Ecco “Sit Down”, la cena che fa bene a tutti. Ai tavoli sei ragazzi disabili

Sit DownSembra di essere sul set di “Hotel a sei stelle”, la docu-fiction trasmessa da Rai 3 che racconta l’esperienza lavorativa di sei ragazzi speciali affetti dalla sindrome di Down e altre disabilità intellettive. La differenza è che, questa volta, l’opportunità professionale è offerta sul campo da Maté, il risto-market di Treviglio. L’iniziativa, che ha debuttato il 10 novembre ed è l’unica nel territorio bergamasco, si chiama “Sit Down”, la cena che fa bene a tutti. E, in effetti, fa riflettere i clienti del locale, abbatte luoghi comuni e pregiudizi sulla diversità, ponendo attraverso il cibo l’attenzione sulle tematiche sociali. E aiuta chi, essendo in condizioni svantaggiate, si scontra con un muro, l’impossibilità effettiva di entrare nel mondo del lavoro. I sei nuovi camerieri provengono dalle cooperative Insieme di Treviglio e Fili intrecciati FA di Brignano.  Per tutti è la prima esperienza in un luogo pubblico. Anche se all’apparenza appaiono sicuri, in realtà l’emozione è tanta.Sit Down 3

C’è Simone, il più grande con i suoi 33 anni, da Misano. “Mi sono sempre dato da fare con lavori di meccanica, ma ora mi diverto, sono in compagnia e sto bene”, dice sorridente. Ylenia, 22 anni, vive a Treviglio. “Paura di sbagliare? Certo ce l’ho, ma può capitare a chiunque – dice -. Qui non si scherza, facciamo sul serio”. I loro compagni sono Paolo, 28 anni, di Cascine San Pietro, Roberta, 30 anni, di Treviglio, Alice, 27, di Ghisalba. E Marco, 21, di Romano, che nella sala affollata ha letto il discorso che aveva preparato: “So portare i bicchieri e le portate, so apparecchiare, sistemare coltelli e forchette, disfare la tavola. Sono contento, ma non mi basta perché voglio  migliorarmi – afferma commosso -. Prometto che farò del mio meglio, ci impegneremo tutti”.Sit Down 2

I ragazzi non improvvisano: si sono preparati seguendo per due mesi il corso di operatore di sala  all’Abf di Treviglio. Al loro primo giorno in un vero ristorante, si sono presentati in modo professionale con indosso la divisa, alcuni servendo dietro al bancone riso, affettati, focacce, antipasti, cous cous, altri dandosi da fare soddisfacendo i clienti ai tavoli. L’appuntamento continua ogni martedì, dalle 18.30 a mezzanotte, e vedrà impegnati a turno un paio di ragazzi, che saranno pagati per le ore di servizio prestate grazie a un contratto come tirocinanti. Importante la collaborazione con le due cooperative, dal momento che i neo camerieri saranno seguiti passo a passo dagli educatori. “Il nostro gruppo è nato nel 1979. Da allora ci sono stati tanti progressi grazie a iniziative fuori dall’ordinario che usano diversi linguaggi, come il coro, il teatro. Siamo stati scelti anche come maestri di giardinaggio a Cervia, ora abbiamo colto con entusiasmo questa nuova opportunità che accresce l’autostima dei nostri ragazzi” – commenta Armando Ambivero, che presiede la cooperativa trevigliese. L’attività sarà impegnativa e gratificante. “Daranno una lezione di efficienza e caparbietà perché il cibo è portatore sano di convivialità”, commenta Giuliano Mattavelli, socio di Matè.

 


“in dispArte”, ecco il locale che mixa cibo e cultura

Inaugurato “in dispArte”, un luogo di incontro a Bergamo, in pieno centro. Un locale per fare arte e cultura, in via Madonna della Neve 3, promosso da Cristian Sonzogni e Natale Malena.

Vi si possono trovare mostre di pittura, fotografia, musica e teatro, ma anche una biblioteca con duemila volumi selezionati per portare alla luce titoli e autori che meritano di essere letti.

