L’ira delle Camere di Commercio: “La riforma é un danno per le imprese, per i professionisti e per i lavoratori”

La Camera di Commercio di Bergamo
La Camera di Commercio di Bergamo

“Dopo mesi di silenzio, in cui è stata ignorata ogni istanza del mondo imprenditoriale e delle rappresentanze dei lavoratori sul futuro delle Camere di Commercio, il Governo, domani, 29 luglio, si accinge ad approvare uno schema di decreto legislativo di riordino altamente penalizzante per il sistema camerale e per i lavoratori del suo sistema. La bozza circolata nel mese di gennaio, di cui politici ed esponenti di Unioncamere ci avevano invitato a “non tener conto” perchè “superata da bozze migliorative”, riemerge adesso quale documento-base della discussione politica con tanto di protocollo della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. E’ quanto scrive la RSU dell’ente camerale di Bergamo che, in accordo con le RSU di altre Camere di commercio (al momento hanno aderito in 49 ma la lista si sta allungando), ha elaborato un documento che verrà inviato al Governo, Ministri vari, Parlamentari, Associazioni di categoria, organi di stampa e a tutti i canali che ci verranno in mente, affinchè ognuno di loro, in questi giorni decisivi, si faccia parte attiva per scongiurare l’approvazione di una riforma distruttiva.

Ecco il testo della lettera:

“La riforma delle Camere di Commercio che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi, è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori del sistema camerale, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana. Questo è quanto sottolineiamo con forza.In un periodo storico-economico in cui è necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi potenziare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. Ma la strada di riforma della pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di riduzione delle Camere di Commercio, dei servizi alle imprese, dei dipendenti. Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti. Le imprese non ci chiedono altro che celerità e innovazione. Per questi motivi chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 29 luglio, che non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali. L’attuale bozza di decreto, invece, è sostanzialmente identica alla bozza che circolava a gennaio scorso: uno schema di riforma penalizzante per ogni soggetto del sistema economico. Le aziende vogliono una pubblica amministrazione come loro, non enti burocratici. E per questo è necessario che tutto miri all’offerta di servizi di qualità. Per fare questo occorre mantenere e rafforzare il personale esistente, occorre mantenere le Unioni Regionali, occorre mantenere le aziende speciali e le sedi secondarie, perché sono tutti aspetti e componenti di un’unica realtà: il sistema delle Camere di Commercio, che per funzionare a livelli ottimali necessita di ogni parte del suo corpo. Gli imprenditori, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze , hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato. Con questa riforma in atto, i servizi che le Camere non fornirebbero più alle imprese, da subito, sarebbero questi:

– certificati d’origine

– carnet ATA

– contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici

– sostegno all’internazionalizzazione

– supporto alle pmi per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o – sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)

– corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile

– organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore economico)

– supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione consulenza per la fatturazione elettronica

– consulenza per deposito marchi e brevetti

– pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici

– risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori in via conciliativa e arbitrale

Le Camere di Commercio, quindi, non vanno ridotte, nel numero, nelle sedi, nel personale, nelle funzioni, ma vanno invece potenziate, mantenendo sedi e personale e attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese. Questo è quanto deve passare nel Consiglio dei Ministri del 29 luglio, questo è quanto chiediamo”.

 

 

 


Turismo Bergamo, «più connessione tra città e provincia»

Si è insedlogo turismo bergamoiato questa mattina in Camera di Commercio il Consiglio d’Amministrazione di Turismo Bergamo. La riunione, svoltasi nella Sala Giunta dell’Ente camerale, ha nominato come amministratore delegato Christophe Sanchez, capo di gabinetto del Comune di Bergamo.

Il Cda, nella sua prima riunione, ha delineato inoltre le linee future di Turismo Bergamo, che a breve prenderà nome di Visit Bergamo.

«L’insediamento del Cda è avvenuto in Camera di Commercio per segnalare l’importanza che il turismo riveste per il nostro ente camerale, che continuerà a riservare un’attenzione particolare al settore – afferma Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo -. L’Agenzia nei prossimi tre anni vuole creare un coordinamento ancora più stretto tra città e comuni della provincia e dare vita ad una connessione con le principali realtà presenti sul territorio: Aeroporto, Polo Fieristico, Università e enti culturali. L’obiettivo è quello di offrire al visitatore un’immagine non frammentata del territorio di Bergamo e per far questo abbiamo creato un Cda con figure che hanno un’alta competenza nel settore del marketing, della comunicazione e del turismo, a partire dall’amministratore delegato a cui viene affidato il compito di ideare, progettare e realizzare le migliori azioni di promozione dell’intera nostra provincia».

Il Cda di Turismo Bergamo è composto, oltre che dal presidente Trigona e da Sanchez, da Leda Canfarelli, esperta di marketing e comunicazione, Giuseppe Venuti, responsabile del settore turismo della provincia di Bergamo e giornalista, Sara Riva, sindaco di Gromo designata dai Consorzi turistici della provincia.


Contributi per la sicurezza dei negozi, ecco chi può partecipare

telecamera negozioSi apre il prossimo 20 settembre il bando “Impresa Sicura”, che permette ai commercianti e agli artigiani lombardi di ricevere fino a 5.000 euro di contributo a fondo perduto per sostenere l’acquisto e l’installazione di sistemi innovativi di sicurezza nelle loro attività. La misura, finanziata dalla Regione e dal Sistema camerale, mette complessivamente a disposizione oltre 2 milioni di euro, in particolare per le pmi del commercio, della ristorazione, somministrazione e produzione artigiana con vendita. «I negozi di vicinato sono spesso esposti ad odiosi episodi di microcriminalità – ha evidenziato l’assessore allo Sviluppo economico della Lombardia Mauro Parolini, in occasione della pubblicazione del bando (Burl del 25 luglio 2016, serie ordinaria n.30) -. Gli ultimi dati disponibili descrivono infatti un quadro preoccupante nella nostra regione con più di 24.000 denunce raccolte dalle Forze dell’ordine. Di fronte a questa situazione abbiamo quindi deciso di rilanciare il nostro sostegno al comparto e rimarcare con forza la vicinanza ai titolari di esercizi commerciali e agli artigiani, soprattutto in un momento in cui perdura la crisi dei consumi».

Per facilitare l’accesso a questo, come per altri bandi a favore del commercio e del terziario, l’Ascom di Bergamo offre il servizio di assistenza dello Sportello del Credito, curato dalla cooperativa di garanzia Fogalco (responsabile del servizio Matteo Milesi).

LE FINALITÀ

Regione Lombardia e il Sistema camerale lombardo nell’ambito degli impegni assunti in Accordo di programma per lo sviluppo e la competitività del sistema economico lombardo (Asse 2 – Attrattività e competitività dei territori) attivano una nuova misura di intervento a sportello per promuovere la realizzazione di investimenti innovativi per la sicurezza e la prevenzione di furti, rapine ed atti vandalici, finalizzata a proteggere sia le micro e piccole imprese commerciali che i consumatori, dai fattori di rischio registratisi negli esercizi di vicinato, anche a seguito del perdurare della crisi economica e dell’acuirsi dei disagi sociali e della microcriminalità. Il bando è finalizzato in particolare alla realizzazione di investimenti per la sicurezza (ad esempio sistemi di video allarme antirapina, videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi antintrusione con allarme acustico) nonché all’acquisto di dispositivi di pagamento e stoccaggio per la riduzione del flusso di denaro contante.

DOTAZIONE FINANZIARIA

La dotazione finanziaria ammonta a 2.030.000 euro, di cui 1.030.000 euro ripartiti su base provinciale e destinati alle imprese ricadenti nei territori delle singole Camere di Commercio e 1.000.000 destinato alle imprese ricadenti nell’intero territorio lombardo sino al suo completo esaurimento, a seguito del quale i singoli territori potranno avvalersi della dotazione ripartita su base provinciale.

Regione Lombardia e le Camere di Commercio si riservano di integrare, tramite apposita deliberazione, tale dotazione finanziaria, anche su base provinciale, qualora si rendessero disponibili ulteriori risorse a valere sul bilancio regionale e sui bilanci delle singole Camere di Commercio.

