Grossisti Vini e Bevande / Le bollicine italiane hanno battuto quelle francesi

Giampietro Rota
Giampietro Rota

I grossisti di vino e bevande chiudono un anno abbastanza positivo. «Si fatica ancora a parlare di ripresa nei consumi, ma il 2016 è stato un anno quanto meno a pareggio rispetto ai precedenti» commenta Giampietro Rota, presidente del Gruppo Grossisti Vini e Bevande Ascom. Mai come nel 2016 si sono affermate tendenze nei consumi già in voga da quattro-cinque anni.

«I consumatori sono sempre più attenti e consapevoli, disposti a spendere nonostante la crisi qualcosa in più per prodotti naturali e artigianali. I vini bio e biodinamici conquistano una sempre più ampia fetta di mercato. Nelle bevande si prediligono infusi più naturali e ingredienti selezionati, dai presidi Slow Food come il Chinotto di Savona ai prodotti Igp come il limone sfusato di Amalfi. Tornano alla ribalta anche gazzose e spume, proposte anche in nuovi piccoli formati». E per le feste le bottiglie si sono confermate anche quest’anno i regali d’elezione: «Il vino resta uno dei regali preferiti da scartare sotto l’albero, anche per effetto della crisi che fa riscoprire i prodotti enogastronomici rispetto a presenti più futili. Chi ha optato per le bottiglie fa scelte sempre e comunque di qualità: rossi importanti e bollicine. Quest’anno le bollicine italiane hanno la meglio sugli champagne per il canonico brindisi. Mai come negli ultimi anni sono cresciute  le birre artigianali e quelle che celebrano il Natale per un’idea regalo più informale e giovane, dalla veste sempre più curata dal formato all’etichetta».

 

 


Lovere, un bando per valorizzare le insegne storiche

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Lovere sceglie di valorizzare le sue attività commerciali puntando sulla storicità. Il Comune ha aperto un bando attraverso il quale erogherà contributi alle attività che sostituiranno le loro insegne avendo cura della tipicità e storicità del  borgo. Lo stanziamento complessivo è di 10mila euro. Il contributo copre fino al 70% delle spese ammissibili e ha un limite di 500 euro per ciascuna attività commerciale. Gli interventi finanziabili riguardano lo studio grafico, la realizzazione e la posa di insegne che abbiano particolare pregio e tipicità.
Le domande dovranno essere presentate entro il 3 febbraio del 2017. Le insegne dovranno essere realizzate entro il 15 giugno.

Possono partecipare al bando esercizi di vicinato, attività artigianali, pubblici esercizi e attività ricettive situate nel centro storico, in particolare nelle seguenti vie e piazze: via Matteotti, via Rose, via Sante Capitanio, via Bertolotti, via Mazzini, piazza Vittorio Emanuele, via Gramsci, via Cavour, via Roma, via San Giorgio, vicolo Dott. Pennacchio, vicolo Torre, Via Cavallotti, via Brighenti, via S. Maria, vicolo Fossa, vicolo Ratto, via Zitti, vicolo Sant’ Antonio, vicolo Santa Chiara, vicolo Gaioncelli, via Piazzola, portichetto S. Giorgio, via S. Gerosa, Passaggio Santa Chiara, via Tadini, via Gregorini, piazza 13 Martiri, via XX settembre, via F.lli Pellegrini, via Oprandi (tratto compreso tra via Matteotti e rampa Volpi).

Il modulo per presentare la domanda è scaricabile dal link: http://comune.lovere.bg.it/area-download/category/302-bando-insegne-tipiche.

Per maggiori informazioni contattare l’Area di Polizia Locale al numero 035/983710.


