Dossena, quanto è buono il formaggio stagionato in miniera

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A Dossena il formaggio si stagiona in miniera, grazie al progetto portato avanti dall’Associazione Miniere di Dossena, un gruppo di giovani del paese che negli ultimi anni si è impegnato nella riqualificazione del vecchio sito estrattivo, chiuso dal 1981.

Dal 2014 l’associazione sta lavorando per il ripristino e il recupero di alcuni tratti di galleria e, vista la partecipazione e l’entusiasmo, ora ci sono ben 350 metri fruibili a tutte le tipologie di visitatori, anche disabili. I tratti sono larghi, pianeggianti e ben illuminati. Dopo un primo percorso si arriva alla galleria del Vento e poi a quella del Sospiro dove è nato un altro ambizioso progetto: la cantina del minatore.

dossena - formaggio miniera - lara abrati (1)«L’idea è venuta al sindaco Fabio Bonzi, allevatore e produttore di formaggi di capra – spiega Paolo, uno dei soci fondatori dell’Associazione – e così abbiamo iniziato a fare i primi test, coinvolgendo anche altri allevatori locali. Abbiamo posizionato alcune forme di formaggio sia di latte vaccino che caprino in vari punti della miniera, arrivando a capire che la galleria dei Sospiri era probabilmente il luogo migliore dove mettere a stagionare questi formaggi».

Nella miniera la temperatura varia dai 7 ai 10° C e si mantiene costante per tutto l’anno, mentre l’umidità supera l’80%. Sono condizioni ambientali tali per cui si potrebbe ottenere un buono sviluppo delle muffe, grazie all’umidità, e una minore proliferazione batterica per la bassa e costante temperatura.

Sono in corso alcuni studi anche con i Maestri Assaggiatori Onaf – Organizzazione nazionale assaggiatori formaggi. Proprio durante una degustazione si sono potute paragonare due identiche forme di formaggio a latte vaccino: una stagionata in miniera e l’altra nella cantina del produttore. I due formaggi si presentavano anche visivamente abbastanza diversi. La forma stagionata in cantina era più compatta, elastica, asciutta e presentava un’occhiatura media e ben distribuita, mentre il formaggio stagionato in miniera, chiamato Ol Minadur, si presentava più morbido e cremoso, deformabile, grazie alla maggiore proteolisi stimolata dallo sviluppo maggiore delle muffe per l’intensa umidità. Anche l’occhiatura è risultata decisamente minore, probabilmente per l’inibizione delle attività microbiche a causa della bassa temperatura. Non solo, il formaggio in miniera ha presentato tempi di maturazione decisamente inferiori.

dossena - formaggio miniera - lara abrati (2)L’attività è in divenire e ancora in fase sperimentale, ma offre buone e interessanti prospettive. Uno degli obiettivi è creare un prodotto che possa differenziarsi per davvero, offrendo strumenti e orizzonti ai piccoli produttori agricoli locali e creando una vera e propria sinergia tra tutti gli attori del terrtitorio. Come accade ogni anno, attorno al primo maggio, con l’evento “Una miniera di gusto”, un vero e proprio tour gastronomico con tanti produttori agricoli, la visita in miniera e l’assaggio del Minadur.

 


Ristoranti e bar, il lavoro c’è ma pochi lo vogliono. Ecco perché

Secondo una recente indagine della Federazione italiana dei pubblici esercizi, nel 2016 le aziende del settore hanno avuto difficoltà a trovare 4mila tra cuochi, camerieri e baristi. Pare strano, in un periodo in cui ogni giorno si legge del problema della disoccupazione giovaile eppure, a sentire i gestori, mancano candidati (per il 31,5% degli intervistati) e chi si propone non ha competenze professionali adeguate (lo sostiene il 68,5% delle imprese).

Il problema è sentito anche a Bergamo. Ristoranti e bar sono costantemente alla ricerca di personale e la denuncia comune dei titolari è di una generale mancanza di motivazioni e interesse. I giovani non sono disponibili a lavorare nel weekend, alcuni mollano ancora prima di iniziare, altri spariscono dopo un paio di servizi, c’è anche chi non si presenta ai colloqui e addirittura chi chiama il giorno prima per rinunciare all’incarico con assurde motivazioni: questi i casi più comuni raccolti tra gli addetti ai lavori.

Non solo. I ragazzi sono poco preparati e le cose stanno peggiorando. «Nessuno sa più come si porta un piatto a tavola, come si accoglie un cliente che entra nel locale – è opinione concorde di chi cerca camerieri -. Ci sono troppo pochi veri professionisti e moltissimi giovani che cercano di avvicinarsi senza passione e amore». In pratica la ristorazione e la somministrazione più che attirare persone interessate e ambiziose sono l’approdo incerto di ragazzi senza alternative.

I dati appaiono ancora più sorprendenti se si considera l’aumento delle scuole che forgiano cuochi, camerieri, baristi e pasticceri (a Bergamo l’ultima è nata a gennaio all’Isis Guido Galli) e il boom di iscrizioni agli istituti alberghieri. Il Miur parla di 204.327 iscritti nell’anno scolastico 2016/17, un piccolo esercito munito di coltelli e shaker che finisce disperso chissà dove.