SOGGETTI BENEFICIARI

Le micro e piccole imprese del commercio e dell’artigianato, con almeno un punto vendita ubicato in Lombardia, che alla data di presentazione della domanda di contributo e fino all’erogazione del saldo del contributo, sono in possesso dei seguenti requisiti:

  • a) essere micro o, piccola impresa con riferimento all’Allegato I del Regolamento UE 651/2014, del 17 giugno 2015;
  • b) essere iscritte e attive al Registro Imprese delle Camere di Commercio della Lombardia;
  • c) essere in regola con il pagamento del diritto camerale annuale;
  • d) non rientrare nel campo di esclusione di cui all’art.1 del Reg. (CE) 1407/2013 (de minimis);
  • e) non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi situazione equivalente secondo la normativa vigente;
  • f) avere legali rappresentanti, amministratori (con o senza poteri di rappresentanza) e soci per i quali non sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione previste dall’art. 67 del D. Lgs. 06/09/2011, n. 159 (c.d. Codice delle leggi antimafia);
  • g) svolgere un’attività classificata con i codici ATECO 2007 compresi nel seguente elenco:
IMPRESE COMMERCIALI
  • G.46.48 Commercio all’ingrosso di orologi e di gioielleria
  • G.47.26 Commercio al dettaglio di prodotti del tabacco in esercizi specializzati
  • G.47.30 Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
  • G.47.73 Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati
  • G.47.75 Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati
  • G.47.77 Commercio al dettaglio di orologi e articoli di gioielleria in esercizi specializzati
  • G.47.42 Commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia in esercizi specializzati
  • G.47.71 Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento in esercizi specializzati
  • G.47.72 Commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle in esercizi specializzati
  • I.56.10.11 Ristorazione con somministrazione
  • I.56.30 Bar e altri esercizi simili senza cucina
IMPRESE CON QUALIFICA DI “IMPRESA ARTIGIANA”
  • C. 32.12 Fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria e articoli connessi
  • C.14 Confezione di articoli di abbigliamento, confezione di articoli in pelle e pelliccia)
  • C.15 Fabbricazione di articoli in pelle e simili
  • C.26.52 Fabbricazione di orologi

Il codice ATECO deve essere riferito al punto vendita indicato in visura camerale e oggetto di intervento a valere sul presente bando.

Ciascuna impresa può presentare una sola domanda di contributo a valere sul presente Bando.

Le imprese che detengono apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, per accedere al contributo, devono impegnarsi formalmente (autodichiarazione ai sensi del DPR 445/2000) a rimuovere, alla scadenza del contratto di installazione stipulato con il concessionario, gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito eventualmente detenuti – a qualsiasi titolo – e non possono procedere con nuove installazione dalla data di presentazione della domanda di contributo e per i successivi tre anni dall’erogazione del contributo.

TIPOLOGIA DI INTERVENTI AMMISSIBILI

Gli interventi devono essere realizzati unicamente presso il punto vendita ubicato in Lombardia. In presenza di più unità locali ubicate in Lombardia, l’impresa dovrà sceglierne una sola ed indicarla in fase di domanda.

Sono ammesse a contributo le spese per l’acquisto e installazione (ivi compresi montaggio e trasporto), al netto dell’IVA, dei seguenti sistemi innovativi di sicurezza e dispositivi per la riduzione dei flussi di denaro contante:

  • A. sistemi di video-allarme antirapina
  • B. sistemi di video-sorveglianza a circuito chiuso e sistemi antintrusione con allarme acustico; blindature
  • C. casseforti
  • D. sistemi antitaccheggio
  • E. serrande e saracinesche
  • F. vetrine e porte antisfondamento e/o antiproiettile, inferriate e porte blindate
  • G. sistemi biometrici
  • H. telecamere termiche
  • I.sistemi di pagamento elettronici
  • J. sistemi di rilevazione delle banconote false
  • K. dispositivi aggiuntivi di illuminazione notturna esterna
  • L. automazione nella gestione delle chiavi

Sono ammissibili solo impianti o sistemi nuovi di fabbrica. Sono escluse le seguenti spese:

  • per fornitura di beni e servizi da parte di società controllate e/o collegate e/o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti e comunque tutte le spese riguardo alle quali si ravvisi una effettiva elusione del divieto di fatturazione fra imprese appartenenti “all’impresa unica” (ex art. 2 c. 2 del Regolamento (CE) n. 1407/2013) come specificato all’art. 11, c. 2.1, lettera b);
  • per la gestione ordinaria dell’attività di impresa, ad esempio: materiali di consumo e minuterie, cancelleria, scorte di materie prime, semilavorati, utenze, spese o canoni di manutenzione ed abbonamenti, affitti di terreni, fabbricati e immobili;
  • meri adeguamenti ad obblighi di legge;
  • sostenute a valere su contratti di locazione finanziaria (leasing);
  • relative a contratti di manutenzione;
  • relative a atti notarili, registrazioni, imposte e tasse;
  • per noleggio impianti/attrezzature;
  • per adeguamento/manutenzione di preesistenti impianti o sistemi;
  • per l’acquisto di beni/impianti usati;
  • in autofatturazione;
  • per lavori in economia.

Gli interventi dovranno essere realizzati e conclusi entro l’11 luglio 2017, termine eventualmente prorogabile su richiesta del beneficiario, per un periodo non superiore a 180 giorni secondo quanto previsto dall’art. 27 comma 3 della l.r. 34/78. Le spese dovranno essere fatturate (fa fede la data di emissione della fattura) a partire dalla data di pubblicazione del bando sul BURL ed entro e non oltre l’11 luglio 2017.

Tutte le spese ammissibili devono:

  • essere intestate al soggetto beneficiario;
  • essere comprovate da fatture interamente quietanzate, o documentazione fiscalmente equivalente, emesse dal fornitore dei beni/servizi;
  • essere comprovate da documentazione bancaria o postale attestante il pagamento per intero del titolo di spesa esclusivamente da parte del soggetto beneficiario;
  • riportare la dicitura “Spesa sostenuta a valere sul Bando “Impresa Sicura” specificando gli estremi del presente Bando.

ENTITÀ DEL CONTRIBUTO

L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle sole spese considerate ammissibili, nel limite massimo di 5.000 euro. L’investimento minimo è fissato in 1.000 euro. Le spese ammissibili saranno considerate al netto di IVA e il contributo è al lordo della ritenuta di legge del 4%. Il contributo è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche nel limite massimo del 100% della spesa sostenuta e fino alla concorrenza dei limiti previsti dal regime “De Minimis”.

MODALITÀ E TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Le domande di contributo devono essere presentate a partire dalle ore 9 del 20 settembre 2016 fino alle ore 16 del 15 dicembre 2016 a Unioncamere Lombardia esclusivamente tramite il sito http://webtelemaco.infocamere.it, accedendo alla sezione “Servizi egov” e selezionando la voce “Contributi alle Imprese”. Il manuale per la profilazione e la presentazione della domanda è disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia alla sezione “bandi – contributi alle imprese”. Le istruzioni per profilarsi e compilare la domanda sono disponibili sul sito www.unioncamerelombardia.it nell’apposita sezione “Bandi e contributi alle imprese”. Non saranno considerate ammissibili altre modalità informatiche/telematiche, oppure cartacee di trasmissione/presentazione delle domande di contributo. È necessario indicare un indirizzo PEC presso il quale l’impresa elegge domicilio ai fini della procedura relativa alla domanda di contributo. Unioncamere Lombardia è esonerata da qualsiasi responsabilità derivante dal mancato ricevimento della domanda per disguidi di natura tecnica. Attenzione: la registrazione al sito www.registroimprese.it necessaria per accedere al sito http://webtelemaco.infocamere.it ed inviare la domanda di contributo, va richiesta almeno 48 ore prima della chiusura del domanda di contributo. Per l’invio telematico è necessario essere registrati ai servizi di consultazione e invio pratiche di Telemaco secondo le procedure disponibili all’indirizzo: www.registroimprese.it. (link al video tutorial per registrarsi disponibile sul sito di Unioncamere Lombardia); immediatamente si riceveranno due e-mail con credenziali (user e password). Qualora l’impresa sia già in possesso delle credenziali di consultazione + invio pratiche al registro imprese, potrà riutilizzarle.

Maggiori informazioni e assistenza allo
Sportello del Credito della cooperativa Fogalco
via Borgo Palazzo, 137 – Bergamo
tel: 035 4120321 (responsabile del servizio Matteo Milesi)


Distretto di Curno, 90 negozi sfitti in cerca di rilancio

curno piazza papa giovanni e chiesa parrocchiale

Nel Distretto del commercio dei Colli e del Brembo, in particolare nei Comuni di Curno, capofila, Almè, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Sorisole e Villa d’Almè ci sono 90 negozi sfitti contro 700 tra bar, ristoranti, take away e negozi di vicinato attivi. Ovvero l’11,4% del totale (786 attività). Lo indica la rilevazione effettuata dal Distretto stesso che ha voluto fotografare la situazione commerciale, le dinamiche e le criticità per poter impostare meglio le iniziative di rilancio.

