Portali di viaggio ingannevoli, Federalberghi: “Troppi tranelli disseminati in rete”

ViaggiLa Commissione europea punta il dito sui portali di viaggio ingannevoli, e pubblica un documento in cui rileva che 253 siti su 352 promettono ciò che non mantengono. Tra comparatori di volo, servizi di trasporto, vendita di camere di albergo, la casistica è varia, ma “induce a prendere coscienza dei tranelli che appaiono disseminati ovunque in Rete”, commenta Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi. Secondo la Commissione, oltre un terzo dei siti propone prezzi più bassi di quanto poi l’utente si trova a dover corrispondere all’atto di acquisto. “Una pratica ingannevole, per certi versi subdola, perché i siti si confrontano tra loro nell’indicizzazione sui motori di ricerca anche per la capacità di fornire tariffe scontate – segnala Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale dei Consumatori -, finendo per fare concorrenza sleale nei confronti di chi invece reclamizza il prezzo reale.

Bruxelles inoltre ha riscontrato che nel 20% dei casi le offerte promozionali non sono realmente disponibili, riferisce Il Corriere della Sera. Ma se gli strumenti utilizzati per raggirare l’utente sono diversi, il più gettonato è il “ricarico” all’atto dell’acquisto. In pratica, quando nell’ultima schermata si è costretti a indicare il metodo di pagamento, alla fine viene aggiunta una commissione “occulta” anche di 50-100 euro.


Il Conservatorio si apre al teatro. A maggio il primo corso, per tutti

corso teatro conservatorio donizettiIl Conservatorio di Bergamo apre le porte al teatro. Si chiama “Comme une source” il primo corso teatrale, in partenza a maggio, varato dall’istituto musicale cittadino, che amplia l’offerta formativa al campo delle arti drammatiche, come accade in tanti conservatori europei, per favorire la crescita e la ricerca espressiva.

La proposta è rivolta a tutti: allievi ed “esterni”, adolescenti, giovani e adulti con o senza esperienza. «L’unica condizione indispensabile – precisano i promotori – sarà avere il desiderio, la curiosità e la generosità di partecipare ad un lavoro collettivo che porterà alla costituzione di una compagnia teatrale del Conservatorio, che potrà, in futuro, collaborare con le classi di canto lirico, canto-corale e altre ensemble strumentali».

Il corso è tenuto da un professionista francese, il maestro Thierry Cavagna, attore, regista e cantante. Il metodo prevede esercizi specifici di recitazione, di respirazione, dizione e improvvisazione con particolare attenzione alla personalità di ogni singolo allievo. Grazie alla grande esperienza nel canto lirico e nel canto jazz del docente, gli studenti avranno inoltre l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie possibilità vocali.

«Spaziando nella lettura di diversi autori di teatro – spiega Cavagna – ogni allievo potrà conoscere meglio le proprie abilità e preferenze e avvicinarsi a stili e “colori” diversi nel gioco della commedia». Si partirà lavorando su numerosi estratti di scene per approdare ad un nuova creazione teatrale, curiosa e straordinaria, dal titolo “L’illusione reale” ispirata al capolavoro donizettiano “L’elisir d’amore”.

Ci si confronta con corpo, memoria, utilizzo delle voce, ritmo del pensiero, delle frase e del verso, ma, soprattutto, la magia del teatro permetterà a tutti di vivere un’esperienza umana unica e ricca di emozioni.

Le iscrizioni sono aperte fino al 28 aprile. Qui tutte le informazioni.


Il birrificio Otus stappa l’emozione anche al Vinitaly

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Calano i consumatori e i consumi di bevande alcoliche in Italia. Cresce, tuttavia, la consapevolezza della cultura mediterranea del mangiare e bere, mentre l’eccesso è sempre meno di moda. Dalla ricerca Nielsen per Federvini, emerge infatti che i consumi di bevande alcoliche in Italia, in 10 anni, tra il 2005 e il 2015, sono diminuiti del 25%, da 31,1 milioni di ettolitri a 22,9 milioni.

