La Gastronomia Le Delizie di Osio Sopra tra le insegne indipendenti più innovative d’Italia

Il KebaBg di Omar Mottini conquista con il suo stile inconfondibileLa Gastronomia Le Delizie di Osio Sopra, con il KebaBg di Omar Mottini, è tra le insegne indipendenti più innovative d’Italia. È stata infatti premiata, con altre quattro insegne indipendenti nazionali, nella categoria “negozi indipendenti” Innova Retail Awards 2024-2025, il premio organizzato da Kiki Lab in collaborazione con Confcommercio Imprese per l’Italia e altre associazioni ed enti. L’obiettivo è dare visibilità ai migliori progetti imprenditoriali nazionali e internazionali, promuovendo l’innovazione come stimolo per la crescita e il miglioramento continuo dell’offerta al cliente in tutti i luoghi del commercio.  L’insegna, forte di una tradizione nel commercio avviata nel 1958 dalla nonna Caterina Cassotti, tramandata poi alla figlia Giovanna Dalmaggioni, non si è lasciata sfuggire l’innovazione portata dal nipote Omar Mottini, con la rivisitazione, a partire dal 2015, del famoso panino turco in chiave perfettamente orobica. La ricetta si mantiene fedele a quella mediorientale per quanto riguarda verdure e salse, mentre roast beef di manzo, pancetta e pasta di salame costituiscono il goloso ripieno, per un panino dal gusto inconfondibile. “E’un ottimo risultati, quasi insperato, per me quello di essere nel novero dei cinque migliori negozi indipendenti italiani– commenta Omar Mottini, che è anche consigliere del Gruppo Gastronomi Salumieri Confcommercio Bergamo-. È il premio a 65 anni di passione, tenacia e lungimiranza portata avanti dalla nostra famiglia”.

I finalisti tra le insegne indipendenti

Bassano Clubhouse – Bassano Clubhouse

Concept dedicato agli appassionati di ciclismo: negozio di alta gamma, con un visual da boutique del lusso, caffetteria e anche servizi come docce e possibilità di vedere insieme le corse ciclistiche.

Bottega della Carne – Rosso27

Preparazioni delle più classiche delle preparazioni piemontesi a base di carne, in confezione di vetro sotto vuoto, per una lunga durata, e anche in monoporzione per soddisfare i single e le nuove esigenze personalizzate di alimentazione familiare.

Control Fitness – Control Fitness

Progetto che fonde il coworking con la palestra, unendo così due aspetti fondamentali della vita moderna: il lavoro e il benessere fisico.

Dalmaggioni Giovanna – KebaBG l’unico kebab bergamasco

Gastronomia aperta nel 1958 (negozio storico Regione Lombardia) che da frutta e verdura e edicola si evolve prima in gastronomia e poi si inventa il KebaBG, l’unico kebab bergamasco di qualità in versione street food.

Pan&Quotidiano – Pan&Quotidiano

Trasformazione di un’edicola storica in un progetto culturale di rigenerazione urbana incentrato sul servizio e sulla valorizzazione del territori.

A questo link tutte le insegne Innova Retail Awards 2024-2025 https://innovaretailaward.it/finalisti-2024/




Libri per sognare, al via la nona edizione 2025

2027 studenti partecipanti, 41 istituti e 103 classi 

Con la chiusura delle iscrizioni al concorso Libri per sognare, prende il via ufficialmente la nuova edizione 2025, la numero nove. Il concorso, ideato dal Gruppo Librai e Cartolibrai Confcommercio Bergamo viene proposto alle scuole primarie (classi quinte) e secondarie di primo grado (classi prime) degli Istituti scolastici, statali e paritari, di Bergamo e provincia. La finalità principale resta sempre quella di promuovere la lettura nelle classi partecipanti,  favorendo il coinvolgimento attivo e creativo dei giovani studenti, a partire dalla proposta di alcuni titoli di letteratura contemporanea per ragazzi, molto stimolanti e ricchi di suggestioni. Libri per Sognare coinvolge quest’anno nel suo complesso 41 istituti scolastici (di cui 1 fuori provincia, a Caravate – Varese), 103 classi e 2027 studenti.  Cinque i titoli di letteratura contemporanea selezionati dai librai, con altrettanti autori, oltre agli illustratori: testi ricchi di spunti e suggestioni che affrontano temi e valori universali, dall’amicizia alla libertà, dall’amore all’ecologia, in mezzo ai grandi avvenimenti storici. I ragazzi sono chiamati al doppio ruolo di lettori e recensori dei titoli scelti: la lettura stimola elaborati (video, disegni, giochi e quant’altro) e recensioni che saranno raccolte- dalla seconda metà del mese di aprile 2025 – sul portale www.libripersognare.it; verrà inoltre espressa la preferenza per il miglior libro e autore dell’edizione.
L’iniziativa prevede anche quest’anno- a partire da febbraio 2025-  l’incontro (online per facilitare la partecipazione) con gli autori e illustratori, uno stimolo in più per i giovani lettori che possono così avere un confronto diretto con chi ha scritto le pagine preferite e possono così trarre ispirazione per la stesura delle recensioni e l’ideazione di altri elaborati artistici.
L’evento finale, con la premiazione del libro vincitore e degli studenti che avranno inserito nel portale le migliori recensioni, avrà luogo il 23 maggio, nella sede della Fiera di Bergamo, come lo scorso anno.

Cristian Botti

Non c’è per noi soddisfazione più grande che vedere l’attesa ogni anno per l’apertura del concorso, che conferma quanto il legame con questo evento sia forte – commenta Cristian Botti, presidente del Gruppo Librai e Cartolibrai Confcommercio Bergamo e vicepresidente Confcommercio Bergamo-. Siamo certi che i libri selezionati daranno spunti di riflessione interessanti e che raccoglieremo recensioni ed elaborati suggestivi. Abbiamo organizzato anche quest’anno, a partire da febbraio, anche per dare tempo agli studenti di leggere prima i testi, gli attesi incontri con gli autori, con più date in agenda  per venire incontro alle diverse esigenze delle scuole. Non mancheranno sorprese per un grande evento finale, una festa che anche quest’anno abbiamo scelto di organizzare in Fiera, a fine maggio. In un contesto in cui si legge sempre meno, restiamo sempre favorevolmente stupiti dalla partecipazione attiva e coinvolgente dei ragazzi. È questo il più grande risultato per noi: vedere crescere di anno in anno i potenziali lettori di domani”.  Il format del concorso sarà replicato anche a Brescia. “Abbiamo appena sottoscritto un accordo con Confcommercio Brescia, con cui organizzammo già l’edizione 2023, perché il concorso possa replicarsi anche nella loro provincia. Non possiamo che essere orgogliosi di aver ideato un evento che trova consensi oltre i confini provinciali” conclude Botti.
Il progetto Libri per Sognare complessivamente negli anni (dal 2017) ha coinvolto circa 13.000 ragazzi e 26 autori per ragazzi: Pierdomenico Baccalario,  Luigi Ballerini, Daria Bertoni, Tim Bruno, Matteo Bussola, Elisa Castiglioni, Cristiano Cavina, Riccardo Cazzaniga, Lodovica Cima, Francesco d’Adamo, Matteo De Benedittis, Antonio Ferrara, Giuseppe Festa, Andrea Fontana, Luigi Garlando, Espérance Hakuzwimana, Viviana Mazza, Emanuela Nava, Elena Orlandi, Marta Palazzesi, Claudia Petrazzi, Ilaria Prada, Annalisa Strada, Teresa Radice e Stefano Turconi, Federico Taddia, Silvia Vecchini e Sualzo, Massimo Vitali.  L’iniziativa nel 2023, anno di Bergamo Brescia capitale della Cultura ha avuto la benemerenza della Provincia di Bergamo. Il progetto è realizzato da Iniziative Ascom Spa, società partecipata da Confcommercio Bergamo

