osta degli apparecchi da divertimento e intrattenimento”) e l’Intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata tra Stato, Regioni e Province lo scorso 7 settembre, prevista dalla Legge di Stabilità 2016, i cui contenuti dovranno essere tradotti dal ministero dell’Economia in un apposito decreto entro il prossimo 31 ottobre.

Con l’aiuto della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, riassumiamo le novità.

Decreto 25 luglio 2017 – “Riduzione del numero di nulla osta degli apparecchi da divertimento e intrattenimento”

Nella manovra correttiva del luglio scorso è stata prevista la riduzione su tutto il territorio nazionale degli apparecchi da gioco comma 6 A (le cosiddette  newslot o AWP) che sono gli unici installabili nei pubblici esercizi. Il processo è diviso in due fasi: entro il 31 dicembre 2017 la riduzione a 345.000 del numero complessivo dei nulla osta di esercizio; entro il 30 aprile 2018 la riduzione a 265.000 del numero complessivo dei nulla osta di esercizio.

«Il Decreto doveva definire le modalità con cui effettuare la riduzione prevista da parte dei concessionari, ma in realtà risulta carente sotto alcuni profili – spiega la Federazione -. In particolare viene ribadito che entro il 31 dicembre 2017 ogni concessionario deve provvedere alla riduzione del 15% del numero di nulla osta di cui risulta intestatario al 31/12/2016 ed entro il 30 aprile 2018 deve provvedere ad una ulteriore riduzione fino ad arrivare al 34,9% in meno, ma non viene indicato alcun criterio per operare tale riduzione, pertanto i concessionari potranno decidere secondo loro parametri in quali locali effettuare la riduzione ed in che modalità».

Viene previsto poi l’intervento dell’Agenzia dei Monopoli che, alla scadenza dei termini citati, provvederà al controllo del numero dei nulla osta ed alla revoca di quelli che risultassero in eccesso. Il concessionario dovrà tempestivamente provvedere al blocco degli apparecchi oggetto di revoca pena una sanzione di 10.000 euro.

Intesa siglata dalla Conferenza Unificata il 7 settembre 2017

L’Intesa è stata raggiunta dopo più di un anno di lavoro della Conferenza, coordinata sul tema dal Sottosegretario Baretta, e si prefigge diversi obiettivi:

  • ridurre l’offerta di gioco sia in termini di volumi che di punti vendita;
  • definire un sistema di regole relative alla distribuzione territoriale e temporale dei punti di gioco;
  • innalzare il livello qualitativo dei punti di gioco e la previsione di una concessione certificata delle licenze di gioco;
  • innalzare il livello dei controlli;
  • accentuare l’azione preventiva e di contrasto del gioco d’azzardo patologico (GAP);
  • completare l’intervento normativo e di modernizzazione del settore giochi;
  • assicurare un costante monitoraggio dell’applicazione della riforma.

In particolare, per quanto riguarda il primo obiettivo, è confermata la riduzione di più del 30% del numero degli apparecchi comma 6 A e sono previsti la sostituzione dei rimanenti vecchi apparecchi AWP con le AWPR collegate da remoto e il dimezzamento in tre anni del numero dei punti vendita di gioco pubblico. Per quanto riguarda i bar e simili, si passerà dagli attuali 56.000 a 30.000 locali autorizzati con uns diminuzione del 46,6%. A crescere saranno i “negozi” ovvero agenzie che hanno «come attività prevalente la vendita di prodotti di gioco pubblici», mentre scompariranno le sale giochi e gli esercizi secondari.

Ecco come cambierà la geografia dei punti gioco

tabella riduzione slot machine okRelativamente al secondo punto, le Regioni e gli Enti locali stabiliranno nei propri regolamenti i criteri per consentire una equilibrata distribuzione nel territorio dei punti di vendita di gioco, per evitare che si formino ampie aree nelle quali l’offerta di gioco pubblico sia o totalmente assente o eccessivamente concentrata.

Viene previsto inoltre il riconoscimento della facoltà degli Enti locali di stabilire delle fasce orarie per il gioco che possono arrivare fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana, fermo restando che l’orario di interruzione va stabilito per quanto più possibile in maniera omogenea sul territorio nazionale.

In merito all’innalzamento del livello qualitativo dei punti di gioco, si fa riferimento a standard di arredi interni e luci, corsi di formazione specifica, rispetto di limiti minimi di spazio e altri parametri per poter ottenere la certificazione necessaria ad ospitare l’offerta di gioco pubblico.