Da Seriate a Bergamo in bici, nuova opera del Comune per il 2017

Dal 2017 sarà possibile pedalare in sicurezza da Seriate fino al centro di Bergamo, passando per la Fiera di Via Lunga. La Giunta del Comune di Bergamo ha presentato il progetto per una nuova pista ciclabile che collegherà la Fiera Nuova con il polo scolastico di via Europa, passando dal quartiere Boccaleone e attraversando i campi non lontani dal viadotto della circonvallazione. Il percorso collegherà dunque la ciclabile di Seriate – che al momento si interrompe proprio nei pressi della fiera di Bergamo – con il centro cittadino. La pista, dalla lunghezza di circa 2,5 km, verrà realizzata durante il 2017 ampliando o allargando alcuni marciapiedi esistenti per renderli ciclo-pedonali, costruendo ex-novo diversi tratti, ricongiungendo infine tratti esistenti, ma attualmente scollegati tra loro. L’opera costerà 500mila euro e verrà finanziata interamente con i fondi provenienti dal Bando del Governo per progetti a favore delle periferie, grazie al quale la città di Bergamo si è aggiudicata 18 milioni di euro.
La nuova ciclabile che collega il polo fieristico al centro, riallacciandosi a Seriate, non è l’unica opera prevista dall’amministrazione per una mobilità sostenibile. Il Comune prevede sempre per il 2017 la realizzazione di un tratto ciclabile che colleghi la stazione di Bergamo con il Sentierone, passando da via Galliccioli e via Taramelli. I nuovi tratti ciclabili consentiranno quindi di collegare Seriate al centro cittadino e da qui, attraverso le piste ciclabili esistenti, sarà possibile pedalare in sicurezza in direzione Longuelo e Redona in direzione Val Seriana, lungo la tram&bike che costeggia il sedime del Tram delle Valli. Continua così l’impegno dell’Amministrazione per ampliare l’estensione di percorsi ciclabili. «L’intenzione dell’Amministrazione è quella di dare piena attuazione alle previsioni del biciplan, il documento di indirizzo sulla ciclabilità cittadina approvato lo scorso anno: questo nuovo percorso mira a collegare tratti esistenti e a potenziare la ciclabilità della nostra città, migliorando la connessione con le periferie e i comuni limitrofi», ha affermato l’Assessore alla mobilità Stefano Zenoni.


Enrico Bertolino: «Se v’invito a cena non chiedetemi cosa si mangia»

Enrico Bertolino è comico, conduttore televisivo, cabarettista ed esperto di comunicazione (è laureato in Economia alla Bocconi ed è manager nelle risorse umane). Da 30 anni è uno dei protagonisti dell’umorismo italiano. Il 31 dicembre si esibirà al Teatro Creberg di Bergamo nello spettacolo “Buon 2042! La festa di Capodanno”, un monologo sul meglio e il peggio dell’anno appena trascorso. Qui ci racconta il suo amore per il cibo fatto a mano, la sua curiosità per le cucine etniche e la sua amicizia con gli chef Berton e Oldani.

Che rapporto ha con il cibo?

«Di sudditanza psicologica, sono sempre in lotta con i regimi alimentari. Mi piace mangiare bene, le cose buone, anche sperimentare le cucine etniche».

Trattoria o ristorante stellato?

«Entrambi. Non amo il ristorante stellato perché è stellato ma quando ha una cucina curiosa. Come quella di Oldani e Berton, che sono amici e con i quali facciamo anche iniziative di solidarietà. In queste occasioni faccio l’assistente di cucina. E a Bergamo mi piace molto Da Vittorio anche perché lo conoscevo, non sono mai rimasto deluso dai suoi ravioli. Ma non disdegno la trattoria. Nella zona dove abito a Milano ne stanno aprendo diverse. Quando posso, le sperimento».

Dolce o salato?

«Adesso salato. Prima molto dolce».

Cosa non può mancare nella sua dispensa?

«L’amore per come si fanno le cose, le pietanze fatte a mano. Ora limito il sale e mi piace mettere lo zenzero, lo scalogno, i condimenti nuovi. Con l’età si diventa saggi».

Ai fornelli, cuoco esperto o piccolo disastro?

«Ai fornelli sono più bravi i ragazzi della scuola di Oldani. Ma a casa quando posso cucino. La nostra è una famiglia italo-brasiliana, mia figlia ama i piatti brasiliani».

Qual è il suo piatto preferito?

