PortAMI un libro, volontari e librerie pronti per la consegna di volumi

Le nuove restrizioni dovute alla recrudescenza pandemica e previste nell’ultimo DPCM, costringono tutti noi, e in particolare gli anziani così vulnerabili al Covid-19, a rimanere in casa limitando fortemente lo svolgimento delle attività di interesse ma soprattutto le relazioni interpersonali.

Nasce così PortAMI un libro, il progetto del Comune di Bergamo in collaborazione con Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo finalizzato proprio a favorire la costruzione e il mantenimento delle relazioni tra i cittadini a partire dai libri, grazie alla partecipazione dei volontari di BergamoxBergamo che fanno da tramite tra la necessità del cittadino e la libreria.

“”PorTAMI un libro” è un servizio speciale che l’Amministrazione ha scelto di realizzare insieme alle Associazioni di categoria per venire incontro alle necessità di quei cittadini, e in particolare della popolazione anziana della nostra città, desiderosi di acquistare un libro ma impossibilitati farlo di persona. – dichiara l’Assessore alle politiche sociali Marcella Messina – Quest’iniziativa però non va letta semplicemente come un servizio di consegna, ma soprattutto come una straordinaria occasione per capitalizzare l’esperienza dei volontari di BergamoxBergamo, che in questi mesi hanno saputo costruire dialogo relazione accoglienza e comunità con i cittadini in diverse condizioni sociali, e tramutarla in un’opportunità per generare nuovi contatti con coloro che, costretti a casa dal lockdown, si mostrano desiderosi di alleviare la solitudine attraverso un libro e, magari, la presenza un viso amico.”

“PortAMI un libro” funziona in modo molto semplice: la persona che desidera ricevere un libro contatta il libraio di fiducia che, a sua volta, chiama il numero unico BergamoAiuta (342 0099675) per chiedere l’aiuto di un volontario pronto a effettuare la consegna.

“L’iniziativa promossa dal Comune di Bergamo è lodevole ed ha un duplice scopo: aiutare le librerie presenti sul territorio comunale e, allo stesso tempo, dare la possibilità ai cittadini di usufruire del servizio dei librai. Per i librai si allarga il bacino di clienti e “PortAMI un libro” diventa lo strumento per continuare a stare vicino ai propri clienti, offrendo non solo un servizio, ma diffondendo cultura. I nostri librai continuano anche se in un modo diverso, a consigliare e proporre libri tenendo conto delle attitudini e dei gusti dei lettori.” Commenta di Cristian Botti, Presidente Gruppo Librai – Cartolai – Forniture per ufficio Ascom Confcommercio Bergamo “Infine mi preme segnalare, in particolare, la collaborazione tra le due associazioni di categoria. Promuovere insieme un’iniziativa a sostegno di un attività e a vantaggio dei clienti ha un valore sempre, ma in questo momento difficile acquista una profondità maggiore” Conclude Botti

 “Il Comune di Bergamo raccoglie oggi una proposta che come SIL Confesercenti avevamo già avanzato nella prima fase della pandemia. – afferma Antonio Terzi, Presidente Confesercenti Bergamo e Li.Ber Associazione Librai Bergamaschi – “Un contributo fondamentale per riaffermare il libro come bene essenziale, la lettura come strumento chiave per meglio affrontare questi tempi, il legame tra librerie e territorio in un rinnovato senso di vicinanza e prossimità che dovrà necessariamente rappresentare la prospettiva del futuro che ci attende.
Un sentito grazie al Comune per la grande sensibilità dimostrata e ai volontari che consegneranno i libri.”

