Imparare un mestiere nel settore food. Non è mai troppo tardi con i corsi Ascom

Corso Vorrei diventare pizzaiolo - Tiziano Casillo
Tiziano Casillo, docente del corso “Vorrei fare il pizzaiolo”

Pasticciere, pizzaiolo, barman, cuoco e banconiere di macelleria. Partono i corsi professionalizzanti di Ascom Formazione dedicati ad alcune delle figure più richieste nel mondo della ristorazione e del commercio.

«Ogni anno proponiamo corsi dedicati alle professioni più richieste dai nostri settori, sia come occasione di aggiornamento che come vero e proprio momento formativo in grado di insegnare un mestiere, grazie alla disponibilità di alcuni maestri del settore e di alcuni dei nostri presidenti di categoria. Sono lezioni in aula, molto impegnative, che arrivano anche a durare alcuni mesi – spiega Daniela Nezosi, responsabile dell’Area Formazione di Ascom Bergamo Confcommercio –. Lo scorso anno abbiamo formato oltre un centinaio di persone provenienti dagli ambiti più disparati. Tra i nostri corsisti abbiamo chi proviene dal settore e anche chi trova in queste attività un nuovo sbocco professionale, pertanto le nostre classi sono composte da persone diverse sia per provenienza, che per competenza e per età. Quest’anno, su richiesta dei nostri associati, abbiamo introdotto il corso dedicato al banconiere di macelleria, in quanto è una professione molto richiesta ed è difficile trovare personale capace».

Il primo appuntamento è con il corso “Vorrei fare il pasticciere”: dal 30 gennaio al 13 marzo, 74 ore con il maestro pasticciere Giovanni Pina, cofondatore e membro dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e patron dell’omonima pasticceria a Trescore Balneario.

Dal 6 al 17 febbraio è in calendario “Vorrei fare il pizzaiolo”: 40 ore di lezione con Tiziano Casillo, chef-pizzaiolo, uno dei principali esperti a livello nazionale del prodotto pizza.

A marzo è in programma il corso “Vorrei fare il barman”: 19 lezioni (8 marzo/12 maggio) per imparare a gestire un bar o approfondire le proprie conoscenze. In cattedra un pool di esperti del settore, tra cui Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Caffè Bar di Ascom Bergamo Confcommercio e gestore dello storico Bar Centrale di Lovere, e Gabriele Aresi, consigliere del Gruppo Caffè Bar dell’Associazione.

Per chi vuole trasformare una passione in una professione, sempre a marzo, parte il corso “Vorrei fare il cuoco”: dal 12 marzo al 10 aprile, 116 ore di lezione con lo Staff dell’Accademia del Gusto e Francesca Marsetti, prima donna chef alla Nazionale Cuochi e noto volto televisivo de “La prova del cuoco”.

È in calendario ad aprile il corso “Vorrei fare il banconiere di macelleria”, 5 lezioni tenute da esperti macellai – Ettore Coffetti e Franco Meloncelli, rispettivamente presidente ed ex presidente del Gruppo macellai di Ascom – sulle tecniche di lavorazione delle carni.

Tutti i corsi si tengono all’Accademia del Gusto di Ascom Formazione in piazzetta don Gandossi 1 ad Osio Sotto.

Per informazioni: www.ascomformazione.it; info@ascomformazione.it; tel. 035 4185706.


Birre artigianali, a Pisogne debutta un nuovo festival

camunia-beer-festival-300x200Un nuovo evento dedicato alla birra artigianale debutta a Pisogne, alto lago d’Iseo, sponda bresciana. Si chiama Camunia beer Festival e oltre a numerose tipologie di birra propone street food ed eventi per adulti e bambini.

È in programma da venerdì 27 a domenica 29 gennaio nelle sale del Seicento di Villa Damioli, sulla piazza principale. Per tre giorni si potranno incontrare birrifici artigianali di qualità e degustare le loro produzioni, accompagnate da cibo di strada nei cortili della villa. Come in un ricevimento esclusivo, ci si potrà spostare di sala in sala e assaggiare birre differenti: bionde, rosse, le nere stout, le amarissime (e molto alla moda) Ipa ed altro ancora.

