Le attività produttive se ne vanno e Bergamo va in crisi d’identità

bergamo centro ritC’è un legame tra il caso dell’Italcementi, destinata in un prossimo futuro a spostarsi, con drastico ridimensionamento, ai confini cittadini del Kilometro Rosso, e la necessità di un rilancio del centro (che non si può solo limitare al Sentierone) in crisi di identità sempre più diffusa. Il decentramento delle industrie è un processo ineluttabile legato a questioni organizzative, logistiche e viabilistiche che le porta, non solo a Bergamo, fuori dalla città. Restano dentro i confini, tra le poche significative eccezioni superstiti, l’Abb (che però ha spostato la produzione a Dalmine) e le Trafilerie Mazzoleni, oltre alle Arti Grafiche e la Perofil (che già si erano peraltro spostate dal centro all’estrema periferia). Molto lungo è invece l’elenco, dalla Magrini alla Cesalpinia, dalla Filati Lastex alla Masenghini, dove la produzione ha lasciato lo spazio al residenziale.

Ma anche le sedi direzionali tendono a lasciare il centro in fondo per gli stessi motivi, di necessità di spazi più adeguati e funzionali, migliore accessibilità e possibilità, almeno in passato, di valorizzazione dell’immobile destinandolo a qualcosa d’altro. Alcune sedi bancarie sono completamente scomparse (la Banca Provinciale Lombarda), altre sono dimagrite (il Credito Bergamasco), altre restano a rischio (Ubi, non tanto per il futuro bancone, quanto per il tentativo di golpe sempre pendente – forse adesso meno – per un trasferimento a Brescia). Al Kilometro Rosso oltre all’Italcementi vorrebbe andare anche la stessa Confindustria Bergamo con la prospettiva che tra pochi anni via Camozzi si spopoli dal punto di vista lavorativo. Anche gli Uffici Statali lasceranno l’anno prossimo Largo Belotti, dove già da tempo si cerca un futuro per l’ex teatro Nuovo.

Pure buona parte del commercio però è uscito dal centro, prima quello all’ingrosso, poi anche molte attività al dettaglio, al seguito della grande distribuzione e dello sviluppo dei centri commerciali. In questo caso ai soliti problemi di accessibilità si aggiungono una serie di fattori specifici: un po’ incide l’avanzata di Internet, con il commercio elettronico che vale il 4% degli acquisti degli italiani, un po’ è colpa del calo e della trasformazione dei consumi, molto dipende dai problemi e costi di accessibilità da parte dei potenziali clienti, moltissimo è causa dei costi degli affitti che a fronte anche delle minore entrate per le ragioni precedenti rendono insostenibile per molte attività la permanenza in centro.

Ad aggravare la situazione generale è la “sdentatura” delle strade: i tanti “buchi neri” che si creano quando ad un’attività che lascia (che sia un’industria, un negozio o una caserma) non se ne sostituisce un’altra. Quando questa situazione non è solo temporanea, ma si consolida, la perdita di attrattività è assicurata e trascina al ribasso anche le altre attività. Perché in fondo il problema del centro si riduce a una questione banale. Come confermano le “notti bianche”, che però sono eventi sporadici, che rendono solo più evidente la differenza con la normalità, per rilanciare le occasioni per frequentarlo. Se vanno progressivamente perse le ragioni d’andarci, per lavoro, per shopping o per altre attività, la frequentazione delle persone andrà sempre di più verso altri poli, più attrattivi e accessibili, con buona pace di tutti i dibattiti sul rilancio.


