Renzi annuncia: “Toglieremo le slot da tabaccherie ed esercizi commerciali”

Il premier Matteo Renzi – in un’intervista rilasciata a Vita non profit (www.vita.it) – apre il fronte contro le slot machine: “Le toglieremo da tabaccherie ed esercizi commerciali” annuncia. “In questi due anni – ha affermato Renzi – abbiamo messo in atto un vero e proprio Cantiere sociale, con una ventina di leggi e riforme. Un Cantiere che proseguirà con la prossima legge di Stabilità”. E, quanto alle risorse necessarie, ha precisato che “non aumenteremo il costo della benzina con l’ennesima accise, né allargheremo le maglie sul gioco d’azzardo e sulle slot per finanziare la ricostruzione post sisma”. “Anzi – anticipa il premier -, sul gioco d’azzardo stiamo per mettere a punto una misura per togliere le slot dalle tabaccherie ed esercizi commerciali».

“Via le slot da tabaccai ed esercizi commerciali? Una bellissima notizia, che premierebbe il lavoro svolto in questi anni da Regione Lombardia e da tutti coloro che hanno creduto nella nostra legge contro il gioco d’azzardo patologico” ha dichiarato l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Città Metropolitana Viviana Beccalossi, tema leader della Giunta in materia di contrasto alle ludopatie, commentando le parole di Renzi. “Mi auguro – prosegue Beccalossi – che quello del premier non sia uno slogan, ma l’annuncio di un provvedimento concreto. La nostra linea a tal proposito è chiara: non siamo contro il gioco, ma piuttosto contro la sua diffusione in ogni angolo delle nostre città invece che in sale ad esso dedicate”. “La nostra Legge – conclude l’assessore – prevede già l’impossibilità di installare nuove macchinette in esercizi che si trovano a meno di 500 metri da tutta una serie di luoghi sensibili. Quanto dichiarato da Renzi sarebbe una vera retromarcia da parte del Governo, che finalmente prenderebbe atto della necessità di mettere una volta per tutte un freno al proliferare di piccole Las Vegas che fanno vincere solo lo Stato”.


Cucinare la carne, quattro ricette semplici ma di gusto

macellai fiera sant'alessandro 2016 (6)

Utilizzando il giusto taglio e rispettando i tempi di cottura, i piatti di carne saranno un successo. Parola dei macellai dell’Ascom di Bergamo, che nel corso della Fiera di Sant’Alessandro, all’interno dello stand della Regione Lombardia, hanno dato dimostrazione del loro mestiere nel sezionare e disossare i prodotti e offerto consigli per utilizzare al meglio ogni parte. Li ha affiancati lo chef Darwin Foglieni del ristorante Ol Giopì e la Margì di Bergamo, che ha anche proposto quattro ricette semplici ma di gran gusto.

Fettine di coppa di maiale alle erbe

Ingredienti per 4 persone
  • 4 fette di coppa di maiale
  • alloro, rosmarino
  • 1 spicchio d’aglio
  • limone/aceto balsamico
  • olio evo
  • sale, pepe

In una ciotola preparare la marinata con aglio tagliato a pezzi, il battuto d’erbe, l’aceto balsamico, l’olio e il sale. Mettere le fettine di coppa a marinare per 30 minuti.
Scaldare una pentola antiaderente, togliere l’aglio e scottare a fuoco vivace le fettine di carne da entrambi i lati. Proseguire la cottura per pochi minuti, togliere dalla pentola e accompagnare le fettine di coppa con insalatina o patate arrosto.

Spezzatino porri e peperoni

Ingredienti per 4 persone
  • 600 g spezzatino polpa di spalla
  • 2 lt brodo
  • 1 porro
  • 1 peperone
  • olio evo
  • burro
  • sale, pepe
  • vino bianco
  • maggiorna

Tagliare la carne a pezzi di 2 cm circa e saltarla in padella antiaderente con poco olio.
Rosolare in un’altra pentola con poco burro i porri a fuoco dolce fino a farli appassire.
Sistemare la carne nella pentola con i porri, aggiungere il brodo e il trito di maggiorana e proseguire la cottura a fuoco dolce per 40/60 min.
Tagliare i peperoni a listarelle, saltarli in padella con poco olio e aggiungerli gli ultimi 5 minuti di cottura allo spezzatino.

