Saldi, una spesa attesa di 152 euro a persona per un valore di 12,5 milioni a Bergamo

Budget sopra la media nazionale, ma il 26,5% rinuncerà del tutto agli acquisti di fine stagione Conto alla rovescia per lo shopping d’occasione. I saldi, partiti il 2 gennaio in Valle d’Aosta, han preso il via sabato 4 gennaio anche a Bergamo- in linea con tutte le Regioni, eccezion fatta per l’Alto Adige dove iniziano l’8 gennaio e la provincia di Trento, dove i commercianti determinano liberamente la data d’avvio- si apre il primo banco di prova per gli acquisti scontati di capi invernali nel lungo ponte dell’Epifania. Un week-end di sconti che include la festività di lunedì, che porta ancora turisti e villeggianti in vacanza in città e provincia. Le previsioni di spesa di Confcommercio Bergamo fanno ben sperare, con 152 euro a persona per gli acquisti principalmente di abbigliamento, calzature, articoli sportivi. Una cifra in rialzo di 7 euro pro capite rispetto all’anno scorso (quando il budget era di 145 euro, 139 euro nel 2023, 134 euro nel 2022 e 124 euro nel 2021 della pandemia). Il budget medio a famiglia per la nostra provincia riservato ai saldi è di 354,20 euro (contro i 307 euro nazionali). La spesa complessiva stimata da Confcommercio Bergamo per la nostra provincia è di 124 milioni e 500mila euro, con una crescita rispetto ai saldi invernali scorsi di 7milioni e 700mila euro (erano 116 milioni e 800mila euro l’anno scorso). Il 73,5 dei bergamaschi farà quest’anno qualche acquisto scontato (+1% rispetto a gennaio 2024). La media di spesa nazionale, rilevata dall’Ufficio Studi Confcommercio, è di 138 euro a persona per un giro d’affari complessivo di 4,9 miliardi di euro (100 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno) e 16 milioni di famiglie italiane impegnate nello shopping d’occasione. “I saldi, in particolare quelli invernali nella nostra provincia, sono un appuntamento atteso e hanno un valore fondamentale per la tenuta del sistema del commercio tradizionale-spiega il direttore di Confcommercio Bergamo Oscar Fusini -. Veniamo da un’altra stagione difficile per il settore, che si trascina purtroppo da molto tempo. Anche se non si riusciranno a recuperare i margini persi negli ultimi mesi, la maggioranza dei piccoli imprenditori attende i saldi per sostenere le vendite e per riallestire i negozi con le nuove collezioni moda, scongiurando ulteriori indebitamenti, e fare acquisti per la nuova stagione”. Crescono rispetto allo scorso anno i bergamaschi che non rinunceranno ai saldi: “La nostra provincia, anche per l’importanza dei saldi invernali a queste latitudini, destina un budget nettamente superiore alla media nazionale per l’acquisto di capi scontati- continua Fusini-. Siamo però molto lontani dai numeri dei saldi pre-Covid e del rituale della caccia agli affari di venti anni fa. E il 26,5% dei bergamaschi non acquisterà nulla in saldo. Come per altre spese non strettamente necessarie, si allarga il gap tra chi può concedersi shopping senza pensieri e chi è costretto a ponderare attentamente ogni acquisto che non sia indispensabile”. 

Vademecum dei saldi

Confcommercio Bergamo ricorda le regole per il corretto acquisto degli articoli in saldo, riportando le indicazioni di Federazione Moda Italia e Confcommercio Imprese per l’Italia.

Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (Art. 129 e ss. D.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato (art. 135 bis del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo). Per gli acquisti online i cambi o la rescissione del contratto sono sempre consentiti entro 14 giorni dalla ricezione del prodotto indipendentemente dalla presenza di difetti, fatta eccezione per i prodotti su misura o personalizzati (artt. 52 e ss. del D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).

Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimessa alla discrezionalità del negoziante.

Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless.

Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.

Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e, generalmente, il prezzo finale. In tutto il periodo dei saldi il prezzo iniziale sarà il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi (Art. 17 bis D.Lgs. 206/2005 – Codice del Consumo introdotto dal D.Lgs. n. 26/2023 di recepimento della Direttiva UE «Omnibus»).




Après Ski gourmet, ai vertici del gusto in quota

Cucine stellate in location esclusive, da raggiungere con sci o ciaspole ai piedi

Discese spettacolari e paesaggi incantati, punteggiati da larici e abeti all’ombra delle più alte vette dell’arco alpino: l’essenza dello sci, tra natura e divertimento. Non mancano curve di tentazioni e deviazioni golose per chi vuole trasformare la giornata sulla neve in un’esperienza gourmet unica. La stagione è partita in Alta Badia, con il Gourmet Skisafari, appuntamento ormai classico – quest’anno il 14 dicembre –  che sancisce l’inizio della stagione invernale gastronomica con creazioni degli chef stellati del progetto Sciare con gusto, accompagnati dai migliori vini dell’Alto Adige. Tra una discesa e l’altra,  si apprezzano e assaporano di baita in baita le eccellenze gastronomiche locali interpretate da rinomati chef stellati, cui ha partecipato quest’anno lo chef bergamasco Cristian Fagone di Impronte in Via Baioni, oltre a Massimiliano Alajmo (Le Calandre), Simone Cantafio (La Stua de Michil- Hotel La Perla), Giancarlo Morelli (Pomiroeu) e Peppe Guida (Antica Osteria Nonna Rosa). Ma la proposta di cucine eccellenti in location mozzafiato, da raggiungere in seggiovia o funivia o con gli sci ai piedi non mancano. Ecco qui alcuni indirizzi esclusivi dalle Dolomiti venete a quelle altoatesine, alla Savoia, all’Engadina. Un’esperienza culturale, come nel caso di AlpINN a Plan de Corones, che si trova all’interno del museo di fotografia altoatesino Lumen, glamour a Cortina d’Ampezzo nel leggendario El Toulà, da non perdere Da Vittorio al Carlton di Sankt Moritz e da René e Maxime Meilleur a La Bouitte, in Francia, nel comprensorio Le Trois Vallées, con tanto di spa naturali per chi volesse concedersi un’ulteriore coccola. 

ALPINN Food Space & Restaurant a Plan de Corones (Alto Adige)

In AlpiNN, Cook the Mountain, il modo di essere e di agire, la filosofia di lavoro e di vita dello chef tristellato Norbert Niederkofler, trova casa e la sua massima espressione. Sulla vetta di Plan de Corones ad oltre 2000 m di altezza, il rifugio AlpiNN, all’interno del museo della fotografia Lumen,  si raggiunge con gli sci ai piedi o salendo in funivia da Riscone e camminando- o ciaspolando- per circa 150 metri sulla neve d’inverno.  La riscoperta delle radici e della propria terra, hanno portato lo chef altoatesino dopo aver viaggiato in giro per il mondo, ad eleggere la sostenibilità e la territorialità a principi del suo modo di cucinare. Modernità e tradizioni alpine si sposano alla perfezione in piatti ricchi di sapore, che nascono nelle stagioni e puntano ad un utilizzo completo (senza scarti) della materia prima, in un ambiente unico, dalla vista mozzafiato, curato nei minimi dettagli, dal legno di larice a un soffitto con tele astratte, alle lampade in vescica di maiale, dal designer Martino Gamper. La natura, come sottolinea lo chef, è la sua dispensa: grande attenzione alle materie prime, tra etica e sostenibilità per valorizzare piccole realtà e produzioni montane ed erbe che provengono dal laboratorio dell’Atelier Moessmer di Brunico, regno dello chef. In carta gli iconici gnocchi di rapa rossa e per chi preferisce una pausa veloce tra una discesa e l’altra c’è l’aperitivo AlpiNN, con fonduta di formaggi del Genussbunker, polenta croccante e speck.  


HOTEL DA VITTORIO CARLTON Sankt Moritz (Svizzera)

Il Da Vittorio St. Moritz, premiato con 2 stelle Michelin (la prima conquistata nel 2014, la seconda nel 2020), all’interno del Carlton Hotel (pronto a riaprire il 6 dicembre) a Saint Moritz in Engadina, è il miglior premio culinario per riscaldare cuore e corpo dopo una giornata passata sulle piste. Un rifugio perfetto con vista mozzafiato sul lago e sulle cime innevate, con tanto di spa del Carlton a 5 stelle, su tre livelli, di ispirazione naturale. La cucina è affidata all’estro e alla creatività di Paolo Rota (nella foto qui a lato di Fabrizio Pato Donati) che interpreta signature dishes intramontabili (e sempre richiestissimi) di Da Vittorio come i Paccheri il Crudo d’Amare, oltre alla migliore cucina ittica, non senza sperimentare nuove vie. I menù carta bianca a 7 o 10 portate sono il miglior percorso di degustazione- dal latte di tigre a tutto il buono del piccione, alla castagna di capriolo- non manca una proposta speciale al tartufo, affettato generosamente su Royale, ma anche su polenta e coniglio e sulla millefoglie di cipolla rossa fondente e parmigiano. Grande attenzione nella carta anche a vegetariani e intolleranti al lattosio. E per chiudere in bellezza dolcezze e dessert d’autore.

