La castagna del bastian contrario

A dar retta all’impareggiabile Teofilo Folengo, quelli che nel XVI secolo la montagna di Clusone spediva in mezzo mondo erano uomini “bassi, grassi e grossi di sedere”.

Una così poco altera complessione, a giudizio del poeta, era da attribuirsi alla dieta quasi monofagica dei valligiani: panizza – la polentina di panìco che godette di universale diffusione sino all’introduzione del mais – e, soprattutto, castagne a volontà. Oltre che per le generose proporzioni, il posteriore dei nostri montanari doveva con certezza distinguersi, per dirla con Curzio Malaparte, in virtù di una non comune loquacità.

Secondo la medicina prescientifica il frutto del castagno, tra le molteplici pecche dietetiche di cui era tacciato, annoverava difatti quella di indurre una tutt’altro che commendevole ventosità intestinale. Come se non bastasse, all’ingiustamente vituperata derrata erano attribuite, al pari che alla rapa ed ai legumi più umili, deprecabili proprietà afrodisiache, che si riteneva acuissero la proverbiale lascivia degli zotici. Più recenti ed attendibili studi hanno acclarato come il regime forzatamente vegetariano di cui scriveva il Merlin Cocai fosse piuttosto all’origine di quel gozzo che per secoli ha marchiato la caricaturale iconografia del bergamasco.

In spregio all’avversione di clinici e naturalisti, la preminenza della castagna nel sistema alimentare dei nostri antenati si è storicamente affermata su basi affatto trasversali, oltrepassando i confini topografici dei distretti montani ed il limitare sociale delle classi meno abbienti. È ad esempio assodato che nel corso dell’alto medioevo la diffusione di quello che era chiamato l’albero del pane si spinse sino al cuore della pianura padana, dato che estese aree a castagneto erano censite nei pressi di centri come Spirano, Cologno al Serio e Capriate d’Adda.

Alla fine del XIII secolo Bonvesin de la Riva certificava altresì come la cibaria avesse acquisito il rango di genere di prima necessità anche negli agglomerati urbani lombardi, giacché se ne approvvigionava in gran copia la stessa Milano. L’iperbolico magister di Porta Ticinese distingueva al più tra la varietà di minor pregio definita “popolare”, relegata ad un ruolo intermedio tra la nutrizione animale e quella umana, ed i più aristocratici marroni riservati ai palati dei ceti altolocati.

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La bollitura dei biligòcc

Proprio perché prevalentemente legate alle consuetudini degli strati sociali più umili, le tecniche di trasformazione agroalimentare della castagna e le modalità del suo utilizzo in cucina serbano tratti singolarmente arcaicizzanti. Valga il caso dei biligòcc, il cui procedimento di elaborazione è a tutt’oggi identico a quello descritto nel IV secolo dall’agronomo latino Rutilio Palladio. Nelle Prealpi lombarde ed in Valtellina si prepara inoltre una minestra di castagne e riso denominata mach, il cui vincolo di discendenza dal celebre maccus dell’antica Roma – una passatina di fave ancor ai nostri giorni in voga nel mezzogiorno – non necessita certo di delucidazioni. Colpisce semmai che in Valgerola, sul versante settentrionale delle Orobie, la vivanda venga accomodata con l’utilizzo del panìco in luogo del riso, riproponendo così in un’unica portata l’accoppiata di derrate montane richiamata nel Baldus di Folengo.

Se nelle vallate alpine la cucina della castagna riserva il sorprendente incontro con alcuni pronipoti della gastronomia latina, nel Sannio – storica propaggine longobarda nell’Appennino Campano – conduce invece al non meno stupefacente rinvenimento di un lontano cugino dei ravioli di casa nostra. Si tratta del caozoncello, un tortello dolce ripieno della polpa lessata dell’achenio, la cui preparazione è finalizzata in frittura. Per quanto arduo sia ricostruire la filiera delle relazioni di apparentamento, è sbalorditivo che ad una sessantina di chilometri dal Vesuvio sopravviva un’enclave presso la quale imperturbabilmente si consumano gli alter ego meridionali di casoncelli e cassoeula – localmente denominata abbullit d’porc.

Questa rassegna di bizzarrie si chiude con i dettagli di una delle antiche e suppergiù goliardiche tenzoni tra miserabili di cui è zeppa la storia. Soprattutto nelle lande a sud del Po, mazzamarroni era l’epiteto con il quale venivano dileggiati i montanari, che controbattevano apostrofando come mangiarape gli zotici dimoranti a quote più basse. E d’altronde già nel I secolo d.c. Plinio il Vecchio sottolineava come l’elettiva dimora della rapa fosse tra le brume delle piane alluvionali. È bene tuttavia precisare che dalle nostre parti il discrimine tra mangiamarroni e cagarape sarebbe risultato del tutto incomprensibile. Non solo per parecchi secoli si sono colte castagne sin sulle sponde del Fosso Bergamasco, ma le migliori rape del circondario sono da tempo immemore quelle coltivate sui declivi di Orezzo e di Bossico. Castagne in pianura e rape in montagna: come disconoscere che Bergamo sia patria dei più irriducibili tra i bastian contrari?


A Bergamo prezzi in calo. Giù gli alimentari, cresce il riscaldamento

spesa bio frutta verduraNel mese di ottobre, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) a Bergamo risulta in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si attesta a -0,2%, in diminuzione rispetto al -0,1% registrato il mese scorso.

La variazione in positivo più marcata (+0,2%) si registra nella divisione “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” nella quale si rilevano aumenti di gas (+1,8%) e gasolio per riscaldamento (+2,1%) ; in diminuzione energia elettrica (-1%). Segue (+0,1%) “Abbigliamento e calzature” con rincari dei servizi di lavanderia, riparazione e noleggio abiti (+0,7%). Medesima variazione per “Mobili, articoli e servizi per la casa” nella quale si registrano rialzi dei beni non durevoli per la casa (+0,7%).