L’ingresso è gratuito. Per degustare la birra si devono acquistare i gettoni (con un euro si ha un gettone che vale 10 cl di birra). Sono previsti un’area bimbi e iniziative legate al tema birra.

villa damioli pisogneLa partecipazione al Festival può essere l’occasione anche per visitare la chiesa di Santa Maria della Neve (XV secolo) che ospita un magnifico ciclo di affreschi di Girolamo Romanino. La manifestazione è organizzata da Vitamina C e ha il patrocinio del Comune e della Proloco di Pisogne.

Venerdì 27 e sabato 28 l’apertura è dalle 11 alle 24, domenica dalle 11 alle 22. 

 


Non convenzionali e creative, ecco le vetrine premiate dal Distretto di Zingonia

New central bar - Verdellinocarla alimentari - osio sotto 3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un albero di Natale composto da 345 bottiglie di birra (il vetro verde a ricordare le fronde dell’abete), realizzato dal New Central Bar di Verdellino, e un Babbo Natale a gambe all’aria, intento a calarsi nel camino per portare golosi doni gastronomici, allestito da Carla Alimentari di Osio Sotto. Sono due soggetti davvero poco convenzionali i vincitori del primo concorso Vetrina di Natale organizzato dal Distretto del commercio dell’area di Zingonia, che riunisce i comuni di Osio Sotto, Boltiere, Ciserano, Verdellino e Verdello.

Oggi al municipio di Osio Sotto la premiazione dei commercianti, con una targa, una vetrofania per segnalare la vittoria fin dall’ingresso e una giornata alle Terme di San Pellegrino per due persone.

distretto zingonia - premiazione vetrina di Natale - Emanuele Dendena - New Center Bar

Al New Central Bar è andato il premio “social”, destinato all’idea che raccoglieva più “mi piace” su Facebook. Ne ha totalizzati mille, oltre a commenti e condivisioni. «È stata un’operazione che ha coinvolto i clienti e gli amici non solo piano virtuale – precisa Emanuele Dendena, titolare da poco più di due anni del locale in piazza Resistenza -. Da un po’ pensavamo di realizzare un albero di Natale con le bottiglie di birra, il concorso da una parte e la complicità dei clienti dall’altra ci hanno spinti a farlo. Le bottiglie che abbiamo utilizzato sono esclusivamente quelle stappate e consumate nel locale, ognuno si è perciò sentito partecipe dell’impresa, che è anche una sfida alla tradizionale immagine del Natale. I social hanno fatto il resto, creando curiosità, che poi si è trasformata in visite di persona, per vedere da vicino il nostro albero, tutt’ora allestito. Abbiamo persino catturato l’attenzione della Heineken, che ci ha annunciato un riconoscimento per l’uso originale delle sue bottiglie».

distretto zingonia - premiazione vetrina di Natale - Giovanna Rossetti e Gianfranco Armanni - Carla alimentari - Osio Sotto

Carla Alimentari, in via Mazzini, ha invece ottenuto il premio della giuria di qualità. «Ho un’autentica passione per le vetrine e gli allestimenti – dice Giovanna Rossetti, che dall’89 gestisce il negozio con il marito Gianfranco Armanni -. Mi piace l’arte e cogliere spunti in giro. Ho pronti bozzetti per ogni periodo dell’anno, dal Carnevale alla primavera, alle vacanze. Alla vetrina di Natale ci pensavo già da agosto, mio marito l’ha realizzata con mattoni e tegole veri. Credo che sia molto importante che i negozi siano anche belli da vedere, accoglienti. L’immagine conta tantissimo, per distinguersi e mostrare cura in ciò che si propone. Non a caso abbiamo anche divise coordinate e per le Feste abbiamo fatto dei piccoli regali ai nostri clienti».

Al concorso hanno partecipato 111 attività dei cinque Comuni. Felicissima per la partecipazione e il livello delle creazioni la manager del distretto, Delisa Sanzani. «Il premio, alla prima edizione – dice -, voleva essere uno stimolo a fare sempre meglio. È vero che con la crisi e il calo del lavoro si è tutti un po’ demotivati, ma devono essere per primi i commercianti a promuovere ed amare i propri negozi. Alle Amministrazioni poi chiediamo di non dimenticare che il commercio è una risorsa e un volano».

distretto zingonia - premiazione vetrina di Natale - gruppo

I comuni, del resto, non hanno fatto mancare il proprio appoggio all’iniziativa. Presenti alla premiazione il vicesindaco di Osio Sotto, Fabio Paganini, i sindaci di Boltiere e Verdello Armida Forlani e Luciano Albani, e l’assessore al Commercio di Verdellino Lea Ballabio. E se Paganini evidenzia l’importanza della ricerca continua della qualità, «valore riconosciuto dai clienti e premiante», Roberto Ghiodotti, responsabile dei distretti per l’Ascom si sofferma sull’opportunità di sviluppare la presenza sui social. «I “mi piace” – rileva – sono serviti a vincere il concorso ma anche a far conoscere le attività del distretto».