A creare questo trend ha giocato senza dubbio la fascinazione per il mestiere esercitata dai talent show di cucina, Masterchef in primis. Ma perché, allora, domanda e offerta non si incontrano? Perché gli studenti si iscrivono agli istituti alberghieri e poi, terminata la scuola, fanno altro? Abbiamo posto queste domande agli insegnanti, per capire soprattutto come si può uscire da questa impasse. Ecco cosa ci hanno risposto.

Marco Cimmino (ex docente Istituto alberghiero Nembro)

«I nuovi programmi scolastici sono un disastro»

Marco Cimmino, docente per molti anni all’Istituto alberghiero di Nembro, punta il dito contro i nuovi programmi scolastici. «Un tempo si studiava per tre anni e anno per anno si imparavano le ricette dei primi, dei secondi, dei dolci. Gli studenti uscivano da scuola con l’ossatura della professione. Oggi negli istituti professionali non bisogna più insegnare il mestiere, ma rendere lo studente capace di imparare in modo elastico perché non è detto che chi frequenta l’alberghiero poi lavori nel settore, potrebbe fare anche l’elettricista. È una linea di tutte le scuole ma nel ramo professionale si sente ancora di più».

«Negli anni questa teoria si è rivelata disastrosa, eppure si continua a seguirla – rileva -. E il risultato, nonostante la bravura di alcuni presidi, è che gli studenti non sono più elastici, solo più ignoranti. Non si può non tener conto dello sbocco professionale a cui ci si rivolge».

Persa la specializzazione che avevano anni fa, le scuole ora danno una preparazione più ampia, ma nella realtà del lavoro poco concreta. «Lo stesso corpo docente, pur preparato – dice -, spesso è formato da insegnanti che non hanno alle spalle esperienze professionali. In alcuni casi, sono ex allievi, bravi sul piano teorico, ma spesso non in grado di trasferire le competenze del mestiere. Le cose che insegnano le hanno imparate nell’alberghiero vecchio stile».

Brizio Campanelli (dirigente Ipssar San Pellegrino)

«La scuola punta a dare le basi, non può insegnare tutto»

L’Ipssar di San Pellegrino Terme, quanto a incontro tra domanda e offerta di lavoro, rappresenta un modello virtuoso: tra il 48 e il 50% dei suoi diplomati lavora almeno un giorno nell’anno successivo al diploma, contro il 18% circa della percentuale regionale e il 15-18% della media nazionale. I dati di Fondazione Agnelli parlano di una coerenza altissima. «Riceviamo richieste dal mondo del catering, del franchising e dei fast food che sono più confacenti ai ragazzi; per un po’ di tempo possono andare bene, ma non soon mai scelte definitive. Abbiamo un incontro annuale con Esselunga che ogni anno fa assunzioni e quest’ anno abbiamo creato un rapporto anche con Percassi settore food. Sulla pagina Facebook degli ex alunni arrivano offerte di lavoro da parte delle aziende. Questo anche grazie alla storicità dell’Istituto e alla fama del marchio “San Pellegrino”», dice il dirigente scolastico Brizio Campanelli.

«Le richieste da parte di ristoratori, baristi e albergatori e catene del food sono talmente tante che gli studenti delle scuole non sono sufficienti a coprirle. Inoltre i giovani sentono il fascino dell’estero e molti tendono a muoversi e a spostarsi a lavorare in altre zone. D’estate tantissimi vanno in località balneari o in centri montani. In generale, appena diplomati, i ragazzi accettano il primo lavoro che capita loro, poi cercano occasioni migliori, con uno stipendio più alto. Non tutti vanno avanti per molti anni a fare questo mestiere».

Campanelli difende il ruolo della scuola. «La cucina di oggi non è quella di 20 anni fa. Non dobbiamo formare esecutori di ricette, ma preparati sulla salute, sugli aspetti nutrizionali e con una cultura ampia del cibo e del lavoro. È difficile insegnare tutto in aula, si punta a dare una preparazione di base».

Il profilo di chi si iscrive all’istituto alberghierio è duplice: chi ha già genitori, amici o familiari che lavorano nella ristorazione ed è cresciuto sgambettando in cucina e chi esce con voti bassi e pensa che sia una scuola facile scegliendola come ripiego rispetto a indirizzi più impegnativi (in realtà, assicurano gli insegnanti, proprio per le motivazioni illustrate sopra, le materie non sono più semplici). Chi ci crede veramente e vuole diventare uno chef stellato è raro. «In generale tutti gli studenti, non solo chi fa l’alberghiero, sono poco motivati – rileva il dirigente -. Purtroppo l’idea di impegnarsi nello studio per il lavoro non c’è. Chi è motivato difficilmente lo è per ragioni economiche. La vastità di interessi che hanno i ragazzi oggi contribuisce a renderli poco ambiziosi».