Con 25 locali sfitti contro 120 attività di piccolo commercio attive (pari al 17,2% del totale di 145 esercizi), Almè è in cima alla classifica dei paesi dell’area con maggiori serrande abbassate. Lo segue Paladina, con 10 negozi sfitti (16,9% del totale) contro 49 insegne attive, mentre il rapporto più favorevole lo si registra a Villà d’Almé, dove i locali liberi sono 10 (8,1% del totale) contro i 113 operativi. Attorno al 10% la media negli altri Comuni, con Curno che ha 15 vetrine vuote contro 141 in attività, Mozzo (10 contro 91), Ponteranica (7 contro 70), Sorisole (10 contro 113).

L’analisi, effettuata presso i Comuni, indica anche che in 7 casi su 10 la “desertificazione” è concentrata in determinate vie e che il fenomeno non è recente, ma dura da oltre cinque anni a questa parte. Il 71,4% degli intervistati giudica la situazione critica, mentre per la percentuale restante non ci sono motivi di preoccupazione.

Per quanto riguarda l’andamento dei settori, le chiusure hanno riguardato in maniera più intensa la somministrazione e i servizi, in seconda battuta il commercio non alimentare e solo marginalmente quello alimentare. Tra le nuove aperture, inoltre, il turn over è generalmente ampio.

La ragione che porta alla chiusura emerge chiaramente: la redditività insufficiente, soprattutto per il calo delle vendite, motivazione indicata da tutti i Comuni e che influisce mediamente per il 53,3%. Seguono la decisione dei figli di non proseguire l’attività, una nuova destinazione dell’immobile, una redditività insufficiente a causa dei costi di locazione e delle tasse e, infine, la ricerca di affitti più convenienti. I Comuni hanno anche indicato le maggiori richieste, lamentele e proposte ricevute negli ultimi cinque anni dai commercianti. In tutti è emerso il problema dei parcheggi, che si tratti di numero insufficiente o di regolazione, seguito da quello dell’accessibilità e della viabilità, dalla richiesta di maggiori eventi ed attività di animazione, dal problema della sicurezza. Meno frequenti le lamentele su tasse, caro affitti e zone a traffico limitato o pedonali.

«Con questa indagine, realizzata da TradeLab – evidenzia Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti per l’Ascom di Bergamo – il Distretto è voluto andare più a fondo nelle proprie attività, scattando una mappa precisa di un fenomeno che sta investendo tutti i centri urbani, quello dei negozi sfitti, per il quale si è alla ricerca di soluzioni, come dimostra il bando innovativo della Regione sul franchising, che però riguarda le aree cittadine». «L’analisi effettuata nel distretto dei Colli e del Brembo fa parte di quel salto di qualità al quale sono chiamati oggi i distretti, che non possono più limitarsi ad organizzare e coordinare manifestazioni ed eventi, ma possono dare un indirizzo alle politiche commerciali di un’area. Oggi abbiamo i numeri e la distribuzione dei locali commerciali sfitti nel Distretto dei Colli e del Brembo ed anche una lista delle principali cause che portano alla chiusura e alla mancata riapertura, un passo fondamentale per impostare iniziative di rilancio, magari anche innovative».


Bergamo, più fondi ai servizi. Ampliato il Piano delle Opere Pubbliche

Palazzo FrizzoniPiù fondi a servizi sociali, manutenzioni di strade e cultura, un buon andamento delle entrate e un ampliamento del Piano delle Opere Pubbliche per via di partecipazione a bandi per il finanziamento di opere: si presenta così il quadro del bilancio del Comune di Bergamo nel momento dell’approvazione della delibera di assestamento del bilancio 2016, delibera che illustrata ieri nella sala Consiliare del Comune di Bergamo. Spicca soprattutto l’incremento di servizi erogati dal Comune di Bergamo: in un quadro complessivo di 843mila euro in più per le dotazioni di servizio, le variazioni più evidenti si registrano per gli interventi urgenti di manutenzione stradale (con circa 125mila euro stanziati), nell’integrazione delle rette di inserimento in strutture residenziali per le persone disabili e non autosufficienti (210 mila euro) e la nuova produzione del Teatro Donizetti, lo spettacolo “Ivan”, che rappresenta una delle novità del cartellone della prossima stagione di prosa (70mila euro). Cresce di conseguenza la spesa corrente, che si assesta a 147,8 milioni di euro. Si registra di contro un leggero peggioramento del disavanzo per 200mila euro, cifra che non desta comunque preoccupazioni, sia per la sua entità in un bilancio da quasi 150 milioni di euro e visto che sarà comunque recuperato terreno con risparmi previsti nei prossimi mesi. Buona, in un quadro completamente mutato nel 2016, la situazione relativa ai crediti del Comune, con quasi 15milioni di euro, di cui 8,5 milioni da tributi (di cui 5milioni dall’addizionale IRPEF), 223mila euro da trasferimenti correnti e poco più di 6 milioni da entrate extra tributarie. “Si tratta di un anno particolare per quello che riguarda le entrate del Comune di Bergamo – sottolinea il vicesindaco e assessore al Bilancio Sergio Gandi – vista l’abolizione della TASI e la riperimetrazione dell’IMU, due provvedimenti che di fatto riducono la pressione fiscale in città di oltre 215 euro a famiglia. In presenza di alienazioni immobiliari ancora contenute, si registra comunque una crescita notevole degli investimenti, soprattutto per via della partecipazione a bandi e grazie a finanziamenti provenienti da contributi di altri enti. Si tratta di quasi 10 milioni di euro in più, la cui provenienza è prevista da contributi statali, dell’Università degli Studi di Bergamo per il recupero del chiostro piccolo di Sant’Agostino, da Regione Lombardia, ma anche, ad esempio da Fondazione Cariplo per la manutenzione delle Mura Venete”.

 


Bergamo, i Vip si raccontano a frigo aperto

La versione contemporanea del “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” è la fotografia del frigorifero. Sulle quantità, il tipo di alimenti, la disposizione dei prodotti e l’organizzazione c’è chi ha tracciato profili psicologici e mappe sociologiche (anche la Bbc ci ha costruito un’inchiesta) o creato percorsi artistici. È del resto piuttosto immediato farsi un’idea dello stile di vita e dei gusti di una persona e di una famiglia sbirciando tra gli scomparti e se riflettiamo su cosa c’è nei nostri potremo altrettanto facilmente renderci conto di quale piega abbia preso la nostra esistenza in determinato momento. Un gioco che quattro personaggi della nostra Bergamo hanno accettato di fare con simpatia, raccontando se stessi attraverso quella bottiglia tenuta in fresco, l’ingrediente irrinunciabile o la tentazione golosa.

La foodblogger

Vatinee, «all’interno due anime, una thailandese e una bergamasca»

Per una foodblogger, il frigorifero è in pratica uno strumento di lavoro. Tanto più se è tra le promotrici di una community come Bloggalline e la responsabile di un portale da un 1,3 milioni di contatti unici al mese e 3 milioni di pagine visitate, iFood, nato solo un anno fa dalla volontà di fare rete delle stesse blogger e già capace di proporsi come «la risposta dal basso a Giallo Zafferano». Lei è Vatinee Suvimol, thailandese cresciuta tra Singapore, Germania e Italia, approdata a Bergamo nel 2000, dove ha messo su famiglia e il suo studio di avvocato.

Abita a Colognola ed ha voluto un frigorifero non solo perfettamente inserito nella moderna cucina, ma anche efficiente e funzionale. All’interno due anime. «Io mangio quasi sempre thailandese – racconta –, è strano perché ho vissuto in Thailandia solo fino a sei anni, ma quando torno a casa dal lavoro, nel tardo pomeriggio, mi preparo quasi sempre un piatto orientale, anche una semplice zuppetta con noodle. Sarà il richiamo delle radici, non so, comunque mi fa stare bene». E così nel cestello delle verdure non manca mai il lemongrass, uno degli ingredienti che hanno reso famose le sue ricette. «È la citronella – spiega -. Ha uno stelo simile al porro, si affetta la parte bianca e si utilizza per il soffritto, ad esempio. Ha un sapore agrumato, vicino anche allo zenzero, quel che basta per dare il tocco thailandese che mi serve». Nel frigo si trovano anche melanzane thailandesi, differenti per forma e gusto da quelle occidentali, cavolo cinese, salsa di soia o di pesce e altri prodotti esotici, che non fatica a trovare in città, al negozio di via Angelo Maj, per la precisione.