Alajmo Cortina d’Ampezzo (Veneto)

Creato nel 1964 da Alfredo Beltrame, imprenditore illuminato che diede vita alla prima vera catena di alta ristorazione in Europa, in una tipica casa ampezzana, El Toulà –  che significa fienile in ladino – è da sempre un indirizzo leggendario del jet-set internazionale, da Re Faruk a Gianni Agnelli, in una località esclusiva come Cortina. Aperto nel dicembre 2022 dopo un sapiente restyling, il locale dello chef Massimiliano Alajmo, il più giovane al mondo ad aver ricevuto le tre stelle Michelin per il ristorante Le Calandre (Padova), omaggia lo spirito del luogo con piatti d’alta gastronomia montana. La struttura è suddivisa in tre piani. Al piano terra si trova il Bar Alfredo, omaggio ad Alfredo Beltrame, perfetto per un aperitivo apres-ski o un dopocena, mentre il primo e il secondo piano ospitano le sale ristorante principali e la piccola terrazza esterna panoramica con vista sulle Dolomiti e il centro storico. Nell’ampia terrazza esterna si può anche bere un drink o un caffè riscaldandosi con coperte in lana cotta. In menù, oltre ai grandi classici come il Cappuccino (che qui è proposto di Musetto) o la pizza fritta con crudo di mare, si fa largo la battuta cruda e affumicata di cervo con tartufo bianco. A condurre la brigata di cucina è Mattia Barni, in Alajmo dal 2014, prima al Ristorante Quadri, poi per tre anni a fianco di Max a Le Calandre, successivamente da Sesamo a Marrakech e infine responsabile di cucina da AMO a Venezia. 

René et Maxime Meilleur – La Bouitte,  Les Bellevie (Francia)

La Bouitte a Saint-Martin-de-Belleville, nel borgo di Saint-Marcel, nel cuore della Savoia francese e del paradiso dello sci delle Trois-Vallées, è innanzitutto la storia della famiglia Meilleur, che nel 1976 costruì il rifugio in legno su un campo di patate. Una storia di creazioni culinarie, di legame con il territorio, di tradizione savoiarda, di ospitalità e di condivisione, con lo zampino del grande Paul Bocuse, maestro del fondatore Renè con la moglie Marie-Louise. Dal 1996 in cucina entra il figlio Maxime, affiancato dalla moglie Delphine, maître d’hôtel.  Nel 2003 arriva la prima stella assegnata dalla Guida Michelin, nel 2008 la seconda, e nel 2015 la terza, la prima per un ristorante della zona (ora sono 2 le stelle). Al ristorante si accede direttamente con gli sci ai piedi d’inverno e da qualche anno è un punto di riferimento wellness, con la spa di montagna La Bèla Vya e linea cosmetica dedicata (Meilleur Nature), con bagni al latte e trattamenti con erbe alpine. La cucina valorizza il ricco terroir montano, utilizzando ingredienti locali come formaggi, pesce di lago, erbe e bacche che René raccoglie personalmente ogni giorno. La cantina di La Bouitte ospita oltre mille etichette con annate dal 1975 al 2013.




Caro affitti: quasi 1 impresa su 5 fatica a sostenere la spesa. E aumentano gli sfitti

Primo focus in collaborazione con Format Research su canoni di locazione commerciali  e decoro urbano Quasi 6 negozi e attività del terziario su 10 sono in affitto. Tra questi, il 62,% ha registrato un aumento del canone di locazione rispetto al 2023, per la maggior parte compreso tra il 5 e il 10% (61,1% attività). Il 18,2% ha avuto difficoltà a sostenere la spesa per l’affitto (l’11,4% ha fatto molta fatica). L’8,8% delle imprese non nasconde che, a fronte di un nuovo aumento, valuterà  un cambio di sede.

Sono queste alcune tra le principali evidenze emerse dall’ultimo osservatorio congiunturale Confcommercio Bergamo- Format Research, con il primo focus sugli affitti degli immobili commerciali e sul contesto in cui si trova ad operare un campione rappresentativo di imprenditori del terziario bergamaschi. Dall’indagine emerge la crescente problematica dei locali sfitti, fenomeno aggravato negli ultimi due anni per oltre il 45% degli imprenditori, che rilevano più saracinesche abbassate nella zona in cui hanno sede (l’11,5% evidenzia un preoccupante peggioramento). L’impatto dei locali sfitti ha un evidente impatto negativo per le altre attività che operano nell’area, dalla riduzione dei ricavi al peggioramento dell’immagine dell’impresa. Nel complesso però il 64,7% degli imprenditori bergamaschi esprime soddisfazione per il decoro urbano- dalla cura del verde, all’illuminazione, alla raccolta dei rifiuti- nella zona di operatività d’impresa. Di contro, tra le principali criticità preoccupano il dissesto delle strade o delle ciclabili, la scarsa presenza di polizia locale, la sporcizia delle strade, oltre a illuminazione insufficiente, microcriminalità e baby gang. L’aumento dei livelli di sicurezza, la promozione di eventi, il miglioramento della viabilità e dell’arredo urbano, oltre alla riduzione dei costi dei parcheggi a  pagamento sono le azioni ritenute necessarie dagli imprenditori di Bergamo per potenziare l’attrattività del territorio.

Le proposte Confcommercio Bergamo

La ricerca offre lo spunto all’associazione di avanzare due proposte alle amministrazioni: riportare la centralità dei canoni sostenibili nelle agende dei comuni e la salvaguardia della rete dei negozi nei centri storici attraverso politiche attente di accessibilità e parcheggi. Il problema dei canoni diventati insostenibili per alcune imprese va affrontato: se l’appello ai proprietari degli immobili è di soddisfare le istanze di rinegoziazione dei canoni che giungono dai locatari, anche la politica deve fare la sua parte, introducendo il canone concordato anche per i negozi, attraverso la revisione della normativa. La chiusura di un negozio pone l’immobile in una condizione di debolezza rispetto alla possibilità di trovare un nuovo conduttore e soprattutto mina la capacità dello stesso di reggere in un mercato difficile. Va dato atto che parte dei proprietari degli immobili commerciali non ha chiesto l’adeguamento ISTAT negli ultimi anni temendo canoni troppo elevati per i negozianti.
Sul tema dell’accessibilità e della salvaguardia dei negozi, Confcommercio Bergamo chiede alle amministrazioni di ridurre- dove possibile- gli eventi il sabato, che vanno ad ostacolare la viabilità e fruizione dei centri storici in una giornata irrinunciabile per lo shopping.

I dati della ricerca

Affitti: canoni in crescita, difficili da sostenere per il 18,2%

La maggior parte delle attività del terziario non è proprietaria dei muri della sua sede : il 58,8% delle imprese è in affitto ( il 41,2% è proprietaria dell’immobile). Tra le imprese che hanno sede in un immobile in affitto, il 62,5% ha registrato un aumento del canone di locazione rispetto al 2023. In particolare: il 61,1% rileva un aumento tra il 5 e il 10%, l’1,4% lamenta spese cresciute oltre il +10% rispetto al 2023. Canoni stabili per il 37,5%, che non rileva alcun aumento. Il 18,2% delle imprese che ha sede in affitto ha riportato di aver avuto difficoltà nel sostenere tale spesa, un costo fisso che diventa sempre più difficile coprire con margini sempre più esigui e spese crescenti, specialmente dopo le batoste energetiche degli ultimi anni e l’aumento dei tassi su finanziamenti e mutui, che solo negli ultimi mesi stanno rientrando. Riguardo alla capacità di sostenere il canone preoccupa l’11,4% che ha incontrato molte difficoltà per sostenere i costi, il 6,8% abbastanza e il 52,9%  poche difficoltà. A fronte di un ulteriore aumento del canone le imprese affermano di spostare l’attività altrove. Un’eventualità molto probabile per l’8,8%, abbastanza probabile per il 18,8%. L’1,5% dichiara che chiuderà l’attività.

Il fenomeno dei locali sfitti

Quasi la metà del campione segnala un aggravamento del fenomeno dei locali sfitti nella zona di operatività dell’impresa negli ultimi due anni (con diversi gradi: l’11,5% molto, il 33,9% abbastanza, il 25,4% poco). Il 29,3% non rileva il problema. Il 46% delle imprese del commercio e del turismo della provincia di Bergamo ha segnalato un impatto negativo della desertificazione commerciale sulla propria attività. Nel dettaglio il 27,4% ha riscontrato un deterioramento dell’immagine e una riduzione dei ricavi, il 18,7% lamenta solo il rischio di peggioramento della propria immagine aziendale.

