Agricoltura e manutenzione del verde, sicurezza e sostenibilità si fanno largo

1702 convegno agicoltura sicura upag (1)

Agricoltura e manutenzione del verde possono essere sempre più sicure e sostenibili.

Anche quest’anno l’Upag – l’Unione dei professionisti Agri Garden aderente all’Ascom di Bergamo – ha dato il proprio contributo all’informazione e all’aggiornamento dei professionisti con il convegno regionale organizzato nei giorni socrsi in collaborazione con Confai, Coldiretti e Confagricoltura provinciali.

L’auditorium della Same Deutz-Fahr di Treviglio ha confermato il pienone delle scorse edizioni con più di 400 partecipanti – tra agricoltori, contoterzisti, manutentori del verde urbano, Pubblica amministrazione ed Enti formatori – interessati a saperne di più sulle tematiche al centro dei lavori: diserbo sostenibile e prevenzione degli incendi.

La materia è complessa soprattutto perché, a distanza di tre anni dall’applicazione del Pan (Piano d’Azione Nazionale) per l’uso dei fitofarmaci, mancano chiare indicazioni operative. La direzione è comunque quella di una stretta sull’impiego delle sostanze chimiche per cui diventa sempre più importante trovare soluzioni alternative.

Come quelle, relativamente all’ambito urbano, introdotte a Verona, basate su efficaci sistemi di distribuzione che hanno consentito di ridurre i dosaggi, su interventi notturni con prodotti adeguati che hanno permesso una diminuzione del tempo di rientro a 3-6 ore e sull’utilizzo di acido pelargonico, di origine naturale ad azione spollonante e disseccante della vegetazione. Oppure il pirodiserbo, tecnica che permette di essiccare la pianta infestante senza carbonizzarla, con un impatto ambientale del tutto trascurabile, e tutte le attrezzature tecnologicamente avanzate che garantiscono interventi sempre più precisi ed efficaci.

1702 convegno agicoltura sicura upag (2)La direzione scientifica del convegno era affidata a Matteo Guerretti, agronomo e dottore di ricerca in Genio Rurale. Relatori Marco Giorgetti, presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali di Varese; Marco Magnano, coordinatore responsabile del Servizio Verde di Amia Verona Spa; Marco Mingozzi per Officine Mingozzi, azienda ferrarese specializzata nelle attrezzature per il pirodiserbo; Davide Facchinetti, ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano; Vanni Ferrari, product manager SDF Italia; Roberto Guidotti, giornalista e responsabile dell’area Tecnica di Cai – Unimaconfai. A moderare gli interventi Marco Limina, capo servizio di Mad Macchine Agricole Domani.

La tavola rotonda finale ha permesso al pubblico di approfondire ulteriori aspetti e situazioni, confermando l’evento come un’occasione preziosa per conoscere gli scenari e le normative, ma anche per migliorare l’operatività. Un ottimo risultato che stimola già da ora gli organizzatori per l’appuntamento del prossimo anno.


Ristoratori, Petronilla Frosio punta su giovani e territorio

Petronilla Frosio è stata confermata presidente del Gruppo ristoratori dell’Ascom di Bergamo per il terzo mandato. Titolare del ristorante Posta di Sant’Omobono Terme e dell’Petronilla Hotel in città, 58 anni, esponente di una blasonata famiglia di ristoratori, componente del Consiglio camerale ed ambasciatrice per Bergamo di East Lombardy, la Regione Europea della Gastronomia 2017, l’imprenditrice è affiancata da un Consiglio direttivo rinnovato con cinque nuovi ingressi e sette conferme.

Vicepresidente è stato nominato Gigi Pesenti dell’Osteria Al Gigianca di via Broseta a Bergamo, già consigliere. Le new entry, in gran parte giovani, sono Ivano Gelsomino, del ristorante Selva di Clusone, Serena Maffioli della Trattoria Da Norberto ad Albegno di Treviolo, Andrea Cadei della Trattoria Da Nano di Foresto Sparso, Carla Mangili del ristorante pizzeria Giardino di Villa d’Almé e Giuseppe Cereda di Cucina Cereda di Ponte San Pietro. Confermati Romina Bolognini (Trattoria Bolognini, Mapello), Federico Bruno (La Caprese, Mozzo), Cristian Iuliano (I sapori… di terra e mare, Bergamo), Massimo Moioli (Villa Cavour, Bottanuco), Diego Pavesi (Albergo Della Torre, Trescore Balneario) e Roberto Proto (Il Saraceno, Cavernago).