Forte diminuzione in “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,5%) con cali di frutta (-2,3%), pesci e prodotti ittici (-0,9%), latte, formaggi, uova (-0,5%) e vegetali (-0,7%). Seguono i “Trasporti” (-0,4%) in cui si segnalano in discesa trasporto aereo (-12,4%) e ferroviario (-1,1%); in salita carburanti (+1,5%) e trasporto marittimo (2,3%). Medesima variazione per le “Comunicazioni” settore nel quale scendono gli apparecchi telefonici e telefax (-1,4%).

In “Ricreazione, spettacoli e cultura” si registrano diminuzioni di apparecchi per il trattamento dell’informazione (-2,6%), articoli per giardinaggio, piante, fiori (-0,5%) e pacchetti vacanza (-3,7%); in aumento apparecchi fotografici, cinematografici e strumenti (+1%), supporti di registrazione (+2,9%), beni durevoli per ricreazione all’aperto (+0,8%), giochi, giocattoli e hobby (+3%), prodotti per animali domestici (+1,4%) e libri (+1,1%). Lieve diminuzione per “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,1%) a causa dei vini (-1,1%); in controtendenza le birre (+1,6%). Identica variazione per “Servizi ricettivi e di ristorazione” con cali dei servizi alloggi (-1,2%).

Invariate le divisioni “Istruzione”, “Altri beni e servizi” e “Servizi sanitari e spese per la salute”.

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Aree di crisi, 55 i comuni bergamaschi candidabili alle agevolazioni

crisi-industria-fabbrica-dismessaLa Giunta della Regione Lombardia ha approvato la lista dei territori candidabili alle agevolazioni previste per le “aree di crisi industriale non complessa” dal Ministero dello Sviluppo Economico. «Si tratta di territori circoscritti che presentano situazioni di crisi industriale e occupazionale – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini – dove le imprese interessate potranno candidarsi per ottenere eventuali cofinanziamenti attraverso un bando sostenuto da risorse definite a livello nazionale che prevede la modalità “a sportello”».

La maggior parte dei territori individuati è in provincia di Bergamo, con 55 Comuni su un totale di 84. «La lista che abbiamo approvato stamane non costituisce per i candidati diritto ad un piano di riparto – ha sottolineato Parolini -. Pur trattandosi, infatti, di una misura con un impatto potenziale significativo a livello nazionale per lo sviluppo dei territori e la tutela dell’occupazione, i rigidi criteri tecnici e demografici imposti dal Governo sono risultati di difficile applicazione per la dinamicità, la tipologia e la complessità del tessuto economico lombardo». «Regione Lombardia si è impegnata a chiedere deroghe e criteri più adatti alla situazione lombarda – ha precisato -, ma non sono stati concessi, ridimensionando così in modo significativo le concrete opportunità di questa iniziativa. Il Mise emetterà successivamente il bando per l’accesso ai fondi da parte delle imprese, con l’indicazione dei criteri e delle modalità di partecipazione. Regione Lombardia ne diffonderà adeguata e tempestiva informazione».

Le aree di crisi in Lombardia che possono concorrere alle agevolazioni del Ministero

BRESCIA

Fiesse, Pian Camuno, Artogne, Pisogne, Darfo Boario Terme, Angolo Terme, Gianico.

BERGAMO

Casnigo, Cazzano Sant’Andrea, Colzate, Albino, Nembro, Gazzaniga, Gandino, Cene, Leffe, Vertova, Peia, Aviatico, Bianzano, Fiorano al Serio, Pradalunga, Selvino, Parre, Onore, Ponte Nossa, Cerete, Rovetta, Songavazzo, Ardesio, Villa d’Ogna, Castione della Presolana, Clusone, Fino del Monte, Gandellino, Gorno, Gromo, Oltressenda Alta, Oneta, Piario, Premolo, Valbondione, Valgoglio, Rogno, Endine Gaiano, Costa Volpino, Casazza, Grone, Lovere, Sovere, Monasterolo del Castello, Borgo di Terzo, Bossico, Castro, Fonteno, Gaverina Terme, Pianico, Ranzanico, Riva di Solto, Solto Collina, Spinone al Lago, Vigano San Martino.

CREMONA

Volongo, Torre de’ Picenardi, Drizzona, Asola, Piadena, Ca’ d’Andrea, Calvatone, Isola Dovarese

MANTOVA

Mariana Mantovana, Casalmoro, Casalromano, Acquanegra sul Chiese, Canneto Sull’Oglio, Redondesco, Quistello.

PAVIA

Arena Po, Rea, Spessa, Mezzanino, Redavalle, Montù Beccaria, Santa Maria Della Versa.

SONDRIO

Cedrasco, Caiolo, Chiesa in Valmalenco, Poggiridenti.


Nati per Leggere, a novembre sconti per i più piccoli in 16 librerie

nati30ottob.jpg“Nati per Leggere in festa 2016” torna con decine di appuntamenti per il tradizionale evento di novembre. In Bergamasca sono ben 142 le biblioteche che partecipano al programma per avvicinare alla lettura fin dalla nascita e che per tutto il mese propongono libri e attività per bambini e bambine da zero a 6 anni e per le loro famiglie.

I programmi sono consultabili sulla pagina Nati per Leggere del portale della Rete bibliotecaria bergamasca (www.rbbg.it), organizzatrice dell’iniziativa, con il sostegno della Simpef sezione di Bergamo (Sindacato Medici Pediatri di Famiglia), e della Sezione Lombardia dell’Aib, l’Associazione Italiana Biblioteche, artefice della campagna ideata a livello nazionale.

Continua anche la partnership con Fondazione Asm e con l’Ascom di Bergamo, che ha attivato la partecipazione di 16 librerie e cartolibrerie, offrendo, durante il mese di novembre, lo sconto del 10% sui libri per bambini, grazie al coupon che si può avere partecipando alle iniziative delle biblioteche durante gli appuntamenti di Nati per Leggere in Festa.

Si può spaziare tra letture, esposizioni di libri, laboratori, merende, incontri rivolti ai genitori per parlare di libri e lettura ai bambini in età prescolare. Tema di questa nuova edizione è l’immaginazione. Il gadget che verrà consegnato quest’anno ai bambini partecipanti è quest’anno un metro da appendere nelle camere dei bambini, firmato da Nicoletta Costa, notissima illustratrice, tanto cara ai bambini.