Il decoro urbano

Il 64,7% delle imprese del commercio e del turismo di Bergamo esprime un giudizio positivo sul decoro urbano della zona di operatività dell’impresa. Al contrario, il 35,3% non è del tutto soddisfatto. Le imprese del commercio e del turismo di Bergamo hanno messo in evidenza come fenomeni di degrado urbano più rilevanti il dissesto delle strade o piste ciclabili (28%), la scarsa presenza di Polizia locale (23,4%), la sporcizia delle strade (21,4% ), l’illuminazione delle strade ritenuta insufficiente (19,2%), microcriminalità e baby gang (18,1%), incuria o abbandono degli spazi commerciali (15,2%) e scarsa manutenzione luoghi pubblici (15,2%). Seguono spaccio di stupefacenti (11,9%) e aree verdi senza adeguata manutenzione (11,9%). Soltanto un terzo delle imprese del commercio e del turismo segnala un impatto negativo del degrado urbano sull’andamento della propria attività, coerentemente con la diffusione limitata del fenomeno. Quanto agli interventi per aumentare l’attrattività i commercianti propongono l’aumento dei livelli di sicurezza (30,5%), la promozione di eventi (27,1%), il miglioramento della viabilità e del traffico ( 24,6%) e dell’arredo urbano (22,2%), la riduzione dei costi dei parcheggi a pagamento (21,9%), il miglioramento dell’accessibilità del centro urbano (16,9%).

 

 

 

 

 




Alberto Basso: “I sogni vanno inseguiti a piccoli passi”

Il presidente di JRE Italia racconta la professione agli aspiranti chef e ristoratori del futuroI trucchi e i segreti per chi vuole avvicinarsi al mondo della ristorazione nelle sue diverse sfumature, attraverso il racconto appassionato di giovani grandi chef. La nostra rivista, grazie alla collaborazione con la prestigiosa associazione JREJeunes Restaurateurs Italia, ha scelto di dedicare una rubrica ad alcuni tra i più giovani e rappresentativi chef dell’alta ristorazione, accomunati dall’amore per la cucina e dal desiderio di condividere esperienze e valori, ma soprattutto di raccontare la professione ai ristoratori del futuro.  JRE è un’associazione fondata sulla ricerca, sull’eccellenza e sullo scambio continuo quale fonte di crescita. Nata in Francia nella metà degli anni Settanta, conta più di 400 ristoranti affiliati, distribuiti in 16 paesi, rappresentanti di altrettante esperienze e interpretazioni culinarie: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Germania, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Bulgaria e Regno Unito. La compagine italiana, oggi composta da 82 chef, è guidata dallo chef Alberto Basso, titolare del Ristorante Trequarti a Val Liona, tra i Colli Berici in provincia di Vicenza.  E parte proprio da qui, da una piacevole chiacchierata con il presidente nazionale, la prima intervista ai giovani chef.
Classe 1984, lo chef Alberto Basso ha studiato all’alberghiero, ma è alla grande scuola di cucina di Nicola e Pierluigi Portinari a La Peca, 2 stelle Michelin, a Lonigo, in provincia di Vicenza, dove ha esplorato e conosciuto in tutte le partite il fine dining. Entrato in punta di piedi come  stagista è presto diventato commis e poi capopartita ai primi e ai dolci. A 23 anni ha scelto di diventare imprenditore di se stesso come chef a domicilio, per poi aprire nel 2010 il suo ristorante. 

Quando nasce l’idea di fare lo chef?

Ho scelto un anno difficile e complicato per aprire un’attività, certo  magari non quanto chi dieci anni dopo ha aperto per poi chiudere con il lockdown, ma  la voglia di darsi da fare e mettersi in gioco era davvero tanta ed era qualcosa che avevo nel cuore. I sogni vanno inseguiti sempre, ma a piccoli passi. Perché magari si sogna in grande e si rischia di fare il passo più lungo della gamba. Bisogna essere concreti e a volte ridimensionare un po’ il progetto. In questo mi hanno aiutato i miei genitori, ragionieri entrambi, che mi hanno dato una grossa mano nella gestione economica. Senza passione però  non si va da nessuna parte: devo sempre ringraziare in questo La Peca, dove ho iniziato a conoscere davvero la cucina e a innamorarmi di questo mestiere. Ho avuto la fortuna di entrare in questo tempio della gastronomia a 14 anni per ritrovarmi poi subito con una loro offerta di lavoro dopo il diploma.

Lei sfrutta al massimo con tecniche di cottura innovative  i prodotti locali ma la sua  ricerca delle migliori materie prime spazia in tutta Italia.  Quale è la caratteristica della sua proposta?

Mi incontro e mi scontro quotidianamente con la mia materia, il cibo, alla quale mi avvicino sempre con grande curiosità e riguardo. Sono un operaio, con le mani lavoro gli ingredienti alla continua ricerca di combinazioni sensoriali che esaltino il sapore di ogni singolo elemento. Mi piace definire la mia cucina pop, giocosa e divertente, fatta di piatti contemporanei , concreti  e ludici al tempo stesso. La vita è piena di stress, ansia e noia. Due ore al ristorante passiamole tra gusto, sorpresa, svago e gioco. Penso al mio dessert “Uova e asparagi”, dove l’ortaggio è candito e l’uovo è ricreato con una namelaka di cocco con tuorlo di mango e frutto della passione. Attualmente in carta c’è “Dolcetto o scherzetto”, un gioco come piccola pasticceria per i commensali, fatto di tante scatolette con dolci sorprese o scherzetti, dal ragno in plastica ad altre piccole e innocue burle.

Da giovane ai giovani, qual è il primo consiglio per chi vuole intraprendere questa carriera?

Da me non sentirete mai sottolineare i soliti sacrifici che la professione richiede. Ha orari spesso impossibili e si lavora sodo, ma non può esistere solo il lavoro e lo dico da veneto. Ci vuole un equilibrio: per questo da anni siamo aperti solo a cena, domenica e lunedì salvo eventi particolari siamo chiusi e il Natale si passa in famiglia tra ricette di casa e regali da scartare.  E credetemi che è possibile: si lavora e si vive meglio. Ai giovani, da ormai quarantenne, raccomando una cosa innanzitutto:  continuare a sognare e a vivere il proprio sogno. Resistere e non mollare al primo problema. Non ascoltare mai chi dice che è impossibile. Gli alti e bassi ci sono sempre. Ma come si dice in Veneto: un alto e un basso fa un guaivo.

 Un detto, questo, altamente filosofico nella sua lagunare e Serenissima semplicità: se una volta va bene (un alto) e una volta va male (un basso), si può parlare di compensazione (guaivar, uguagliare). Il positivo e il negativo, quindi, pareggiano. 

 

credit photo: Lorenzo Moreni 




Vivibilità, vivacità e prossimità. I risultati della prima mappatura Confcommercio Bergamo

Focus sul rapporto tra attività commerciali, pubblici esercizi e residentiUna fotografia della forza e della fragilità commerciale della Bergamasca che, in un ambito territoriale all’apparenza unitario, contiene tante realtà differenti. Confcommercio Bergamo presenta il primo lavoro di mappatura della tenuta del commercio, sulla base di tre indicatori: vivibilità (numero totale di esercizi ogni mille abitanti), vivacità (numero di bar e locali ogni mille abitanti) e prossimità (numero di esercizi commerciali di prodotti alimentari ogni mille abitanti). L’indagine fa il punto su tutto il territorio, con suddivisione per aree geografiche e bacini di riferimento (Elaborazione Confcommercio Bergamo su dati ISTAT e Camera di Commercio, al I semestre 2024).  Tra le zone indagate: la città e il suo hinterland, i centri sopra i 20.000 abitanti e i loro bacini di riferimento, le valli con le aree pedemontane, i fondovalle e le cime, zone turistiche e meno turistiche, le valli principali (Seriana e Brembana), le valli minori (Imagna, Brembilla, Taleggio, Scalve),  il Basso e l’Alto Sebino, l’Isola verso Lecco e Milano, la Val Calepio e la Val Cavallina, la pianura centrale, quella orientale verso Cremona e Brescia e quella occidentale ancora verso Milano.
In un contesto in cui gli ecosistemi commerciali sono molto più complessi rispetto a qualche decennio fa- tra una maggiore mobilità che ha accentuato gli spostamenti per lo shopping e il commercio elettronico che ormai raggiunge ogni località, anche remota-  è importante monitorare la tenuta dei territori e di ogni singolo centro storico, rapportato a chi li vive e vi risiede. L’equilibrio di sostenibilità dei negozi è basato sul bacino di utenza, sulla raggiungibilità e sull’accessibilità del negozio stesso. E se il turismo aiuta i territori, in particolare quelli montani e lacustri, a mantenere la  rete commerciale, la presenza massiccia di offerta esterna ai centri storici erode il tessuto storico commerciale. “La presenza di negozi, locali e attività impatta sulla qualità della vita di tutti- sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo- oltre al vantaggio immediato di mantenimento di sicurezza e vivacità di ogni località. Un presidio sociale e urbano da difendere, che pone l’urgenza di adottare scelte politiche coraggiose. Il sostegno della Regione ai distretti del commercio è fondamentale, ma non basta. Servono logiche sovracomunali e strategie comuni. E poi ci troviamo con leggi obsolete, vecchie 26 anni,  come il Decreto Bersani che non hanno fatto che impoverire il territorio, prima ancora del commercio elettronico. Servono strumenti adeguati e argini politici: va preso atto e coscienza del progressivo invecchiamento della popolazione e del valore della prossimità, anche in chiave di tutela e sostenibilità ambientale”. Non mancano esempi virtuosi, a partire dalla vicina Francia, che suggeriscono la possibilità di adottare politiche di sostegno concreto a salvaguardia del tessuto commerciale, che va di pari passo con la tenuta sociale: “Il modello francese prevede un fondo strutturale a sostegno del commercio di prossimità, grazie a una visione che mette in stretta correlazione la vivibilità e l’appeal di centri storici e quartieri con la rete di negozi esistente – sottolinea il direttore Confcommercio Bergamo Oscar Fusini– . Purtroppo ci troviamo davanti a soluzioni infelici, a partire dall’ennesima apertura di medie e grandi superfici in aree già sature, come l’ultima annunciata a Capriate: servono scelte a lungo termine, il meccanismo degli oneri di urbanizzazione porta con sè la miopia di scelte a breve termine, mentre attorno si impoverisce e prosciuga il commercio esistente. E si creano edifici destinati con forti probabilità a rimanere vuoti e da riqualificare in futuro, come sta avvenendo con i mall americani”. Il sistema va ripensato: “In gioco c’è la sopravvivenza dei centri storici e dei piccoli comuni- continua Zambonelli-. Balzò agli onori della cronaca il caso di Torre de Roveri, con assistenti sociali costretti a uscire dal comune per assicurare la spesa agli anziani e persone in carico”.

