Agenti di commercio, webinar il 17 marzo su pensione e dimissioni

I consulenti legali Fnaarc chiariranno tutti gli aspetti legati all’uscita dal mondo del lavoro per gli agenti

La pensione e le dimissioni dell’agente di commercio sono al centro del webinar gratuito organizzato da Fnaarc per gli associati. L’incontro, in programma venerdì 17 marzo dalle 13.30 alle 14.30 via Zoom, approfondisce il tema con i consulenti legali Fnaarc Agostino Petriello e Paolo Petriello. I due avvocati chiariranno tutti gli aspetti legati all’uscita lavorativa, dai presupposti per il pensionamento all’ impatto a seconda della forma giuridica dell’agente, al  diritto alle indennità di fine rapporto.
Per iscriversi è necessario inviare una email a fnaarc.bergamo@ascombg.it  o telefonare a Carlo Garzetta, segretario del Gruppo Agenti di Commercio Ascom Confcommercio Bergamo: 035.4120175, entro le 13.00 di giovedì 16 marzo. Seguirà l’invio del link di accesso al webinar a tutti i partecipanti.

 


Indennizzo per chi cessa l’attività commerciale, assistenza in Ascom

Enasco Per chi cessa definitivamente l’attività commerciale e resta in attesa della pensione, si chiuderà quest’anno la possibilità di ottenere un indennizzo pari a 502 euro mensili. Il beneficio, già previsto dal 1996 e di cui i commercianti hanno potuto usufruire fino al 31 dicembre 2011, è stato ripristinato con la legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013, comma 490).

Un atto fortemente voluto dalla Confcommercio, vista la persistente crisi del settore. La prestazione funziona come un ammortizzatore sociale, per accompagnare fino alla pensione coloro che lasciano definitivamente l’attività.

L’opportunità è stata nuovamente prevista fino al 31 dicembre 2016 e le istanze possono presentarsi fino al 31 gennaio 2017. Non è assistenza a carico dello Stato, ma autogestione. La concessione dell’indennizzo viene finanziata – fino al 31 dicembre 2018 – con la maggiorazione dello 0,09% dell’aliquota contributiva prevista per i commercianti in attività iscritti all’Inps.

Destinatari

Sono tutti coloro che esercitano, titolari o collaboratori, l’attività commerciale al minuto in sede fissa o ambulante, i gestori di bar e ristoranti, gli agenti e rappresentanti di commercio.

Requisiti e condizioni

È necessario che gli interessati che hanno cessato o cesseranno l’attività entro il 31 dicembre 2016, abbiano più di 62 anni di età, se uomini, o più di 57 anni, se donne, e vantino un’iscrizione al momento della cessazione dell’attività per almeno 5 anni, in qualità di titolari o collaboratori, nella gestione degli esercenti attività commerciali istituita presso l’Inps.

Sono necessari inoltre:

  • la cessazione definitiva dell’attività;
  • la riconsegna dell’autorizzazione per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande (nel caso in cui quest’ultima sia esercitata con l’attività di commercio al minuto);
  • la cancellazione del titolare dell’attività dal Registro delle Imprese;
  • la cancellazione del titolare dal Registro degli Esercenti il Commercio per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;
  • la cancellazione dal ruolo provinciale degli Agenti e Rappresentanti di Commercio.
Incompatibilità del beneficio

L’indennizzo è incompatibile con attività di lavoro autonomo o subordinato e la corresponsione del beneficio termina dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sia stata ripresa l’attività lavorativa, dipendente o autonoma. Il beneficiario deve comunicare all’Inps la ripresa dell’attività entro 30 giorni dal suo verificarsi. A sua volta l’Inps deve effettuare i controlli sul rispetto della norma.

Misura, durata e modalità di erogazione

L’indennizzo compete dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e fino al momento in cui si potrà percepire la pensione di vecchiaia. Ciò significa che, rispetto al passato, l’indennizzo avrà una durata superiore ai tre anni, visto che l’assegno viene erogato fino al momento di compimento della nuova età pensionabile, adeguata agli incrementi della speranza di vita (vedi riquadro).

