Duemila i frontalieri bergamaschi nel “mirino” dei ticinesi

frontalieriSecondo l’ente Bergamaschi nel Mondo, sarebbero almeno duemila i “frontalieri” bergamaschi, lavoratori cioè che settimanalmente, se non quotidianamente, raggiungono il Canton Ticino per esercitare una qualsiasi professione: camerieri e muratori, per lo più, ma anche impiegati, tecnici e commessi. Saranno presto tra le prime vittime del referendum che i vicini Svizzeri hanno approvato e che prevede limitazioni serie all’ingresso di stranieri. Con lo slogan “prima i nostri”, infatti, si tende a frenare il flusso degli oltre 60mila italiani che ogni giorno attraversano il confine per andare a lavorare. Il testo, promosso dal partito di destra Udc e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, intende ancorare nella Costituzione ticinese la “preferenza indigena” al momento dell’assunzione e chiede alle autorità del Cantone di garantire che sul mercato del lavoro ticinese “venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio”.

“La scelta anti-italiana del Ticino non risponde ad una scelta razionale ma emotiva ed ideologica, l’ideologia della chiusura nazionalista, dei muri contro lo straniero a prescindere’”, dice Giacomo Meloni, segretario provinciale della CISL di Bergamo. “Tra l’altro – insiste – una scelta antistorica. Ogni anno cresce il numero degli italiani che fanno le valigie e si trasferiscono all’estero”. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, con una crescita del 7,6% rispetto al 2013. Sono partiti soprattutto dal Nord Italia e per 14.270 di loro la meta preferita è stata la Germania. A seguire il Regno Unito dove si sono trasferiti in 13.425. Tra le mete preferite dagli italiani, la Svizzera è stata scelta da 11.092 emigranti. Secondo il rapporto tra i laureati negli ultimi anni il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative è tendenzialmente in crescita. Secondo i dati nella ricerca del lavoro, il titolo di studio posseduto risulta più efficace per chi si è trasferito all’estero. In aumento anche i liceali che trascorrono un anno di studio all’estero.
Al primo gennaio 2015 sono in tutto 4.636.647 gli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Il 51,4% di loro è di origine meridionale, con un primato della Sicilia che conta 713.483 persone che hanno lasciato l’isola. Negli ultimi anni però anche chi viene dal Nord ha iniziato a preparare le valigie, tanto che tra i connazionali espatriati nel 2014, la maggior parte proviene dalla Lombardia, precisamente 18.425.

 

 


Imprese di pulizia, Bergamo in finale a Barcellona

imprese di pulzia pulitori-qualificati-confartigianato-bergamoIl Gruppo Pulitore Qualificato di Confartigianato Imprese Bergamo in trasferta a Barcellona giovedì 29 settembre per la fase finale delle premiazioni organizzate dalla rivista internazionale di settore European Cleaning & Hygiene.

Il Gruppo partecipa alla competizione nel settore “Migliore iniziativa capace di elevare il profilo e la percezione del settore della pulizia professionale a livello locale o più ampio”. La documentazione presentata, ricca dei ventidue anni di storia del Gruppo, dei percorsi formativi pratici e teorici, delle varie partecipazioni a fiere, della ricostruzione video realizzata in occasione del ventennale del corso, ha consentito al Gruppo di arrivare nella terna dei finalisti.

Una delegazione del Gruppo sarà quindi presente a Barcellona il giorno della premiazione, accompagnata dalla soddisfazione di tutta la categoria per un’affermazione che aggiunge ulteriore valore al marchio di Pulitore Qualificato.