Vivibilità dei territori: in città e a Treviglio la maggior concentrazione di negozi. Clusone e il Basso Sebino tengono grazie al turismo. In montagna criticità nell’Asta del Serio, tiene la Val di Scalve, come la Val Brembana, Serina e l’Altopiano di Selvino. Nella  Bassa tessuto debole a Bonate e nell’area di Cologno al Serio e Martinengo

La città e il comune di Treviglio mantengono una concentrazione di negozi molto più alta e continuano a rappresentare un  richiamo commerciale per lavoratori, studenti e consumatori residenti anche in altre aree. La città di Bergamo con 33,7 negozi ogni 1.000 abitanti ha una densità doppia rispetto agli altri centri della provincia sopra i 20.000 abitanti. A presentare  l’indice più basso tra i centri principali – probabilmente  per l’immediata vicinanza alla città- è Seriate che, nonostante i 25.560 residenti presenta 14,7 attività ogni 1000 abitanti. Meglio, tra i comuni più grandi, Romano di Lombardia, con 346 attività per 20.755 residenti, 16,7 ogni 1000 abitanti; anche Caravaggio ha più di 16 negozi (16,1) per i 16.338 residenti.
Nel territori si evidenziano, grazie al turismo, la forza di Clusone e del suo circondario e il Basso Sebino, da Castelli Calepio fino a Sarnico. In montagna  non mancano le criticità, nel territorio del distretto commerciale “Asta del Serio” ( Villa d’Ogna, Ardesio e Valbondione) e in pianura, il distretto di “Lexena” (Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo) e  l’area afferente al distretto “Borghi e tradizioni della Bassa” ( Cividate al Piano, Palosco, Martinengo, Mornico al Serio) e il distretto del commercio “Castelli e fontanili della bassa” (Bariano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano,  Spirano e Urgnano).
Tengono come tessuto commerciale, pur con bacini modesti e quindi con grande resilienza la Valle di Scalve e il distretto “Fontium e Mercatorum” che comprende la Val Brembana  e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina),  grazie al turismo e alla distanza dagli altri territori.

Prossimità dei territori: Bergamo, Treviglio e Romano tengono. Bene la Val Brembana e la Val di Scalve. Debole l’Asta del Serio.  Isola Bergamasca a rischio desertificazione. A Dalmine solo 1,4 negozi ogni 1.000 abitanti

Venendo all’indice di prossimità, ossia al numero di negozi alimentari ogni 1.000 abitanti, è ancora la città ad avere l’indice più alto pari a 3, un dato ancora molto vicino a quello di Treviglio, dove si attesta a  2,5. In questo aspetto tiene l’indice di Romano di Lombardia a 2,6 ( con 55 alimentari per 20.755 abitanti) e anche quello di Seriate, a 2,3 (58 alimentari per 25.560 abitanti). Il dato più basso, tra i centri maggiori, è quello di Caravaggio, con 2 negozi ogni 1.000 abitanti (33 negozi per 16.338 residenti).
In montagna sono forti le aree con maggiore distanza dalle grandi aree commerciali e grande distribuzione organizzata: la porta della Val Brembana (con Zogno Sedrina e la Val Brembilla), con un indice superiore a quello della città, con 3,8 alimentari ogni 1.000 abitanti (45 insegne per 11.872 residenti); bene il distretto “Fontium et mercatorum”  che comprende  la Val Brembana  e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina), con un indice a 3,7 (77 negozi per 20.828 residenti). Tiene anche  la Valle di Scalve, dove i consumatori conservano ancora l’abitudine dell’acquisto nei negozi tradizionali e un po’ di turismo supporta ancora la tenuta dei negozi alimentari: l’indice è a 5, con ben 20 attività per 3.999 abitanti.  Deboli per la spesa di tutti i giorni è l’ “Asta del Serio” ( Villa d’Ogna, Ardesio e Valbondione), con  1,4 negozi ogni 1.000 abitanti. A rischio di desertificazione di market e punti vendita alimentari è tutta l’Isola bergamasca, sia nel distretto che comprende Sotto il Monte e Calusco, sia nella vasta area “Ville e torri dell’isola” (che comprende Ponte San Pietro, Brembate Sopra fino a Terno d’Isola) e nel distretto dei “Colli del Brembo” (da Curno ad Almé) e il mega distretto di Dalmine dove la presenza di gdo è massiccia. Proprio in questa grande area intorno alla città c’è il rischio di una forte desertificazione commerciale nei centri storici dei singoli comuni. Nel dettaglio, Dalmine ha 1,4 alimentari ogni 1.000 abitanti,

Vivacità dei territori: primato a sorpresa alla Val di Scalve. Bergamo, Treviglio e Romano i centri maggiori più vivaci. Spicca l’area con San Pellegrino e Selvino e la Val Brembana. Attraggono l’Alto Sebino e l’Alta Val Seriana e Clusone. Deboli le aree della Val San Martino e Bonate, Martinengo e Cologno

Il numero di pubblici esercizi, bar e ristoranti, segnala invece la vivacità e la socialità dei territori. La città, anche per il richiamo di lavoratori e turisti, mantiene il primato dei centri principali con 10,9 esercizi ogni mille abitanti. Seguono Treviglio con 7,1  e Romano di Lombardia con 6,5. Ma a sorprendere, surclassando ogni altra area, è la Valle di Scalve: con ben 49 insegne per 3.999 abitanti, presenta un indice di 12,3. E raggiunge quasi la città, con un indice a 10 (209 locali per 20.828 residenti)  l’area del Distretto “Fontium et mercatorum”, da San Pellegrino all’alta Val Brembana, all’Altopiano di Selvino e Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina). Nelle località turistiche e di villeggiatura i locali non mancano: il distretto “Lake &Hills Alto Sebino” (Lovere,  Sovere, Castro, Solto Collina e Pianico) ha 8,9 locali ogni 1.000 abitanti (131 per 14.752 residenti); in montagna  l’alta Val Seriana  con Clusone ha 7,1 insegne ogni 1.000 residenti.  Molto deboli sono invece le aree pedemontane della Val San Martino (Cisano Bergamasco e dintorni),  la zona di pianura del distretto di “Lexena” (Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo), l’area afferente al distretto “Borghi e tradizioni della bassa” (Cividate al Piano, Palosco, Martinengo, Mornico al Serio) e  “Castelli e fontanili della bassa” (Bariano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano,  Spirano e Urgnano). In questi territori è molto marcata la difficoltà del bar tradizionale e del suo ruolo di aggregazione e socialità.




Campionaria, tutti gli eventi Enti Bilaterali e Confcommercio

Il Palco eventi ospita iniziative e incontri 

Anche quest’anno Confcommercio Bergamo e gli Enti bilaterali del terziario e del turismo bergamaschi confermano la loro presenza alla Fiera Campionaria di Bergamo con una serie di incontri e convegni che si svolgeranno nello spazio Eventi targato “Enti bilaterali di Bergamo”.  Tra gli eventi clou due sono stati promossi dagli Enti Bilaterali: il convegno “Giochiamo bene le nostre carte. Dalla contrattazione alla bilateralità”, in programma il 30 ottobre, dalle 16 alle 17.30, con la partecipazione di Paolo Baldazzi, responsabile settore Lavoro e Relazioni sindacali Confcommercio Imprese per l’Italia, Antonella Protopapa, segretaria generale Filcams Lombardia, Diego Lorenzi, segretario nazionale Fisascat, Stefano Franzoni, segretario nazionale Uiltucs e vice presidente Ente Bilaterale Nazionale Turismo, Anna Maria Selvaggio, direttore generale Fon.te, Giuseppe Zabbatino, direttore  Ente Bilaterale Nazionale Terziario.