Sono inoltre previsti alcuni strumenti per favorire un controllo più strutturato ed efficace dei punti di gioco, mentre per quanto riguarda le azioni preventive contro il gioco d’azzardo patologico vengono evidenziati alcuni interventi tecnologici per la salvaguardia del giocatore (es. strumenti di autolimitazione di tempo e spesa, messaggi automatici con l’indicazione del tempo, abbassamento degli importi minimi di giocata, ecc.), nonché viene richiesta l’implementazione delle risorse finanziarie a disposizione e un maggior confronto con gli altri Paesi europei sul tema della pubblicità.

È prevista anche la realizzazione di una revisione dell’attuale disciplina dei Casinò. Infine, il monitoraggio dell’applicazione della riforma viene affidato all’Agenzia dei Monopoli che si avvarrà della Sogei per la parte tecnologica.

I contenuti dell’Intesa dovranno essere tradotti dal Ministero dell’Economia in un apposito decreto ministeriale entro il prossimo 31 ottobre.


Sicurezza alimentare, occhio al ghiaccio

barman - cocktail - ghiaccio - drink - bicchiere

Anche il locale più attento può scivolare… sul ghiaccio. Trasparenti alla vista e neutri nel sapore, i tintinnanti cubetti che rinfrescano bibite e drink – e che sciogliendosi vengono ingeriti – non sono esenti da rischi di carattere sanitario. Lo ha recentemente evidenziato la trasmissione della Bbc Watchdog, che ha analizzato il ghiaccio di alcune catene internazionali come Starbucks, Costa o Caffè Nero, trovando tracce di batteri coliformi fecali dal 30 al 70% dei campioni, a seconda dell’insegna. Qualche anno fa ci aveva già pensato Valerio Staffelli di Striscia la Notizia, con prelievi in incognito in bar, fast food e discoteche, a portare alla luce contaminazioni da batteri patogeni in alte concentrazioni.

Le indagini sino ad ora non sono state numericamente ampie, ma i risultati sono concordi nell’evidenziare una criticità, non certo una volontà fraudolenta, ma una sottovalutazione del tema sì. L’attenzione in ogni caso sta crescendo. Complice la nascita di numerose realtà industriali che si occupano di produzione e distribuzione di ghiaccio alimentare, l’Inga – Istituto nazionale del ghiaccio alimentare ha realizzato, nel 2015, il “Manuale di corretta prassi igienica per la produzione di ghiaccio alimentare”. Approvato dal Ministero della Salute, contiene anche un’utile sezione dedicata all’autoproduzione negli esercizi di somministrazione. In Sicilia, patria delle granite, invece, la Regione ha scelto di creare nell’ambito dei servizi di sicurezza alimentare una speciale sottosezione dedicata al ghiaccio.

Noi ci siamo rivolti ad Andrea Comotti, responsabile dell’area Gestionale dell’Ascom di Bergamo, per saperne di più e conoscere tutti i comportamenti corretti per servire un ghiaccio sicuro.

Quindi il ghiaccio non è un alimento sterile?

«Il congelamento dell’acqua evita lo sviluppo microbico, il ghiaccio però non possiede azione microbicida, i microrganismi presenti sono eliminati solo parzialmente e con tempi di congelamento lunghi».

Eppure l’acqua è potabile…

«La responsabilità dell’ente gestore della distribuzione dell’acqua termina nel punto di presa dell’utente, da lì in poi è in carico al gestore del locale. Per quest’ultimo, una buona prassi potrebbe cominciare dal prevedere un’analisi periodica della potabilità dell’acqua, dopodiché è fondamentale assicurare un’accurata pulizia e manutenzione della macchina per la produzione del ghiaccio. Se il ghiaccio è prodotto in buone condizioni igieniche e da acqua potabile non presenta rischi per la salute del consumatore sotto il profilo microbiologico».

Cosa può succedere dopo?

«La fasi critiche sono la manipolazione e la conservazione. Il ghiaccio deve essere raccolto in contenitori per alimenti, che devono essere mantenuti puliti e sanificati, utilizzando attrezzi dedicati come palette, cucchiai e pinze per evitare contaminazioni crociate con altri alimenti contenenti allergeni o sviluppi microbici. Non è sicuro, ad esempio, prelevare il ghiaccio direttamente con il bicchiere perché l’esterno viene toccato con le mani e quindi non è mai abbastanza pulito. Ovviamente vanno rispettate tutte le regole per la manipolazione degli alimenti, ossia l’igiene delle mani, degli abiti, della postazione. Durante l’utilizzo, inoltre, il ghiaccio deve essere conservato in contenitori isolati termicamente e richiusi dopo ogni prelievo, consiglia il Manuale».