1702 petronilla frosio - presidente ristoratori Ascom«Avevo detto che mi sarei fermata dopo due mandati e resto convinta della necessità di un ricambio all’interno del Gruppo – tiene a precisare Frosio -, perché ciò che fa crescere sono le idee e le forze nuove. Mi è stato chiesto di rimanere e lo faccio con la prospettiva di avvicinare e coinvolgere altri colleghi, soprattutto giovani, alla vita associativa. So che il lavoro impegna tantissimo, siamo piccole imprese ma i compiti e gli oneri sono in pratica gli stessi di quelle grandi e perciò dedicarsi all’attività sindacale è considerato sottrarre tempo all’azienda, ma posso affermare con sicurezza che non è così, se si sta in un’associazione e si crede in ciò che si fa, si porta a casa più di quanto si dà, in termini di esperienza, ampliamento della visione, capacità di leggere dietro la facciata e di capire cosa serve per raggiungere obiettivi anche in apparenza banali».

Per ampliare la partecipazione la presidente punta su un ruolo più attivo da parte dei Consiglieri e su nuove modalità di comunicazione. «Ad esempio tramite Whatsapp e messaggi mirati – spiega -. Le informazioni certo non mancano, ma non sempre gli operatori, per la marea di incombenze di cui si diceva, riescono a cogliere ciò che può essere interessanti per la propria attività, quindi messaggi più snelli o focus su alcuni argomenti possono essere utili».

Ed è così che il suo programma è cominciato, si potrebbe dire, prima dell’insediamento, con un incontro dedicato alle opportunità in tema di lavoro, credito e accesso ai bandi per finanziamenti agevolati, con Enrico Betti, responsabile dell’area Politiche del Lavoro dell’Ascom, e Antonio Arrigoni, direttore della cooperativa di garanzia Fogalco.

Intanto il settore a Bergamo continua a crescere. A fine 2016 ristoranti, pizzerie e trattorie hanno superato quota 1.200 (1.212), con un incremento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2015, quando il totale si attestava a 1.169. In città l’incremento è superiore, si è passati in un anno da 180 a 192 insegne di ristorazione (+6,7%). Negli ultimi cinque anni il trend provinciale rispecchia quello nazionale. Nel 2012 le attività erano 1.029 per una crescita del 17,8%. A Bergamo il valore è quasi doppio (+34,3%), nel 2012 il settore contava infatti 143 imprese.

«Stanno cambiando le abitudini e si mangia sempre più spesso fuori casa – commenta Frosio – e si fanno avanti proposte e formule diverse, dalla ristorazione etnica alle grandi catene con locali da 200/300 coperti, ma ci sono anche ragazzi, talvolta con esperienze significative, che hanno scelto di mettersi in gioco e di aprire il loro primo ristorante. Il settore si sta diversificando e va bene perché sta crescendo anche il turismo ed abbiamo bisogno di un’offerta sempre più varia, per prezzi, prodotti e tipo di cucina». Ma è proprio dal moltiplicarsi delle proposte che risaltano con più evidenza la missione e le opportunità per la ristorazione “tradizionale”. «In uno scenario sempre più globalizzato, le tipicità sono quelle che servono ad un territorio per caratterizzarsi – sottolinea la presidente -, prodotti e piatti che non sono uguali a tutti gli altri e il turismo gastronomico, non dimentichiamolo, è un segmento importante del mercato a livello mondiale».