L’intenzione dei titolari è quella di far vedere che anche a Bergamo c’è un luogo dove poter trovare un gruppo di persone capace di esprimere talento ed emozione, senza l’assillo del business. “Sì perché in dispArte – affermano Malena e Sonzogni – nasce così: per dare modo a chi abbia qualcosa da dire di farlo notare attraverso la forma d’arte che meglio gli si confà. Per far sì che i nostri tesori non restino nascosti”.

In dispArte è però anche bar (già attivo) e ristorante (a partire dalla fine di novembre, affidato allo chef Stefano Asperti), con apertura dalle 7 alle 2 di notte, senza giorno di riposo.

Seicento metri quadrati divisi in due: da una parte, il ristorante che punta sulla semplicità e su prodotti di qualità, provenienti da tutta Italia e da altri Paesi, spiegati e raccontati ai clienti nei dettagli; dall’altra, un’area espositiva e un’area eventi per musica (ogni sabato), teatro (ogni venerdì), interviste e convegni (ogni domenica).

Poi, la rivista: un mensile già attivo da settembre, con arte e cultura in primo piano. E un obiettivo: portare a galla ciò che sta un po’ nascosto, ma che ha qualità importanti e nulla da invidiare a ciò che è più popolare. Musica, teatro, cinema, letteratura, e qualsiasi altra cosa possa essere classificata come arte o cultura.

http://indisparte.com/


A Treviglio il ristomarket che fa cucinare il cliente

Matè come Madre terra è il nuovo ristomarket di Treviglio che trasforma il cibo in esperienza di vita. Per la prima volta, nella Bergamasca sbarca una formula innovativa: oltre alla forte attenzione alle intolleranze, i prodotti possono essere acquistati nella bottega del locale e cucinati dallo stesso cliente nell’area “You cook”.

Alla base del progetto c’è una filosofia salutistica, concetti come la nutraceutica e la nutrigenomica che spingono a consumare alimenti che ci fanno stare meglio e, in alcuni casi, ci aiutano a guarire. «Nei  prossimi anni, la scienza riuscirà a mappare il genoma del cliente ottenendo informazioni preziose per fargli assumere ciò di cui necessita», spiega Fabio Duca della società Treverde che ha ottenuto lo spazio nell’ex Upim dopo essersi aggiudicata il bando comunale. Per rifornire il locale è nata la cooperativa agricola Cascine nelle terre di ghiaia con una decina di soci tra Arzago, Pandino, Treviglio e Pontirolo. I loro prodotti sono in vendita, dalle 8 alle 20, nella bottega. Si possono trovare carne bovina romagnola e marchigiana, pasta fresca, verze, patate e la zucca dalla buccia verde scura, oltre a valeriana, soncino e lattuga garantiti dalle estese serre.

Dopo aver fatto la spesa il cliente può decidere di cucinare per 14 suoi ospiti nell’area show cooking: al centro ci sono i fornelli, attorno i commensali che assistono alla preparazione. Si può provare l’esperienza affiancati da uno chef dell’Abf di Castel Rozzone oppure delegare al cuoco ogni mansione. Lo chef di Maté è Roberto Raimondi. Scegliendo dal menù su tablet si possono gustare le sue prelibatezze, le torte e i pasticcini di carne di Gio Fenili, il gelato fior di mucca ottenuto da latte appena munto, la birra prodotta da Heineken a Comun Nuovo, non pastorizzata e con solo 4,8 gradi o scegliere tra 25 etichette del distributore piemontese Vino libero. A metà novembre comincerà la lezione alimentare “Bella bimbi”, il sabato e la domenica a pranzo. I ragazzi, sempre più bombardati da spot di merendine, avranno davanti a loro un buffet ricco di tentazioni: chi sceglierà le combinazioni più bilanciate sarà premiato. Il 10 novembre debutta “Sit Down”: ogni martedì, alcuni bambini si trasformeranno in camerieri per far riflettere sulla loro patologia. I posti sono 115 all’interno, altrettanti fuori d’estate. Prezzi per tutte le tasche, dai 9 ai 15 euro a pranzo fino ai 45 per la cena.