I titoli di letteratura contemporanea selezionati e gli autori

Dammi la mano–  scritto dall’autrice e psicologa Simona Binni  per Edizioni Tunuè- affronta il tema dell’amicizia e della collaborazione riscoperta da due ragazzini difficili, attraverso la sfida di riverniciare un vecchio aereo, inflittagli come punizione dal professor Dante. Uno scontro che si trasformerà in incontro e che porterà i due ragazzini, Jonathan e Maya, ad uscire dalle rispettive solitudini. Mio nonno è un domatore di leoni– scritto da Fabrizio Altieri, ingegnere e insegnante per Edizioni Il battello a vapore – affronta un’avventura entusiasmante e divertente grazie alle interpretazioni  di Silvestro, con l’aiuto di due amici e di nonna Argente, per strappare un sorriso a Nonno Novello che ha perso la memoria. Fuga nella neve- di Sofia Anna Gallo, insegnante e autrice per ragazzi per Salani editore- affronta il duro tema  della fuga di due cuginetti ebrei, Angelo e Lidia, ai rastrellamenti dei nazifascisti nell’inverno del 1943 e 1944. Un viaggio tortuoso dalla provincia di Torino alle montagne selvagge a nord del Piemonte, tra vette ghiacciate e valli fiabesche. L’isola della libertà– di Milva Vincenzini, autrice e illustratrice per Edizioni Sinnos- racconta lo sbarco e la vita sull’isola di Santo Stefano di Antonio, figlio del nuovo direttore del carcere, e di Clara, figlia di un avvocatessa,  in una lunga estate fatta di incredibili evasioni e misteri in una natura selvaggia.  Scintilla – di Nadia Terranova, autrice di libri tradotti in tutto il mondo, e illustrato da Mariachiara Di Giorgio per Mondadori–  aiuta a immaginare il futuro davanti a un camino spento in una casa ai bordi di una città mitica. Antonio, un bambino, incontra una bambina misteriosa dai capelli rossi, che scende dalla cappa, pronta a mostrare tra giochi e risate un pezzettino di domani.

Le librerie aderenti

Aderiscono a Libri per Sognare 2024-2025 in città: Comix Revolution (Galleria Fanzago, 19); Incrocio Quarenghi (Via Quarenghi 32). In provincia: Libreria Il Libraccio (Via Europa, 9  a  Curno), I libri di Mauro (Via Cavour, 2D, Dalmine), Libreria Mondadori (Piazza XIII Martiri, 3- Lovere), Libreria del Lago (Piazza Venti Settembre, 24 – Sarnico), Fonte Viva (Via Fratelli Galliari, 10 – Treviglio).




Campionaria, tutti gli eventi Enti Bilaterali e Confcommercio

Il Palco eventi ospita iniziative e incontri 

Anche quest’anno Confcommercio Bergamo e gli Enti bilaterali del terziario e del turismo bergamaschi confermano la loro presenza alla Fiera Campionaria di Bergamo con una serie di incontri e convegni che si svolgeranno nello spazio Eventi targato “Enti bilaterali di Bergamo”.  Tra gli eventi clou due sono stati promossi dagli Enti Bilaterali: il convegno “Giochiamo bene le nostre carte. Dalla contrattazione alla bilateralità”, in programma il 30 ottobre, dalle 16 alle 17.30, con la partecipazione di Paolo Baldazzi, responsabile settore Lavoro e Relazioni sindacali Confcommercio Imprese per l’Italia, Antonella Protopapa, segretaria generale Filcams Lombardia, Diego Lorenzi, segretario nazionale Fisascat, Stefano Franzoni, segretario nazionale Uiltucs e vice presidente Ente Bilaterale Nazionale Turismo, Anna Maria Selvaggio, direttore generale Fon.te, Giuseppe Zabbatino, direttore  Ente Bilaterale Nazionale Terziario.

Lo stesso format, con esponenti provinciali, viene replicato il giorno successivo, giovedì 31 ottobre, dalle 15 alle 16, con il convegno “Giochiamo bene le nostre carte. La bilateralità territoriale”, cui partecipano: Enrico Betti, vicepresidente Ente Bilaterale Terziario di Bergamo di Confcommercio Bergamo, Nicholas Pezzè, vice presidente Ente Bilaterale Alberghiero e Pubblici Esercizi di Bergamo di Filcams Cgil, Federica Scaburri, componente Comitato Ente Bilaterale Alberghiero e Pubblici esercizi di Bergamo di Fisascat Cisl, Anila Cenolli Kaja, componente consiglio Ente Bilaterale Terziario di Bergamo di UIltucs.

Confcommercio Bergamo sarà presente con l’Area Education e con una serie di incontri dedicati al mondo del terziario. Giovedì 31 ottobre dalle 16.30 alle 17.30 i riflettori sono puntati sul commercio di prossimità con l’incontro “Al cuore del commercio. Il valore dei negozi di vicinato dei nostri centri storici”, a cui partecipa  Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo.
Quanto alle categorie del terziario, viene confermata anche per questa edizione l’arte dei gastronomi salumieri, con gara al coltello, grazie all’impegno del Gruppo Gastronomi salumieri Confcommercio Bergamo, e un viaggio nella qualità attraverso i segreti del mestiere svelati dal Gruppo Macellai Confcommercio Bergamo (1 novembre, dalle 10.30 alle 12 L’arte dei macellai; dalle 15 alle 17, Tagli di eccellenza).

Coinvolti anche gli immobiliaristi Fimaa Confcommercio Bergamo con “I segreti per un acquisto casa senza stress” (il 2 novembre, dalle 16.30 alle 17.30), con la partecipazione di Oscar Caironi, presidente Fimaa Bergamo e dei consiglieri Fimaa Bergamo Herman Cavariani e Massimo Tomasoni.

Presente anche il Gruppo Autosalonisti Confcommercio Bergamo, con il presidente Loreno Epis, con il convegno “Scegli la tua auto. Benzina, elettrica o ibrida?” domenica 3 novembre, dalle 10.30 alle 11.30.

Alla Campionaria partecipano anche i Librai Confcommercio Bergamo, con l’incontro “Tutti pazzi per i fumetti. Un universo di storie a colori”, in programma sabato 2 novembre dalle 10.30 alle 11.30, con Luca Gavazzeni di Comix Revolution.

I Gastronomi Salumieri Confcommercio Bergamo sono presenti anche con l’incontro “Dalla tradizione ai social. L’esperienza della famiglia Mottini”, con il consigliere Omar Mottini ( domenica 3 novembre dalle 14 alle 15).

«La Fiera Campionaria è un evento di grande rilevanza per Bergamo, sia per la sua lunga tradizione sia per l’affetto che i bergamaschi nutrono per essa. Si tratta di una vetrina prestigiosa per tutto ciò che il territorio ha da offrire, ed è proprio per questo che Confcommercio Bergamo partecipa attivamente, confermando la propria presenza con l’Area Education, che si pone l’obiettivo di creare legami tra le scuole e le imprese, e che proprio in questi giorni è impegnata in un laboratorio di cittadinanza attiva nelle scuole primarie e  sta sviluppando progetti per le scuole secondarie di primo e secondo grado -sottolinea Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-..Anche quest’anno, inoltre, nello Spazio Eventi degli Enti Bilaterali, saranno organizzati incontri con imprenditori locali del settore commerciale, che discuteranno del valore del commercio nel contesto urbano di Bergamo e dei suoi borghi. Tra i partecipanti ci saranno librai, gastronomi, agenti di commercio, autosalonisti e macellai, tutti pronti a raccontare con passione il loro lavoro e il contributo che offrono alla comunità. Inoltre, come da tradizione, venerdì 1 novembre si terrà la gara di taglio del Grana Padano e di disosso del prosciutto, un appuntamento ormai fisso all’interno della Fiera Campionaria, atteso dal pubblico e promosso dal Gruppo Gastronomi Salumieri. A questo evento, sempre il 1 novembre, si affianca un incontro promosso dal Gruppo macellai dedicato a far conoscere i diversi tagli di carni e le relative ricette».

«Anche quest’anno, gli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo di Bergamo hanno deciso di sponsorizzare il palco eventi nell’ambito della campionaria, poiché si ritiene sia un’iniziativa importante per il territorio – dichiara Enrico Betti, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo di Bergamo e vicepresidente Ente Bilaterale Terziario di Bergamo -. Promuovere la bilateralità e gli Enti Bilaterali in un contesto così rilevante, come la più importante manifestazione fieristica di Bergamo. Rappresenta un’opportunità per valorizzare il dialogo tra le parti e sostenere lo sviluppo di un’economia locale più forte e coesa. A tal proposito abbiamo organizzato un evento significativo per mercoledì 30 ottobre alle 16, dal titolo “Giochiamo bene le nostre carte”, con la partecipazione di esponenti nazionali della contrattazione collettiva e della bilateralità, per evidenziare valori e potenzialità. Il giorno seguente, giovedì 31 ottobre, alle 15, presenteremo questi valori declinandoli nel contesto locale, illustrando i vantaggi per i lavoratori aderenti e le aziende agli Enti Bilaterali».