Lo stesso format, con esponenti provinciali, viene replicato il giorno successivo, giovedì 31 ottobre, dalle 15 alle 16, con il convegno “Giochiamo bene le nostre carte. La bilateralità territoriale”, cui partecipano: Enrico Betti, vicepresidente Ente Bilaterale Terziario di Bergamo di Confcommercio Bergamo, Nicholas Pezzè, vice presidente Ente Bilaterale Alberghiero e Pubblici Esercizi di Bergamo di Filcams Cgil, Federica Scaburri, componente Comitato Ente Bilaterale Alberghiero e Pubblici esercizi di Bergamo di Fisascat Cisl, Anila Cenolli Kaja, componente consiglio Ente Bilaterale Terziario di Bergamo di UIltucs.

Confcommercio Bergamo sarà presente con l’Area Education e con una serie di incontri dedicati al mondo del terziario. Giovedì 31 ottobre dalle 16.30 alle 17.30 i riflettori sono puntati sul commercio di prossimità con l’incontro “Al cuore del commercio. Il valore dei negozi di vicinato dei nostri centri storici”, a cui partecipa  Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo.
Quanto alle categorie del terziario, viene confermata anche per questa edizione l’arte dei gastronomi salumieri, con gara al coltello, grazie all’impegno del Gruppo Gastronomi salumieri Confcommercio Bergamo, e un viaggio nella qualità attraverso i segreti del mestiere svelati dal Gruppo Macellai Confcommercio Bergamo (1 novembre, dalle 10.30 alle 12 L’arte dei macellai; dalle 15 alle 17, Tagli di eccellenza).

Coinvolti anche gli immobiliaristi Fimaa Confcommercio Bergamo con “I segreti per un acquisto casa senza stress” (il 2 novembre, dalle 16.30 alle 17.30), con la partecipazione di Oscar Caironi, presidente Fimaa Bergamo e dei consiglieri Fimaa Bergamo Herman Cavariani e Massimo Tomasoni.

Presente anche il Gruppo Autosalonisti Confcommercio Bergamo, con il presidente Loreno Epis, con il convegno “Scegli la tua auto. Benzina, elettrica o ibrida?” domenica 3 novembre, dalle 10.30 alle 11.30.

Alla Campionaria partecipano anche i Librai Confcommercio Bergamo, con l’incontro “Tutti pazzi per i fumetti. Un universo di storie a colori”, in programma sabato 2 novembre dalle 10.30 alle 11.30, con Luca Gavazzeni di Comix Revolution.

I Gastronomi Salumieri Confcommercio Bergamo sono presenti anche con l’incontro “Dalla tradizione ai social. L’esperienza della famiglia Mottini”, con il consigliere Omar Mottini ( domenica 3 novembre dalle 14 alle 15).

«La Fiera Campionaria è un evento di grande rilevanza per Bergamo, sia per la sua lunga tradizione sia per l’affetto che i bergamaschi nutrono per essa. Si tratta di una vetrina prestigiosa per tutto ciò che il territorio ha da offrire, ed è proprio per questo che Confcommercio Bergamo partecipa attivamente, confermando la propria presenza con l’Area Education, che si pone l’obiettivo di creare legami tra le scuole e le imprese, e che proprio in questi giorni è impegnata in un laboratorio di cittadinanza attiva nelle scuole primarie e  sta sviluppando progetti per le scuole secondarie di primo e secondo grado -sottolinea Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-..Anche quest’anno, inoltre, nello Spazio Eventi degli Enti Bilaterali, saranno organizzati incontri con imprenditori locali del settore commerciale, che discuteranno del valore del commercio nel contesto urbano di Bergamo e dei suoi borghi. Tra i partecipanti ci saranno librai, gastronomi, agenti di commercio, autosalonisti e macellai, tutti pronti a raccontare con passione il loro lavoro e il contributo che offrono alla comunità. Inoltre, come da tradizione, venerdì 1 novembre si terrà la gara di taglio del Grana Padano e di disosso del prosciutto, un appuntamento ormai fisso all’interno della Fiera Campionaria, atteso dal pubblico e promosso dal Gruppo Gastronomi Salumieri. A questo evento, sempre il 1 novembre, si affianca un incontro promosso dal Gruppo macellai dedicato a far conoscere i diversi tagli di carni e le relative ricette».

«Anche quest’anno, gli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo di Bergamo hanno deciso di sponsorizzare il palco eventi nell’ambito della campionaria, poiché si ritiene sia un’iniziativa importante per il territorio – dichiara Enrico Betti, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo di Bergamo e vicepresidente Ente Bilaterale Terziario di Bergamo -. Promuovere la bilateralità e gli Enti Bilaterali in un contesto così rilevante, come la più importante manifestazione fieristica di Bergamo. Rappresenta un’opportunità per valorizzare il dialogo tra le parti e sostenere lo sviluppo di un’economia locale più forte e coesa. A tal proposito abbiamo organizzato un evento significativo per mercoledì 30 ottobre alle 16, dal titolo “Giochiamo bene le nostre carte”, con la partecipazione di esponenti nazionali della contrattazione collettiva e della bilateralità, per evidenziare valori e potenzialità. Il giorno seguente, giovedì 31 ottobre, alle 15, presenteremo questi valori declinandoli nel contesto locale, illustrando i vantaggi per i lavoratori aderenti e le aziende agli Enti Bilaterali».

 




Turismo delle radici, un tesoro tutto da scoprire

Un’opportunità per scongiurare lo spopolamento dei piccoli comuni, in particolare montani, gli stessi cui sono interessati i bergamaschi nel mondo

