Ente Bilaterale Turismo, Enrico Betti è il nuovo presidente

Affianca Betti con il ruolo di vicepresidente Nicholas Pezzè segretario generale FILCAMS-CGIL

Enrico Betti, responsabile dell’Area Lavoro e relazioni sindacali Ascom Confcommercio Bergamo è stato nominato presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo, di cui ricopriva già la carica di vicepresidente.

L’Ente Bilaterale del Turismo, organismo paritetico costituito da Ascom, Filcams-Cgil Bergamo, Fisascat- Cisl Bergamo e Uiltucs Bergamo, rappresenta 2450 imprese tra pubblici esercizi e imprese dell’ ospitalità e circa 10 mila lavoratori iscritti.

Affianca Betti con il ruolo di vicepresidente Nicholas Pezzè segretario generale FILCAMS-CGIL. Componenti del comitato esecutivo sono Giovanni Zambonelli, Massimiliano Amaddeo, Anila Cenolli e Diana Filippa Ferreira Fonseca. Compongono l’assemblea: Lorenzo Agazzi, Luisa Mangiarulo, Aronne Mangili , Claudia Belotti e Stefano Franzoni.

Presiede il collegio sindacale Alessandro Michetti; ne fanno parte con il ruolo di sindaco: Andrea Artina e Sabrina Pannese.

“Non posso che ringraziare tutti per la nomina e la fiducia – commenta Enrico Betti -. Per quanto riguarda le attività durante il mio mandato ho intenzione di proseguire nel solco di ciò che è già stato fatto negli anni precedenti, puntando prevalentemente sulla formazione professionale e nel creare un circolo virtuoso tra scuole e mondo del lavoro, oltre a supportare nel migliore dei modi imprese e lavoratori”.


Treviglio, ecco Regioni d’Europa: 80 bancarelle tra street food e artigianato ricercato

Dal 29 aprile al 1° maggio si apre a Treviglio una tre giorni dedicata al miglior cibo europeo e all’artigianato più ricercato, tra street food, birra artigianale e vino nostrano

Sabato 29 aprile alle ore 11.30 in Piazza Garibaldi a Treviglio inaugura il mercato internazionale Regioni d’Europa, un progetto realizzato da Apeca, Prisma, Unione Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con Fiva Ascom Confcommercio Bergamo.

Al taglio ufficiale del nastro della manifestazione saranno presenti Juri Imeri, sindaco di Treviglio, Alberto Capitanio in rappresentanza del Distretto urbano del Commercio di Treviglio, Luigi Leanza segretario Apeca Confcommercio, Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, e Fabrizio Errico, responsabile Regioni d’Europa.

Dal 29 aprile al 1° maggio si apre a Treviglio una tre giorni dedicata al miglior cibo europeo e all’artigianato più ricercato, tra street food, birra artigianale e vino nostrano. Saranno circa 80 le botteghe presenti all’evento itinerante di Regioni D’Europa, sparse per tutto il centro storico di Treviglio.

Passeggiando dall’incrocio di via Libertà lungo viale del Partigiano, viale Filagno e via Matteotti si incontreranno botteghe con vendita di tè e infusi, bigiotteria, incensi, tessuti e abbigliamento, prodotti per la casa e arredamento, cosmetici, artigianato, accessori, spezie, pelletteria e tanto altro. Nell’ampia Piazza del Popolo sarà allestita una zona dedicata allo street-food internazionale, con tanti tavoli per sedersi e gustare in compagnia le specialità culinarie italiane, dalla focaccia genovese ai salumi piemontesi, e internazionali, dai churros a bretzel e macarons.


Confcommercio Brescia e Ascom Bergamo insieme per la Giornata della ristorazione

Le due associazioni hanno organizzato l’evento “BGBS Cum-Pane – Show cooking Capitale”, nella sede ed in collaborazione con la Fondazione ENAC Lombardia – CFP Canossa (via Sant’Antonio 53, Brescia)

FIPE – Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha istituito per venerdì 28 aprile 2023 la prima Giornata della ristorazione in tutta Italia.

L’iniziativa ha l’obiettivo di valorizzare e rafforzare i valori della ristorazione italiana e riunire i ristoratori per celebrare insieme un tema fondamentale: l’ospitalità. Il tema principale sarà il pane come simbolo della convivialità, con FIPE che farà una donazione a Caritas collegata al numero delle ricette con il pane che saranno consumate in tutta Italia nella giornata di oggi.