Gustando Sel…Vino, tour in 24 locali tra etichette del territorio e menù tipici

Sono 24 i locali dell’altopiano di Selvino Aviatico – tra ristoranti, pizzerie, alberghi, gastronomie, pub e bar – che sabato 24 e domenica 25 ottobre partecipano a “Gustando SelVino”, seconda edizione della rassegna gastronomica che fa assaggiare le diverse proposte a prezzi speciali.

Organizzato dal comitato turistico, in collaborazione con il Comune di Selvino e di Aviatico, il percorso prevede menù tipici, ma anche aperitivi, taglieri, piatti take away, colazioni e pacchetti con pernottamento, senza dimenticare le offerte per i bambini.

La novità di quest’anno è la “Card degustazione”, che al prezzo di 10 euro permette di degustare 10 vini del territorio nelle insegne che segnalano l’adesione al circuito. La card si può utilizzare sia sabato sia domenica e permette di usufruire anche del servizio gratuito di bus navetta, messo a disposizione il sabato dalle 15 alle 23 e per tutta la giornata di domenica. Si può acquistare nelle postazioni di piazza Europa, piazza del Comune e al Monte Purito.

Gustando SelVino vuole vivacizzare la località turistica anche fuori stagione, per questo si accompagna a bancarelle di dolci, crepes e frittelle, zucchero filato, aziende vinicole e agriturismi, presenti sulle principali piazze del paese, musica e intrattenimento. Il sabato pomeriggio sarà dedicato, in particolare, ai più piccoli. Nella piazza del Comune ci saranno “Enjoy the Summer”, tanta animazione, il truccabimbi e baby dance finale per tutti verso le ore 18. Sabato sera, alle ore 22,30 nella Sala Congressi sarà invece offerto gratuitamente il concerto tributo ai Pink Floyd della band Shine On Project di Bergamo, mentre domenica mattina in piazza Europa si esibiranno i Mismountainboys.


Al Carroponte si aggiudica il titolo di locale “Radioso”

A un mese dal brindisi per il primo anno dall’apertura, Al Carroponte di Bergamo festeggia il riconoscimento come Locale “Radioso” 2016, attribuito dal “Taccuino dei Ristoranti d’Italia 2016”, la guida alle migliori soste italiane secondo Marco Gatti e Paolo Massobrio. La premiazione è avvenuta nel corso della manifestazione Golosaria 2015, decima rassegna di cultura e gusto del Club di Papillon, tenutasi a Milano dal 17 al 19 ottobre scorsi. Già lo scorso anno, nel corso dell’edizione 2014 di Golosaria, l’enoteca-bistrò di via De Amicis, a Bergamo, aveva guadagnato il “Faccino Radioso” e il premio come “Osteria del futuro”, a conferma della vocazione innovativa che anima il ristorante. Al Carroponte è infatti un locale versatile, dove è possibile apprezzare fino a tarda ora una creativa e gustosa offerta enogastronomica proposta dal patron Oscar Mazzoleni, dallo chef Alan Foglieni e da tutto lo staff.


Voci del Mare, 25 anni di ristorazione “formato famiglia”

Di certo non mancavano né il coraggio né la fiducia ai fratelli Maria Cristina e Vincenzo Amato anche loro provenienti da Tramonti, sulla Costiera amalfitana, in provincia di Salerno, comune che ha dato a Bergamo e provincia un numero consistente di cuochi ma soprattutto di pizzaioli e almeno una ventina di locali.