Irina Cigolini (docente iSchool Bergamo)

«Il problema è anche nella qualità del lavoro offerto»

All’iSchool di Bergamo l’apprendimento del mestiere rimane invece una materia importante. Tanto che l’istituto ha addirittura creato al suo interno un ristorante didattico, un’esperienza forse unica in Italia. «I ragazzi che si iscrivono al nostro istituto alberghiero, sin dalla classe prima sono inseriti nell’ambito lavorativo e possono rendersi conto di ciò che comporta in termini di sacrifici e soddisfazioni l’appartenere al mondo della ristorazione – dice una delle docenti, Irina Cigolini -. Il ristorante interno offre loro un’opportunità formativa professionale concreta e accresce le loro competenze permettendo di confrontarsi con la realtà operativa». Non tutti continuano il percorso, «spesso si rendendo conto di aver fatto una scelta non dettata dalla passione, ma dalla moda del momento», evidenzia.

Se domanda e offerta di lavoro nella ristorazione non si incontrano il problema, secondo Cigolini, è in molti casi è la qualità del lavoro che viene loro offerto. «Purtroppo non tutti coloro che offrono opportunità in questo campo sono professionisti del settore e spesso si incorre in situazioni di sfruttamento. Gli orari e i ritmi di lavoro sono decisamente impegnativi con turni che poco spazio lasciano ad una vita privata».

Il nodo dello stipendio

Oggi in Italia negli esercizi pubblici e negli alberghi si rimediano al massimo lavori part-time o a tempo determinato. Di media, per un primo impiego a tempo determinato (7 ore al giorno con un giorno di riposo) lo stipendio si aggira sui mille euro al mese che salgono a 1.300 quando il lavoro va “a regime”. Con i nuovi Presto – Contratti di prestazione occasionale che hanno preso il posto dei voucher -, il compenso netto per il lavoratore è di 9 euro netti l’ora, più o meno la stessa cifra che resta in tasca anche con i contratti a chiamata. Pochi? Tanti? La cosa certa è che il mestiere della tavola, lontano dai riflettori degli studi televisivi e al netto della fama che solo in pochissimi possono raggiungere, è tra i più faticosi e impegnativi e che nella maggior parte dei ragazzi la voglia di sacrificarsi non c’è.

Eblink, il portale che fa incontrare domanda e offerta

Sul web sono diversi i portali e le app che aiutano a fare incontrare domanda e offerta di lavoro nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi. A Bergamo, uno strumento utile è il sito www.eblink.it, creato dall’Ente Bilaterale del Terziario che dà la possibilità di pubblicare annunci e candidature, mettendo in contatto le aziende del territorio con chi è alla ricerca di un impiego.


Antiriciclaggio, le novità per gli agenti immobiliari e gli strumenti per gestirle al meglio

foto convegno

La nuova normativa antiriciclaggio per i mediatori immobiliari, in vigore dal 4 luglio, è stata al centro del convegno organizzato da Fimaa Bergamo nella sede Ascom. Dopo i saluti di Paolo Malvestiti, presidente Ascom Bergamo Confcommercio, e di Sergio Colombo, coordinatore regionale Fimaa Lombardia, Daniele Mammani, consulente legale Fimaa Italia, ha illustrato le novità che la normativa antiriciclaggio, in attuazione della direttiva Ue 2015/849, comporta per gli agenti immobiliari, in particolare, le pesanti sanzioni amministrative per l’inosservanza degli obblighi di segnalazione e di conservazione dei documenti, ancor pi significative in caso di violazioni gravi e ripetute ed eventuali vantaggi economici.

Quanto alle novità, Mammani ha sottolineato come «l’obbligo principale di adeguata verifica della clientela abbia subìto solo delle lievi precisazioni in ordine al momento in cui deve essere assolto, ovvero prima dell’inizio del rapporto. Riguardo all’identificazione del titolare effettivo sono stati meglio disciplinati i criteri per la sua individuazione ed è stata prevista l’istituzione, nel Registro delle Imprese, di un’apposita sezione dove saranno indicati i titolari effettivi delle società iscritte, alla quale potranno accedere per la consultazione i soggetti obbligati».

È stato invece soppresso l’obbligo di registrazione delle operazioni, non più presente nella riforma.«È rimasto solo l’obbligo di conservazione dei documenti, dati e informazioni del cliente e dell’operazione, ma sono state abrogate tutte le norme che prevedevano l’obbligo di registrare, entro 30 giorni dal suo compimento, l’operazione nell’Archivio Unico o nel Registro della Clientela, che pertanto, a partire dal 4 luglio, non saranno più obbligatori», ha sottolineato l’esperto.

In tema di sanzioni è stato confermato l’impianto originario, con previsione quindi di sanzioni sia di natura penale che di natura amministrativa. «Sono state tuttavia “razionalizzate” nel loro contenuto – ha continuato il consulente legale Fimaa -. Sono stati ridotti gli importi per l’ipotesi di violazioni meramente colpose (ad esempio l’omessa acquisizione di dati, con una sanzione fissa di euro 2.000). Sono state nel contempo inasprite per le sanzioni per violazioni di natura dolosa o comunque gravemente lesiva degli obblighi antiriciclaggio, portate sino ad 1 milione di euro quando la violazione sia correlata ad un vantaggio economico ottenuto dal soggetto obbligato che ha commesso l’infrazione». Da segnalare la norma all’articolo 69 del Decreto in esame che, nel richiamare il cosiddetto principio del favor rei, dispone testualmente: “Nessuno può essere sanzionato per un fatto che alla data di entrata in vigore delle disposizioni di cui al presente Titolo non costituisce più illecito”.