 




Commercio, dal 2005 in provincia di Bergamo sono scomparsi quasi 2600 negozi di vicinato

I trend di piccole, medie e grandi superfici fotografati dall’Osservatorio Regionale del CommercioCome cambiano i territori e come si è evoluto il commercio negli ultimi vent’anni? Regione Lombardia ha pubblicato i dati dell’Osservatorio Regionale del Commercio Ottobre 2024 (Dati al 30 giugno 2024), in cui viene fatto un raffronto tra il 2005 e il 2024 prendendo in considerazione gli esercizi di vicinato, le medie e le grandi strutture di vendita.  Considerando a livello regionale la superficie è come se fossero sparite botteghe e piccole attività per una dimensione di oltre cento campi da calcio.
Per quanto riguarda la nostra provincia si sono spente dal 2005 quasi 2600 insegne di prossimità.
il trend dei negozi di vicinato è in continua discesa. Dai 12.566 negozi del 2005 al 30 settembre 2024 sono diventati 9.968 (-2.598). Nell’arco dei vent’anni crescono nel 2006 (12.940) e nel 2007 (12.968), per poi diminuire per circa 1000 unità tra il 2008 e il 2009 (11.920). Il numero rimane costante fino al 2015 (attestandosi attorno alle 12 mila unità, 12.039), per poi scendere inesorabilmente fino ad oggi. L’andamento è leggermente diverso da quello regionale, dove le attività sono cresciute fino al 2015, per poi calare fino al 2024. A livello regionale aumentano le attività alimentari e miste, mentre subiscono un forte ridimensionamento quelle non alimentari. Negli ultimi cinque anni, in linea con il dato regionale, il 2024 è l’anno peggiore per il commercio

Giovanni Zambonelli

di vicinato bergamasco dopo il 2020, anno dell’esplosione della pandemia.
Nella Bergamasca il trend delle medie strutture è altalenante. Nel 2005 erano 1.041; il picco si è registrato nel 2010 con circa 1.109 medie strutture di vendita, per poi calare dal 2015 al 2017 di circa 100 unità (1.013) e risalire come numero a partire dal 2018 (con un leggero calo nel 2020). Oggi sono 1068.  Il dato bergamasco ricalca quello regionale, dove aumentano fino al 2009, diminuiscono fino al 2015 e poi crescono fino al 2024.
Le grandi strutture di vendita registrano un andamento diverso rispetto a quello regionale. Il dato bergamasco è in controtendenza con quello lombardo, dove si evidenzia un andamento più costante di crescita. Nell’arco dei vent’anni il numero  nella nostra provincia è invece pressoché invariato. Nel 2005 si registravano 42 strutture, calate a 37 nel 2006. Da allora si evidenzia una crescita fino al 2012 (in quest’anno il numero di grandi strutture è di 46 numero massimo registrato in Bergamasca); da lì poi una discesa fino ad arrivare alle 40 del 2024.
I dati regionali pubblicati confermano la tendenza per noi già evidente e quasi sempre in concomitanza con l’alternanza dei cicli economici: il commercio sta retrocedendo nei centri storici a fronte di aperture di medie superfici nelle aree periferiche.  Le nuove superfici fanno concorrenza alle grandi strutture che ,dopo la saturazione degli anni scorsi, sono in calo da quasi 10 anni- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. Nei negozi di vicinato perdono sia il settore non alimentare, soprattutto le merceologie più diffuse, come abbigliamento e calzature, ma nelle nostra provincia anche quelli alimentari, come confermano i nostri dati Confcommercio Bergamo per settore, presentati nei giorni scorsi. Per quanto riguarda le medie strutture di vendita, l’andamento evidenzia un calo fino a quasi 10 anni fa, dovuto alla chiusura di negozi di medie dimensioni nell’ambito dei centri storici, mentre negli ultimi anni la crescita fuori dai centri abitati è continua”.




Turismo delle radici, un tesoro tutto da scoprire

Un’opportunità per scongiurare lo spopolamento dei piccoli comuni, in particolare montani, gli stessi cui sono interessati i bergamaschi nel mondo