Avevano infatti rispettivamente 20 e 21 anni nel 1990 quando hanno aperto in città, in via San Bernardino 106, il ristorante pizzeria le Voci del Mare. La famiglia, non solo in senso metaforico, si è poi ben presto allargata. Sono infatti arrivate due sorelle gemelle, Lucia e Lina, e i “fondatori” si sono sposati con l’inserimento quindi della moglie di Vincenzo, Luisa, e del marito di Maria Cristina, Beppe a completare la squadra.

«Siamo qui ormai da 25 anni – racconta Maria Cristina – e di strada ne abbiamo fatta conquistandoci quella che per noi è ormai una clientela tradizionale. In effetti non siamo partiti alla cieca visto che sia io, in cucina, sia mio fratello come pizzaiolo avevamo già una discreta esperienza anche in provincia di Bergamo, avendo iniziato a lavorare all’età di 14 anni. Che piatti preparo? Cucino così come piace mangiare a me: tradizionale, sano, genuino e abbondante, non mi piacciono le miniporzioni anche se mantenere il prezzo basso è difficile».

voci del mare - salaIl locale è ampio, circa 200 coperti, e all’inizio del nuovo anno verranno ristrutturati sia l’ambiente sia l’arredamento. Per la sua capienza le Voci del Mare si presta anche a banchetti e cerimonie con un costo massimo di 30 euro a testa (dieci per i bambini) per menù che comprendono dall’antipasto al dolce. Un altro punto di forza del ristorante è il servizio a domicilio, mezzogiorno e sera, senza maggiorazione di prezzo sia per le pizze sia per i piatti di cucina: si fissa l’orario e il menù arriva tutto a casa o al lavoro puntuale, posate comprese.

«Per il menù di mezzogiorno abbiamo una clientela pressoché fissa anche se ci sono delle oscillazioni stagionali – rileva la titolare -. Alla sera abbiamo invece soprattutto famiglie, che possiamo dire ci seguono da anni, si sono affezionate. Proprio perché questo è il nostro bacino principale la nostra cura sta nel proporre anche i menù baby a 3 euro e pizza baby a 2,50 euro».

E se la pizza è senz’altro il piatto più gettonato non mancano spunti interessanti anche dalla carta. L’antipasto imperiale propone cozze, frutti di mare, vongole, gamberetti e spada affumicato oppure c’è il fritto campano con crocchette, olive ascolane e verdure pastellate ed anche il tris di affumicati: spada, salmone e tonno. Per rispetto alla tradizione locale non mancano i casoncelli alla bergamasca ma il richiamo del mare è fortissimo ed esercitato, ad esempio, dagli scialatielli alle vongole e pomodorini o dalla pasta al cartoccio con i frutti di mare o ancora dai tagliolini al nero di seppia.

Classica la lista per quanto riguarda i secondi piatti di pesce con grigliata mista, fritto misto, orata e pesce spada. Buona anche la presenza di carne con costate, bistecche e i filetti mentre la cotoletta alla milanese, gigante, oltre che alla maniera classica, viene servita con cinque farciture diverse. I dolci sono torte fatte in casa.

E per chiudere con un sorriso alla cassa troverete una sorpresa. Per una spesa superiore a 15 euro vi sarà consegnato una specie di “gratta e vinci” con la differenza che alle Voci del Mare si vince sempre: si va da una bibita in lattina a uno sconto del 10% sul conto.

LA PROVA

A mezzogiorno proposte per tutte le tasche

È ancora fermo ai 10 euro il prezzo menù di mezzogiorno completo a le Voci del mare. Ci sono poi altre combinazioni che prevedono 6 euro per il solo primo piatto, 8 per il secondo con contorno. Altre soluzioni prevedono a 10 euro il menù insalatona e il menù pizza, 8 per il panino-pizza farcito a scelta con insalata, salumi, formaggi o tonno. Infine per la costata di manzo o il fritto misto con contorno il costo è di 18 euro. Tutti i menù comprendono acqua, vino o altra bevanda e caffè.