Questo a causa di cambiamenti di varia natura: demografici (la popolazione italiana invecchia), sociali (sono cambiati momenti e luoghi di consumo), economici, ma anche per nuovi atteggiamenti alimentari sempre più orientati al salutismo e, non ultimo, per una sempre maggiore competizione con gli altri settori del beverage.

otus a vinitaly 2017 (2)All’interno di questo macro mondo emerge però che le nuove generazioni si orientano con più semplicità verso la birra. Fenomeno che non è passato inosservato neppure agli organizzatori della fiera internazionale dedicata al vino di Verona, che, da qualche anno, hanno “scoperto” la grande attenzione anche del pubblico professionale all’arte di miscelare cereali con acqua, luppolo e lievito. L’appuntamento con il Vinitaly – dal 9 al 12 aprile – non è più quindi solo dedicato al vino. E il Birrificio Otus di Seriate ha pensato di non perdere quest’opportunità per presentarsi agli operatori professionali (stand 12 del padiglione Sol&Agrifood -ingresso principale Cangrande).

otus a vinitaly 2017 (3)Tramite la collaborazione con Assobirra – Associazione dei Produttori della Birra e del Malto – Otus intende far conoscere agli ospiti di questo palco mondiale la propria filosofia nel produrre birre artigianali. «Vinitaly è una kermesse mondiale incredibile e unica – racconta Giampietro Rota, consigliere delegato del birrificio di Seriate -. È una vetrina che permette di mostrarsi al mondo intero e di trasmettere determinate emozioni legate a questo comparto così diverso ma complementare al vino. Abbiamo allestito uno spazio dove è possibile degustare le nostre specialità sia alla spina che in bottiglia, partendo proprio dall’ultima nata in casa Otus: la RedVolution. Parlando proprio di questa birra, abbiamo voluto un prodotto complesso ed intrigante, senza però perdere mai di vista la facilità di beva, caratteristica fondamentale per noi nell’interpretare l’arte della produzione di birra artigianale. RedVolution è una birra rossa doppio malto, prodotta ispirandoci allo stile Bock, da noi chiaramente reinterpretato».

«Ha una base maltata importante con note dolci di miele, frutta sotto spirito, cioccolato e caffè – continua Rota – con una componente luppolata generosa determinata da luppoli di nuova generazione continentali quali lo Sloveno Styrian Wolf e il tedesco Saphir, che completano il bouquet generando note floreali e speziate. Ha un residuo zuccherino importante tipico delle Bock, bilanciato da un amaro delicato che non la rende stucchevole».


Piccinini resta alla guida della Cisl. Confermata anche la squadra

“Il nostro patrimonio vero è il radicamento territoriale, sono le persone che in tutte le zone e in tutti i ruoli svolgono quotidianamente la loro azione. Per questo occorre rinsaldare un rapporto stretto e coinvolgente su motivazioni e strumenti da dare a tutti gli uomini e le donne della CISL di Bergamo per svolgere al meglio il proprio incarico”. Ferdinando Piccinini ha dichiarato che il suo terzo mandato congressuale dovrà caratterizzarsi sulla formazione della classe dirigente. “Le rilevanti trasformazioni che stiamo attraversando ce lo richiedono. Studiare, formarsi, aprire l’organizzazione alle nuove istanze generazionali”. Il consiglio generale della CISL di Bergamo ha così portato a conclusione il cammino congressuale: nella sua prima riunione ha confermato, a larghissima maggioranza, Piccinini alla guida del sindacato di via Carnovali, e con lui l’intera squadra degli ultimi quattro anni: Giacomo Meloni, Francesco Corna e Gabriella Tancredi.

Con loro, ha detto Piccinini nei suoi ringraziamenti, “si dovranno affrontare le nuove sfide della contrattazione, della qualificazione del lavoro, delle politiche attive e del welfare contrattuale”. “Dobbiamo – ha concluso – introdurre innovazioni giorno per giorno, sperimentare modalità diverse per coniugare il sistema servizi con la rappresentanza, e costruire le condizioni, anche con CGIL e UIL, per costruire un welfare contrattuale territoriale di comunità, che si intrecci con le dinamiche contrattuali, con l’attività di contrattazione sociale”.

 


Le idee sono sempre più “in rosa”. Le storie di tre donne che hanno svoltato

donna impresa

L’imprenditoria è da declinarsi, non a caso, al femminile. Sono sempre più le donne che scelgono di mettersi in proprio o di lanciarsi nel mondo del lavoro da protagoniste magari dopo anni di difficoltà a trovare impiego. Non manca poi chi decide di investire in un’idea e sceglie di mollare quel lavoro “fisso e sicuro” che tanti invidiano.

In provincia di Bergamo le imprese femminili sfiorano il 20% del totale: a fine 2016 se ne contavano 18.698, pari al 19,6% delle attività registrate, cifra che colloca la provincia al terzo posto dopo Milano e Brescia. In Bergamasca sono diffuse soprattutto nel settore del terziario, tra cui spiccano il commercio all’ingrosso e al dettaglio (33,4%), le attività di confezioni, la ristorazione e le attività di alloggio (oltre il 30%) e le attività dei servizi d’informazione e di informatica. Le imprese femminili giovanili bergamasche – ossia quelle in cui controllo e proprietà sono in prevalenza under 35 – sono 2.646, l’11,4% delle imprese femminili registrate. Le imprese rosa con presenza maggioritaria di cittadini stranieri sono 2.125 e rappresentano il 9,7% del totale delle aziende femminili. Quanto alla forma giuridica d’impresa, la più diffusa è quella individuale, che interessa più di 6 imprese su 10. Il 24,4% delle imprese individuali è femminile, l’incidenza scende attorno al 15% per le società di capitale e di persone. La presenza femminile nel settore cooperativo è invece più alta, pari al 16,4%.