Sono sei milioni gli italiani residenti all’estero, una cifra che sale a 80 milioni comprendendo nel novero anche oriundi e discendenti e addirittura a 260 milioni se si include nel totale il numero degli affini con legami parentali, di quanti parlano la nostra lingua o comunque si sentano particolarmente vicini alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Sono cifre che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 – decretato “Anno delle radici italiane” dal Ministero degli Esteri– permette di portare in primo piano.  Una comunità enorme, che ha voglia di riscoprire le proprie origini e che rappresenta dal punto di vista turistico una domanda potenziale di dimensioni sorprendenti, anche per il territorio bergamasco segnato da una forte migrazione. Il turismo delle radici non è solo un’opportunità economica, ma anche un potente strumento di promozione del territorio, che può contribuire a rivitalizzare aree interne e destinazioni meno conosciute, valorizzandone il patrimonio culturale e umano. Da qui nasce l’impegno di Confcommercio Bergamo su questo tema,  analizzato nell’ambito del convegno  svoltosi ieri, mercoledì 23 ottobre, nella Sala Conferenze dell’associazione alla presenza di esperti del settore e istituzioni.  «Bergamo si presta ad essere un laboratorio di sperimentazione importante, grazie all’alto numero di emigranti partiti dai numerosi piccoli comuni, dalle valli ai laghi, che grazie al turismo di ritorno possono garantire la continuità di servizi essenziali – commenta  Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. È fondamentale cogliere e accogliere questa  opportunità,  realizzando nuovi prodotti turistici capaci di attrarre questo particolare turismo, fatto di legami e tradizioni, per riscoprire le proprie origini attraverso luoghi, ricette e racconti familiari». Una recente ricerca del Settore Turismo Confcommercio, nata dalla collaborazione con SWG, TRA Consulting e Italyrooting, traccia l’identikit dei turisti in visita a parenti e amici, evidenziandone un’ottima capacità di spesa, che potrebbe portare al nostro Paese circa 8 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno. Nel 2022 i “turisti delle radici” sono stati ben 10 milioni, il 60% dei quali è venuto o tornato più volte nel corso degli anni. Tre su dieci hanno dedicato al viaggio in Italia una o due settimane, per visitare parenti e luoghi di origine ma anche l’Italia nel suo complesso. La maggior parte è arrivata con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% ha pernottato a casa di parenti e amici, mentre il 35% ha puntato sugli alberghi e il 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Il budget è stato di 2.300 euro a persona, diventati 3.700 per quanti hanno allungato la vacanza fino a un mese. Il valore di questo particolare segmento turistico è pari al 15% della spesa complessiva degli stranieri in Italia. Un mercato particolarmente interessante, considerando che solo negli Stati Uniti sono 16 milioni gli americani a riconoscere le proprie origini in Italia e il 4% della popolazione canadese discende dai nostri emigranti per una stima di valore turistico di oltre 230milioni di euro, mentre gli  italo- australiani potrebbero portare 210milioni di euro. Il turismo delle radici con base in Europa si conferma particolarmente strategico per il Paese, con un valore di quasi 3 miliardi di euro, specialmente per la nostra provincia grazie ai collegamenti con Orio, in particolar modo con Germania, Francia e Regno Unito. Riccardo Grassi, head of research SWG sottolinea come il tema del ritorno in Italia sia molto sentito: « L’attenzione alle radici è diffusa, ma va anche segmentata in base ai diversi tipi di turisti. Essendo un turismo emozionale è complesso e diversificato. C’è il nostalgico che vuol tornare a vivere Italia dopo decenni di distanza. L’Ambassador, una figura centrale perché è l’italiano che non necessariamente è migrante di prima generazione ma ha tenuto rapporto con entrambi i paesi . Riesce a mantenere viva l’idea dell’emigrante e dell’ italianità. E poi ci sono i discendenti, di seconda e terza generazione,  che hanno  gusti e abitudini ormai straniere. Non manca il curioso che  va in Italia per il richiamo dell’italian sounding, un giovane turista in cui la componente del divertimento è molto forte. Non esiste un modello unico di viaggio. Tante sono le attività desiderate, in genere, specialmente per chi arriva dall’altra parte del mondo, esaurita l’esperienza di Incontrare parenti gustare i piatti della tradizione, si sceglie di estendere alle mete principali turistiche il tour italiano». La Lombardia è terza solo a Veneto e Friuli Venezia Giulia tra le regioni dell’Italia settentrionale per flussi migratori. Tra il 1876 e il 2005 ha visto circa 2,5 milioni di espatri con oltre 87mila emigrati nel solo anno record del 1913. Tra le destinazioni più diffuse: Svizzera, Francia, Brasile, Argentina, Belgio.  Gli ultimi dati Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) su base Istat (Migrantes- Rapporto Italiani nel mondo. Elaborazione su dati Istat 2023) evidenziano una crescita dell’emigrazione: sono 610.952 i residenti lombardi all’estero su un totale di quasi 6milioni di italiani (5.933.418), pari al 10,3% del totale, con un’incidenza del 6,1% sulla popolazione residente (9.950.742). Dal 2020 si è registrata una crescita dei trasferimenti all’estero pari al 14,5% (da 533.584 a 610.952).  La nostra città conta 9.395 residenti bergamaschi all’estero, pari al 7,9% della popolazione (119.534).  Il viaggio e il relativo soggiorno nella terra di origine rappresentano un’esperienza ad alto contenuto emotivo. Per i migranti è l’occasione per rivedere i propri cari e ritrovare i luoghi che hanno segnato la propria vita prima di partire. Per i discendenti è il modo per ricercare le proprie radici e scoprire i luoghi in cui hanno vissuto i parenti , specialmente per coloro che hanno perso in parte o totalmente il legame con la terra di origine. Migranti e discendenti possono essere ambasciatori del territorio di origine. Carlo Personeni, presidente dell’Ente bergamaschi nel mondo, sottolinea come il senso di appartenenza sia molto forte tra chi ha lasciato Bergamo, in particolare le nostre valli, territori particolarmente soggetti a migrazioni: « Sono più di 68 mila i bergamaschi iscritti all’Aire.  L’Ente Bergamaschi nel mondo assiste grazie alla sua presenza all’ estero gli emigrati bergamaschi sin dal loro arrivo, un aiuto che prosegue anche con Corsi di italiano e, per non perdere il legame con il territorio, anche corsi di bergamasco. E in occasione di questo convegno abbiamo appena parlato di ricostituire un importante Circolo a Parigi. Il problema è che oggi spesso la fuga all’estero è attualmente incentivata dalle stesse  famiglie ed è un fenomeno in crescita.  Il Turismo delle radici non deve limitarsi all’anno 2024 ma deve continuare perché ha tante opportunità da dare. I nostri emigranti sono i nostri migliori ambasciatori nel mondo, una risorsa da valorizzare. Ben vengano i contributi regionali ma la compartecipazione alle spese comporta comunque investimenti importanti».  L’utilizzo di leve per valorizzare la creatività di impresa è fondamentale anche nella nostra provincia: «Con 80milioni di discendenti nel mondo e una stima di 8 miliardi di entrate potenziali, il turismo delle radici può rappresentare una nuova risorsa per costruire il nostro benessere- sottolinea Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. Ci siamo seduti su questa risorsa potenziale, ma dobbiamo fare in modo di farla emergere, di fare crescere le radici». Alberto Corti, responsabile settore Turismo Confcommercio Imprese per l’Italia ha posto l’accento su come il turismo delle radici sia un tema di cui si tende a parlare come a qualcosa del passato: «E’ una leva strategica da sfruttare. Stiamo parlando di qualcosa che non si esaurisce nell’ annualità e di un mercato che interessa potenzialmente 150 milioni di persone. Dalle interviste effettuate a  componenti italiani nel mondo emerge come sia forte il desiderio di tornare nel nostro Paese, stabilire un legame e mantenere relazioni. Abbiamo cellule intelligenti italiane disseminate in ogni angolo del mondo. Il turismo delle radici è un tema di tutti, che attraversa diversi aspetti, dalla cultura al cibo, alla musica, importantissima come mostra una nostra ambasciatrice al Festival di Sanremo, raccolta in un video che ben rende l’idea della forza di questo legame con la nostra terra». Letizia Sinisi, esperta di cultura, ha fatto delle radici un’impresa, creando ItalyRooting Consulting. Un’impresa che nasce anche da un’esperienza personale ad alto investimento emotivo: « Nel 1991 ho cercato i miei parenti e le mie radici in America e ho iniziato così questo lavoro di studio sul rooting o radicamento. Chi ha radici italiane non vuole sentirsi turista né ospite. Bergamo rappresenta l’ 8% degli italiani residenti all’estero in base al dato Aire. Ogni luogo ha il proprio dna e ogni luogo è  unico e irripetibile, per questo parlo di Lombardie in Lombardia, perché il mio studio evidenzia 78 realtà diverse regionali. Ogni identità può diventare un premium brand e fare la differenza. A Bergamo ho mappato 12 realtà, con un’attenzione particolare alle valli orobiche. La cosa interessante è che la tendenza allo spopolamento dei piccoli comuni interessa gli stessi paesi dove vogliono tornare i nostri discendenti all’estero. Inoltre non mancano curiosità, come il culto di Caravaggio in Brasile, con il santuario di Nossa Senhora do Caravaggio a Farroupilha. Sul territorio sono presenti tante eccellenze e borghi da valorizzare, magari attraverso la creazione di festival o eventi identitari. Ci sono davvero delle ottime premesse per ottenere buoni risultati».  Serve passare dalla fascinazione al prodotto, come ricorda Federica Burini, geografa e coordinatrice scientifica dell’Imago Mundi Lab dell’Università degli Studi di Bergamo: «Il turismo delle radici mi piace chiamarlo il turismo dei rizomi, perché ogni nodo produce altri nodi in modo naturale e ognuno di noi può tessere reti infinite. Il turismo non è solo economico ma bisogna cercarne la profondità per sfruttarne tutto il potenziale, anche poi in termini di business. Le istituzioni devono cambiare passo e pensare che il turismo possa promuoversi come identitario con comunità impegnate nella co-progettazione di percorsi perché l’accoglienza di migranti in vacanza e discendenti sia un’esperienza davvero autentica». Non mancano sul territorio e altrove esperienze interessanti, come quelle che scorrono in sala, illustrate nelle slides della professoressa Burini. Tra le storie di emigrazione e di turismo che intrecciano turismo e imprenditorialità, colpisce il caso dell’Hotel America di Pinè in Trentino, legato al rientro in Italia dagli Stati Uniti nel 1923 del fondatore Domenico Giovannini, ora guidato dalla terza generazione con Maria Teresa Lanzinger. Non mancano casi di successo made in Bergamo o legati alla nostra città come Gandini Guiding Sisters, idea imprenditoriale di due sorelle bergamasche promotrici di una cooperazione Italia-Svezia  dedicata alla promozione turistica dei nostri colli e di una Bergamo autentica, lontana dai percorsi turistici tradizionali, oltre a una proposta di gusto con i formaggi Dop del territorio. E per rivivere l’atmosfera familiare una cena a casa e un incontro con chi vive nel quartiere da 60 anni.  Nicola Cortesi, giovane bergamasco emigrato a Barcellona, è tornato a vivere in Italia durante la pandemia e oggi vive tra Bergamo e Torino. Promuove un turismo particolare per smartrekker, per escursionisti che scelgono di lavorare da remoto in località immerse nella natura, passando due o tre giorni nello stesso rifugio, tra smart-working e attività outdoor.
Da una terra di forte migrazione come l’Abruzzo, arriva in convegno l’esperienza del comune di Penne, illustrata dal sindaco Gilberto Petrucci. «Il mio è un comune di 12 mila abitanti tra Majella e Gran Sasso dove è presente un distretto tessile orgoglio del made in Italy e di top brand, grazie a un know how e all’abilità delle mani dei nostri sarti, tramandate di generazione in generazione.  Nella nostra terra, con tanti emigrati, c’è chi ha scelto di tornare, anche dopo decenni. Ci sono famiglie che hanno acquistato e ristrutturato vecchi casolari e lavorano in smart working. Una curiosità che non è sfuggita al nostro ambasciatore italiano nel Regno Unito, che ha voluto visitare nei mesi scorsi Penne per capire perché avessero scelto proprio il nostro territorio». La testimonianza di Dario Galloni, segretario generale della Camera di Commercio di Paranà, in Brasile e di Alberto Giusti de Marle, amministratore delegato e CoFondatore di GaiaNet, presenta un’app virtuale, indirizzata in particolare ai giovani. Lo spazio Italocam è un modello digitale aperto,  con l’obiettivo  potenziale di una connessione  fino a 132 milioni persone: «La nostra missione è costruire ponti tra le culture, partendo dal Brasile, in particolare dalla regione di Paranà, che estesa quanto l’Italia. Qui hanno sede innumerevoli club e circoli fondati da emigrati. Si pensi che il Palmeiras che ha 6 milioni di tifosi ha come nome originario Palestra Italia. È fortemente presente la società Dante Alighieri, un grande istituto culturale, e anche la Pontificia Università Cattolica. Il senso di appartenenza è incredibile e grazie a questa nuova piattaforma contiamo di intercettare in particolare le nuove generazioni, oltre a un potenziale di pmi interessate ad allargare il proprio business».