 


Infortuni e malattie professionali, i sindacati: “Per la sicurezza serve un nuovo Modello Bergamo”

infortuni“Gli infortuni non sono mai frutto del caso, e allora non dobbiamo mai abbassare la guardia. Prima ancora del salario, che è importante, è la vita e la salute della persona che deve stare al primo posto, senza se e senza ma”. Luciana Fratus, Giacomo Meloni e Amerigo Cortinovis, responsabili per Cgil, Cisl e Uil di Bergamo dei Dipartimenti Sicurezza dei tre sindacati, senza giri di parole sintetizzano così l’approccio che deve contraddistinguere l’azione sindacale, e quella degli altri addetti ai lavori, per limitare il più possibile gli incidenti sul lavoro, e aumentare la sensibilizzazione sulle malattie professionali. I sindacati hanno di questi tempi messo a punto la ricerca sulla sicurezza in provincia: emerge che Bergamo nel 2015 è risultata la terza provincia lombarda, dopo Brescia e Milano, come numero di infortuni ( “e purtroppo – sottolineano – la prima parte del 2016 non mostra una inversione di tendenza, con 6 infortuni mortali avvenuti a Bergamo o che hanno coinvolto in altre province lavoratori residenti nella Bergamasca”) . Gli infortuni complessivamente denunciati a Bergamo negli anni 2013 e 2014 sono stati rispettivamente 14.900 (di cui il 31,3% donne) e 14.745, di cui il 31,6% donne.

“C’è una “riduzione” del 1,4% , ma gli infortuni denunciati restano un’enormità”. Il dossier di CGIL CISL UIL verrà presentato al convegno “Sicurezza Modello Bergamo” che si terrà venerdì prossimo alla Scuola Edile di Seriate, alla presenza di numerosi interlocutori (Ats, Inail, Medicina del Lavoro, Ufficio Scolastico…). Confindustria non ci sarà”. Bergamo, su una media di 3.200 denunce di malattie professionali in Lombardia, dal 2011 al 2015, ne rappresenta oltre 1.000 (il 30%) ed è la prima provincia in tutta la regione. Gli infortuni in itinere rappresentano circa il 17% del totale degli infortuni denunciati e causano elevati costi umani. Infine, l’andamento storico degli infortuni dal 1965 al 2014, per il lavoratore maschio si riduce di oltre il 40%, per la lavoratrice donna resta sostanzialmente invariato.  “L’aumento delle denunce per malattie professionali ha due ragioni principali – hanno spiegato i tre sindacalisti: l’inserimento nel registro del Ministero di malattie prima non riconosciute, e maggiori controlli e maggiore diffusione della cultura dei diritti, compreso  il tema dello stress lavoro correlato che determina condizioni di salute precarie e difficoltose. A tutto questo va aggiunto l’innalzamento dell’età pensionabile, altra fonte di possibili infortuni e malattie professionali.

Sono questi alcuni aspetti sui quali la contrattazione deve essere protagonista ad ogni livello: serve agire sul piano nazionale per migliorare il sistema pensionistico, e a livello territoriale e aziendale per garantire maggior sicurezza”. Quella del convegno, sarà l’occasione per presentare i dati aggiornati del “pianeta Sicurezza” e avanzare le proposte sindacali per creare un “Modello Bergamo” anche in questo campo. “Di lavoro ci si infortuna e si muore ancora troppo, malgrado la maggiore sensibilità collettiva – dicono Fratus, Meloni e Cortinovis -. Certo il numero di infortuni in questi anni è diminuito e questo è un fatto molto positivo, ma siamo ancora lontani anni luce dall’obiettivo “infortuni zero”, e ogni infortunio o morto sul lavoro è una sconfitta per tutti”. La sicurezza non va delegata a nessuno e ogni lavoratore deve essere protagonista della sua sicurezza, “prima di tutto esigendo le tutele adeguate, ma anche essendo esigente con se stesso, e verso i suoi colleghi nella prevenzione”. In sede di presentazione del convegno, è stato ricordato positivamente il protocollo, sottoscritto il 25 gennaio scorso fra Organizzazioni Sindacali e Confindustria, che recepisce l’accordo delle parti sociali europee del 2007, di contrasto alle molestie e violenze sui luoghi di lavoro. “Ma sono stati necessari nove anni perché l’Italia recepisse una normativa che in Europa da anni aveva cittadinanza. ( e per inciso le molestie, discriminazioni, possono riguardare anche il genere maschile). Noi vogliamo che questa norma trovi la sua applicazione anche a Bergamo– hanno concluso-:  auspichiamo che Confindustria Bergamo, alla quale abbiamo avanzato una richiesta in tal senso, attivi presto un tavolo di confronto”.