Italcementi, venerdì lo sciopero nazionale contro il piano Heidelberg

ItalcementiTutto il “pianeta Italcementi” sfilerà a Bergamo, venerdì 29, alla manifestazione nazionale organizzata per protestare contro il piano industriale di HeidelbergCement; per salvaguardare l’occupazione e per un piano sociale di ricollocazione. In contemporanea, in ogni sito produttivo del gruppo verranno attuati presidi per tutte le 8 ore di sciopero proclamate. Bergamo dunque, come era logico che fosse, sarà palcoscenico del corteo e dei comizi. Sfileranno e parleranno i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e degli stabilimenti di tutta Italia. Inoltre, hanno garantito la presenza anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori e il presidente della Provincia, Matteo Rossi. Il programma prevede il concentramento alle 10.15 in Via Madonna della Neve; il corteo partirà alle 10.30, proseguendo per Via Martiri di Cefalonia, Via Angelo May, Via Papa Giovanni XXIII, Largo Porta Nuova, Sentierone, Via Tasso, Via Contrada dei Tre Passi, Via Camozzi, dove, di fronte all’ingresso della sede di Italcementi, si svolgerà il presidio. Qui ci saranno gli interventi di Giuseppe Mancin, Segretario Generale della FENEAL UIL Bergamo; delle RSU della sede e dei vari stabilimenti; del Sindaco di Bergamo, del Presidente della Provincia, di Ferdinando Piccinini Segretario Generale CISL Bergamo, del Presidente della Regione Lombardia e di Walter Schiavella Segretario Generale della FILLEA CGIL Nazionale. La manifestazione sarà occasione, l’ennesima, per rilanciare le richieste che le Organizzazioni Sindacali hanno proposto al governo perché le sostenga nei confronti di HC. Intanto, infatti, il piano industriale presentato da HC a mezzo stampa prevede, a regime, esuberi per 415 dipendenti di Bergamo a cui se ne aggiungono altri 250 circa negli altri siti produttivi: questi lavoratori potrebbero essere licenziati a settembre 2017. Il Coordinamento delle RSU e le Segreterie Nazionali di FENEAL, FILCA e FILLEA hanno contestato il piano e chiesto di Istituire un tavolo di confronto con vecchia e nuova proprietà per rivederne gli obiettivi; per i sindacati è necessario mantenere il Centro Tecnico di Assistenza a Bergamo, per ridurre sensibilmente il numero degli esuberi e potenziare il Centro di Ricerca di Bergamo.


A Seriate street food e botteghe animano la piazza del mercato

seriate square foodSi chiama “Emozioni di Primavera – Seriate square food” ed è una nuova manifestazione che da venerdì 29 aprile e domenica primo maggio porta sotto casa i sapori e i colori del mondo. Lo scenario è quello della piazza del mercato, piazza Matteotti, che si anima perciò di un insolito appuntamento.

Promossa dagli Assessorati al Commercio e alle Politiche Sociali di Seriate, in collaborazione con Anva Confesercenti Bergamo e l’Associazione delle Botteghe di Seriate, sarà una festosa invasione di street food provenienti da Spagna, Francia, Germania, Austria, Grecia, Russia, Slovenia, Brasile, Finlandia, Messico, pronti a preparare wurstel, paella, biscotti e squisitezze varie per soddisfare anche i palati più esigenti. Ci sarà l’imbarazzo della scelta perché sapori e tradizioni internazionali si contenderanno i palati del pubblico con le specialità italiane delle regioni Liguria, Toscana, Piemonte, Umbria, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia, Puglia e della Bergamasca.

Saranno infatti presenti anche bancarelle dei commercianti seriatesi con le loro proposte di qualità come fiori e ottima pasticceria, pane e frutta a chilometro zero. Il tutto sarà arricchito da spettacoli e animazione fino a tarda notte. Durante tutto il week-end anche i commercianti di corso Roma si attiveranno con iniziative speciali di shopping, musica e animazione dedicate a tutto il pubblico, con orario prolungato fino a tardi, punti musica lungo la via e negozi aperti anche la domenica.