Sul retro, la bibliografia con indicati i 36 libri, selezionati dai bibliotecari, che vengono suggeriti ai genitori. Come sempre poi, in regalo durante questi appuntamenti, anche un numero arretrato delle riviste per bambini La Pimpa e Giulio coniglio, messe a disposizione dalla casa editrice Franco Cosimo Panini.

libraia_bambini.jpgLa manifestazione di novembre, che si ripete dal 2003, rappresenta per gli organizzatori un po’ il “compleanno” del progetto, una festa fatta dalle biblioteche che durante tutto l’anno svolgono tante azioni con nidi, spazi gioco e scuole dell’infanzia, oltre che con appuntamenti di lettura in momenti extrascolastici, per alimentare la bellezza e l’importanza di leggere ai bambini in famiglia, dove è possibile garantire l’esercizio quotidiano alla scoperta delle storie.

Lunedì 21 novembre, alle ore 11, è poi di nuovo la volta de “L’ora delle storie”, momento che coinvolge le scuole dell’infanzia, i nidi e gli spazi gioco, dove le attività in corso verranno interrotte per lasciare spazio alle storie, che potranno essere lette o raccontate dalle insegnanti o magari da qualche mamma, papà, nonno o nonna.

LE LIBRERIE CHE PARTECIPANO A NATI PER LEGGERE

  • Fantasia – Il circolo dei piccoli lettori

via Borgo S. Caterina 55 – Bergamo
  • Incrocio Quarenghi

via Quarenghi, 32/B – Bergamo
  • Libraccio

via San Benardino, 34/C – Bergamo
  • Il Campanile

via SS Fermo e Rustico, 21 – Caravaggio
  • Libreria Canova

via Nazzari, 15 – Clusone
  • Umpalumpa

via L. Querena, 42 – Clusone
  • Libraccio

via Europa, 7 c/o Le Vele – Curno
  • Mondadori Bookstore

piazza XIII Martiri, 3 – Lovere
  • No problem

via Garibaldi, 15 – Nembro
  • Goodbook.it Libreria

piazza Papa Giovanni XXIII, 12 – Osio Sotto
  • Il Parnaso

via Ramera, 94 – Ponteranica
  • La Matita

via San Carlo, 5 – San Pellegrino Terme

Libreria Mondadori

via Guzzanica 62/64 c/o Le due Torri – Stezzano
  • Ariston Bookshop – Libreria Mondadori

via Torriani – Treviglio
  • La Pulce curiosa

piazza Garibaldi, 7/H – Treviglio
  • Lo stato dell’arte

via Verga, 14 – Treviglio


Fiori, «ecco com’è cambiato l’omaggio ai defunti»

In vista della Festa dei morti, le aspettative dei fioristi sono alte. Le ricorrenze sono infatti ormai diventate preziose boccate di ossigeno per un comparto costretto a fronteggiare non solo i prezzi super scontati dei supermercati, ma anche il crescente fenomeno dei venditori abusivi.

«Le vendite dei fiori dei cimiteri si concentra quasi tutta in occasione delle ricorrenza dei morti – dice Adriano Vacchelli, presidente del gruppo Fioristi dell’Ascom di Bergamo –. Un tempo cambiare i fiori al cimitero tutte le settimane era quasi un obbligo, con le nuove generazioni si è un po’ persa questa abitudine perché è venuto meno il senso del culto. Ora il pensiero è legato a un fiore al cimitero ogni tanto».

La contrazione non riguarda solo la frequenza degli acquisti, ma anche la spesa. La tendenza è di mantenersi su costi bassi. Il budget si è ridotto negli ultimi anni. La spesa media è di 15-20 euro per i loculi e 25-30 euro per le tombe. Ci sono delle eccezioni, ma sono sempre meno. «In questo ha influito l’aumento delle cremazioni – spiega Vacchelli -. I loculi sono più piccoli quindi il fiore si è adeguato, non deve più riempire, solo dare un tocco di colore».

Per i negozi la situazione è resa più difficile dalla concorrenza presente sul mercato. «L’abusivismo è un problema che si ripresenta anche in queste festività, se non si mette mano e si fanno rispettare le leggi ci sarà sempre – dichiara Vacchelli –. L’abusivo è visto come una persona in difficoltà che cerca di portarsi a casa un pasto, questo è vero ma ciò che il cittadino vede è solo la parte finale di un sistema. Come per l’ortofrutta, anche per i fiori il fenomeno di andare all’ingrosso o al supermercato e poi vendere porta a porta che prima era saltuario si è diffuso». Quanto al confronto con i supermercati, «riescono a comprare e quindi a rivendere a prezzi molto più bassi – ricorda -. Ad esempio un vaso di crisantemi lo si trova a 3.90-4 euro. Noi non riusciamo nemmeno a comprarlo a questi prezzi!».

Per quanto riguarda le scelte, le richieste più tradizionali si concentrano sugli immancabili crisantemi, le altre spaziano sui fiori stagionali: ciclamini, orchidee e protee, fiori africani molto di effetto. Per tutti l’esigenza è la stessa: che i fiori resistano il più possibile.


Il mercato It torna a crescere. Grazie alla trasformazione digitale

Il mercato IT esce finalmente dalla crisi e cresce nel 2016 del +3,1%, trascinato dagli investimenti connessi con la Trasformazione Digitale.

È il primo, e incoraggiante, segnale che esce dall’Assintel Report+, che offre uno spaccato sul mercato e sui trend della domanda.

L’elemento di maggior novità per il mercato è dato quest’anno dai cosiddetti “Digital Enablers”, iniziative di punta della trasformazione digitale che fungono da incudine per l’evoluzione del business aziendale: valgono 7,4 miliardi di euro con un tasso di crescita del +16% rispetto al 2015. Tra di esse l’Internet of Things (+22%), i progetti di Customer Journey (+13,6%), i Big Data (+16,2%) e la Cyber Security (+6,1%). Al loro fianco si conferma la crescita di altri segmenti in ambito Software, come il Digital Marketing (+31,2%), la Business Intelligence (+13,6%), il Cloud Computing (+19,5%), il Mobile Enterprise (+13%).

