Ubi Banca, indagini concluse. Gli indagati sono 39. Le reazioni

La Guardia di finanza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 28 persone, tra amministratori e dirigenti pro tempore, del Gruppo quotato Ubi Banca, esponenti della controllata Ubi leasing e di due associazioni di azionisti del gruppo bancario. Tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, risultano Giovanni Bazoli, come presidente dell’associazione Ablp, l’amministratore delegato di Ubi Victor Massiah e il presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio.

L’avviso – si legge nel comunicato stampa firmato dal procuratore Walter Mapelli – è stato notificato anche ad altre 11 persone, esterne al gruppo bancario, a vario titolo in relazione alla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. La notifica dell’atto giunge al termine delle indagini avviate dalla procura della Repubblica di Bergamo nel 2014 dopo la presentazione di alcuni esposti da parte dell’Adusbef e di alcuni consiglieri di minoranza, finalizzati a verificare presunti fatti illeciti connessi alla gestione dell’istituto bancario e di Ubi Leasing”, spiega il procuratore Mapelli. I reati contestati? Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e illecita influenza sull’assemblea in relazione alla capogruppo Ubi Banca; inosservanza delle obbligazioni da parte di esponenti bancari, conflitto d’interesse e illeciti tributari in relazione a vicende riguardanti la controllata Ubi leasing.

Chi rischia il giudizio

Franco Polotti, Andrea Moltrasio, Victor Massiah, Mario Cera, Giovanni Bazoli, Francesca Bazoli, Enrico Minelli, Flavio Pizzini, Federico Manzoni, Emilio Zanetti, Giuseppe Calvi, Armando Santus, Carlo Garavaglia, Mario Mazzoleni, Pierpaolo Camadini, Italo Folonari, Giuseppe Medda, Italo Lucchini, Silvia Lucchini, Gianpiero Bertoli, Alessandro Maggi, Guido Cominotti, Alessandro Miele, Giampiero Pesenti, Giuseppe Sciarrotta, Guido Marchesi, Marco Mandelli, Gemma Maria Baglioni, Enrico Invernizzi, Antonella Bardoni, Rossano Breno, Matteo Brivio, Ettore Ongis, Angelo Ondei, Stefano Lorenzi, Giovanni D’Aloia, Marco Martelli, Marco Fermi, Francesco Morlè.

Le reazioni

“Con riferimento alla notizia dell’iscrizione di UBI Banca nel registro delle persone giuridiche indagate in relazione alla responsabilità amministrativa prevista dal decreto legislativo n. 231 del 2001 – si legge in una nota diramata dall’Istituto di credito – Ubi informa di aver appreso, solo in data odierna, della predetta iscrizione. La Banca, nel corso della lunga inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, ha sempre fornito agli inquirenti piena e trasparente collaborazione e afferma la correttezza del proprio operato e confida che in tutte le sedi giudiziarie potrà essere confermato l’avvenuto rispetto delle norme di legge e delle regole organizzative”.

“La contestazione svolta quanto al presunto ostacolo alla vigilanza – commenta Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi – non fa altro che riformulare il contenuto di un esposto della allora minoranza del Consiglio di Sorveglianza già oggetto di valutazione come mera irregolarità amministrativa da parte di Consob (peraltro contestata anche come tale e quindi oggetto di impugnativa pendente avanti  la Corte d’appello di Brescia). Si tratta comunque di una contestazione che confonde atti fondativi di Ubi banca da sempre pubblici e pienamente conosciuti, anche nella loro evoluzione, dai mercati e dall’Autorità di vigilanza bancaria, con presunti patti parasociali. Quanto alla contestazione sulla presunta illecita interferenza sulla formazione delle maggioranze assembleari, non ci si può che riportare alla sentenza del Tribunale civile di Brescia che ha riconosciuto la piena legittimità dell’assemblea del 2013 e ai numeri stessi di detta assemblea, assolutamente incontestabili quanto all’esito chiarissimo del voto liberamente espresso dai soci”.

