Calusco / Più parcheggi e meno imposte per chi avvia un’attività. Ecco cosa chiedono i commercianti

Marco Carminati, foto e ottica, piazza San Rocco

 

Qual è la situazione del commercio a Calusco?

“Il commerciante ha la tendenza a piangersi addosso molto, ma è anche vero che si vivono le problematiche del territorio. Per esempio, se un’azienda chiude i battenti perché sposta la produzione in Romania, l’effetto è generale e la contrazione dei consumi si abbatte su tutti i settori”.

Come è cambiata la spesa per gli occhiali?

“Un tempo si acquistavano una volta ogni tre anni, oggi ogni quattro, il che si traduce in un meno 25% di guadagno rispetto al 2008-2010. Se la spesa variava un tempo dai 120 ai 200 euro per occhiale, oggi si è abbascarminatisata tra gli 80 ai 150 euro. Però è anche vero che è aumentato il numero di clienti che acquistano lenti che superano i 300 euro, dimostrazione che c’è ancora chi sta bene”.

L’Amministrazione comunale cosa potrebbe fare?

“A livello teorico molto, nella pratica però i trasferimenti di denaro dallo Stato sono stati tagliati e i Comuni non possono programmare più interventi”.

Cosa vorrebbe che facesse il sindaco?

“Esentare dalle tasse, per un determinato periodo di tempo, i nuovi esercizi per agevolare i giovani e chi ha perso il lavoro. Non servono le iniziative per animare il centro se i negozi non ci sono. Occorre creare dei centri commerciali naturali”.

 

 

 Fausto Airoldi, da 45 anni titolare della gioielleria in piazza San Rocco

 

faustoairoldiA pochi passi da lei c’è un’altra gioielleria che chiude, qual è lo stato di salute del settore legato al lusso?

“Pessimo. I brand stanno penalizzando il tessuto dei professionisti. Le scelte avvengono in base alle mode e alla pubblicità e a dettarle sono prevalentemente i grandi gruppi”.

Nessuno compra più basandosi solo sulla qualità del prodotto?

“Direi che è così. E poi oggi, con tutto quel che accade, si ha più paura di essere rapinati indossando preziosi e quindi gli acquisti ne risentono”.

Mariti e fidanzati non donano più diamanti alle compagne?

“Sono pochissimi. Sono più quelli che comprano nella catena con il negozio nel centro commerciale, nello spaccio orientale a basso mercato o che regalano il piercing. Questa è la cultura dominante che ha sovvertito i valori”.

 

Antonella Birriolo, Sjamm Gioielli, piazza San Rocco

 

birrioloCosa l’ha spinta a chiudere?

“Ho avviato il negozio trent’anni fa, ma oggi i costi e le tasse sono insostenibili per poter andare avanti. A questo va aggiunto il calo dei consumi legati al superfluo. La crisi ha colpito tutti, nel mio caso ancora di più. Non ho avuto altra scelta”.

Come si comportano i clienti?

“Comprano meno anche se si tratta di festeggiare una ricorrenza o un anniversario importante e chiedono forti sconti. Nel mese che ha preceduto la cessazione dell’attività, ho svenduto merce fino al 70 per cento. E c’’è chi ha preso ovviamente al voto queste offerte”.

 

 

Adriana Tasca, tabaccheria/ricevitoria, piazza San Rocco

 

tascaLe tabaccherie sono il settore che tiene bene, conferma la tendenza?

“Non proprio, la ripresa non si vede, c’è troppa gente senza lavoro. E poi questo è un settore stagionale. Non si gioca quando il tempo è bello e si può fare una passeggiata”.

Quali sono le pecche del paese?

“La mancanza di parcheggi per chi ha un’attività come la nostra di passaggio e le poche risorse nelle casse comunali. L’Amministrazione deve far fronte alle tante famiglie che si rivolgono ai suoi sportelli e agevolare la nascita di una nuova impresa passa in ultimo piano”.

Dunque, è il sistema da cambiare?

“Eccome. In questa Italia passa il messaggio che più sei disonesto più la fai franca, più sei corretto e più vieni bastonato se commetti un minimo errore. E poi un tempo si lavorava con coscienza, secondo un’etica del lavoro. Basti pensare che le infrastrutture fabbricate vent’anni fa reggono ancora. Oggi gli appalti durano pochi mesi, poi non si sa se si vedrà mai l’opera completata”.

 

 

Sasà Quagliarella, gelateria Ciro’s, piazza San Rocco

 

quagliarellaIl gelato è un piacere a cui nessuno rinuncia?

“Per fortuna. La gelateria artigianale è un investimento vantaggioso. Il nostro nemico è il tempo, per il resto se c’è il sole la nostra è un’attività tra le più floride. Avviata dal 2000, non abbiamo mai sentito una crisi dei consumi”.

Secondo lei, cosa potrebbe fare di più l’Amministrazione comunale?

“A noi piacerebbero i tavolini esterni, ma c’è tutta la trafila burocratica e le imposte da pagare”.

 

 

 

Carmela Fittipaldi, titolare della sartoria “L’isola del cucito”, piazza San Rocco

 

fittipaldiIn tempi di ristrettezze economiche conviene rammendare piuttosto che acquistare?

“E’ vero, per esempio a volte si tratta di aggiustare un capo perché si è perso peso o si è scucito”.

Come va l’attività?

“Si alternano i giorni con diverse richieste, altri dove non entra nessuno in negozio. Essendo sola, se un mese incasso poco non è un problema. Se avessi dei dipendenti sarebbe più complicato”.

Come si può essere competitivi?

“Mi arrangio realizzando prodotti artigianali come borse fatte a mano, abiti su misura, tende, tavaglie, accessori e bigiotteria. Oppure con le promozioni come un orlo in omaggio ogni dieci”.

 

 

Patrizia Previtali, edicolante, piazza San Rocco

 

La filiera dell’editoria in crisi ha travolto anche i giornalai. Come si reagisce?

“Vendendo anche altri prodotti legati all’infanzia e le lotterie, ma la gente gioca meno e le vincite sono di entità inferiore. Lo Stato non ci perde mai”.

Quale mestiere svolgeva prima?

“Ero un’operatrice ausiliaria in una casa di riposo. Quattordici anni fa ho avviato l’attività in proprio e devo dire che fino al 2005 si stava bene e si guadagnava. Oggi, se non fosse che non ho altra scelta, avrei già chiuso”.

Come è cambiato il volto del paese?

“Una volta era vivo, c’erano negozi di alimentari, intimo, tappezzeria, mobili, perfino un negozietto di prodotti tipici romeni. Oggi Calusco è spenta, molte attività hanno chiuso. Ci sono solo tante agenzie di lavoro interinale”.

Quali sono i “nemici” del commercio?

“Burocrazia e tasse. Nel 2001 pagavo ogni tre mesi 400 euro all’Inps, oggi 873 e non so se vedrò mai la pensione”.

Cosa chiederebbe al sindaco?

“I parcheggi, quantomeno per agevolare la sosta dei clienti. Ci ho provato, ma non mi sono venuti incontro”.

 

 

 

 

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