A maggio i commercianti vestono Bergamo di fiori

bergamo in fiore locandinaPerché vestirsi a festa solo a Natale? I commercianti di Bergamo hanno scelto di farlo anche a maggio, celebrando la bella stagione e la voglia di godersi la città e i suoi negozi attraverso quanto di più coreografico ci sia: i fiori.

Nasce così “Bergamo in Fiore – Maggio un mese di colori”, la nuova manifestazione del Distretto urbano del commercio, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, che regala alle vie dello shopping fresche atmosfere tutte da scoprire.

L’evento si articola in quattro diversi momenti nei quali ogni area del Distretto fa spazio ad un colore. Si comincia da Borgo Palazzo, che si vestirà di rosso dal 6 al 12 maggio, per proseguire con il giallo di Borgo Santa Caterina dal 13 al 19, il rosa di Città alta dal 20 al 26 (è anche il periodo nel quale passerà il Giro d’Italia, in perfetta nuance), per finire con un tripudio floreale del centro, che si tingerà di bianco con richiami di rosso, giallo e rosa, dal 25 al 28 maggio.

Il Comune di Bergamo offrirà installazioni floreali nelle aree di verde pubblico. Ne sono previste due in Borgo Palazzo, tre in Borgo Santa Caterina e in Città alta e una decina in centro. I negozianti, invece, sono invitati a dotarsi dello speciale kit (al costo di 50 euro) che comprende una composizione da posizionare all’esterno del negozio, vicino all’ingresso, la vetrofania e la locandina della manifestazione. Sono inoltre chiamati a dare libero sfogo alla creatività interpretando il tema cromatico-floreale della propria area anche nell’allestimento delle vetrine.

Il progetto è coordinato e supervisionato da Emiliano Amadei, vicepresidente del Gruppo Fioristi dell’Ascom di Bergamo, campione regionale e nazionale d’Arte Floreale e rappresentante dell’Italia alla Coppa Europa d’Arte Floreale. Come accaduto con le luci di Natale, anche questa iniziativa promette scorci originali e suggestivi da immortalare in selfie e scatti fotografici, che potranno essere condivisi sulla pagina Facebook del distretto e con l’hastag #BergamoInFiore.

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Roberto Ghidotti

«Bergamo in Fiore è una nuova iniziativa all’interno della strategia di eventi e comunicazione del Duc per promuovere e valorizzare il tessuto commerciale della città – afferma il presidente Roberto Ghidotti -. La manifestazione prende spunto dalla positiva esperienza realizzata dai commercianti del centro nel 2016 ed è stata pensata in un’ottica integrata che coinvolga e valorizzi tutte le aree del Distretto: centro, Città alta, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina. È una formula che vuole cementare l’unione tra le quattro zone, con una modalità semplice e colorata, ma di grande effetto». «L’evento – prosegue – si inserisce all’interno di un calendario annuale del Duc ricco di appuntamenti tra i quali spiccano la seconda edizione, a giugno, del Bergamo Shopping Master ossia il concorso a premi per i clienti dei negozi della città, un nuovo e speciale evento sul tema della moda, a settembre, e il progetto delle luminarie nel periodo natalizio».

Nessun problema per la collocazione sul suolo pubblico delle composizioni floreali. In occasione della manifestazione, il sindaco Gori ha infatti autorizzato il posizionamento delle fioriere all’esterno degli esercizi commerciali nelle quattro aree coinvolte. Invitando i titolari dei negozi a partecipare secondo le modalità previste dal progetto, il provvedimento ricorda che dovranno essere rispettate le norme del codice della strada, in particolare, non potranno essere collocati nastri o decorazioni sui semafori e su ogni altro tipo di impianto segnaletico. Le composizioni floreali all’esterno delle attività commerciali dovranno, inoltre, garantire uno spazio libero di almeno 1,5 metri per non intralciare il transito dei pedoni.