Interviene anche Victor Massiah, consigliere delegato Ubi Banca, che afferma: “Preso atto della comunicazione della Procura di chiusura delle indagini, comunico che nei prossimi giorni verrà effettuata la lettura della documentazione depositata, nella piena convinzione di aver sempre agito in modo tale da non ostacolare le autorità di vigilanza e da non influenzare in maniera illecita l’esito di un’assemblea”.


Incidenti stradali, sale il numero di vittime in Lombardia. Milano la più pericolosa, poi Brescia e Bergamo

incidente-stradale“Un dato è estremamente preoccupante: nel 2015 i morti sulle strade lombarde sono aumentati rispetto al 2014. Nonostante l’impegno delle istituzioni e il grande lavoro di sensibilizzazione delle associazioni impegnate sul territorio, lo scorso anno abbiamo pianto 478 vittime, contro le 448 dell’anno precedente. Non stiamo parlando di numeri o statistiche, ma di vite spezzate a causa soprattutto di comportamenti scorretti alla guida”. Lo ha detto l’assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, presentando il dossier del Centro regionale di Monitoraggio della Sicurezza Stradale con i dati sull’incidentalità’ stradale riferiti al 2015. “Vanno bene i finanziamenti per le infrastrutture – ha continuato – e la Regione Lombardia ha stanziato 15 milioni di euro in tre anni per la sicurezza stradale, e le campagne informative, ma in ogni sede dobbiamo ribadire come l’utilizzo di uno smartphone alla guida, l’eccessiva velocità’ o qualsiasi disattenzione possono costare la vita”.
Nel 2015, in Lombardia, si sono registrati 32.774 incidenti stradali con lesioni alle persone, che hanno causato 478 morti e 45.203 feriti. Ogni giorno, durante il 2015, si sono verificati in media 90 incidenti stradali con lesioni a persone; sono morte 1,2 persone e 125 sono rimaste ferite. Rispetto al 2014, gli incidenti e i feriti si riducono dell’1,2 per cento, mentre le vittime aumentano del 6,7 per cento.

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Nel 2015, cosi’ come nell’anno precedente, al calo degli incidenti non e’ corrisposta una proporzionale diminuzione delle vittime. Sono stati 198 i decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, seguono i motociclisti (107 morti), i pedoni (82), i ciclisti (50), gli occupanti di autocarri e motrici (17) e di ciclomotori (9). Nel confronto con le altre regioni italiane, la Lombardia, pur contando in valore assoluto il maggior numero di incidenti, morti e feriti, presenta l’indice di mortalità più basso dopo la Liguria e si colloca al terzultimo posto per tasso di mortalità (47,8 morti ogni milione di abitanti). Nella Città metropolitana di Milano si concentra il 42,9 per cento degli incidenti; il 41,4 per cento dei feriti e il 24,5 per cento dei morti rilevati nell’intera regione Lombardia. Segue, a distanza, la provincia di Brescia (9,9 per cento di incidenti), di Bergamo (8,9 per cento), di Varese e di Monza e della Brianza (8 per cento). Nonostante l’alta concentrazione di incidenti, la Città metropolitana di Milano mostra l’indice di mortalità più basso di tutte le province lombarde (0,8 morti ogni 100 incidenti), seguita dalla provincia di Monza e della Brianza (0,9) e da Varese (1,3). La città metropolitana di Milano e la provincia di Lecco sono le uniche ad avere indici di lesività (feriti ogni 100 incidenti) inferiori alla media regionale di 137,9.

In provincia di Bergamo sono stati 2.929 gli incidenti con lesioni a persone, 8 al giorno di media. Hanno provocato la morte di 49 persone e il ferimento di altre 4.139. Rispetto al 2014, il numero di incidenti stradali e’ cresciuto del 5,7 per cento, quello dei feriti del 6,3 mentre i morti sono calati dell’11 (-6 vittime). Nel confronto Provincia/Regione per entrambi gli indicatori (indici di mortalità’ e di lesività’) la provincia di Bergamo segue l’andamento regionale.