A concretizzazione a questa visione, che per Frosio è un vero e proprio “cavallo di battaglia”, c’è il progetto East Lombardy, ovvero il titolo di Regione Europea della Gastronomia che Bergamo, insieme a Brescia, Cremona e Mantova, può sfoggiare in questo 2017. «È un percorso che punta a mantenere e valorizzare le nostre radici, la nostra identità attraverso i prodotti e la cucina, l’intera filiera che va dalla terra alla tavola – ricorda -. L’aspettativa è che non si esaurisca con quest’anno ma che la sensibilizzazione e le reti realizzate su questi temi continuino, che diventi una modalità per valorizzare il proprio territorio. Certo ora tocca ai ristoratori cogliere l’opportunità, fare la propria parte».


Gestione dei torrenti, convenzione tra Regione e Consorzio di bonifica

Consorzio di bonifica“È stato approvato lo schema di convenzione tra la Regione Lombardia e il Consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca per la gestione dei corsi d’acqua del reticolo principale”. Il provvedimento è stato approvato su proposta dell’assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana di Regione Lombardia, Viviana Beccalossi.
“La Convenzione – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi – di durata annuale, rinnovabile di anno in anno, individua e disciplina le attività per le quali Regione Lombardia si avvale del Consorzio, per la gestione e manutenzione ordinaria di alcuni corsi d’acqua del Reticolo Idrico Principale, per la gestione di attività di pulizia idraulica e della georeferenziazione delle opere concesse e autorizzate, regolandone condizioni e modalità di esecuzione”.
“Con la stipula di questo documento – spiega Terzi – il Consorzio si impegna, tra l’altro, a eseguire, in raccordo con l’UTR Bergamo, la necessaria manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua del reticolo idrico principale , al fine di assicurare il buon regime delle acque che vi transitano e garantire la difesa idraulica dei territori attraversati”.
Nel dettaglio, l’elenco dei corsi d’acqua coinvolti per un totale di 108.707,3 metri.
– Torrente Dordo
– Torrente Zerra, detto anche Borgogna nel tratto da Albano nell’immissione della Roggia Borgogna nel Torrente Zerra fino a Costa di Mezzate dove parte lo scolmatore (tutto il corso).
– Torrente Seniga (dallo sbocco alla confluenza del fosso Busone)
– Rio Morla o Rio Morletta (tutto il corso fino all’altezza della cascina Valota)
– Torrente e rio Morla (dalle origini fino a Cascina Ceresola in Comune di Zanica)
– Torrente Tremana (tutto il corso).


Ubi, la banca unica è realtà. Coinvolti 6mila dipendenti

Si è concluso, con largo anticipo rispetto alle previsioni del piano industriale, il progetto “Banca unica”, con la fusione in Ubi Banca delle Popolari di Bergamo e Ancona, di Banca Carime, del Banco di Brescia San Paolo cab e della banca di Valle Camonica e le relative migrazioni sul sistema IT della capogruppo. La decorrenza degli effetti contabili e degli effetti fiscali è stata posizionata al 1° gennaio scorso e per effetto dell’emissione di nuove azioni di Ubi Banca il capitale sociale è salito a 2.443.092.155 euro. Dal punto di vista operativo, le migrazioni hanno riguardato un totale di circa 1.150 filiali e punti operativi, 8.300.000 anagrafiche di clientela, 2.450.000 conti correnti, 1.470.000 depositi titoli e hanno coinvolto circa 6mila dipendenti nella fase preparatoria e post migrazione.


Incubatore d’impresa, otto le nuove startup entrate a gennaio

Sono otto le nuove idee d’impresa o startup entrate a gennaio nell’Incubatore d’impresa di Bergamo Sviluppo, localizzato all’interno del Point di Dalmine (Polo per l’innovazione tecnologica della provincia di Bergamo). Le startup e i progetti d’impresa, selezionati a seguito di bando aperto come ogni anno tra novembre e dicembre, seguiranno un percorso che prevede formazione, tutoraggio continuativo, supporto consulenziale e promozionale. Hanno inoltre la possibilità di utilizzare postazioni di lavoro, sale riunioni, spazi comuni e servizi ad alto valore aggiunto presenti all’interno del Point, e l’opportunità di fare matching con imprese e laboratori ospiti del Point. Le nuove startup riguardano: servizi di elettronica e sensoristica applicata, software e service per sistemi di manutenzioni macchinari e impianti, arti visive e performative, applicazione per servizi fitness e per la prenotazione di esami diagnostici presso poliambulatori, riciclo di mozziconi di sigaretta, totem per defibrillatori, dispositivo portabile per riabilitazione dei pazienti affetti da malattia di Parkinson, Alzheimer e demenza senile.