Sono sempre più anche le aspiranti imprenditrici: nel 2016 si sono rivolte al Punto Nuova Impresa, lo sportello di orientamento della Camera di Commercio di Bergamo, 264 donne, pari al 43,35% degli utenti del servizio. Le principali richieste accolte dal Punto Nuova Impresa hanno riguardato la ricerca di eventuali finanziamenti (per il 29,27% del totale), le procedure burocratiche che l’avvio d’impresa comporta (per il 21,27%), seguite dalla normativa di riferimento (14,01%) e dalle procedure legali (11,51%). Quanto all’età, l’identikit degli aspiranti imprenditori – non si discosta il quadro per le imprenditrici – è di giovani tra i 30 e i 39 anni (per il 31,69%) se non giovanissimi dai 20 ai 29 anni (29,56%), per lo più inoccupati o disoccupati (per il 33,99%). Non manca chi si trova ad aprire un’impresa tra i 40 e i 49 anni (il 19,70%) e oltre (il 9,69%  ha tra i 50 e i 59 anni, mentre sfiora il 5% l’incidenza degli over 60).

Ecco qui raccontate tre storie di imprese di successo, nate da esperienze e vissuti completamente diversi. C’è l’esperta di marketing e promozione, l’ideatrice delle sorpresine del Mulino Bianco, il primo fenomeno italiano di baby-collezionismo di massa, che ha ideato un brevetto e sta avendo grande successo con le prime audiocartoline religiose al mondo. C’è l’ex manager che si è fatta da sé, partendo da un lavoretto come cassiera part-time, e ha deciso di mollare tutto per dedicarsi più alla famiglia inaugurando un’attività di e-commerce nell’allestimento di feste e eventi. C’è l’ex segretaria di uno studio contabile che ha detto addio a pratiche e numeri per dedicarsi alla sua passione per le creme naturali, aprendo un negozio della prima catena franchising di cosmesi biologica.

Le imprenditrici

Ascolta la mia voce

L’audiocartolina si evolve e va in aiuto di medici e pazienti

Graziella Carbone ha fatto sognare una generazione intera ideando le “sorpresine” del Mulino Bianco, che han dato vita ad un vero e proprio baby – collezionismo (e non solo) di massa, tanto da essere inserito con i pezzi più significativi nell’esposizione, attualmente in corso, “Giro Giro Tondo – Design for Children” alla Triennale di Milano. Sono un centinaio le sorpresine fornite al museo per l’esposizione dalla collezione privata di Graziella Carbone. «Dal 1983 al 1993 sono stati realizzati per Mulino Bianco 1 miliardo e 700 milioni di pezzi delle 785 sorpresine con relative varianti, racchiuse in una scatolina come quella dei fiammiferi, per richiamare la famiglia e la cucina – commenta l’ideatrice delle gomme, della meridiana, delle carte gioco e degli origami inseriti in ogni confezione di merendine -. Se le mettessimo una in fila all’altra farebbero una volta e mezzo il giro del mondo».

La “mamma” delle sorpresine è un vulcano di idee continue e dopo l’apertura al mondo della sua casa di Trescore Balneario riadattata a bed & breakfast, due anni fa ha brevettato le prime audiocartoline, applicate inizialmente in ambito religioso, fondando “Ascolta la mia voce”.  Il progetto, entrato nell’Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio e salutato come una delle idee più innovative dalla Start Cup dell’Università di Bergamo sia provinciale che regionale, si propone l’obiettivo di tenere compagnia a fedeli con la Preghiera Semplice di San Francesco, con tanto di ritratto del Cimabue riprodotto direttamente dal Museo della Porziuncola di Assisi, o con il Discorso alla Luna, con la voce di Papa Giovanni XXIII, solo per citare le prime cartoline prodotte.