Coniglio farcito con funghi e salsiccia

Ingredienti per 4 persone
  • 1 coniglio medio
  • funghi freschi o secchi
  • salsiccia
  • 8 fette di pancetta fresca tesa
  • rosmarino
  • scalogno
  • olio evo
  • burro
  • vino bianco
  • sale, pepe

Disossare il coniglio e allargalo bene su un tagliere.
Mettere a bagno i funghi secchi per 10 minuti. Poi strizzarli e tagliarli grossolanamente, metterli in una padella antiaderente con la salsiccia sbriciolata e lo scalogno tritato con poco burro e lasciare insaporire.
Riempire il coniglio con questa farcia.
Rivestire di pancetta il rotolo di coniglio e legare con lo spago da cucina.

Rosolare bene, in una pentola bassa, il rotolo di coniglio con poco olio e burro. Bagnare con un bicchiere di vino di bianco e far evaporare. Proseguire la cottura per un’ora circa in pentola con coperchio o in forno.
A cottura ultimata avvolgere il coniglio in carta stagnola e tenerlo in caldo.
Tagliare il coniglio a medaglioni, nappare con il sugo di cottura e accompagnare con polenta morbida.

Stufato di manzo

Ingredienti per 4 persone
  • 1,5 kg di cappello del prete o scamone
  • 300 g verdure per soffritto
  • 1 lt vino rosso
  • olio evo
  • salvia
  • rosmarino
  • alloro
  • 200 g pomodoro salsa
  • sale, pepe
  • noce moscata

Mettere l’olio in pentola e rosolare il pezzo di carne rigirandolo spesso. Aggiungere le verdure e gli aromi. Unire il vino e la salsa di pomodoro. Fare cuocere per 2 ore circa a fuoco basso.
A cottura ultimata togliere la carne dal fuoco e lasciare intiepidire.
Tagliare la carne a fette sottili e condire con la salsa di verdure.


Il salvataggio dei profughi e la geografia trasformata in opinione

canale di siciliaIn Italia, credo di averlo dimostrato abbondantemente, la storia è un’opinione: ormai, si racconta soltanto quel che ci fa comodo, taroccando o cancellando le cose che potrebbero, in qualche modo, intaccare la nostra manicheissima vulgata. Il problema è che, da un po’ di tempo a questa parte, per fini, diciamo così, commercial-umanitari, si sta cominciando a trasformare in opinione anche la geografia. Non ci rimangono che la matematica e l’educazione fisica, immuni da tentativi di manipolazione. Mi spiego, perché, altrimenti, rischiate di pensare che il caldo mi abbia dato alla testa. Dunque, il cosiddetto “Canale di Sicilia”, noto anche come “Canale di Tunisia”, a seconda del lato da cui lo si guardi, è come dice il nome stesso, il braccio di mare che separa la Sicilia dalla costa tunisina: è largo circa 150 km nel suo punto più stretto ed ha una delimitazione che lo definisce, più o meno tra Malta e il Mediterraneo a sud della Sardegna. Quello è il Canale di Sicilia, e non altri bracci di mare: per cui, se qualcuno sente dire che le navi italiane hanno raccolto dei naufraghi nel Canale di Sicilia, deve, per forza di cose, immaginarsi il salvataggio tra Capo Bon e Mazara del Vallo e non, chessò, al largo di Venezia. Questo, perlomeno, secondo geografia.