Quali altre insidie può nascondere un cubetto di ghiaccio?

«Potrebbe contenere corpi estranei, dannosi se ingeriti, oppure essere contaminato da sostanze chimiche».

Insomma, gli esercenti devono occuparsi anche della sicurezza del ghiaccio…

«In realtà non si tratta di adempimenti troppo gravosi. Ciò che manca è probabilmente una consapevolezza diffusa dell’importanza di trattare il ghiaccio come si fa con gli altri alimenti. Dal canto nostro, come Ascom, stiamo integrando nel manuale di autocontrollo Haccp anche questo capitolo, così da rendere più semplice una produzione e un utilizzo corretto».

In Ascom il servizio di analisi dell’acqua

rubinetto acquaBar, ristoranti, negozi e alberghi possono verificare la qualità dell’acqua che utilizzano e che forniscono ai clienti grazie all’apposito servizio di analisi promosso dall’Ascom di Bergamo. Dei tecnici preleveranno dei campioni e restituiranno i dati sulla sicurezza di quanto sgorga da rubinetti, macchine di depurazione, gasatori e refrigeranti, ma anche sulle caratteristiche fisiche e chimiche dell’acqua.

Ascom Confcommercio Bergamo – Area Gestionale
tel. 035 4120181-129
gestionale@ascombg.it

 


Grossisti, occhio alle sanzioni. Entro il 31 luglio la comunicazione “Moca”

Entro lunedì 31 luglio tutte le aziende che trattano materiali che entrano in contatto con prodotti alimentari o destinati a tal fine (cosiddetti Moca – Materiali e Oggetti destinati a venire a Contatto con gli Alimenti) sono tenute a comunicarlo all’autorità sanitaria territorialmente competente – Ats per il territorio dove si trovano le sedi operative.

L’Ascom ricorda, in particolare, che l’obbligo interessa anche gli operatori che effettuano distribuzione all’ingrosso conto terzi.

Le categorie di prodotto identificabili come “Moca” sono definite dall’articolo 1 del Reg. CE 1935/2004. Si tratta dei materiali: destinati a essere messi a contatto con prodotti alimentari; che sono già a contatto con prodotti alimentari e sono destinati a tal fine; di cui si prevede ragionevolmente che possano essere messi a contatto con prodotti alimentari o che trasferiscano i propri componenti ai prodotti alimentari nelle condizioni d’impiego normali o prevedibili. Tra questi, ad esempio, stoviglie, bicchieri e posaterie varie, componenti di macchine per la preparazione di alimenti e bevande, carta e cartone, materie plastiche, legno etc.

Il questionario approvato dal Ministero deve essere inviato via posta elettronica certificata all’Ats Bergamo all’indirizzo: protocollo@pec.ats-bg.it. Ascom invita le ditte interessate ad adempiere all’obbligo di comunicazione, anche per evitare l’applicazione delle sanzioni pecuniarie, da 1.500 a 9.000 euro, previste dalle norme vigenti.

Gli uffici dell’Area Gestionale sono a disposizione per fornire ogni altra informazione o chiarimento ai numeri 035 4120181-129.


Salute, a Mozzo il primo percorso che allena anche il cervello

chi ha gambe ha testa - i gruppi di cammino allenano anche il cervelloOltre ad un paio di scarpe comode, chi esce per una passeggiata salutare farà bene d’ora in poi a dotarsi anche di carta e penna. Così potrà allenare insieme al fisico anche la mente, grazie a “Chi ha gambe… ha testa”, il percorso progettato dall’Agenzia della salute di Bergamo in collaborazione con i neurologi delle strutture sanitarie della provincia e realizzato dai Comuni, con l’obiettivo di prevenire il decadimento cognitivo mentre si fa movimento.