Il resto della famiglia preferisce i sapori nostrani. «Mia figlia Sofia, sette anni, è thailandese di aspetto, ma “bergamasca” in fatto di gusti, mangerebbe solo polenta, cotoletta, spaghetti – svela – e mio marito ha sempre assaggiato tutto ma solo in Thailandia, salvo poi proporsi come perfetto intenditore di quella cucina quando abbiamo ospiti a cena». «Non mangiamo carne di maiale per scelta alimentare – prosegue -, in frigo ci sono quindi pollo, tacchino e manzo, verdure. Il pesce preferisco cucinarlo appena comprato». Cosa manca? «Spesso e volentieri il latte. Beviamo latte di soia, ma quello vaccino serve in molte ricette di dolci, che sono tra quelle più frequenti e apprezzate del mio blog (A Thai Pianist ndr.) e così mi ritrovo il più delle volte senza». Il prodotto che invece finisce con l’essere dimenticato è il coriandolo. «Mi piace tantissimo, ma ne basta poco in ogni piatto e così il mazzetto resta a lungo in fondo al cassetto del frigo».

Vatinee suvimol (3)Da brava blogger, inoltre, Vaty viaggia, scopre, gusta e si porta a casa tante chicche gastronomiche. «Se la cucina thailandese è quella del cuore, non vuol dire che non apprezzi quella italiana, tutt’altro – precisa -. Mi vengono in mente un bel piatto di spaghetti alle vongole, un filetto o le tante specialità regionali». E il successo dei suoi piatti sta proprio nella contaminazione. «Talvolta sono ricette della tradizione thailandese riproposte con ingredienti italiani – evidenzia -, in altri casi prodotti e piatti tipici di quella italiana con un accento esotico, come l’incontro tra porcini e curry, apprezzato dalla rete, o i paccheri di Matera abbinati a uno spezzatino di vitello preparato con curry e latte di cocco, con il quale ho vinto un contest nazionale. L’ultima tendenza, sul versante dei dolci è il tè macha, un tè giapponese che dà un colore verde intenso alle preparazioni».

Il calciatore

Bellini, «qualche sfizio c’è, birra e gelato su tutti»

Quanto al frigorifero, ha fatto un bel salto la bandiera dell’Atalanta Gianpaolo Bellini, un’intera carriera con la maglia nerazzurra e un commovente addio al calcio giocato, con tanto di rigore trasformato, nell’ultima partita al Comunale di quest’anno, contro l’Udinese. Nella sua vita da single il frigo era quasi un optional. Ci metteva acqua, birra e qualche piatto pronto surgelato, da riscaldare in caso di emergenza. «Stavo poco a casa e mangiare da solo non mi piace», ricorda.

Oggi invece, che è sposato con Cristina ed ha due bambini piccoli, due anni il primo, pochi mesi il secondo, nella sua casa di Mozzo di frigoriferi ne ha ben due «e sono sempre belli pieni – svela -. Soprattutto delle pappe e dei prodotti per i bambini, ma anche di tutto il resto. Preferiamo la carne al pesce, anche se il nostro primo bimbo ne è golosissimo e ci sta portando a consumarne di più. C’è la verdura, meno la frutta, che non amiamo molto. La spesa la facciamo insieme, mia moglie ed io, perché sono sempre carichi importanti».

I ritmi e le scelte sono quelli di una giovane famiglia che non ha molto tempo per cucinare, ma non rinuncia al gusto e alla qualità. «Il congelatore è sempre ben fornito, però i piatti pronti non ci sono più, se non qualche busta di risotto – dice il calciatore -. Facciamo scorta di carne e la surgeliamo perché è più comodo e ci permette di organizzarci meglio. Prepariamo piatti semplici, ma cerchiamo sempre di assaggiare anche qualcosa di particolare».

Come la mette uno sportivo con le tentazioni? «Qualche extra c’è – ammette Bellini – dei dolcetti, cioccolato, qualche bibita gassata e nel freezer sempre il gelato, anche d’inverno. Mi concedo un piccolo sfizio prima di andare a letto, come anche un bicchiere di birra la sera, la preferisco al vino. In fresco comunque teniamo sempre una bottiglia di bollicine per quando abbiamo ospiti e stare a casa con gli amici ci piace». È goloso anche di formaggi, «una fetta a fine pasto ci scappa, anche perché dei parenti hanno un allevamento e ci riforniscono di prodotti nostrani». E c’è pure il fratello Gianmarco che porta avanti l’attività dei bisnonni al ristorante Ai Burattini di Adrara San Martino, inserito nella guida Osterie d’Italia di Slow Food: «Quando andiamo da lui – afferma – spazzoliamo sempre tutto, per il frigo di casa non avanza niente».

Piccole trasgressioni a parte, resta un atleta che con il cibo non ha mai esagerato. «Ho però ho capito solo attorno ai trent’anni quanto è importante l’alimentazione per essere in forma, avere energia e vivere meglio – riflette -. Bisognerebbe farlo da giovani, le prestazioni sarebbero migliori e i risultati più duraturi. Prima però non ci pensi e mangi senza farti troppe domande». Oggi il suo “credo” alimentare lo attinge da sua suocera: poco di tutto. «Servono equilibrio, moderazione e variare il più possibile perché ogni alimento ha proprietà diverse – sottolinea -. Ho anche imparato a bere molta acqua, dà una grande mano, anche a chi non è sportivo». E se lo dice l’ex capitano…

Il provveditore

Graziani, «quella volta in cui ci dimenticai le chiavi di casa…»

Non si illudano gli studenti bergamaschi. Nel frigorifero della dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – l’ex Provveditorato, per chi i banchi li ha lasciati già da qualche tempo – non ci sono scheletri. Patrizia Graziani rispetta i principi di quella corretta alimentazione che la scuola cerca di insegnare sin dalla più tenera età per favorire l’adozione di stili di vita consapevoli e salutari. Nel frigo di casa sua, a Mantova, ad occupare lo spazio maggiore sono verdure e frutta di stagione. «Ce n’è una varietà infinita – racconta -. In particolare gradisco le verdure cotte al vapore o grigliate che, da buona mantovana, condisco con Parmigiano Reggiano, senza olio. Poi c’è il pesce, che cucino alla griglia per lo più, e talvolta della pasta fredda. Non mangio carne, invece».

Semplicità non significa rinuncia: «Sono piatti che appagano il palato e poi qualche trasgressione ogni tanto ci sta». Quella che ci confessa, per soddisfare la voglia di dolce, è per la Coca Cola e le bibite gassate, anche se le sceglie “light” o “zero”. Ma la meglio ce l’ha il vino. «Mi piace accompagnare il pasto con un buon bicchiere – afferma -, in particolare amo i rossi piemontesi. In fresco invece tengo le bollicine della Franciacorta, che fanno sempre festa». E non dimentica il territorio. «Pur partendo da ingredienti spesso poveri, la cucina mantovana è molto ricca, tanto da essere detta “la cucina dei principi” – spiega -. I tortelli di zucca sono un emblema ed ho la fortuna di avere una mamma che li fa in casa. Sono però un piatto prevalentemente invernale, così come i cotechini e gli zamponi, che preparo per mio marito». Della Bergamasca apprezza i funghi, la polenta taragna e i formaggi: «Branzi, Taleggio e alcuni stracchini li compro a Bergamo perché sono particolari».

Coerente con i suoi gusti è il reparto surgelati. «Sono pochi – rivela Patrizia Graziani – e semplici, come gli spinaci, il misto di pesce per preparare il risotto o i gamberetti, che mi piace aggiungere alle insalate». Niente piatti già pronti, invece. «Anche se si ha poco tempo, è molto meglio una pasta in bianco fatta al momento con un po’ di Parmigiano – dice -. Se gli ingredienti sono di qualità il risultato è comunque ottimo». Attenta è anche la sua gestione delle scorte. «Ritengo lo spreco un peccato – rileva -. Cerco di misurare gli acquisti e di non lasciare scadere i prodotti, il compito, del resto, è facilitato dal fatto che, con mia figlia che ha ormai preso la sua strada, siamo solo in due in casa».