E se è vero che molto spesso l’identificazione del titolare effettivo non è immediata e richiede attività di manipolazione dei dati talvolta complesse, Fimaa Bergamo offre un utile supporto ai propri associati. Grazie alla convenzione siglata con Ribes-Gruppo Tecnoinvestimenti con un click in pochi secondi si possono acquisire importanti informazioni sulla società, verificare i dati anagrafici e appurare se le informazioni fornite dal cliente sono corrette. Il servizio consente di identificare il titolare effettivo per tutte le tipologie di società purché iscritte alla Camera di Commercio, di avere in evidenza le quote societarie e di ricevere segnalazioni di variazione del titolare effettivo. È possibile inoltre effettuare verifiche su una singola posizione o su un portafoglio di clienti.

La Guardia di Finanza, dal canto suo, ha esortato gli agenti immobiliari a fare attenzione alle dinamiche operative sia nella compravendita che nelle locazioni e ha salutato con favore il servizio della convenzione Fimaa per venire a capo di holding e società. «La holding del riciclaggio è la prima azienda del Paese, con un fatturato di 150 miliardi di euro – ha sottolineato Domenico Peluso, Maggiore della Guardia di Finanza di Bergamo, che ha approfondito nel suo intervento le modalità operative delle Fiamme Gialle nell’ambito della normativa antiriciclaggio -. È importante il ruolo degli agenti immobiliari nella segnalazione di operazioni sospette, previa garanzia dell’anonimato».

«Gli agenti immobiliari possono effettuare le necessarie verifiche catastali e ipotecarie – ha illustrato Matteo Gatti, direttore Servizi Business Information Ribes Spa -, ma soprattutto risalire, per le società, al titolare effettivo richiesto dalla normativa antiriciclaggio, un’operazione non sempre agevole, che invece diventa possibile in tempi brevissimi e a costi contenuti. Ci si mette così al riparo da forti sanzioni, da 5mila a 30mila euro, per chi non effettua opportuni controlli».

La convenzione consente di fornire un servizio più accurato ai clienti includendo le verifiche sul rischio del credito. «Un valore aggiunto per la professione – afferma il presidente di Fimaa Ascom Bergamo Oscar Caironi -, un supporto che forniamo ai nostri associati per un ulteriore salto di qualità. Grazie a questo accordo, infatti, i clienti potranno avere la serenità di sapere con chi hanno a che fare, che non è certo poco. Per il settore immobiliare si tratta di un servizio innovativo, anche nell’ottica di una sempre maggiore tutela dei consumatori e di una migliore gestione delle attività».

Sul fronte della conservazione e organizzazione di archivio, il nuovo software messo a punto da Cometa Informatica agevola l’assolvimento dell’obbligo e una riduzione dei tempi di ricerca e archiviazione grazie all’apposito registro on-line, come messo in luce da Daniele Arrigoni, amministratore delegato di Cometa Informatica.


Ponte San Pietro, tre giorni di pizza in piazza. No stop

pizza - forno a legnaAl posto delle classiche sagre a Ponte San Pietro arriva un evento inedito.

Da sabato 22 a lunedì 24 luglio debutta in piazza della Libertà Napoli Pizza Fest che trasformerà il capoluogo dell’Isola in una maxi pizzeria all’aperto con la presenza di dieci pizzerie veraci napoletane con tanto di forni a legna. A disposizione 1.500 posti a sedere per gustare le pizze preparate con lenta lievitazione e l’utilizzo di soli prodotti della tradizione campana, sfornate no stop da mezzogiorno a mezzanotte.

Le degustazioni saranno accompagnate da spettacoli e musica live sul palco centrale, laboratori didattici e un’ampia area dedicata ai gonfiabili per il divertimento dei bambini. Si potranno anche assaggiare e acquistare prodotti enogastronomici della tradizione italiana nei 28 stand espositivi.

La regia è della pizzeria “Donna Regina” di Bergamo, unico locale riconosciuto in Lombardia dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, e trae ispirazione dal Napoli pizza Village il grande evento partenopeo sul lungomare Caracciolo.


Peghera, alla sagra del Taleggio torna lo chef “atomico” Mainardi

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Torna la sagra del Taleggio a Peghera, patria del famoso formaggio e luogo d’eccellenza per la stagionatura.

La nona edizione si terrà domenica 23 luglio e permetterà di conoscere i segreti della produzione e le virtù gastronomiche del prodotto, grazie anche alla presenza di Andrea Mainardi, lo chef bergamasco conosciuto con l’appellativo di “atomico”, per la creatività e l’energia del carattere, che torna in Valtaleggio dopo lo showcooking dello scorso anno. Noto in tv per la partecipazione alla Prova del Cuoco di Raiuno e la conduzione di programmi su FoxLife sarà il protagonista di un tour alle 10.45.