 


L’emergenza sanitaria accelera l’innovazione Così il terziario recupera il gap tecnologico

Epidemia ed emergenza sanitaria hanno portato le imprese del terziario a riorganizzare i loro modelli di business. Il 32% delle imprese del terziario bergamasco, quasi 7mila imprese, ha introdotto innovazioni in seguito all’emergenza, dai sistemi di pagamento digitali (45,9%), a servizi di supporto alla clientela con internet e social (43,2%), offerte e promozioni attraverso piattaforme digitali (37,8%), nuovi strumenti di prenotazione e consegna via App o sistemi indipendenti (24,3%).  La pandemia ha costretto a “reinventarsi” anche le imprese che non avevano in programma di investire in innovazioni (ben il 47,2%) o ha accelerato i tempi di introduzione di tecnologia (il 26,4% aveva infatti già in programma investimenti in quest’area, ma ha dovuto introdurli in tempi brevi). Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca “Innovazione ed evoluzione digitale” commissionata a Format Research nell’ambito dell’Osservatorio delle imprese del terziario bergamasche, presentata oggi. Lo studio traccia non solo il quadro dell’evoluzione digitale e dell’introduzione delle innovazioni nel terziario bergamasco, ma indaga anche sulle prospettive future e sulla visione che gli imprenditori hanno riguardo le nuove figure professionali da introdurre in azienda.  

L’introduzione dell’innovazione, per le imprese che non l’avevamo programmato o che ha hanno dovuto accelerare i tempi (circa 5.200 attività), ha permesso al 49,0% di sopravvivere, minimizzare le perdite in termini di ricavi (per il 30,2%), di mantenere lo stesso livello di ricavi rispetto al periodo precedente la crisi ( 20,8%). 

L’unico aspetto positivo di questa terribile crisi dettata dalla pandemia da Covid-19 è che porta con sé una spinta all’innovazione tecnologica e un’accelerazione nell’introduzione dell’innovazione da parte degli imprenditori, in particolare da servizi e commercio– commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-.  E’ stato in parte recuperato il gap che vedeva il terziario in ritardo rispetto ad altri comparti sul fronte tecnologico. La situazione resta difficile in prospettiva perché l’innovazione non genera maggiori ricavi nell’immediato e quindi manca linfa vitale per gli investimenti e per l’assunzione di nuove risorse umane e per la formazione,  strategici per il rilancio. Per questo è necessario che la politica del Governo accompagni il ristoro a politiche di rilancio con piani che assicurino lo sgravio per le assunzioni e gli investimenti. Le imprese del terziario devono poter accrescere le competenze interne”. L’Area Formazione Ascom risponde alle esigenze degli imprenditori con corsi mirati: “Chiusure e restrizioni hanno portato ad una crescita delle richieste in ambito informatico, per mantenere il contatto con la clientela– sottolinea Daniela Nezosi, responsabile area Formazione Ascom Confcommercio Bergamo-. Spesso gli imprenditori hanno esigenza di acquisire le competenze necessarie per gestire e-commerce o rafforzare i canali social in tempi brevissimi. Noi li accompagniamo in percorsi ad hoc, ma spesso è necessaria una consulenza mirata perché in molti casi, prima di sviluppare la digitalizzazione dei processi, urge una revisione dell’organizzazione aziendale. La formazione non deve tamponare un’esigenza del momento con una full immersion di competenze, strumentali alle necessità contingenti, ma deve essere inserita in un progetto aziendale di ampia visione”. In Associazione è attivo lo Sportello Innovazione per favorire l’introduzione di nuove tecnologie digitali e beneficiare di convenzioni, bandi e contributi dai sistemi di pagamento digitali, alla realizzazione di siti web e sviluppo social, da App e siti per consegne e delivery. “In questi mesi, a partire dalla prima fase della pandemia, abbiamo sviluppato con successo alcuni strumenti come #Compravicino per la consegna della spesa a domicilio che conta 1200 esercizi registrati in tutta la provincia– commenta Giorgio Puppi, responsabile dell’area Innovazione Ascom- . Webinar, realizzati in collaborazione con Edi Confcommercio, e bandi hanno permesso alle imprese di ampliare le proprie competenze e guardare al futuro per rendere i negozi sempre più 4.0”. 