Domani, invece, saranno premiati i clienti. In Camera di Commercio si terrà infatti l’estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria di Natale, iniziativa già in atto da qualche anno che mette in palio tra chi ha fatto acquisti nelle 120 attività aderenti un primo premio da 500 euro in buoni spesa e premi di 300, 200, 100 euro e 50 euro.


Bergamo, la polizia locale torna ad assumere. Quest’anno otto nuovi agenti

polizia localeDopo un lungo periodo di blocco del personale, dovuto all’attuazione della riforma delle province e al blocco del turnover imposto dalle normative nazionali, nel 2017 il Corpo di Polizia Locale del Comune di Bergamo potrà tornare ad assumere e a crescere. Negli anni scorsi, i vincoli imposti dallo Stato hanno fatto sì che il numero di agenti in servizio sulle strade della città di Bergamo si riducesse, raggiungendo le 146 unità registrare nel dicembre 2016. Solo grazie alla riorganizzazione del Corpo di via Coghetti, pensata e attuata nel 2015 dall’Assessore alla Sicurezza Sergio Gandi e dall’allora comandate Virgilio Appiani, e innovazioni tecnologiche introdotte lo scorso anno è stato possibile non solo mantenere, ma addirittura incrementare gli standard del servizio sul territorio cittadino nei mesi scorsi. Nel 2017 si inverte la marcia, con conseguenti benefici per quel che riguarda il pattugliamento delle strade cittadine da parte della Polizia Locale. 4 agenti sono già in fase di assunzione a seguito di procedure attivate e concluse nel 2016 (2 con procedura di mobilità e 2 con convenzione a graduatorie aperte di altri comuni). A questi quatto agenti si aggiungono altre quattro unità che verranno assunte nel corso del 2017 con modalità simili: saranno quindi ben otto gli agenti che prenderanno servizio nel corso dell’anno in città.

“Si tratta di una notizia molto positiva per la città – spiega il vicesindaco e Assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – che ci consentirà di intensificare i servizi di presidio e pattugliamento delle strade cittadine nei prossimi mesi. La Polizia Locale di Bergamo ha fatto registrare negli ultimi due anni incrementi straordinari per quello che riguarda la propria attività sul territorio, numeri che dimostrano l’efficacia della riorganizzazione del Corpo attuata a metà 2015 da questa Amministrazione, ma anche quanto utili siano gli strumenti tecnologici (come il telelaser, l’autoscan, il Police Controller, le telecamere) che abbiamo introdotto durante il 2016. Non intendiamo fermarci qui: cercheremo di migliorare sempre di più il servizio nei prossimi mesi, nel tentativo di intensificare i controlli e aumentare la percezione di sicurezza in città.”

 


Ascom, «un nuovo statuto per guardare lontano»

Un nuovo nome – Ascom Bergamo Confcommercio Imprese per l’Italia al posto di Associazione degli esercenti e dei commercianti della Provincia di Bergamo – e una rappresentanza più ampia, che allarga il settore dei servizi, si estende alle professioni e al di fuori dei confini provinciali. Sono gli elementi salienti del nuovo Statuto dell’Ascom, approvato all’unanimità dall’assemblea straordinaria del 23 gennaio 2017, nella sede di via Borgo Palazzo 137. Il presidente Malvestiti: «Un cambiamento profondo, per offrire servizi sempre più mirati e vicini».