 


Persico, anche il presidente della Repubblica condivide il post della Rassegna.it

mattarella-facebookOltre 14mila persone raggiunte su Facebook, 90 condivisioni, 216 like e decine di commenti. È un post che ha fatto numeri di tutto riguardo quello legato alla cerimonia di consegna dell’onorificenza dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” a Pierino Persico. Il social network ha dato il suo responso trasformandosi in un affidabile “barometro” capace di misurare la crescente stima che il neo Cavaliere seriano, negli anni, ha saputo attirare su di sé e sulla sua avventura imprenditoriale.

Stima condivisa anche dal Capo dello Stato, che non solo ha deciso di premiare Persico con la più alta onorificenza prevista per un imprenditore, ma ha anche voluto condividere il post della Rassegna.it sulla propria pagina Facebook “Presidente della Repubblica Sergio Matteralla”. Un piccolo gesto che ha riempito di orgoglio anche la nostra redazione. Grazie presidente Mattarella!


Cari Gorinesi, confessatelo: siete agenti della Spectre!

 

gorinoMa porca l’oca, Gorinesi, Gorinisti o come accidenti si chiamano gli abitanti di Gorino, dovevate proprio fare questa frittata? Non siete i più cattivi né i più intolleranti della Penisola, ma, certamente, siete i più fessi o, perlomeno, i più sfigati. In lungo e in largo, da Sondrio a Lampedusa, esclusi i Welschbezirke tirolesi, prefetti occhiuti e sindaci compiacenti seminano, del tutto a casaccio, migliaia di nerboruti africani sui vent’anni, muniti di telefonino e capetti alla moda, locupletando alberghi, caserme, stazioni e financo colonie religiose, e voi dovete proprio fare le barricate per un manipolo di donne e di bambini, con tanto di immancabili partorienti? Da cosa vi travestirete ad Halloween: da Erode o da Alfred Neuman? Tutta l’Italia boccheggia per un’invasione che, ormai, sta travalicando i limiti del lecito, del tollerabile e, soprattutto, del credibile: gli unici che sorridono e contano le banconote sono quelli che si ingrassano con le ricchissime prebende governative o che utilizzano gli immigrati come schiavi. La nostra Marina Militare, non accontentandosi più di andare a raccogliere gli Africani a due chilometri dalle spiagge, raccontandoci che il golfo della Sirte è nel canale di Sicilia, sta apprestando dei mezzi da sbarco anfibi, per poter raccogliere i profughi addirittura prima che diventino tali: prelevandoli direttamente sotto casa.

Ovunque, si stanno organizzando gruppi di cittadini esasperati, che non ne possono più di strade impraticabili di notte, di palpeggiamenti alle ragazze, di sporcizia, di bighelloni a zonzo, di spacciatori, di case svalutate, di immobili occupati. E voi, in questo scenario perfetto come preludio ad un’insurrezione popolare, pensate bene di rovinare tutto cacciando via donne e bambini? Ma chi ve l’ha scritto il copione, Papa Francesco? Mancava soltanto che, tra i profughi, ci fosse una famigliola di Giudei, marito falegname e moglie gravida, e il quadretto natalizio sarebbe stato completo: buoi e asini, in Italia non mancano, per fare le comparse, e abbiamo perfino un angelino, sia pure bruttarello, da mettere sopra al presepe, con il cartiglio “Gloria in excelsis deo…”. Ma dico io, neanche a farlo apposta! O l’avete fatto apposta? Dai, dite la verità, Gorinesi, Gorinisti o come vi chiamate: vi hanno pagato per allestire questa bella recita di Natale. Vi hanno promesso 500 euro per ogni immigrato respinto. Vi comprano le vongole a trentacinque euro al chilo. Quella storia della Conad che ve le rimanda indietro per il virus è solo depistaggio. Non è possibile che, su più di sessanta milioni di Italiani, di cui una buona metà imbufaliti, esasperati, ridotti alla disperazione, da un governo scellerato, gli unici che facciano le barricate per fermare i profughi vadano ad incappare in un pullman carico solo ed esclusivamente di povere donne e di minorenni. Probabilmente, l’unico pullman del genere in tutta la Penisola.