Invece, i nostri telegiornali, opportunamente imbeccati dai nostri governanti, ci raccontano, ogni tre per due, di formidabili operazioni di salvataggio avvenute nel Canale di Sicilia, a circa 10 miglia dalla costa libica: come dire che un pattino con due turisti norvegesi è stata recuperato nel Mar Ligure, a dieci miglia circa dalla costiera amalfitana. Perché le spiagge del Golfo della Sirte, sulla cui battigia, ormai, avvengono questi salvataggi, distano dalla Sicilia e dal suo canale circa settecento chilometri. Avete capito bene? Settecento chilometri: noi partiamo dall’Italia ed andiamo a raccogliere naufraghi sulla costa della Tripolitania. Un vero e proprio servizio a domicilio, che, oltre a rendere decisamente più confortevole la traversata ai migranti, offre l’indiscutibile vantaggio di favorire in maniera piuttosto clamorosa coloro che lucrano sul traffico di esseri umani. Non fraintendetemi: non sto parlando delle cooperative che, in Italia, si ingrassano grazie al flusso mastodontico di disperati che arrivano da noi via mare. Mi riferisco ai pirati che agiscono alla luce del sole, non a quelli travestiti da crocerossine: parlo dei malandrini che incassano un sacco di soldi dagli aspiranti profughi e, poi, non devono neppure fare la fatica di portarli in Italia, visto che ci pensa la nostra Marina Militare. Come direbbe il Milo Minderbinder di “Comma 22”: così ciascuno ha la sua parte. Gli unici che ci smenano siamo noialtri, ma cosa volete che conti, di fronte all’immane e glorioso progetto di trasbordare un continente?

Insomma, stando così le cose, io proporrei ai nostri governanti di essere realistici: dato il flusso pressoché quotidiano di gente che sbarca in casa nostra e data l’evidente volontà di non mettere alcun freno ad un fenomeno tanto redditizio per qualcuno, perché non istituire un regolare servizio di traghetti, che, un paio di volte al giorno, colleghi il golfo sirtico con i principali porti siciliani? Si tratterebbe, semplicemente, di Realpolitik: un po’ come legalizzare la droga, perché tanto la gente si droga comunque, o abolire certi reati, perché tanto li commettono quasi tutti. In questo modo, la Marina tornerebbe ad occuparsi di cose militari. Le cooperative e le associazioni umanitarie potrebbero pianificare esattamente le proprie entrate ed organizzare investimenti, aumenti di capitale, magari quotarsi in borsa. I giornalisti potrebbero tornare a raccontare panzane sull’economia o la cronaca, lasciando in pace la geografia. Certo, regolarizzare gli afflussi per mezzo di una linea di traghetti significherebbe anche togliere a tantissimi sepolcri imbiancati della nostra politica l’occasione per farci il solito pippone sui morti in mare, sulla guerra e la disperazione, sul nostro dovere di samaritani: ma non è detto che questo, per la collettività, sarebbe un danno.

E, poi, volete mettere lo stile? Anziché dover girare le solite scene del gommone, si potrebbero confezionare dei video sul tipo di quelli delle navi da crociera: ordinate colonne di clandestini, tutti col loro giubbotto arancione e la bandierina italiana in mano, che salgono su qualche candido traghetto della Siremar o della Tirrenia, ci riscatterebbero in un sol colpo da tutti gli Schettino della nostra storia marinaresca! Perché, cari i miei lettori, voi ed io siamo abituati ad essere spremuti come limoni, pur sapendo che i nostri soldi, lungi dal servire ad aiutare chi non ce la fa, finiranno sprecati da qualche mammalucco che si crede Napoleone: sopportiamo tasse inique, servizi scandalosi, ignominiose ingiustizie: però, essere presi per i fondelli anche in geografia, porca l’oca, quello è davvero troppo! Che la chiamino Triton, Syren o Dugongo, questa operazione è geograficamente, prima che politicamente, grottesca: e che ci siano mezzibusti e mezzebuste che, col sorriso sulle labbra o con la peppa di circostanza, ci raccontino che il Canale di Sicilia comincia a Gibilterra e finisce in Egitto, è faccenda sanguinosamente offensiva per i nostri cervelli. Pagare, paghiamo: ma non fateci il torto di trattarci da poveri scemi, perché, il giorno che a qualcuno salterà la mosca al naso e vi butterà a mare, vedrete che differenza c’è tra guadare un fosso ed attraversare un oceano…


Ascom, lo show dei macellai alla Fiera di Sant’Alessandro

Pochi gesti e il petto di tacchino diventa un’unica fetta gigante da farcire nei modi più fantasiosi, il pollo si trasforma in un piccolo arrosto, ma anche coscia da riempire o straccetti. Per non parlare della maestria con cui vitello e manzo vengono spolpati per realizzare i tagli più succulenti. Ai macellai dell’Ascom è bastato portare il proprio lavoro sotto i riflettori per conquistare i visitatori della Fiera di Sant’Alessandro, la storica rassegna dedicata all’allevamento, all’agricoltura e ai prodotti tipici in programma lo scorso fine settimana al polo espositivo di via Lunga a Bergamo.