Per celebrare la Giornata della ristorazione, Confcommercio Brescia e Ascom Confcommercio Bergamo hanno organizzato l’evento “BGBS Cum-Pane – Show cooking Capitale”, nella sede ed in collaborazione con la Fondazione ENAC Lombardia – CFP Canossa (via Sant’Antonio 53, Brescia). Il titolo sottolinea lo spirito di condivisione e cooperazione (dal latino “cum panis” ossia “condividere il pane” ed etimologia della parola “compagno”) che accomuna le due province di Bergamo e Brescia in occasione di Capitale Italiana della Cultura 2023.

Marco Porteri (Trattoria Porteri, Brescia) e Paolo Chiari (Ristorante Lalimentari, Bergamo) hanno mostrato e collaborato con una classe dell’istituto scolastico nella realizzazione di due ricette a base di pane delle province di Brescia e Bergamo: le mariconde e gli gnocchi di pane. Il menù è stato poi completato dagli studenti sotto la supervisione dei due ristoratori e dello chef Angelo Ricci. I prodotti per la realizzazione delle ricette sono stati forniti da CONAD che ha contribuito all’iniziativa.

“Questa giornata – ha detto il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti – celebra il comparto della ristorazione che conta oltre 8.000 imprese nella nostra provincia che si stanno impegnando per fornire una proposta di qualità sempre superiore. Inoltre, il settore rappresenta sempre di più un attrattore per i flussi turistici, come dimostrato anche dai buoni risultati registrati finora da Capitale Italiana della Cultura. Collaborare con Bergamo per incrementare il valore di questo settore nelle due province rappresenta una grande occasione di sviluppo per tutti i nostri ristoratori associati”.

“Le radici comuni storiche e la contiguità dei due territori stanno creando omogeneità nella proposta e interessanti contaminazioni che possono fare crescere ulteriormente le rispettive cucine – ha commentato Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo – . La sfida è creare una forte identità tra territorio e cucina e gettare le basi per crescere nella filiera corta. La buona tavola è un vero e proprio asset turistico ed è tra i principali motivi nella scelta di una destinazione. La nostra ristorazione, declinata in tutti i suoi segmenti dal bar con cucina a trattorie e osterie fino ai locali più blasonati, ha mostrato di saper esaltare il territorio restando fedele alle tradizioni e ha accolto al meglio nuovi flussi turistici oltre alla clientela abituale”.

Valentina Zanola, dirigente scolastico del CFP Canossa ha dichiarato: “Partecipare alla Giornata della ristorazione 2023 è per noi l’occasione di offrire uno spazio di sperimentazione ai nostri allievi, partendo da un prodotto base della nostra alimentazione e tradizione: il pane. Gli alunni della classe 3CB, guidati dal docente Ricci Angelo, hanno progettato un menù che accompagnerà le portate dei due chef in linea con la filosofia promossa, in un’ottica di ricerca, consapevolezza e condivisione. Siamo felici, nell’anno della Capitale della Cultura, di “condividere” idee e pianificazioni future mettendo al centro i giovani”.

“Siamo orgogliosi di partecipare ad una iniziativa volta a valorizzare la buona tavola e l’accoglienza, due temi su cui siamo in sintonia e che crediamo essere fondanti della cultura italiana” ha affermato Daniele Frassine, socio imprenditore Conad. “Conad è sempre in prima linea nel supportare le attività della comunità con l’obiettivo di esaltare le eccellenze del territorio”.


La Camera di Commercio propone l’alta formazione per le mpmi locali

In 11 edizioni il corso ha formato 290 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a mpmi locali

Saranno accettate fino a mercoledì 26 aprile le domande per l’ammissione al Corso di alta formazione “GO. IN’ 2023 – Scenari internazionali e opportunità di crescita per le mpmi, corso rivolto a imprenditori, manager e lavoratori di micro, piccole e medie imprese della provincia di Bergamo. In 11 edizioni di attivazione il corso ha consentito la formazione di 290 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a MPMI locali.
L’iniziativa, realizzata con il sistema associativo territoriale e grazie al finanziamento della Camera di Commercio di Bergamo, prevede, per la parte tecnico-didattica, il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Bergamo, ed in particolare dei Centri di Ateneo SdM – Scuola di Alta Formazione e CYFE – Center for Young and family enterprise.
Il percorso, della durata di 120 ore, verrà avviato venerdì 5 maggio con lezioni che si svolgeranno parte online e parte in presenza (le lezioni in presenza si terranno nelle sedi dell’Università di Bergamo e di Bergamo Sviluppo, a Bergamo e a Dalmine).
La partecipazione al corso permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze, competenze e strumenti efficaci per comprendere e affrontare un contesto sempre più dinamico e internazionalizzato; rafforzare competenze imprenditoriali/manageriali per poter assumere efficaci decisioni strategiche e organizzative in un periodo caratterizzato dal continuo cambiamento; accrescere la dimensione innovativa nella conduzione aziendale, grazie alla creazione di un mindset favorevole allo sviluppo dell’innovazione sostenibile, della crescita e del rinnovamento strategico; favorire la formazione e la valorizzazione dei talenti.