I dati della ricerca

Uno sguardo al futuro 

Tra le imprese che hanno introdotto innovazioni: il 37,8% le manterrà certamente, il 25% probabilmente, mentre il 31,9% non lo sa ancora. Solo il 5,9 % non le manterrà.  Tra coloro che manterranno le innovazioni (il 62,5% tra probabili e certi), il 37,5% le ritiene  efficaci in termini di ricavi aziendali, il 35,6% ritiene che permetteranno di ampliare il parco clienti dell’impresa, il 33,3%  ha riscontrato maggiore visibilità della propria attività. Inoltre per il  26,7%  migliorano l’immagine dell’impresa, per il 22,2%  rappresentano un nuovo modo di fare comunicazione, per l’11,1% permettono di acquisire nuovo know- how per l’impresa, per il 6,7% si tratta di un elemento di differenziazione. Di contro, coloro (il 5,6%) che non le manterranno, hanno motivato la scelta, principalmente per problematiche di natura organizzativa (36%), per resistenza alle nuove tecnologie (23%), per mancanza di tempo per dedicarsi alla gestione delle innovazioni (22,7% ), perché i costi per il mantenimento delle innovazioni introdotte risultano troppo onerosi (6,3%).

Il limite delle competenze e le nuove professionalità in campo

Solo l’8,0% delle imprese bergamasche si è dotato di nuove figure professionali, con una punta minima del turismo del 3,5%. Tra coloro che si sono dotati di nuove figure professionali, questi i profili più richiesti: sales assistant( 35,7%), marketing assistant (17,8%), agenti di commercio con competenze digitali evolute (16%), informatici programmatori (14,3%), digital e special strategist (7,1%), data scientist e analyst (7,1%). Tra coloro ( la quasi totalità delle imprese, pari a ben il 92%) che non si sono dotati di nuove figure, il 10% dichiara che lo farà comunque nei prossimi due anni. Tra i comparti più disposti a introdurre nuove professionalità, il 13,2% delle imprese dei servizi, seguiti dal commercio (12%) e, a distanza, dal turismo (4,8%). Tra le imprese che introdurranno nuove figure,  il 24% effettuerà corsi di formazione sulle innovazioni di prodotto e servizio, con punte del 28,5% per il commercio e del 31% dei servizi; segue, ancora a distanza, il turismo (con il 12,5%). 


Al via Libri per sognare, una nuova edizione ricca di eventi Incontri con gli autori per i ragazzi via web

Anche quest’anno torna Libri per sognare, la manifestazione giunta alla quinta edizione, nata nel 2017 e ideata dal Gruppo Librai e Cartolibrai di Ascom Confcommercio Bergamo, organizzata in
collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo.
L’iniziativa ha come obiettivo quello di promuovere la lettura ed è rivolta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie della città e della provincia di

Bergamo, con il coinvolgimento in particolare dell’ultimo anno delle elementari e del primo anno delle medie, per cui nonostante il nuovo lockdown è garantita la didattica in presenza. “Ci troviamo in un contesto di grande difficoltà e in un clima di incertezza, all’indomani della nuova stretta sulle chiusure – commenta Cristian Botti presidente del Gruppo Librai e Cartolai Ascom Confcommercio Bergamo-. In questo contesto, in cui si limitano quotidianità e relazioni, i libri possono davvero rappresentare un’occasione di evasione, per guardare oltre”.
Libri per sognare favorisce il coinvolgimento attivo e creativo dei giovani studenti, chiamati al doppio ruolo di lettori e recensori di cinque titoli di letteratura contemporanea per ragazzi, selezionati dalle librerie organizzatrici. 
Ogni ragazzo si impegna nella lettura per poi votare il libro preferito e pubblicarne la recensione sul sito www.libripersognare.it . 
Come nella scorsa edizione sono organizzati incontri virtuali tra gli autori e gli studenti, tappe di avvicinamento all’evento finale in programma a maggio. Gli incontri con gli autori rappresentano uno stimolo in più per i giovani lettori, che possono avere un confronto diretto con chi ha scritto le pagine preferite e trarre ispirazione per la stesura delle recensioni dei libri. 
La giornata conclusiva dell’iniziativa vedrà la premiazione del libro vincitore e degli studenti che hanno inserito nel portale le migliori recensioni e sarà una grande festa dedicata alla cultura e alla
condivisione della lettura. “Lo scorso anno, in piena emergenza sanitaria, la cerimonia premiazione è avvenuta da remoto- continua Cristian Botti-. Abbiamo avuto un ottimo riscontro di presenze e, nonostante la distanza, ci siamo sentiti ancora più vicini ai ragazzi che, attraverso commenti online, hanno vinto timidezza ed esitazione che a volte li frena durante eventi in presenza”. Per partecipare all’iniziativa le scuole devono compilare l’apposita scheda di adesione ( www.libripersognare.it ) e inviarla entro il 17 novembre via mail a: libripersognare@ascombg.it . Per informazioni: 0354120203/118.

