Bando Archè, contributi per le neo imprese

Regione Lombardia ha stanziato 16 milioni di euro a sostegno dell’avviamento e consolidamento delle imprese neocostituite lombarde (costituite entro 48 mesi dalla data di presentazione della domanda di agevolazione). A favore delle startup innovative lombarde iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese sono stati riservati 3 milioni di euro.

Sono ammessi i seguenti interventi:

MISURA A (PIANI DI AVVIO): Progetti di sviluppo per la realizzazione dei primi investimenti necessari all’avvio dell’impresa/dell’attività professionale e alle fasi di prima operatività;

MISURA B (PIANI DI CONSOLIDAMENTO): Progetti di sviluppo per la realizzazione degli investimenti necessari a consolidare ed espandere le attività di impresa/professionale.

La durata massima dei progetti potrà essere di 15 mesi, con possibile proroga di 3 mesi.

Possono beneficiare dei contributi:
– Per la Misura A: PMI attive da massimo 2 anni; liberi professionisti, singoli (in possesso di partita Iva o che abbiano avviato l’attività professionale da massimo 2 anni) e studi associati in possesso dell’atto costitutivo dello studio e della partita Iva associata allo studio da massimo 2 anni. I liberi professionisti (singoli o associati) iscritti al registro delle imprese dovranno partecipare in qualità di MPMI

– Per la misura B: PMI attive da più di 2 anni e fino a 4 anni; liberi professionisti singoli (in possesso di partita Iva o che abbiano avviato l’attività professionale da più di 2 anni e fino a 4 anni) e studi associati (in possesso dell’atto costitutivo dello studio e della partita Iva associata allo studio da più di 2 anni e fino a 4 anni). I liberi professionisti (singoli o associati) iscritti al registro delle imprese dovranno partecipare in qualità di MPMI.

Sono escluse le aziende in difficoltà e quelle che operano nei settori turistico e ricettivo e fabbricazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti del tabacco.

Per la Misura A sono ammesse spese che riguardano: Acquisto di nuovi impianti, attrezzature, materiali, macchinari, hardware e software (escluso usato e leasing); spese di adeguamento degli impianti e ristrutturazione funzionale dei locali; spese di locazione/noleggio per attrezzature tecnico-specialistiche e laboratori/sede operativa; spese di personale riconosciute in maniera forfettaria nella misura del 20% dei restanti costi diretti; costi indiretti riconosciuti in maniera forfettaria nella misura del 7% dei restanti costi diretti; acquisto licenze software e servizi software, compreso lo sviluppo del sito web; servizi di consulenza nella percentuale massima del 2% della spesa totale.

Per la misura B sono ammesse spese per: acquisizione sedi produttive, logistiche, commerciali all’interno del territorio regionale; acquisto di brevetti, licenze d’uso e servizi software di tipo cloud; spese per certificazione di qualità, deposito dei marchi e registrazione e difesa dei brevetti; servizi di consulenza esterna specialistica (legale, fiscale, business etc.) non relativa all’ordinaria amministrazione, nella percentuale massima del 2% della spesa totale; spese di personale riconosciute in maniera forfettaria nella misura del 20% dei restanti costi diretti; costi indiretti riconosciuti in maniera forfettaria nella misura del 7% dei restanti costi diretti; acquisto di impianti, attrezzature, materiali, macchinari, hardware e software –escluso usato e leasing; spese di adeguamento degli impianti e ristrutturazione funzionale dei locali.

Per la Misura A è previsto un contributo a fondo perduto fino a 50.000€ a fronte del 40% dell’investimento ammissibile e l’investimento minimo deve essere pari ad almeno di 30.000€; per la Misura B il contributo a fondo perduto è fino a 75.000€ a fronte del 50% dell’investimento ammissibile e l’investimento minimo deve essere pari ad almeno 40.000€.