METODOLOGIA DIDATTICA

Durante i moduli tematici e di approfondimento i partecipanti verranno stimolati e coinvolti utilizzando diverse metodologie didattiche: la formazione frontale (in aula o da remoto) sarà accompagnata dall’utilizzo di strumenti multimediali, dallo svolgimento di giochi di ruolo o di business game, da momenti laboratoriali di simulazione, da lavori di gruppo (anche questi realizzabili in presenza o da remoto). Saranno inoltre previste testimonianze e incontri con stakeholder del sistema economico territoriale.
I laboratori di networking, infine, favoriranno momenti di condivisione e scambio di esperienze con imprese che hanno già preso parte alle precedenti edizioni dei corsi Go. In’.
DESTINATARI E QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) che hanno sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo, in possesso dei requisiti sotto elencati, potranno usufruire del finanziamento della Camera di commercio di Bergamo: tali imprese potranno iscrivere un solo lavoratore versando una quota a titolo di cofinanziamento privato pari a € 330,00 + Iva 22%L’accoglimento della domanda di iscrizione è da considerarsi quale concessione di un contributo in natura, soggetto al regime de minimis ai sensi del Reg. UE 1407/2013 e s.m.i. o del Reg. UE 1408/2013 e s.m.i., e quantificato in € 3.760,00.
Sarà inoltre ammessa la partecipazione di altri lavoratori e di soggetti diversi da quelli sopra citati (imprese non aventi sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo, liberi professionisti, funzionari di organizzazioni di categoria, privati, imprese che hanno già partecipato all’ultima edizione del percorso, imprese che desiderano iscrivere un secondo partecipante a questa edizione del corso, ecc.) a fronte del versamento di una quota di iscrizione pari a € 4.000,00 + Iva 22%In questo caso per iscriversi è necessario contattare la referente dell’iniziativa indicata a fondo pagina.
REQUISITI DI AMMISSIONE PER LE MPMI CON QUOTA DI ISCRIZIONE RIDOTTA E MODALITA’ DI ISCRIZIONE
Per avere diritto al versamento della quota di iscrizione ridotta, l’impresa deve essere in possesso dei seguenti requisiti:
  • avere sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo
  • essere iscritta al Registro delle Imprese
  • essere attiva ed in regola con il pagamento del diritto annuale dovuto alla C.C.I.A.A. di Bergamo
  • essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (DURC regolare)
  • non deve trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente, e nei cui riguardi non è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni
  • non deve aver ottenuto nell’ultimo triennio (compreso l’anno in corso) aiuti in regime de minimis che, sommati all’agevolazione richiesta, superino i limiti definiti dal Reg. UE n. 1407/2013 e s.m.i. o dal Reg. UE n. 1408/2013 e s.m.i., con riferimento al concetto di impresa unica [1].
  • non deve avere in corso forniture con la Camera di commercio di Bergamo, anche a titolo gratuito, ai sensi dell’art. 4, comma 6, del D.L. 95 del 6 luglio 2012, convertito nella L. 7 agosto 2012, n. 135 [2]
  • non aver partecipato all’ultima edizione del corso.
Potrà iscriversi al corso il lavoratore che in tali imprese ricopre uno dei seguenti ruoli: titolare, socio, amministratore delegato o consigliere delegato, amministratore unico, coadiuvante o collaboratore familiare iscritto all’Inps, dipendente a tempo indeterminato

Per maggiori informazioni

Silvia Campana
email: campana@bg.camcom.it
tel. + 39 035 388 8036


Ente Mutuo: 33 istituti convenzionati, crescono assistenza e soci a Bergamo

La sanità integrativa Confcommercio tutela imprenditori e le loro famiglie con diverse proposte di assistenza