Ha ragione Alfano: questa non è l’Italia. Questo è un film. E la riprova è che la canea organizzata, i lanciapietre di regime, la fuffaglia radical-sciccosa, non aspettava altro, e ha sparato a palle incatenate. Un tiro di controbatteria che era pronto da mesi: mica si improvvisano certe battaglie. Lo ripeto: questo non è un caso di razzismo, questo è un assist di Lionel Messi. Perché l’Italia, ahimè, è quella che accetta, obtorto collo, i diktat governativi: quella che vede le frotte di nullafacenti giocare col cellulare sulle panchine e abbozza, salvo, magari, scuotere la testa o, tra le mura domestiche, lasciarsi andare alla geremiade. Perché l’Italia vera ha paura di passare per cattiva: ingoia e tace, per non subire il linciaggio. Invece, voi, cari Gorinesi, siete in assoluta controtendenza: vi mandano qualche donna, spaventata, disperata, incinta (il marito è un ectoplasma ignoto) e voi la respingete crudelmente, al suo destino drammatico. Il perfetto ‘vilain’ da commedia: un misto di cattivaccio biblico, di Hitler e del contadino Jacques. No, scusate ma io non ci credo, cari Gorinesi o Gorinisti o chessò io: c’è un limite anche alle bizzarrie del caso.

Venti su centoquarantamila è una percentuale che rasenta il nulla: non c’è nulla di male, però ammettetelo che era un piano prestabilito per fare sembrare Alfano intelligente e Vauro umoristico. E’ anche quella una forma di attività caritatevole, in fondo. E poi, suvvia: l’anziana signora che si fa intervistare da Formigli e dice che i negri sono meno intelligenti dei bianchi è un cameo degno di Bette Davis. La nonnina veterorazzista, esponente di spicco del movimento di protesta anti-migranti di Gorino merita di entrare nel pantheon delle più eccelse parodie: il movimento per la liberazione della Giudea dei Monty Python, “Cornovaglia libera, libera Cornovaglia”, la nonna del Corsaro Nero. Altro che razzismo padano! Che, con tutto un Paese messo in ginocchio dalla politica migratoria del governo, un Paese che esporta migliaia di giovani laureati ed importa migliaia di giovani disoccupati, che nemmeno parlano l’italiano, possa risuonare un’unica concreta voce di protesta, e che vada a sbattere in un incidente così formidabile, mi pare davvero incredibile. Confessatelo serenamente, cari come diavolo vi chiamate, siete agenti della Spectre!

 

 