Sono ben 22 i Comuni della provincia di Bergamo che hanno dato l’adesione ancora prima del via. Il primo è il Comune di Mozzo dove oggi, 15 maggio, è stato inaugurato il percorso pedonale con partenza dal Parco Lochis. «Lo scopo delle camminate è semplice: prevenire il decadimento cognitivo in uomini e donne non più giovani facendo movimento – spiega la dottoressa Giuliana Rocca, responsabile del Servizio di medicina preventiva di Comunità dell’Ats Bergamo -. Il progetto, scritto in collaborazione con i Neurologi delle strutture sanitarie della provincia, consiste nel proporre ai Comuni un percorso che consenta di allenare il corpo e la mente, in parchi e ambienti naturali esistenti o che vengono già utilizzati dai gruppi di cammino».

“Chi ha gambe… ha testa” nasce nell’ambito del progetto “Gruppi di cammino”, attivo da 8 anni che coinvolge ad oggi 154 Comuni attraverso l’organizzazione di passeggiate di almeno 90 minuti una o più volte alla settimana su percorsi definiti. «Sono molto soddisfatta per la realizzazione di questo progetto – sottolinea Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo – perché ci ha permesso di lavorare con i neurologi e gli ospedali del territorio a beneficio dei cittadini offrendo un’occasione concreta di prevenzione che va ad aggiungersi ai 350 gruppi di cammino e 6.000 camminatori, dai quarantenni agli ultraottantenni che già si muovono sul territorio. Un’opportunità per muoversi, migliorare la salute, socializzare, scoprire il territorio con il punto di vista attento di chi va a piedi. I gruppi infatti sono “promotori di benessere”: organizzano eventi per la promozione della salute, dall’alimentazione alla sicurezza, alla presa in carico delle fragilità, e partecipano ad altre iniziative, come ad esempio i piedi bus».


Alcol, l’allarme dell’Ats di Bergamo: “Il consumo è sempre più giovane”

Elvira BeatoAumentano il consumo occasionale di alcol (dal 38,8% del 2006 al 43,3% del 2016) e il consumo lontano dai pasti (dal 26,1% al 29,2%). A eccedere più frequentemente sono gli over 65, i giovani di 18-24 anni e gli adolescenti di 11-17 anni. La popolazione giovane è quella più a rischio per il binge drinking, ovvero consumare 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione. Una tendenza certificata dall’Istat nel 2016 e rilevata anche in provincia di Bergamo: lo studio ESPAD commissionato da Ats Bergamo all’IFC-CNR di Pisa con la collaborazione del suo Osservatorio Dipendenze, mostra come tra i 15 e i 19 anni diminuisca in generale il consumo di alcol (dall’82% del 2011 al 79% del 2016), ma aumenti il consumo fuori pasto e occasionale, anche tra minorenni. L’86,2% degli studenti ha assunto bevande alcoliche almeno una volta nella vita, il 54,8% dei minorenni ha consumato alcol negli ultimi 30 giorni e il 4,5% lo ha fatto frequentemente nel 2016 (20 o più volte). Il 42,5% degli studenti della provincia ha riferito di aver bevuto alcolici al punto di camminare barcollando, di non riuscire a parlare correttamente, di vomitare e/o di aver dimenticare l’accaduto. Non solo: l’Indagine HBSC1 sulla popolazione studentesca della Lombardia di 11, 13 e 15 anni, mostra come l’approccio al consumo di alcol sia estremamente precoce. Nel 2014 dichiara di bere “attualmente” alcolici il 30,3% degli 11enni, il 57,4% dei 13enni e il 79,4% dei 15enni. Beve ogni settimana l’1,9% degli 11enni, il 6,5% dei 13enni, il 25,9% dei 15enni. Il 3,9% degli 11enni dichiara di essersi ubriacato almeno una volta nella vita e il 7,8% di aver avuto almeno un episodio di binge drinking.