Il nostro obiettivo è, come sempre, testare il menù completo che nell’occasione prevedeva: pasta alla carbonara, alla siciliana e al pomodoro tra i primi mentre tra i secondi piatti si poteva scegliere tra il vitello tonnato, i pesciolini fritti e il prosciutto cotto ai ferri. Contorni: patatine fritte, insalata e verdure cotte.

Buoni i tagliolini alla carbonara, stuzzicanti i pesciolini fritti, per altro gettonatissimi, il tutto completato da un buon piatto di verdure cotte. Per dieci euro, in tutta onestà, difficile pretendere di più, un rapporto qualità-prezzo decisamente soddisfacente.

Voci del Mare
via San Bernardino, 106
Bergamo
tel. 035 314849
chiuso il lunedì
www.vocidelmare.it

 


“PiattoForte”, a Dalmine cene con spettacolo in sette locali

PiattoForte - DalminePrende il via giovedì 15 ottobre e si concluderà il 26 novembre l’ottava edizione di PiattoForte, l’itinerario cultural-gastronomico nato dalla collaborazione tra gli assessorati alla Cultura e al Commercio del Comune di Dalmine e i ristoratori del territorio, che propongono cene speciali in accompagnamento a musica e performace. Sette serate all’insegna del gusto e dell’arte, dell’incontro e della convivialità propri della cultura mediterranea.

«Da sempre infatti – spiega l’assessore alla Cultura Paolo Cavalieri – il cibo è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, un’occasione di contatto non solo fra persone ma anche fra idee, culture, modi di vivere e di pensare differenti. In poche parole: un’occasione per allargare i propri orizzonti».

«La rassegna – illustra l’assessore al Commercio Ciro Napoletano – rientra quest’anno nel circuito enogastronomico “Magna Brembo Bevi Colli”, promosso dal Dat del Brembo e dei Colli di Bergamo e finalizzato all’incentivazione dell’attrattività integrata tra turismo e commercio. Speriamo così che un numero sempre maggiore di persone possa toccare con mano l’ospitalità dei ristoranti dalminesi e gustare le loro eccellenze culinarie, trascorrendo una serata diversa in compagnia di musica e intrattenimento».

Si parte al ristorante pizzeria Al Faro con una selezione dei migliori brani di musica italiana eseguiti da “Alessandra”. Il programma prevede poi altri eventi capaci di soddisfare tutti i palati: dal jazz al folk, dal piano bar alla musica leggera, senza dimenticare la pittura e la prestidigitazione.

Il prezzo del menù è di 23 euro e la prenotazione è consigliata. Per informazioni contattare l’Ufficio Cultura allo 035 564952 – e-mail cultura@comune.dalmine.bg.it –www.dalminecultura.bg.it.

IL PROGRAMMA

15 ottobre

Ristorante Pizzeria “Al Faro”
“Alessandra” – la più bella musica italiana

22 ottobre

Osteria “Numerosette” – tipica cucina romana
“No Rewind” – il meglio della musica leggera italiana e della musica popolare romana

29 ottobre

Trattoria “L’Infinito”
“Matteo Tiraboschi” – buon gusto e piano bar

5 novembre

Trattoria “Sole”
“Dalmine Folk” – musica popolare

12 novembre

Trattoria “Il Carroccio”
“Mago Gigi” – magia e prestidigitazione

19 novembre

Ristorante “Binomio”
“Rudy Leonardo Locatelli” – concerto per pianoforte

26 novembre

Ristorante Pizzeria “L’Anonimo”
“World Latin Jazz” – quintetto jazz

 


Osterie Slow Food, a Bergamo confermate due “Chiocciole”

un piatto della Trattoria Dentella di Bracca

 

Ha debuttato al Cheese di Bra (Cn) l’edizione 2016 della guida Osterie d’Italia di Slow Food, il volume che racconta la ristorazione italiana di tradizione e di territorio, giunto alla 26esima edizione.