La giornata, dalle 9.30 alle 18, propone bancarelle con prodotti artigianali e un programma che unisce sapori, cultura e intrattenimento. Alle 9.45 si terrà una dimostrazione di caseificazione, mentre, dopo il tour con lo chef, si potrà pranzare nei punti ristoro o con lo speciale menù dedicato alla sagra nei ristoranti convenzionati. Alle 14.30 sono previste due visite guidate, alle cantine di stagionatura del Taleggio Dop e alla Pala di San Giacomo del pittore Palma il Vecchio nella chiesa Parrocchiale. Alle 15.30 si potrà andare “a passeggio con i transumanti”, mentre alle 16 la novità dei Taleggiochi, per squadre di grandi e piccini. A curare l’animazione per i bambini “Jaime Show” mentre l’intrattenimento musicale è affidato a “Ale&friends”.

Tra i protagonisti anche gli stagionatori, con CasArrigoni che propone un menù degustazione all’interno della propria struttura e Casearia Arnoldi che punta su un “aperipranzo” e sulla curiosità del gelato al taleggio realizzato dalla gelateria La Pasqualina.

Alla manifestazione partecipa anche il Centro Studi Valle Imagna presentando la Strada dello Stracchino e della Pietra, nell’ambito delle relazioni di sviluppo socio-economico tra i territori dell’alta Valle Imagna, Valle Taleggio e Valsassina, e per anticipare la prossima uscita del nuovo libro di Irene Foresti “Cibo, terra e lavoro”, che sarà stampato entro il mese di ottobre.

Per informazioni: Sagra del Taleggio


Val di Scalve, la Fucina di Teveno tra i Luoghi del Cuore Fai. Visite ed eventi nel week end

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Ve la ricordate la Fucina di Teveno? L’anno scorso, di questi tempi, vi raccontavamo della partecipazione di questa piccola-grande testimonianza dell’industria e dell’ingegno scalvino al censimento 2016 dei Luoghi del Cuore, l’iniziativa del Fai – Fondo ambiente italiano che sostiene il recupero del patrimonio storico, artistico, naturalistico del Paese.

Ebbene, la conta dei voti (1.714) l’ha posizionata al primo posto in Lombardia e al quarto a livello nazionale nella categoria Archeologia Industriale. Un traguardo che ha consentito ai promotori della rinascita del sito – il proprietario Fabio Morzenti e un comitato di sostenitori – di partecipare al bando di finanziamento del Fai il cui esito si conoscerà a novembre.

Il prossimo fine settimana – 22 e 23 luglio -, intanto, i riflettori si accenderanno di nuovo sul Luogo del Cuore e sull’intera Val di Scalve con un ricco programma di iniziative sotto l’egida del Fai stesso. «Vuole essere una festa per il grande, e inaspettato, risultato – spiega Morzenti – e per dare conto a tutti coloro che ci hanno votato del fatto che il progetto sta andando avanti».

Quella di Teveno, frazione di Vilminore di Scalve, è l’ultima rimasta delle circa trenta fucine di finitura (dedicate cioè alla produzione e alla riparazione di piccoli e medi attrezzi come vanghe, zappe, badili, scalpelli, fino a chiodi e lime) della Valle di Scalve. Al pregio della testimonianza storica aggiunge il fatto di essere costruita in un enorme masso di roccia proveniente dalla Presolana, che ne forma la base e un’intera parete, e di essere tra le poche in Italia dotate di tromba idroeolica, invenzione italiana del 1700 per eliminare gli ingombranti e complicati meccanismi meccanici dei mantici, sfruttando la pressione della caduta dell’acqua. I più antichi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono al 1833, ma l’origine è di certo anteriore, ed è stata in attività fino agli anni Sessanta.

fucina teveno«Il sogno è quello di rimetterla in funzione così da mostrare in concreto il lavoro che si svolgeva qui  – dice Morzenti -. Servono però interventi sostanziosi, così, per ora, cerchiamo di fare il possibile per far conoscere la struttura, la sua storia e l’ambiente nel quale è inserita, con le poche risorse che abbiamo. Abbiamo ripulito l’area e realizzato un libretto che racconta la storia della fucina e il lavoro del fabbro mentre il progetto di finanziamento presentato al Fai riguarda la promozione, la visibilità e il coinvolgimento delle scuole. Grazie alla collaborazione di volontari contiamo anche di proporre dall’anno prossimo un calendario strutturato di aperture, visite e dimostrazioni della lavorazione del ferro».

L’obiettivo è rendere sempre più evidente il valore storico, culturale, ma anche turistico, della fucina e coalizzare attorno al progetto più attori così da riportarla davvero in attività. «Il riconoscimento del Fai è già una leva importantissima, ci permette di essere presenti nel circuito dei Luoghi del Cuore e di promuovere le iniziative su ampia scala – fa notare il proprietario -. Ora servirebbe che anche le amministrazioni, le istituzioni e gli stessi imprenditori turistici condividessero il percorso, considerando le ricadute positive che potrebbe avere sul territorio e le sinergie che si potrebbero sviluppare. Con partenariato ampio si può infatti accedere anche ai bandi di sostegno regionali ed europei».