 

 


Staffetta della legalità, quarto posto per l’Ascom

La gara voleva lanciare un messaggio importante: ricordare che ognuno con-corre al rispetto della legalità. Per farlo, l’Accademia della Guardia di Finanza ha coinvolto le associazioni di categoria, gli enti pubblici e le forze dell’ordine in una staffetta 3X7 chilometri sul tracciato della mezza maratona, in programma ieri mattina con partenza da Colle Aperto.

Ma gli atleti, si sa, quando c’è da correre non si tirano indietro e così, oltre all’operazione di sensibilizzazione, non sono mancati i risultati sportivi. Con tempi di assoluto rispetto e un ottimo quarto posto per la squadra schierata dall’Ascom, prima formazione “civile” dietro ai vincitori della Guardia di Finanza – che potevano contare su un fuoriclasse come Giovanni Gualdi, campione italiano di maratona nel 2011 – e a due terne composte dagli allievi dell’Accademia.

L’Ascom ha schierato nell’ordine Carlo Garzetta, Andrea Artina e Ivano Previtali. Hanno fermato il cronometro sul tempo di 1 32′ 59”, a soli 45 secondi dal terzo gradino del podio. La squadra vincitrice ha chiuso in 1 12′ 19″, che sarebbe valso il decimo posto alla mezza maratona, giusto per avere un termine di paragone.

Alla gara hanno partecipato 69 terzetti, l’Ascom ha primeggiato tra gli esponenti della società civile. In gara anche l’Inps, la Questura, i Carabinieri, Confindustria Bergamo e l’Agenzia delle Entrate.

Garzetta, Artina e Previtali – che rispettivamente sono impegnati in Ascom nell’area Ata, nell’Amministrazione e nell’area Fiscale – sono appassionati di corsa e partecipano abitualmente alle gare. La menzione speciale, nell’occasione, se la aggiudica Ivano Previtali, che proprio alla fine del mese raggiungerà la pensione. In splendida forma!


Turismo, la Regione cambia gli infopoint e apre ai privati

Regione LombardiaUn nuovo logo, quattro diverse tipologie, apertura anche ai privati, nuovi servizi innovativi ed informazioni in almeno due lingue straniere. Sono queste alcune delle novità contenute nei due provvedimenti approvati durante la seduta odierna di Giunta su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini, che ridisegnano le strutture regionali di informazione e accoglienza turistica. “Da Regione notoriamente conosciuta in Italia e all’estero per il ruolo di leadership economica svolto nei settori della moda, del design, della metalmeccanica, dell’agroalimentare – ha dichiarato Parolini -, la Lombardia sta rivelando anche la sua grande vocazione turistica, facendo registrare negli ultimi anni aumenti a doppia cifra in termini di arrivi e presenze”. “Durante questa legislatura – ha sottolineato Parolini – abbiamo impresso una forte accelerazione al turismo: c’è una nuova legge, un impegno economico di oltre 60 milioni di euro per valorizzarlo, un nuovo modo di gestirlo e, soprattutto, una più moderna ed organica strategia di promozione della destinazione Lombardia grazie anche alla società Explora, che è diventata a pieno titolo la nostra DMO (Destination Management Organization). Ora il cambio di passo coinvolge anche gli uffici per l’informazione el’accoglienza turistica, che vogliamo più moderni, aperti e più efficienti”.
“Queste strutture sono infatti la porta d’ingresso alle destinazioni turistiche – ha spiegato l’assessore -: la prima tappa di un percorso dentro la nostra regione che deve essere contraddistinta da una rinnovata professionalità e ricchezza di informazioni, ma anche da riconoscibilità e coerenza d’immagine, oltre che da un atteggiamento attento e amichevole nei confronti dei turisti. Per questo abbiamo innanzitutto scelto un nuovo logo attraverso un contest curato dalla nostra società di promozione turistica, in collaborazione con l’Associazione per il disegno industriale, ADI, a cui hanno partecipato ben 84 progetti”. “Sentendo anche gli Enti locali, le associazioni di categoria e i protagonisti della filiera del turismo – ha concluso Parolini – abbiamo poi deciso di alzare gli standard qualitativi dei servizi di accoglienza e di integrarli e coordinarli in una rete regionale come previsto dalla nostra nuova legge, aprendo la possibilità di svolgere questa attività ad enti pubblici associati, a partenariati pubblico – privato e a soggetti privati, comprese le agenzie di viaggio che in questa nuova funzione possono trovare un’opportunità di sviluppo in un momento di crisi per questo genere di attività”.