Domenica 4 settembre, nello stand della Regione Lombardia, il Gruppo ha proposto una dimostrazione di sezionamento, disossatura e porzionamento di carni diverse (manzo, vitello, maiale, pollo, tacchino, faraona e coniglio) mostrando ciò che avviene dietro le quinte dei loro negozi per allestire quotidianamente quei banchi pieni di proposte per tutti gusti e tutte le tasche che siamo abituati a trovare.

Un’iniziativa per ricordare la specializzazione delle botteghe, l’esperienza e la professionalità dei macellai e soprattutto la loro capacità di consigliare il pezzo migliore per ogni preparazione. È infatti proprio questo che può fare la differenza tra un piatto ben riuscito ed una “suola di scarpe”, come ha confermato lo chef Darwin Foglieni, del ristorante Ol Giopì e la Margì di Bergamo, che ha affiancato i macellai nell’evento aggiungendo suggerimenti e spunti per dare un tocco in più alle ricette.

«La competenza del macellaio di fiducia è fondamentale – ricorda Foglieni -, anche una semplice fettina acquistata senza sapere di che taglio si tratta potrebbe rivelarsi dura e immangiabile. Ma è una figura importantissima anche per noi cuochi, solo il macellaio, infatti, con l’esperienza e le conoscenze che arrivano da anni di lavoro specializzato sa sezionare e preparare le carni al meglio e fornire sempre il pezzo ideale per ogni richiesta». E se il taglio è quello giusto, il più del lavoro è fatto. «Il consiglio è di cucinare le carni nelle maniere più semplici – dice lo chef -, non coprirle con troppi sapori o salse per esaltare la qualità della materia prima. L’altra accortezza è per le temperature. C’è un po’ l’abitudine a cucinare a fuoco troppo alto, ma così si rischia di rovinare la carne: meglio scegliere invece una cottura più lenta e non stracuocere».

Coordinati dal presidente Ettore Coffetti, si sono alternati nel lavoro  alcuni componenti del direttivo della categoria, Luciano Pandolfi, titolare di un’attività a Cologno al Serio, ed Elio Cazzaniga, di Canonica d’Adda, mentre Giuseppe Oberti, di Grone, illustrava le lavorazioni. In mattinata il gruppo ha anche incontrato il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, in visita agli stand e deciso a sostenere il settore primario e la filiera del made in Italy.

«Abbiamo centrato l’obiettivo – commenta Coffetti -. Con un ottimo spirito di squadra e voglia di collaborare e stare insieme, siamo riusciti a far vedere quanto sono preparati i macellai, a portare davanti agli occhi di un pubblico attento ed interessato la passione con la quale ogni giorno lavoriamo nei nostri negozi. Ci tenevamo soprattutto a ricordare che il macellaio può dare i consigli giusti per la cottura e che le possibilità che offre la carne sono tantissime». Uno “spot” rivolto in primis alle giovani famiglie, che hanno meno tempo per cucinare e forse hanno dimenticato il gusto di tanti piatti. «A loro diciamo che in macelleria si possono trovare tante idee per preparare la carne in modo semplice e veloce, riscoprire il piacere di cucinare e fare bella figura portando in tavola prodotti sani, controllati e gratificanti per il palato», conclude Coffetti.