«Il vitello tonnato, è una combinazione irresistibile per me ed è un piatto che cucinava mia mamma. Ora che non cucina più glielo prepariamo noi. In generale mi piacciono i piatti tradizionali ma anche la cucina etnica. Ad esempio il churrasco. Deluderò qualcuno, ma sono tutto tranne che vegano».

Cosa mangia dopo uno spettacolo?

«Un primo o un secondo e poi chiudo con la sambuca. Sono entrato nel tunnel della sambuca. Prima di uno spettacolo invece non mangio mai, devo stare leggero. Un tempo si mangiava molto. Addirittura si facevano le tournée per poter andare a mangiare, nelle Marche ricordo dei ristoranti molto buoni. Adesso dopo cena è molto difficile trovare una cucina aperta, c’è poca cultura del dopo spettacolo. Possiamo contare su qualche ristoratore disponibile che tiene aperto, sono serate che non dimentichiamo».

La sua cena più bizzarra.

«È quella che non ho ancora fatto. Anche se Oldani mi ha stimolato molto con la sua cipolla caramellata. Sono rimasto dieci minuti a guardarla. Da allora non rifiuto più gli abbinamenti insoliti. Per me bizzarro è mangiare i prodotti del posto, la filiera corta, l’amatriciana ad Amatrice, in Sicilia i piatti siciliani. Credo che bisogna adattarsi».

Chi inviterebbe a cena a casa sua e perché?

«Persone accomodanti, come il sindaco di Milano Sala, che è un amico. Non apprezzo quelli che chiedono “cosa c’è da mangiare stasera?”. Mangi quel che c’è e apri la tua testa all’innovazione».

Vino o birra?

«In Brasile la birra, il vino non è competitivo ed è molto caro. Altrimenti vino. Sono stato di recente in un paesino in Francia a un mercatino. Abbiamo comprato olive farcite in tutti i modi e vino francese. Di più non si poteva chiedere».


Mobili e arredamento / Anno positivo per il comparto. E con le feste ci si regala il divano nuovo

Le insegne indipendenti di mobili e arredi iniziano ad intravedere segnali di ripresa. «E’ stato un anno tutto sommato positivo per i negozi di arredamento. Il bonus mobili e i contributi per le giovani coppie hanno incentivato gli acquisti, anche da un punto di vista psicologico-  commenta Lorenzo Cereda, presidente del Gruppo Mobili e Arredamento Ascom-. E’ aumentato lo scontrino medio e si lavora per progetti di maggiore qualità. Gli incentivi hanno fatto bene a tutto il comparto, hanno avviato una leggera ripresa del mercato e hanno favorito un clima di maggior fiducia  tra gli operatori. La conferma del bonus mobili per il 2017 è stata accolta con grande favore: ci aspettiamo buoni risultati anche per l’anno nuovo». La concorrenza della gdo continua a farsi sentire con campagne sconti e Cereda mette in guardia da pubblicità ingannevole: «La grande distribuzione dell’arredamento segna quest’anno un’ulteriore crescita del 2%. Non è solo un cambiamento nei consumi, ma spesso è l’effetto di una politica di sconti che arriva al 70-75%. Si tratta di pubblicità ingannevoli, come già indicato dall’associazione nazionale Federmobili, in cui il prezzo non è altro che l’effetto di una strategia di marketing che non corrisponde alla reale qualità del prodotto». Oltre agli incentivi statali, i negozi di arredamento si aspettano effetti positivi dalle tredicesime: «Negli ultimi anni Natale è diventata sempre più l’occasione per regalarsi un divano nuovo, per cambiare poltrona o materasso o scegliere altri elementi di arredo. La crisi porta a concentrarsi sulla casa, a prediligere l’utile al futile, così negli ultimi due anni le feste, per effetto della tredicesima,  si trasformano in un’occasione per  rinnovare gli ambienti».

 

 


I nostri più cari auguri di buone Feste!

città Alta - Natale - bella atmosfera - foto VisitBergamo
foto Turismo Bergamo

 

In città o in vacanza, in famiglia o con gli amici, scatenati tra giochi e brindisi o accoccolati sul divano: in qualunque modo abbiate deciso di trascorrere Natale e Capodanno, cari lettori, vi facciamo i nostri più sinceri auguri e vi aspettiamo per continuare a condividere informazioni e commenti.