Dati sui quali Ats Bergamo invita a riflettere anche grazie alle numerose iniziative organizzate in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2017, del “National Alcohol Screening Day”, e più in generale del mese di aprile, interamente dedicato alle tematiche alcol-correlate. «Il cambiamento delle modalità di consumo è preoccupante – afferma la Elvira Beato, responsabile U.O. Osservatorio e Appropriatezza Direzione Sociosanitaria Area Dipendenze -: viene meno la tradizione italiana, con il consumo di alcol ai pasti, e si fa strada la cultura nord europea fatta di un consumo elevato di bevande alcoliche lontano dai pasti. Inoltre, assistiamo al fenomeno del Binge Drinking: un terzo degli studenti della provincia di Bergamo ha riferito di averlo fatto almeno una volta nell’ultimo mese. Tale comportamento riguarda anche soggetti giovanissimi (20,6% dei 15enni) e ha coinvolto il 28,4% dei minorenni. Spiace, dunque, constatare che nonostante la legge vieti il consumo dell’alcol tra i minori, non solo vi sia consumo, ma anche abuso». “Per questo, Ats Bergamo continuerà a monitorare i comportamenti di consumo di alcol tra adolescenti e giovani, rafforzando la collaborazione con i gestori dei locali e promuovendo specifici programmi preventivi – dichiara Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo -. In particolare, proseguiranno i progetti di prevenzione nelle scuole che complessivamente coinvolgono in quest’anno scolastico, 72 Istituti scolastici, più di 500 docenti e oltre 14.000 studenti, e nei luoghi del divertimento serale e notturno saranno rafforzate le iniziative promosse dal Tavolo provinciale Notti in Sicurezza, come “SAFE DRIVER”, interventi finalizzati a promuovere la pratica dell’autista designato”.

 

 


Tributi regionali, si possono pagare a rate senza interessi

calcolatrice - contiLa Giunta regionale ha approvato lo scorso 6 marzo le nuove determinazioni per la rateizzazione delle entrate tributarie regionali. Ha disposto: l’azzeramento degli interessi in caso di dilazione di pagamento; l’allungamento del numero di rate (fino a 72) per debiti superiori a 50.000 euro; l’introduzione di una apposita garanzia fideiussoria per debiti superiori a 30.000 euro.

Queste disposizioni riguardano alcuni tributi diretti applicati dalla Regione Lombardia, in particolare tassa automobilistica, EcoTassa e tassa sulle concessioni (farmacie, caccia e pesca, ecc.).

È possibile calcolare il piano di rateizzazione e inoltrare l’istanza online sul sito www.tributi.regione.lombardia.it

 


Gioco d’azzardo, sul Sebino i locali più “etici”

Proseguono le azioni di contrasto e prevenzione del gioco d’azzardo patologico. È stato presentato oggi all’Ospedale Papa Giovanni XXIII, in occasione del convegno nazionale “Gioco d’Azzardo Patologico-Gap, dalla Neurobiologia Sperimentale alla Clinica”, nell’ambito del progetto NeuroGap finanziato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Piano d’Azione 2017 per la prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico elaborato dall’Agenzia della Tutela della Salute della Provincia di Bergamo grazie al lavoro del Tavolo provinciale per la prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico.

Un impegno iniziato dal 2014 che ha visto la realizzazione di numerosi interventi di informazione per sensibilizzare la cittadinanza rispetto a una piaga sempre più diffusa e che oggi continua con nuove strategie. Il gioco d’azzardo, infatti, è la terza industria italiana. Nella sola città di Bergamo si spendono 204 milioni di euro in gioco, con un esborso pro-capite, minori compresi, di 1.700 euro l’anno.

Le attività programmate per l’anno 2017 prevedono, in particolare, il proseguimento dello studio del fenomeno, grazie alla collaborazione dell’Osservatorio Dipendenze dell’Ats, in modo da poterne definire le dimensioni e da poterne monitorare la diffusione. A tal fine, saranno intensificate le collaborazioni per la formazione dei soggetti moltiplicatori, specie per volontari e associazioni, e proseguirà l’impegno per promuovere il Codice Etico Gap.

vetrofania codice etico slot machine«Il Codice è uno strumento di autoregolamentazione redatto con l’obiettivo di responsabilizzare gli esercenti dei locali. Grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria, tra cui Ascom, abbiamo visto l’adesione di 248 locali, con punte dell’80% nell’Alto Sebino e del 50% nel territorio di Seriate. Percentuali che quest’anno intendiamo migliorare ulteriormente, coinvolgendo tabaccai e distributori di gratta e vinci, mettendo a punto un codice etico più specifico per le sale slot e valutando la possibilità di ragionare sugli sportelli bancomat collocati all’interno o negli spazi immediatamente antistanti alle sale e ai locali slot», ha spiegato Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo, anticipando la possibilità di studiare l’impatto del codice e il suo effettivo utilizzo da parte dei locali aderenti.