«Abolire i voucher? Manca un’alternativa. I sindacati non girino la testa dall’altra parte»

In vista del referendum voluto dalla Cgil per l’abrogazione dei voucher, Enrico Betti, responsabile dell’area Lavoro e Sindacale dell’Ascom di Bergamo e presidente degli enti bilaterali territoriali del Commercio e del Turismo, fa il punto su uno strumento adottato da molte imprese del terziario. I voucher rispondono di fatto ad un’esigenza del mercato del lavoro che non ha trovato strumenti alternativi sul fronte della contrattazione sindacale. La soluzione, secondo Betti, potrebbe passare da una rimodulazione del part-time in risposta alle esigenze aziendali, uno strumento più efficace dei tanto invocati mini-job tedeschi, che hanno portato in realtà ad un’ulteriore segmentazione del mercato. «Sempre che il sindacato non giri, come ha fatto finora, la testa dall’altra parte».

Si avvicina il referendum sui voucher lavoro. Potrebbe venir meno uno strumento  largamente impiegato anche nel terziario e nei servizi. Quali sono le aspettative del settore?

«I voucher sono necessari al mercato del lavoro. Il referendum rappresenta un’inutile inversione ad “u” su uno strumento largamente impiegato. È una questione puramente politica interrogarsi sulla necessità di abolire i voucher, che non risponde certo alle reali esigenze del mercato del lavoro. Tanto che gli stessi sindacati ne han fatto largamente uso. I dati Inps evidenziano come rappresentino fenomeni tutt’altro che isolati: la Cgil ha investito nel 2016 750mila euro in voucher e la Cisl ne ha utilizzati per 1 milione e mezzo di euro lo scorso anno».

Eppure i voucher sono additati dai sindacati come il male del mercato del lavoro…

«Il ricorso ai voucher non è dettato dalla propensione dell’impresa a cercare sotterfugi o escamotage, ma di fatto sopperisce all’assenza di regolamentazioni contrattuali adeguate a gestire picchi di lavoro o a tamponare esigenze organizzative che le imprese del commercio, del turismo e dei servizi si trovano ad affrontare in determinati momenti dell’anno o in certe fasce orarie».

Portano ad un’ulteriore segmentazione di un mercato – già stretto – come quello del lavoro?

«Solo una minima parte di chi lavora a voucher raggiunge il tetto dei 7mila euro, con il risultato che questo sistema a ticket porta ad un’ulteriore parcellizzazione del mercato. I dati illustrati dall’Inps nel settembre scorso nel Working Papers evidenziano come in un anno ogni percettore di voucher riscuota fino a 64 voucher in media. Siamo quindi ben lontani dal tetto massimo di 200 voucher che ogni datore di lavoro può utilizzare. Il risultato di questo meccanismo è una continua turnazione dei lavoratori anche per attività che non sono discontinue, come l’impiego di addetti alla vendita nel commercio».

Quale è invece il campo di applicazione d’elezione dei voucher ?

«I voucher andrebbero ricondotti nell’ambito originario per cui se ne scelse l’adozione, ossia in campo agricolo, per ovviare a grosse lacune a livello contrattuale. È stata invece snaturata l’idea di Marco Biagi, che attraverso i voucher voleva normare la raccolta per la vendemmia o altre attività stagionali su cui pesava l’ombra del caporalato».

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Da un lato c’è stata una distorsione e un abuso dei voucher, dall’altro mancano evidentemente alternative valide. Come si esce da questa situazione?

«Non possiamo esimerci dal prendere atto di una carenza nella capacità di contrattare con i sindacati una formula alternativa che riesca a rispondere alle esigenze del datore di lavoro. Si potrebbe ripartire, ad esempio, da una rivisitazione del part-time. I sindacati non accettano però il confronto su questi argomenti. Non è possibile intavolare discussioni e valutare nuovi strumenti contrattuali se i sindacati girano la testa dall’altra parte e continuano a riproporre modelli contrattuali di stampo fordista che potevano continuare a funzionare solo fino a quarant’anni fa».

Ad oggi, in assenza di una flessibilità su part time, quali sono le formule alternative a voucher?

«Il contratto a chiamata ha rappresentato per anni un modo di ricondurre nella contrattazione aziendale il lavoro precario o a tempo, gestendo in un certo – seppur instabile – equilibrio la necessità di flessibilità d’impresa. Ma questa formula è stata di fatto cannibalizzata negli ultimi anni dai voucher. E l’utilizzo dei voucher per mansioni non discontinue come l’attività di vendita nel commercio non aiuta la crescita professionale degli addetti, pur rispondendo ad un’esigenza contingente aziendale. Il rischio futuro è di disperdere la professionalità di ogni mansione per cui i voucher vengono impiegati».