Seriate square food conferenza

«Si realizza un desiderio espresso all’inizio del mandato: realizzare una manifestazione di qualità nelle vicinanze di corso Roma e in stretta collaborazione con i negozianti, nell’ottica della rivitalizzazione e rilancio del commercio e centro cittadino con un evento nuovo che attiri anche residenti dei paesi limitrofi – dichiara l’assessore al Commercio Paola Raimondi -. Spesso si dice che il cibo è un viaggio nei sapori e nel gusto. Con Seriate square food si vivrà anche questa dimensione di conoscenza, dell’andare altrove, pur restando in un’unica piazza, perché gustando pietanze di popoli differenti dal nostro si possono assaporare le tradizioni del mondo. Inoltre si rinnova la collaborazione con l’assessorato alle Politiche Sociali e le associazioni di volontariato, vincente con la festa del cioccolato». «È un’occasione ricca di sapori e ghiotta di appuntamenti anche musicali e di danza – aggiunge -, pensati per un pubblico giovane e meno giovane. L’augurio è che Seriate scenda in piazza e che la nostra città diventi piazza di riferimento anche per le realtà ad essa limitrofe».

Per l’assessore alle Politiche Sociali Gabriele Cortesi: «La proposta di collaborazione tra Assessorato al Commercio e alle Politiche Sociali rappresenta una significativa occasione di valorizzazione sia del tessuto commerciale sia del capitale sociale della città. Trattandosi di una manifestazione di grande richiamo per molti visitatori, realizzerà una positiva ricaduta sulle attività di vicinato cittadine e consentirà una maggior conoscenza e sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti delle splendide realtà di volontariato che operano nel silenzio per il bene dei concittadini».

Per il sindaco Cristian Vezzoli «Seriate square food è una sfida per l’Amministrazione comunale perché è la prima volta che si realizza in città, in piazza Matteotti, con lo spazio Eco cafè e in tre giorni, come fosse una maratona di colori e sapori. È la prima volta e non sarà l’ultima, seguiranno infatti altre iniziative come Comix l’8 maggio, il passaggio della Mille miglia il 22 maggio e poi la Notte bianca dell’11 giugno. Tutto questo rende la città viva e vitale ed è possibile grazie alla collaborazione tra associazioni. Con questa manifestazione Seriate dimostra di non essere solo per i seriatesi ma di potere dire qualcosa anche alla Grande Bergamo».

www.bottegheinseriate.it 


La presidente dell’Associazione commercianti: «Stiamo dando un segnale forte a Zanica»

Emanuela Tolotti, presidente associazione commercianti ZanicaÈ stata tra i fondatori dell’Associazione Artigiani & Commercianti di Zanica, nel 1993. Ne è stata la segretaria e dal febbraio scorso è la presidente.

Emanuela Tolotti, da oltre trent’anni (ha cominciato giovanissima!) al timone della salumeria all’angolo tra via Libertà e via Roma, è convinta oggi più di allora che i negozianti debbano mettersi in gioco in prima persona per rivitalizzare il paese. «Vuoi per la crisi, per i centri commerciali, i discount, le abitudini delle nuove generazioni, si vive sempre meno la dimensione locale – rileva – ma tocca anche a noi fare in modo che si torni a frequentare i negozi e le piazze, che si ritrovi il piacere di incontrarsi».

«Credo che in questi anni, con l’associazione, siamo riusciti a dare un segnale importante a Zanica – afferma -, a dimostrare che i commercianti non sono solo coloro che vogliono “guadagnare”, ma si danno anche da fare per organizzare iniziative per la collettività». A questo proposito cita la grande riuscita della festa in occasione del Baraca Festival, nel giugno scorso, durante la quale sono stati proposti il palo della cuccagna, giochi in legno, ristorazione. E poi la notte bianca, i mercatini di Natale, il concerto per la rassegna Terra Musica.

«Stiamo lavorando per una nuova manifestazione – annuncia –, un’esposizione delle attività, anche di quelle artigianali che sino ad ora non hanno partecipato alle iniziative. L’obiettivo è organizzare qualcosa un po’ diverso dal solito e “svegliare” il paese in un modo o nell’altro».

Quanto a ciò che può fare ognuno nel proprio negozio, «oggi i consumatori sono sempre più esigenti, dobbiamo essere bravi a dare loro ciò che non trovano nei centri commerciali, il dialogo e i rapporti umani sono uno dei nostri punti di forza».