Nella lista delle “Chiocciole”, simbolo attribuito ai locali in particolare sintonia con la filosofia Slow Food per ambiente, cucina e accoglienza, assegnato in totale a 250 insegne, Bergamo ottiene due conferme. Il riconoscimento è infatti andato ancora una volta alla Trattoria Dentella di Bracca e all’Osteria Burligo di Palazzago.

Nella sezione “Formaggi” che raccoglie i locali con un’ottima selezione di prodotti caseari la segnalazione è di nuovo per Dentella, mentre al capitolo “Bottiglie”, che rimarca la presenza di una bella proposta di vini, all’Osteria Burligo si aggiungono il ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo e l’Osteria Al Gigianca di via Broseta a Bergamo.

Queste le anticipazioni emerse in sede di presentazione.

Rispetto al 2015, la guida segnala 146 locali in più, sopratutto in Liguria e a Venezia. Salutando la guida e gli osti presenti, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha definito le osterie «salde espressioni delle passate generazioni e delle nuove originalità dei giovani». «Noi con Osterie d’Italia – ha spiegato – ci siamo impegnati a mantenere alta l’attenzione su questo autentico modo di interpretare la ristorazione, in un momento in cui persino i grandi chef hanno capito che l’alta ristorazione non può essere tale senza la cura della materia prima, il valore aggiunto del territorio, il prezioso sapere delle conoscenze tramandate. La moda passa, una nuova scuola si può imporre, ma le buone pratiche e la cura per la qualità rimangono sempre».

«Rispetto a 25 anni fa oggi è più difficile fare la guida – hanno affermato i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni -. Non è più, infatti, solo un lavoro di ricerca, ma di vera e propria selezione per distinguere cosa è identitario e autentico e cosa non lo è».

Tra le novità, il simbolo della “Chiave” assegnata alle osterie che offrono ospitalità per la notte. Sono inoltre segnalate le osterie accessibili anche ai disabili o disponibili a preparare menù senza glutine, quelle che aderiscono al progetto Alleanza Slow Food dei cuochi, che hanno un orto di proprietà o un menù vegetariano. La selezione Scelti per voi, invece, indica i piatti più significativi della regione e le osterie in cui gustarli.

Per ampliare lo sguardo a tutto il mondo della gastronomia, sono segnalati anche bar e pasticcerie per una sosta piacevole e negozi in cui acquistare prodotti locali di qualità. C’è pure la sezione Oltre alle osterie, con locali di particolare eleganza e legati ai princìpi di Slow Food, ma il cui prezzo è troppo elevato per rientrare nella selezione delle osterie.

I numeri della guida 2016

1.707 Locali segnalati
250 Chiocciole
190 Locali del Buon Formaggio
372 Locali rinomati per i vini
513 Locali con orto di proprietà
458 Locali che propongono un menù vegetariano
282 Osterie con alloggio
146 Nuove segnalazioni rispetto all’edizione 2015
380 Collaboratori


Al Carroponte spegne la prima candelina. Il 15 settembre grande evento aperto a tutti

Al carroponteE’ festa Al Carroponte! Il ristorante eno-bistrot di via De Amicis 4, a Bergamo, spegne la prima candelina e annuncia un grande evento, aperto a tutti. L’appuntamento è per il prossimo 15 settembre. “Quella che dodici mesi fa era per noi un’ambiziosa scommessa – ammette il sommelier Oscar Mazzoleni, ideatore e guida del locale – oggi è una splendida realtà che ci regala infinite soddisfazioni. Il merito di questo successo lo devo ai clienti, allo staff e anche alla famiglia. Ecco perché ho voluto condividere con tutti questo primo traguardo”.