Tornano ad investire in IT quasi tutte le industry del mercato, ad esclusione degli Enti Locali. In particolare l’Industria (+3,7%), le Assicurazioni (+4,9%) e le Banche (+3,6%), le TLC (+3,4%), Trasporti e Logistica (+4,8%), le Utility (+4,9%). Il settore Commercio/Distribuzione/Servizi riemerge con un +2,6%, e con essi va sottolineata la crescita parallela dell’eCommerce B2C: +17,2% quest’anno, vale oltre 19 miliardi di euro, trascinato dagli 8 miliardi e mezzo del Turismo e dalla rapida ascesa del Food (+102,5%) e di Moda e abbigliamento (+44,9%).

Tutto ciò si riflette anche nell’inversione di tendenza del settore Consumer (+1,4%), conseguenza diretta del diffondersi del digital lifestyle.

Luci e ombre invece restano nei mercati collegati alla PA: se torna a crescere la spesa legata alla PA Centrale (+2,3%) e alla Sanità (+1,9%), restano come fanalino di coda gli Enti Locali (-2,1%).

«Leggendo questi dati, si rinforza ancora di più la missione della nostra associazione, che deve incessantemente lavorare per diffondere la cultura digitale come driver per il business nelle  imprese della domanda, sollecitare le Istituzioni nel sostenerla a livello economico e finanziario, creare incessantemente network di dialogo e sinergia», commenta Giorgio Rapari, appena riconfermato presidente di Assintel.

Il Report, inoltre, ha intervistato 1.000 Responsabili IT di aziende End User sui loro budget attuali e dei prossimi 12 mesi, creando così delle mappe previsionali sui loro investimenti. Nel 2016 è aumentata la spesa in nuovi progetti di innovazione per il 49% dei rispondenti, ma parallelamente l’altro 34% del campione dichiara che il budget IT complessivo è sceso. Le buone notizie arrivano nei previsionali del 2017: diminuisce il numero di aziende che dichiara di contrarre i propri investimenti in innovazione (24% del campione) mentre aumenta la percentuale di chi dichiara che aumenterà il proprio budget (sono il 34%). Il 14% degli intervistati è “virtuoso” perché investe più del 3% in IT, ma il 30% del campione resta drammaticamente sotto l’1%.


Street food e cene a tema con i piatti dei pastori

Si apre questo fine settimana la terza edizione del Festival del pastoralismo, manifestazione che porta in città il mondo della montagna e che ha tra i momenti clou la transumanza (sabato 29 ottobre) di un gregge di pecore bergamasche in Città alta fino ad Astino (dove si darà dimostrazione della tosatura e della preparazione estemporanea all’aperto della carne “castradina”, accompagnata da formaggi e adeguata bevanda) e l’esposizione delle “capre biodiverse” alla Fara (domenica 30).

Sino a fine novembre, poi, ci sono poi laboratori, film, incontri e una mostra. Ma non mancano nemmeno eventi gastronomici, che si aprono anche ad altre regioni – Abruzzo, Sicilia e Liguria per la precisione – nella prospettiva di realizzare un evento riferimento sul tema del pastoralismo anche oltre i confini bergamaschi e lombardi.

Domenica 30 ottobre in piazza Mascheroni, sul far del mezzogiorno, inizierà lo Street food con gli amici teramani. Il programma culinario prevede la capra alla neretese (con i peperoni), polenta con sugo di capra e una speciale zuppa di legumi della tradizione della Val Vibrata (all’estremo nord dell’Abruzzo). Alle ore 16.30 la delegazione abruzzese intratterrà al ristorante da Mimmo gli interessati alla storia, cultura, tradizioni enogastronomiche della val Vibrata e del teramano davanti a un calice di Montepulciano superiore e a formaggi pecorini (in collaborazione con Cucine in festa di Zanica; Pro Loco Nereto negli Abruzzi; Associazione Comunità delle botteghe di città alta).

In collaborazione con il Centro studi valle Imagna sono state organizzate anche tre cene a tema alla Bibliosteria Cà Berizzi (via Regorda, Corna Imagna) valorizzando la presenza di ospiti delle regioni. Le cene saranno precedute e inframmezzate da conversari.

Sabato 29 ottobre

Sapori d’Abruzzo.La cucina teramana con capra alla neretese con peperoni, agnello cacio e ovo, zuppa di legumi. La serata vedrà la presenza di Lorenzo Ferretti (chef), Antino Amore (giornalista Rai), Francesco Galiffa (scrittore e storico).

Venerdì 4 novembre

La Vastedda… e gli altri formaggi della pecora del Belice accompagnati dalla cucina di mare del trapanese. Incontro con i coniugi Cangemi di Partanna (allevatori e casari). Con dimostrazione di lavorazione della particolarissima Vastedda (un cacio ovino a pasta filata).

Venerdì 11 novembre

La cultura e la cucina contadina della montagna genovese. Con Massimo Angelini, ruralista, scrittore, editore

Info e prenotazioni 366 546.2000 – info@caberizzi.it

Il programma del Festival


Edilizia, in fiera gli Stati Generali per rilanciare il comparto

edilizia - lavoro - progettiL’edilizia rappresenta storicamente una delle principali attività economiche del nostro territorio, un asset fondamentale per l’economia del prodotto interno e in chiave export, che è valso a Bergamo il titolo di “provincia più edile d’Italia”. La nostra provincia si qualifica, a livello europeo, come uno dei distretti più rappresentativi. Lo è per il fattore produttivo, ma anche e soprattutto per quello soggettivo che ingloba competenza e passione coltivate nei secoli. I bergamaschi sono, prima di tutto, costruttori dentro. Nonostante i 9 anni in cui il settore è stato messo in ginocchio, al 31 dicembre scorsoi risultavano iscritte alla camera di Commercio di Bergamo, con il codice Ateco corrispondente alla filiera, 21 mila imprese, alle quali si devono aggiungere ben 9.000 professionisti attivi. Il valore della produzione del comparto si attesta su 3,5 miliardi di Euro/anno. Numeri, quelli della nostra provincia, di gran lunga superiori a quelli generati in più Paesi europei. Questo patrimonio è oggi seriamente messo in discussione dalla più grave crisi strutturale del settore degli ultimi decenni. Abbiamo raggiunto la consapevolezza che un nuovo Rinascimento della filiera dipenderà dall’effettiva capacità di “cambiamento” da parte di tutti: dal singolo imprenditore alle associazioni, dal sistema bancario all’Università.