«La malattia che si è poi portata via mio marito ci ha portato a frequentare centri e ricoveri – racconta Graziella Carbone -. Dopo la sua scomparsa mi sono messa a lavorare ad un’idea per tenere compagnia ed accompagnare le giornate dei malati, di chi fatica a leggere o di chi ha perso la vista. Così in un giorno di febbraio 2015 ho pensato alle vecchie cartoline musicali di auguri che con la loro musica facevano sorridere ogni festeggiato e ho subito pensato a come replicare l’idea con una voce registrata».  Nasce così “Ascolta la mia voce”, non senza un accurato studio di fattibilità e un’indagine di mercato, visto che marketing e promozione sono stati e sono tutt’oggi – visto che la collaborazione con Il Mulino Bianco ed altre aziende come Lactis continuano – il pane quotidiano di Graziella Carbone.

«Ho subito contattato il mio fornitore storico, con cui in tanti anni di lavoro abbiamo ideato centinaia di articoli promozionali e sorprese, per trovare i chip per registrare la voce e curare l’impaginazione delle audiocartoline – spiega l’imprenditrice -. Con il progetto Step e Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo ho validato l’idea imprenditoriale intervistando 300 persone durante la Fiera del Libro di Bergamo ed altre 300 ad Assisi all’uscita dal bookshop del Museo della Porziuncola. I risultati sono stati davvero positivi: il 50% del pubblico trasversale della Fiera ha dichiarato che avrebbe acquistato un’audiocartolina, tra questi l’80% per regalarlo e il 20% per sé. Fuori dal Museo della Porziuncola, con mia sorpresa e soddisfazione, il 100% degli intervistati ha dichiarato che l’avrebbe comprato non solo per sé ma anche da regalare e riteneva più che congruo un prezzo di vendita di 8-9 euro».

audiocartolina Ascolta la mia voce

L’idea diventa presto un brevetto e viene trasformata in realtà, con uno studio accurato di ogni aspetto, dalla registrazione vocale alle musiche, tutte realizzate ad hoc, alla veste grafica. Il progetto imprenditoriale conserva poi sin dagli esordi un’anima solidale: parte del ricavato sarà infatti impiegato per la realizzazione di sussidi didattici per malati di Alzheimer, in collaborazione con la Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo. «L’obiettivo è realizzare 92 audiocartoline di Santi, con registrazioni ascoltabili in media fino a 90-100 volte. La voce, originale nel caso di Papa Giovanni XXIII o la mia che interpreto preghiere e scritti dei Santi, viene incisa in studio e accompagnata da musica realizzata in esclusiva» precisa Carbone.

A maggio, nel mese della Madonna, partirà la raccolta fondi, lanciata sulla piattaforma statunitense di crowdfunding Kickstarter per la traduzione delle audiocartoline in altre lingue, preparandosi a rispondere al trend in crescita del turismo religioso che ogni anno muove nel mondo 330 milioni di fedeli. Ma una novità molto interessante rappresenta l’applicazione medica di Ascolta la mia voce, che sta entusiasmando gli operatori del settore, dai medici alle big company farmaceutiche. L’idea innovativa consiste in una scheda paziente personalizzata e “parlante” sotto forma di audiocartolina, dove il medico può incidere direttamente la propria voce, dando indicazioni e terapie, che si possono così riascoltare a casa data la scrittura proverbialmente arzigogolata dei camici bianchi: «L’audiocartolina speciale è dotata di due chip: uno per registrare e uno per ascoltare – spiega Graziella Carbone -. Il medico può incidere la propria voce indicando terapie e consigli fino a 50 volte e il paziente o chi per esso, penso ad esempio a badanti o familiari, può riascoltarlo quando desidera a casa. È uno strumento davvero semplice e immediato, che consente di fugare ogni dubbio su terapie e consigli riascoltando la voce del proprio medico, senza dovere ricontattarlo o affannarsi a cercare ricette e prescrizioni».

PalaParty

L’ex manager ora spopola con gli allestimenti per le feste

Silvia Gabriele si è costruita una carriera da manager partendo da un contratto come cassiera part-time a Roma da Unieuro per poi approdare direttamente a Monticello d’Alba, nel quartier generale di Oscar Farinetti fino alla sua cessione dell’azienda al gruppo britannico Dixon. È poi passata all’azienda Cellularline con il ruolo di category manager, accompagnando lo sviluppo dell’azienda nella distribuzione di prodotti. Trovato l’amore a Bergamo, qui ha messo su famiglia, continuando a lavorare per Cellularline in tutta Italia fino al 2013, anno in cui, con la seconda gravidanza si è concessa un anno di riflessione, che l’ha portata poi a dimettersi da manager.