I libri scelti per questa edizione 
I libri selezionati raccontano storie di coraggio, speranza e si concentrano sul tema dell’ambiente e della sostenibilità. “Il bambino Nelson Mandela” di Viviana Mazza ( Mondadori 2014) illustra il
percorso, a partire dall’infanzia a piedi nudi ad accudire il bestiame, del grande presidente sudafricano, Nobel per la pace e simbolo per antonomasia del contrasto all’apartheid. 
“La voce di carta” di Lodovica Cima (Mondadori 2020) mostra l’emancipazione femminile attraverso il lavoro in fabbrica, con la storia della protagonista Marianna che, lasciata la campagna per il
lavoro in una cartiera a Lecco, grazie alla lettura, immersa in un un mondo di parole, trovò l’occasione di esprimere la sua voce più autentica. “Factory” di Tim Bruno ( Rizzoli 2020) racconta la dura vita di uno stabilimento di animali sottoposti a rigide esigenze produttive e di come l’ improbabile amicizia tra un ratto e un vitello all’ingrasso riesca a cambiare il destino e la triste prospettiva di una vita in batteria, ma in solitudine. “Libera. Un’amica tra le onde” di Daria Bertoni (Mondadori 2020) parla dell’avventurosa storia di Alice che, in mezzo all’Oceano Atlantico, scoprirà con il padre ricercatore naturalista, una seconda casa a bordo di Calipso e salverà Libera, una balenottera azzurra in pericolo di vita per un incidente. 
“Mustang” di Marta Palazzesi (Il Castoro 2020) racconta la storia, ai tempi della secessione americana, di Robb che, in una piantagione dicotone, con l’aiuto di una ragazzina indiana, riuscirà nell’impresa di domare un cavallo selvaggio Mustang e farà conquistare la libertà al suo amico Aimery, affrancandolo dalla schiavitù”.


Bando Rinascimento, contributi e prestiti a impatto per i professionisti

Il Comune di Bergamo, insieme a Intesa Sanpaolo e Cesvi, destina nuovi contributi attraverso il Programma Rinascimento. Il bando “Anguissola” apre anche ai professionisti. Sono previsti contributi a fondo perduto (500mila euro) e prestiti a impatto (2 milioni di euro) Possono beneficiare dei contributi liberi professionisti, lavoratori autonomi con partita IVA, gli studi professionali, aventi sede nella città di Bergamo. Il bando è aperto anche a persone fisiche che intendono costituire una Partita Iva e avviare un’attività in forma singola associata (impegnandosi ad attivarla entro un mese dalla presentazione della domanda). Ascom promuove il bando attraverso il nuovo Gruppo Confcommercio Professioni. Lo sportello di finanza agevolata Fogalco è a disposizione per la presentazione delle domande.

Il Bando offre la possibilità di realizzare interventi in diverse aree, in autonomia o in partenariato, di adeguamento normativo legato alle prescrizioni e alle restrizioni COVID-19; di organizzazione e servizi; di innovazione, anche sociale ed ecologica; interventi per la creazione di partenariati e per l’integrazione strategica tra professionisti.