Premio Fedeltà al lavoro Camera di Commercio, tutti i premiati Confcommercio Bergamo

Come tradizione, il riconoscimento va alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti con almeno 30 anni di servizio presso la stessa impresa (25 se donne)

49 lavoratori dipendenti, 24 imprese e 5 coltivatori diretti. Una somma di storie imprenditoriali e di lavoro, tra scommesse e sconfitte, crisi e sviluppo, meritevoli dell’annuale ma sempre atteso premio della Camera di Commercio, che da 62 anni a questa parte celebra il patrimonio di esperienze professionali e umane con il Premio Fedeltà al Lavoro. L’edizione 2024, svoltasi in un monumento stesso alla produttività bergamasca che è rappresentato dal Centro Culturale  Daste e Spalenga, ha assegnato un riconoscimento anche a diverse imprese e lavoratori del sistema Confcommercio Bergamo. Alla cerimonia, svoltasi domenica, hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni e, unitamente alle altre rappresentanze imprenditoriali, Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo e vicepresidente della Camera di Commercio di Bergamo. La premiazione assegna come da tradizione il riconoscimento alle imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività e ai dipendenti del settore privato con almeno 30 anni di servizio presso la stessa impresa (25 se donne). Tante le storie che si sono alternate sul palco. “Un valore collettivo e motivo di orgoglio per l’intera comunità, di cui costituiscono la ricchezza, morale e certamente anche materiale, di cui tutti godiamo” ha sottolineato Carlo Mazzoleni .

Tutti i premiati Confcommercio Bergamo

Benemeriti

In particolare, è stata consegnata la benemerenza a Francesco Visinoni, presidente Milestone di Sorisole. Franco Visinoni è un imprenditore che porta il nome di Bergamo nel mondo. La sua società, Milestone Srl, fondata nel 1988 per la commercializzazione di apparecchiature nel campo della chimica analitica, è entrata nel 1994 nel settore medicale con la produzione di unità per il settore dell’ ;anatomia patologica utilizzate per le diagnosi di tumori, fino a diventare leader tecnologico nella strumentazione a microonde. I prodotti Milestone sono il frutto della costante attività di ricerca e sviluppo svolta completamente alle porte di Bergamo, che ha consentito l’ottenimento di circa 50 brevetti. Ogni anno, circa il 7% del fatturato viene infatti investito in ricerca e sviluppo, sia nell’ottica di un miglioramento continuo che per proteggere la proprietà intellettuale dell’azienda. Un successo che nasce dalle persone, da quel “tocco umano” tanto caro al patron Visinoni, fondando i rapporti sulla massima fiducia. Da sempre presente sui mercati mondiali, in circa 100 nazioni, Milestone immette sul mercato circa 2500 prodotti l’anno. Attualmente oltre 50 mila unità sono installate in tutto il mondo, dai più grandi Ospedali ai piccoli Istituti di Ricerca, dalle Università ai Laboratori Industriali. Tra i clienti del settore medicale spiccano il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il Policlinico Gemelli di Roma, l’Istituto Tumori di Milano, il Johns Hopkins e la Mayo Clinic negli Stati Uniti. Nel campo analitico spiccano colossi come Apple, Roche, Pfizer, AstraZeneca, Bmw, Stellantis, Ferrari, Maserati o Mercedes.

Imprese con più di 30 anni di ininterrotta attività

In città

Cartoleria Pierrot di Bacis Pierino  (data inizio attività 2 gennaio 1989)

Stazione di servizio Eni Luigi Prandi di Luigi Prandi (data inizio attività 31 marzo 1987)

Trattoria Giuliana srl di Giulia D’Ambrosio  (data inizio attività 2 settembre 1943)

Casarredo SNC di Mauro Campagnola  (data inizio attività 31 luglio 1986)

In provincia

Cafè Roma Srl di Ivan Eugenio e Giuseppe Giupponi di  Mozzanica (data inizio attività 1963)

Bar Latteria di Guerina Guerin di Gazzaniga (data inizio attività 4 agosto 1983)

Trattoria Pizzeria Alpino di Contino Cavagna, di  Lepreno di Serina  (data inizio attività 1955)

Fratelli Gritti Alimentari di Ovidio Gritti  di  Gavarno di Nembro  (data inizio attività 1953)

Autosalone Epis di Loreno Epis  di  Scanzorosciate  (data inizio attività 6 maggio 1988)

Lavoratori e lavoratrici dipendenti

Trattoria Giuliana Srl di Bergamo: Cosima Alemanno, Susanna Cordoni, Pinuccia Fiore, Rabia Sdir, Mina Tahataoui.

 




Menù e psiche. Il segreto di un menù vincente 

Il neuromarketing, applicato alla struttura e presentazione del menù, può influenzare in modo determinante le scelte dei consumatori, migliorando la redditività del locale

Questione di gusti, certo, ma anche di emozioni e di psicologia. È vero che in un ristorante a fare la differenza è la cucina, tuttavia la scelta dei piatti può incidere in maniera determinante sull’esperienza a tavola in un locale. E incide anche – in certi casi, soprattutto – per il ristoratore. Si chiama «neuromarketing», ovvero l’applicazione delle conoscenze neuroscientifiche alla strategia di vendita, allo scopo di analizzare ciò che accade inconsapevolmente nella mente del consumatore e che influisce sulle sue decisioni di acquisto. Lo strumento più utilizzato, nella fattispecie, è il menù, vero e proprio biglietto da visita di ogni ristorante. È da come vengono proposte queste pagine che si gioca l’indice di profittabilità di un locale. Tutto sta nel sapere come utilizzarlo. A descrivere la pratica del neuromarketing applicata al menù ci ha pensato Roberto Pone, dell’ufficio Marketing, Innovazione e Internazionalizzazione di Confcommercio, con un test

Roberto Pone

pubblicato su Le Bussole, il sito di Confcommercio che offre spunti, notizie e consigli agli imprenditori. «Emotività e psicologia contano nelle scelte dei consumatori più di quanto si pensi – dice Roberto Pone –. E questo accade al ristorante come altrove. Parliamo di psicologia comportamentale, molto diffusa anche all’estero: il valore della prima impressione, l’attenzione attirata rispetto ad alcune cose piuttosto che ad altre, il significato dei colori, oppure la relazione empatica con l’addetto alla vendita, sono tutti elementi fondamentali che spesso guidano le nostre scelte. L’economia comportamentale non è mai da intendersi in senso manipolativo, la qualità resta la prerogativa essenziale, tuttavia ci sono elementi che possono accompagnarci nelle scelte e il menù è uno di questi, insieme all’atmosfera, all’illuminazione e all’eventuale sottofondo musicale». Vediamo dunque quali sono gli aspetti che Roberto Pone ha analizzato nel suo test.