Nel 2014 nasce di così PalaParty, portale di e-commerce, frutto della passione per l’allestimento della tavola e l’organizzazione di eventi di Silvia Gabriele, non senza un’attenta analisi di business pianificata con piglio manageriale. «Ho presentato, dopo mesi di analisi di mercato e ricerca prodotti, il mio business-plan in Camera di Commercio, cogliendo l’opportunità del bando per entrare nell’Incubatore di Impresa – spiega -. Il mercato è emergente: ormai ceramiche e porcellane cedono il posto a tavola a piatti, posate e bicchieri studiati per l’occasione, a tema con la festa. Il “servizio buono” ormai si usa per contesti formali e grandi occasioni. Per feste e ricorrenze, a partire dagli eventi riservati ai più piccoli, si cerca un modo diverso e divertente per apparecchiare la tavola».

Prima di decidere di sbarcare sul web è stata data priorità ad una gestione perfetta di magazzino e consegne: «La logistica è centralizzata e garantisce consegne in tutta Italia entro le 48 ore. La collaborazione con Amazon ci sta portando ottimi risultati. Per farci conoscere sul territorio abbiamo aperto a Natale un temporary-store in centro a Bergamo, tra via XX Settembre e via Tiraboschi, con allestimenti per la tavola dedicati alle festività». PalaParty ha ampliato l’offerta con alcuni prodotti a marchio privato, a partire da una bombola ad elio usa e getta proposta a 19,90 euro, con un erogatore particolare, e ha ottenuto la distribuzione in esclusiva del brand inglese Talking Table, tra i leader nell’allestimento. Tra i prodotti di maggior successo gli allestimenti della tavola per i più piccoli e i kit per fare foto simpatiche per rendere meno ingessati gli scatti di matrimoni ed altri eventi, oltre ad un’insolita campana che lancia stelle filanti al posto del riso, molto richiesta per la canonica uscita dalla chiesa.

Thymiama

Addio alla scrivania per aprire la profumeria bio

Francesca Vedovelli ha deciso nel 2013, a 29 anni, di dire addio una volta per tutte al lavoro di scrivania in ufficio, come segretaria di uno studio contabile, per aprire il suo negozio. Da sempre appassionata di cosmesi naturale e bio, impegnata nella ricerca di prodotti e trattamenti per se stessa, ha scelto di mettere a frutto le conoscenze acquisite sul campo e la sua passione per diventare imprenditrice.

«Avevo ricevuto un invito per l’inaugurazione del negozio Thymiama di Milano, una delle prime aperture italiane della prima catena in franchising di bioprofumerie nata a Roma. Ho chiesto un supporto al mio ex datore di lavoro, che oggi è il mio commercialista, per business plan e progetto imprenditoriale e nel giro di qualche mese sono diventata anche io franchisee della catena, aprendo la terza profumeria italiana Thymiama».

Il nome greco racchiude l’idea di un profumo naturale, l’essenza di una cura consapevole di sé. La scelta della sede è ricaduta su via San Tomaso, a due passi dall’Accademia Carrara: «Cercavo una via di passaggio, ma non troppo commerciale, dove vi fossero ancora piccoli negozi e botteghe artigiane. Da sempre sono legata a questa zona, a due passi da Borgo Santa Caterina, dove per anni mia zia ha avuto il negozio di ceramiche artistiche MammaRo’, una delle prime realtà artigianali a creare una rete franchising». Il negozio in questi anni ha fidelizzato una clientela ormai affezionata e sempre attenta a ingredienti, etichette, provenienze, eccipienti: «La maggior parte della clientela è giovane e giovanissima, dai 18 ai 30 anni in media – spiega Francesca Vedovelli -. Si informa molto su internet e attraverso i social, con un occhio sempre attento al rapporto qualità prezzo, che è anche un mio pallino perché la diffusione del biologico deve essere accessibile a tutti. Non mancano clienti vegane che possono contare su un’ampia gamma di prodotti, ovviamente anche cruelty free, come ogni altra referenza in assortimento in negozio. C’è anche una clientela più matura, che apprezza principi anti-age naturali e che magari scopre il beneficio di una cura naturale dopo anni di creme contenenti siliconi e petrolati».

La crisi comunque si fa sentire anche in un settore di nicchia come questo: «In questi tempi si sta attenti alla spesa che riguarda tutto ciò che non è strettamente necessario, ma non posso comunque lamentarmi dell’andamento dell’attività, anzi continuo a sentirmi una privilegiata perché ho l’opportunità di fare ogni giorno un lavoro che mi piace».


Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia verso la presidenza

Il Consiglio Generale di Confindustria Bergamo, recepite le indicazioni della relazione finale di sintesi della Commissione di designazione composta dagli ultimi tre past president Andrea Moltrasio, Alberto Barcella e Carlo Mazzoleni, ha designato Stefano Scaglia come candidato unico per l’elezione a presidente di Confindustria Bergamo per il quadrienno 2017 -2021. Come previsto dallo Statuto di Confindustria Bergamo, il presidente designato verrà eletto a scrutinio segreto dall’assemblea privata che si terrà venerdì 9 giugno. Stefano Scaglia, 56 anni, sposato e padre di 2 figli, è amministratore delegato del Gruppo Scaglia, fondatore e amministratore delegato dell’azienda Scaglia Indeva di Brembilla. Il Gruppo ha un fatturato consolidato di circa 130 milioni e sedi in Europa, USA e Cina. Dal 2005 al 2011 ha ricoperto la carica di vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega all’innovazione, education ed energia. Nel 2006 è stato promotore del Consorzio Intellimech e dal 2012 è presidente del Cluster Lombardo Fabbrica Intelligente (AFIL).  Nel corso del Consiglio, Scaglia ha affermato di “credere nei valori dell’intraprendere e della creazione del nuovo, del lavoro, dell’etica e della responsabilità sociale”, e che “di fronte alle complesse sfide del momento, solo lavorando insieme e con spirito di squadra si può generare sviluppo e benessere per il territorio”. Si è dichiarato “onorato di rappresentare l’orgoglio bergamasco del fare impresa”.


Programmi per Pasquetta? A Malpaga torna il pic nic con gli agricoltori

Confagricoltura - pasquetta Malpaga (8)

Una cornice suggestiva, la comodità del “fuoriporta” e tante cose buone da mangiare: ha tutte le carte in regola per diventare un classico per la Pasquetta la manifestazione “Picnic ed enogastronomia al Castello di Malpaga”, promossa da Confagricoltura Bergamo e dal Castello di Malpaga.

L’appuntamento, giunto alla terza edizione, è lunedì 17 aprile con aziende agricole provenienti dal nord Italia che metteranno in vetrina e venderanno le loro eccellenze alimentari.

L’intenzione è quella di valorizzare in modo congiunto il patrimonio storico, culturale ed enogastronomico e, soprattutto, ripetere il grande successo delle prime due edizioni. L’aia si animerà dunque di aziende agricole dalle quali si potranno acquistare direttamente piatti e prodotti da gustare nel fossato della dimora che fu del condottiero Bartolomeo Colleoni. Basterà portarsi un plaid, passeggiare tra gli espositori presenti e comporre il proprio pranzo, spuntino o merenda acquistando tra ciò che piace di più. La scelta sarà davvero ampia e la provincia di Bergamo sarà ben rappresentata grazie ad una “delegazione” di aziende agricole molto attiva e ormai ben collaudata.

Nel corso della giornata i bambini potranno giocare liberamente nell’area gioco creata appositamente per loro e scoprire colori e profumi nelle aree verdi, i genitori invece potranno rilassarsi nel fossato del Castello ed assistere a spettacoli di artisti di strada.

La manifestazione si apre alle 10 e chiude alle 18. L’ingresso è gratuito. Nella stessa fascia oraria, dalle 10 alle 18, all’interno del Castello di Malpaga ci sarà la possibilità di effettuare visite guidate a pagamento. I visitatori avranno l’occasione di scoprire i segreti del Castello con i racconti delle guide vestite in abiti medievali e ammirare i bellissimi affreschi presenti all’interno delle Sale. Il costo è di 7 euro per gli adulti e di 4 euro per i ragazzi dai 6 ai 12 anni. Fino ai 5 anni la visita guidata è gratuita.


Il vino si compra al supermercato, ma su bottiglioni e brik vincono le denominazioni

vino supermercatoGli italiani comprano il vino soprattutto nei supermercati: nel 2016 hanno acquistato sugli scaffali 500 milioni di litri, spendendo 1 miliardo e mezzo di euro. E il 60% di questi acquisti è rappresentato dai vini con riferimento territoriale (Docg, Doc, Igt), il comparto che cresce di più: + 2,7% nel 2016 e + 4,9% nel primo bimestre 2017 (a volume). Si ricercano sempre più la qualità ed i legami col territorio. Cantine e insegne della Grande distribuzione sono pronte a migliorare la collaborazione per soddisfare questa domanda dei consumatori.

È quanto emerso oggi a Vinitaly nel corso della 13° tavola rotonda organizzata da Veronafiere sul tema del vino nella Grande distribuzione in cui sono state presentate la ricerca dell’istituto IRI e una relazione su Brexit e Vino di Alex Canneti, direttore delle vendite off-trade della Berkmann Wine Cellars di Londra.