Premio Francesco Arrigoni, la quinta edizione alla Onlus “Francesca Pecorari”

La quinta edizione del Premio Francesco Arrigoni andrà, quest’anno, alla “Francesca Pecorari Onlus”, Fondazione friulana nata dopo il tragico incidente stradale in cui, nel 2002, perse la vita Francesca Pecorari, figlia di Alvaro, titolare dell’azienda agricola Lis Neris (San Lorenzo Isontino, Gorizia). La Fondazione è attiva in numerosi progetti a sostegno dell’infanzia svantaggiata in Africa e nel Sud-Est asiatico. E per supportare queste attività, insieme alla cantina Lis Neris, ha dato vita anche al progetto “Fatto in paradiso”, vino in edizione speciale per alimentare la raccolta fondi. La consegna del premio si terrà il 4 maggio, alle 18,30, all’Abbazia di Fontanella, a Sotto il Monte. Alle 20 seguirà la cena al Cavril, 55 euro a persona che andranno a rendere più corposo il premio in memoria del giornalista enogastronomico scomparso all’improvviso all’età di 52 anni.

La cena sarà firmata dai ristoranti di InGruppo, con il contributo anche di alcune aziende agroalimentari del territorio e di cantine che sin dall’inizio hanno sostenuto il premio. Il menù prevede: aperitivo di benvenuto a cura dell’agriturismo Cavril, Consistenze di verdure con erbe e fiori del Ristorante Loro di Trescore Balneario, Casoncelli della Bergamasca dell’Antica Osteria dei Camelì di Ambivere, Trippa in umido del ristorante Lio Pellegrini di Bergamo e Panna cotta di latticello con meringa e gelato al moijto proposto dal ristorante Da Vittorio. Durante la serata verrà organizzata una lotteria con in palio vini e prodotti gastronomici offerti dalle cantine, dagli artigiani e da chiunque voglia dare il suo contributo al premio.


Olio alimentare esausto, in città installati 31 punti di raccolta

Olio_esaustoÈ terminata l’installazione dei 31 punti di raccolta dell’olio alimentare esausto in città, frutto dell’impegno dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Bergamo. Non sarà dunque più necessario recarsi alla piattaforma ecologica di via Goltara per smaltire correttamente l’olio alimentare, potrà essere conferito nei punti di raccolta direttamente all’interno di bottiglie di plastica. Solo l’olio alimentare può essere conferito in questi punti di raccolta; l’olio minerale (gasolio, olio per motori, etc.) può essere riciclato ma deve essere conferito separatamente alla piattaforma ecologica. I punti sono situati tra gli altri presso centri terza età, scuole, supermercati, sono presenti in diversi quartieri in modo da raggiungere più cittadini possibile.

Il progetto è stato realizzato con l’obiettivo di contrastare l’inquinamento prodotto dall’olio alimentare esausto non correttamente smaltito. Ogni anno ciascun cittadino produce circa 5 chili di olio derivante dalla conservazione di alimenti, dalla cottura di cibi, metà del quale non viene recuperato, con effetti molto gravi: un chilo di olio inquina 1000 metri quadrati di acque superficiali, e un litro di olio rende non potabile 1 milione di litri di acqua, sufficiente per il consumo di una persona per 14 anni. “È un risultato molto importante per la nostra città” ha affermato l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà, “prosegue dunque il nostro impegno nel contrasto anche dell’inquinamento prodotto da piccoli gesti quotidiani e domestici, come prendere l’auto per brevi distanze o scartare l’olio nel lavandino. Facilitando il corretto smaltimento, che in effetti precedentemente risultava essere un po’ macchinoso, vogliamo venire incontro al cittadino e invitarlo a collaborare con noi nel contrasto dell’inquinamento domestico. Voglio infine ringraziare, oltre ai collaboratori dell’assessorato, Aprica A2A, la collaborazione con la quale ha reso possibile la realizzazione di questo importante progetto”.

La lista completa dei punti di raccolta è visibile qui: http://bit.ly/2pkj7ce


«Bergamo ha un ricco patrimonio caseario, ma non siamo capaci di valorizzarlo»

È stato uno degli ambasciatori più preziosi dell’agroalimentare italiano nel mondo Gianluigi Zenti, bergamasco doc (nativo di Zù di Riva di Solto) noto soprattutto per aver sviluppato il mercato americano per il gruppo Barilla (ha anche gestito per Barilla l’«Academia» di Parma, biglietto da visita della cultura gastronomica italiana nel mondo). Ora è tornato in Bergamasca per sviluppare un progetto ad ampio raggio che, partendo dai prodotti della Cooperativa di Vigolo (il formaggio Monte Bronzone in primis), potrebbe in futuro essere in grado di ampliare la sua azione verso altre realtà importanti del food and beverage, col successivo coinvolgimento di attività turistiche e di accoglienza. Sfida affascinante e coraggiosa per il nostro manager caseario, che potrebbe smuovere le acque di un comparto che negli ultimi anni, anche grazie a Expo, ha fatto passi da gigante, ma che poche volte in passato ha avuto una strategia comune ed è stato in grado di fare rete.