La presenza di Ente Mutuo su Bergamo e provincia è ormai consolidata e in continua crescita: lo dimostrano i numeri che rilevano come la sanità integrativa pensata da Confcommercio per i suoi associati presenti sul territorio bergamasco la più ampia proposta di strutture convenzionate rispetto alle altre province in cui opera, quali Milano, Monza Brianza, Como e Lecco. Un risultato straordinario raggiunto in soli quattro anni di attività. «Attualmente abbiamo all’attivo 33 convenzioni, tra forme dirette e indirette – afferma Giuseppe dalla Costa, Direttore di Ente Mutuo Regionale – attraverso le quali siamo in grado di garantire ai nostri Soci uno standard di visite specialistiche, esami diagnostici, cure odontoiatriche e prestazioni ospedaliere. Tra le principali strutture convenzionate rientrano l’ospedale Humanitas Gavazzeni, la clinica Humanitas Castelli, il poliambulatorio Humanitas Medical Care Bergamo, i centri del Gruppo Habilita (Bergamo, Clusone, Osio Sotto e Zingonia), i punti prelievo Synlab (10 sedi), la Casa di Cura San Francesco, gli Istituti Ospedalieri Bergamaschi (Policlinico San Marco di Zingonia, Policlinico San Pietro, Centro Diagnostico Treviglio). Sono tutte realtà estremamente rinomate che ci consentono di offrire una copertura sanitaria e servizi ad alto valore aggiunto».

Cosa prevede nello specifico l’offerta di Ente Mutuo? «Da oltre 65 anni basiamo la nostra attività su un principio fondamentale: la tutela della salute delle imprenditrici e degli imprenditori Soci e delle loro famiglie. Una mission chiara che perseguiamo attraverso l’offerta di forme di copertura capaci di rispondere alle diverse esigenze in ambito sanitario in tempi rapidi, a tariffe agevolate e per tutta la vita, ma anche con attività di sensibilizzazione sul valore della sanità e della prevenzione. In tal senso, ci impegniamo costantemente a fare cultura attraverso la realizzazione di articoli, incontri e webinar pensati per informare, educare e rendere le persone più consapevoli, coinvolgendo direttamente i professionisti, come abbiamo fatto con Humanitas Gavazzeni e Gruppo Habilita, o nostri partner come il Gruppo Terziario Donna Confcommercio Bergamo» spiega il direttore.

Gli imprenditori e i professionisti di Confcommercio Bergamo possono quindi usufruire delle coperture sanitarie e dei servizi di Ente Mutuo, che si aggiungono alle tradizionali Forme di copertura S, T, V, da sempre presenti sul territorio bergamasco: la “Forma B”, ad esempio, offre le visite specialistiche, gli esami diagnostici e le prestazioni in day hospital, comprese in un contributo annuo, in parte fiscalmente deducibili; le richieste di prenotazione alle strutture convenzionate vengono gestite nell’arco di una settimana, evitando le attese del sistema sanitario nazionale. Le “Forma D”, le più complete tra le coperture, aggiungono a queste prestazioni gli interventi chirurgici. «Siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni e servizi per venire incontro alle esigenze dei nostri Iscritti – aggiunge dalla Costa – e per questo abbiamo introdotto Smart Plus, la nostra nuova soluzione di welfare aziendale dedicata ai dipendenti degli Associati di Confcommercio a cui offriamo assistenza ambulatoriale a tariffe agevolate, visite mediche specialistiche e la diagnostica strumentale (esami radiografici, ecografie, TAC, RMN, MOC, endoscopie, scintigrafie, doppler). Non solo. A queste si aggiungono le analisi di laboratorio, le prestazioni odontoiatriche, la terapia fisica e l’assistenza medica 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Tutto, a un costo calmierato e con vantaggi contributivi e fiscali sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti».

Ente Mutuo si qualifica così come un riferimento affidabile per l’associato, e grazie all’ufficio di Bergamo e alla sede di Milano, offre informazioni e assistenza immediata per tutti gli aspetti che riguardano il delicato tema della salute.

«Il nostro lavoro è solo agli inizi – conclude – e continueremo a lavorare su nuove convenzioni in forma diretta e indiretta: in quest’ultimo caso, abbiamo attivato accordi con Centro Medico Polispecialistico FOR ME e Centro Borgo Palazzo Poliambulatorio per la donna, ma l’idea è quella di ampliare la nostra rete di convenzionati anche a realtà che operano in ambiti strettamente legati alla vita quotidiana, come le palestre o i centri ottici».
Per info: 035. 4120132 – entemutuobergamo@ascombg.it


“L’agente di commercio il lavoro più bello del mondo, ma servono organizzazione e formazione”

Intervista al presidente di Fnaarc nazionale Alberto Petranzan: “La buona notizia è che non solo sono aumentati gli agenti in attività, ma si sono ridotti anche i numeri di quelli che lasciano la professione”

Le prospettive, il ricambio generazionale, il rinnovo dell’accordo economico collettivo. E poi ancora: i giovani, la flat tax, i mezzi di trasporto. Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc nazionale, parla dell’agente di commercio nel 2023. E lo fa con rinnovato ottimismo.