Paratico, il Tar ferma il cantiere della nuova area commerciale

paraticoIl Tar di Brescia ha fermato il cantiere per la costruzione della nuova area commerciale in costruzione a Paratico. I lavori riguardano la realizzazione di due market in località Tengattini, sull’area dove c’era una piscina comunale, mai ultimata, e un ristorante.  Lo stop  durerà fino al 23 novembre quando verrà pubblicato il provvedimento collegiale al termine della Camera di Consiglio. In quella data si saprà se il blocco del cantiere sarà definitivo, oppure se sarà revocato. La richiesta di stop è stata fatta da Legambiente. L’associazione verde non solo HA espresso dubbi sull’opportunità di realizzare un piano strutturale di tale portata sul lago (l’area occupa 1.500mq), ma ha anche segnalato  il rapido iter approvativo della nuova grande struttura di Paratico. Dopo due ricorsi da parte di privati cittadini andati a vuoto, il Tar, a sorpresa, ha accolto le istanze di Legambiente. La reazione da parte della Giunta guidata da Tengattini è di attesa. In una intervista rilasciata a Montagne e Paesi, il sindaco di Paratico ha ribadito di credere nella bontà del progetto: «Il piano prevedeva la riqualificazione di un’area ormai dismessa – ha detto – e continuo a pensare che sia un ottimo progetto. Vedremo quello che succederà. Ma siamo positivi». Il progetto prevede la costruzione di due blocchi commerciali, di 400 e 700 metri quadrati, con al centro una piazzetta. La piscina di via Mazzini, mai riempita, giaceva fatiscente dal 2005 , con annesso ristorante, a due passi dal lungolago le Ninfee. L’impresa bergamasca One Italy srl si è aggiudicata all’asta le due strutture: 540.000 euro per la piscina e una cifra simile per il ristorante. La fine dei lavori era prevista per gennaio 2017. 

 

 


Bergamo, la Banca d’Italia apre le porte. Banconote senza “segreti”

La filiale di Bergamo della Banca d’Italia apre il suo Salone del pubblico ( come noto, è chiusa all’utenza retail dal 2010) con una serie di iniziative in materia di educazione finanziaria, tutela del cliente, creatività, tecnologia e sicurezza delle banconote. E’ possibile visitare la Mostra multimediale “La banconota delle idee”, che consente di conoscere le caratteristiche e i presidi anticontraffazione della nuova banconota da 50 euro, in circolazione dal 4 aprile 2017, e le moderne tecniche di stampa dei biglietti in euro. Un breve filmato illustrerà in modo originale ed accattivante il centro di elaborazioni dati della Amministrazione Centrale della Banca, in cui è custodito il cuore pulsante della difesa tecnologica dell’euro digitale. Sono, altresì, esposti i bozzetti di banconote immaginarie ideati dagli studenti che hanno preso parte alla III edizione del Premio “Inventiamo una banconota”. Con l’occasione si possono ricevere informazioni sull’edizione 2017 del Premio, dedicato al tema “Progettiamo il futuro: idee per un mondo che cambia”. La mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 30 ottobre, con i seguenti orari: lunedì-venerdì 17.30-19.30 (su prenotazione, anche di mattina), sabato e domenica 9-12; 15-18. Per le prenotazioni: 035-3889410, 889423, 889416, bergamo.segreteria@bancaditalia.it.


Finti buoni Carrefour, la truffa corre su Whatsapp

whatsappUna nuova truffa si sta diffondendo in questi giorni tramite Whatsapp: sui cellulari di molte persone, infatti, arriva un semplice e allettante messaggio “Per te, un buono spesa Carrefour di 100 euro”, che, con la classica delle catene di Sant’Antonio, gira di telefonino in telefonino nella speranza che lo stesso si traduca nel bonus di spesa promesso, in occasione del 60esimo anniversario della catena di supermercati che, va detto, è del tutto estranea all’accaduto. “E’ una delle ultime truffe che corrono sul filo del cellulare – dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo. Spesso capita di leggere sui cellulari offerte e “vincite” allettanti, ma si tratta anche in questo caso di un raggiro che può già contare su un buon numero di vittime”. Il meccanismo è semplice: un contatto dell’utente condivide un questionario da compilare per ottenere il buono spesa del Carrefour. Si tratta di un semplice ‘copia e incolla’, porta a credere che già lui abbia  partecipato con successo all’operazione. In effetti, è un link esterno che porta direttamente alla pagina web dove è ospitato il questionario. Qui, l’hacker che sta gestendo l’operazione sarà in grado di immagazzinare tutte le vostre informazioni personali (nome, indirizzo, numero di telefono, e-mail). Adiconsum  mette in guardia i consumatori – continua Busi – ricordando che nessuno regala qualcosa senza avere niente in cambio, quindi è opportuno non lasciarsi ingannare da offerte incredibili, senza dimenticare che si può anche incorrere in virus che danneggiano il sistema del telefonino”.