LA SCHEDA

Le principali novità contenute nei provvedimenti che saranno inviati alla commissione consiliare competente per un parere.

LE TIPOLOGIE

La rete sarà composta da Infopoint: standard, (strutture permanenti localizzate presso i comuni capoluoghi di provincia e nelle principali località turistiche); gate (strutture localizzate negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e presso le infrastrutture stradali e autostradali che intercettano i principali flussi turistici, che offrono servizi aggiuntivi rispetto alle altre tipologie Infopoint); flagship (strutture emblematiche localizzate nelle destinazioni caratterizzate dai principali flussi turistici); diffusi (strutture che integrano la rete al fine di garantire la massima copertura territoriale del servizio turistico e possono avere carattere permanente o temporaneo).

I SERVIZI PRINCIPALI

Informazioni turistiche (eventi, orari e localizzazione attrazioni, itinerari suggeriti, etc.), info h 24 ore tramite totem con touchscreen o altre tecnologie innovative; disponibilità di materiale informativo e promozionale del territorio di competenza e di quello regionale (cartine, trasporti, attrazioni, eventi, disponibilità di connettività wi-fi in loco, aperta e gratuita previa registrazione, servizi di prenotazione biglietti musei, trasporti locali, transfer, spettacoli ed eventi in tutta la regione, vendita biglietti; disponibilità di connettività anche attraverso vendita sim e
noleggio device wifi portatili. Negli Infopoint flagship sono inoltre previsti corner per la promozione del territorio e vendita merchandising e prodotti tipici (consegna in hotel o a casa), nel rispetto della normativa vigente videowall per rappresentazione di video promozionali e postazioni per visione video 3D.

ORARI

Gli Infopoint standard assicurano orari di apertura al pubblico per non meno di 56 ore settimanali, compresi i giorni festivi. Maggiore disponibilità deve essere assicurata in occasione dei periodi di maggiore afflusso. Per quelli diffusi non meno di 36 ore; per le altre tipologie verranno definiti con appositi accordi tra Regione Lombardia e i soggetti gestori.

IL PERSONALE

Gli addetti devono possedere il diploma di scuola media superiore e conoscere almeno due lingue straniere, di cui almeno una compresa tra le seguenti: francese, inglese, tedesco e spagnolo. Devono inoltre saper operare con gli strumenti informatici e telematici. Sono previsti infine corsi di formazione per l’aggiornamento delle conoscenze sulle risorse e
sui servizi turistici.

 

 

 


Profughi o clandestini? La “guerra” psicosemantica sugli immigrati

migranti - CopiaLe parole sono una delle cose più importanti di una civiltà: chi controlla le parole controlla i pensieri della gente e li indirizza dove meglio crede. Per questo, più siamo ignoranti e più siamo indifesi, contro questa campagna di distorsione della realtà e del buon senso. Chi, più di ogni altro, si approfitta della nostra debolezza culturale è, per certo, il linguaggio della politica: da un uso semplicemente disinvolto di certi termini, credo di poter dire che si sia passati ad un uso psicologico delle parole. In un certo senso, introiettando nelle menti, non sempre lucidissime e quasi mai allenate, degli Italiani certi termini, si vuole abituare la gente ad accettare il significato che questi termini sottintendono. Manipolazione psicosemantica, la chiamerei. Facciamo qualche esempio. Partirei dall’origine stessa della nostra idea di politica, vale a dire dal termine ‘democrazia’. Sorvolo sul fatto che, ad Atene, la parola designasse semplicemente un sistema elettorale, basato sulle circoscrizioni: noi, oggi, siamo in Italia e possiamo serenamente considerare la democrazia come il governo del popolo.