Dottor Zenti, lei torna in Bergamasca con obiettivi ambiziosi…

«Ora mi occupo di sviluppo, promozione e difesa dell’identità della cultura enogastronomica italiana attraverso progetti di formazione e internazionalizzazione di imprese italiane all’estero. Nello specifico in Bergamasca mi sto occupando del rilancio del caseificio di montagna della cooperativa agricola Monti e Laghi e di promozione dell’incoming turistico sul lago d’Iseo. Nella stagione estiva 2016 abbiamo portato oltre 600 turisti stranieri provenienti da Regno Unito, Germania, Olanda, Stati Uniti, Danimarca, Francia, Australia, Giappone, Israele, Russia».

L’agroalimentare è una risorsa che potrebbe avere potenzialità superiori nella nostra provincia?

«L’agroalimentare è un asset importantissimo nella Bergamasca, ma fino ad ora poco valorizzato. I settori su cui si è messa maggiore enfasi sono sempre stati industria, costruzioni e servizi mentre su agroalimentare e turismo non sono mai stati fatti investimenti importanti. Il nostro territorio possiede una forte identità caratterizzata dalla sua storia, dalla sua cultura e dalla sua conformazione geografica che lo distingue in modo particolare. Olio, riso, farine, prodotti ittici, salumi, vini e formaggi sono un fiore all’occhiello frutto della nostra tradizione gastronomica ma poco conosciuti e valorizzati sia a livello locale che nazionale e internazionale».

La necessità di fare rete tra produttori, ma anche fra territori è basilare: cosa manca a Bergamo su questo fronte?

«La rete tra produttori e territori è uno strumento tattico ma non strategico. I bergamaschi sanno bene che prima di costruire la casa serve un progetto ben fatto. Per seguire una direzione condivisa è necessario avere una vision, una mission e una strategia chiara con obiettivi misurabili e ruoli/responsabilità chiaramente attribuiti».

Bergamo è la capitale dei formaggi Dop con 9 prodotti, facciamo abbastanza per promuoverli?

«Continuiamo a raccontarci che l’Italia è il paese più bello del mondo, ricco di cultura, cibo, moda, design, mobili, auto di lusso etc. ma siamo arrivati nel 2017 senza essere stati in grado di valorizzare in maniera efficace queste ricchezze mentre la concorrenza di altri paesi sta rubando l’identità dei prodotti italiani. Ad esempio oggi il Grana Padano è la prima Dop Italiana al mondo ma è anche la più contraffatta: oltre il 70% del Grana venduto in America con il nome “parmesan” non è un prodotto italiano ma un prodotto americano commercializzato da una multinazionale. Questo dimostra che anche se il prodotto si rende disponibile su un determinato mercato, senza un’adeguata formazione il consumatore non è in grado di distinguerne la qualità e l’origine. In queste situazioni ha campo fertile la contraffazione e quindi la difesa legale diventa indispensabile per tutelare l’identità dei nostri prodotti».

Stracchino BronzoneQuindi esiste un problema d’identità e ancor prima di comunicazione?

«Esatto. Non basta esistere ma bisogna saper comunicare di esistere. Questo vale in particolar modo per i nostri formaggi. Di 9 Dop solo 4 sono conosciuti a livello nazionale e poco a livello internazionale. Anche il Grana Padano ha una notorietà pari a circa la metà del Parmigiano Reggiano nonostante abbia un fatturato di oltre il doppio».

Monte Bronzone, ma anche Agrì o altre chicche casearie, come il blu di bufala o alcune formaggelle: in che modo sviluppare il business di questi formaggi? Non ci si muove troppo in ordine sparso?