Sono ammesse le spese sostenute nel periodo tra il tra il 9 marzo 2020 e la data della rendicontazione finale delle attività, che in ogni caso non dovrà superare il 31 Dicembre 2021.

Si ricorda che sono ancora aperte nel bando Rinascimento le misure Michelangelo e Raffaello, entrambi pensati per agevolare e sostenere le imprese nel percorso di ripartenza delle proprietà attività; ancora attivo anche il bando per il Terzo Settore, Bando Artemisa, con circa 3 milioni di euro complessivi (uno a fondo perduto e due a prestito d’impatto).

Per informazioni e per presentazione domande: finanza.agevolata@fogalco.it 0354120262


Spese inderogabili Flash, dal Comune 1000 euro per attività chiuse per decreto

Il bando “Spese Inderogabili Flash” del Comune supporta le micro-imprese colpite dalle chiusure al pubblico introdotte con il DPCM del 3.11.2020 e la conseguente attivazione della zona rossa nel territorio. Per questo bando è stato stanziato un milione di Euro.

Il Bando prevede l’erogazione di un contributo fino ad un massimo di 1.000 euro per ogni partecipante selezionato ed è aperto fino al 30 Novembre 2020.

I requisiti di partecipazione sono gli stessi che hanno caratterizzato il precedente Bando per le Spese Inderogabili ovvero:

essere microimpresa ai sensi della normativa UE:

avere una sede operativa nel Comune di Bergamo;

essere iscritte e attive al Registro Imprese di una Camera di Commercio;

non aver subito condanne penali o essere state interessate da una delle misure di cui all’art. 80, comma 1 e 2, D.Lgs. 50/2016.

essere tra le attività sottoposte a chiusura al pubblico ai sensi del DPCM del 03/11/2020.

Per partecipare al Bando ci saranno due modalità: la prima sarà di tipo “Flash” ovvero le imprese che hanno già partecipato al bando Spese Inderogabili, sono state valutate positivamente in relazione ai loro requisiti e quindi hanno ricevuto un contributo verranno contattate attraverso una comunicazione elettronica. Le imprese che confermeranno la sussistenza dei criteri oggettivi per l’assegnazione del nuovo contributo potranno confermare la richiesta di contributo.

Le imprese che invece non hanno partecipato al bando Spese Inderogabili potranno presentare domanda di partecipazione fino al 30 Novembre 2020 tramite la procedura online disponibile al linkhttps://www.rinascimentobergamo.it/bandi/partecipa.

Ascom è a disposizione per informazioni e per la presentazione delle domande: 0354120340 ata@ascombg.it


Assemblea Fipe 18 novembre, webinar “La ristorazione tra sicurezza e sviluppo”

Fipe organizza mercoledì 18 novembre alle 10.30 in occasione dell’assemblea nazionale un momento di riflessione sul settore, in diretta sui canali social, YouTube e Facebook. Il tema “La ristorazione tra sicurezza e sviluppo” vede l’intervento del premier Giuseppe Conte, di Carlo Sangalli, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia, Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe Confcommercio, Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali e Turismo e Teresa Bellanova, ministro Politiche agricole. Tra i rappresentanti del settore Gianmario Tondato Da Ruos, ad di Autogrill, Massimo Bottura, chef patron Osteria Francescana, Massimiliano Rosati, titolare Gran Cafe Gambrinus. Per i produttori, Maurizio Zanella, presidente Ca’ del Bosco, Nicola Bertinelli, presidente Consorzio Parmigiano Reggiano. Tra i relatori, Davide Rampello, storico e curatore padiglione Italia a Expo Dubai 2021, Maurizio Dallocchio, docente Università Bocconi.