Petranzan, qual è la fotografia attuale del mondo degli agenti di commercio?
“In questi ultimi anni, l’ultimo specialmente, ci sono state tante nuove iscrizioni anche se l’età media degli agenti di commercio resta un tantino alta. Il 65%, la fetta più grossa di chi è in attività, ha tra i 40 e i 65 anni. La buona notizia è che non solo sono aumentati gli agenti iscritti, ma si sono ridotti anche i numeri di quelli che lasciano la professione. Questo è stato favorito dal fatto che i mercati si sono ingranditi, mentre l’aumento dei prezzi ha aiutato il nostro settore che è collegato alla provvigioni. Ora ci sono delle avvisaglie. I dati restano comunque positivi. Le aziende cercano e bisogna comunque fare attenzione, valutare bene”.

Questo può considerarsi ancora un lavoro che dà prospettive?
“Assolutamente sì, questo è un lavoro che dà ancora molto prospettive. Serve però organizzazione e formazione. Per questo noi di Fnaarc continuiamo a proporre corsi di aggiornamento anche per chi opera in questo settore da anni”.

Il ricambio generazionale, però, non sta andando benissimo.
“Quello del ricambio generazionale è un problema che riguarda soprattutto le aziende mandanti, che spesso sono le prime a sottovalutare la situazione. Anche loro devono aiutare i giovani che si avvicinano a questo mondo dando incentivi e aiutandoli nella fase più critica, quella della partenza. Se non ci aiutano le aziende mandanti il ricambio generazionale rallenta e tra qualche anno sarà un problema soprattutto loro. Vedo ancora tante, troppe aziende miopi su questo tema. Le reti commerciali hanno bisogno degli agenti e questo problema va affrontato oggi. Noi siamo propositivi, sempre disponibili al confronto. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte”.

Rinnovo dell’accordo economico collettivo: qual è il punto più delicato?
“Direi quello che riguarda il comparto dell’online. È inutile che ci giriamo attorno: i clienti oggi fotografano le scarpe in vetrina e poi acquistano a casa, su internet. Quando succede questo l’agente di commercio il suo lavoro l’ha fatto, quindi gli va riconosciuta la provvigione. Stiamo lavorando proprio per questo. Poi, che la pratica di fotografare la vetrina e comprare online non sia proprio bellissima è vero, dispiace per il negoziante. Ma l’agente di commercio dev’essere tutelato perché il suo lavoro di promozione sul territorio lo svolge comunque benissimo”.

L’e-commerce può essere un problema?
“Secondo noi no. A patto però che si parli tutti la stessa lingua, quindi stesso mercato e stesse regole: le tasse vanno pagate da tutti, in modo uguale”.

La flat tax, da molti contestata, è stata accolta in modo molto positivo dal vostro mondo.
“Il regime forfettario per noi è fondamentale perché rende l’attività più sostenibile per molti rappresentanti. Pensate che oggi l’80% degli agenti di commercio guadagna meno di 85mila euro annui e, quindi, può usufruire del regime forfettario che diventa di vitale importanza”.

Un consiglio per chi s’affaccia a questa professione?
“Ai giovani dico di approfittare dell’esperienza dei colleghi più navigati che si trovano a fianco. Spesso i contratti nascondono delle sorprese che solo i più esperti riescono a leggere: anche qui, in una logica di passaggio generazionale, serve darsi una mano. La Fnaarc è presente anche per questo”.

E un consiglio per chi è invece in attività da tempo?
“Per chi è in attività da tempo non ci sono molti consigli, chi lavora da tempo sa come muoversi. Piuttosto ribadisco un concetto per i più navigati: date una mano ai giovani, ne hanno bisogno”.

Perché un agente di commercio dovrebbe affidarsi a Fnaarc?
“Il lavoro dell’agente di commercio è il più bello del mondo, ma dev’essere affrontato in modo adeguato. Noi di Fnaarc mettiamo a disposizione le nostre esperienze di mercato e di contrattualistica perché sappiamo che chi parte da basi solide ha la possibilità di fare qualcosa di grande in questo settore. Ai giovani io consiglio vivamente di venire in Fnaarc per farsi un’idea di cosa c’è là fuori”.

Infine l’auto: vi state battendo per cambiare la deducibilità dei costi.
“Sia chiara una cosa: non chiediamo dei vantaggi ma solo delle tutele. L’importo deducibile per l’acquisto del mezzo di trasporto è fermo ai tempi della lira, e non è accettabile. La soglia dev’essere alzata sopra ai 25mila euro perché oggi le auto costano molto di più rispetto a 20-30 anni fa. Noi agenti di commercio, che percorriamo migliaia di chilometri l’anno, abbiamo bisogno di auto sicure e confortevoli che possano supportare al meglio i nostri tanti spostamenti. Non chiediamo un’auto potente, chiediamo un’auto adeguata”.

