Albini: «Il tessile
reagisce
alla crisi,
ma è decisivo
fare squadra»

nella foto: Silvio Albini

Bene l’export nel primo trimestre (+6%). Forte il traino del mercato europeo

Nell’ambito della presentazione di Milano Unica, il Salone italiano del tessile di qualità che aprirà il prossimo 9 settembre, il presidente Silvio Albini ha ribadito che “il concetto di sinergia tra i vari  attori del Made in Italy d’eccellenza è determinante. Fare squadra è la costante con cui ho cercato di caratterizzare il mio mandato di presidente di Milano Unica – ha detto Albini – e i risultati di questa edizione ne sono una ulteriore, confortante, dimostrazione. In quest’anno di crisi – ha aggiunto – il settore tessile ha reagito innovando e investendo, riuscendo così a limitare le perdite di fatturato complessivo e ad aumentare in maniera significativa il valore totale delle esportazioni”.
Esportazioni che, nel primo trimestre del 2014, sono complessivamente cresciute del 6%, con l’Europa che fa segnare un +10,4%, mentre l’export verso i Paesi extra Ue si attesta sull’1,1%. Un dato frutto della crescita di tutti i comparti merceologici che compongono la tessitura italiana, ad eccezione dei tessuti di cotone (-1,0%). All’interno del mercato europeo risultano in forte crescita le esportazioni verso Romania (+20,2%), Spagna (+16,2%), Portogallo (+15,2%), Polonia (+25%) e Bulgaria (+20,5%), mentre, tranne la Gran Bretagna (+5,1%), si registra un andamento piatto verso i nostri più tradizionali riferimenti, Germania e Francia in testa, che restano comunque molto importanti per i volumi e il valore dei loro acquisti. Tra i Paesi extra Ue le buone notizie provengono praticamente solo dagli USA (+16%), mentre presentano un segno meno la Repubblica Popolare Cinese (-5,5%) e Hong Kong (-3,3%) che nel corso di questi anni hanno fatto da parziale camera di compensazione rispetto al crollo dei nostri mercati più tradizionali. Andamento negativo che si accompagna a quello del Giappone (-11,1%). Da segnalare, poi, anche la crescita delle importazioni (+10%), che indicherebbero anche una qualche ripresa della domanda interna. In testa, troviamo: Cina (+6,6%) e Turchia (+15,3%), che da sole arrivano al 50% dell’intero valore delle importazioni nel periodo considerato.

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