Il “Week end in Val di Scalve alla scoperta dei Luoghi del Cuore”, questo il nome dell’iniziativa, sarà perciò un’occasione per visitare la fucina e conoscere altre importanti mete della Valle, ma anche per sensibilizzare amministratori pubblici, enti, professionisti ed aziende. Il fulcro del programma è l’apertura della fucina, sabato 22, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 15.30, con precedenza agli iscritti Fai. Ma ci saranno anche il saluto all’Arboreto Alpino Gleno di Bueggio, in occasione del decimo anniversario della fondazione, le visite guidate al museo etnografico di Schilpario e la sfilata per le vie di Schilpario e il concerto in piazza della Fanfara Città dei Mille di Bergamo, di cui Morzenti è, per la cronaca, direttore.

Il programma

sabato 22 luglio

dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 15.30

visite alla Fucina di Teveno (gli iscritti Fai hanno la precedenza) – Vilminore di Scalve, loc. Teveno, via San Michele.

dalle 14 alle 15

saluto all’Arboreto Alpino Gleno di Bueggio in occasione del 10° anniversario di fondazione – Vilminore di Scalve, SP58 via Oltrepovo

dalle 15 alle 17.30

sfilata per le vie di Schilpario e concerto in piazza dell’Orso della Fanfara Città dei Mille di Bergamo

ore 15.30

visita guidata del museo Etnografico di Schilpario a cura della direttrice del Museo (gli iscritti Fai saltano la coda) – Schilpario, via dei Goi 6

ore 17.30

presentazione e visita guidata del museo Etnografico di Schilpario a cura del presidente del Museo (gli iscritti FAI saltano la coda) – Schilpario, via dei Goi 6

ore 20.30

presentazione del progetto di recupero della Fucina di Teveno presso Ecomuseo di Colere.

domenica 23 luglio

dalle 9.30 alle 10.30

visita alla Torre medievale di Azzone, a seguire visita alla chiesa parata per le SS Quarantore.

L’evento è realizzato in collaborazione con i comuni di Vilminore di Scalve e Azzone, la Comunità montana Valle di Scalve, la Pro Loco di Vilminore, l’Associazione turistica Schilpario, la Pro Loco di Colere e l’Etnomuseo di Schilpario.

Info: Fb La Fucina di Teveno


Antiriciclaggio, Fimaa illustra le nuove norme per gli agenti immobiliari

agenti immobiliari - burocrazia - antiriciclaggioÈ entrata in vigore il 4 luglio la nuova normativa antiriciclaggio (Decreto Legislativo n. 90/2017). La legge introduce per gli 841 agenti immobiliari bergamaschi (elaborazione Ascom su dati Camera di Commercio Bergamo, al primo trimestre 2017) diverse novità che cambieranno la gestione delle loro attività. In sintesi, questi i provvedimenti nella normativa: cancellazione dell’obbligo di registrazione delle operazioni, ridefinizione del vincolo di adeguata verifica dei titolari effettivi e modifiche alle sanzioni amministrative.

Per illustrare, in maniera circostanziata, chiara e approfondita, questi nuovi adempimenti, Fimaa Bergamo, l’associazione degli agenti immobiliari aderente ad Ascom Bergamo Confcommercio, ha organizzato un convegno, in programma giovedì 20 luglio alle 9.30 nella sala conferenze della sede cittadina.

«Al tavolo sono stati coinvolti alcuni professionisti autorevoli, per spiegare in modo semplice ed esaustivo la nuova normativa – sottolinea il presidente Fimaa Bergamo Oscar Caironi -. Obiettivo del convegno è quello di rispondere alle domande che la sua applicazione richiede nello svolgimento della nostra professione di mediatore immobiliare».

Il convegno si apre alle 9.30 con i saluti di Paolo Malvestiti, presidente Ascom Bergamo Confcommercio, e di Sergio Colombo, coordinatore regionale Fimaa Lombardia.
Daniele Mammani, consulente legale Fimaa Italia, illustrerà le novità che la normativa antiriciclaggio comporta per gli agenti immobiliari, in attuazione della direttiva Ue 2015/849. Il Maggiore della Guardia di Finanza di Bergamo Domenico Peluso approfondirà nel suo intervento, previsto alle 10.45, le modalità operative delle Fiamme Gialle nell’ambito della normativa antiriciclaggio. Daniele Arrigoni, amministratore delegato di Cometa Informatica, mostrerà agli agenti come utilizzare il registro on-line. Infine, Matteo Gatti, direttore Servizi Business Information Ribes Spa, mostrerà la possibilità di identificare con un click il titolare effettivo di persone giuridiche nell’ambito del riconoscimento societario. L’incontro si chiuderà con dibattito e sarà dato spazio alle richieste di chiarimenti degli operatori presenti.

Il convegno sarà moderato dal presidente provinciale Fimaa Bergamo, Oscar Caironi.