Il problema sorge quando si parla, invece, di ‘aristocrazia’: questo termine, mercè la solita rivoluzione francese, che ha dettato le regole del nostro presente perfino a livello di vocabolario, ha, presso di noi, una sfumatura negativa. Lungi dal mantenere il suo nobile significato originario di “governo dei migliori”, la parola ‘aristocrazia’, a un dipresso, viene percepita come un governo di parassiti imparruccati che vivono di rendita, di dame con l’erre blesa e di effeminati cicisbei, che, se il popolo chiede pane, suggeriscono di dargli brioches. Viceversa, la vera ‘aristocrazia’ è precisamente quello che tutti domandano a gran voce, in questi tempi di Lorenzin: che i migliori si facciano avanti e che il merito e non il favore governi la baracca. Ne deriva che ‘aristocrazia’ non è affatto il contrario di ‘democrazia’, sibbene di ‘keirocrazia’, che starebbe per il governo dei peggiori, la peggiocrazia. Come dire che, quando governa il popolo, esso è perfettamente in grado di esprimere delle eccellenze e che nulla vieta ad una democrazia di essere anche un’aristocrazia: come vedete, le parole, talvolta, ingannano.

Lo stesso dicasi del sovrabusato termine ‘populismo’ che tanto pare piacere a giornalisti e politicanti vari, che ne felicitano ogni movimento politico che non gli garbi: la parola che, nel nostro vocabolario, sta ad indicare ciò che questi signori, palesemente ignoranti o in malafede, intendono con ‘populismo’ è ‘demagogia’. La ‘demagogia’ è l’arte di trascinare le masse popolari, illudendole o assecondandone gli uzzoli. Il ‘populismo’, dal russo narodničestvo, è una forma particolare di socialismo, sviluppatosi nel XIX secolo e che, perfino nelle sue forme più moderne, come il Peronismo, ha mantenuto la sua valenza socialisteggiante, attribuendo al popolo una specie di aura mistica di positività e purezza. Oggi, invece, usare ‘populista’ come sinonimo di fascista, almeno nei talk show televisivi, è prassi comune: laddove, in primis, se c’è una matrice populista, essa va ricercata, storicamente, a sinistra e, in secundis, quanto a promettere a vanvera paradisi sociali e ad accarezzare il pelo della gente, mi pare di poter dire che, in casa nostra, i veri professionisti abitino nei palazzi del governo, più che nei covi degli squadristi.

Ma veniamo alla psicosemantica più subdola, perché più grave e vitale è la questione che essa sottende: gli immigrati. Invariabilmente, nei dibattiti di ogni ordine e grado, i giornalisti ed i politici di indirizzo governativo si guardano bene dall’usare altro termine che ‘profughi’ per indicare gli immigrati, mentre i loro antemurali parlano solo e sempre di ‘clandestini’: si tratta di due sciocchezze uguali e contrarie o, se preferite, di due malefedi contrapposte. I profughi sono una precisa categoria di emigranti, sancita, riconosciuta e protetta dal diritto internazionale, ossia persone costrette ad abbandonare la propria terra e la propria patria in seguito a eventi bellici, o a persecuzioni politiche o razziali: questo e non altro significa la parola ‘profugo’, in inglese refugee. Per contro, il termine ‘clandestino’, giuridicamente, neppure esiste: come dire che, dalla legge italiana, i clandestini non sono nemmeno contemplati. Per solito, si indicano come clandestini i cosiddetti “immigrati irregolari”, gli overstayers del diritto anglosassone, vale a dire persone che rimangono nel nostro Paese a visti scaduti o senza autorizzazione e senza documenti.

Va da sé che la stragrande maggioranza degli immigrati irregolari, che sono l’argomento di furiosi scontri televisivi, oltre che cospicua fonte di guadagni per la solidarietà pelosa delle cooperative, è rappresentata da persone che non sono né profughi né clandestini. E, allora, perché i ciarlatori professionali abusano di questi due termini? Semplice: per la solita psicosemantica. Profugo ti fa pensare a bambini con gli occhioni sgranati, a mamme avvolte in stracci, a poveretti in fuga dall’ecatombe. Mica a giovanottoni ben in carne, con telefonino e cappellino da baseball. Il profugo è un potente elemento di pathos e di commozione. Invece, il clandestino ti fa pensare a qualcuno che, subdolamente, si annidi nella stiva, per non pagare il biglietto: ad una precisa volontà di ingannare e di aggirare la legge, non a un povero Cristo che cerca una vita migliore. E’ una guerra, cari lettori: una guerra di parole, combattuta con ogni mezzo allo scopo di manipolare ed indirizzare il nostro consenso. E lo scopo, in fondo, è il più squallido e triste: permettere ai peggiori di rimanere in sella, a scapito dei migliori. E’ questo mercato delle vacche, in fondo, che chiamano ‘democrazia’.