Le domande di agevolazione potranno essere presentate a partire dalle ore 12 del 2 ottobre 2019 fino alle ore 12 del 15 novembre 2019, salvo esaurimento anticipato delle risorse.

Per maggiori informazioni e per avere assistenza nella presentazione delle domande contattare Matteo Milesi – Sportello del Credito Fogalco al numero 035.41.20.210 – mail matteo.milesi@fogalco.it

 


Addio a Imerio Facchinetti, il ricordo di Antonio Arrigoni direttore di Fogalco

Si è spento nei giorni scorsi all’età di 81 anni Imerio Facchinetti, affermato dottore commercialista e docente universitario. Era ritenuto uno dei massimi esperti di bilancio in Italia. Ha tenuto e promosso convegni in tutta Italia su materie fiscali e di contabilità, collaborando con Il Sole 24 ore e atenei. È stato autore di numerose pubblicazioni e di articoli su riviste specializzate di economica. Ed ha insegnato per 40 anni in Università, all’Università degli Studi di Bergamo, all’Università degli Studi di Milano, all’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo e alla scuola centrale tributaria di Roma.

Per oltre vent’anni è stato anche apprezzato consulente della cooperativa di garanzia Fogalco e coinvolto nelle Federazioni del sistema della garanzia consortile Regionale e Nazionale diventando, sin da subito, un prezioso punto di riferimento.

Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco lo ricorda così.

Il proferror Facchinetti è stato per me un maestro non solo di contabilità, ma anche di vita. Ricordarlo significa parlare anche di Confidi e di sistema economico della rappresentanza. Nel “nostro mondo” ha curato, in particolare, la struttura contabile e di bilancio dei Confidi tenendo, tra l’altro, diversi corsi di formazione con riferimento alle svariate tematiche relative al comparto creditizio e finanziario. È stata sua l’idea di costituire un “Comitato Studi” permanente per sviluppare e approfondire le istanze provenienti dai diversi territori.

Ho avuto il privilegio di conoscerlo in un contesto economico e di mercato nel quale si delineava la struttura della “nuova e moderna garanzia consortile”, che si è rivelata ben presto uno strumento indispensabile per la crescita e lo sviluppo delle piccole medie imprese. Muovevano i primi passi il nuovo Piano dei Conti e i nuovi accordi con il sistema bancario convenzionato”.

I ricordi che ho di lui sono legati, in particolare, alla passione che sapeva trasmettere per la materia che insegnava, alla chiarezza, semplicità e capacità che aveva di comunicare e di saper rendere meno noiose materie e numeri spesso ostici, con battute di spirito e provocazioni.

Il suo carattere lo portava ad essere anche intransigente nel rispetto dei rigidi schemi di protocollo. Tanti di noi ricordano ad esempio quando ha interrotto il suo discordo e abbandonato l’aula in un importante convegno in Confederazione perché disturbato dal brusio o dall’andirivieni di persone.
Non erano rari i momenti in cui il confronto si faceva aspro e intenso; il rigore che pretendeva nell’affrontare e nel rappresentare gli accadimenti aziendali rimane per me, e credo anche per tutti coloro che l’hanno conosciuto, un importante insegnamento.

Il professor Facchinetti ha saputo stimolare in me l’interesse per argomenti e materie non sempre facili, attraverso un dialogo e un confronto mai banale ma sempre costruttivo. Ha saputo portare in luce aspetti della materia che probabilmente senza di lui sarebbero rimasti in ombra. È un bagaglio importante sia culturale che di impostazione mentale che porterò sempre con me. Grazie di cuore, professor Imerio, avrò sempre di te un ricordo affettuoso e grato”.