«Non sono tra quelle persone che con il cibo hanno un rapporto simbiotico – riflette ancora -. Non mangio in grandi quantità e infatti sono molto magra, ma apprezzo i piaceri della tavola, la qualità dei prodotti, scoprire sapori particolari e percorsi». Quando si tratta di spezzare la tensione, però, sgranocchiare qualcosa aiuta e si lancia sui pomodorini Pachino, «sono gustosi ed hanno l’effetto delle ciliegie, uno tira l’altro». E qualche defaillance domestica l’ha avuta anche lei. «È ormai diventata una barzelletta di famiglia quella volta che nel frigorifero ci ho dimenticato le chiavi di casa: così almeno le ho ritrovate, sarebbe stato peggio averle perse», ricorda divertita.

Il cantante

Il Bepi, «è il frigo di un single che non sa cucinare e non ha voglia di lavare i piatti»

Ci mette poco Il Bepi a passare in rassegna il contenuto del suo frigo: affettati confezionati e piadine, formaggio, sempre per farcire la piadina, birra, vino bianco (ché quello rosso non va al fresco), frutta, della quale si dice molto goloso, e poi mozzarella, insalata e pomodori, le uniche verdure che trovano posto negli scomparti. «In verità ho visto esempi ben più desolanti», si smarca il cantautore e conduttore tv di Rovetta, al secolo Tiziano Incani, che del dialetto e delle radici ha fatto la sua cifra espressiva. «Il mio è il frigorifero di un single che non ama e non sa cucinare e che non ha nemmeno voglia di lavare troppi piatti, tanto meno padelle – spiega -. Se somiglia al Bepi? Direi nell’essenzialità, nella scelta di cibi semplici che non vuol dire di scarsa qualità e valore. Preferisco sfuggire invece al luogo comune del personaggio tutto “salàm de fèta zo” (il rito di affettare il salame intero ndr.): mi piacciono i salumi, ma anche le insalatone col tonno e non vado certo in crisi d’identità per questo».

Pur se gli capita spesso di mangiare fuori («soprattutto pizza o kebab»), non sono rare le occasioni in cui si gode, a orari umani, la sua cena ideale – a base di piadina o insaltona, appunto – felice di starsene da solo, «sul terrazzo nell’una o due sere di tutta l’estate in cui la temperatura a Rovetta concede di stare all’aperto». «Il vero dilemma della cena è se accompagnarla con il vino o la birra – confessa -. Dipende un po’ dall’umore, dalla giornata, dalle sensazioni, sono due piaceri diversi. Non sono di quelli che rifuggono l’acqua ai pasti – precisa -, non mi dispero se c’è, ma con una birretta è un’altra cosa». La sua preferenza nel tempo è passata dai sapori particolari delle rosse ad alta gradazione alle più fresche e leggere bionde tedesche o alle più amarognole e agrumate Ale. Quanto ai salumi, «quello che si trova più facilmente in frigo è lo speck – racconta -, sono amante di tutti i prodotti dell’Austria e del Tirolo, ad eccezione dei crauti. Poi c’è il prosciutto cotto, che va sempre bene se c’è qualcuno a cui offrire un boccone, e la coppa». «Forse non è proprio un’alimentazione sana – gli viene il dubbio -, ma in fondo alterno spesso con le insalatone», si rasserena.

Non è però goloso di dolci e sul cibo non ha un atteggiamento compulsivo. «Sono vanitoso quanto basta per frenarmi, non mi piace l’idea di vedermi grasso – dice Il Bepi -. Con l’alimentazione ho un rapporto garbato, non viscerale. Quando poi mi voglio viziare scelgo con cura locali dove mangiare e bere bene». Per quanto poco assortito, il suo frigo non è mai vuoto. «Il cibo è comunque conforto, consolazione – annota – e non mi va di tornare a casa, magari dopo una giornata impegnativa, e non trovare niente». Se le sue cene da single lo appagano, il problema di essere da solo in casa si manifesta con gli omaggi gastronomici che riceve. «A volte mi regalano vasetti di salsine sfiziose – evidenzia -, le utilizzo una volta o due, ma poi è inevitabile che vadano a male, servirebbero delle confezioni più piccole. È lo stesso motivo per cui non compro maionese o salsa tonnata. E poi ci sono i salumi. Se mi offrono una pancetta che faccio? La regalo a mia volta, anche se, per la verità, mi piacerebbe almeno assaggiarla».

Un’altra controindicazione dei suoi pasti casalinghi è che può capitare di “rilassarsi” un po’ troppo. «In una di quelle sere che avevo deciso di dedicare a me stesso – ricorda – ho fatto onore a un buon bianco. Proprio quella sera un vicino aveva scoperto chi fossi e deciso di farmi visita per conoscermi. Credetemi, ho cercato ogni modo per far sì che la conoscenza non si approfondisse in quella circostanza…».


Social card: la Germania insegna, l’Italia sceglie il solito pastrocchio

sia social cardIn Germania, Paese che ha conti ben migliori e un debito pubblico ben inferiore rispetto all’Italia, il ministro per la Famiglia, Manuela Schwesig, ha presentato un piano di sostegno che destina 300 euro al mese per due anni ai giovani genitori che decidano entrambi di ridurre l’orario di lavoro settimanale a 28-36 ore (cioè l’80-90% di quello fissato per legge) per dedicarsi ai figli minori di otto anni. Ma il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, lo ha cestinato dopo appena due giorni perché la spesa totale prevista dal provvedimento, stimata in un miliardo di euro, è troppo costosa. Inoltre è ritenuta controproducente dal punto di vista economico, perché, secondo Schaeuble, la priorità non è aumentare le sovvenzioni sociali alle famiglie, ma piuttosto aumentare i posti negli asili nido a tempo pieno, creando così nuovi posti di lavoro e più crescita, tanto più che la Germania si trova a fare fronte a una carenza di forza lavoro specializzata. Sembra che il progetto sia destinato a entrare nel programma socialdemocratico per le elezioni politiche dell’anno prossimo, ma al momento non se ne fa nulla.

In Italia invece, dove i conti sono ben peggiori e il debito pubblico ben superiore a quello della Germania, non è una proposta, ma un annuncio l’arrivo da settembre di una social card destinata a un milione di famiglie considerate povere, in condizioni di difficoltà con minorenni a carico.  Si chiama Sia, Sostegno per l’Inclusione Attiva e prevede un sussidio medio di 320 euro mensili (fino a un massimo di 400 euro), con un fondo iniziale per il 2016 di 750 milioni di euro (valido quindi solo per arrivare a fine anno), con l’obiettivo del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, di un raddoppio del budget a 1,5 miliardi per il 2017 quando sarà attivo il reddito d’inclusione previsto nel ddl Povertà. Condizione necessaria per ottenere il beneficio è l’adesione a un progetto di «accompagnamento», obiettivamente dall’incerta definizione. Per inciso, il Sia, una carta di pagamento elettronica che ricorda la Social card di Tremonti, non è una pensata di questo governo, perché è stato ideato da Enrico Giovannini, ministro del Welfare con Enrico Letta, e sperimentato in 12 grandi città. Non è quindi un problema di questo governo, ma un problema strutturale nazionale quello di destinare le poche risorse a provvedimenti indiscutibilmente suggestivi e di civiltà, ma che non ci si può permettere.

Non è sempre stato così. Nel 1966 il repubblicano Ugo La Malfa, che era nato in Sicilia e non ad Amburgo, aveva presentato un emendamento (accettato dal Parlamento) al piano di programmazione economica che rinviava l’introduzione della tv a colori al decennio successivo (debuttò poi nel 1977) perché sosteneva sostanzialmente che gli italiani non erano nelle condizioni di affrontare questo lusso superfluo che tra l’altro avrebbe aumentato gli acquisti di prodotti dall’estero, dato che in Italia non si producevano all’epoca televisori di questo tipo, per 1.000 o 2.000 miliardi di lire, contribuendo a uno sbilancio della bilancia commerciale. Manca adesso, nella politica, la responsabilità di scelte impopolari o comunque “non piacioni”. Indubbiamente ogni governante è molto più gratificato nel disporre regalie che nell’effettuare tagli o chiedere soldi ai contribuenti. Ma bisogna avere anche il coraggio di prendere decisioni adeguate alla situazione e spendere quello che si può spendere (c’era una volta la copertura di bilancio….). Soprattutto se c’è il rischio di arrivare alla donazione a pioggia e fuori bersaglio.