«“Chi fa da se fa per tre” è un detto molto sentito nella Bergamasca ma in un mondo sempre più globalizzato non si può più pensare di andare in ordine sparso. Serve un coordinamento ed è necessario individuare in quali mercati/canali si vuole agire da soli ed in quali creare delle sinergie tra pubblico e privato. Ingredienti essenziali per poter raggiungere risultati positivi rimangono comunque competenze e investimenti. Come già menzionato c’è scarsa conoscenza dei nostri prodotti e del loro utilizzo ed è quindi sempre da qui che bisogna partire. Con i prodotti del Monte Bronzone abbiamo cominciato a sviluppare ricette per aiutare le persone a trovare nuovi modi di utilizzo oltre alle modalità di consumo tradizionali».

Il progetto Erg 2017, che vede Bergamo capofila, potrebbe davvero portare giovamenti al nostro food? Quali gli errori da non commettere?

«Non conosco il progetto Erg nel suo dettaglio, ma da quanto ho letto mi sembra il giusto approccio per creare sinergie tra agroalimentare e turismo enogastronomico. All’aggregazione delle informazioni devono seguire azioni concrete e accordi per stimolare ulteriormente i flussi turistici e il consumo di prodotti enogastronomici. Per poter studiare e portare a termine con successo attività di questo tipo occorrono esperienza e competenze specifici. Il rischio è che non vi siano risultati sostanziali in tempi brevi».


Alcol, l’allarme dell’Ats di Bergamo: “Il consumo è sempre più giovane”

Elvira BeatoAumentano il consumo occasionale di alcol (dal 38,8% del 2006 al 43,3% del 2016) e il consumo lontano dai pasti (dal 26,1% al 29,2%). A eccedere più frequentemente sono gli over 65, i giovani di 18-24 anni e gli adolescenti di 11-17 anni. La popolazione giovane è quella più a rischio per il binge drinking, ovvero consumare 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione. Una tendenza certificata dall’Istat nel 2016 e rilevata anche in provincia di Bergamo: lo studio ESPAD commissionato da Ats Bergamo all’IFC-CNR di Pisa con la collaborazione del suo Osservatorio Dipendenze, mostra come tra i 15 e i 19 anni diminuisca in generale il consumo di alcol (dall’82% del 2011 al 79% del 2016), ma aumenti il consumo fuori pasto e occasionale, anche tra minorenni. L’86,2% degli studenti ha assunto bevande alcoliche almeno una volta nella vita, il 54,8% dei minorenni ha consumato alcol negli ultimi 30 giorni e il 4,5% lo ha fatto frequentemente nel 2016 (20 o più volte). Il 42,5% degli studenti della provincia ha riferito di aver bevuto alcolici al punto di camminare barcollando, di non riuscire a parlare correttamente, di vomitare e/o di aver dimenticare l’accaduto. Non solo: l’Indagine HBSC1 sulla popolazione studentesca della Lombardia di 11, 13 e 15 anni, mostra come l’approccio al consumo di alcol sia estremamente precoce. Nel 2014 dichiara di bere “attualmente” alcolici il 30,3% degli 11enni, il 57,4% dei 13enni e il 79,4% dei 15enni. Beve ogni settimana l’1,9% degli 11enni, il 6,5% dei 13enni, il 25,9% dei 15enni. Il 3,9% degli 11enni dichiara di essersi ubriacato almeno una volta nella vita e il 7,8% di aver avuto almeno un episodio di binge drinking.

Dati sui quali Ats Bergamo invita a riflettere anche grazie alle numerose iniziative organizzate in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2017, del “National Alcohol Screening Day”, e più in generale del mese di aprile, interamente dedicato alle tematiche alcol-correlate. «Il cambiamento delle modalità di consumo è preoccupante – afferma la Elvira Beato, responsabile U.O. Osservatorio e Appropriatezza Direzione Sociosanitaria Area Dipendenze -: viene meno la tradizione italiana, con il consumo di alcol ai pasti, e si fa strada la cultura nord europea fatta di un consumo elevato di bevande alcoliche lontano dai pasti. Inoltre, assistiamo al fenomeno del Binge Drinking: un terzo degli studenti della provincia di Bergamo ha riferito di averlo fatto almeno una volta nell’ultimo mese. Tale comportamento riguarda anche soggetti giovanissimi (20,6% dei 15enni) e ha coinvolto il 28,4% dei minorenni. Spiace, dunque, constatare che nonostante la legge vieti il consumo dell’alcol tra i minori, non solo vi sia consumo, ma anche abuso». “Per questo, Ats Bergamo continuerà a monitorare i comportamenti di consumo di alcol tra adolescenti e giovani, rafforzando la collaborazione con i gestori dei locali e promuovendo specifici programmi preventivi – dichiara Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo -. In particolare, proseguiranno i progetti di prevenzione nelle scuole che complessivamente coinvolgono in quest’anno scolastico, 72 Istituti scolastici, più di 500 docenti e oltre 14.000 studenti, e nei luoghi del divertimento serale e notturno saranno rafforzate le iniziative promosse dal Tavolo provinciale Notti in Sicurezza, come “SAFE DRIVER”, interventi finalizzati a promuovere la pratica dell’autista designato”.