Queste nuove idee si aggiungono alle 14 realtà già presenti che si occupano o realizzano: sistemi per la gestione delle risorse idriche, plantare con sensori, stampa 3D, edilizia sostenibile, prototipi di orologi artigianali di alta gamma, apparecchiature per laboratori di ricerca di biotecnologie ambientali, prodotti di cartotecnica, servizi per droni, prodotti di internet delle cose, recupero di oli esausti, servizi di ingegneria ambientale, progettazione di sistemi elettronici, recupero della plastica, servizi di comunicazione. Le idee d’impresa e startup facenti parte del progetto potranno permanere all’interno dell’incubatore e usufruire dei servizi messi a disposizione per la durata massima di tre anni (per le attività di servizi) e di 5 anni (per le attività manifatturiere). Per Angelo Carrara, presidente di Bergamo Sviluppo, “questo progetto non è solo una struttura che aiuta la nascita di nuove imprese, ma un luogo che agevola il contatto tra imprese e istituzioni, associazioni di categoria, centri di ricerca e università. Il nostro incubatore è ormai una realtà consolidata; è infatti nato nel 2001 grazie alla lungimiranza della Camera di commercio di Bergamo che ne ha intravisto da subito le potenzialità e l’innovatività”.

 


Mobili, Cereda confermato alla presidenza: «Così possiamo dare più forza alla nostra categoria»

Il consiglio del Gruppo Mobili e Arredamento Ascom, riunitosi questa mattina, ha confermato alla presidenza Lorenzo Cereda, titolare di “Cereda Group”, che ricopre la carica dal 2009. Lo affiancano alla guida del Gruppo, con il ruolo di vicepresidenti, Veronica Rota di “Mobili Rota Snc” di Almenno San Bartolomeo e Giovanni Pietro Carminati di “Carminati & Sonzogni” di Zogno, che già avevano ricoperto il ruolo di consiglieri dal 2013. Entra nel consiglio Cinzia Colleoni di “Colleoni Arredamenti” di Curno; confermati Dario Abramo Borella di “Arredamenti Borella” di Osio Sotto, Fermo Pesenti di “Pesenti Arredamenti” di Seriate e Angelo Marchesi di “Marchesi Design” di Bergamo.

«Cercheremo di rafforzare ulteriormente lo spirito di gruppo e di lavorare sempre più a fianco di Federmobili – afferma il presidente -. Anche sul fronte del servizio alla clientela, che rappresenta il punto di forza delle insegne indipendenti, non mancano formule vantaggiose proposte dalla Federazione, dal servizio di montaggio fuori provincia ai 10 anni di assicurazione per i mobili, al finanziamento a tasso zero e a tariffe agevolate sul fronte del credito. Non tutte le imprese sfruttano queste opportunità che invece possono garantire all’attività sviluppi interessanti di mercato, a partire dalla possibilità di uscire dai confini provinciali».

Un altro obiettivo del Gruppo è il rafforzamento delle competenze e della professionalità degli operatori: «Ogni settimana vengono organizzati convegni e corsi, finanziati tra l’altro nella pressoché totalità dal fondo For.te., che consentono di acquisire nuove competenze e potenziare la capacità di gestione e vendita, spaziando dall’allestimento delle vetrine all’organizzazione dello show-room all’analisi di bilancio – continua Cereda -. Oltre a rappresentare dei momenti di confronto per la categoria, offrono l’occasione di restare aggiornati e migliorare le performance delle nostre attività».