Quale potrebbe essere il modello di riferimento? Molti invocano il mini-job tedesco. Cosa ne pensa?

«I mini job tedeschi hanno permesso alla Germania di avere buoni dati occupazionali. Ma il modello tedesco che molti suggeriscono che l’Italia debba imitare ha portato sì al miracolo occupazionale del Jobwunder, ma di contro ha creato una forte segmentazione del mercato, con milioni di persone costrette a svolgere uno o più mini-job. Il contratto prevede 15 ore di lavoro settimanali con una retribuzione massima di 450 euro al mese. Il nostro part-time prevede un minimo di 16 ore settimanali e, una sua rivisitazione più flessibile e rispondente alle esigenze aziendali, potrebbe essere un buon punto da cui ripartire, nell’ambito però di una stabilizzazione del mercato e di una crescita professionale degli addetti».


Legambiente: “Inutile il collegamento Bergamo-Treviglio. Altre le priorità”

smogSulla mobilità nella Bergamasca si registra una nuova presa di posizione di Legambiente che ha diramato una nota per mettere in discussione la realizzazione dell’autostrada Bergamo-Treviglio. Ecco il testo della lettera: “A seguito dei numerosi articoli a mezzo stampa apparsi recentemente in ordine alla ormai annosa vicenda della cosiddetta autostrada, o collegamento veloce Bergamo-Treviglio e al dibattito sull’eventuale tracciato che dovrebbe avere crediamo sia opportuno chiedere alle istituzioni e agli enti pubblici preposti di uscire dal vicolo cieco in cui si sono infilati e di provare ad osservare le reali problematiche di viabilità del territorio. Innanzitutto crediamo che in tema di viabilità e traffico si debba fare una seria analisi sui nodi critici (colli di bottiglia) che incidono sulle reali necessità di movimento dei cittadini e che vengono da troppo tempo rimandati. Ci riferiamo, innanzitutto, al nodo di Verdello: al posto di progettare improbabili e inutili “nuovi collegamenti” sarebbe stato più utile trovare una soluzione per la circonvallazione di Verdello. Inoltre esistono una serie di gravissimi problemi di congestione delle radiali di penetrazione nel capoluogo e in alcune zone della provincia.

Alcuni esempi di forti criticità possono essere:

  • SP 591 “via Zanica”, e nodo di Zanica centro
  • Asse interurbano – Rotonda casello autostrada
  • Centro di Colognola con la bretella ex ss. 42 – ex ss. 525 costosa, inutile e inutilizzata di cui nessuno parla. Un fiore all’occhiello della mobilità provinciale che taglia in due il Parco Agricolo Ecologico di Bergamo e Stezzano
  • Ex. ss 525 in ingresso a Bergamo, nel tratto Lallio Dalmine e nel tratto Dalmine – rotonda di Zingonia
  • Nodo di Curno all’altezza dei centri commerciali sulla Villa D’Almè -Dalmine. Sulla stessa strada da Mozzo – Ponte S. Pietro fino a Paladina
  • Da Villa d’Almè al nodo di Pontesecco

È imbarazzante notare quanto sia alta l’attenzione della Provincia per i 20 chilometri della tratta da Colognola a Treviglio che si percorrono in 20 minuti; e non ci sia sostanziale attenzione per il 9 Km che si percorrono in 20 minuti per andare da Valtesse a Colognola in circonvallazione o i 9 Km ceh si percorrono in 40 minuti per arrivare da Villa d’Almè a Bergamo. Il traffico privato attorno alla grande Bergamo è arrivato a livelli insostenibili ed è in costante aumento, un aumento che si è innescato in modo considerevole dall’entrata a regime della tangenziale sud che ha incentivato l’uso dell’auto privata a scapito del mezzo pubblico che non viene adeguatamente valorizzato ed ottimizzato. Il trasporto pubblico, nell’ambito della mobilità, deve avere per lo meno pari dignità in termini d’investimenti economici di tutti gli altri settori. Ci riferiamo alla possibilità di potenziare l’asse del treno metropolitano tra Bergamo e Treviglio, aumentando la frequenza dei treni e adeguando tecnologicamente la linea. Tale asse è centrale rispetto alla pianura bergamasca, consente un collegamento tra le grandi aree conurbate di Treviglio-Dalmine/Zingonia e la città. Le fermate con gli annessi parcheggi (realizzati e pagati, tra le altre cose, proprio dalla provincia di Bergamo) sono, ad oggi, sotto utilizzati se non ignorati. Addirittura alcuni parcheggi sono sempre stati completamente vuoti da quando sono stati costruiti. Va creata una rete di connessione sulla direttrice est-ovest di tutte le fermate, rivedendo anche i percorsi del TPL (sempre pagato dalla Provincia) in modo da eliminare i doppioni. Una rete fatta di trasporto pubblico e mobilità dolce, creando i cosiddetti “rendez vous” tra i mezzi di trasporto verso le fermate e gli arrivi dei treni. Insomma, una rete di connessione che agevoli la fruibilità di tutte le fermate della tratta.