Addio a Emanuele Prati, domattina i funerali in Borgo Santa Caterina

E’ morto il segretario generale della Camera di Commercio, Emanuele Prati. Aveva compiuto 59 anni lo scorso settembre. Prati sarebbe rimasto vittima di un malore che lo ha colpito nel cuore della scorsa notte. Nato a Piacenza, ma residente a Bergamo da un trentennio, laurea in Giurisprudenza, Prati – dopo una breve parentesi come Direttore di Cancelleria al tribunale di Bergamo – nel 96 aveva fatto il suo ingresso in Camera di Commercio come vicesegretario generale. Nell’ottobre del 2009 era subentrato a Carlo Spinetti assumendo l’incarico di Segretario generale. Prati lascia la moglie Antonella e il figlio Alessandro. Sconvolto il presidente dell’Ente camerale, Paolo Malvestiti: “E’ una grave perdita e per tutti noi», ha commentato Malvestiti -. Emanuele era un persona splendida, un dirigente che dava il massimo per sostenere il nostro mondo imprenditoriale. Ieri  avevamo lavorato tutto il giorno, felici di esser riusciti a risolvere diversi problemi. Mi ero offerto di accompagnarlo a casa in auto, ma lui aveva preferito andare a piedi. Poi è arrivata la notizia della sua morte. Incredibile”. La camera ardente è stata allestita all’Ospedale Papa Giovanni XXIII. I funerali si terranno sabato, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Borgo Santa Caterina.


Duemila i frontalieri bergamaschi nel “mirino” dei ticinesi

frontalieriSecondo l’ente Bergamaschi nel Mondo, sarebbero almeno duemila i “frontalieri” bergamaschi, lavoratori cioè che settimanalmente, se non quotidianamente, raggiungono il Canton Ticino per esercitare una qualsiasi professione: camerieri e muratori, per lo più, ma anche impiegati, tecnici e commessi. Saranno presto tra le prime vittime del referendum che i vicini Svizzeri hanno approvato e che prevede limitazioni serie all’ingresso di stranieri. Con lo slogan “prima i nostri”, infatti, si tende a frenare il flusso degli oltre 60mila italiani che ogni giorno attraversano il confine per andare a lavorare. Il testo, promosso dal partito di destra Udc e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, intende ancorare nella Costituzione ticinese la “preferenza indigena” al momento dell’assunzione e chiede alle autorità del Cantone di garantire che sul mercato del lavoro ticinese “venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio”.

“La scelta anti-italiana del Ticino non risponde ad una scelta razionale ma emotiva ed ideologica, l’ideologia della chiusura nazionalista, dei muri contro lo straniero a prescindere’”, dice Giacomo Meloni, segretario provinciale della CISL di Bergamo. “Tra l’altro – insiste – una scelta antistorica. Ogni anno cresce il numero degli italiani che fanno le valigie e si trasferiscono all’estero”. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, con una crescita del 7,6% rispetto al 2013. Sono partiti soprattutto dal Nord Italia e per 14.270 di loro la meta preferita è stata la Germania. A seguire il Regno Unito dove si sono trasferiti in 13.425. Tra le mete preferite dagli italiani, la Svizzera è stata scelta da 11.092 emigranti. Secondo il rapporto tra i laureati negli ultimi anni il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative è tendenzialmente in crescita. Secondo i dati nella ricerca del lavoro, il titolo di studio posseduto risulta più efficace per chi si è trasferito all’estero. In aumento anche i liceali che trascorrono un anno di studio all’estero.
Al primo gennaio 2015 sono in tutto 4.636.647 gli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Il 51,4% di loro è di origine meridionale, con un primato della Sicilia che conta 713.483 persone che hanno lasciato l’isola. Negli ultimi anni però anche chi viene dal Nord ha iniziato a preparare le valigie, tanto che tra i connazionali espatriati nel 2014, la maggior parte proviene dalla Lombardia, precisamente 18.425.