 

 


Abf, nel cda entrano anche due imprenditrici

abf-bergamo1L’Azienda Bergamasca Formazione si apre ancora di più al mondo del lavoro, includendo nella governance dell’azienda speciale della Provincia due giovani imprenditrici nominate dal presidente della Provincia, Matteo Rossi. Si tratta di Valentina Trevaini, project manager e co-fondatrice della società Sostanza Srl e di Nicol Maria Perquis, socio e responsabile commerciale della Perquis & C Srl. Le due imprenditrici vantano esperienza sia nel campo imprenditoriale sia in quello della rappresentanza all’interno delle associazioni di categoria: Valentina Trevaini è vicepresidente di Confartigianato Bergamo con delega alla formazione, Nicol Perquis è vicepresidente dei giovani di Confartigianato. Nel corso dell’ultimo Consiglio di amministrazione, il nuovo cda ha indicato Daniele Rota come nuovo direttore generale di Abf in sostituzione di Gherardo Infascelli che andrà in pensione a fine mese. Daniele Rota, storico fondatore della cooperazione sociale bergamasca, ha svolto in questi due anni il ruolo di Presidente, carica che ora sarà ricoperta da Tiziano Belotti, già membro del cda. “Con questa scelta – dichiara Rossi – diamo concretezza alla volontà di portare la cultura e lo spirito imprenditoriale dentro la prima realtà bergamasca che opera nel campo della formazione professionale, e al tempo stesso riconosciamo il valore formativo del mondo dell’impresa chiamandola direttamente ad occuparsi della nostra azienda formativa. Lo spirito dell’artigianato e quello della cooperazione del nostro territorio sono ben rappresentanti dal nuovo direttore e dai nuovi membri del cda. Dopo due anni difficili dal punto di vista economico ora Abf può rilanciare la propria attività nel quadro della buona scuola e del sistema duale che punta sempre di più sul rapporto tra la scuola e il mondo del lavoro. Il nuovo consiglio di amministrazione, cosi come indicato dal Consiglio provinciale, oltre alla gestione ordinaria dell’ente avrà il compito di promuovere la rivisitazione dello statuto: l’obiettivo è quello di trasformare Abf da un’azienda provinciale ad una fondazione di territorio nel quale le imprese bergamasche e le loro associazioni di rappresentanza potranno direttamente investire e partecipare, immaginando che anche per i lavoratori ci sia la possibilità di eleggere direttamente un loro rappresentante all’interno del prossimo cda. Credo che quella della partecipazione delle imprese e dei lavoratori sia la strada giusta da percorrere, così come la sempre maggior integrazione tra il mondo della scuola e quello del lavoro”.

 

 


Alberghi di nuovo contro Booking.com, «non rispetta la regole sui prezzi»

albergoContinuano le ostilità tra albergatori e i portali di prenotazioni on line. Federalberghi ha dovuto infatti inviare una nuova segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, «per denunciare clamorose violazioni delle regole che vietano a Booking.com di porre limiti agli sconti che gli hotel possono applicare su altri portali: questa volta i riflettori sono accesi sul Customer Service Team del portale, che intima ai gestori degli hotel di osservare la parity rate in ogni sua possibile declinazione».