 

 


Ponte San Pietro, i commercianti festeggiano la primavera con i fiori

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Ponte San Pietro festeggia la primavera con un nuovo appuntamento. Si chiama “Ponte in fiore” ed è la prima iniziativa della nuova associazione “Noi commercianti di Ponte” realizzata con il patrocinio del Comune. Per due giorni – domenica 30 aprile e lunedì primo maggio – i negozi saranno aperti gli esercenti coloreranno via Vittorio Emanuele, piazza Libertà, piazza Moiana e via Piazzini di composizioni floreali e proporranno iniziative, laboratori e spettacoli con l’obiettivo di promuovere i fiori, le piante e la natura e rendere la cittadina più bella.

Il programma si aprirà domenica, alle 14, in piazza Moiana con una passeggiata sull’isolotto, mentre alle 16, allo Stall Lonc sarà offerta una merenda e la sera, a partire dalle 21 piazza Libertà ospiterà lo spettacolo musicale “Musica e…” in ricordo di Paolo Brena (il ricavato sarà devoluto all’Airc Associazione italiana ricerca sul cancro). Lunedì, alle 14, presso il ponte sarà proposto un laboratorio artistico dal titolo “Decoriamo il ponte”, aperto a tutti; e dalle 17 alle 23 in via Vittorio Emanuele si alterneranno concerti dal vivo. Alle 23 gran chiusura con l’anteprima dell’illuminazione del fiume Brembo.

Nel corso delle due giornate ci saranno infine passeggiate in calesse, laboratori floreali e discipline olistiche, un’area bambini e un punto relax (al Parco Ubiali) e aree picnic (al Parco, in piazza Moiana e allo Stall Lonc).

 


Start up, il concorso che mette in luce le idee più innovative

startup-business-conceptSiete una start up innovativa e volte mettervi in luce? Allora potere partecipare alla start up competition di Regione Lombardia e della rivista Wired. La “call” è dedicata a chi opera nei settori Agricoltura/Food, Design, Fashion, Sport, Health, Mobility, Innovazione sociale, Turismo, Fintech.

Per partecipare occorre compilare, entro il primo maggio, l’apposito form di registrazione sul sito Wired.it. Nella domanda bisognerà descrivere l’attività e il team di lavoro, indicare il settore di appartenenza, illustrare il business plan e il possibile impatto sul mercato. È inoltre richiesto di allegare un breve video di presentazione e un tweet di massimo 100 caratteri. Sono invitate a partecipare anche le start-up in fase di lancio.

A seguire, una giuria composta da rappresentanti della Regione Lombardia e da redattori di Wired decreterà le nove startup finaliste (una startup finalista per ciascun settore innovativo di appartenenza), che saranno ospitate all’interno di uno “startup village” di Wired e Regione Lombardia allestito durante il Wired Next Fest di Milano (nelle giornate del 26, 27, 28 maggio 2017). Alla selezione delle nove start up finaliste contribuirà anche la votazione tramite la piattaforma regionale Open Innovation, una piattaforma, accessibile su iscrizione, che ad oggi raccoglie più di 5.000 iscritti tra accademici e professionisti.

Vincitrice del contest sarà la start-up che avrà ottenuto il punteggio più alto tra le nove finaliste e un suo rappresentante sarà invitato sul palco del Wired Next Fest, dove sarà protagonista di un talk e iscritto nel palinsesto ufficiale dell’evento. È infine prevista la pubblicazione di un contenuto dedicato a tutte le startup finaliste sul sito Wired.it.