Rinascimento è una parola ambiziosa, evoca fasti antichi di bellezza e ricchezza, ma quello che conta è far rinascere almeno la speranza. Rinascimento significa mettere nel suffisso “ri” (ripensare, riqualificare, riprogettare, ristrutturare) la chiave di volta per una ri-generazione delle città e per una ri-vitalizzazione del settore. La nuova Giunta dell’Ente camerale, insediatasi nel 2015 ha istituito, a dicembre di un anno fa, il Tavolo dell’edilizia – tavolo di filera unico in Italia – composto da Camera di Commercio, Ance, Ordine degli Ingegneri, Collegio dei Geometri, Ordine degli Architetti, Collegio dei Periti Industriali, Ordine dei Geologi della Lombardia, Università degli Studi di Bergamo, LIA, Confartigianato, Compagnia delle Opere, CNA, Ordine Agronomi e Dottori Forestali.

Il Tavolo ha avviato sei gruppi di lavoro coinvolgendo circa 50 rappresentanti del mondo imprenditoriale, professionale, economico e accademico su diversi temi: Marchio e comunicazione – Analisi ricognitiva del territorio – Innovazione, ricerca e formazione – Credito e reperimento risorse finanziarie – Norme edilizie, urbanistiche, impiantistiche – Impresa e lavoro. Alla base del Tavolo per l’Edilizia c’è il Manifesto del Rinascimento Urbano, basato su forti principi ispiratori, temi chiave da perseguire e driver innovativi capaci di portare Bergamo a un nuovo livello nel settore dell’edilizia. Questo percorso nel suo complesso sta permettendo una ricognizione del settore a 360°, tale da rendere effettivo, su scala nazionale, il passaggio da “Capitale dell’edilizia” a “Capitale dell’innovazione edile”.

In quest’ottica di intenti fattivi e riflessioni corali si innesteranno, il prossimo 4 novembre, gli Stati Generali della Nuova Edilizia di Bergamo. Una giornata, al Polo fieristico, nella quale rimettere al centro la voglia di fare. Una manifestazione per un settore che intende trovare nuove visioni e nuovi approcci. Non il solito convegno, non i soliti discorsi, non la solita montagna di parole. Concretezza innanzitutto. Abbiamo pensato a un evento che possa fornire risposte ad alcune domande. Una giornata di lavoro nella quale costruire. Che cosa? Una rete di conoscenze, di saperi e di relazioni utili a tutti. Da possibili partner a modelli di business, dalle tecniche e tecnologie a contatti utili per finanziare l’impresa e le opere. L’appuntamento intende promuovere un nuovo modo di progettare e costruire basato sulla tutela dell’ambiente come bene primario. Un approccio possibile grazie alla sempre maggiore consapevolezza delle committenze pubblica e privata, alla ricerca del risparmio per gli utilizzatori e al perseguimento del miglioramento della qualità della vita.

Gli obiettivi che si intendono perseguire:

  • contribuire al rilancio della nostra economia
  • conoscere nuovi partner e nuovi modelli di business
  • tutelare il proprio lavoro e lo scambio economico tra i soggetti della filiera
  • condividere le prospettive del mercato con i protagonisti di ogni settore
  • sviluppare un modello sostenibile per tutti
  • intraprendere un percorso formativo e rilanciare la propria impresa

La giornata si aprirà con la tavola rotonda “Le nuove frontiere dell’edilizia” e la presentazione del “Marchio di Qualità dell’Edilizia Bergamasca”. Si tratta di un importante evento congressuale su temi cruciali sulla prospettiva del settore, con l’intervento di figure apicali della politica nazionale. Attesi, tra gli altri, il vice Ministro dell’economia e delle finanze Enrico Morando nonché il Presidente di Enea Federico Testa e i presidenti nazionali dei costruttori, dell’artigianato e delle professioni, esponenti di spicco del mondo bancario e universitario. Verrà inoltre presentato il marchio di qualità che segnerà l’avvio ufficiale di un processo virtuoso di certificazione volontaria rivolto all’intero comparto dell’edilizia e delle costruzioni. Il marchio intende rispondere in modo articolato e puntuale all’esigenza di unificare criteri e parametri di valutazione e certificazione delle costruzioni e di chi costruisce.

I LABORATORI, ALL’INSEGNA DELLA CONCRETEZZA E DELLA CONDIVISIONE

Sono previsti laboratori per approfondire e confrontarsi sulle tematiche di specifico interesse della filiera, la presentazione di buone pratiche e l’attenzione verso le startup.

  1. TRA IMPRESA E LAVORO

Un nuovo codice etico per gli operatori della filiera: tra certificazione professionale, affidabilità finanziaria ed etica dell’impresa

Coordinatore: Marco Amigoni, membro di Giunta della CCIAA di Bergamo

 

  1. PER UN’ACCADEMIA DELL’EDILIZIA

Formazione permanente per gli operatori della filiera ed integrazione di competenze tra i professionisti

Coordinatore: Maria Teresa Azzola, presidente CNA Bergamo

 

  1. ECOSOSTENIBILITÀ COME MOTORE DELLA RIPRESA

Fare edilizia nell’era dell’economia circolare, dalla progettazione alla costruzione

Coordinatore: Paolo Riva, professore ordinario di tecnica delle costruzioni – Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate – Università degli Studi di Bergamo

Invitati:

  • Marco Caffi, direttore operativo del Green Building Council Italia
  • Roberto Lollini, European Accademy (EURAC) Bolzano
  • Claudia Terzi, assessore all’ambiente, energia e sviluppo sostenibile di Regione Lombardia

 

  1. COME FINANZIARE L’IMPRESA OGGI

Come reperire le risorse necessarie per finanziare le opere e l’impresa

Coordinatore: Alberto Capitanio, membro di Giunta della CCIAA di Bergamo

Invitati:

  • Renato Zanetti, responsabile crediti della Regione Lombardia Banca Intesa Sanpaolo
  • Luca Gotti, Direzione Territoriale Bergamo e Valli UBI Banca Popolare di Bergamo
  • Alessandro Ponti, amministratore delegato Harley & Dikkinson Finance
  • Gualtiero Baresi, membro di Giunta della CCIAA di Bergamo

 

  1. MAPPATURA DEL TERRITORIO

Prevenire e intervenire per risparmiare. Linee guida

Coordinatore: Emilia Riva, presidente Ordine degli Ingegneri di Bergamo

Invitati:

  • Claudio Merati, dirigente Ufficio Territoriale Regionale Bergamo

 

  1. BERGAMO R/GENERA

Motore per lo sviluppo del paese. Come rivalorizzare il patrimonio edilizio per renderlo redditizio.