Siete in trattativa col governo?
“Sì, ci stiamo lavorando con l’attuale governo. E posso dire che abbiamo trovato anche delle posizioni vicine alle nostre richieste: con la finanziaria del prossimo anno speriamo che questa situazione venga risolta una volta per tutte”.


Giornata della ristorazione, il punto sull’ospitalità con il convegno Ascom il 27 aprile, ore 15.30

Enogastronomia e ospitalità, tipicità e identità di un territorio” è in programma giovedì 27 aprile a partire dalle 15.30 in Sala Conferenze

In vista della giornata della Ristorazione per la cultura dell’Ospitalità italiana promossa a livello nazionale da Fipe Confcommercio e in programma il 28 aprile, Ascom Confcommercio Bergamo ha organizzato un convegno rivolto ai pubblici esercizi per fare il punto sull’enogastronomia, tra tradizioni e innovazione nell’accoglienza. L’incontro “Enogastronomia e ospitalità, tipicità e identità di un territorio” è in programma giovedì 27 aprile a partire dalle 15.30 in Sala Conferenze, nella sede Ascom Confcommercio Bergamo in Via Borgo Palazzo 137.  L’appuntamento, nato con lo scopo di raccogliere con testimonianze di valore e relatori d’eccezione riflessioni e spunti, si apre con i saluti di Petronilla Frosio, presidente Gruppo Ristoranti Ascom Confcommercio Bergamo e di Diego Rodeschini, presidente Gruppo Caffè Bar Pasticcerie Ascom Confcommercio Bergamo, pronti a fare gli onori di casa. Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, presenta i risultati del sondaggio effettuato tra i pubblici esercizi, raccogliendo alcune prime conclusioni sul valore dell’enogastronomia per il territorio. Sul tema “Tradizioni, innovazione e accoglienza per una proposta di valore” interverranno Roberta Garibaldi, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e vicepresidente del Comitato Turismo OECD (OCSE), Mauro Carbone, direttore Centro Nazionale Studi del tartufo di Alba e Valerio Massimo Visintin, critico enogastronomico de Il Corriere della Sera.

Partecipazione libera previa registrazione. Info: 0354120320, direzione@ascombg.it

Stampa e tv sono invitate.


Terziario e lavoro : mancano 230mila occupati

11 milioni di occupati degli oltre 17 milioni complessivi sono attivi nel terziario, che assorbe il 64,5%

Degli oltre diciassette milioni di occupati regolari registrati a giugno 2022, sono più di undici milioni quelli attivi nel terziario di mercato, per una quota pari al 64,5%. Parte da questo dato “Terziario e lavoro”, l’osservatorio lavoro sul terziario di mercato realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio e presentato in occasione della conferenza stampa che ha aperto i lavori della ventiduesima edizione del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, per il secondo anno consecutivo nello scenario di Villa Miami a Roma. E se rispetto a due anni prima la crescita dell’occupazione assoluta è stata di quasi due milioni di unità, più dei tre quarti (il 76,4% per la precisione) appartiene allo stesso terziario di mercato. Il rovescio della medaglia viene dal confronto con i risultati del 2019: se l’occupazione totale non ha completamente recuperato i livelli pre pandemici (in termini di unità di lavoro a tempo pieno siamo a quasi 23 milioni e 900mila lavoratori rispetto a poco più 24 milioni e 100mila), il deficit è attribuibile in esclusiva proprio al terziario di mercato (-2,8%). In più, la pandemia ha colpito pesantemente le piccole unità produttive e il lavoro autonomo: a fronte della  crescita di quasi 1,4 milioni dei lavoratori dipendenti nel terziario di mercato tra il 2020 e il 2022, il numero di lavoratori indipendenti nelle attività terziarie è infatti risultato inferiore di quasi 27mila unità, un calo che si registra in particolare nelle professioni e nei trasporti. Passando al numero di dipendenti per impresa, il rapporto dell’Ufficio Studi evidenzia che nel terziario è pari a 8,8 (era 8,2 nel 2020, +7,5%) contro gli 11,4 del resto dell’economia. In fondo alla “classifica” troviamo il piccolo commercio alimentare con 3,3 dipendenti per impresa, in testa l’aggregato “Altri trasporti e logistica” con 30,4. Al netto delle attività stagionali, si scopre poi che nel 2022 il 70,2% degli occupati nel terziario di mercato aveva un contratto a tempo indeterminato contro il 73,7% del complesso dell’economia. Un numero che “restituisce, contro diffusi pregiudizi, la dimensione della qualità del lavoro nei servizi, a prescindere dalla remunerazione”. Basti pensare che nelle attività stagionali caratterizzate da fermo produttivo per diversi mesi l’anno, il 44% dei contratti è, comunque, a tempo indeterminato. Se il terziario è stato il principale traino del recupero dell’occupazione dopo la pandemia, va sottolineato poi che il 53%% di questo aumento si deve alle donne, nove su dieci delle quali assunte tra il 2020 e il 2022 lavora nei servizi. Non è un caso che la quota di occupazione dipendente femminile nel terziario di mercato sia pari al 50,8% mentre nelle altre attività economiche sia ferma al 27%. Un problema impellente è invece la mancanza di manodopera, soprattutto nei settori legati al turismo. Se nel 2023 si osservasse una crescita delle presenze del 15,3% rispetto al 2019 (oltre 500 milioni, più di 60 milioni in più sul 2019), l’Ufficio Studi stima infatti che occorrerebbero 280mila nuovi lavoratori nei soli settori dell’alloggio e ristorazione rispetto allo scorso anno. Infine, le stime macroeconomiche annunciate dal direttore Mariano Bella indicano per quest’anno un aumento del Pil dello 0,9% e dell’1,2% nel 2024, mentre i consumi dei residenti sono visti in aumento dello 0,5% nel 2023 e dello 0,7% l’anno prossimo.