Alitalia torna a volare su Bergamo

Alitalia torna finalmente a volare su Bergamo. La compagnia aerea nazionale, che sta vivendo un momento di sviluppo delle proprie attività, complice la chiusura dell’aeroporto di Milano Linate per il rifacimento della pista, ha riposizionato il collegamento per Roma dal nostro scalo.
Un’operazione destinata a durare anche dopo la riapertura di Linate, considerato anche il successo che stanno registrando i quattro collegamenti giornalieri con la Capitale.
Un vantaggio per tutto il nostro territorio, sia per i viaggi di lavoro che leisure, grazie alla possibilità di acquistare voli per le principali destinazioni mondiali. Sul sito Alitalia è dunque possibile prenotare il Bergamo Johannesburg con unico check in alla partenza, scalo a Roma e ripartenza. E così per altre decine di destinazioni vicine o lontane.
La compagnia aerea nazionale, che sta vivendo un momento di sviluppo delle proprie attività, complice la chiusura dell’aeroporto di Milano Linate per il rifacimento della pista, ha riposizionato il collegamento per Roma dal nostro scalo. Grande soddisfazione da parte di Sacbo, a partire dal direttore generale Emilio Bellingardi. “Un caloroso benvenuto ad Alitalia che riporta a Bergamo un collegamento strategico per tutto il nostro territorio”.
Lo spostamento su Bergamo è nato per sopperire alla chiusura di Linate, ma si tratta di un’operazione a lungo termine per un territorio che sta reagendo molto bene con un ottimo load factor” – commenta Fabio Maria Lazzerini, chief business officer di Alitalia – Tanto che si sta già lavorando per aumentare a 5/6 frequenze il volo per Roma nei mesi di settembre e ottobre. 
Cosa succederà alla riapertura di Linate? “Da fine ottobre almeno tre voli giornalieri rimangono definitivamente su Bergamo – prosegue Lazzerini -. È un collegamento molto utilizzato per i viaggi intercontinentali, Sud America in cima alla lista. E il primo volo ad essere riempito è il 6,45, perché bergamasco è abituato a lavorare e a svegliarsi presto… battuta a parte mi preme ringraziare la comunità bergamasca e la Sacbo”.
La presentazione ufficiale del volo, cui ha preso parte anche Giacomo Cattaneo, direttore aviation di Sacbo, si è chiusa con le parole del presidente Roberto Bruni.
“Oggi è una bella giornata e sono grato ad Alitalia perché ha risposto ad un’esigenza molto forte del territorio. Il collegamento con Roma è anche simbolico perché ci unisce alla capitale e il primo volo civile decollato da Orio con Itavia è stato proprio il Bergamo-Roma. Arrivando nella capitale si apre poi una porta sul mondo. Siamo molto contenti – prosegue Bruni -. perché non si tratta di una mera supplenza ma di una decisione strutturale. Auspichiamo quindi un rafforzamento di questo collegamento e, perché no, che ne arrivino altri”.


Il mondo celebre le eccellenze lombarde

Dal cioccolato ai formaggi, dal buon cibo al latte sino alle biciclette, alle barche e agli articoli sportivi. Cresce in maniera esponenziale l’export di prodotti legati al turismo dalla Lombardia nel mondo: 1,8 miliardi di euro nel primo trimestre 2019, +5,8% rispetto allo stesso periodo del 2018, su un export italiano che vale oltre 10
miliardi di euro, con una crescita del 5,5%. 
I dati sono stati elaborati sulla base di una ricerca condotta dalla Camera di Commercio di Milano Monza Lodi e Promos Italia, certificano il successo della Lombardia nel mondo. Dal food al
vino, dalle biciclette alle barche, dagli articoli sportivi ai prodotti fotografici fino ai prodotti delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, l’appeal della nostra regione è in forte crescita.

REGIONE ATTRATTIVA, ‘MADE IN LOMBARDIA’ È BRAND
“Regione Lombardia – commenta Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, Marketing Territoriale e Moda – è sempre più attrattiva a livello internazionale. Dal cibo al vino, dai prodotti artigianali sino alla tecnologia e all’innovazione, il mondo certifica il giusto riconoscimento all’eccellenza delle nostre produzioni e alla creatività dei nostri maestri artigiani. L’appeal dei nostri territori e’ in continua espansione e il’Made in Lombardia’ sta diventando sempre di più un brand di successo e di garanzia di qualità’”.