Solidarietà, i commercianti di Torre Boldone festeggiano Natale all’Istituto Palazzolo

Anche quest’anno il gruppo operatori commerciali O.C. di Torre Boldone ha rinnovato l’impegno de «L’aiuto al prossimo», uno tra i progetti più a cuore dell’associazione dei commercianti, portando piccoli doni e un sorriso ai piccoli ospiti dell’Istituto Palazzolo. I vertici dell’associazione hanno fatto visita alla Casa Infanzia dell’Istituto Palazzolo di Torre Boldone con il vicesindaco Simonetta Farnedi. «Abbiamo voluto con questo gesto abbracciare idealmente anche tutti i genitori e le famiglie dei bambini, una comunità multietnica che continua a crescere, con la più piccola bimba di soli quattro mesi che festeggia il suo primo Natale. E’ un’iniziativa dei commercianti per dare un segno tangibile della loro presenza, con piccoli doni regalati ai bimbi presenti nella comunità gestita da Suor Stefania per gioire insieme e condividere il clima di festa» ha sottolineato il presidente dell’associazione Diego Pedrali.

 


Cena sospesa, raccolti 17mila euro. All’Arlecchino il podio solidale

arlecchino (1)Il progetto della Cena Sospesa,  ideato dal Rotary Club di Città Alta e sostenuto da Caritas, Ascom e Ubi Banca, ha regalato finora 1.700 buoni pasto, con una raccolta – oltre le aspettative – di 17mila euro in due mesi.

Un risultato importante ottenuto grazie all’adesione convinta di 34 attività commerciali che hanno sensibilizzato la propria clientela per supportare diverse famiglie in difficoltà segnalate dalla Caritas.

I bergamaschi si sono fatti carico del  progetto e lo hanno sposato, dando prova della loro solidarietà ricordandosi a fine serata di chi fatica ogni giorno a portare in tavola qualcosa.

Il podio solidale tra i locali aderenti va al Ristorante Pizzeria Arlecchino di piazza Sant’Anna, che da solo ha raccolto finora 1.700 euro. «Un grande grazie va ai nostri clienti che hanno dedicato un pensiero a chi non può permettersi un pasto – commenta orgoglioso Gianfranco Rotini dell’Arlecchino -. Siamo contenti che un’iniziativa di alto valore come questa sia stata subito condivisa con grande sensibilità dalla nostra clientela. Noi abbiamo cercato di coinvolgere ogni tavolo a fine serata, informandoli dell’iniziativa con locandine e illustrando nei dettagli il progetto. Consegniamo con immensa gioia per Natale alla Caritas la teca con la somma raccolta, augurandoci di continuare con lo stesso successo a contribuire al progetto, confidando nella generosità della nostra clientela».


Bar e specialità alimentari, ad Antegnate un nuovo scrigno di sapori

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C’è una bella storia di famiglia e di impresa dentro al Dolcefreddo Cafè, locale aperto dallo scorso 27 settembre nella zona artigianale di Antegnate, in via Meucci 2. La storia di un’azienda attiva da quasi trent’anni nella distribuzione all’ingrosso e al dettaglio di surgelati, che ha fatto proprie le parole d’ordine di questi tempi: rinnovarsi e diversificare. E la scelta di Alessia, assistente di volo sui jet privati, di mettere la propria esperienza nella selezione di piatti e prodotti per i vip internazionali al servizio della nuova iniziativa di famiglia.