Terziario, a luglio in crescita lo stock delle imprese attive

cameracom.jpgSaldo ancora positivo per le imprese bergamasche. A luglio, secondo l’Osservatorio pubblicato dalla Camera di Commercio, sono state 405 le nuove società iscritte al Registro delle imprese e 386 quelle cessate, con un saldo di 19 unità. Nel complesso, lo stock di imprese attive è risultato pari a 85.612 unità, in leggero caldo (-34) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Conferma la sua tenuta il mondo del terziario. Il commercio all’ingrosso e al dettaglio cresce passando da 19.955 a 20.024 imprese attive (+0,3%), così pure le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (5.820 imprese attive) in crescita dell’1,6% e il comparto noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (2.553 società attive) in aumento del 4,5%. In leggera sofferenza, complice la grave crisi che colpito l’edilizia, il settore immobiliare che a luglio fa segnare una leggere variazione negativa dello 0,4% con uno stock di imprese attive paria a 6.193. In flessione anche il manifatturiero (-0,7%) con 11.118 imprese attive, e il comparto delle costruzioni (-2,3%) che a luglio ha visto il totale delle società calare da 18.773 a 18.350. Crescono le attività finanziarie e assicurative (+1,8%), sanità e assistenza sociale (+3,5%) e le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+3%), mentre fa segnare un – 5,6% il comparto delle forniture di energia elettrica e gas.

 


Agenzie viaggi e tour operator: ecco il bando che sostiene il rilancio

La Regione Lombardia ha Pubblicando il nuovo Bando regionale “Travel Trade: interventi a sostegno del rilancio e della riconversione delle agenzie di viaggio e dei tour operator lombardi”.

La misura – con dotazione di 1,5 milioni di euro – prevede contributi a fondo perduto al 50% fino a 100.000 euro per progetti di sviluppo presentati da aggregazioni di almeno 10 agenzie viaggio, tour operator e guide turistiche abilitate.

Saranno ammessi al finanziamento sia progetti di incoming legati allo sviluppo dell’offerta lombarda sui mercati turistici, sia iniziative di outgoing in ottica consumer, mobile e di personalizzazione del processo di vendita.

Premialità nella valutazione saranno concesse alle proposte di valorizzazione degli ambiti turistici strategici individuati dalla Regione: turismo culturale, religioso, cicloturismo, enogastronomia e siti Unesco.

Tra le principali spese ammissibili ci sono investimenti per l’acquisto di arredi, impianti, hardware e software; servizi di consulenza e spese di viaggio per la predisposizione del progetto; comunicazione e promo-commercializzazione online e offline; formazione all’utilizzo degli strumenti digitali, delle tecniche di marketing e delle lingue straniere sia per i dipendenti sia per i titolari/soci delle agenzie viaggio e per le guide turistiche; costi del personale dedicato, fino al 10% del totale.

Le proposte progettuali potranno essere presentate dal 26 settembre al 31 ottobre 2016 sul portale http://webtelemaco.infocamere.it. Il soggetto gestore è Unioncamere Lombardia.

 


Aspiranti imprenditrici, fissate le date dello Sportello Crisalide

sviluppo_di_impresa_ingranaggi (1)Riparte, col mese di settembre, l’attività dello Sportello Orientamento Crisalide, per aspiranti imprenditrici che vogliono approfondire competenze e capacità imprenditoriali. Il servizio, gratuito, è disponibile su appuntamento nella sede di Bergamo Sviluppo, due mercoledì al mese, dalle 8.45 alle 12.30 (in settembre le date per fissare un appuntamento sono il 14 e il 28). Lo Sportello Orientamento Crisalide, realizzato nell’ambito dell’Incubatore d’Impresa, è un servizio rivolto a donne, aspiranti imprenditrici o disoccupate, interessate ad avviare nuove attività imprenditoriali o di lavoro autonomo o ad inserirsi/re-inserirsi nel mondo del lavoro. Il servizio offerto mira a favorire la riflessione, da parte delle utenti fruitrici, delle competenze necessarie per avviare e gestire un’attività in proprio attraverso un percorso che prevede: un colloquio valutativo delle competenze generali, l’ascolto e l’analisi dell’idea d’impresa ipotizzata, un approfondimento delle attitudini imprenditoriali necessarie. Grazie anche all’utilizzo di test specifici, le utenti vengono accompagnate a mettere meglio a fuoco le proprie capacità e le proprie inclinazioni imprenditoriali. Nel caso in cui l’idea d’impresa venga portata avanti da più di una aspirante imprenditrice, è anche possibile fissare appuntamenti “di gruppo”, così da far emergere e confrontare le diverse competenze. Nel 2015 hanno beneficiato dello Sportello 53 utenti.