PROVINCIA DI MILANO IN POLE POSITION

La prima provincia e’Milano con 481 milioni, +7,4% rispetto allo stesso periodo del 2018. Poi, ecco Bergamo (269 milioni, +13%), Brescia e Mantova con 158 milioni, rispettivamente +7,9% e +3,2%, Cremona con 155 milioni, +13,2%. L’export di Varese vale 115 milioni (+1,5%),quello di Lodi 97 milioni (+11,8%) e quello di Lecco 81 milioni,con un +6,3% rispetto al 2018. Le altre provincie fanno registrare una flessione.

ESPORTAZIONI IN EUROPA PER OLTRE 1 MILIARDO

Si esporta in Europa (1,3 miliardi), America (202 milioni), Asia (145 milioni). Si tratta in particolare di 344 milioni di altri prodotti alimentari (zucchero, cioccolato, caramelle,confetture, tè, caffè, condimenti, sughi e spezie, pasti e piatti preparati), latte e formaggi con 309 milioni, vini con 280 milioni, biciclette e moto con 194 milioni, carni e prodotti da forno, ognuno con oltre 150 milioni, frutta e pesce con circa 50 milioni.

 

 


Da Vittorio sale in cima alla torre più alta d’Italia

“Da Vittorio” si aggiudica un nuovo appalto prestigioso nel campo della ristorazione aziendale: i ristoratori stellati di Brusaporto Cerea hanno vinto la fornitura dei pasti in esclusiva alla Torre Allianz di Milano, la torre più alta (209 metri) d’Italia per numero di piani (50), nel nuovo quartiere City Life da Milano.

 


Confcommerco e ANCI, accordo per la rigenerazione urbana

Confcommercio e ANCI hanno rinnovato la collaborazione per la rigenerazione urbana. Le due associazioni hanno firmato nei giorni scorsi un nuovo protocollo d’intesa  della durata di tre anni che traccerà la base per azioni sinergiche a favore del rilancio socio-economico delle città e dei loro territori.
Gli obiettivi condivisi nell’accordo sono di favorire l’aggiornamento del quadro normativo nazionale in materia urbanistica; promuovere l’attenzione verso i sistemi commerciali urbaninegli strumenti urbanistici e nelle norme locali, anche prevedendo misure di fiscalità di vantaggio; rafforzare l’attività di formazione e informazione sui temi della città, del terziario di mercato e delle opportunità europee; sostenere politiche che garantiscano un quadro certo di risorse locali e nazionali dedicate alle città e ai territori, in coerenza con la politica di coesione europea. Tra le azioni  di intervento previste ci sono la collaborazione tra gli uffici su attività legislative e tecniche, anche presentando congiuntamente proposte per la nuova Politica di coesione 2021-2027; accordi o intese tra Comuni e Confcommercio locali, per realizzare processi condivisi di rigenerazione urbana, anche a valere sulle risorse europee; incontri di approfondimento sui temi della città e della rigenerazione urbana e offerta di formazione congiunta per associazioni e amministrazioni locali; l’utilizzo della leva fiscale locale sia per limitare la presenza di spazi commerciali sfitti sia per facilitare l’insediamento di attività merceologiche funzionali al territorio di riferimento.Ascom Confcommercio Bergamo esprime soddisfazione per l’accordo. “Anci e Confcommercio hanno ribadito la centralità del commercio per la qualità della vita in città – dice il direttore Oscar Fusini – Il protocollo rappresenta l’occasione per rafforzare la collaborazione con i Comuni, al fine di promuovere un miglioramento dei nostri centri storici”.
Protocollo Anci Confcommercio 9 aprile 2019

 

 


Rigenerazione urbana, i presupposti per la revisione delle regole ci sono

La rigenerazione urbana non è un tema del futuro ma un’esigenza attuale. Negli ultimi vent’anni la maggior parte delle città in Italia hanno guadagnato in abitanti e in metri cubi di cemento ma hanno anche perso qualità della vita. Gli indici concordano sull’arretramento.
Esistono delle dimensioni come quella sociale e ambientale che mostrano un netto peggioramento coinciso peraltro con la riduzione dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali.
Il tema non è cruciale solo per l’Italia ma per l’intera Europa. Perché il 72 per cento della popolazione dell’Unione europea vive nelle città e nei loro sobborghi. Quindi è un’esigenza diffusa.