La «consistenza» della carta

«Avere un menù con meno di 4 facciate è un’ottima scelta in quanto, entro tale dimensione, è più agevole la progettazione delle azioni per migliorarne l’efficacia comunicativa e indirizzare le preferenze della clientela. Dalle 4 facciate in poi progettazione e controllo diventano più complessi e la dimensione ostacola la capacità di “suggerire” le scelte dei clienti. Tre facciate sono utili laddove si voglia trasferire l’idea di un’esperienza culinaria completa, comunicare ampia varietà e avere spazio per un’accattivante descrizione delle pietanze. La migliore configurazione però, è quella a 2 facciate che unisce l’idea di un’esperienza culinaria completa alla semplicità di lettura. Una sola pagina, invece, porta il cliente a contenere la spesa per via dell’associazione con qualcosa di veloce».

L’importanza tattile

Il tatto è un senso da non sottovalutare, meglio dunque se il menù viene stampato su carta naturale e con un po’ di spessore. «Se poi ha anche un certo peso, garantito da un porta-menù, viene abbinato all’idea di un locale più esclusivo – spiega Roberto Pone –. Ben diverso, invece, in termini di percezione è un menù su un semplice foglio di carta, magari inserito in una bustina di plastica che, col tempo, potrebbe sporcarsi oppure opacizzarsi».

La sequenza dei piatti

L’ordine è un altro aspetto importante: un buon menù deve proporre le pietanze in base a popolarità e margine. «Se non è così c’è un problema – scrive Roberto Pone –. Il punto di partenza nella progettazione del menù è conoscere, per ogni pietanza, il prezzo di vendita, il food cost e, quindi, il margine dato dalla differenza tra i due. Va poi monitorata la popolarità della pietanza, che è data dalle vendite in un determinato periodo. Con questi dati è possibile mettere a confronto le pietanze per gli antipasti, per i primi e così via ottenendo un’immediata indicazione di cosa è preferibile o meno vendere». Le pietanze molto popolari e dall’alto margine devono quindi essere associate a posizioni molto visibili, il personale deve essere preparato nel proporre questi piatti e magari, assieme allo chef, si può ipotizzare una loro estensione proponendo altre versioni con qualche diversità negli ingredienti, nella preparazione e nel prezzo. «Le pietanze che garantiscono un alto margine, ma sono poco popolari potrebbero avere bisogno di un cambio di nome per aumentarne l’appetibilità, una descrizione evocativa che faccia venir voglia di provarle, un ancoraggio visivo (grassetto, sottolineatura o altro elemento grafico) per accrescerne la visibilità, un intervento per modificarne la preparazione o persino una leggera riduzione di prezzo». Le pietanze popolari ma dal ridotto margine potrebbero essere spostate in posizioni meno pregiate in termini di visibilità o essere ripensate per ridurne il food cost o aumentarne il prezzo, infine «le pietanze poco popolari e dal ridotto margine potrebbero essere rese più profittevoli aumentandone il prezzo di vendita o riducendone il food cost». Ma c’è anche l’opzione di sostituirle con altre. 

L’effetto isolamento

Un modo per attirare l’attenzione su alcuni piatti è quello di utilizzare un riquadro, uno sfondo diverso, grassetti, colori, sottolineature, icone o altri elementi grafici. «In questo caso si parla di “effetto isolamento” – dice ancora Roberto Pone –, altro elemento che aumenta la probabilità della pietanza di essere considerata. È un’azione tanto semplice quanto efficace dal momento che, se l’attenzione del cliente non si posa su un determinato piatto, di certo non verrà acquistato. Se poi si considera che il cliente dedica al menù circa 180 secondi, è evidente l’importanza, per i piatti, di farsi notare velocemente». Attenzione però a non esagerare in quanto troppi stimoli visivi generano confusione risultando, pertanto, meno efficaci. Una buona regola è quella di limitarsi a evidenziare un solo elemento per categoria. Far risaltare le specialità preferite dal pubblico, che quindi diviene testimone della loro bontà, è utile perché fa leva sulla “riprova sociale” (quel che piace a molti, guida il nostro comportamento) e può indirizzare nella scelta, soprattutto un cliente indeciso. «Una catena di ristoranti a Pechino – racconta Pone – ha registrato un incremento tra il 13% e il 20% delle vendite dei prodotti segnalati come “preferiti”. In una birreria di Londra, invece, una birra proposta come la più venduta della settimana, ha fatto registrare un aumento di vendite di 2,5 volte rispetto alla settimana precedente».

Il numero di portate

Di  quante portate dev’essere composta una carta? Il tema è sempre attuale: «Il numero ideale è di 7 portate massimo per gli antipasti, 10 per i piatti principali e 7 dessert – è l’opinione di Roberto Pone –. Un numero di piatti contenuto comunica qualità dell’offerta e rende agevole la scelta del cliente. Un numero più elevato di proposte rischia di essere associato all’idea di poca freschezza e, per via del “paradosso della scelta” (troppe opzioni fiaccano la decisione) il cliente, a fronte di un numero eccessivo di possibilità, opta per quella più familiare che, però, non è detto sia la più redditizia per il ristorante».

La narrazione dei piatti

Giusto incuriosire i clienti rispetto a ciò che troveranno nel piatto. Inserire una descrizione del prodotto ne aumenta il valore percepito: «Il racconto, se non si limita all’indicazione degli ingredienti, deve essere evocativo, appetitoso, con qualche particolare in grado di incuriosire il cliente e, comunque, breve», avverte Pone, che cita un altro esempio: «Un’interessante sperimentazione in una caffetteria ha utilizzato diverse etichette per accompagnare i prodotti: una articolata e “aulica”, l’altra standard con il solo nome. I prodotti descritti in maniera aulica sono stati scelti nel 27% dei casi più degli altri (la lettura del testo contribuisce alla proverbiale acquolina, quanto mai efficace in termini persuasivi), sono stati valutati migliori (grazie all’aspettativa di qualcosa di buono generata prima della degustazione per il tramite del testo) e, addirittura, è stata associata una migliore qualità all’intero negozio. Detto che è utile evidenziare, nelle descrizioni delle pietanze, la connessione con elementi della tradizione e luoghi con un forte valore simbolico positivo, come prodotti certificati e territori dalle tipicità ed eccellenze enogastronomiche, serve fare attenzione sull’utilizzo delle fotografie: «Sebbene l’uso di un’immagine può aumentare le vendite anche del 30%, l’effetto positivo si annulla quando le foto sono numerose – avverte Roberto Pone –. In linea generale, in un ristorante di fascia medio-alta e con una clientela prevalentemente italiana le foto delle pietanze nel menù consultato in sala o all’ingresso andrebbero evitate. Queste, infatti, in Italia vengono associate a menù turistici o di modesta qualità. C’è anche un secondo effetto negativo nell’uso delle fotografie all’interno dei menù. Vedere in anteprima il piatto annulla il piacevole effetto sorpresa al suo arrivo, oltre al rischio che eventuali differenze tra il piatto in tavola e la foto, potrebbero lasciare deluso il cliente».

L’indicazione dei prezzi

E quale “strategia” utilizzare per comunicare i prezzi? «Disporli in maniera non allineata, pur mantenendoli facilmente leggibili, evita che l’attenzione si focalizzi su di essi invece che sulla descrizione dei piatti – dice ancora Pone –. È utile, quindi, riportare il prezzo di fianco a ogni nome, sfruttando le diverse lunghezze dei testi per ottenere il voluto disallineamento ed evitare così che il confronto tra le proposte parta dal prezzo. Uno studio realizzato dalla Cornell University sulle modalità tipiche di presentazione dei prezzi nei menù dei ristoranti ha evidenziato come l’indicazione di prezzi in cifre e senza decimali, né simboli relativi alla valuta (per esempio “19” anziché “19,00 euro”), abbiano contribuito ad aumentare la spesa dei clienti. In tal modo i prezzi, poiché il cervello impiegherebbe meno tempo a leggerli e a elaborare l’informazione, possono essere percepiti più bassi. Inoltre si distanzia, a livello percettivo, il consumatore dalla tangibilità del denaro». Da qualche anno nei ristoranti si sta affermando l’abitudine del menù digitale. Queste raccomandazioni valgono comunque? «È in atto una transizione che la pandemia ha accelerato – osserva Ponte –. Per incontrare un pubblico sempre più ampio, avere entrambi i menù potrebbe essere una buona soluzione. Ma non è detto che quello digitale non debba seguire le stesse regole del menù cartaceo in fatto di chiarezza, esposizione di prezzi, oppure mettere in risalto alcune proposte rispetto ad altre. Il menù digitale è più flessibile e questo è un punto di vantaggio». Tanto lavoro, dunque, dietro a un “semplice» menù”: «La consapevolezza dei ristoratori rispetto a questi temi sta crescendo – conclude Pone –, anche se c’è ancora un ampio margine di miglioramento. Capita spesso, infatti, di incontrare menu inadeguati che non valorizzano la proposta. Detto questo, si tende ancora a sottovalutare il neuromarketing, perché non se ne percepiscono le potenzialità in termini di vendita».