Martedì, dalle 19, porte aperte quindi, con l’occasione di degustare i vini di grandi produttori come Berlucchi, Ferghettina, Derbusco Cives, Colline di Sopra, Feudi San Gregorio, Conte Vistarino, Castello delle Regine e Tenuta Vinea. Tutti i produttori saranno presenti e disponibili a raccontare i loro grandi vini. Spazio anche agli amanti della birra, con lo storico birrificio Angelo Poretti. Non mancheranno inoltre i patanegra de La Fenice di Grassobbio, fedele fornitore fin dall’apertura, oltre agli ormai famosi finger food, simboli dell’anima bistrot di Al Carroponte. Infine, per concludere i festeggiamenti, alle 21.30 verrà spenta la prima candelina con relativo taglio della torta e brindisi collettivo. “Sarà l’occasione – annota Mazzoleni – per rivederci, per stare insieme, per fare festa e per ringraziare tutti del consenso ricevuto in questo primo anno”.


Nembro, chiude il ristorante “del manichino”

coq d'or- manichinoChi ha percorso almeno una volta la strada provinciale della Val Seriana non può non averlo notato. La figura di cameriere a grandezza reale in bella vista sull’angolo di un complesso immobiliare in zona San Faustino, tra Nembro e Albino.

È lo speciale testimonial scelto dal ristorante Coq d’Or quando nel 1967 i coniugi Milesi hanno aperto l’attività. Ben pettinato, elegante nella sua divisa bianca, un tempo recava un vassoio dove di volta in volta venivano esposti in bella vista i piatti che richiamavano l’attenzione sulle specialità del momento. Si avvicendavano il pollo, il fagiano, la trota, polenta e uccelli e per i bambini era un classico scommettere su quale portata sarebbe stata “servita” al momento del passaggio in auto. Con gli anni l’aggiornamento del menù è venuto meno ed è sparito anche il vassoio, ma il cameriere è rimasto un punto di riferimento, una sicurezza in un paesaggio in continuo mutamento. Per 48 anni.

Ora i titolari hanno scelto di chiudere. Lo faranno il 16 agosto. «Fortunatamente abbiamo raggiunto l’età della pensione – racconta Christian Milesi, 60 anni, che con la moglie Gabriella ha portato avanti la gestione dopo i genitori -. Certo, un po’ dispiace perché in questa attività ci sono cresciuto, ma dall’altro lato siamo contenti di prenderci finalmente un po’ di tempo per noi, cosa che non è mai stata possibile prima, per via dell’impegno col ristorante. I nostri tre figli hanno preso altre strade, è stata una decisione serena. Ora siamo alla ricerca di qualcuno che prenda in affitto i locali, ma vogliamo che sia un progetto serio, che porti in qualche misura avanti la tradizione».

Una tradizione cominciata nel ’59 quando papà e mamma Milesi, emigrati in Francia, tornarono a Nembro ed aprirono una trattoria in via Ronchetti. «Nel ’67 ci siamo trasferiti qui – spiega – e il manichino è arrivato poco dopo. Ce n’erano tre versioni, la signora, il bambino e l’uomo, abbiamo scelto quest’ultimo». Il nome del locale non lo si deve invece all’esperienza in Francia o almeno non direttamente. «È stato un cliente che veniva a mangiare il “coq au vin” a suggerire di chiamarlo Coq d’Or», ricorda.

ristorante coq d'orAi fornelli Christian ha raccolto il testimone della madre e portando avanti i piatti forti della cucina bergamasca, casoncelli, scaloppine ai funghi e poi brasati, di asino, di cavallo, di cervo, con l’immancabile polenta, oltre alle proposte più classiche della cucina italiana.

Collocato su una via di grande passaggio – fino all’apertura della superstrada Seriate-Cene -, ha rappresentato un approdo sicuro per tanti viaggiatori e per il pranzo di mezzogiorno, con clienti abituali che anche per 10 o 15 anni hanno mangiato lì tutti i giorni. E adesso che fine farà il cameriere? «Se lo vorranno, lo cederemo volentieri ai nuovi gestori – dice Milesi -, altrimenti gli farò indossare una giacca da Carabiniere e lo metterò sul terrazzo di casa nostra, abitiamo sopra il ristorante. Visto il problema della sicurezza, chissà che non serva da antifurto… – scherza -. In fondo, dopo tanti anni è venuto anche per lui il momento di cambiare mestiere!».