In Confcommercio è stato presentato il nuovo accordo per la rigenerazione urbana tra la confederazione del terziario e ANCI, sottoscritto qualche settimana fa. Per noi costituisce una grande opportunità. La presentazione del protocollo è coincisa con l’illustrazione delle buone pratiche in molte città: i Sindaci e le associazioni si sono organizzati per produrre una progettualità di contrasto alla desertificazione commerciale e al degrado. Bergamo, più volte citata, è un esempio di grande rilievo insieme a Parma ed a Ancona.

Il Governo, secondo le parole del viceministro Massimo Garavaglia intervenuto alla riunione, è concentrato sulla riforma fiscale che dovrebbe dare fiato alle imprese. Se per noi la questione fiscale con in primis il disinnesco dell’aumento dell’IVA è prioritario, non dobbiamo dimenticare che il nostro settore ha bisogno di grandi interventi.

Il primo è la revisione del piano delle regole sulla distribuzione commerciale. Il decreto Bersani a più di vent’anni dalla sua introduzione è ormai vecchio di impostazione e incapace di garantire l’obiettivo per il quale era nato, ossia garantire lo sviluppo equilibrato della distribuzione commerciale in ogni sua forma. Basta pensare che quando è stato emanato il commercio elettronico non c’era ancora e non è un caso che manchi qualsivoglia regolazione per l’apertura di poli logistici che movimentano milioni di fatturato e di mezzo commerciali. Inoltre la Bolkestein ha reso inefficaci i piani di Governo dei Comuni, aprendo alla Babele delle medie superfici di vendita.

Bergamo città ed altri comuni della nostra Provincia, in collaborazione con le associazioni, stanno facendo spesso i salti mortali per mantenere la qualità e l’attrattività dei centri storici ma da soli non ce la possono fare.

I presupposti per la revisione delle regole ci sono. Se nel 1997 Confcommercio e ANCI stavano su posizioni diametralmente opposte, oggi l’indebolimento delle città e la rigenerazione attraverso la funzione del commercio è un interesse comune. Questa unitarietà di intenti potrebbe favorire visioni coincidenti. Centri logistici, medie e grandi strutture di vendita sono da rimettere sotto controllo mentre il consumo di suolo va bloccato.

Il secondo passo è la valorizzazione del partenariato. Non si può sempre lasciare all’iniziativa di pochi illuminati amministratori e delle Associazioni il contrasto di ciò che non funziona. Le esperienze di collaborazione tra pubblico e associazione hanno dato risultati positivi. Il metodo deve essere valorizzato, devono essere favoriti nell’accesso ai fondi.

Occorre tornare a parlare insieme di pianificazione del commercio. Vent’anni fa serviva liberalizzare oggi invece occorre proteggere gli esercizi che svolgono un servizio alla comunità. I Comuni devono tornare a poter stabilire le regole per l’insediamento di nuove attività, mettendo l’interesse della comunità al di sopra di quello del privato cittadino. Non le chiameremo più tabelle merceologiche ma dobbiamo prevedere cosa serve e come favorirlo. Ritorno al passato? Forse. Anche però un grande salto nel futuro perché le città green e Smart hanno bisogno di recuperare il commercio e la qualità della vita.