Inoltre, saranno promosse specifiche azioni sui temi dell’indebitamento e dell’usura con il coinvolgimento delle associazioni antiusura e delle banche. Si valuterà, infatti, la possibilità di attivare rapporti di collaborazione con gli istituti di credito per sensibilizzare gli operatori sul loro possibile ruolo nell’intercettare precocemente le situazioni di gioco d’azzardo problematico tra i clienti, intervenendo con specifiche azioni.

«È nostra intenzione fare tutto il possibile per aumentare la sensibilità del territorio rispetto a un problema che può essere affrontato solo con un impegno trasversale. Purtroppo, il gioco d’azzardo patologico colpisce tutti: non esistono limiti di età per chi gioca, né differenze di estrazione sociale e culturale. Emerge chiaramente dagli studi fatti fino ad ora che sono numerosi i problemi connessi a questa patologia. Per questo dobbiamo smettere di chiamarlo “gioco” e intervenire concretamente per mettere all’angolo le tentazioni del gioco d’azzardo. Abbiamo già fatto molto, ma possiamo fare di più se lavoriamo insieme», ha concluso Mara Azzi, ricordando che tutti i Comuni che adotteranno regolamenti specifici sul gioco d’azzardo saranno supportati con una consulenza tecnica sulle buone prassi da attuare, con la possibilità di allargare i regolamenti in Ambito territoriale.

 


Il ruolo dell’alimentazione nelle malattie rare, incontro a Credaro

In occasione della Giornata mondiale delle malattie rare, che ricorre il 28 febbraio, venerdì 24 febbraio, alle 21, al Centro civico di Credaro, la delegazione ARMR Val Calepio organizza un incontro informativo dal titolo “Il ruolo dell’alimentazione anche nelle malattie rare”. L’incontro è promosso in collaborazione con il Comune di Credaro e sarà condotto dalla dottoressa Laura Casagrande. Interviene il dottore Alberto Consolandi della Fondazione ARMR. La partecipazione è libera.


«Clicca il neo», l’ app che batte il melanoma con un touch

azzi-naldi-chiesa-piazzoliUn’app per diagnosticare precocemente i tumori della cute. Ats Bergamo ha presentato la sperimentazione condotta tra i suoi dipendenti di «Clicca il Neo», il progetto di tele-dermatologia per la diagnosi precoce dei tumori cutanei sviluppato e coordinato da Centro Studi Gised e sostenuto da LILT grazie a Fondazione Credito Bergamasco. Un progetto che al suo esordio ha coinvolto i dipendenti di Ats Bergamo. Dal 10 ottobre 2016 al 3 febbraio 2017 attraverso 424 visite, sono state individuate 25 lesione sospette da trattare con piccoli interventi ambulatoriali. I dipendenti di Ats Bergamo sono stati successivamente ripartiti in due gruppi: 211 soggetti a cui è stato chiesto di usare l’App e 213 persone che invece hanno fatto ricorso allo screening tradizionale. Obiettivo: dimostrare l’equivalenza tra il monitoraggio attraverso l’App «Clicca il Neo» e il controllo tradizionale, evidenziando, in particolare, il vantaggio nell’utilizzo dell’App, più veloce e immediata, poiché non comporta la necessità di prendere appuntamenti né di affrontare spostamenti.

Con l’App «Clicca il Neo», infatti, è possibile realizzare l’auto esame della pelle semplicemente scaricando l’applicazione sul proprio smartphone, scattando una foto di macchie o lesioni sospette e inviando l’immagine direttamente all’esperto che nel più breve tempo possibile invierà la risposta. Lo studio che coinvolge l’ATS, nella sua fase di sperimentazione, avrà una durata prevista di 3 anni. Per realizzarlo al meglio, presso l’ATS di Bergamo sono stati costituiti degli ambulatori dedicati con personale infermieristico ad hoc. « Il valore della prevenzione – spiega la dott.ssa Mara Azzi direttore generale di Ats Bergamo – è la differenza tra quello che si spenderebbe in caso di diagnosi tardiva, al netto della sofferenza che provoca al paziente che è il vero valore della prevenzione. La diagnosi precoce, nell’ipotesi migliore che non ci siano melanomi, quando la lesione è sospetta viene asportata con intervento poco invasivo in day hospital e esame istologica, costa da 1.000 a 1500 euro. Al contrario, in caso di diagnosi tardiva, quando il melanoma è già in stato avanzato, si parla di costi per le cure chemioterapiche e assistenza di costi che arrivano a 200 mila euro all’anno. Tra tutte le malattie cutanee, il melanoma rappresenta una delle cause principali di mortalità, con un’incidenza crescente di anno in anno, ma gli interventi di educazione e screening possono costituire un mezzo fondamentale di prevenzione e diagnosi precoce. Per questo credo molto in “Clicca il Neo”, progetto che con la sperimentazione condotta in Ats ha dimostrato come le nuove tecnologie degli smartphone possano essere impiegate per documentare le problematiche cutanee e, in particolare, l’insorgenza o sviluppo di neoformazioni sospette. Tutto questo, unito alle potenzialità della rete, permette una rapida valutazione da parte dello specialista riducendo le liste d’attesa e indirizzando i pazienti più a rischio alla visita specialistica» – ha aggiunto la dott.ssa Mara Azzi.