 




Nasce l’Associazione delle Scuole di Alta Formazione della Ristorazione Fipe

L’Accademia del Gusto di Osio Sotto tra i promotori e fondatori con altri istituti italiani d’eccellenzaL’alta formazione per la ristorazione fa squadra: la Federazione italiana pubblici esercizi Confcommercio ha creato un’associazione per migliorare e coordinare il sistema educativo e rispondere in modo efficace alle esigenze del mercato. All’Associazione delle Scuole di Alta Formazione della Ristorazione, costituita a Roma, ha subito aderito, tra i promotori e fondatori,  l’Accademia del Gusto di Confcommercio Bergamo con sede a Osio Sotto, con altri istituti italiani d’eccellenza. Le più importanti scuole di formazione italiana per cucina, sala e bar sono pronte a mettere in comune le loro esperienze per formare i futuri cuochi, maître, barman,  camerieri e pasticcieri che andranno a lavorare nel settore della ristorazione e dell’ospitalità.  La formazione di qualità è strettamente legata all’innalzamento dell’offerta gastronomica, chiamata a rispondere a una clientela sempre più competente, esigente e internazionale. L’associazione nazionale, la cui presidenza è stata affidata a Vittorio Dall’Aglio, presidente di Confcommercio Parma e consigliere di ALMA, Scuola Internazionale di Cucina, ha fissato tra i primi obiettivi l’organizzazione del primo Forum della Formazione nella ristorazione nel 2025, con la partecipazione di tutti gli attori della filiera. Un’occasione per riflettere sulle prospettive future del settore e rafforzare il dialogo tra scuole, imprese e istituzioni.
La Federazione nazionale da anni è particolarmente attenta al tema delle competenze e della formazione, fondamentale per accompagnare la crescita del settore, supportandola qualitativamente- sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-. Il coordinamento servirà a trasmettere e condividere buone pratiche, facendo comuni le singole esperienze e specificità di ogni scuola. Un progetto di eccellenza formativa che come associazione provinciale abbiamo subito sposato. Puntiamo molto sul coinvolgimento degli “allievi”, cercando da imprenditori di mettere in luce le opportunità che il settore della ristorazione offre. Un progetto che abbiamo a cuore anche per tutte le altre imprese rappresentate, attraverso la creazione dell’Area Education”.
“Il coordinamento nazionale, pur nel rispetto delle autonomie delle diverse scuole, mette in comune  tutte le esperienze, assicurando un respiro più ampio alle attività di istruzione e formazione nel campo della ristorazione, oltre che un interlocutore rappresentativo per il confronto con le istituzioni– 
commenta Daniela Nezosi, vicedirettore Confcommercio Bergamo , responsabile dell’Area Formazione e direttore dell’Accademia del Gusto- . La ricerca di competenze qualificate è un’esigenza che emerge dal costante confronto con gli imprenditori e operatori del settore. La condivisione di esperienze da parte dei più accreditati istituti italiani di riferimento non può che rappresentare un ottimo punto di partenza per innalzare competenze e qualità di un settore da sempre orgoglio del made in Italy”.




Affitti brevi turistici, exploit in città (+22,5%) a scapito del residenziale

La crescita a livello provinciale è stata complessivamente del  20,31%, più che doppia rispetto al + 9,4% nazionale. Cresce anche l’hinterland oltre a Sebino e Orobie in provinciaConfcommercio Bergamo fa il punto sugli affitti brevi turistici, attraverso lo studio Federalberghi, commissionato a Incipit Consulting, sui dati di agosto, mese cruciale per il turismo. Il focus provinciale evidenzia la dinamica degli affitti brevi turistici nel 2024 (agosto),  mettendoli a confronto con il 2023, anno della Capitale della Cultura e mette in luce i comuni bergamaschi che concentrano il maggior numero di alloggi. Ad agosto 2024 il numero di annunci pubblicati su Airbnb in Bergamasca ammontava  a 3.714, contro i 3.087 dello stesso periodo dell’anno precedente.  La crescita a livello provinciale è stata complessivamente del  20,31%, più che doppia rispetto al + 9,4% nazionale. La crescita degli annunci in città è stata addirittura più alta, pari al 22,54%, e in due anni è stata del  +74%. Degli annunci di agosto, l’81,9% si riferiva ad appartamenti interi (+ 24,7% rispetto al dato 2023 e +65,36% rispetto al biennio).  La tendenza è quella di affittare interi appartamenti, tradendo l’idea originale di condividere stanza o appartamento di Airbnb (da air bed and breakfast, materasso ad aria e letto di fortuna gonfiato per l’ospite e prima colazione).   Il dato è in linea con quello nazionale. 2.048 annunci (pari al 55,1%) si riferiscono a immobili con apertura sopra i sei mesi ( + 13,8% annunci rispetto all’anno scorso e + 48,4% in due anni). Il dato è leggermente superiore a quello nazionale.  2.242 annunci (pari al 60,4,%) in linea con l’anno scorso, si riferiscono ad host che  gestiscono più alloggi con un aumento degli annunci del 21,32% rispetto allo scorso anno e del + 56,6% rispetto a due anni fa. Il dato è inferiore a quello nazionale, dove la crescita è del 66,8%.
In città il boom degli appartamenti destinati all’affitto turistico rende di fatto quasi introvabile un appartamento in affitto per famiglie e studenti. Con la città si sviluppa anche l’hinterland. A Seriate, ad esempio, gli annunci segnano una crescita del +11,1 % rispetto al 2023 (anno in cui il comune segnava il + 52,6% rispetto al 2022).  L’altra area di forte espansione di Airbnb e dintorni è quella del lago d’Iseo, con Riva di Solto leader con 114 annunci (10 in più rispetto al 2023, +9,6%), seguita da Lovere (con 105, +34,6% rispetto al 2023) e a seguire Parzanica, Solto Collina, Predore, Sarnico, Fonteno e Costa Volpino. In crescita anche nelle principali aree delle Orobie dove non manca il patrimonio delle seconde case da affittare, a fronte di una caduta della domanda di affitto di villeggiatura.  Tra le località emergono Castione della Presolana, con 61 annunci (+38,6%) e Clusone con 44 (+22,2%). In alta Val Brembana spicca Foppolo con 47 annunci.
La crescita degli affitti brevi sembra non attenuarsi– commenta Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. Occorre continuare sulla strada del CIR- Codice identificativo regionale e CIN- Codice identificativo nazionale, oltre che su un effettivo controllo sul rispetto delle regole. Il problema sta diventando sociale, con famiglie e giovani che non riescono ad accedere a mutui e non riescono a trovare un appartamento in affitto. È giunto il momento di rivedere la cedolare secca sugli affitti brevi: un vantaggio fiscale senza vantaggio sociale non va a beneficio di nessuno. Per questo chiediamo che possa applicarsi solo agli affitti tradizionali. La cedolare secca sulle locazioni brevi, con aliquota al 21%, costituisce infatti uno sconto sulle normali aliquote fiscali, che è pari al 23% per i comuni cittadini, inclusi pensionati e disoccupati. Non si vede per quale motivo, chi mette in affitto più appartamenti debba godere di un trattamento di favore”.
La crescita in città è esponenziale e segue il trend delle grandi città: “Per infrastrutture, autostrade, aeroporto  e posizione, gli affitti brevi turistici a Bergamo crescono il doppio rispetto alla media nazionale – commenta Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi Bergamo (nella foto, ndr)– . Un fenomeno da valutare per il suo impatto sociale, oltre che per l’impatto effettivo in termini di ricchezza e occupazione che apporta poi al territorio”.