Giorgio Beltrami alla guida di Visit Bergamo

Giorgio Beltrami consigliere della Camera di Commercio di Bergamo con delega al turismo e vicepresidente di Ascom Bergamo Confcommercio è il nuovo presidente di Visit Bergamo, l’agenzia di promozione del turismo orobico. Beltrami subentra a Luigi Trigona, che ne ha rivestito la carica dal 2013 ad oggi. Christophe Sanchez, capo di Gabinetto del Sindaco Gori e delegato dal Comune di Bergamo, è stato riconfermato nella carica di Amministratore Delegato e legale rappresentante.
Si tratta di una scelta che va nel senso della continuità e che riconferma la volontà di continuare con la positiva sinergia tra gli enti coinvolti e di riconoscimento all’egregio lavoro di promozione svolto negli ultimi anni.
L’Assemblea si è riunita ieri nella sede di Viale Vittorio Emanuele II e ha nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione che guideranno l’ente per i prossimi tre anni.
Nel Consiglio d’Amministrazione, che rimane in carica per i prossimi tre anni, siedono: Beltrami e Leda Canfarelli (riconfermata), entrambi in rappresentanza della Camera di Commercio, Claudio Bolandrini e Desirèe Cividini, nominati dalla Provincia di Bergamo e 

«In un primo tempo ho avuto qualche esitazione nell’accettare questo incarico, perché gli impegni lavorativi e camerali mi assorbono già molte energie – afferma il neo presidente Beltrami – poi ho avuto modo di leggere in una recente intervista a Christophe Sanchez, quale era la sua visione del turismo e ho condiviso molti dei presupposti e delle sue affermazioni. Come lui anche io penso che per fare grande Bergamo non si possa pensare soltanto a Bergamo, ma si debbano aggiungere nel paniere dell’offerta anche tutte le altre eccellenze del territorio per prolungare il tempo di permanenza dei turisti. Sentirgli definire come opportunità molti degli aspetti del turismo che io considero strategici mi ha fatto capire che siamo in sintonia e mi ha definitivamente convinto ad essere parte della squadra.”

Il consigliere provinciale delegato al turismo: Claudio Bolandrini rimarca che “La Provincia di Bergamo è più che soddisfatta della continuità di intenti con le altre istituzioni e conferma l’assoluta sintonia con il lavoro svolto fino ad ora; Il turismo di città e provincia è uno degli asset strategici per l’ente provinciale e siamo pronti alle sfide future del settore, che anche se in trend positivo ha sempre bisogno di impulso e di crescita. Puntiamo non solo ad un numero maggiore di visitatori ma a farli innamorare del territorio e delle sue tradizioni. Turismo è crescita culturale, ma anche crescita economica con conseguente aumento dei posti di lavoro”.

“Sono molto contento di poter continuare il lavoro che ho avviato più di tre anni fa assieme ai partner istituzionali e al team di VisitBergamo” afferma Christophe Sanchez “i risultati sono stati decisamente positivi, lo dicono i numeri e lo dicono gli operatori del settore, siamo entrati nel circuito principale delle destinazioni turistiche e la sfida da affrontare adesso è quella di migliorare il nostro posizionamento e di aprirci al turismo intercontinentale. Dobbiamo riuscire a intercettare i mercati che portano turisti con alto profilo di spesa, con questo penso in maniera particolare a Cina e Usa senza ovviamente dimenticare le destinazioni europee. Sono molto felice di poter lavorare con un presidente rappresentativo dei territori e con consiglieri la cui preparazione non potrà che dare un apporto prezioso a VisitBergamo. Voglio infine salutare e ringraziare il Consiglio di amministrazione uscente e in modo particolare il dottor Trigona, con cui ho collaborato con entusiasmo nel mio primo mandato e che ringrazio per aver sostenuto le idee innovative che han caratterizzato questi tre anni di lavoro“.