Fioristi, aperti ma senza clienti con cali del volume d’affari fino al 70%

I negozi di fiori e articoli floreali sono tra le attività aperte al pubblico, ma con le restrizioni a spostamenti e cerimonie, oltre alla chiusura di ristoranti e bar, il volume d’affari è in calo fino al 70% e la categoria è stata esclusa dal Decreto Legge Ristori-Bis. “Già dal mese di ottobre, con la prima stretta al numero di invitati a feste e cerimonie, abbiamo subito un grave colpo economico- commenta Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom Confcommercio Bergamo-. I fioristi sono completamente esclusi dai ristori, nonostante gran parte del nostro fatturato sia legato ad allestimenti di matrimoni, feste ed eventi. Ora, con tutte le limitazioni dei nuovi Dpcm, i negozi sono aperti ma senza clienti. E per cercare di mantenere un buon assortimento per i pochi che ci fanno visita, siamo costretti a gettare quantitativi ingenti di fiori recisi, estremamente deperibili. E paghiamo tasse e personale come se fossimo completamente operativi”. 

La Federazione Nazionale Federfiori ha invitato il Governo a garantire misure di sostegno per una categoria che, seppur esclusa dalla chiusura, è in grande difficoltà. “Confidiamo in sgravi e sostegni- continua Vacchelli-. Gli omaggi floreali e le cerimonie, oltre alla fornitura a locali e ristoranti, sono da sempre il fulcro del nostro lavoro”. 


Benzinai, crollo di fatturato dal 50 al 70%. Mora: “Servono sgravi o aiuti”

I benzinai sono aperti e continuano a garantire con il loro servizio essenziale la mobilità, ma fanno i conti con un crollo del fatturato dal 50 al 70 per cento. Per questo la categoria, attraverso la Federazione nazionale Figisc Confcommercio, confida in sgravi o contributi, o di rientrare nel Decreto Ristori- ter di prossima emanazione. “Con il primo lockdown abbiamo rifornito mezzi di soccorso, forze di polizia, medici e personale sanitario, dando in qualche modo il nostro contributo con assistenza stradale e rifornimento assistito di gpl e metano- commenta Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai e distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Figisc- . Le nuove restrizioni nelle aree rosse, stanno producendo effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale”. La categoria, che lavora su margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties, è in grande difficoltà: “Ad aprile abbiamo beneficiato di un contributo in base al reale calo di fatturato, ora confidiamo in un aiuto, dai contributi figurativi, già previsti per fare fronte alla prima fase emergenziale, a scostamenti nel pagamento delle tasse o ristori- continua Mora-. Il prossimo mese, in quest’anno terribile, molti di noi faticheranno a pagare tredicesime e tasse. Sta diventando sempre più difficile mantenere i propri impegni e il malcontento è davvero generale”. 


Lavoro, costruiamo la ripresa su solide competenze

Nel marasma del bombardamento mediatico negativo che giunge sui giovani, già provati dal nuovo lockdown, ogni tanto qualche notizia positiva è da sottolineare.  Che ci sarà posto eccome, a pandemia terminata, per coloro che avranno intrapreso e affrontato con serietà e dedizione il loro percorso di studio. E’ questo il messaggio che emerge dalla giornata del Commercio, Turismo e Servizi del programma delle giornate di orientamento professionale organizzata dal Rotary Club di Bergamo in collaborazione con Ascom Confcommercio.Un confronto avvenuto rigorosamente in digitale ma non per questo meno partecipato con il collegamento di quasi 500 ragazzi delle classi IV degli istituti superiori bergamaschi e con un podcast finale a tre voci, con la testimonianza dell’imprenditore Giovanni Collinetti e del consigliere del club, l’avvocato Francesco Fontana, che con me hanno risposto a raffica alle centinaia di domande che sono giunte via chat. 

I giovani hanno apprezzato il messaggio positivo che esiste senza dubbio per loro un futuro lavorativo e che dipenderà, come del resto è sempre avvenuto, soprattutto da loro.  

I dati forniti sulle prospettive della ripresa del mercato del lavoro sono stati incoraggianti e capaci di ribaltare lo sguardo nefasto di breve termine che, nell’indagine continuativa di Unioncamere e Provincia di Bergamo del mese di ottobre, ha registrato 6.150 nuove assunzioni previste dalle imprese bergamasche a fronte delle 8.350 dello stesso periodo del 2019, con una caduta di oltre il 26%. Ad essere colpiti sono soprattutto il commercio e il turismo settori che, ancora in difficoltà per il precedente lockdown, si sono trovati da poco in un altro terribile stop.