Raccolta rifiuti e pulizia delle strade, i consumatori “indagano”

rifiuti_aprica.jpgBergamo ha raggiunto elevati standard di raccolta differenziata, soprattutto se la si compara alla maggior parte delle città italiane di simili dimensioni: nel 2016 l’andamento tendenziale della raccolta differenziata in città ha raggiunto il 66,4% dei rifiuti raccolti, con un picco nel mese di maggio con quasi il 70%. Il trend è di continua crescita, seppure, ovviamente, con una pendenza minore rispetto a quella degli scorsi anni: “Un risultato ottenuto innanzitutto grazie alla collaborazione dei cittadini – commenta l’Assessore all’ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà – e, in secondo luogo, grazie alle iniziative intraprese per sensibilizzare alla raccolta differenziata e al controllo dell’esposizione dei rifiuti”. Una curiosità: durante la serata dell’Amatriciana Solidale del 31 agosto, quando quasi 20mila persone hanno affollato il Sentierone di Bergamo Bassa, la società Aprica ha raccolto quasi 30 tonnellate di rifiuti, con una raccolta differenziata pari al 73% dell’intero raccolto. Il progetto di verifica del servizio rientra nell’ambito di rapporto di collaborazione che l’Amministrazione ha stretto con le associazioni dei consumatori di Bergamo, un’attività che è prevista anche dal recente contratto di servizio che lega il Comune di Bergamo con Aprica. Le associazioni dei consumatori avvieranno una puntuale indagine qualitativa e quantitativa del servizio svolto da Aprica, con particolare attenzione al tema del riciclo e del riuso, ma anche con un reportage fotografico sulle attività di raccolta dei rifiuti, tenendo in considerazione programma di esercizio e carta dei servizi di Aprica. “Crediamo in questo modo di offrire uno spaccato il più realistico possibile del servizio sul territorio” spiegano i rappresentanti di Adiconsum, Adoc e Federconsumatori Bergamo. Diverse le azioni che saranno intraprese a partire da lunedì prossimo in città per circa tre mesi, da settembre a novembre: su tutte il controllo delle criticità segnalate attraverso il servizio Filo Diretto del Comune di Bergamo, un questionario rivolto a 300 cittadini e a gestori di attività commerciali, l’osservazione diretta dell’attività di Aprica sul territorio (monitorando la pulizia strada, la gestione dei cestini nei luoghi pubblici, la raccolta differenziata, ecc.).

 

 


Martina: “Agricoltura in una fase delicata. Più sostegno ai giovani”