Coordinatore: Marcella Datei, presidente Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Bergamo

Invitati:

  • Carlo Berizzi
  • Gianpaolo Gritti
  • Bruno Pesenti, Ats Bergamo

 

Al termine, sessione plenaria con breve sintesi dei lavori dei sei laboratori alla presenza del presidente della Regione Lombardia. Gli Stati generali della Nuova Edilizia sono organizzati dalla Camera di Commercio con l’Università degli Studi di Bergamo e le associazioni di filiera dei costruttori e dei professionisti, nell’ambito del Tavolo dell’Edilizia, istituito per valorizzare l’eccellenza dell’edilizia bergamasca e favorire il rilancio del settore.

La segreteria degli Stati Generali è a disposizione al tel. 035.3230.919, info@statigenerali.net. www.statigeneraliedilizia.com

 


Campionaria, tutte le novità da non perdere

fiera-campionaria-2Concentrata in cinque giorni e con nuove aree ed iniziative. La Campionaria, la più classica e popolare delle fiere bergamasche, si rinnova mantenendo però saldo l’obiettivo originale, quello di fare incontrare i vari settori merceologici e il grande pubblico.

La 38esima edizione, sotto la consueta regia dell’Ente Fiera Promoberg, è in programma da venerdì 28 ottobre a martedì primo novembre al polo espositivo di via Lunga, a Bergamo. L’ingresso è gratuito. Ecco una piccola guida per visitarla e trovare ciò che interessa di più.

GLI ESPOSITORI

La manifestazione si sviluppa su 17mila metri quadrati e vede protagoniste 213 imprese espositrici in rappresentanza di 14 regioni italiane (Sardegna e Sicilia comprese) e sei nazioni straniere. Le categorie merceologiche rappresentate sono più di 30, soprattutto del settore Alimentari, dolciumi e preparati per la ristorazione, seguito da Arredamento e complemento d’arredo e dalla filiera dell’Edilizia, per continuare con i settori Abbigliamento e pelletteria; Condizionamento/riscaldamento; Casalinghi, accessori per la casa, elettrodomestici, Automotive.

Gli espositori sono prevalentemente lombardi (148 imprese), con netta supremazia di aziende della provincia di Bergamo (ben 111), seguite da Brescia (15) e Milano (11). Secondo posto per il Veneto, con 13 imprese, a seguire: Toscana e Puglia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Sette le imprese estere in rappresentanza di cinque Paesi: Croazia, Ecuador, India, Austria e Pakistan.

LE NOVITÀ

  • AREA AUTOMOTIVE E DRIVING TEST GRATUITI CON L’ACI

Il settore dell’automotive è in grande fermento, dopo alcuni anni di crisi profonda. La Campionaria presenta al pubblico un’area dedicata a diverse concessionarie di auto bergamasche, che, oltre a portare in fiera alcuni modelli, metteranno a disposizione le autovetture per un mini-corso di guida sicura “Driving Test” a cura dell’Aci Bergamo. L’iniziativa, gratuita fino ad esaurimento dei posti disponibili, è rivolta ai cittadini patentati che invieranno la richiesta all’indirizzo email: campionaria@promoberg.it. I partecipanti potranno contare sui preziosi consigli degli istruttori di scuola guida Aci Bergamo “Ready2Go” e di un supervisore del team Autodromo Vallelunga. Date e orari: sabato 29 ottobre (15-22); domenica 30 ottobre (10-22); martedì 1 novembre (10-19).

  • FIERAmente BIRRA

In Lombardia i mastri birrai sono triplicati negli ultimi cinque anni e Bergamo è tra le province più attive in tal senso. E così la Campionaria presenta FIERAmente BIRRA, nuova area nel padiglione C dedicata a 14 microbirrifici artigianali che, oltre a presentare nel dettaglio le loro attività e prodotti (oltre 70 etichette di birra), allestiranno una serie di imperdibili degustazioni. L’evento è promosso in collaborazione con La Compagnia del Luppolo, associazione di San Giovanni Bianco con lo scopo di promuovere il consumo intelligente di birre speciali e birre artigianali di alta qualità. Per accompagnare nel migliore dei modi la ricca offerta dei birrifici, c’è anche un’area ristoro, con polenta taragna, secondo piatto in abbinamento e formaggio fritto.

  • LA PRIMA NOTTE BIANCA DELLA CAMPIONARIA

fiera-campionariaLa prima Notte Bianca della Campionaria sarà sabato 29 ottobre dalle 20,40. Il trio Micaela Carrara, Teo Mangione e Luciano Ravasio condurranno L’Eco Cafè Show, con ospiti molto noti e amati dal pubblico non solo della Bergamasca. Ci sarnno il Bepi con il suo Quiss Dét e fò, Luciano Ravasio in concerto, la sfilata delle miss di Tutto Atalanta e l’esibizione di Charles Kablan, il 22enne ivoriano che vive a Seriate, noto per essere arrivato secondo all’ultima edizione di The Voice, il talent show di Rai2.