L’importo – pari quest’anno a 502 euro mensili – è identico al trattamento minimo di pensione concesso dall’Inps ai commercianti iscritti alla gestione.

L’Istituto ritiene che la titolarità di un trattamento pensionistico non impedisca la concessione dell’indennizzo. In una situazione del genere potrebbero trovarsi i titolari di assegno di invalidità, di pensione di anzianità, nonché le vedove ed i vedovi che hanno una rendita di reversibilità.

Per ottenere la prestazione occorre inoltrare all’Inps un’apposita domanda. I periodi in cui viene riscosso l’assegno si considerano come lavorati ai fini della pensione. Attenzione però: la contribuzione figurativa si somma a quella di lavoro solo per raggiungere il diritto, in quanto lo scopo della prestazione è di evitare che il commerciante con pochi versamenti possa restare senza reddito e pensione.

La domanda, per “nuovi” e “vecchi” commercianti

La legge di stabilità 2014 non ha solo riattivato l’incentivo per chi matura i requisiti e le condizioni dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2016; ha pure riaperto i termini per le “vecchie” chiusure, ossia per quelle avvenute entro il 31 dicembre 2011 da parte di coloro che hanno maturato i requisiti tra il 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2011.

Pertanto, attualmente può presentare domanda di indennizzo:

  • chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2016;
  • chi, pur avendo maturato i requisiti nel periodo dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2011, non aveva presentato domanda o gli era stata rigettata perché presentata oltre il termine ultimo (era fissato al 31 gennaio 2012).

L’Inps ha precisato che, in ogni caso (ai “nuovi” e/o ai “vecchi”), la decorrenza dell’indennizzo non può essere antecedente al 1° febbraio 2014, primo giorno del mese successivo all’entrata in vigore della legge e, comunque, l’indennizzo viene concesso dal 1° giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

Gli uffici del Patronato 50&Più Enasco di Bergamo sono a disposizione per la verifica dei requisiti, la predisposizione della domanda e all’inoltro all’Inps. Via Borgo Palazzo, 133 – tel. 035 4120302


Agenti di commercio verso le elezioni, si presenta la lista “Insieme per Enasarco”

agente_di_comme.jpgAgenti, rappresentanti di commercio e ditte mandanti saranno chiamati quest’anno per la prima volta a scegliere direttamente i nuovi organi di vertice dell’Enasarco, la Fondazione per la previdenza e l’assistenza integrativa, che ogni anno eroga oltre 100mila pensioni e 70mila liquidazioni.

La novità va nella direzione di una partecipazione più democratica (in precedenza le designazioni dei delegati erano affidate ai sindacati di categoria) e di una maggiore trasparenza dell’ente, che passa anche da una più precisa definizione delle competenze e dei requisiti dei vertici e da una rinnovata gestione degli investimenti e del patrimonio.

Le elezioni per la costituzione dell’Assemblea dei delegati si svolgeranno da venerdì 1 aprile a giovedì 14 con votazione on line. L’Assemblea dei delegati eleggerà il nuovo Consiglio di Amministrazione.

In vista dell’appuntamento elettorale, sabato 23 gennaio alle ore 10 nella sede di UniAscom Confcommercio di Varese, si terrà la presentazione della lista “Insieme per Enasarco”, la grande coalizione che riunisce le principali rappresentanze degli Agenti di Commercio e delle Imprese mandanti.

Forti della vasta diffusione territoriale e della varietà delle attività imprenditoriali e professionali rappresentate, le due liste “Agenti per Enasarco” e “Imprese per Enasarco” hanno scelto di candidarsi con un unico progetto condiviso, la lista “Insieme per Enasarco”, che riunisce le principali organizzazioni di categoria di agenti e promotori (Fnaarc, Usarci, Fiarc, Anasf e FISASCAT-Cisl) e gode dell’appoggio di Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative.

Rilanciare l’attività di Enasarco sul territorio all’insegna della trasparenza e dell’efficienza gestionale e finanziaria, per far tornare protagonisti gli agenti e le imprese: sono questi gli obiettivi della coalizione che presenterà alle urne 81 candidati (54 scelti tra gli agenti e 27 in rappresentanza delle ditte mandanti) che provengono da ogni parte d’Italia.