La Federazione ha fornito all’Autorità copia di una e-mail inviata da Booking.com alcuni giorni or sono, nella quale si afferma: «in base alle politiche di Best Price Guarantee il prezzo riportato sul nostro sito deve coincidere con il prezzo riportato anche su altri portali di prenotazione». «I fatti dimostrano – afferma Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi – che Booking.com non rispetta neanche le clausole all’acqua di rose che sono state adottate su proposta dello stesso portale ad aprile 2015. In altri termini, la timida decisione assunta dall’Antitrust italiana, già di per sé insufficiente a stabilire corrette condizioni di mercato, viene del tutto svuotata di contenuti al momento della concreta applicazione». «È quindi urgente che il Parlamento italiano ponga fine a questa commedia degli inganni – sostiene Nucara -, mettendo completamente al bando le clausole di parity ed assicurando anche nel nostro Paese il medesimo livello di protezione vigente in Francia e in Germania a tutela dei consumatori e delle imprese». «L’abolizione della “parity rate” – ricorda Nucara – è prevista da un articolo del disegno di legge per la concorrenza ed il mercato, approvato dalla Camera dei Deputati il 6 ottobre 2015. Il Senato dovrà approvarlo nei prossimi i giorni e poi tornerà alla Camera per la definitiva approvazione». «La legge francese – conclude Nucara – è entrata in vigore il 7 agosto 2015, poco più di tre mesi dopo il pronunciamento delle Autorità Antitrust italiana, francese e svedese. Ancora una volta l’Italia procede al piccolo trotto, mentre i nostri concorrenti galoppano».


La birra Via Priula piace anche al Giappone. Due medaglie a Yokohama

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Non solo l’acqua. Ora è anche la birra di San Pellegrino a conquistare i palati internazionali. Al concorso The International Beer Cup 2016, svoltosi nei giorni scorsi a Yokohama, in Giappone, il birrificio Via Priula ha ottenuto due medaglie.

Quella d’argento con la “Camoz” nella categoria Imperial Stout in stile americano e quella di bronzo con “Rosa!”, tra le birre di frumento alla frutta.

birra-yokohamaLa competizione è storica. Si tiene infatti sin dal 1996 ed ha come obiettivo diffondere una maggiore conoscenza delle diverse birre del mondo. Raccoglie prevalentemente i prodotti dei birrifici giapponesi ma negli ultimi anni ha aperto le porte anche a produttori dalle altre parti del mondo, in considerazione dell’espansione nel mercato asiatico di prodotti artigianali diversificati e di qualità,

Quest’anno ha raccolto la partecipazione di oltre 600 birre da 25 Paesi, che sono state valutate da 60 giudici di 20 nazionalità diverse, che hanno assegnato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo in 106 stili birrari.

Via Priula ha partecipato per la prima volta al concorso e non nasconde la soddisfazione per il bel risultato. Per festeggiare giovedì 28 settembre nel proprio locale di via Matteotti, dalle 18 alle 20, offre un aperitivo con birra Rosa! e assaggio di finger food giapponesi. Chi vorrà potrà fermarsi a cena e gustare i piatti Via Priula e una specialità dalla cucina giapponese, reinterpretata nello stile del locale.

Per info e prenotazioni: 338 6438705 oppure info@birrificioviapriula.it


Salone del Gusto, i prodotti bergamaschi in vetrina a Torino

Dal 22 al 26 settembre la ricchezza gastronomica del mondo intero è di scena a Torino per il Salone del Gusto, che da questa edizione – in cui si celebrano i 20 anni dalla nascita e i 30 anni di attività di Slow Food – si chiama Terra Madre Salone del Gusto, per sottolineare la centralità delle Comunità del cibo, ed esce dal polo fieristico per coinvolgere tutta la città. Il maxi evento, che ha per tema “Voler bene alla terra”, ospita chef, mastri birrai, vignaioli, produttori e bartender italiani e internazionali e riserva spazi anche a scuole e famiglie. Accanto al grande mercato internazionale, un calendario fitto di Laboratori del Gusto, appuntamenti a tavola, scuola di cucina, conferenze, forum.

Anche Bergamo è presente con i propri prodotti. L’Agrì di Valtorta e lo Stracchino all’antica delle Valli Orobiche, Presìdi Slow Food, i caffè della torrefazione Art Caffè di Fornovo San Giovanni, le birre artigianali di Elav di Comun Nuovo, ma anche le sementi Franchi Seeds di Grassobbio e la rete dei mais locali ad impollinazione libera con sede a Gandino.