L’assessore: «Per essere incisivi serve un salto di qualità dei distretti»

A Zanica la volontà del Comune di dialogare con i commercianti ha trovato una strada semplice e schietta. Fin dall’insediamento della nuova Amministrazione, guidata dalla lista civica Il Tasso, l’assessore alle Attività produttive, Luca D’Angelo, ha promosso un tavolo di confronto mensile con l’Associazione Commercianti & Artigiani, che riunisce una sessantina di attività. Ha ritenuto infatti che si dovesse partire dalle istanze di chi tutti i giorni solleva la saracinesca, conoscere il punto di vista degli operatori, prima di impostare iniziative e interventi.

Luca D'Angelo - assessore attività produttive Zanica - ritChe obiettivi hanno gli incontri?

«Il contesto generale è difficile per tutti i commercianti. La pressione fiscale, che incide in maniera pesante sulle attività, i cambiamenti nello stile dei consumi e nella vita sociale, il problema del ricambio generazionale mettono a rischio la sopravvivenza delle piccole realtà, è noto. Zanica in più soffre l’accerchiamento da parte dei centri commerciali e poi c’è la crisi. Ciò che cerchiamo di fare è mettere in atto delle strategie per reagire, puntando sul fare rete. I negozi svolgono una funzione importante per il territorio, il paese vive se ci sono i negozi e molti ce la stanno mettendo tutta per unire la tradizione all’innovazione, cercano nuove nicchie di mercato, con un occhio attento anche al rapporto qualità/prezzo. Il compito che mi sono dato è di stimolare l’aggregazione degli operatori economici, fare in modo che cresca e si consolidi, che si realizzino iniziative di autopromozione. Il punto di partenza devono però essere le imprese stesse».

Quali risultati sta dando questo approccio?

«C’è partecipazione e nascono sempre spunti interessanti. Un’iniziativa che ha avuto un grandissimo successo è stata quella organizzata lo scorso 21 giugno nell’ambito del Baraca Festival, che ha segnato l’avvio dell’utilizzo del parco della Villa Comunale. Il 29 novembre è stata la volta dei mercatini di Natale, senza dimenticare la Notte Bianca, a settembre, che ormai è un appuntamento irrinunciabile».

State lavorando a qualche altra iniziativa?

«Sino ad ora gli eventi hanno coinvolto prevalentemente l’area del food. Ora stiamo pensando ad un modo per far conoscere le attività commerciali, artigianali e imprenditoriali anche del settore non alimentare. L’idea è di organizzare un’Expo all’interno del Palazanica, ad ottobre. Un’occasione per far conoscere ciò che è presente sul territorio».

Interventi del Comune a sostegno delle attività, invece?

«Diciamocelo chiaramente, grandi cose oggi i Comuni da soli non riescono a farle. Siamo riusciti a mantenere inalterata la tassazione locale e, anzi, a ridurre leggermente la tariffa dei rifiuti, ma servono azioni più incisive, per le quali occorre ragionare per forza di cose in termini più ampi. I distretti potrebbero giocare un ruolo importante in questo senso».

In che modo?

«Credo che serva uno scatto in avanti della loro azione. Sino ad ora l’attività dei distretti ha riguardato più che altro eventi ed iniziative promozionali, ma non basta. Le aziende ci dicono che hanno bisogno di un aiuto più diretto e i temi sono tanti, dalla formazione al sostegno finanziario, sia per chi vuole avviare un’attività sia per chi c’è già».

Quindi le politiche del commercio affidate ai distretti più che ai singoli Comuni?

«All’interno del distretto Morus Alba, di cui Zanica fa parte, ad esempio, è stata avviata una riflessione su come rilanciare i negozi sfitti. Abbiamo avviato una rilevazione degli spazi inutilizzati con l’intenzione di sviluppare un progetto per lo start up d’impresa. È qualcosa che si può portare avanti come aggregazione, anche la Regione, del resto, sviluppa sempre più spesso attraverso i distretti bandi e iniziative di sostegno».