I dati negli ultimi 2 anni

In Bergamasca nel 2023 erano 3087 gli annunci pubblicati relativi per il 78,9% ad appartamenti interi (2437 complessivi). 1848 annunci (il 59,9%) erano pubblicati da host che gestiscono più alloggi. Quanto alla stagionalità, 1799 annunci  (il 58,3%) avevano un’apertura superiore a sei mesi . Nel 2022 erano 2377 gli annunci pubblicati, relativi per il 77,4% ad appartamenti interi (1839 complessivi). 1432 annunci (il 60,2%) era pubblicato da host che gestiscono più alloggi. Quanto alla stagionalità, 1380 annunci  (il 58,1%) presentavano un’apertura superiore a sei mesi .

I comuni con il maggior numero di annunci

Il primato va alla città capoluogo di provincia  con 1408 annunci ( 1149 nel 2023, 809 nel 2022), cui seguono Riva di Solto con 114 annunci (104 nel 2023, 79 nel 2022) e Lovere con 105 annunci (78 nel 2023, 69 nell’anno precedente). Se il “podio” resta invariato, quest’anno Castione della Presolana supera con 61 annunci  Seriate (60), che nel 2023 ricopriva il quarto posto con 54 annunci, passando dal decimo posto provinciale del 2022 con 35 annunci,  scalzando dal quarto posto lo scorso anno Foppolo( che attualmente occupa la decima posizione con 47 annunci). Parzanica e Solto Collina registrano entrambi una crescita significativa, con 10 nuovi annunci in media (Parzanica passa da 46 a 56, mentre Solto Collina da 47 a 56). Clusone passa da 36 a 44 annunci. Si fa strada Costa Volpino con 35 annunci; bene anche Fonteno che passa da 31 annunci nel 2023 a 37.

L’indagine nazionale

L’evoluzione del fenomeno  degli alloggi italiani venduti su Airbnb vede una crescita esponenziale da dicembre 2008 con 52 annunci, ad agosto 2024 con quasi 600mila annunci pubblicati.  Nell’ultimo anno, da agosto 2023 ad agosto 2024,  la crescita è stata del  9,4 %.  Quanto al mercato del lavoro, gli affitti brevi portano  137.468 occupati pari all’11,9% del totale,  contro i 1.018.701 occupati del settore ufficiale alberghiero ed extralberghiero, pari al 88,1% (stima impatto sull’occupazione – Sociometrica 2023).




Il mercato del lavoro nel turismo. Gli alberghi in recupero: +14,9% di occupati nel 2023

Lavoro più stabile (69,5% indeterminato), in crescita il ricorso al part-time (+18,5%)

Il lavoro nel turismo bergamasco ha ripreso quota negli ultimi due anni, superando i livelli pre-pandemia del 2019. Se già nel 2022 il comparto della ristorazione aveva recuperato terreno, il 2023 ha visto una crescita importante anche nel settore ricettivo. Il solo settore alberghiero ha registrato un +14,9%, passando dagli 894 dipendenti del 2022 ai 1.027 nel 2023. È quanto emerge dall’Osservatorio sul mercato del lavoro, realizzato da Federalberghi in collaborazione con Fipe e l’Ente bilaterale nazionale del turismo, sulla base di dati INPS 2023. La provincia di Bergamo è ora al terzo posto in Lombardia per numero di addetti nel turismo, con 27.977 occupati (di cui 25.861 nei pubblici esercizi), dietro solo a Milano, che ne conta oltre 105.000, e Brescia con 35.000.

La crescita del turismo nella nostra provincia non è attestata solo dai dati positivi in termini di presenze di visitatori, ma anche dal numero degli addetti di un settore importante per la tenuta occupazionale– commenta Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo-. I dati evidenziano un nuovo buon recupero da parte delle strutture alberghiere. L’ulteriore riduzione del lavoro stagionale conferma una tendenza positiva verso una maggiore stabilità del lavoro”.  

Il numero di 9 addetti in media a struttura evidenzia che il tessuto economico del settore è composto da strutture ricettive di piccole dimensioni, con alberghi piccoli a conduzione familiare – commenta Alessandro Capozzi, presidente Federalberghi Bergamo-. Il settore attira lavoratori giovani che hanno la possibilità di avere una formazione sul posto molto buona, perché affiancati da personale con più esperienza, fattore cruciale nel nostro settore, come evidenzia la distribuzione eterogenea dei lavoratori dai 20 ai 60 anni”.

La destagionalizzazione sembra già realtà, in base ai dati dell’Osservatorio: “Il  lavoro a contratto indeterminato è quasi il 70% , dato che conferma un settore che va verso un turismo per  tutto l’anno, con un ulteriore calo del lavoro stagionale. La componente femminile nel settore è molto forte: impieghiamo oltre il 64% di lavoratrici, dato che indica un buon livello di compatibilità di conciliazione lavoro e famiglia. Il 30,5% di contratti è part-time, una scelta sempre più richiesta (+18,5%), anche per l’organizzazione sempre più su turni della giornata lavorativa”.

 La crescita delle imprese e dell’occupazione

Nel 2023, in provincia di Bergamo hanno operato in media 3.006 imprese con almeno un dipendente, con un picco di 3.070 imprese registrato tra giugno e settembre, e un minimo di 2.946. In media, le imprese turistiche bergamasche contano 9,3 dipendenti per azienda, un dato superiore alla media regionale di 8,8. La crescita degli occupati nel turismo bergamasco è stata del +9,1%, con il settore ricettivo che ha segnato un +11,1% e quello alberghiero un +14,9%.

 Dinamiche dell’occupazione

Le aziende con dipendenti nel settore alberghiero sono cresciute del 9,3% (da 107 nel 2022 a 117 nel 2023). Tra le forme di lavoro, il part-time ha registrato un incremento del +18,1% (scelto da 313 addetti nel 2023, contro i 265 del 2022), dato che supera il +13,5% del full-time (con 714 addetti nel 2023, contro i 629 del 2022). L’orario lavorativo ridotto o su turni è una soluzione sempre più adottata per conciliare lavoro e vita familiare. In parallelo, l’occupazione nelle fasce di età più elevate è cresciuta significativamente (+55,2% per gli over 40), evidenziando una maggiore apertura delle imprese al reclutamento di lavoratori esperti e disponibili.

Gli stagionali, già poco numerosi nella nostra provincia, sono diminuiti ulteriormente, sostituiti dai contratti a tempo determinato, che sono aumentati del +24,3%. La crescita dei contratti a tempo indeterminato, invece, si è attestata su un +13,1%.

Settore ricettivo e alberghiero a Bergamo

Nel 2023, il settore ricettivo a Bergamo ha impiegato in media 1.680 persone, pari al 6% del totale degli addetti al turismo. In Lombardia, i dipendenti dell’accoglienza rappresentano l’11,0% del totale, grazie alla forza di Milano e Brescia. Le aziende ricettive con dipendenti sono 198, equivalenti al 6,6% delle imprese turistiche bergamasche, mentre oltre il 90,6% delle imprese operano nei pubblici esercizi.

Nel 2023, a Bergamo, il settore alberghiero ha visto l’operato di 117 imprese con dipendenti e una media di 1.027 addetti. I picchi occupazionali sono stati registrati ad agosto (1.187 addetti) e il minimo a marzo (918 addetti).

L’identikit di chi lavora negli hotel

Più della metà dei dipendenti ha meno di 40 anni (50,5%), con il 27,9% sotto i 30 anni. Il 64,1% della forza lavoro è costituito da donne, mentre il 27,8% è di origine straniera. La maggior parte dei dipendenti (70,7%) è impiegata a tempo pieno, con il 65% che gode di un contratto a tempo indeterminato. Il lavoro stagionale è ridotto al minimo (2%), sostituito dal tempo determinato che rappresenta il 33% dell’occupazione. Rispetto al 2019, il tempo indeterminato è cresciuto del +7,1%, mentre il lavoro stagionale è crollato del -40,6%, a favore del tempo determinato (+31,0%).