Bergamo, il 40% degli assegni pensionistici è sui 600 euro

Inps pensione cartelle previdenziali istituto nazionale previdenza socialeIn Italia, 4 pensionati su 10 percepiscono un reddito mensile inferiore ai 1000 euro. Si tratta del 42,5% dei pensionati italiani, ovvero 6,5 milioni di persone. Il dato è stato pubblicato nel bilancio sociale 2014 dell’Inps, secondo il quale ci sono anche quasi 2 milioni di pensionati (che corrispondono al 12,1%) con assegni previdenziali inferiori ai 500 euro.

Nella “ricca” Bergamo il quadro non si scosta di molto. Qui la media parla del 39, 81% di pensionati che vivrebbero con assegni da 629.08 euro, se si conteggiano i possessori di pensioni di invalidità, superstite, assegno sociale e invalidità civile. Ma non c’è molto da rallegrarsi neppure analizzando soltanto le pensioni di vecchiaia, tra l’altro quasi tutte ancora maturate prima della “Fornero”.

In città ci sono 21.276 pensionati che percepiscono, in media, assegni da 1.308 euro (le donne, 10.487, ne prendono in media 749,77). Questo è il quadro che emerge dalla ricerca periodica che la sezione cittadina della Fnp Cisl compie da qualche anno, per scandagliare il “pianeta pensioni”. “Sono numeri che ci dicono che molti pensionati arrivano con difficoltà alla fine del mese – dice Roberto Corona, segretario della sezione Bergamo -. Sembra che il nostro sistema previdenziale non riesca a fornire un assegno minimo dignitoso”. Analizzando i dati pensionistici rilevati dall’Osservatorio dell’INPS, sui quali Fnp Bergamo compie le sue ricerche, emerge tra l’altro che il numero di pensionati in regime di “anzianità” è in netta diminuzione: solo a Bergamo città, in un anno, sono diminuiti di 543 unità i pensionati tra i 55 e i 64 anni, “segno che la Fornero inizia a mietere vittime, rimandando sensibilmente il pensionamento dei lavoratori che ne avrebbero avuto il diritto”.

Con questa “manovra”, l’Inps a Bergamo avrebbe risparmiato 779.566 euro, “ma la lettura di questo dato non deve trarre in inganno – continua Corona – , perché il dato finale sull’erogazione delle pensioni in città è aumentato, per via dell’innalzamento delle richieste di pensioni sociali, del superstite e di quelle per invalidi civili”. “Questo spostamento della spesa pensionistica nella nostra città – prosegue Corona – ci deve far riflettere su come affrontare sin d’ora il problema. La città sta invecchiando, non c’è ricambio generazionale, siamo sotto il livello demografico auspicato ed invecchiando le persone hanno sempre più bisogno di assistenza e di un modello di vita diverso dall’oggi.

I problemi sono e saranno sempre più complessi. Vanno dalla sanità, al sociale, all’assistenza, ad un modello di vita della città diversa, dalla casa alla mobilità, all’ ambiente, all’ecologia, a rapporti di relazioni dove la nostra società deve modificarsi”. A tre anni dall’entrata in vigore della riforma pensioni Monti-Fornero, dunque, è tempo di fare un bilancio sugli effetti e sull’efficacia di un provvedimento che una sera del dicembre 2011 ha stravolto la vita di migliaia di persone e che in prima battuta era apparso, o almeno era stato presentato, come la riforma definitiva. “Con la riforma Fornero, le nuove pensioni non solo hanno posticipato l’uscita, ma il reddito pensionistico è diminuito per via della riforma stessa. Restando così le cose, chi sosterrà la spesa sociale di questo cambiamento di vita? Una cosa noi pensionati non vogliamo; che il tutto ricada per l’ennesima volta sulla testa delle giovani generazioni. Dobbiamo con coraggio affrontare il problema – conclude il segretario della sezione Fnp della città -, condividendo con i soggetti responsabili percorsi di solidarietà atti a garantire soprattutto ai più deboli stili di vita dignitosi”.