Clicca il neoDuplice il valore del progetto che mira a favorire la diagnosi precoce, a valutare quali interventi educativi possono essere definiti al fine di orientare adeguatamente l’identificazione di lesioni a più alto rischio tra le varie presenti sulla pelle. Inoltre, si potranno analizzare quali siano i fattori demografici e culturali che inducono un soggetto a usufruire del servizio. «Dai dati preliminari, raccolti attraverso i servizi già disponibili, in fase pilota, sui siti www.cliccailneo.it e www.centrostudigised.it, si è stimata una prevalenza di lesioni meritevoli di ulteriore valutazione con esame diretto intorno al 10% nel campione di soggetti che si affidano alla teledermatologia. La classificazione, online e specialistica, si basa su tre possibili risultati: lesione non a rischio, sospetta o altamente sospetta. Per tutte le lesioni classificate come sospette o altamente sospette viene consigliata una visita di conferma specialistica e l’eventuale asportazione chirurgica. – ha chiarito dott. Luigi Naldi, coordinatore del progetto “Clicca il Neo”, aggiungendo – Sono convinto che questo progetto, nato dalla volontà di semplificare il meccanismo della prevenzione, potrà dimostrare di essere efficace e spero possa coinvolgere una platea di soggetti sempre più vasta e sempre più determinata a prendersi cura della propria salute».

Attraverso l’App sarà data la possibilità al pubblico di inviare immagini di lesioni sospette tramite la App o il collegamento al sito www.cliccailneo.it insieme ad altre informazioni generali utili per inquadrare il tipo di lesione. Ai primi 350 soggetti che utilizzeranno il servizio sarà proposta una valutazione clinica diretta e gratuita dell’intera superficie cutanea da parte di uno specialista. La visita avverrà in cieco rispetto alla valutazione online e avrà lo scopo di studiare l’efficienza della ricerca di lesioni sospette da parte del soggetto e l’accuratezza del sistema di tele-dermatologia rispetto alla visita specialistica diretta. Tale progetto prevede il coinvolgimento della Unità di Dermatologia della ASST-Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e un supporto da parte della Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

Maggiori info:

http://legatumoribg.it/blog/2016/01/07/progetto-clicca-il-neo/

http://www.centrostudigised.it/clicca_il_neo.html

 


La bellezza nell’era dei selfie, a Sarnico una serata con la psicologa

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L’ossessione per l’immagine può minacciare il benessere psicofisico. Ecco perché può essere utile saperne di più.

“Psicologia della bellezza: l’importanza dell’immagine nell’epoca dei selfie” è il titolo della conferenza gratuita e aperta a tutti in programma giovedì 23 febbraio all’auditorium comunale di Sarnico (via Roma, 54) dalle 20.45 alle 21.45, nella quale si affronteranno le tematiche di bellezza e immagine come condizionamenti del corpo, inteso non solo come identità biologica, ma soprattutto come fenomeno socio-culturale.

«Oggi, in un’epoca di rapidi cambiamenti e sempre più attenta all’apparire – spiega Beatrice Bellini, psicoterapeuta relatrice dell’incontro -, si è sempre più condizionati dall’immagine. L’impatto che la bellezza fisica ha sulla nostra vita, spinge molte persone a spendere numerose energie e denaro per la ricerca di un aspetto fisico più gradevole. Le forme corporee, infatti, sono la conseguenza di un modello estetico, che regolamenta i modelli di corpo accettabili e che condiziona i nostri comportamenti. Il risultato è che la società contemporanea è ossessionata dall’immagine, al punto da cancellare la varietà dei corpi, replicando un unico e univoco ideale estetico».

L’evento ha il patrocinio del Comune di Sarnico.