«La crisi ci ha spinto a reinventarci – racconta Maria Guida Rubini, che ha fondato nell’89 con il marito Gian Paolo Bandera la Dolcefreddo -. Il settore del freddo è stato particolarmente colpito, perché i costi di gestione sono alti, e molti dei venditori porta a porta che servivamo hanno chiuso. Così abbiamo deciso di concentrarci sulle forniture per le feste estive e di dedicarci anche all’acquisto e vendita di attrezzature usate per pasticcerie, panifici, bar e negozi di alimentari. Abbiamo anche aperto un locale, dove, accanto alla caffetteria, ai pranzi veloci e agli aperitivi, si possono trovare vini e specialità alimentari accuratamente scelti in tutti questi anni di attività nelle forniture».

cesti-natale-dolcefreddo-cafe-7Natale è il momento migliore per farsi confezionare un cesto regalo, personalizzato nel contenuto e nella forma, o trovare un buon prodotto da portare in tavola. Ci sono i panettoni griffati Flamigni, Scar Pier, Muzzi, il cioccolato di Babbi, ma anche parmigiano, salumi, come il salame di Montisola o la coppa di un produttore locale, e poi i vini, Franciacorta e toscani soprattutto.

«Lavorando sui jet privati ho avuto la conferma di quanto valga il made in Italy», spiega la figlia Alessia, 26 anni, dall’età di 21 impegnata come assistente di volo (dalle Svalbard allo Zambia, da Kabul a Baghdad) per questa fascia esclusiva di viaggiatori. «Oltre a curare l’ospitalità a bordo ci si occupa del catering e non abbiamo idea di quanto sia apprezzata una mozzarella di bufala o una cotoletta – prosegue -. Da qui siamo partiti con l’idea del locale, dal valorizzare ciò che di semplice e buono ci invidia tutto il mondo».

Tra i piatti per la pausa pranzo si può trovare, ad esempio, quello con stracciatella, alici e pomodori secchi, oppure insalate ricche. L’obiettivo è caratterizzarsi per gli aperitivi e i taglieri con salumi, come quelli di cinghiale e cervo, e formaggi accompagnati ad un buon calice di vino. «Non abbiamo la cucina – dice Alessia, che nel locale è affiancata dalla sorella Federica, 28 anni -, ma ci stiamo organizzando per servire i taglieri con una scodella di polenta fumante. Piace a tutti, è appagante, credo che possa essere un’idea per uno spuntino o un aperitivo diverso dai soliti buffet o dalle classiche patatine e noccioline». Insomma Dolcefreddo Cafè vuole diventare un posto di piccoli piaceri per il palato.

«Continuo a lavorare sui jet come freelance, se sto un mese senza volare mi manca la terra sotto i piedi! – confessa Alessia -. Intanto ho però scelto di dare una mano alla mia famiglia in questo nuovo capitolo della nostra storia aziendale».

dolcefreddo-cafe-3Dolcefreddo Cafè

via Meucci, 2
Antegnate
tel. 0363 914240


Zuppe, due classici per le Feste

Le Feste sono qui ma c’è ancora chi non ha deciso cosa cucinare. Gli impegni sono tanti e trovare una ricetta che accontenti tutti è un’impresa quasi impossibile. Un piatto che può salvare è la zuppa. Sfiziosa, gustosa, facile da preparare, da qualche tempo è ritornata sulla tavola dei grandi chef come pietanza raffinata ed è di grande tendenza.

Le ricette sono infinite, da quelle classiche con le verdure, i legumi e i cereali come l’orzo e il farro, fino a quelle di pesce e carne o di tradizione orientale.

Per il menù di Natale o di capodanno noi vi proponiamo la zuppa di lenticchie e quella di pesce, perché sono buonissime e piacciono a (quasi) tutti. In pochi passaggi vi spieghiamo come realizzarle in modo impeccabile.

La Zuppa di lenticchie

zuppa-lenticchieLe lenticchie, simbolo di denaro e prosperità per l’anno in arrivo, sono un must nel menù delle Feste. La zuppa può essere proposta come primo piatto oppure come aperitivo: basta fare delle mini porzioni al bicchiere e il buffet sarà perfetto.

Si può scegliere tra le lenticchie grandi e quelle piccolissime, rosse, nere, verdi, ce n’è per tutti i gusti. Vista l’occasione importante, evitate le scorciatoie – pur utilissime – offerte dalle lenticchie già lessate e confezionate in barattoli che si trovano nei supermercati e dedicate al piatto un po’ di tempo e cura in più. Noi vi consigliamo le lenticchie di Castelluccio ma anche quelle di Altamaura e del Fucino sono buonissime.