La partecipazione è gratuita previo accreditamento qui. Info: Fimaa Bergamo-Ascom Bergamo Confcommercio, tel. 035 4120203; fimaa@ascombg.it.


Servizi e rappresentanza, Ascom diventa anche la “casa” delle professioni

170717 - convegno lavoro autonomo (3) - ritCon il convegno dedicato allo Statuto del lavoro autonomo, entrato in vigore lo scorso 22 maggio, Ascom Confocommercio Bergamo ha ufficialmente aperto la propria rappresentanza alle professioni. Si tratta di un mondo in crescita e, viste le continue spinte innovative, in rapida evoluzione, al quale offrire rappresentanza e servizi, grazie anche al raccordo con Confcommercio Professioni, il coordinamento nazionale delle Associazioni professionali del sistema confederale.

«L’apertura alle professioni – ha ricordato il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti – è stata una delle novità più rilevanti del nostro nuovo Statuto, approvato dall’assemblea a fine gennaio. In Bergamasca nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrate oltre 1.100 aperture di partita Iva, il 5% in più rispetto allo scorso anno, e la nostra attenzione va in particolare verso i cosiddetti professionisti non ordinistici». «Il compito che vogliamo assumerci è offrire condizioni favorevoli e assistenza per rafforzare e sviluppare le attività – ha proseguito -. Di recente, per esempio, grazie a Confcommercio Lombardia alcuni bandi regionali sono stati aperti anche ai professionisti. È l’inizio di una nuova strada, sulla quale vogliamo proseguire».

«Quello delle professioni è un settore non solo diverso da quello delle attività d’impresa – evidenzia Malvestiti -, ma anche molto eterogeneo al proprio interno. A professioni consolidate se ne aggiungono continuamente di nuove, legate alla soddisfazione dei bisogni di consumatori e di imprese e all’avanzare delle nuove tecnologie. Diventa quindi strategico poter avere un punto di riferimento e l’Ascom si propone di esserlo, di diventare anche la casa di tutte quelle professioni che non sono incanalate negli ordini, per le quali, grazie al supporto di Confcommercio Professioni, metteremo a disposizione l’insieme dei nostri servizi e dei nostri strumenti».

Già a disposizione i servizi tecnico-amministrativi e fiscali, ma anche il supporto al credito attraverso la Cooperativa di Garanzia Fogalco.


Nuove professioni, con le regole arrivano anche le opportunità

170717 - convegno lavoro autonomo (3) - rit

«Lo Statuto del lavoro autonomo, approvato lo scorso 22 maggio, riconosce che il lavoro non è solo quello dipendente e che le prospettive di crescita occupazionale sono sempre più legate alle professioni». Così Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni, sintetizza la portata della nuova – e attesissima – legge che per la prima volta introduce un quadro di regole per tutte le libere professioni, sia quelle ordinistiche sia quelle non organizzate in ordini e collegi: un’ampia platea, quest’ultima, che copre l’intero spettro dei servizi alla persona e all’impresa, che va da attività più tradizionali, come l’amministratore di condomini o il consulente tributario, a quelle più innovative, spinte dalla progressiva digitalizzazione, come l’esperto di Ict, di comunicazione, il formatore, il designer.

L’occasione il convegno che l’Ascom di Bergamo ha dedicato alle novità legislative e che ha “ufficializzato” l’apertura dell’associazione verso le attività professionali. Oltre a Fioroni, hanno illustrato e si sono confrontati sul provvedimento l’onorevole Elena Carnevali, Maurizio Dal Conte, presidente dell’Anpal, Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, ed Emmanuele Massagli, presidente Adapt e docente di Pedagogia del lavoro presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Numeri in crescita

Che si tratti di un settore strategico lo dimostrano i numeri. Secondo l’ultima analisi effettuata da Confcommercio Professioni, in Italia circa un quarto degli occupati è rappresentato da lavoratori indipendenti e la crescita dei professionisti “non ordinistici” è netta, +49% nel periodo 2009-14, per un totale che nel 2014 si è attestato sulle 340mila unità. Anche in provincia di Bergamo il mondo delle Partite Iva è in crescita: solo nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrate oltre 1.100 aperture, il 5% in più rispetto allo scorso anno.

Più tutele

«Lo statuto – prosegue Fioroni – dà una risposta regolatoria alle nuove esigenze del mercato, in primo luogo alla necessità di tutelare la libera scelta professionale, offrendo condizioni favorevoli, dal punto di vista burocratico, fiscale e previdenziale, per esercitare l’attività».

Tutte importanti le “conquiste”, ottenute anche grazie al confronto costante di Confcommercio Professioni con Governo e Parlamento nella fase di redazione della legge. «Le novità si possono riassumere in tre linee – sintetizza Fioroni -. La prima riguarda la tutela contrattuale vera e propria, in particolare in materia di tempi di pagamento, con la norma che rende inefficaci le clausole oltre i 60 giorni. Il secondo versante è quello del welfare e della previdenza con novità importanti per maternità e conciliazione tra vita e lavoro, tema fondamentale per le libere professioni».