Di fatto l’unica voce contraria indiretta è arriva dalla presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha ricordato in occasione dell’audizione sul disegno di legge fiscale a sostegno delle famiglie, che le detrazioni Irpef per figli a carico oggi spettano anche alle famiglie più ricche, mentre restano scoperti i nuclei con redditi molto bassi. Risulta infatti che «quasi il 20% dell’ammontare delle detrazioni spetta ai nuclei appartenenti agli ultimi tre decili di reddito familiare lordo equivalente», quindi alle famiglie più benestanti. Al contrario non si usufruisce delle detrazioni in caso d’incapienza, ovvero quando l’ammontare di imposta lorda dovuta risulta più bassa della detrazione che spetta. Se si aggiunge poi che chi evade le imposte può risultare più povero di chi lo è veramente, ipotesi come la social card richiederebbero molta attenzione perché i sussidi non finiscano dove non dovrebbero, proprio perché, purtroppo, l’Italia non è la Germania non solo nello spendere quello che non potrebbe permettersi.

 

 

 

 


Grigliate, ecco che pesci pigliare

Dici grigliata ed è subito festa, estate, famiglia e amici. In riva al lago o nel relax di una giornata in montagna, sotto l’ombra di un albero e la sensazione del prato fresco sotto i piedi, la grigliata è la ricetta ideale per “colorare” le vacanze o il tempo libero.

I pregi di questo piatto sono tanti. È il metodo forse più tradizionale di cottura e – a patto di seguire le regole basilari – mantiene intatti il sapore e le proprietà nutritive del cibo. E poi è un modo semplice e veloce di preparare le pietanze. Si cucina e si mangia in compagnia e si mettono d’accordo gusti diversi perché si possono usare più varietà per un’unica preparazione.

In genere si tende a usare la carne. Cuocere una costina è più semplice che cucinare alla griglia una sardina e il rischio bruciatura meno probabile. Ma la cottura alla griglia, in realtà, non è molto difficile ed è perfetta per molti tipi di pesce. L’effetto chic, poi, è assicurato. Secondo gli esperti, per realizzare una grigliata di pesce a prova di cuoco ed evitare di ritrovarsi con pesci secchi, bruciacchiati e inermi sotto una fetta di limone, basta seguire alcuni accorgimenti: scegliere bene il pesce, cuocerlo poco, e cercare abbinamenti nuovi.

QUALI PESCI SCEGLIERE

Non c’è una regola precisa. La scelta varia a seconda dei gusti. In linea di massima vanno preferiti pesci dalla carne compatta e grassa, come salmone, sarde, trota, sgombro e simili, ma vanno benissimo anche rombo, triglie, seppioline, orate e molti crostacei, come gamberoni o scampi. Tutto il pesce azzurro dà ottimi risultati: sarde, acciughe, aringhe, sgombri e tonnetti. Anche i crostacei non possono mancare: gamberi, gamberoni, scampi, astici, aragoste, granseole, granchi, cicale.

Non hanno bisogno di niente, cottura rapida e via. Per i tranci, vanno benissimo il pesce spada, il tonno (scegliere bistecche spesse), salmone e ricciola. Anche i molluschi sono adatti ma solo se si è un po’ esperti perché tendono a diventare gommosi. Meglio inoltre sceglierli di piccole dimensioni, così pure se si tratta di seppie, polpi e totani. Basta spennellarli con poco olio e fare cuocere per tempi brevissimi.

«Per le grigliate il rombo è buonissimo, si mette direttamente sulla brace con la pelle – dice Stefania Lodetti della pescheria “Il Corallo”, aperta un paio di mesi fa in via Nazionale a Seriate -. Le orate sono un must, ma anche i calamari sono molto buoni sulla brace. Lo sgombro ha un sapore particolare e deciso, dipende dai gusti, ma è buonissimo. Sono molto indicati anche il gambero rosso e le seppie, che vanno pulite bene. Io consiglio spesso il salmone. Molti pensano sia buono solo affumicato invece fresco e cotto alla griglia è ottimo. Meglio evitare, invece, i filetti fini, astici, aragoste, merluzzi, baccalà, cefali, gallinelle e in genere tutti i pesci molto delicati perché la carne tende a diventare troppo friabile e a rompersi se sottoposta a questo tipo di cottura».

Tiziana Casali, responsabile qualità di Orobica Pesca consiglia i pagri e i dentici con un distinguo; il pagro è buono anche d’allevamento, il dentice invece solo pescato. Inoltre suggerisce le capesante: «Sono molto costose, ma anziché usare il mezzoguscio si prende solo la polpa e la si scotta sulla griglia sui due lati con olio e pepe: è buonissima».

Se si è un neofita del barbecue, meglio optare per pesci di grosse dimensioni e grassi come tonno, salmone, sgombri o sarde e rinunciare a quelli molto piccoli, senza avere rimpianti. Il grasso garantirà infatti che la polpa del pesce non si secchi in fase di cottura e che il risultato finale sia quindi una polpa morbida e succosa.

Sarde e sardine alla griglia sono deliziose, ma bisogna stare attenti a non farle bruciare e una grande orata può dare soddisfazioni in tavola senza creare troppi problemi. La regola è: più è grande il pesce, più la cottura è facile.

Per chi proprio non vuole rinunciare a gustarsi i pesciolini più delicati, Adriano Rossi, di Meditpesca a Sarnico suggerisce una soluzione salva-cena. «L’unico pesce non indicato sulla piastra è il granchio. Tutti gli altri vanno bene per il barbecue basta avere qualche accorgimento in più in fase di cottura». Per tutti il consiglio nella scelta del pesce da grigliare è lo stesso: «Per prima cosa fare attenzione che il pesce sia freschissimo e poi farsi consigliare al banco, perché a seconda della disponibilità del momento si possono trovare buone occasioni e così risparmiare sul conto».

LA PREPARAZIONE

Anche mani poco esperte possono eseguire benissimo una grigliata, perché non c’è bisogno di sfilettare il pesce e spezzettarlo e non serve neanche privarlo di lische e pelle. Basta rimuovere le interiora e lavarlo bene sotto l’acqua corrente, asciugarlo e ungerlo con dell’olio extravergine d’oliva. «Nel pulire il pesce – consiglia Adriano Rossi – va tolto delicatamente con un dito il filettino nero nella pancia (che è il sangue del pesce) perché sennò rende il pesce amaro». Un’altra accortezza raccomandata è di scolare bene l’olio in eccesso prima di mettere il pesce sulla griglia per non creare fiammate troppo alte e rischiare di bruciarlo». Se il pesce è surgelato, la cosa importante è di non metterlo sotto l’acqua tiepida ma di lasciarlo scongelare naturalmente.

LA MARINATURA

Con la marinatura corretta il pesce alla griglia può diventare molto più buono. Le erbe aromatiche qui la giocano da padrone e sono molto utili per dare al pesce un sapore deciso e aromatico dopo la cottura. La marinatura classica con olio extra vergine d’oliva, limone, aglio, pepe, sale, prezzemolo o timo funziona sempre. Per chi desidera qualcosa di più ricercato e di ispirazione orientale si può preparare con salsa di soia, saké, succo di zenzero, olio di sesamo, olio di semi di arachidi, cipolla, pepe. Adriano Rossi, per il branzino in particolare, consiglia una marinatura a base di olio extravergine d’oliva, pepe grosso e una foglia di alloro o di basilico (si mette nel frigorifero per un giorno quindi si toglie e si mette sulla piastra), oppure una preparazione più saporita fatta con un cucchiaio di succo di limone, tre cucchiai d’olio extravergine di oliva, sale marino, pepe nero macinato fresco e un trito finissimo di prezzemolo, rosmarino, salvia e aglio essiccato. Si spennella il pesce con la marinata più volte un’ora prima di grigliarlo e anche dopo la cottura. Al posto del succo di limone si può utilizzare anche il lime che dà un sapore più intenso.

La regola è che la marinatura deve essere composta sempre da un grasso, un acido, un elemento sapido e uno aromatico. Per eseguire una buona marinatura meglio utilizzare piccoli pezzi e riporre sempre in frigorifero gli alimenti mentre agisce, mai in contenitori metallici e prima di cuocere riportare l’alimento sempre a temperatura ambiente.

Un consiglio: le qualità di pesce più pregiate vanno grigliate preferibilmente nature, cioè con l’aggiunta di solo sale.