Vanno poi assolutamente messe in campo risorse per la dotazione di “tram-train” a doppio scartamento affinché si possa connettere la rete TEB con la rete RFI in modo da creare economie di scala che permettano di rendere più efficiente e organico il servizio di trasporto su ferro delle persone in Provincia. Va ripensato il senso del collegamento ferroviario con Orio, un’opera che nasce al servizio di una società privata non di un territorio. Vanno messe in campo le risorse per far sì che il collegamento per Orio insista su una linea progettata per arrivare fino a Romano di Lombardia recuperando, nel possibile, il senso del tram che copriva questa parte del territorio fino a metà del ‘900.

Queste opere devono essere accompagnate da azioni degli enti locali che alleggeriscano i propri bilanci (economici, ecologici, sanitari) dal costo del trasporto privato. In questo contesto la continua e ripetuta attenzione e discussione su una sola grande e costosissima opera, l’ex “IPB” è assolutamente incomprensibile a chi abbia un poco di buon senso. Riteniamo veramente dispendioso in termini di tempo e denaro insistere su un’opera che deve collegare la tangenziale sud di Bergamo, all’altezza del centro commerciale “Due torri”, con la Bre.Be.Mi.

Sono anni che chiediamo alla Provincia di Bergamo di darci dei dati che consentano di comprendere su quali basi insistano nel portare avanti questo progetto che, al momento, è servito solo a pagare gli stipendi di alcuni – noti – personaggi e a sprecare risorse pubbliche. Abbiamo letto tutti i documenti prodotti, le analisi effettuate e analizzato i dati resi pubblici o variamente elaborati. È ormai chiaro, a chiunque affronti il tema con onestà intellettuale, che non è questo il tipo di collegamento necessario alla bergamasca. Avremo ancora una miriade di cittadini bergamaschi impegnati quotidianamente in piccoli spostamenti che avranno ancora più difficoltà. L’unica funzione che avrebbe questo collegamento sarebbe quella di cercare di attenuare uno dei più clamorosi flop del “project financing” lombardo, ormai certificato anche dai bilanci della società Bre.Be.Mi, caricandolo ulteriormente sulle spalle dei cittadini, andando a coprire l’incompetenza e la superficialità di chi ha voluto e sostenuto quell’opera”.

 

 


Sigep, Val Seriana sul podio con pane e pasticceria

Valle Seriana terra di campioni… del gusto. La 38esima edizione del Sigep, il Salone internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e del caffè, di scena nei giorni scorsi a Rimini, ha consegnato due importanti allori ai professionisti di casa nostra.

panificio zucca - vicitore concorso il pane di alex e sylvia - Giacomo ZuccaGiacomo Zucca, titolare dello storico panificio nella piazza Casnigo, ha vinto il primo concorso nazionale “Il pane di Alex e Sylvia”, ispirato al cartoon che ha caratterizzato il padiglione dell’Unione europea a Expo 2015, dedicato al pane. Dopo la selezione di cinque finalisti, la competizione riminese ha premiato la migliore realizzazione del pane raccontato dall’animazione, simbolo della volontà di coniugare i valori dell’Europa intorno ad un prodotto diffuso in tutte le sue regioni e dalla storia millenaria, un segno di unità nella diversità delle sue componenti, semplice e buono.