Sono sei milioni gli italiani residenti all’estero, una cifra che sale a 80 milioni comprendendo nel novero anche oriundi e discendenti e addirittura a 260 milioni se si include nel totale il numero degli affini con legami parentali, di quanti parlano la nostra lingua o comunque si sentano particolarmente vicini alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Sono cifre che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 – decretato “Anno delle radici italiane” dal Ministero degli Esteri– permette di portare in primo piano.  Una comunità enorme, che ha voglia di riscoprire le proprie origini e che rappresenta dal punto di vista turistico una domanda potenziale di dimensioni sorprendenti, anche per il territorio bergamasco segnato da una forte migrazione. Il turismo delle radici non è solo un’opportunità economica, ma anche un potente strumento di promozione del territorio, che può contribuire a rivitalizzare aree interne e destinazioni meno conosciute, valorizzandone il patrimonio culturale e umano. Da qui nasce l’impegno di Confcommercio Bergamo su questo tema,  analizzato nell’ambito del convegno  svoltosi ieri, mercoledì 23 ottobre, nella Sala Conferenze dell’associazione alla presenza di esperti del settore e istituzioni.  «Bergamo si presta ad essere un laboratorio di sperimentazione importante, grazie all’alto numero di emigranti partiti dai numerosi piccoli comuni, dalle valli ai laghi, che grazie al turismo di ritorno possono garantire la continuità di servizi essenziali – commenta  Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. È fondamentale cogliere e accogliere questa  opportunità,  realizzando nuovi prodotti turistici capaci di attrarre questo particolare turismo, fatto di legami e tradizioni, per riscoprire le proprie origini attraverso luoghi, ricette e racconti familiari». Una recente ricerca del Settore Turismo Confcommercio, nata dalla collaborazione con SWG, TRA Consulting e Italyrooting, traccia l’identikit dei turisti in visita a parenti e amici, evidenziandone un’ottima capacità di spesa, che potrebbe portare al nostro Paese circa 8 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno. Nel 2022 i “turisti delle radici” sono stati ben 10 milioni, il 60% dei quali è venuto o tornato più volte nel corso degli anni. Tre su dieci hanno dedicato al viaggio in Italia una o due settimane, per visitare parenti e luoghi di origine ma anche l’Italia nel suo complesso. La maggior parte è arrivata con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% ha pernottato a casa di parenti e amici, mentre il 35% ha puntato sugli alberghi e il 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Il budget è stato di 2.300 euro a persona, diventati 3.700 per quanti hanno allungato la vacanza fino a un mese. Il valore di questo particolare segmento turistico è pari al 15% della spesa complessiva degli stranieri in Italia. Un mercato particolarmente interessante, considerando che solo negli Stati Uniti sono 16 milioni gli americani a riconoscere le proprie origini in Italia e il 4% della popolazione canadese discende dai nostri emigranti per una stima di valore turistico di oltre 230milioni di euro, mentre gli  italo- australiani potrebbero portare 210milioni di euro. Il turismo delle radici con base in Europa si conferma particolarmente strategico per il Paese, con un valore di quasi 3 miliardi di euro, specialmente per la nostra provincia grazie ai collegamenti con Orio, in particolar modo con Germania, Francia e Regno Unito. Riccardo Grassi, head of research SWG sottolinea come il tema del ritorno in Italia sia molto sentito: « L’attenzione alle radici è diffusa, ma va anche segmentata in base ai diversi tipi di turisti. Essendo un turismo emozionale è complesso e diversificato. C’è il nostalgico che vuol tornare a vivere Italia dopo decenni di distanza. L’Ambassador, una figura centrale perché è l’italiano che non necessariamente è migrante di prima generazione ma ha tenuto rapporto con entrambi i paesi . Riesce a mantenere viva l’idea dell’emigrante e dell’ italianità. E poi ci sono i discendenti, di seconda e terza generazione,  che hanno  gusti e abitudini ormai straniere. Non manca il curioso che  va in Italia per il richiamo dell’italian sounding, un giovane turista in cui la componente del divertimento è molto forte. Non esiste un modello unico di viaggio. Tante sono le attività desiderate, in genere, specialmente per chi arriva dall’altra parte del mondo, esaurita l’esperienza di Incontrare parenti gustare i piatti della tradizione, si sceglie di estendere alle mete principali turistiche il tour italiano». La Lombardia è terza solo a Veneto e Friuli Venezia Giulia tra le regioni dell’Italia settentrionale per flussi migratori. Tra il 1876 e il 2005 ha visto circa 2,5 milioni di espatri con oltre 87mila emigrati nel solo anno record del 1913. Tra le destinazioni più diffuse: Svizzera, Francia, Brasile, Argentina, Belgio.  Gli ultimi dati Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) su base Istat (Migrantes- Rapporto Italiani nel mondo. Elaborazione su dati Istat 2023) evidenziano una crescita dell’emigrazione: sono 610.952 i residenti lombardi all’estero su un totale di quasi 6milioni di italiani (5.933.418), pari al 10,3% del totale, con un’incidenza del 6,1% sulla popolazione residente (9.950.742). Dal 2020 si è registrata una crescita dei trasferimenti all’estero pari al 14,5% (da 533.584 a 610.952).  La nostra città conta 9.395 residenti bergamaschi all’estero, pari al 7,9% della popolazione (119.534).  Il viaggio e il relativo soggiorno nella terra di origine rappresentano un’esperienza ad alto contenuto emotivo. Per i migranti è l’occasione per rivedere i propri cari e ritrovare i luoghi che hanno segnato la propria vita prima di partire. Per i discendenti è il modo per ricercare le proprie radici e scoprire i luoghi in cui hanno vissuto i parenti , specialmente per coloro che hanno perso in parte o totalmente il legame con la terra di origine. Migranti e discendenti possono essere ambasciatori del territorio di origine. Carlo Personeni, presidente dell’Ente bergamaschi nel mondo, sottolinea come il senso di appartenenza sia molto forte tra chi ha lasciato Bergamo, in particolare le nostre valli, territori particolarmente soggetti a migrazioni: « Sono più di 68 mila i bergamaschi iscritti all’Aire.  L’Ente Bergamaschi nel mondo assiste grazie alla sua presenza all’ estero gli emigrati bergamaschi sin dal loro arrivo, un aiuto che prosegue anche con Corsi di italiano e, per non perdere il legame con il territorio, anche corsi di bergamasco. E in occasione di questo convegno abbiamo appena parlato di ricostituire un importante Circolo a Parigi. Il problema è che oggi spesso la fuga all’estero è attualmente incentivata dalle stesse  famiglie ed è un fenomeno in crescita.  Il Turismo delle radici non deve limitarsi all’anno 2024 ma deve continuare perché ha tante opportunità da dare. I nostri emigranti sono i nostri migliori ambasciatori nel mondo, una risorsa da valorizzare. Ben vengano i contributi regionali ma la compartecipazione alle spese comporta comunque investimenti importanti».  L’utilizzo di leve per valorizzare la creatività di impresa è fondamentale anche nella nostra provincia: «Con 80milioni di discendenti nel mondo e una stima di 8 miliardi di entrate potenziali, il turismo delle radici può rappresentare una nuova risorsa per costruire il nostro benessere- sottolinea Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. Ci siamo seduti su questa risorsa potenziale, ma dobbiamo fare in modo di farla emergere, di fare crescere le radici». Alberto Corti, responsabile settore Turismo Confcommercio Imprese per l’Italia ha posto l’accento su come il turismo delle radici sia un tema di cui si tende a parlare come a qualcosa del passato: «E’ una leva strategica da sfruttare. Stiamo parlando di qualcosa che non si esaurisce nell’ annualità e di un mercato che interessa potenzialmente 150 milioni di persone. Dalle interviste effettuate a  componenti italiani nel mondo emerge come sia forte il desiderio di tornare nel nostro Paese, stabilire un legame e mantenere relazioni. Abbiamo cellule intelligenti italiane disseminate in ogni angolo del mondo. Il turismo delle radici è un tema di tutti, che attraversa diversi aspetti, dalla cultura al cibo, alla musica, importantissima come mostra una nostra ambasciatrice al Festival di Sanremo, raccolta in un video che ben rende l’idea della forza di questo legame con la nostra terra». Letizia Sinisi, esperta di cultura, ha fatto delle radici un’impresa, creando ItalyRooting Consulting. Un’impresa che nasce anche da un’esperienza personale ad alto investimento emotivo: « Nel 1991 ho cercato i miei parenti e le mie radici in America e ho iniziato così questo lavoro di studio sul rooting o radicamento. Chi ha radici italiane non vuole sentirsi turista né ospite. Bergamo rappresenta l’ 8% degli italiani residenti all’estero in base al dato Aire. Ogni luogo ha il proprio dna e ogni luogo è  unico e irripetibile, per questo parlo di Lombardie in Lombardia, perché il mio studio evidenzia 78 realtà diverse regionali. Ogni identità può diventare un premium brand e fare la differenza. A Bergamo ho mappato 12 realtà, con un’attenzione particolare alle valli orobiche. La cosa interessante è che la tendenza allo spopolamento dei piccoli comuni interessa gli stessi paesi dove vogliono tornare i nostri discendenti all’estero. Inoltre non mancano curiosità, come il culto di Caravaggio in Brasile, con il santuario di Nossa Senhora do Caravaggio a Farroupilha. Sul territorio sono presenti tante eccellenze e borghi da valorizzare, magari attraverso la creazione di festival o eventi identitari. Ci sono davvero delle ottime premesse per ottenere buoni risultati».  Serve passare dalla fascinazione al prodotto, come ricorda Federica Burini, geografa e coordinatrice scientifica dell’Imago Mundi Lab dell’Università degli Studi di Bergamo: «Il turismo delle radici mi piace chiamarlo il turismo dei rizomi, perché ogni nodo produce altri nodi in modo naturale e ognuno di noi può tessere reti infinite. Il turismo non è solo economico ma bisogna cercarne la profondità per sfruttarne tutto il potenziale, anche poi in termini di business. Le istituzioni devono cambiare passo e pensare che il turismo possa promuoversi come identitario con comunità impegnate nella co-progettazione di percorsi perché l’accoglienza di migranti in vacanza e discendenti sia un’esperienza davvero autentica». Non mancano sul territorio e altrove esperienze interessanti, come quelle che scorrono in sala, illustrate nelle slides della professoressa Burini. Tra le storie di emigrazione e di turismo che intrecciano turismo e imprenditorialità, colpisce il caso dell’Hotel America di Pinè in Trentino, legato al rientro in Italia dagli Stati Uniti nel 1923 del fondatore Domenico Giovannini, ora guidato dalla terza generazione con Maria Teresa Lanzinger. Non mancano casi di successo made in Bergamo o legati alla nostra città come Gandini Guiding Sisters, idea imprenditoriale di due sorelle bergamasche promotrici di una cooperazione Italia-Svezia  dedicata alla promozione turistica dei nostri colli e di una Bergamo autentica, lontana dai percorsi turistici tradizionali, oltre a una proposta di gusto con i formaggi Dop del territorio. E per rivivere l’atmosfera familiare una cena a casa e un incontro con chi vive nel quartiere da 60 anni.  Nicola Cortesi, giovane bergamasco emigrato a Barcellona, è tornato a vivere in Italia durante la pandemia e oggi vive tra Bergamo e Torino. Promuove un turismo particolare per smartrekker, per escursionisti che scelgono di lavorare da remoto in località immerse nella natura, passando due o tre giorni nello stesso rifugio, tra smart-working e attività outdoor.
Da una terra di forte migrazione come l’Abruzzo, arriva in convegno l’esperienza del comune di Penne, illustrata dal sindaco Gilberto Petrucci. «Il mio è un comune di 12 mila abitanti tra Majella e Gran Sasso dove è presente un distretto tessile orgoglio del made in Italy e di top brand, grazie a un know how e all’abilità delle mani dei nostri sarti, tramandate di generazione in generazione.  Nella nostra terra, con tanti emigrati, c’è chi ha scelto di tornare, anche dopo decenni. Ci sono famiglie che hanno acquistato e ristrutturato vecchi casolari e lavorano in smart working. Una curiosità che non è sfuggita al nostro ambasciatore italiano nel Regno Unito, che ha voluto visitare nei mesi scorsi Penne per capire perché avessero scelto proprio il nostro territorio». La testimonianza di Dario Galloni, segretario generale della Camera di Commercio di Paranà, in Brasile e di Alberto Giusti de Marle, amministratore delegato e CoFondatore di GaiaNet, presenta un’app virtuale, indirizzata in particolare ai giovani. Lo spazio Italocam è un modello digitale aperto,  con l’obiettivo  potenziale di una connessione  fino a 132 milioni persone: «La nostra missione è costruire ponti tra le culture, partendo dal Brasile, in particolare dalla regione di Paranà, che estesa quanto l’Italia. Qui hanno sede innumerevoli club e circoli fondati da emigrati. Si pensi che il Palmeiras che ha 6 milioni di tifosi ha come nome originario Palestra Italia. È fortemente presente la società Dante Alighieri, un grande istituto culturale, e anche la Pontificia Università Cattolica. Il senso di appartenenza è incredibile e grazie a questa nuova piattaforma contiamo di intercettare in particolare le nuove generazioni, oltre a un potenziale di pmi interessate ad allargare il proprio business».