Sul lago Garda è l’ora di Fish & Chef: sei cene d’autore con i prodotti del territorio

fish & chef

I grandi prodotti del Lago di Garda incontrano celebri nomi della cucina italiana contemporanea. Dal pesce d’acqua dolce alla garronese veneta, dai vini delle denominazioni del Custoza e della Valtènesi all’olio extravergine d’oliva Dop del Garda: dal 23 al 28 aprile le eccellenze del Lago torneranno ad essere le protagoniste di Fish&Chef, la rassegna ideata Leandro Luppi ed Elvira Trimeloni, che nel 2017 ha raggiunto l’ottava edizione.

Cinque gli chef cui quest’anno è stata lanciata la sfida di raccontare e valorizzare i prodotti enogastronomici del Lago attraverso un menù degustazione servito in altrettante cene in alcuni dei più esclusivi hotel sulle tre sponde del Garda.

Si comincia domenica 23 aprile con Paolo Trippini del Ristorante Trippini, ospite dell’Hotel Bellevue San Lorenzo di Malcesine, per poi spostarsi sulla riva lombarda lunedì 24 aprile, dove al Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera arriverà Silvio Battistoni del Ristorante Colonne. Martedì 25 aprile sarà la volta di Vinod Sookar di Al Fornello da Ricci, ospite dell’Aqualux Hotel spa e Suite di Bardolino, seguito da Andrea Tonola del Ristorante Lanterna Verde, che mercoledì 26 aprile animerà le cucine dell’Hotel Lido Palace di Riva del Garda e da Paolo Donei di Malga Panna, che giovedì 27 aprile si esibirà al Palazzo Arzaga di Calvagese della Riviera.

Il gran finale nella serata di venerdì 28 aprile, quando all’Hotel Regina Adelaide di Garda si terrà la cena realizzata a otto mani da quattro chef del Dream Team del Garda: Leandro Luppi del ristorante Vecchia Malcesine di Malcesine; Stefano Baiocco, chef del ristorante di Villa Feltrinelli di Gargnano; Andrea Costantini del Ristorante Regio Patio di Garda e Matteo Felter del Ristorante Fagiano di Gardone Riviera.

La particolarità dell’evento è anche nel servizio in sala. Per ogni serata uno chef del Dream Team del Garda girerà tra i tavoli raccontando ai convitati i piatti ed i vini scelti in abbinamento a ciascuna portata. La figura del maître di sala tornerà così in primo piano accanto a quella dello chef e, soprattutto, in questo modo verrà sancito il legame che unisce a doppio filo gli chef del Garda ai loro colleghi da tutta Italia. Se a questi ultimi spetterà il compito di interpretare e rileggere con una nuova chiave i prodotti tipici del territorio gardesano, ai primi verrà affidato il compito di raccontare al pubblico i menù proposti. Le novità presentate in anteprima durante le serate sono, infatti, piatti nati dalla commistione della materia prima locale con le diverse esperienze portate dai loro colleghi.

Il costo della cene è di 80 euro. Le prenotazioni per le cene e i pernottamenti devono essere effettuate direttamente negli alberghi.


Il 25 aprile c’è “Lovere in fiore”, il Comune invita residenti e commercianti a colorare il borgo

lovere in fioreMartedì 25 aprile in piazza XIII Martiri ritorna “Lovere in fiore”, la rassegna florovivaistica promossa dall’amministrazione comunale con la Consulta Lovere Iniziative.i la piazza centrale della cittadina sebina si trasformerà in una elegante serra a cielo aperto dove si potranno ammirare e acquistare fiori e piante da esterno e da interno. La manifestazione, giunta alla seconda edizione, rappresenta una ghiotta occasione non solo per gli amanti del settore, ma anche per coloro che non hanno il pollice verde e desiderano un consiglio esperto.

Grazie alla presenza di alcuni florovivaisti i visitatori potranno acquistare colorati fiori da esporre sui propri balconi e negli angoli caratteristici del paese. L’invito dell’Amministrazione è rivolto in particolare a residenti e commercianti perché approfittino dell’iniziativa per rendere ancor più accogliente il borgo di Lovere in occasione dei numerosi eventi inseriti nel programma estivo.


Il futuro dei negozi? Passa da e-commerce e capacità di collaborare

negozio e on line

Terziario sempre più vitale per competere e crescere, a patto di lavorare insieme e di investire. È quanto emerge nella presentazione dell’indagine Terziario Futuro 2020 a cura di CFMT, il Centro di formazione management del terziario nato nel 1994 per iniziativa della Confcommercio e Manageritalia.

