Bombassei: «La vera priorità
è creare nuovi posti di lavoro»

Alberto Bombassei ha scelto di scendere in campo nell’agone politico a fianco del presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, nella convinzione di “poter dare qualcosa, più che di ricevere”. Anche rispetto ad una “carriera politica” che, “alla mia età” – sostiene – “non mi interessa”. Dichiarazioni rese durante un incontro che si è svolto nei giorni scorsi nella sede dell’Associazione artigiani di Bergamo, in un confronto proposto dall’organizzazione Imprese e Territorio. A margine dell’evento, di cui parliamo nell’articolo accanto, il presidente della Brembo e capolista alla Camera per la lista “Scelta civica” guidata da Monti ha risposto a qualche nostra domanda.
Presidente Bombassei, qual ritiene che debba essere il primo problema che il nuovo governo dovrà affrontare e risolvere?
“Nei vari incontri che ho avuto in questi ultimi tempi, ho avuto la possibilità di ascoltare vari suggerimenti provenienti da più parti. Alcune di queste segnalazioni sono poi state inserite nelle misure che abbiamo chiamato della “prima fase”. Stiamo uscendo da un anno di gestione dell’emergenza e ora siamo già nella fase progettuale, cercando di costruire qualcosa per favorire gli investimenti, soprattutto per creare nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani. Sono argomenti che fanno parte delle misure annunciate qualche giorno fa da Monti e che sono poi quelle emerse dalle diverse segnalazioni provenienti dalle varie categorie. In questo modo, credo che si possa riuscire quanto meno ad iniziare a rimettere in moto la macchina”.
Quindi, prima di tutto occorre far ripartire il sistema economico?
“Certamente. Poi si potrà intervenire sul fronte delle riforme strutturali. Ma penso che ci vorrà del tempo, perché devono essere studiate, riviste e soprattutto condivise. Sono presenti nell’agenda Monti e su questi temi si giocherà la vera sfida dei cambiamenti, perché il proposito è di mutare radicalmente alcune situazioni, delle quali ci lamentiamo da tanti anni”.
Tra ripresa dell’economia, attenzione al lavoro e riforma dello Stato quale considera sia la tematica più importante?
“Ripeto, in questo momento la priorità è creare nuovi posti di lavoro, incentivare gli investimenti e cercare di rimettere in moto tutte le aziende in difficoltà, che in gran parte sono ferme e soffrono la crisi. E’ indispensabile ridare fiato, ossigeno a tutte queste centinaia e ormai migliaia di imprese medie, piccole e piccolissime. Ecco, credo che queste siano le cose prioritarie. Il resto poi viene di conseguenza. Nel momento in cui si innesca il meccanismo per favorire nuovi investimenti e si creano nuove possibilità, tutto il resto è molto più facile da seguire”.
Nella sua attività di imprenditore ha la possibilità di viaggiare molto anche all’estero. Alla luce di quello che ha potuto osservare in questi ultimi mesi, come vede collocato il nostro Paese sui mercati internazionali? Ci sono aree in ripresa che meritano particolare attenzione?
“Il mondo è talmente grande che è difficile dare un giudizio unico. L’Europa si trova in una situazione abbastanza statica, anche se si avverte qualche segnale di ripresa, magari non immediata, ma nel prossimo futuro. Poi ci sono altri Paesi che invece sono già ripartiti, come gli Stati Uniti, e i soliti Paesi emergenti, che possono rappresentare delle grandi opportunità per noi. Discorso che vale sia per le grandi imprese, sia per le piccole, perché la tipologia della produzione italiana ha diverse possibilità di successo, soprattutto nei Paesi emergenti. Le chance per collocare i nostri prodotti ci sono”.
E come vede la situazione di Bergamo?
“Innanzitutto direi che Bergamo è un territorio tutto sommato privilegiato. Pur avendo i medesimi problemi che affliggono le altre aree del Paese, qui la crisi non è così drammatica come in altre zone. Ad esempio, cito solo un dato: il tasso di disoccupazione, rispetto alla media italiana, è sensibilmente più basso. E anche per chi perde il posto di lavoro la ricollocazione è un’eventualità, non dico facile, ma abbastanza possibile. In altre aree del Paese non è così. Vi sono situazioni che sono, spesso, veramente drammatiche”.    

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