Fiera sant'alessandroLa Fiera di Sant’Alessandro bissa le 50mila presenze Con ingressi record nella giornata inaugurale e in quella conclusiva di domenica, la rassegna regionale dedicata alla filiera agroalimentare bissa il risultato dello scorso anno influenzato positivamente dall’Expo milanese. La manifestazione è stata visitata anche dal ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, che, domenica, ha raccolto in presa diretta il sentiment degli operatori. Martina conosce molto bene l’appuntamento di Bergamo, e il mondo dei contadini in generale, da ben prima che fosse nominato ministro. “ Le imprese presenti a Bergamo – dice il ministro – trasmettono segnali forti per la ripresa del settore, ma nello stesso tempo evidenziano le difficoltà di alcuni settori”. Martina sottolinea che “ci sono aspetti positivi che vanno valorizzati, intere filiere che hanno fatto un bel salto di qualità in questi anni (cito per tutti il vitivinicolo), ma ci sono ancora tante criticità che stanno mettendo a dura prova parte del nostro sistema agricolo. Parlando con gli operatori della Fiera di Sant’Alessandro – prosegue il ministro – ho avuto l’ennesima conferma di quanto il settore zootecnico, tallone d’Achille in Italia e in Europa, sia in crisi e stia subendo un cambiamento di pelle radicale. Bisogna riorganizzarsi, aggregarsi, sapere che il trasferimento generazionale tra padri e figli è fondamentale. Abbiamo fatto scelte non banali, come destinare 80 milioni di euro all’anno alle imprese agricole condotte da giovani, con la maggiorazione del 25% degli aiuti diretti per cinque anni, proprio per invogliare il passaggio tra padri e figli. Dai giovani arrivano segnali positivi, molti di loro aprono imprese in questo settore”. Si tocca poi il capitolo dell’agricoltura in montagna, così presente nella Bergamasca. “In questo caso non si tratta solo di competitività – osserva Martina ‐ ma anche e soprattutto del presidio del territorio. Abbiamo introdotto interventi che premiano chi sceglie di continuare a produrre in montagna, ma non basta, dobbiamo moltiplicare le iniziative a supporto del mondo rurale. Altri temi scottanti riguardano “il calo vertiginoso dei prezzi; il fatto che su latte, frumento e grano, ad esempio, ci sia un grave problema di remunerazione. Per me – dice deciso Martina ‐ il tema numero uno continua a essere quello della tutela del reddito di chi vive di agricoltura oggi, in un passaggio competitivo dove ci sono variabili esterne al sistema che spesso incidono in maniera molto radicale. Per il ministro una delle chiavi per il futuro sta nell’investire su strumenti preventivi, che possano tutelare il reddito degli agricoltori prima che l’evento accada. Che si tratti di una crisi determinata dal mercato o dal maltempo. “Come assicurare le produzioni a cielo aperto è un tema fondamentale e lo sarà sempre di più – chiosa Martina ‐. In tal senso, a livello nazionale abbiamo messo sul tavolo oltre 1.600 milioni di euro per le assicurazioni. Questo strumento va esteso, perché anche in provincia di Bergamo, una delle più avanzate anche in tema di prevenzione, i coltivatori e gli agricoltori assicurati sono ancora troppo pochi. Visto che il 65% della polizza assicurativa è coperta da risorse pubbliche, è fondamentale che gli operatori capiscano quanto siano importanti tali strumenti per la copertura dei rischi e per la tutela del loro reddito. Si chiude con il ministro che parla della lotta alla contraffazione del made in Italy. “Siamo in prima linea per tutelare i nostri marchi dell’agroalimentare – spiega Martina ‐, in particolare per quanto concerne l’e‐commerce; senza dimenticare la tutela internazionale sui canali tradizionali. Ho voluto il recente accordo per la protezione del vero Made in Italy agroalimentare sulle piattaforme online. Accordo che ci ha consentito di bloccare recentemente un falso Parmigiano Reggiano venduto da turchi sul web”.  Per Stefano Cristini, direttore dell’Ente Fiera Promoberg ‐ al di là del dato numerico, la Fiera di Sant’Alessandro ha il merito di unire alle antiche tradizioni le innovazioni più tecnologiche, per una rappresentazione completa della filiera agroalimentare: una proposta ricca, variegata e aggiornata costantemente, che evidentemente piace al pubblico. Dispiace solo per alcuni problemi alla viabilità – continua Cristini -, ma con tale forte concentrazione di visitatori (e relative auto), i rallentamenti e le code in strada sono davvero impossibili da evitare. Chi viene alla Fiera di Sant’Alessandro desidera gustarsela il più possibile, e quindi si ferma anche per molte ore. Ciò impedisce il ricambio nei parcheggi”.


Terremoto, «non inviate cibo e vestiti, meglio le raccolte fondi»

pacchi alimentari terremoto«Non inviare alimenti, vestiti o altro materiale per le zone terremotate. Non servono in questo momento, sono soltanto un problema da gestire. Chiediamo ai Comuni e alla gente, che con tanta generosità si sta muovendo in questi giorni, di partecipare piuttosto alle raccolte di fondi promossi dalle principali istituzioni». È il chiaro messaggio che il Dipartimento nazionale della protezione civile invia ai cittadini che desiderano sostenere le popolazioni del centro Italia colpite dal sisma dello scorso 24 agosto.

L’invito è ribadito dalla Provincia di Bergamo. Il consigliere alla Protezione civile Mauro Bonomelli rimarca che in questo momento, per motivi di logistica e di stoccaggio, l’invio di materiale in generale diventa persino dannoso, con l’aggravante di creare confusione e di sprecare risorse. Il consigliere Bonomelli riferisce che è in corso un coordinamento fra realtà associative bergamasche per organizzare una raccolta fondi finalizzata alla ricostruzione delle aree colpite, che verrà condiviso nel corso dei prossimi giorni.