Spada alla griglia

COME GRIGLIARE IL PESCE

Il pesce va salato prima della cottura e sistemato su una griglia ben calda. Il tempo di cottura è un elemento molto importante e dipende dalla dimensione del pesce. Di solito, non si va oltre i dieci minuti per lato. Il rischio di cuocerlo a temperatura sbagliata, quando si è alle prese con un pesce non grasso, è altissimo. In generale, le regole di cottura sono: braci non troppo roventi, griglia alta e se possibile cottura indiretta (ad almeno 30 cm dalla brace). Inoltre, quando si cuoce il pesce sul barbecue girarlo al momento e nel modo più opportuno può fare la differenza tra una cena gustosa e un mucchietto di costosa carbonella animale: il pesce sarà cotto dal lato inferiore quando questo si staccherà facilmente dalla griglia. Se avrete oliato a dovere sia il pesce sia la griglia stessa questo metodo “empirico” di misurazione del tempo dovrebbe essere affidabile. «Solitamente, per un pesce intero bastano 6/7 minuti, 3 minuti da un lato e 3 dall’altro. Per i filetti, invece, sono sufficienti 4 minuti – dice Adriano Rossi -. Per i molluschi – capesante, cozze e simili – le cotture devono essere basse e brevi sennò diventano gommosi. Le seppie e i calamari si spellano bene e si cuociono poco, così rimangono teneri». I pesci senza squame e quelli particolarmente delicati come il filetto di merluzzo si possono cucinare mettendo un foglio di alluminio con sale grosso sulla piastra, che al termine della operazione si sfila. Il foglio garantirà la giusta cottura al pesce e manterrà compatta la polpa. Da considerare il barbecue con il coperchio, se si vuole limitare gli effluvi. In questo caso, però, meglio scegliere solo grandi pezzature, crostacei, cartocci.

GLI STRUMENTI ESSENZIALI

Oltre alla griglia occorrono una pinza per alimenti, due pinze molto grandi, per girare il pesce, e un pennello per aromatizzare il pesce in fase di cottura. Tutti questi attrezzi devono essere in metallo, lunghi almeno 30 centimetri e con il manico in legno. Possono essere utili anche dei fogli d’alluminio, delle foglie di vite o dei rametti di rosmarino.

GIGLIATE PER TUTTE LE TASCHE

A differenza di quanto molti pensano, per fare una buona e apprezzata grigliata di pesce non serve prosciugare il portafoglio. Anche puntando alla qualità, si possono spendere cifre contenute. «Si tende ad andare sui classici pesce spada, scampi, gamberoni, tonno, ma questi pesci hanno prezzi elevati – dice Tiziana Casali di Orobica Pesca -. Invece è bello potersi concedere più volte una grigliata di pesce variando i prodotti». In pescheria si possono trovare pesci di tutti i prezzi: dai prodotti pescati che sono più cari, a quelli allevati e surgelati, più economici. Basta scegliere cosa comprare. Se si è disposti a destinare alla grigliata un budget importante ci si può orientare su crostacei come gamberi di prima qualità, mazzancolle o gamberi di Sicilia che sono il top di gamma tra il fresco. Diversamente, sono di ottima qualità ed economiche le orate allevate in Toscana e quelle allevate in Grecia e, tra i crostacei, gli scampi congelati, il gambero argentino congelato a bordo e gli scampi danesi. Un altro pesce low cost consigliato per il barbecue, spesso ignorato, è lo sgombro, un prodotto ottimo anche dal punto di vista nutrizionale perché contiene tantissimo Omega 3 e grassi buoni. Per una grigliata economica, Rossi di Meditpesca consiglia sgombro, sugarello, sarde di mare e tonno già abbattuto, che costa meno di quello fresco.

LE RICETTE

Per una preparazione veloce salva-cena, Tiziana Casali consiglia: spiedini con code di gambero argentino già sgusciato negli aromi con un po’ di pan grattato e un filo di olio e servito con purea di ceci o di porri fredda. In dieci minuti, garantisce, sono in tavola. Un’altra ricetta veloce sono gli spiedini di calamari: si puliscono tutti, si salta la parte di scarto (i ciuffi) con aromi in padella, si mixa con parmigiano e uovo quindi si fa il ripieno lo si mette nel calamaro crudo, si chiude con stuzzicadenti e si cuoce alla griglia con un filo d’olio, quindi si condisce con un finocchio crudo tagliato fine e decorato con fette di arancia fredda e qualche mandorla tostata e olive taggiasche (attenzione: i calamari non devono essere grandi).

La ricetta - Spiedino di gamberi calamari ripieni grigliati

Per una grigliata di alta qualità una soluzione molto raffinata è quella di abbinare un pesce pescato, tartare e crudità, ad esempio gambero rosso e gambero viola, tartare di spada e tonno, capesante grigliate. Per i bambini, infine, la ricetta più apprezzata sono gli hamburger di trota o di tonno con le patatine fritte. Sono facili da cuocere e piacciono sempre. L’importante è che siano cotti poco, soprattutto se di tonno.

IL SERVIZIO

Il pesce grigliato deve essere servito immediatamente, appena tolto dalla griglia insieme a olio, sale e qualche erba aromatica. Per chi lo gradisce, si possono mettere in tavola anche delle fettine di limone (ma i cultori inorridirebbero) e delle salse: si può scegliere tra un semplice intingolo a base di olio, timo e aglio oppure servire delle vere e proprie salse per la grigliata di pesce.


Così, tra mille finte verità, ci ritroviamo nell’universo paralizzato

Se lo chiedeva Pascoli, quando il suo Odisseo, pieno di dubbi e di stanchezza, giunse in vista dello scoglio delle sirene, immobili ed indifferenti al destino degli uomini. Se lo domandò Francesco Guccini, nell’enigmatico meriggio della sua ‘Bambina portoghese’. E mille altri con loro, se lo chiedono, ancora oggi, con sempre maggiore insistenza, con sempre minore speranza: qual è il vero Vero? In questo universo caotico di rumori ed immagini, come si fa a distinguere la verità tra le mille finte verità? Come spesso accade, l’ambizione positiva dell’uomo viene frustrata dall’esperienza delle cose: la gigantesca rete di comunicazione che è stata resa possibile dalla tecnologia non ci ha restituito più certezze, ma più dubbi. Al silenzio, come tecnica elusoria, si è semplicemente sostituito il concerto di mille frastuoni: ma l’esito è lo stesso, ingannare l’opinione pubblica. E, in questa colossale zona grigia, tra la realtà e la finzione, tra l’inganno e la verità, nuotano, apparentemente a bell’agio, malfattori ed imbroglioni, tutelati dagli scrupoli, del tutto comprensibili, di chi non vuole condannare senza sapere e non può sapere perché non c’è modo di distinguere l’accusa dalla calunnia. Se, ad esempio, fosse vero che il fratello del ministro Alfano abbia ottenuto incarichi ed assunzioni in virtù di poderose raccomandazioni e ad onta di una carriera universitaria imbarazzante e che la moglie del medesimo ministro sia stata scelta tra centinaia di avvocati, senza un criterio trasparente, per attività professionali legate alle istituzioni, non bisognerebbe chiedere le dimissioni di Alfano, ma chiederne la testa. Tout court.

Ma chi può sapere se le notizie che trapelano su queste spiacevoli anomalie siano autentiche o siano frutto di una campagna diffamatoria? Il garantismo vuole che sia meglio un colpevole libero che un innocente in galera. Perciò, colpevole o innocente, Alfano continua ad imperversare con le sue banalità televisive: ma non si può condannare un uomo solo perché dice cose banali, neppure in circostanze serie come quelle che stiamo attraversando. Certo, io avrei scelto una persona meno inadeguata come ministro degli Interni, ma questa è una considerazione di altro genere, ed esula dal nostro discorso. Come quello di Alfano, si potrebbero fare infiniti esempi, tanto di colpevoli che evitano il “redde rationem” quanto di innocenti che subiscono autentici linciaggi, mediatici come giudiziari, salvo poi risultare estranei ad ogni addebito: e noi continuiamo a non capirci nulla, non riusciamo a distinguere il “vero Vero” gucciniano. Se la signora Kyenge, se il ministro Boschi, se la presidentessa della Camera Boldrini avessero detto veramente la metà delle criminali castronerie che vengono loro attribuite su internet, meriterebbero l’esilio coatto nelle isole Tuamotu: il punto è se le abbiano dette o meno. Alcune di queste affermazioni sono talmente demenziali che perfino il più accanito detrattore delle tre dame in oggetto durerebbe fatica a credere alla loro autenticità: altre somigliano di più al carattere delle tre, chiamiamole così, imputate, ma questo non basta affatto a darci la patente certezza della fonte.