La ricerca dell’IRI ha delineato i cambiamenti in atto nelle abitudini dei consumatori. Diminuiscono gli acquisti dei bottiglioni da un litro e mezzo, dei vini sfusi, delle damigiane, e dei brik, mentre la bottiglia da 75 cl è sempre più regina del mercato. I vini fermi sono più richiesti dei vini frizzanti, che probabilmente risentono del boom degli spumanti (+7% nel 2016). Crescono rapidamente anche i vini biologici, una proposta ancora di nicchia nella Grande distribuzione. Cambiamenti influenzati anche dal graduale ricambio generazionale e dal rinnovato interesse dei giovani per il vino. Gli studi IRI sul comportamento dei consumatori nella Grande distribuzione evidenziano che l’86% di essi è propenso a sperimentare nuovi prodotti, si informa sulle novità a scaffale, spesso sui siti web di settore (il 33%).

«Siamo sulla strada giusta, auspicata da tempo – ha detto Cesare Cecchi, consigliere di Federvini (Chianti Cecchi), nel suo intervento in tavola rotonda -. Non dobbiamo assolutamente tradire questa qualità che viene cercata dal consumatore, sarebbe un errore imperdonabile. Le cantine devono continuare a ricercare la qualità del prodotto, senza accettare scorciatoie, e i distributori devono incoraggiare la produzione a proseguire su questa strada».

Un rapporto, quello tra produttori e distributori, che è molto migliorato negli ultimi anni, ma è possibile fare di più, come ha ricordato Gabriele Nicotra, direttore Acquisti Unes Supermercati (Gruppo Finiper): «Persiste da parte di alcune cantine importanti una diffidenza verso la Grande Distribuzione, che evitano una relazione diretta con le insegne distributive pur sapendo che a volte il loro prodotto ci arriva tramite canali non ufficiali. Questo è un peccato, soprattutto per il consumatore che ormai cerca anche i prodotti di pregio sugli scaffali dei supermercati».

Tuttavia l’asse portante della collaborazione tra cantine e insegne distributive è rappresentato dalle imprese medie piuttosto che dalle grandi case vinicole, secondo Eugenio Gamboni, direttore commerciale del Gruppo Vegè: «Un asse da consolidare, composto prevalentemente da piccole e medie imprese, legate da conduzioni famigliari, a volte provenienti da generazioni, con le quali si discute e ci si confronta liberamente, distanti dal mondo molto più complesso della grande industria e delle multinazionali».

Si è dichiarato ottimista il consigliere dell’Unione Italiana Vini, Emilio Pedron (Bertani Domains): «Negli anni di grande crescita, la proposta d’acquisto nella GDO è stata più facile e legata molto alla convenienza. Oggi anche il vino nel canale moderno si può definire un prodotto maturo e l’acquisto del vino nella GDO è lo specchio fedele del mutamento dei consumatori e dei loro stili di acquisto».

Tra le cantine espositrici a Vinitaly, intanto, è affiorata la preoccupazione sulla incertezza sui mercati britannico e statunitense, un tema affrontato da Alex Canneti della Berkmann Wine Cellars di Londra: «La Brexit è una sfida per le vendite dei vini italiani poiché l’Australia, il Sud Africa e la Nuova Zelanda saranno i primi Paesi a istituire trattati bilaterali con il Regno Unito. L’unica soluzione a questa minaccia è consentire al Regno Unito un periodo di 10 anni per condividere gli stessi oneri doganali dell’Unione e negoziare un trattato di libero commercio. Quindi tutto dipenderà da come evolverà il negoziato post Brexit tra UK e UE».

«Ma le potenzialità per l’export di vino italiano nella Grande distribuzione britannica (le insegne Majestic and Waitrose in primis) sono grandi – ha aggiunto Canneti – non solo per le bollicine, ma anche per il vino rosso. Pensiamo al Cannonau, al Passimento/Amarone, al Chianti Classico, al Veneto Classico e ai morbidi e succosi vini siciliani e pugliesi. Buone anche le prospettive dei nuovi bianchi di tendenza, come il Fiano, il Vermentino, il Pecorino e il Grillo. E non dimentichiamo il successo che si registra da anni delle “fantasy label”.

 


“Libri per sognare” conquista i piccoli lettori. Ascom pronta al bis

“Libri per sognare in Città alta” centra il suo obiettivo. Si è chiusa con oltre 5mila visitatori e laboratori tutti sold out la prima edizione del festival di letteratura per bambini promosso dal Gruppo librai e cartolibrai di Ascom Bergamo Confcommercio con la collaborazione del Museo di scienze naturali Caffi e il patrocinio del Comune di Bergamo.