 

 


Un ristorante a Ibiza, la nuova vita della cantante Yu Yu

La rinascita di Yu Yu è partita dal cibo. Sì, proprio quello stesso cibo dal quale parecchi anni fa si era fatta divorare cadendo nel vortice dell’anoressia e che oggi, invece, dà linfa vitale alla sua esistenza. A Santa Eulalia del Rìo, sull’isola di Ibiza, c’è infatti un delizioso localino che offre appetitose bontà mediterranee. Si chiama Margherita, proprio come la più famosa delle pizze italiane, e a gestirlo ci sono la cantante franco-bergamasca Giuditta Guizzetti, resa celebre dall’orecchiabile motivetto “Mon petit garçon”, e il marito Piermario Martucci. Lui ai fornelli, lei in sala, in questo locale di calle San Vincente servono piatti italiani apprezzatissimi, dai taglieri di prosciutti e formaggi al girello di vitello alle due salse tonnate, dalle tagliatelle di zafferano e gamberoni agli gnocchi di cacao e patate con crema di zucchine e vongole. Richiestissime anche le insalatone, le pizze e le focacce farcite con ingredienti di qualità. Sfiziosi anche gli appetizer ispirati alla tradizione italiana: polpette di salsiccia con cuore di fontina (Aosta), pane fritto con pomodoro fresco e parmigiano (Napoli), baccalà con salsa della casa (Roma), focaccia con la crescenza (Recco), salumi e formaggi con gnocco fritto (Emilia Romagna). E con l’arrivo dell’autunno, il ristorante è solito inserire nel menù confortanti zuppe di fagioli, di ceci e funghi o di lenticchie e salsiccia.

Margherita è anche un piacevole connubio tra cibo e musica. Qui si possono infatti ascoltare concerti acustici di artisti spagnoli (ma non solo) e così, non di rado, capita che anche l’affascinante Yu Yu rispolveri il suo passato di cantante e inizi a intonare qualche motivetto per i suoi clienti. Il fugace successo discografico ottenuto nel 2002 con “Mon petit garçon” e poi ancora con “Bonjour bonjour” è ormai un ricordo lontano. In mezzo ci sono stati anni di crisi per Giuditta Guizzetti che arrivò a pesare solo 36 chili e fu ricoverata, debole e sciupata, alla Casa Francisci di Todi. Ma l’amore, la maternità e il suo nuovo lavoro oggi le hanno ridato la silhouette perduta.

ristorante-margherita-ibizaIl suo corpo, negli ultimi anni, si è nutrito con il cibo dell’anima, quello che non riempie solo lo stomaco ma che colma anche i vuoti più reconditi. «Sono scappata per disperazione: se non avessi toccato quel livello di dolore, non sarei mai fuggita», ha ammesso Yu Yu che ora è una quarantenne appagata e serena. Centomila residenti in inverno, milioni di turisti in transito d’estate, Ibiza ha subito incantato la ex pop star. Prima di aprire il ristorante Margherita, Giuditta ha trovato lavoro in uno dei concept store più rinomati dell’Isola delle Baleari. Poi è arrivato l’amore, quello di Piermario. Insieme hanno avuto una figlia, Nina. «La maternità è sempre stata il mio sogno, ma mi ero rassegnata all’idea che non avrei mai trovato il principe azzurro: tant’è che quando ho conosciuto Piermario mi ero da poco informata sul percorso da seguire per fare l’inseminazione artificiale a Barcellona», ha raccontato. Ma la vita, si sa, è imprevedibile. E così succede persino che, dopo aver trascorso anni a lottare contro una bestia nera chiamata anoressia, la ex hostess adesso si ritrova per ironia della sorte al timone di un ristorante di successo.