Professionisti, soddisfazione per la legge sull’equo compenso

Mongelli: “Un primo passo per la tutela e per assicurare retribuzioni minime certe”

Con il via libero definitivo all’equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti la pubblica amministrazione e società partecipate dalla pa,  le imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie) e le aziende con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro e dovranno corrispondere al professionista in convenzione una remunerazione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, oltre che conforme ai parametri ministeriali. Una legge attesa anche da tutti i professionisti non organizzati in ordini o collegi che porterà all’adozione di parametri per ogni categoria, che dovranno essere stabiliti entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, da un apposito decreto del ministro delle Imprese e del Made in Italy, con un “tariffario” che andrà aggiornato ogni due anni.

Positivo il commento di Confcommercio Professioni, anche con il presidente provinciale Matteo Mongelli: “La norma rappresenta un primo passo per la tutela di tutti i professionisti. A livello provinciale è stata espressa soddisfazione da parte della base associativa, che rappresenta svariate categorie del mondo professionale facenti capo ai titolari di partita Iva. L’estensione della norma a tutte le nostre professioni non ordinistiche apre al confronto con le relative rappresentanze e a un grande lavoro per stabilire parametri certi per garantire un’equa retribuzione. La legge risponde alla richiesta di valorizzare e tutelare i professionisti. Oltre alla retribuzione, da anni attraverso Confcommercio Professioni ci battiamo per attestare le competenze della rappresentanza di partite Iva non facenti capo a ordini professionali, per contribuire ad innalzare la preparazione e l’immagine degli associati”.  La nuova norma interessa, oltre alla pubblica amministrazione, circa 1000 aziende private, che dovranno adeguare i compensi ai professionisti incaricati. La legge, oltre a istituire l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso, consente inoltre la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti attraverso l’azione di classe proposta  dalle associazioni professionali (oltre che dal consiglio nazionale dell’ordine per le professioni ordinistiche).


Agenti di commercio, un futuro della professione tutto da costruire

Il ricambio generazionale è il problema di un lavoro scelto solo dal 15% di under 30 e abbandonato da quasi il 60% degli over 50 e 60

Le difficoltà del mondo del lavoro nel reperire manodopera, che accomunano trasversalmente tutti i settori produttivi,  stanno investendo anche il mondo dell’impresa e la categoria degli agenti di commercio. La figura dell’ausiliario – che nelle sue macro categorie della classificazione ATECO vede in provincia di Bergamo 2.086 imprese attive con codice esclusivo di agente di commercio-  sta riflettendo molto questa difficoltà. La figura dell’intermediario del commercio, divenuta fondamentale come motore dello sviluppo delle vendite delle imprese di ogni dimensione con l’affermazione dei canali distributivi corti dall’inizio della concentrazione della distribuzione delle merci degli anni ’70,  sta perdendo diverse posizioni anche nel nostro territorio. Le ricerche presentate da FNAARC e da Confcommercio Bergamo nel convegno “Agenti di commercio: pianificare l’evoluzione. Analisi del presente e vision sul futuro” hanno visto snocciolare numeri non positivi sia a livello nazionale che locale. In Italia a fronte di un numero di imprese preponenti  in calo del -3% (da 58.520 del 2021 a 56.600 del 2022) il  calo di 1.423 agenti di commercio – 0,7% è stato più contenuto, anche se non consente di rovesciare un trend che ha visto perdere oltre 60mila agenti di commercio in 10 anni.