Tanti gli ospiti, le letture, i momenti di intrattenimento per un evento che ha coinvolto più di 700 i bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni ed è pronto a diventare una tradizione nel palinsesto delle manifestazioni culturali della città. A cominciare dall’appuntamento più atteso, la Notte Bianca, che ha offerto a un emozionato gruppo di piccoli lettori insonni un’esperienza da ricordare. Nelle aule del museo si sono alternati autori conosciuti e apprezzati: Sergio Guastini, Giuseppe Festa, Luigi Garlando (Premio Strega per ragazzi e ragazze 2017), Oreste Castagna con il suo apprezzatissimo Cartastorie, Chiara Frugoni e Felice Feltracco, Alessandra Beltrami di Gamec, Promoscuola e le scrittrici bergamasche Elide Fumagalli (Premio Andersen Baia delle favole 2016 ) e Vanessa Bonacina che ha proposto insieme all’Associazione Angelman onlus una apprezzatissima lettura in Comunicazione aumentativa alternativa, dimostrando che la lettura è per tutti.

Vincente anche la scelta della location che ha permesso a molti bambini e genitori di scoprire e conoscere il museo per la prima volta.

«I risultati sono andati oltre le aspettative –  dice Cristian Botti, presidente del Gruppo librai e cartolibrai di Ascom Bergamo Confcommercio –. Siamo soddisfatti dell’attenzione che ha avuto il festival perché crediamo fermamente nell’importanza di far crescere i lettori di domani con proposte di qualità. Siamo contenti anche perché è stata l’occasione per promuovere la categoria delle librerie che rappresentano un importante presidio culturale e la lettura».

Sotto i portici della Cittadella, infatti, con i consigli esperti dei librai Ascom Bergamo è stato possibile conoscere e acquistare i libri più interessanti dell’editoria per l’infanzia.

«Il Festival ha superato la prova debutto a pieni voti e dimostrato che il binomio bambini e libri di qualità è azzeccato – commenta Giorgio Lazzari, responsabile dell’evento per Ascom Bergamo -. Dobbiamo ringraziare il gruppo di lavoro della nostra associazione che ha dimostrato cosa si può organizzare con la passione e l’amore per il proprio lavoro, lo staff del Museo Caffi e gli studenti dell’Istituto Fantoni che hanno collaborato alle due giornate, l’assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo per il patrocinio, l’Associazione Angelman, Nati per leggere e la rete bibliotecaria bergamasca. Tutte queste sinergie ci hanno consentito di proporre eventi di alto livello. Ringraziamo anche gli sponsor: Fogalco, Le Due Torri, Fondazione Credito Bergamasco e Federazione Autotrasportatori italiani sezione Bergamo e La Marianna per il sostegno.  Chiusa questa prima esperienza ora siamo già al lavoro per creare una seconda edizione ancora più bella».


Sacbo, critiche alla campagna comparativa di Alitalia

bannerAlitaliaL’Aeroporto di Milano Bergamo sfrutta nel migliore dei modi la sua posizione baricentrica sull’asse nord-est della Lombardia, che lo rende comodamente accessibile, in particolare attraverso l’autostrada A4. Il servizio di trasporto pubblico su gomma, con oltre 120 corse giornaliere da e per la stazione centrale di Milano e tempi di percorrenza di 50’, agevola il collegamento con il capoluogo regionale. A fronte dell’evidente efficienza raggiunta dall’Aeroporto di Milano Bergamo nella intermodalità, la home page del sito web di Alitalia ospita il banner “Milano Linate: l’aeroporto già in città”, in cui si attribuisce un tempo di percorrenza stradale fino a 90 minuti per raggiungere da Milano l’aeroporto di Bergamo.

Si tratta di indicazioni palesemente non veritiere, in quanto i servizi continui di trasporto con bus di linea da piazza Luigi di Savoia (antistante la stazione di Milano Centrale) garantiscono un tempo di percorrenza di 50’ con l’aerostazione di Bergamo. E’ chiaro, peraltro, che i tempi di viaggio con automobile sono normalmente ridotti rispetto all’autobus. A sostegno delle proprie tesi, Alitalia produce un video in calce alla pagina web, in cui sono riportati i dati di un test di viaggio (riferito, si legge, alla giornata di un lunedì e a un orario di punta: le 08:00 del mattino) “dall’aeroporto di arrivo a piazza Duomo”, in realtà raffrontati da diversi punti della città di Milano e ancora una volta e genericamente con tempi variabili, anche di oltre 100 minuti.

SACBO stigmatizza l’operazione di marketing comunicativo di Alitalia come tentativo mal riuscito di dissuadere l’utenza dei passeggeri a servirsi dell’Aeroporto di Bergamo, che, al contrario, continua ad essere preferito anche da chi si muove da e per Milano, utilizzando sia i collegamenti con bus, operati con puntualità e a basso costo, sia il mezzo privato, usufruendo di parcheggi comodi e regolati dalle tariffe più basse.