Quale che sia la vostra scelta, ecco i procedimenti giusti per cucinarla.

L’ammollo

Le lenticchie hanno una buccia dura. Per ammorbidirle, il consiglio è di lasciarle in ammollo nell’acqua una notte intera. Questa operazione permetterà anche di eliminare le lenticchie non buone (le riconoscerete perché verranno a galla) ed eventuali impurità. Quando si mettono in ammollo aggiungere all’acqua un pezzetto di alga kombu, le lenticchie saranno più digeribili. Usata anche in cottura renderà la zuppa più saporita.

La cottura

Il giorno dopo, le lenticchie vanno lavate sotto acqua corrente e scolate molto bene. In una pentola di terracotta si fa un soffritto con un filo di olio, aglio, alloro e sedano e si aggiungono le lenticchie. Dopo pochi minuti si procede a bagnare con il brodo caldo facendo cuocere a fuoco basso per un’ora circa o comunque fino a che la cottura è perfetta e dalla zuppa emana un profumo intenso: alla vista la zuppa non deve apparire cremosa e le lenticchie devono essere integre. Quando è cotta va lasciata riposare per 10 minuti lontana dal fornello.

Attenzione a non salare subito l’acqua, perché il sale rende le lenticchie più dure. Il sale si aggiunge a pochi minuti dalla fine della cottura.

La presentazione

La zuppa si serve in ciotole di terracotta con extravergine d’oliva e delle fette di pane tostato. Attenzione: l’olio va aggiunto sempre a cottura ultimata e fornello spento. Se si è preparata la zuppa di lenticchie in anticipo, conviene prima riscaldarla, aggiungendo un mestolino di acqua, e condire solo dopo con sale ed olio.

L’abbinamento

Ideale un buon Frascati o il Malbec oppure una birra Ale.

La zuppa di pesce

zuppa-di-pesce-2Pur nella sua semplicità, la zuppa di pesce è uno dei piatti italiani più apprezzati nel mondo. Le ricette sono tantissime: c’è la versione toscana (cacciucco), quella adriatica (brodetto), quella delle regioni meridionali, quella ligure (buridda). Variano i nomi e le specie ittiche impiegate, ma il procedimento è più o meno lo stesso. Un mix di pesci di mare serviti su una fetta di pane imbevuta con salsa di pomodoro leggermente piccante e agliata. Per un’ottima zuppa di pesce occorrono aromi (aglio e peperoncino, anche in quantità moderata, sono assolutamente necessari), pomodoro e tante varietà di pesce: scorfano, gallinella, rana pescatrice, triglie, moscardini, seppie, gamberi, vongole e scampi. Il primo consiglio quando si è davanti al banco del pescivendolo è di non darsi alle spese pazze: il risultato della zuppa è eccellente anche con i cosiddetti pesci poveri.

La preparazione del pesce

Anche se il procedimento richiede più tempo, tutto il pesce va pulito, eviscerato e sfilettato. Se non si ha tempo o voglia, si può chiedere al pescivendolo di fare queste operazioni, ricordandosi però di farsi dare testa e lische. I molluschi vanno fatti aprire a parte, in una pentola senza condimenti. Poi si filtra l’acqua che rilasceranno e la si aggiunge al brodo, per arricchirne il sapore. Anche gli scarti scarti del pesce non vanno buttati ma utilizzati per preparare il brodo, che va passato e aggiunto poi al soffritto di cipolle, carote e sedano per far cuocere il pesce.

La cottura

La pentola perfetta per cucinare la zuppa di pesce è quella in coccio. Il pesce va cotto per pochi minuti e inserito nella zuppa in momenti diversi, mai insieme: prima quelli con carni più solide, poi quelli più teneri e delicati, per evitare che si sfaldino durante la cottura. Quindi, prima seppie e moscardini, dopo qualche minuto gallinella, scorfano e rana pescatrice. Poi triglie, molluschi e per ultimo crostacei. Basta avere pazienza e aggiungere il pesce in base ai tempi di cottura, per non ritrovarsi con un polpettone stracotto nel piatto (se siete al ristorante o ospiti da amici è il pesce è ridotto in poltiglia significa che la zuppa è stata riscaldata).
Lasciate cuocere il pesce nel suo vapore senza mai usare il mestolo. Fate attenzione a sfumare bene il vino, in modo che non resti un eccesso di acidità sul palato. Il soffritto si fa con aglio, carota, cipolla e sedano tritati con un filo d’olio extravergine.