Lo scenario costruito con il metodo Delphi e l’apporto di dieci esperti guarda al 2020 e mostra quali saranno le opportunità e i rischi che riguardano la rivoluzione del settore. L’economia del web continuerà a contenere due tendenze complementari: favorirà una struttura del mercato oligopolistica, a volte monopolistica, ma nello stesso tempo stimolerà la nascita di “killer application” capaci di mettere in discussione le regole del gioco, come spiega il sociologo Stefano Palumbo.

L’e-commerce sarà sempre più complementare del negozio tradizionale, la dimensione e la capacità di collaborare tra piccole e medie imprese sarà centrale per competere con colossi mondiali, secondo quanto illustrato a Milano nel corso dell’appuntamento giunto alla sesta edizione.Tra le maggiori evidenze a livello economico emerge che il “Made in Italy” necessiterà del terziario per mantenersi competitivo, per supportare la produzione del valore. Un contributo che va dal concepimento del prodotto alla sua comunicazione; la necessità di fare “massa critica” sulle competenze organizzative stimolerà partnership e alleanze.

Il piano Industria 4.0, pur apprezzato dagli esperti, si rivelerà complesso per deficit di competenza e di fiducia. L’Italia avrà difficoltà in funzione delle ridotte dimensioni delle imprese, inoltre le pmi «presenteranno il limite di una scarsa attitudine alla collaborazione». Sarà determinante «il ruolo di stimolo dell’attore pubblico che dovrà basarsi sulla promozione della cultura digitale e sulla trasformazione della Pa». Altro limite sarà la mancanza da parte di molte imprese «delle competenze per utilizzare la sempre più ampia disponibilità di Big Data».

Sul fronte del lavoro, la sostituzione tecnologica delle persone accelererà per la maggiore offerta di tecnologie, l’effetto sostituzione colpirà più le imprese che le categorie professionali: a un 20% di imprese al riparo da rischi farà da contraltare una grande quota destinata a soccombere. La necessità di riqualificare le risorse umane sarà quindi di grande importanza: saranno poche le professioni che scompariranno definitivamente – nell’ordine del 10% – mentre quasi tutte le altre verranno trasformate. Non solo investimenti fisici o sul fronte della sicurezza, ma soprattutto culturali, di know how e sulle persone. «Il principale elemento negativo – si legge nell’indagine Terziario Futuro 2020 – del prossimo futuro sarà la mancanza di investimenti in innovazione e nel digitale, con la conseguente scarsa crescita del Pil. Nel triennio, anche la crescita dell’Ict continuerà a rallentare la crescita della produttività nel nostro Paese». Eppure da qui al 2020 il fabbisogno di manager e managerialità aumenterà per far fronte alla maggiore complessità dell’organizzazione aziendale e dei nuovi business. Competenze relazionali e negoziali, capacità di visione e di anticipazione, condivisione e trasferimento del know how, le caratteristiche per i manager che vogliono essere protagonisti. Si rafforzerà il welfare contrattuale, sfruttando attraverso accordi sindacali «risorse derivanti da istituti ormai obsoleti». Cresceranno le possibilità di lavoro da casa o con orari flessibili, ma lo smart working, visti i maggiori investimenti, sarà concentrato nelle aziende medio-grandi.

«Oggi saltano i confini settoriali che separavano industria e terziario. L’innovazione non è più monopolio dell’industria ed è frutto di un’inedita coabitazione tra materiale e immateriale che cambia il significato attribuito tradizionalmente all’industria e al terziario». Così Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, intervenuto a alla presentazione dello scenario Terziario Futuro 2020. «Questo ha conseguenze dirompenti sull’assetto della rappresentanza imprenditoriale e sindacale, ancorata tuttora a confini settoriali e geografici che derivano dal secolo scorso e non reggono più – sottolinea -. Per tutti i soggetti collettivi, ma specialmente per chi fa della rappresentanza imprenditoriale, del lavoro e sociale il suo “mestiere”, si apre oggi un campo di azione decisivo: portare avanti le grandi trasformazioni dei modelli di business, dei modi di lavorare, delle forme di scambio, comunicazione e commercializzazione», ha concluso Rivolta.