I panettieri dovevano partire dalla ricetta base del pane di Alex e Sylvia (con miele o zucchero scuro, burro o olio extravergine di oliva, farina di frumento, fiocchi d’avena e farina integrale come ingredienti principali) e bilanciando materie prime, forma e lavorazione realizzarne la versione più buona e accattivante possibile.

La finale era inserita in un incontro al quale hanno partecipato Fernanda Guerrieri, vicedirettore generale della Fao, e Roberto Capello, presidente dell’Aspan di Bergamo nonché della Federazione Italiana Panificatori, tra i promotori del concorso. Zucca non è nuovo ai successi. Con la Garibalda, pagnotta ormai conosciuta su tutto il territorio provinciale e prodotta anche da altri panifici, ha vinto il concorso “Un pane per Bergamo”, organizzato nel 2009 dalla Camera di Commercio e dall’Aspan.

Ha sfiorato invece di un soffio il titolo mondiale juniores di pasticceria Mattia Cortinovis, che affianca papà Giancarlo (anch’egli plurimedagliato nei concorsi nazionali e internazionali) nella pasticceria di Ranica. In coppia con il bresciano Andrea Marzo è stato staccato di soli sei punti (3.918 a 3.912) dai giapponesi Yokouchi e Yuki Matsuda, che si sono confermati Campioni del Mondo. Terza la Francia (3.733 punti), nove le nazioni in gara (Francia, Giappone, India, Filippine, Singapore, Messico, Polonia, Russia e Italia).

Le creazioni si sono ispirate al tema Planet Fantasy, il potere della fantasia, e sono state valutate in base alla qualità, alla ricerca nell’utilizzo delle materie prime e al perfezionamento del livello tecnico. Il mondiale juniores si è svolto in diretta streaming in tutto il mondo, con repliche notturne per favorire le nazionali con differente fuso orario. «Possiamo racchiudere questo mondiale in una parola: esperienza – hanno commentato i due ragazzi -. Un anno di allenamenti, poi questa sfida così incerta. Siamo soddisfatti, abbiamo dato il meglio di noi e in gara abbiamo fatto meglio di quanto non ci riuscisse nelle settimane scorse». Mattia Cortinovis, 22 anni il prossimo aprile, aveva vinto due anni fa, sempre al Sigep, il campionato italiano di pasticceria juniores.

 


Incentivi alle imprese, Parolini a Dalmine illustra tutte le opportunità

Le politiche di Regione Lombardia in tema di sviluppo economico saranno al centro di un incontro a Dalmine giovedì 26 gennaio a partire dalle ore 16.30 alla sede di Bergamo Sviluppo – azienda speciale della Camera di commercio di Bergamo, presso il Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica (via Einstein).

L’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia Mauro Parolini incontrerà sindaci, amministratori locali, associazioni di categoria, imprese e operatori economici per illustrare le iniziative a favore del sistema economico lombardo che la Regione sta sviluppando per consolidare i segnali di crescita: la legge regionale “Manifattura 4.0”, il piano di sostegno delle start up e poi “Al Via” (una misura che sta per aprire con 300 milioni di euro a favore delle imprese per interventi strutturali, di digitalizzazione e acquisto macchinari), “Smart Living” a supporto del settore edilizio, “AttrACT” per l’attrazione di investimenti, e i contributi a fondo perduto di 35 milioni di euro a sostegno del turismo.

Accanto a queste iniziative vi sono quelle di sostegno al credito, come “Credito Adesso” che ha permesso di finanziare oltre 1.500 imprese lombarde per più di 350 milioni di euro.

Il convegno sarà l’occasione per confrontarsi sul merito degli incentivi e sulla loro evoluzione. L’incontro sarà aperto da Paolo Malvestiti, presidente della Camera di commercio di Bergamo. Al termine è previsto uno spazio per le domande dal pubblico. Per informazioni, si può contattare la segreteria organizzativa (tel. o2 6765.6725 – segreteria_parolini@regione.lombardia.it).


Auto, moto, elettrodomestici: a Bergamo consumi ancora con segno “più”

Cresce la spesa per i beni durevoli in Lombardia e a Bergamo lo fa con un ritmo ancora di più marcato. Nel 2016 – secondo la 23esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca, presentato oggi a Milano – le vendite di auto, moto, mobili ed elettrodomestici in Lombardia hanno raggiunto i 12,176 miliardi di euro, riportando un incremento del +6,9% sull’anno precedente, superiore alla media nazionale, che si è attestata a +6,4%.