La presentazione

Le zuppe si servono sempre calde con una spruzzata di prezzemolo fresco e del pane casereccio, anche raffermo. Per un sapore più deciso, dopo aver fatto scaldare il pane in forno lo si può sfregare con con dell’aglio. Per preparare i crostini si fa a pezzettini o listarelle il pane e si mette in forno per 10 minuti (si possono anche friggere ma la zuppa così diventa più calorica). Attenzione, il pane dev’essere abbrustolito molto bene per evitare che si spappoli subito a contatto con la parte liquida della zuppa. I crostini vanno posti sul fondo del piatto (come prevede la ricetta classica), in questo modo rendono la zuppa ancora più buona. Oppure serviti in una ciotola a parte.

L’abbinamento

Il vino ideale da abbinare alla zuppa di pesce è il Sauvignon. In alternativa una birra Porter o una Kolsch.

I segreti di una buona zuppa

Al di là delle singole ricette, ci sono consigli che valgono per tutte le zuppe. Perché – attenzione – la zuppa è un piatto semplice da cucinare, ma nasconde insidie ed è un attimo commettere errori che ne compromettono la bontà. Per realizzare una zuppa impeccabile basta seguire poche regole. Primo segreto il brodo, ma anche la selezione degli ingredienti è decisiva.

Fare il brodo in casa

Un brodo di buona qualità è il primo segreto e l’ingrediente indispensabile per fare una buona zuppa e senza dubbio quello fatto in casa è il migliore. A seconda degli ingredienti, si può preparare con la carne, con il pesce o con le verdure. In questo caso il consiglio è di arrostire prima per qualche minuto le verdure al forno, renderanno la zuppa più saporita.

Non introdurre tutti gli ingredienti nello stesso momento

Gli ingredienti di una zuppa richiedono diversi tempi di cottura. Le lenticchie, devono essere aggiunte all’inizio, mentre il pesce a seconda della varieta e consistenza.

Insaporire con le spezie

Utilizzando spezie, erbe aromatiche, concentrato di pomodoro si può ridurre la quantità di sale. Attenzione però a non esagerare con il piccante. Se avete messo troppe spezie, per attenuare l’eccesso di piccante, aggiungete una sostanza acida che ne annulli l’effetto come il limone, lo yogurt, l’ananas o l’aceto.

Non farla bollire

La zuppa non va fatta bollire, ma solo lentamente e cautamente sobbollire. Non è una pignoleria, solo con il controllo della temperatura si consente di rilasciare i sapori degli ingredienti, il che garantisce un ottimo risultato. Potete scegliere di lasciarla più liscia o renderla più corposa frullandone una parte a fine cottura.

Preparare brodo in abbondanza

Una zuppa troppo fitta è impresentabile. Cucinando una zuppa, gli ingredienti tenderanno ad assorbire il brodo, alcuni più di altri, quindi è consigliabile prepararne un po’ di più rispetto a quello preventivato.

zuppa-genericaSalare solo alla fine

Aspettate la fine della cottura, assaggiando prima e valutando il sapore. Se salate all’inizio della cottura, la zuppa risulterà troppo salata. Questo perché il brodo e gli altri ingredienti tendono a rilasciare i sali minerali e interpretano già il ruolo di “insaporitori”.

Attenzione alla temperatura dell’olio

Preparare gli ingredienti prima di aver messo l’olio in padella per evitare che l’olio si scaldi troppo. Se fuma significa che si è scaldato troppo con il risultato che avrà un sapore sgradevole e che può essere dannoso per la salute.

Il tocco finale

L’olio extravergine di oliva va sempre messo a freddo per completare il piatto.