Perfino le citazioni prette, una volta decontestualizzate e restituite come frammento, assumono significato affatto diverso da quello originario: a nulla si può credere serenamente. A nulla. Questo accade perfino involontariamente, coi titoli degli articoli sui giornali: a me capita con una certa frequenza di vedere delle mie bagattelle comparire sulla stampa con titoli ed occhielli del tutto fuorvianti. Così, quando mi arrivano commenti velenosi su questo o quell’articolo, capisco che il censore si è limitato a leggere il titolo, si è incazzato e ha reagito d’istinto: intendiamoci, io scrivo un mucchio di corbellerie che meritano altro che censure, ma, perlomeno, mi piacerebbe venissero lette, prima di essere stroncate. Invece, funziona così: il vero è sepolto da un mucchio di accessori, di applicazioni, che lo mutilano, lo camuffano, lo mimetizzano. E la fretta fa il resto: fretta di ingurgitare notizie, senza possedere i succhi gastrici del buon senso o della cultura. Ingurgitare, ingurgitare: internet ci impone questa bulimia mediatica. E, alla fine, non sappiamo più cosa abbiamo ingoiato: non sentiamo, per mantenere la metafora, più i sapori.

Rimane un grande “boh!”, un indistinto malessere politico e sociale, di cui percepiamo chiaramente il disagio, ma che non sappiamo circoscrivere o spiegare. Perché ci mancano i dati. Il fratello di Alfano sarà un manutengolo; la Boldrini sarà una sociopatica grave? La verità è che non lo sappiamo: non lo possiamo sapere. Perciò, o ci fidiamo ciecamente della nostra fonte, con un fideismo di matrice politica, ideologica, calcistica in definitiva, oppure ci asteniamo dal giudicare, costretti ad un ruolo pilatesco, per paura di sbagliare, di fare pipì fuori dal vaso, di venire querelati, magari. E non si fa mai pulizia delle nostra sporcizia, perchè non la si distingue più dalla pulizia: perché, se non c’è più modo di scegliere tra la merda e l’oro, o si corre il rischio di mettersi al collo un monile escrementizio o si rinuncia ad indossare gioielli. Ecco che, in una maniera del tutto inaspettata, ci troviamo a vivere nell’universo paralizzato di Montale, in cui, impossibilitati a conoscere una verità, non ci rimane che esprimere al negativo le nostre ambizioni di giustizia, di felicità, di onestà. Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo, oggi possiamo dire. E, mentre noi ci ripieghiamo in noi stessi, definitivamente esuli dal nostro protagonismo civile e sociale, i maiali prosperano nel loro limbo limaccioso. Eppure, basterebbe così poco: un pochino di verità.

 

 


Sarà “La bella Bergamo” a tener banco a Notti di Luce

Notti di luceAnche l’edizione 2016 di Notti di Luce, promossa dal Centro Didattico produzione Musica e dalla Camera di Commercio di Bergamo, e in programma dal 28 agosto al  5 settembre, è articolata in eventi di luce e di spettacolo a cui si aggiungono alcuni momenti di approfondimento e dibattito e ampi spazi dedicati all’immagine fotografica e cinematografica. Il tema intorno a cui ruota l’articolato programma è  “la bella Bergamo”, un modo attraverso cui non si intende valorizzare solo le eccellenze dello spettacolo e della cultura bergamasca ma soprattutto raccontare per immagini alcune bellezze dell’arte e dell’architettura della nostra città ora sconosciute e nascoste, ora da poco restituite alla collettività. Per quanto concerne la luce il festival vuole offrire al pubblico una vetrina sulle ultime tendenze ed esperienze illuminotecniche con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale in termini di consumo energetico, inquinamento luminoso e più in generale di progettazione e gestione “intelligente” della luce elettrica in contesti urbani (smart city e smart grid), Quindi si proseguirà la ricerca nell’ambito del videomapping, settore in cui Notti di Luce ha svolto da diversi anni un ruolo anticipatore portando il nome di Bergamo nel mondo grazie all’International Year of Light  dell’UNESCO. Grazie alla collaborazione stabile di uno tra più esperti e talentuosi videomaker, Adriano Merigo, si racconterà la storia della edificazione e delle successive trasformazioni della Basilica di Santa Maria Maggiore nel contesto urbanistico di Città Alta, la “convivenza” forzata con la Cappella del Colleoni, i contributi di grandi artisti quali Lorenzo Lotto e Giovanni da Campione. In altre parole si porterà a conoscenza il passato di un edificio religioso tra gli unici al mondo ad essere stato eretto con risorse dei suoi stessi cittadini che ne conservano la proprietà attraverso la fondazione più antica della città, la MIA. Il chiostro del complesso monumentale Astino, da poco restituito ai bergamaschi dopo un attento restauro conservativo, ospiterà alcuni videomapping realizzati da Merigo nelle ultime edizioni di Notti di Luce tra cui quello sulla antica fiera di Bergamo e il Centro Piacentiniano, sull’International Year of Light UNESCO e sulle Tarsie lignee del Coro della Basilica di Santa Maria Maggiore di Lorenzo Lotto.

Infine il cortile della Camera di Commercio ospiterà un albero luminoso a luci led della Decolight, un’azienda artigianale specializzata nelle luci e luminarie delle feste patronali e religiose soprattutto del sud Italia tra cui la città di Salerno, titolare della nota manifestazione internazionale Luci d’artista. Ancora le immagini, questa volta di tipo fotografico e cinematografico, saranno protagoniste per raccontare il “backstage” dell’allestimento di un gioiello della città, l’Accademia Carrara nei momenti immediatamente precedenti la sua riapertura attraverso gli scatti di Vincenzo Magni e l’interessante rapporto tra alcuni musicisti  e il loro strumento attraverso il film di Alberto Nacci Body and sound, già vincitore di diversi premi internazionali. Il film Body and sound sarà presentato in esclusiva e in anteprima nazionale a Notti di Luce in collaborazione con Lab 80 film. Il tema della luce e della sostenibilità urbana sarà affrontato nella tavola rotonda allestita alla Domus Bergamo. Dalla sostenibilità, intesa come relazione tra l’uomo e l’ambiente, possono partire una riflessione e un confronto interessanti per comprendere e per intraprendere azioni concrete nei luoghi che abitiamo. Diversi attori sociali che operano sul territorio bergamasco, professionisti nei vari campi, tutti possono contribuire a ridefinire le tematiche ambientali, non attraverso un sapere “esperto” ma mediante un pensiero interconnesso. Per quanto riguarda invece l’aspetto spettacolare sono previste diverse produzioni originali ed alcuni graditi ritorni. Tra tutti quello dell’attore e cantante Massimo Lopez, già protagonista di una edizione di successo di Notti di Luce, che presenterà per l’occasione un nuovo spettacolo in cui spazierà come di consueto da esibizioni canore a imitazioni e gag cariche di una comicità arguta e intelligente.

Non mancherà la “white card” offerta a Gianluigi Trovesi da Notti di Luce grazie alla quale il noto ed apprezzato musicista bergamasco presenterà in anteprima il nuovo disco “Mediterraneamente” con il suo quartetto orobico, mentre insieme all’attore e regista Oreste Castagna, noto per le trasmissioni di Rai educational, metterà in scena lo spettacolo interdisciplinare Fabula.  L’edizione 2016 di Notti di Luce offrirà il palcoscenico a giovani artisti già noti al grande pubblico quali il cantante di origini israeliane Sagi Rei e la vocalist Elena Biagioni specializzata nel vocalese, le tecnica attraverso cui vengono riproposti famosi assoli strumentali in chiave vocale con uno specifico testo in lingua inglese. A conclusione della rassegna l’Organo della Basilica si esibirà il talentuoso organista Alessandro Bianchi, noto per aver tenuto seminari e conferenze sulla musica italiana in Italia, Germania, Spagna, USA, Messico. E’ previsto un laboratorio per i più piccoli dal titolo “Lucciole” e curato dalla associazione Moblarte che proporrà diversi giochi basati sulla luce e l’ombra di forte valenza educativa.

Tutti gli eventi sono ad ingresso libero e gratuito.  www.nottidiluce.com