Una maggiore partecipazione da parte degli associati crea vantaggi per tutti, oltre a restituire una visione comune del comparto: «Basta dedicare qualche minuto del proprio tempo per rispondere – in forma per altro del tutto anonima – ai questionari sul comparto inviati trimestralmente da Federmobili per poter disporre di dati strategici sull’andamento del mercato e andare così a rivedere e aggiustare le proprie scelte – continua il presidente di categoria -. Invece di essere vissuta come una perdita di tempo, va valorizzata come un’occasione per avere dati aggiornati di prima mano sul settore e definire al meglio le proprie strategie di business, ottimizzando risorse e investimenti».

Quanto allo stato di salute del comparto, le insegne indipendenti di mobili e arredi iniziano ad intravedere segnali di ripresa. In provincia di Bergamo si contano 417 negozi di arredamento, di cui 70 in città (dati Ascom al 31 dicembre 2016); negli ultimi 5 anni c’è stato un leggero calo dello 0,71% che ha penalizzato la provincia ma beneficiato la città (+12,9 % ). «È stato un anno tutto sommato positivo per i negozi di arredamento. Il bonus mobili e i contributi per le giovani coppie hanno incentivato gli acquisti, anche da un punto di vista psicologico – commenta Lorenzo Cereda -. È aumentato lo scontrino medio e si lavora per progetti di maggiore qualità. Gli incentivi hanno fatto bene a tutto il comparto, hanno avviato una leggera ripresa del mercato e hanno favorito un clima di maggior fiducia  tra gli operatori. La conferma del bonus mobili per il 2017 è stata accolta con grande favore: ci aspettiamo buoni risultati anche quest’anno».

La concorrenza della gdo continua a farsi sentire con campagne sconti e Cereda mette in guardia da pubblicità ingannevole: «La grande distribuzione dell’arredamento segna quest’anno un’ulteriore crescita del 2%. Non è solo un cambiamento nei consumi, ma spesso è l’effetto di una politica di sconti che arriva al 70-75%. Si tratta di pubblicità ingannevoli, come già indicato dall’associazione nazionale Federmobili, in cui il prezzo non è altro che l’effetto di una strategia di marketing che non corrisponde alla reale qualità del prodotto».


Birra dell’Anno, due premi per Bergamo

Ci sono anche due birre bergamasche tra le 87 premiate dal concorso Birra dell’Anno, il contest organizzato da Unionbirrai dedicato alle produzioni artigianali, che ha vissuto la fase finale sabato a Rimini nel corso dell’evento internazionale Beer Attraction.

birra WAVE_RUNNER - Hammer Villa d'AddaDodicesima edizione, 257 birrifici partecipanti, 1.300 birre, 29 categorie e 72 giudici guidati da Lorenzo Dabove: sono i dati che riassumono la competizione. Nella categoria “Chiare e ambrate, alta fermentazione, medio grado alcolico, luppolate, di ispirazione americana (American Ipa)” il birrificio Hammer di Villa d’Adda si è aggiudicato il secondo posto con Wave Runner (alc. vol. 6,5%), secca e molto aromatica con un’intensa luppolatura data da un mix di luppoli americani utilizzati in diversi fasi della produzione.

Birrificio Valcavallina - Alba RossaBronzo invece per Alba Rossa del Birrificio Valcavallina di Endine Gaiano nella categoria “Chiare e ambrate, alta fermentazione, basso/medio grado alcolico, luppolate, di ispirazione anglosassone (Ipa)”. Si tratta di una birra (alc. vol. 6,4%) di colore bruno con riflessi ramati, con cappello di schiuma bianca, piuttosto persistente caratterizzata dall’amaro erbaceo dei luppoli inglesi, già capace di guadagnarsi il secondo posto lo scorso anno al medesimo concorso e la segnalazione nella guida Birre d’Italia 2015 e 2017 di Slow Food come “birra quotidiana”.

Il premio Birrificio dell’Anno 2017 è andato al più noto dei produttori italiani, il cuneese Baladin di Teo Musso.