Il problema nella provincia di Bergamo è ancora peggiore:  il saldo degli agenti di commercio per l’anno 2022 è negativo con – 124 imprese iscritte alla Camera di Commercio. E’ il dato peggiore dal 2019, addirittura più nero di quello del 2020, quando si toccò il minimo storico di nuove aperture (67) e il record di chiusure (191). Nel periodo dei quattro anni il saldo, ahimè sempre negativo, è di – 364 imprese,  con un turnover del 35%. In quattro anni sono cambiati quasi 4 agenti di commercio su 10 nella nostra provincia. Questi sono numeri che inducono ad un riflessione. Indubbiamente i numeri risentono della riduzione del numero dei giovani che sta influenzando il tasso di natalità delle imprese di tutti i settori e della riduzione drastica del tasso di disoccupazione che porta molti ausiliari a lasciare l’attività in proprio per intraprendere quella più sicura di lavoratore dipendente. Ma a fianco di queste motivazioni di ordine generale, la riduzione di fatturati e provvigioni sta scoraggiando l’avvio e la prosecuzione dell’attività.

Il modello al quale eravamo abituati nel secolo scorso dell’agente di commercio come diplomato brillante che intraprende la professione entro i 30 anni dopo un’esperienza come lavoratore dipendente e che continua per oltre 40 anni fino alla pensione non esiste più.

Gli agenti di commercio bergamaschi evidenziano maggiore individualità nell’esercizio, meno presenza femminile un’età anagrafica maggiore rispetto a quella nazionale.

Sembrerebbe essere più accentuato il turnover nella professione rispetto alla media nazionale, tipico delle aree del nord Italia, più avanti nell’affermarsi dei fenomeni sociali e con minore disoccupazione che crea sbocchi alternativi.

Il dato della migliore longevità delle imprese femminili è positivo perché potrebbe essere il segnale che la professione sta iniziando ad attirare maggiormente le donne perché meglio si concilia con l’organizzazione familiare.  Di contro, ciò potrebbe essere legato alla riduzione del reddito medio dell’agente.

Sull’età anagrafica delle aperture e cessazioni si addensano le principali complessità del sistema sociale ed economico della professione.

Solamente il 15% circa delle nuove attività è aperta da un giovane sotto i 30 anni. Uno su due avvia l’attività tra i 30 ei 49 anni, quindi dopo aver già svolto un altro lavoro, mentre ben il 37% sceglie la professione dai 50 ai 69 anni, ormai nell’ultima fase della sua vita lavorativa.

La discontinuità nelle cessazioni  vede il 2,3% dei giovani che desistono subito, il 22,2% che lascia dai 30 ai 49 anni per andare a fare altro, con la probabile dispersione delle competenze acquisite. Dentro nella frazione del 59,7% che lascia dai 50 ai 69 anni, accanto alla porzione di coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile, si annida la principale criticità di chi viene espulso dalla professione in età avanzata con minori prospettive di riassorbimento.

Gli anni della pandemia evidenziano i fenomeni già emersi nei decenni precedenti. Una curva demografica e una di longevità aziendale pericolose per la categoria e per le imprese mandanti.

Il problema è noto alle medie e grandi imprese consapevoli che non si potranno sostenere le vendite con l’e- commerce ma servirà attirare presto molti giovani brillanti, anche se non sarà per niente facile.

La professione per continuare ad essere attrattiva deve essere sostenibile, sia economicamente sia per quanto riguarda la conciliazione lavoro-tempo libero, prioritaria nella scelta del lavoro soprattutto da parte dei più giovani.

Questo è l’input per le aziende mandanti che più degli stessi agenti sono convinti che Internet non potrà sostituire la figura del rappresentante, ma che ne cambierà in parte il ruolo. Questo ruolo però  va riconosciuto non solo a parole ma nei fatti.

Di contro, devono essere i giovani a credere in questa professione in proprio, che resta moderna, ben retribuita a regime, e che prevede un buon mix tra tecnologia, social, smart working, elementi tra i più apprezzati nella scelta lavorativa.

Perché non ci sarà comunque posto per tutti i giovani laureati brillanti nelle funzioni del marketing e comunicazione delle grandi imprese, soprattutto se non riusciranno a sostenere le loro vendite con adeguate e qualificate forze,  sia nella forma di dipendenti diretti sia di agenti di commercio, nel giusto equilibrio.  Senza dimenticare che negli anni la professione dell’agente di commercio ha proposto un modello virtuoso perché basato sul lavoro in proprio per enfatizzare la relazione con il cliente e massimizzare le vendite.