Attenzione: falsi avvisi di addebito via PEC. Ascom: “Ignorate la richiesta”

Ascom segnala che a più aziende sono pervenuti sulla casella PEC degli “Avvisi di addebito” da parte di indirizzi PEC non riconducibili né ad aziende attive né alla pubblica amministrazione, aventi per oggetto: Avviso di addebito n. xy – Gestione Gestione Aziende con lavoratori dipendenti. L’Associazione Commercianti di via Borgo Palazzo invita a NON tenere conto della richiesta ricevuta e a NON cliccare sul link contenuto nel testo della mail.

Il testo mail riporta: Spett.
Con la presente si notifica di aver proceduto al controllo della posizione contributiva sopra riportata relativamente a: Emissione da x/y.
L’avviso di addebito n. xy che costituisce titolo esecutivo ai sensi dell’art. 30, comma 1, del DL n. 78/2010 convertito con modificazioni in Legge n. 122/2010, è allegato alla presente e riguarda i contributi accertati e dovuti a titolo di Gestione Aziende con lavoratori dipendenti per l’importo totale, comprensivo delle spese di notifica e degli oneri di riscossione, di: xy,00. euro
Il dettaglio e le motivazioni sono riportate nella sezione “DETTAGLIO DEGLI ADDEBITI E DEGLI IMPORTI DOVUTI” dell’avviso di addebito sopra identificato.

 


Finita la corsa alle aperture di nuovi ristoranti

Di bar e ristoranti se ne aprono sempre meno, nonostante la provincia di Bergamo sia in controtendenza -con cinque ristoranti in più al termine del 2018- rispetto alla media nazionale dove nel 2018 hanno chiuso più ristoranti di quelli che hanno aperto, secondo i dati del Centro Studi Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi.

Bar e ristoranti costituiscono in media il 16,5% del totale delle attività del terziario della Provincia di Bergamo, secondo i dati Ascom. Il turnover resta molto alto come dimostrano i numeri: le aperture nel 2018 sono state 320 (203 bar e 117 ristoranti), su un totale di 1.394, pari al 22,3% del totale. Le chiusure sono state complessivamente 354 (242 bar e 112 ristoranti) su 1.928, pari a 18,4% del totale).

Finita la corsa alle aperture di nuovi ristoranti, che negli anni scorsi aveva visto l’affermarsi anche di molti locali a prezzi fissi, soprattutto giapponesi, le prospettive per il 2019 non sono rosee. Come afferma il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini: “Quanto avevamo previsto si sta purtroppo verificando. I settori della ristorazione e dei pubblici esercizi non possono crescere all’infinito. Negli ultimi anni il grande turnover con molte cessazioni era compensato dallo slancio di molte nuove aperture. L’intero comparto si stava però indebolendo e la crescita dei consumi fuori casa non poteva proseguire a lungo. Oggi le chiusure stanno per superare le aperture anche a Bergamo, non è un caso che le regioni turistiche con un grado di maturità alto come Marche Trentino, Umbria e Piemonte stiano soffrendo di più”.

La crescita è terminata e ora quel che ci si aspetta è una fase di discesa. Un po’ meglio sta tenendo la città, dove l’effetto turismo ha favorito una crescita dell’ultimo anno di 8 imprese (+ 1,34% contro però il + 12,94% degli ultimi tre anni e addirittura + 23,11% degli ultimi 5 anni. Di fatto per la città è stato un cambio di vocazione a favore della ristorazione che ha accompagnato la crescita dei flussi turistici. “In primo luogo il settore è fortemente impostato sulle imprese individuali che sono più deboli delle compagini societarie. La dimensione media delle imprese sta regredendo e soffre la concorrenza di poche grandi imprese o di medi piccole ma organizzate in catena”, aggiunge Fusini.

I dati
I dati Ascom al 31 marzo 2019, i più aggiornati a disposizione, dimostrano che nell’ultimo anno i Pubblici esercizi sono aumentati in provincia dello 0,79%, contro il 6,7% degli ultimi tre anni e il 11,74% degli ultimi 5 anni. È chiaro che la crescita è terminata ed ora inizierà un’inesorabile discesa.