Perché Bergamo è la culla della pasta ripiena

Qualche peccatuccio di cui fare ammenda il vescovo-conte Attone, reggente di Bergamo dal 1058 al 1075, doveva con certezza averlo sulla coscienza. Fu così che nel settembre del 1072, preavvertendo forse l’incombente epilogo delle sue vicende terrene, il prelato decretò che i canonici delle due cattedrali di cui la città era dotata – quella di San Vincenzo, all’epoca la più cospicua, e la prepositurale di Sant’Alessandro – ad ogni anniversario della sua scomparsa fossero tenuti a recitare l’ufficio dei morti. Oltre che con la celebrazione del mattutino, del vespro e della missa pro defunctis, i religiosi dovevano onorare la ricorrenza imbandendo un lauto banchetto cui avrebbe preso parte anche un centinaio di poveri. Non facendo cieco affidamento sulle benemerenze morali acquisite e sulla postuma gratitudine del clero locale, Attone si premurò di assicurare alle proprie volontà un quanto più diligente adempimento disponendo nel testamento che le rendite dei possedimenti aviti ubicati in Romano, Martinengo e Brembate Superiore fossero da destinarsi ai sacerdoti in forza alle due pievi. Confidando ancor meno nel disinteresse dei pari grado verso la sfera dei benefici temporali, il metropolita elevò divieto ai suoi successori al seggio vescovile di Bergamo, nonché all’arcidiacono di San Vincenzo ed al prevosto di Sant’Alessandro, di allungare le mani sulle prebende contemplate nel lascito. A punizione di chi avesse trasgredito le sue disposizioni, il morituro evocava l’eterna dannazione in compagnia di Giuda traditore, combinata alle iatture enumerate nel salmo 108. Incombendo queste ultime per lo più sulla discendenza, v’è per giunta da presumere che il disponente nutrisse più di un dubbio a riguardo dell’inappuntabile osservanza del voto di castità da parte dei destinatari delle sue ammonizioni.

Dalla fin eccessiva foga dell’anatema del prelato, di cui tutto si può affermare tranne che non conoscesse i suoi polli, traspare un moto di impotente rassegnazione. E poco sorprende leggere nella Historia quadripartita di Bergomo, pubblicata all’inizio del seicento da Celestino Colleoni, che più di un vescovo, nei decenni successivi alla morte di Attone, trovò il modo di arraffare i benefici devoluti in lascito ai canonici di San Vincenzo e di Sant’Alessandro. Le volte in cui non si ritrovavano con un pugno di mosche in mano, questi ultimi si vedevano assegnare, ad indennizzo dell’indebita sottrazione, una dozzina di castrati – ovini le cui carni godettero di grande popolarità lungo l’intero corso dell’età di mezzo – o una fornitura di generi di prima necessità tra i quali, come attestato da un documento del 1187, farina e oua per far rafioli. Se di trascurabile importanza nella ricostruzione delle vicende di Bergamo, gli episodi riferiti da fra’ Celestino rivestono un interesse straordinario per la storia della gastronomia. Quella risalente alla fine del XII secolo è infatti una delle più antiche testimonianze medievali che attestano la preparazione di paste ripiene in Europa. Dalle carte del cronista non è purtroppo dato di apprendere con quale denominazione fossero originariamente designati gli antichi tortelli, e se l’appellativo evidenziasse alcun legame lessicologico con il termine casoncello – il cui utilizzo è ampiamente documentato due secoli più tardi. Non pare comunque del tutto casuale che le prime evidenze (a.d. 1170) d’esistenza del calisone –  probabile progenitore del raviolo bergamasco (vedasi Affari di Gola del luglio 2016) – risalgano giusto agli anni nei quali le dispense dei complessi prepositurali di San Vincenzo e di Sant’Alessandro venivano rifornite di farina ed uova per preparare la sfoglia.

Grazie alla compunzione del vescovo Attone ed alla cupidigia dei suoi successori, si rendono dunque disponibili elementi in forza dei quali la data di nascita del casoncello potrebbe essere riaggiornata dall’anno 1386, contemplato nelle cronache di Castello Castelli, al 1187 indicato da fra’ Celestino. Quel che è ancor più certo, vagliando le note del meticoloso cappuccino, è che la città di Bergamo sia irrefutabilmente da ascriversi fra le storiche culle della pasta ripiena.