Premio Fedeltà al lavoro Camera di Commercio, tutti i premiati Confcommercio Bergamo

Come tradizione, il riconoscimento va alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti con almeno 30 anni di servizio presso la stessa impresa (25 se donne)

49 lavoratori dipendenti, 24 imprese e 5 coltivatori diretti. Una somma di storie imprenditoriali e di lavoro, tra scommesse e sconfitte, crisi e sviluppo, meritevoli dell’annuale ma sempre atteso premio della Camera di Commercio, che da 62 anni a questa parte celebra il patrimonio di esperienze professionali e umane con il Premio Fedeltà al Lavoro. L’edizione 2024, svoltasi in un monumento stesso alla produttività bergamasca che è rappresentato dal Centro Culturale  Daste e Spalenga, ha assegnato un riconoscimento anche a diverse imprese e lavoratori del sistema Confcommercio Bergamo. Alla cerimonia, svoltasi domenica, hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni e, unitamente alle altre rappresentanze imprenditoriali, Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo e vicepresidente della Camera di Commercio di Bergamo. La premiazione assegna come da tradizione il riconoscimento alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti del settore privato con almeno 30 anni di servizio presso la stessa impresa (25 se donne). Tante le storie che si sono alternate sul palco. “Un valore collettivo e motivo di orgoglio per l’intera comunità, di cui costituiscono la ricchezza, morale e certamente anche materiale, di cui tutti godiamo” ha sottolineato Carlo Mazzoleni .

Tutti i premiati Confcommercio Bergamo

Benemeriti

In particolare, è stata consegnata la benemerenza a Francesco Visinoni, presidente Milestone di Sorisole. Franco Visinoni è un imprenditore che porta il nome di Bergamo nel mondo. La sua società, Milestone Srl, fondata nel 1988 per la commercializzazione di apparecchiature nel campo della chimica analitica, è entrata nel 1994 nel settore medicale con la produzione di unità per il settore dell’ ;anatomia patologica utilizzate per le diagnosi di tumori, fino a diventare leader tecnologico nella strumentazione a microonde. I prodotti Milestone sono il frutto della costante attività di ricerca e sviluppo svolta completamente alle porte di Bergamo, che ha consentito l’ottenimento di circa 50 brevetti. Ogni anno, circa il 7% del fatturato viene infatti investito in ricerca e sviluppo, sia nell’ottica di un miglioramento continuo che per proteggere la proprietà intellettuale dell’azienda. Un successo che nasce dalle persone, da quel “tocco umano” tanto caro al patron Visinoni, fondando i rapporti sulla massima fiducia. Da sempre presente sui mercati mondiali, in circa 100 nazioni, Milestone immette sul mercato circa 2500 prodotti l’anno. Attualmente oltre 50 mila unità sono installate in tutto il mondo, dai più grandi Ospedali ai piccoli Istituti di Ricerca, dalle Università ai Laboratori Industriali. Tra i clienti del settore medicale spiccano il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Istituto Tumori di Milano, il Johns Hopkins e la Mayo Clinic negli Stati Uniti. Nel campo analitico spiccano colossi come Apple, Roche, Pfizer, AstraZeneca, Bmw, Stellantis, Ferrari, Maserati o Mercedes.

Imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività

In città

Cartoleria Pierrot di Bacis Pierino  (data inizio attività 2 gennaio 1989)

Stazione di servizio Eni Luigi Prandi di Luigi Prandi (data inizio attività 31 marzo 1987)

Trattoria Giuliana srl di Giulia D’Ambrosio  (data inizio attività 2 settembre 1943)

Casarredo SNC di Mauro Campagnola  (data inizio attività 31 luglio 1986)

In provincia

Cafè Roma Srl di Ivan Eugenio e Giuseppe Giupponi di  Mozzanica (data inizio attività 1963)

Bar Latteria di Guerina Guerin di Gazzaniga (data inizio attività 4 agosto 1983)

Trattoria Pizzeria Alpino di Contino Cavagna, di  Lepreno di Serina  (data inizio attività 1955)

Fratelli Gritti Alimentari di Ovidio Gritti  di  Gavarno di Nembro  (data inizio attività 1953)

Autosalone Epis di Loreno Epis  di  Scanzorosciate  (data inizio attività 6 maggio 1988)

Lavoratori e lavoratrici dipendenti

Trattoria Giuliana Srl di Bergamo: Cosima Alemanno, Susanna Cordoni, Pinuccia Fiore, Rabia Sdir, Mina Tahataoui.

 




Affitti brevi turistici, exploit in città (+22,5%) a scapito del residenziale

La crescita a livello provinciale è stata complessivamente del  20,31%, più che doppia rispetto al + 9,4% nazionale. Cresce anche l’hinterland oltre a Sebino e Orobie in provinciaConfcommercio Bergamo fa il punto sugli affitti brevi turistici, attraverso lo studio Federalberghi, commissionato a Incipit Consulting, sui dati di agosto, mese cruciale per il turismo. Il focus provinciale evidenzia la dinamica degli affitti brevi turistici nel 2024 (agosto),  mettendoli a confronto con il 2023, anno della Capitale della Cultura e mette in luce i comuni bergamaschi che concentrano il maggior numero di alloggi. Ad agosto 2024 il numero di annunci pubblicati su Airbnb in Bergamasca ammontava  a 3.714, contro i 3.087 dello stesso periodo dell’anno precedente.  La crescita a livello provinciale è stata complessivamente del  20,31%, più che doppia rispetto al + 9,4% nazionale. La crescita degli annunci in città è stata addirittura più alta, pari al 22,54%, e in due anni è stata del  +74%. Degli annunci di agosto, l’81,9% si riferiva ad appartamenti interi (+ 24,7% rispetto al dato 2023 e +65,36% rispetto al biennio).  La tendenza è quella di affittare interi appartamenti, tradendo l’idea originale di condividere stanza o appartamento di Airbnb (da air bed and breakfast, materasso ad aria e letto di fortuna gonfiato per l’ospite e prima colazione).   Il dato è in linea con quello nazionale. 2.048 annunci (pari al 55,1%) si riferiscono a immobili con apertura sopra i sei mesi ( + 13,8% annunci rispetto all’anno scorso e + 48,4% in due anni). Il dato è leggermente superiore a quello nazionale.  2.242 annunci (pari al 60,4,%) in linea con l’anno scorso, si riferiscono ad host che  gestiscono più alloggi con un aumento degli annunci del 21,32% rispetto allo scorso anno e del + 56,6% rispetto a due anni fa. Il dato è inferiore a quello nazionale, dove la crescita è del 66,8%.
In città il boom degli appartamenti destinati all’affitto turistico rende di fatto quasi introvabile un appartamento in affitto per famiglie e studenti. Con la città si sviluppa anche l’hinterland. A Seriate, ad esempio, gli annunci segnano una crescita del +11,1 % rispetto al 2023 (anno in cui il comune segnava il + 52,6% rispetto al 2022).  L’altra area di forte espansione di Airbnb e dintorni è quella del lago d’Iseo, con Riva di Solto leader con 114 annunci (10 in più rispetto al 2023, +9,6%), seguita da Lovere (con 105, +34,6% rispetto al 2023) e a seguire Parzanica, Solto Collina, Predore, Sarnico, Fonteno e Costa Volpino. In crescita anche nelle principali aree delle Orobie dove non manca il patrimonio delle seconde case da affittare, a fronte di una caduta della domanda di affitto di villeggiatura.  Tra le località emergono Castione della Presolana, con 61 annunci (+38,6%) e Clusone con 44 (+22,2%). In alta Val Brembana spicca Foppolo con 47 annunci.
La crescita degli affitti brevi sembra non attenuarsi– commenta Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. Occorre continuare sulla strada del CIR- Codice identificativo regionale e CIN- Codice identificativo nazionale, oltre che su un effettivo controllo sul rispetto delle regole. Il problema sta diventando sociale, con famiglie e giovani che non riescono ad accedere a mutui e non riescono a trovare un appartamento in affitto. È giunto il momento di rivedere la cedolare secca sugli affitti brevi: un vantaggio fiscale senza vantaggio sociale non va a beneficio di nessuno. Per questo chiediamo che possa applicarsi solo agli affitti tradizionali. La cedolare secca sulle locazioni brevi, con aliquota al 21%, costituisce infatti uno sconto sulle normali aliquote fiscali, che è pari al 23% per i comuni cittadini, inclusi pensionati e disoccupati. Non si vede per quale motivo, chi mette in affitto più appartamenti debba godere di un trattamento di favore”.
La crescita in città è esponenziale e segue il trend delle grandi città: “Per infrastrutture, autostrade, aeroporto  e posizione, gli affitti brevi turistici a Bergamo crescono il doppio rispetto alla media nazionale – commenta Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi Bergamo (nella foto, ndr)– . Un fenomeno da valutare per il suo impatto sociale, oltre che per l’impatto effettivo in termini di ricchezza e occupazione che apporta poi al territorio”.