  • SPETTACOLO E DIVERTIMENTO PER GRANDI E PICCINI

Venerdì 28 ottobre (ore 18) arriva Roberto Regazzoni, volto noto e amato tra gli esperti del meteo, che si racconta e risponde alle domande di chi vuol saperne di più sulla storia e le curiosità della scienza (o arte) delle previsioni meteorologiche. Sabato, la splendente Notta Bianca della Campionaria è preceduta (ore 17) dai cooking show con Beppe Maffioli. Domenica 30 ottobre, (ore 16) è la volta di una coppia padre-figlia davvero intrigante: Alice & Teo Mangione nei panni di una figlia parecchio comica e un padre che prova a fare quello serio: insomma, uno spettacolo da non perdere! Lunedì 31 ottobre, dalle 16 brividi divertenti per i più piccoli con Halloween, ma che paura! con i laboratori artistici di Cartolandia.

  • SPAZIO ALLE START UP

Per il secondo anno torna lo spazio dedicato alle start up, imprese protagoniste con l’Università degli Studi di Bergamo del percorso formativo “Start Cup Bergamo”, “business plan competition” che favorisce la nascita e lo sviluppo di nuove idee d’impresa provenienti dal territorio bergamasco. Promoberg ha messo a disposizione gratuitamente gli spazi fieristici offrendo alle imprese la possibilità di presentare anche al grande pubblico le proprie attività, idee e prodotti e di rendendrli più popolari possibile.

  • ANTEPRIMA LILLIPUT

Molto attesa dai più piccoli e dai loro genitori anche la preview della prossima edizione di Lilliput il villaggio creativo di Promoberg, in programma dal 16 al 19 marzo 2017 in Fiera Bergamo. Alla Campionaria parteciperanno una decina di realtà che animano il famoso salone educativo dedicato ai bambini, per imparare divertendosi, con gli animali da fattoria e i rapaci, i “giochi di una volta” e quelli “matematici”, i laboratori dedicati all’arte e alle tecniche pittoriche, alla realizzazione delle maschere di Halloween e alle stelline con cartoncino, lana e bastoncini di legno. Ci saranno anche un laboratorio dedicato a musiche e concerti, ma anche giochi e lezioni interattive per conoscere i nostri amici a quattro zampe.

TRA I PADIGLIONI

Nel Padiglione A sono protagonisti i settori merceologici riguardanti in particolare: Beni e servizi, Terziario, Servizi all’impresa e alla persona, Banche e Associazioni, Artigianato, Energie rinnovabili, Sistemi fotovoltaici e di Sorveglianza, Condizionamento e Riscaldamento. Nel Padiglione B il pubblico troverà invece comparti quali il Tessile per la casa, l’Abbigliamento e gli accessori di moda, le Location per cerimonie. Per tutti gli amanti della buona tavola, tappa obbligata al Padiglione C, con un’area dedicata alla filiera agroalimentare e alle diverse specialità tipiche. È qui che trova spazio anche “Bergamo, la Città dei Mille… Sapori”, il marchio voluto dalla Camera di Commercio di Bergamo per la promozione e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari tipici del nostro territorio. Altra protagonista assoluta del padiglione C, l’area-laboratorio dell’Aspan, (Associazione Panificatori Artigiani della Provincia di Bergamo), con i panificatori bergamaschi pronti a sfornare in diretta quintali di ottimi prodotti per il piacere del pubblico. I panificatori saranno a disposizione per informare i visitatori sulle tante iniziative promosse dall’Associazione.

In ambito enogastronomico, la Campionaria presenta due appuntamenti dedicati alla cucina. Venerdì 28 ottobre davanti ai fornelli saranno di scena gli studenti degli Istituti alberghieri per il Trofeo organizzato dall’Associazione Cuochi bergamaschi intitolato alla memoria dello chef Alfredo Sonzogni, docente dell’Ipssar di Nembro e San Pellegrino Terme nonché tra i fondatori della Associazione Cuochi a Bergamo. Martedì primo novembre, invece, sesta edizione del Trofeo Fiorenzo Baroni, indimenticato promotore della cucina, della formazione e dell’associazionismo a Bergamo e non solo. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Cuochi bergamaschi, insieme con la Fic e l’Unione cuochi regione Lombardia. I cuochi si sfideranno davanti al pubblico della fiera mettendosi alla prova su un tema di grande fascino, il “piatto unico della nonna”.

APPUNTAMENTO AL SALONE DEL MOBILE

Viene rinnovata anche quest’anno una iniziativa particolarmente apprezzata negli scorsi anni, che vede la Campionaria fare da trait d’union con il Salone del Mobile di Bergamo, in programma in Fiera dal 12 al 14 e dal 18 al 20 novembre prossimo. Compilando un apposito modulo distribuito nella hall dell’ingresso della Fiera si riceverà uno dei 20mila biglietti omaggio per la vetrina dedicata all’arredamento e al complemento d’arredo.

 

FIERA CAMPIONARIA DI BERGAMO

Fiera di Bergamo, via Lunga
date: 28 ottobre – 1 novembre 2016
orari: venerdì, sabato e lunedì: 15-22.30; domenica: 10-22.30; martedì 1 novembre: 10-20
ingresso gratuito
parcheggio: 3 euro (forfait giornaliero)

 

 


Le scivolate dei clienti tra “Tachipirinha” e whisky “Johnnie Wayne”

Guardare programmi di cucina in tv, condividere foto di piatti e giudizi on line ci ha reso fini intenditori? Sembrerebbe di no. Almeno a giudicare dagli strafalcioni, dagli errori e dalle cadute di stile dei clienti nei quali continuano a imbattersi chef, ristoratori e barman nel loro lavoro quotidiano. Peccato che non ci sia un Tripadvisor al contrario, un sito dove è chi sta dall’altro lato del menù a mettere a nudo chi frequenta i locali, altrimenti se ne sentirebbero delle belle. Ci abbiamo provato noi a mettere insieme una scherzosa “rivincita” raccogliendo gaffe, ingenuità e mancanze dei consumatori.