 


Ristoranti italiani all’estero, l’albinese Belotti tra i top Usa del Gambero Rosso

Michele Belotti copertina Gambero Rosso UsaGiusto il tempo di festeggiare il primo compleanno del suo locale, Belotti Ristorante e Bottega a Oakland, costa est della Baia di San Francisco, che il trentenne bergamasco (di Vall’Alta di Albino) Michele Belotti è stato riconosciuto dal Gambero Rosso tra i “Top Italian restaurants in the world 2017”, la guida ai ristoranti italiani nel mondo che segnala i locali che sanno diffondere la cultura gastronomica e i grandi prodotti made in Italy, finendo poi sulla copertina dell’edizione internazionale della rivista.

In California dal 2011, già apprezzato a San Francisco, aprendo il suo locale Belotti ha bruciato le tappe conquistando giorno dopo giorno i consensi della critica a stelle e strisce. Della sua proposta vengono esaltati la pasta (la migliore dell’East Bay), gli gnocchi, i piatti con il tartufo, i brasati, la polenta. I maestri ai quali riconosce la sua formazione sono gli stellati Paolo Frosio dell’omonimo ristorante di Almé e Ugo Alciati e Luca Zecchin del piemontese Da Guido Ristorante.

In una intervista ad Affari di Gola del dicembre 2015, poco prima di intraprendere la propria avventura imprenditoriale, aveva raccontato anche della speciale passione per i prodotti bergamaschi, dallo stracchino di Vedeseta ai taleggi alla farina di mais Spinato di Gandino. E nel menù, naturalmente, non mancano i casoncelli (secondo la ricetta di mamma) e i tortelli di polenta taragna.

Il premio del Gambero Rosso – Best Trattoria – non fa che legittimare la sua scelta di valorizzare gli autentici sapori della cucina italiana.

 

 


Prodotti tipici e cucine del mondo in passerella in Fiera

Thailandia intaglio (agri travel & slow travel Expo)Il cibo è un filo rosso che accompagna la terza edizione di Agri Travel & Slow Travel Expo, il salone internazionale dedicato alla promozione del turismo rurale e slow, in programma alla Fiera di Bergamo dal 17 al 19 febbraio.

La manifestazione si occupa di turismo accessibile, cammini, percorsi eno-gastronomici, viaggi a cavallo e in bicicletta alla scoperta del paesaggio, ospitalità diffusa, agriturismi, fattorie didattiche, nuove tecnologie per agevolare il turista e ha nel cibo un testimonial privilegiato per le diverse attività.

C’è, ad esempio, un ampio programma di showcooking e degustazioni, per conoscere Paesi e regioni a partire dal profumo della loro cucina. Si può spaziare dalla Thalandia al Marocco, dalla Lithuania alla Puglia, passando per le proposte delle Pro Loco d’Italia a quelle del Distretto della Bassa Bergamasca, senza dimenticare i focus sulle erbe e la cucina della Venezia Orientale.

Nella Piazza dei Sapori dell’Unione Nazionale delle ProLoco Italiane Unpli, saranno inoltre rappresentata 16 Regioni italiane, con un lungo elenco di prodotti tipici, tutti da provare: formaggi, miele, mosto cotto dalla Basilicata, salumi e olio calabresi, vino, mozzarelle e liquori campani, prosciutto di San Daniele, Montasio, frico croccante dal Fiuli, le olive all’ascolana, il ciauscolo e i vini marchigiani, il pane, i dolci tipici, i prodotti caseari della Puglia, i vini e i salumi piemontesi, le mele del tentino, il farro, le lenticchie e le bruschette umbre fino ai dolci e ai patè siciliani e ai vini veneti.

Il Salone ha il patrocinio dell’Organizzazione Mondiale per il turismo dell’Onu – Unwto e ha l’onore di aprire in Italia gli eventi dedicati al 2017 Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo sviluppo, il cui slogan è “Travel, Enjoy, respect”.

Orari

Venerdì e sabato dalle 15 alle 23; domenica dalle 10 alle 20.

Biglietti

Intero € 7; ridotto € 5 (registrazione online, ragazzi 13-16 anni e over 65); gratuito fino a 12 anni

Parcheggio

Auto € 3; bus € 10

http://www.agritravelexpo.it/