I dati negli ultimi 2 anni

In Bergamasca nel 2023 erano 3087 gli annunci pubblicati relativi per il 78,9% ad appartamenti interi (2437 complessivi). 1848 annunci (il 59,9%) erano pubblicati da host che gestiscono più alloggi. Quanto alla stagionalità, 1799 annunci  (il 58,3%) avevano un’apertura superiore a sei mesi . Nel 2022 erano 2377 gli annunci pubblicati, relativi per il 77,4% ad appartamenti interi (1839 complessivi). 1432 annunci (il 60,2%) era pubblicato da host che gestiscono più alloggi. Quanto alla stagionalità, 1380 annunci  (il 58,1%) presentavano un’apertura superiore a sei mesi .

I comuni con il maggior numero di annunci

Il primato va alla città capoluogo di provincia  con 1408 annunci ( 1149 nel 2023, 809 nel 2022), cui seguono Riva di Solto con 114 annunci (104 nel 2023, 79 nel 2022) e Lovere con 105 annunci (78 nel 2023, 69 nell’anno precedente). Se il “podio” resta invariato, quest’anno Castione della Presolana supera con 61 annunci  Seriate (60), che nel 2023 ricopriva il quarto posto con 54 annunci, passando dal decimo posto provinciale del 2022 con 35 annunci,  scalzando dal quarto posto lo scorso anno Foppolo( che attualmente occupa la decima posizione con 47 annunci). Parzanica e Solto Collina registrano entrambi una crescita significativa, con 10 nuovi annunci in media (Parzanica passa da 46 a 56, mentre Solto Collina da 47 a 56). Clusone passa da 36 a 44 annunci. Si fa strada Costa Volpino con 35 annunci; bene anche Fonteno che passa da 31 annunci nel 2023 a 37.

L’indagine nazionale

L’evoluzione del fenomeno  degli alloggi italiani venduti su Airbnb vede una crescita esponenziale da dicembre 2008 con 52 annunci, ad agosto 2024 con quasi 600mila annunci pubblicati.  Nell’ultimo anno, da agosto 2023 ad agosto 2024,  la crescita è stata del  9,4 %.  Quanto al mercato del lavoro, gli affitti brevi portano  137.468 occupati pari all’11,9% del totale,  contro i 1.018.701 occupati del settore ufficiale alberghiero ed extralberghiero, pari al 88,1% (stima impatto sull’occupazione – Sociometrica 2023).




Il mercato del lavoro nel turismo. Gli alberghi in recupero: +14,9% di occupati nel 2023

Lavoro più stabile (69,5% indeterminato), in crescita il ricorso al part-time (+18,5%)

Il lavoro nel turismo bergamasco ha ripreso quota negli ultimi due anni, superando i livelli pre-pandemia del 2019. Se già nel 2022 il comparto della ristorazione aveva recuperato terreno, il 2023 ha visto una crescita importante anche nel settore ricettivo. Il solo settore alberghiero ha registrato un +14,9%, passando dagli 894 dipendenti del 2022 ai 1.027 nel 2023. È quanto emerge dall’Osservatorio sul mercato del lavoro, realizzato da Federalberghi in collaborazione con Fipe e l’Ente bilaterale nazionale del turismo, sulla base di dati INPS 2023. La provincia di Bergamo è ora al terzo posto in Lombardia per numero di addetti nel turismo, con 27.977 occupati (di cui 25.861 nei pubblici esercizi), dietro solo a Milano, che ne conta oltre 105.000, e Brescia con 35.000.

La crescita del turismo nella nostra provincia non è attestata solo dai dati positivi in termini di presenze di visitatori, ma anche dal numero degli addetti di un settore importante per la tenuta occupazionale– commenta Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. I dati evidenziano un nuovo buon recupero da parte delle strutture alberghiere. L’ulteriore riduzione del lavoro stagionale conferma una tendenza positiva verso una maggiore stabilità del lavoro”.  

Il numero di 9 addetti in media a struttura evidenzia che il tessuto economico del settore è composto da strutture ricettive di piccole dimensioni, con alberghi piccoli a conduzione familiare – commenta Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi Bergamo-. Il settore attira lavoratori giovani che hanno la possibilità di avere una formazione sul posto molto buona, perché affiancati da personale con più esperienza, fattore cruciale nel nostro settore, come evidenzia la distribuzione eterogenea dei lavoratori dai 20 ai 60 anni”.

La destagionalizzazione sembra già realtà, in base ai dati dell’Osservatorio: “Il  lavoro a contratto indeterminato è quasi il 70% , dato che conferma un settore che va verso un turismo per  tutto l’anno, con un ulteriore calo del lavoro stagionale. La componente femminile nel settore è molto forte: impieghiamo oltre il 64% di lavoratrici, dato che indica un buon livello di compatibilità di conciliazione lavoro e famiglia. Il 30,5% di contratti è part-time, una scelta sempre più richiesta (+18,5%), anche per l’organizzazione sempre più su turni della giornata lavorativa”.

 La crescita delle imprese e dell’occupazione

Nel 2023, in provincia di Bergamo hanno operato in media 3.006 imprese con almeno un dipendente, con un picco di 3.070 imprese registrato tra giugno e settembre, e un minimo di 2.946. In media, le imprese turistiche bergamasche contano 9,3 dipendenti per azienda, un dato superiore alla media regionale di 8,8. La crescita degli occupati nel turismo bergamasco è stata del +9,1%, con il settore ricettivo che ha segnato un +11,1% e quello alberghiero un +14,9%.

 Dinamiche dell’occupazione

Le aziende con dipendenti nel settore alberghiero sono cresciute del 9,3% (da 107 nel 2022 a 117 nel 2023). Tra le forme di lavoro, il part-time ha registrato un incremento del +18,1% (scelto da 313 addetti nel 2023, contro i 265 del 2022), dato che supera il +13,5% del full-time (con 714 addetti nel 2023, contro i 629 del 2022). L’orario lavorativo ridotto o su turni è una soluzione sempre più adottata per conciliare lavoro e vita familiare. In parallelo, l’occupazione nelle fasce di età più elevate è cresciuta significativamente (+55,2% per gli over 40), evidenziando una maggiore apertura delle imprese al reclutamento di lavoratori esperti e disponibili.

Gli stagionali, già poco numerosi nella nostra provincia, sono diminuiti ulteriormente, sostituiti dai contratti a tempo determinato, che sono aumentati del +24,3%. La crescita dei contratti a tempo indeterminato, invece, si è attestata su un +13,1%.

Settore ricettivo e alberghiero a Bergamo

Nel 2023, il settore ricettivo a Bergamo ha impiegato in media 1.680 persone, pari al 6% del totale degli addetti al turismo. In Lombardia, i dipendenti dell’accoglienza rappresentano l’11,0% del totale, grazie alla forza di Milano e Brescia. Le aziende ricettive con dipendenti sono 198, equivalenti al 6,6% delle imprese turistiche bergamasche, mentre oltre il 90,6% delle imprese operano nei pubblici esercizi.

Nel 2023, a Bergamo, il settore alberghiero ha visto l’operato di 117 imprese con dipendenti e una media di 1.027 addetti. I picchi occupazionali sono stati registrati ad agosto (1.187 addetti) e il minimo a marzo (918 addetti).

L’identikit di chi lavora negli hotel

Più della metà dei dipendenti ha meno di 40 anni (50,5%), con il 27,9% sotto i 30 anni. Il 64,1% della forza lavoro è costituito da donne, mentre il 27,8% è di origine straniera. La maggior parte dei dipendenti (70,7%) è impiegata a tempo pieno, con il 65% che gode di un contratto a tempo indeterminato. Il lavoro stagionale è ridotto al minimo (2%), sostituito dal tempo determinato che rappresenta il 33% dell’occupazione. Rispetto al 2019, il tempo indeterminato è cresciuto del +7,1%, mentre il lavoro stagionale è crollato del -40,6%, a favore del tempo determinato (+31,0%).