In provincia di Bergamo i consumi complessivi hanno raggiunto quota 1,213 miliardi, per un aumento del 7,8%, secondo in regione solo al +8,5% di Brescia. L’aumento fa seguito a quello del 7,7% registrato lo scorso anno. Le spesa media delle famiglie Bergamasche sale da 2.438 euro a 2.615 (+7,3%)

auto-concessionari-autosalonisti-contrattiPer quanto riguarda i settori, la nostra provincia è la prima per incremento delle immatricolazioni di auto, passate in un anno da 26.905 a 32.340 (+20,2% – la media regionale è del 16,2%) che portano il parco circolante a poco più di 587mila vetture (+0,4%). Del totale immatricolato, 24.375 auto sono quelle acquistate dalle famiglie e 7.965 dalle aziende. La spesa per le auto nuove è cresciuta del 18,9%, contro il +20,6% di Brescia. Sopra la media nazionale (+14,1%) anche Lecco (+16,1%), Sondrio (+15,7%) e Milano (+15,1%).

Sul fronte delle auto usate sono invece Lecco e Mantova a far segnare l’incremento di spesa maggiore: +6% per un totale di 88 milioni di euro a Lecco e +5,5% a Mantova (119 milioni di euro). Bergamo è terza (301 milioni di euro per 46.406 passaggi di proprietà pari ad un +5,4%,). Seguono Como (+4,5%, 154 milioni di euro), Brescia (4,2%, 367 milioni di euro) e Milano (4%, 1.727 milioni di euro). Chiude la classifica Lodi con +2,7% e 54 milioni di euro di spesa.

Nei motoveicoli, Bergamo è seconda dopo Milano (17.412) per numero di vendite nel 2016 (4.471) e per parco circolante (151.146 mezzi). In quantità, la variazione rispetto all’anno precedente è +3,4%, mentre in valore l’incremento è del 7,1% (nel 2105 era +10,4%). A crescere di più nella spesa sono state Pavia (+17,9%), Varese (+12,9%), Brescia (+12,5%) e Mantova (+11,3%).

mobili - elettrodomesticiNegli elettrodomestici (grandi e piccoli), i consumi complessivi a Bergamo salgono dai 98 milioni del 2015 ai 104 del 2016 (+5,3%). Il maggiore incremento si è registrato a Cremona, con il 6,2%, mentre la media regionale è +5,7%.

Stabili le vendite nell’elettronica di consumo: 44 milioni sono stati spesi a Bergamo nel 2015, altrettanti nell’anno da poco concluso. Il dato è però migliore di quello dell’anno scorso, che aveva visto la nostra provincia perdere il 4,4%, per altro in un contesto regionale tutto negativo. Nel 2016 è Como ad aver messo a segno la migliore performance (+1,3%), il dato lombardo è +0,8%.

Si affievolisce la spinta per i mobili, con un +0,3% rispetto al +2,7% dello scorso anno. Che significa anche ultimo posto nella classifica regionale, dove l’incremento medio è stato del 2,1% (in linea con il dato nazionale, +2%). Per volumi venduti siamo comunque terzi (281 milioni di euro), dopo Milano e Brescia.

La voce più negativa del rapporto è quella dell’information technology (riferita ai consumi delle famiglie). La Lombardia ha perso il 2,7% e Bergamo, passando da 40 a 38 milioni di spesa, è scesa del 4,3% (dato peggiore rispetto al -2,3% del 2015).

Intanto la differenza di reddito pro capite nelle diverse province lombarde resta ancora molto alta. Milano è in testa (anche a livello nazionale) con 29.929 euro, seguita da Sondrio, seconda provincia con 19.881 euro. Bergamo è a centro classifica con 17.006 euro, inferiori sia alla media regionale (22.259 euro, sia a quella nazionale 18.658). Nell’ultimo anno, comunque la disponibilità dei bergamaschi è aumentata del 2,2%, come la media Lombarda (mentre in Italia l’incremento del reddito è stato del 2,4%). Il minor reddito pro capite è quello di Lodi, 14.386 euro (+2%).

consumi beni durevoli - tabella Osservatorio Findomestic su 2016