La sfida della competitività…

Il terzo punto è anche quello sul quale Confcommercio Professioni punta maggiormente: la competitività. «L’ambizione – spiega la coordinatrice – è costruire un percorso di rappresentanza unitaria che riconosca il ruolo e il protagonismo delle professioni per l’apporto di qualità che possono dare all’economia». Importanti sono perciò le iniziative che promuovono la formazione e la qualificazione, su tutte la deducibilità integrale delle spese sostenute per la formazione e l’aggiornamento.

«Ci sono poi strumenti che possono diventare strategici, ma che al momento non lo sono e sui quali ci impegneremo con un monitoraggio stretto – evidenzia -. Lo Sportello del Lavoro autonomo, che, in capo ai Centri per l’impiego e agli enti accreditati, dovrebbe orientare chi intende dedicarsi ad una professione indipendente. Ci impegneremo anche nel promuovere presso la Pubblica Amministrazione l’apertura delle gare d’appalto ai lavoratori autonomi, come previsto dallo Statuto. Grandi partite sono anche la costituzione di consorzi e reti e l’attenzione a come le Regioni interpretano la parificazione tra libere professioni e imprese per l’accesso ai fondi strutturali europei». Molto, quindi, deve ancora essere sviluppato per in termini di opportunità.

… e del riconoscimento delle competenze

170717 - convegno lavoro autonomo (1)«Il nuovo statuto è un passo avanti – aggiunge Fioroni – ma non basta. C’è ancora tanto da fare, in fatto di previdenza, ad esempio, di squilibrio tra pressione contributiva e prestazioni previdenziali. E poi c’è il nodo della bassa redditività e la necessità di dare vita ad un sistema moderno che, in un mercato selvaggio, valorizzi le prestazioni di qualità. In questo molto possono fare le associazioni di rappresentanza di settore, chiamate espressamente a rendere riconoscibili le competenze, a vantaggio anche del committente».

In questo nuovo quadro di regole, opportunità e ulteriori riconoscimenti da ottenere come può muoversi il singolo professionista? «La presenza di un coordinamento nazionale tra le diverse associazioni professionali quale Confcommercio Professioni e di un punto di riferimento territoriale, rappresentato dalle Ascom, offrono senz’altro un supporto utilissimo per rappresentanza e servizi», conclude Fioroni.


Seriate, fino a 15mila euro per chi riapre i negozi sfitti

seriate centro storico - piazza bolognini

Seriate lancia un bando per promuovere la riapertura dei negozi sfitti (20 secondo una recente rilevazione) e così valorizzare il commercio del centro storico. La misura si inserisce nel progetto “Commercio vicino”, tra i vincitori del bando regionale Sto@2020, e mette a disposizione contributi per 84mila euro complessivi.

Il bando è aperto a tutte le imprese del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi che nei prossimi mesi apriranno una nuova attività nei locali sfitti, riqualificandoli, nelle due aree centrali dello shopping: la Galleria Italia di via Italia, da una parte, e dall’altra le vie Dante Alighieri, Cerioli, Cesare Battisti, Decò e Canetta e piazza Bolognini.

Al bando non potranno partecipare attività che riguardano lotterie, scommesse, sale da gioco, benessere fisico, sexy shop, trasferimento di denaro e call center. L’incentivo coprirà il 70% delle spese sostenute fino ad un massimo di 15mila euro. Il contributo sarà concesso con procedura a sportello fino a esaurimento delle risorse. Le domande possono essere presentate allo sportello del Comune fino al 30 settembre 2018.

Per le nuove attività il Comune mette a disposizione un’altra agevolazione: il rimborso parziale della Tari e della Tasi fino a un massimo di 500 euro annui. Lo sconto sarà valido, per un anno, anche per le imprese già esistenti che ristrutturano i locali delle loro attività.

Per informazioni sul bando consultare il sito internet www.comune.seriate.bg.it oppure contattare l’ufficio comunale Suap all’indirizzo mail suap@comune.seriate.bg, chiedendo un appuntamento.

Il progetto “Commercio Vicino” è uno dei quattro progetti dei Duc provinciali (Bergamo, Seriate, Treviglio e Romano) finanziati dal bando regionale Sto@2020 con il massimo del contributo e premialità.

Il piano di Seriate prevede un impegno di 317mila euro e ha ottenuto dal Pirellone il contributo massimo previsto di 100mila euro, più un bonus di 30mila euro per la particolare rilevanza degli interventi. Oltre al bando per l’incentivazione delle nuove aperture, il programma prevede la creazione di una piattaforma per l’incontro tra domanda e offerta degli spazi commerciali rimasti liberi, convenzioni con geometri e architetti per prestazioni a tariffe ridotte, pubblicità gratuita sul notiziario comunale e attività formative.

A favore delle ristrutturazioni e del recupero urbano (area Quality) il Comune prevede contributi per il ripristino strutturale o igienico-sanitario dei locali e la riqualificazione dell’illuminazione pubblica nelle aree del progetto. E sul fronte degli eventi, due nuove iniziative che uniscono animazione culturale e commerciale.