Ed è proprio da questi settori più colpiti, quelli del terziario,  che sono giunti messaggi benaguranti per i ragazzi prossimi  al diploma. Sono i numeri a darci conforto. La previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, nel quadriennio 2020-2024, di Unioncamere evidenzia gli scenari che si stanno profilando a seguito della pandemia e partendo dalle previsioni sull’impatto del PIL nel 2020 e 2021 del Governo italiano, Banca d’Italia, ISTAT, FMI e Commissione europea tracciano uno scenario di base (ottimistico) e uno scenario avverso. In entrambi i quadri la ripresa della crescita dell’economia avverrà dal 2021 e da lì, al netto di quanto registrato in termini di fuoriusciti dalle imprese non appena scaduto il termine del divieto di licenziamento, partirà la risalita. Saranno soprattutto il settore pubblico con i pensionamenti accentuati con “quota 100” ad avviare una campagna di sostituzione di forze lavoro. 

Lo studio evidenzia un fabbisogno di nuove risorse lavorative che andrà dal 2020 al 2024 dai 2,0 milioni circa nello scenario avverso e di oltre 2,6 milioni di fabbisogno occupazionale sia per la domanda di rimpiazzo dei pensionandi sia per domanda di espansione, sia per il settore pubblico e privato sia per dipendenti che per i lavoratori  indipendenti. 

Venendo al fabbisogno di laureati, lo studio evidenzia un fabbisogno totale nei 5 anni che, distribuito su ciascun anno, presenta un equilibrio tra domanda delle imprese, 898.300 in 5 anni per 179.700, perfettamente in linea con il numero di laureati che presumibilmente entreranno nel mercato del lavoro, ossia 179.600 l’anno.

Il fabbisogno delle imprese registrerà picchi positivi e negativi ma sarà in linea con l’offerta di lavoro dei giovani. 

Meno per i diplomati per i quali si stima un fabbisogno medio annuo di 180.400 a fronte di 292.300 di offerta annuale. Disastrose sono invece le previsioni per la formazione professionale per cui la domanda sarà nettamente inferiore all’offerta. 

Il segnale per le famiglie e per gli studenti è chiarissimo. I giovani dovranno investire su un percorso di studio universitario. Per i bergamaschi poi la forza delle imprese del territorio costituisce una garanzia. Lo studio incrocia infatti domanda e offerta nazionale dove l’offerta è distribuita su tutto il territorio della penisola, mentre la Lombarda da sola, almeno per il settore privato, concentra la gran parte della domanda di nuovi posti di lavoro. 

Se la strada per chi vorrà studiare è segnata, il percorso dovrà essere coerente. Volendo infatti indagare sugli indirizzi di studio, l’analisi di Unioncamere evidenzia che al pareggio numerico si affiancherà lo scostamento qualitativo tra domanda e offerta. Avvertiremo un deficit della domanda di professioni mediche e paramediche, ingegneristiche, e giuridiche, per le quali potremmo non trovare manodopera qualificata, contro un surplus senza sbocco di studenti dei percorsi economico, linguistico e politico sociale. 

Il titolo di studio non sarà però sufficiente. Nell’entrata nel mondo del lavoro acquisteranno sempre più valore le soft- skill come la flessibilità di adattamento, capacità di lavorare in gruppo, risolvere problemi, lavorare in autonomia e  comunicare correttamente in lingua italiana. Dando per acquisite la conoscenza di una o più lingue straniere parlate in modo fluente. 

Le nuove competenze faranno la differenza. Saranno necessarie competenze ambientali o “green”, ossia le attitudini al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale (richieste secondo la ricerca ad oltre il 60 dei candidati, le competenze digitali di base come l’uso di internet e di strumenti di comunicazione visiva e multimediale (oltre il 56% dei neolavoratori). In particolare si affermeranno le e-skill mix ossia la somma alle competenze digitali di base o della capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici, oppure di saper gestire soluzioni innovative. Queste saranno richieste solo, si fa per dire, al 24% dei candidati, cioè a tutti coloro che occuperanno una fascia altamente qualificata della domanda di lavoro.