Come quella signora in un locale bergamasco che di fronte alla proposta di una spigola all’amo ha dichiarato con perentoria fermezza di non gradirla, ma di preferire del branzino (è lo stesso pesce, indicato con due diversi termini regionali). O la “collega” ben più raffinata che ha ordinato delle “cap santé”, inutile pronuncia francese per un antipasto di “capesante”.

cameriere-cliente-ristorante-menu-ritD’accordo, si dirà, il pesce è storia recente per i palati orobici. Ma nemmeno con la carne va meglio e così, come riferisce Diego Pavesi chef del ristorante Della Torre di Trescore Balneario, c’è chi chiede un filetto ben cotto lamentandosi poi perché è asciutto e chi non ha gradito il carpaccio «perché era crudo» (!). C’è anche poca dimestichezza con le regole della ristorazione. «Capita che per la pausa pranzo – evidenzia Pavesi – ci siano persone che ordinano alla carta, magari ognuna un piatto diverso, per poi rendersi conto di non avere abbastanza tempo per la cucina espressa». E che dire di coloro che si ritengono dei gourmet fatti e finiti? Quelli che amano provare i locali e fare classifiche? «Aderiamo al circuito trentacinqueuro.it – racconta lo chef – e talvolta, passando tra i tavoli, capita di sentire paragonare la proposta con quella del locale dove “con 20 euro ne mangi di pesce”, che la dice tutta sulla capacità di valutare la differenza di qualità delle materie prime, della preparazione e del servizio», riflette un po’ amaramente.

Che poi è anche una questione di tatto, o no, cari clienti. «Un classico – annota il patron dell’Arlecchino a Bergamo, Franco Previtali – è la telefonata per sapere se c’è posto in giornate particolari, come Ferragosto. Alla risposta che è tutto completo il commento è “ah, anche voi!”», che svela la scelta di ripiego. E poi ci sono quelli che hanno bisogno di conferme: «Pronto, è la Pizzeria Arlecchino? Fate la pizza?», è l’aneddoto preferito della figlia Francesca.

I non professionisti diventano comunque più attenti e diligenti quando si mettono alla prova in cucina. All’Accademia del Gusto di Osio Sotto ricordano ancora la signora che pulendo i porri gettava la parte bianca, anziché le foglie, e lo chef Pavesi di una persona fortemente allergica all’aglio che probabilmente aveva scelto il corso meno adatto, quello sul pesce. Ma i casi non sono così numerosi. «Anche nei corsi di pasticceria – racconta il docente Diego Mei – grandi svarioni non ce ne sono. Forse perché l’atteggiamento prevalente è quello di chi vuole imparare». Eppure un po’ l’ha spiazzato la signora che ha rifatto a casa la crema mostrata a lezione confessando che però era venuta più morbida. «Ho usato esattamente gli stessi ingredienti», ci ha tenuto a precisare. «Ma li ha pesati?». «No!», la risposta che demolisce la base stessa della pasticceria, che vuole ogni elemento esattamente bilanciato. «L’errore più frequente – evidenzia il pasticciere – è voler fare le dosi a occhio o pensare di poter sostituire un ingrediente con un altro senza compromettere il risultato, come la corsista che voleva fare una frolla con solo burro di cacao». «Un altro “peccato” – aggiunge – è badare più all’estetica che al gusto, come riuscire a fare dei macaron dal guscio liscio e ben sviluppato, ma cadere sul ripieno, che invece è la parte più importante di questo dolce». Poi è vero che ogni corso offre una galleria di tipi umani che meriterebbero un capitolo a parte. «Si va dall’impedito a quello che sa già tutto – sintetizza Mei -, ma ponendosi senza saccenteria e presentando gli argomenti in maniera semplice si riesce, alla fine, a far sentire tutti a proprio agio».

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Il campionario più vasto di stramberie e incidenti da ordinazione ce l’hanno probabilmente i baristi. Vuoi perché si è più di fretta o sovrappensiero o perché non sempre c’è il supporto della lista e si va a orecchio. Come chi chiede il whisky “Johnnie Wayne” (storpiatura con riflessi cinematografici del marchio Johnnie Walker), la birra doppio smalto o un succhiotto (lapsus?) di frutta fresca. Tutti casi raccolti da Gabriele Aresi, titolare del 30 & Lode Cafè di via Dei Caniana a Bergamo che ha anche gestito l’estivo al parco della Trucca.

Pure la caffetteria, con le sue innumerevoli varianti, è fonte di sorrisi («un caffè con latte macchiato»), richieste al limite dell’assurdo («un caffè liscio, ben caldo, in tazza ghiacciata») e situazioni spiazzanti. «Ad un signore che aveva ordinato un cappuccino – svela Aresi –, la cameriera aveva chiesto “cacao o cannella?”, mandandolo nel panico. “Perché, quello normale è finito?” la preoccupata reazione del cliente». «Come ci si comporta in questi casi? Si fa finta di nulla – dice il barman – per non rischiare di offendere, ma poi si condivide l’episodio con i colleghi e ci si scherza su».

Un’altra categoria è quella dei super esperti che proprio tali non sono. «Chi ordina un gin tonic raccomandandosi di preparalo con l’Havana 3 (che però è un rum ndr.) o chi è convinto di avere la ricetta perfetta per il Negroni. Non credo che i programmi tv abbiano reso più preparati i clienti – riflette Aresi -, anzi, probabilmente li hanno illusi di poter esprimere giudizi in libertà e di criticare».

Anche il barman e formatore Gianfranco Di Niso si è dovuto destreggiare tra nomi improbabili e richieste strampalate. «Molto frequente è sentirsi ordinare una Tachipirinha anziché una Caipirinha – afferma -, in altri casi è persino difficile capire cosa il cliente voglia e gli si fa qualche domanda per essere più sicuri». “Quel cocktail inventato a Mosca”, ad esempio, è una parafrasi diffusa, pur se inesatta, per il Moscow Mule. «L’incidente diplomatico l’ho rischiato di fronte ad una signora napoletana – confessa – che mi ha chiesto una “premuta di arancia”. Lì ho fatto davvero fatica a trattenermi dal ridere, ma è stato difficile convincere anche quell’altra signora che voleva a tutti i costi lo spritz alla spina». Neppure tra gli aspiranti professionisti mancano gli svarioni. «Inevitabilmente, durante i corsi, il pisco, brandy sudamericano, diventa “psico”», dice Di Niso, che, per riportare un po’ di equilibrio nel match tra avventori e baristi ricorda anche la scivolata di un collega. «Alla richiesta di una Pina Colada, ha passato in rassegna con attenzione tutte le bottiglie per poi uscirsene con un “Mi dispice, è finita!”».