In definitiva ,dalla pandemia potremo uscire con un cambiamento epocale del lavoro al quale le nuove leve risponderanno con nuove competenze. In un contesto maggiormente mutevole che richiederà strategie nuove di continuità e cambiamento.

I settori del terziario saranno i primi a recepire il cambiamento come sempre avvenuto. Riprenderanno più lentamente per il grave colpo accusato dal Covid-19 ma con una capacità superiore alla media di generare nuove opportunità.  E queste competenze saranno utilissime per le imprese. 

 

    

        

     

  

    

 


Smart working nel terziario, crescita rispetto al pre Covid del +1005%

Con il ritorno delle restrizioni a contrasto della pandemia e gli incentivi al lavoro da remoto, torna d’attualità il tema dello smart working. L’Osservatorio Congiunturale sulle imprese del terziario della provincia di Bergamo condotto da Format Research per Ascom Confcommercio Bergamo, traccia il quadro del ricorso al lavoro agile nelle imprese del terziario bergamasco.  Tra le principali evidenze, emerge che quasi la metà delle imprese ha introdotto un’esperienza di smart working nel 2020. Il 43,1% ha adottato o adotterà lo smart working nel corso dell’anno.

La crescita è stata esponenziale a seguito del primo lockdown e degli incentivi al lavoro da remoto. Prima della pandemia erano solo il 3,9% le imprese ad adottare il lavoro agile, con un vero e proprio boom del 1.005%.

La crescita è continuata anche dopo la primavera, quando la percentuale era del 37%. 

In quest’ultimo mese c’è stato un ulteriore balzo del 16,5%. 

Delle imprese che hanno fatto ricorso allo smart working,  la metà, pari al 22,3% del totale,  non proseguirà al termine dell’emergenza sanitaria. Le imprese che invece hanno dichiarato che continueranno a impiegare questa tipologia di lavoro saranno il 20,9%.

Tra le imprese che concederanno lo smart working, solamente il 22,9% cioè un’impresa su quattro, lo concederà a tutti o almeno a gran parte dei dipendenti, mentre il 36,1% lo concederà in rotazione e il 41% lo riserverà a poche persone e solo per pochi giorni la settimana.

Quanto al giudizio sullo smart working  è molto positivo per il 25,3% delle imprese che lo adotta, in linea con il dato della primavera, mentre è abbastanza buono per il 42% degli utilizzatori (con una percentuale complessiva di soddisfazione del 67,3%),  con una crescita del 4% rispetto al dato primaverile (quando lo era per il 38%).

Lo smart working nel terziario risulta in generale adatto per il settore dei servizi e meno per il commercio e il turismo, salvo per le aziende di medie e grandi dimensioni.

“Lo smart working è stato apprezzato perché ha consentito alle imprese di non interrompere il lavoro a seguito delle chiusure e ha consentito ai lavoratori di gestire i figli durante la chiusura delle scuole- commenta il direttore Ascom Oscar Fusini-. Tuttavia, il lavoro agile continua a non essere compatibile per molti settori produttivi tra cui commercio e ristorazione. Infatti nonostante i ripetuti blocchi delle attività del terziario il 56,9% non vi ha fatto ricorso”. Non mancano anche effetti negativi sulla vitalità dei centri urbani: “Lo smart working svuota le città e impoverisce il commercio tradizionale e la ristorazione- continua Fusini- Con la fine della pandemia il sistema tornerà ad un equilibrio, più sostenibile per tutti. In particolare, potrà continuare ad essere concesso laddove sia funzionale e assicuri produttività del lavoro. Verosimilmente continuerà a essere  impiegato per tutti gli incarichi che non comportino contatti con la clientela e in cui il lavoro sia effettivamente misurabile”.