Non ci dica che a Zanica neanche su viabilità e parcheggi ci sono attriti tra Comune e commercianti…

«La carenza di parcheggi è un punto dolente che prima o poi andrà affrontato. Di certo, però, sarà fatto con un approccio multidisciplinare al tema della mobilità e con l’attenzione a non recare danni o disagi alle attività. Sappiamo bene che anche piccoli cambiamenti possono causare grandi sofferenze».

E del fatto che il paese sia in pratica tagliato a metà dalla strada provinciale?

«Può essere visto come un vantaggio o uno svantaggio. Zanica è sempre stato storicamente un paese di passaggio e se ci sono le condizioni, la promozione e le proposte giuste per far fermare chi attraversa il paese, la strada può essere un’opportunità. Intanto l’apertura del tratto di tangenziale sud ha alleggerito il traffico, deviando i mezzi pesanti, ma non ha inciso negativamente sul transito».


Zanica, commercianti uniti per il rilancio

Ci sono le attività storiche e chi si è da poco lanciato con un’impresa in proprio, le nuove generazioni che apportano idee ed energia all’azienda di famiglia e chi invece eredi commerciali al momento non ne ha. Tutti però raccontano una storia, un percorso professionale costruito giorno dopo giorno con passione e convinzione. Ed è ciò che può fare la differenza per un cliente, ma anche arricchire il confronto con i colleghi e fornire spunti di crescita reciproci.

Su questi punti ruota l’attività dell‘associazione Commercianti & Artigiani di Zanica, che con iniziative e manifestazioni vuole continuare tenere accesi i riflettori sull’offerta del paese, nonostante stili di vita e di consumo portino la gente altrove.

Un giro tra le attività di Zanica conferma la volontà di negozianti ed esercenti di mettersi in gioco, non solo per lo sviluppo del proprio business.

Gabriele Albani e la moglie Simona - WE&Pets ZanicaHa sempre cercato di anticipare il cambiamento  We&Pets, negozio specializzato in prodotti per animali in via Padergnone, nato come emporio di alimentari e articoli per l’agricoltura nel 1965, nel centro del paese. «Nei primi anni Novanta – racconta Gabriele Albani, che ha raccolto il testimone dal papà Mario – ci siamo resi conto che eravamo diventati un punto vendita solo per le necessità dell’ultimo minuto ed è arrivata la svolta. Sulla scorta dei discount che stavano sorgendo a quei tempi, abbiamo creato il primo discount per animali, ossia grande assortimento, libero servizio e prezzi competitivi. Ora che questa formula si è diffusa abbiamo nuovamente cambiato impostazione». La nuova insegna, We&Pets, inaugurata all’inizio di quest’anno, dice di un servizio che si fa consulenza, selezione dei mangimi, ricerca di articoli unici («il meglio di ciò di cui parla il web»), assistenza e soprattutto condivisione della passione per gli amici a quattro zampe. «È cambiata la mentalità di acquisto – evidenzia la moglie Simona, che lo affianca – e la nostra scelta di puntare su qualcosa di diverso, che non si trova nei canali abituali ci sta premiando». Certo non bisogna mai fermarsi e la vulcanica coppia ha già in mente di sviluppare l’e-commerce, «in una forma però più social e coinvolgente».

Anche le Confezioni Pellicceria Castelli, nella stessa via, hanno affrontato il cambiamento, passando dal classico negozio di abbigliamento-merceria (dove trovare dallo spillo alla coperta) all’atelier di pellicceria e pelletteria. Aperta nel 1955, l’insegna ha ricevuto il riconoscimento di Negozio Storico da parte della Regione, ma «oggi negozi come il nostro – dice Pietro Castelli – avrebbero bisogno di un nuovo stravolgimento, è un settore destinato a rinnovarsi completamente, un po’ perché i giovani non amano certi capi, ma soprattutto per la crisi. Sono convinto che se ci fosse più disponibilità economica si tornerebbe a farsi conquistare da qualche pezzo pregiato in pelle o pelliccia». «Per quanto ci riguarda abbiamo rivisto l’assortimento e andrò avanti finché i numeri me lo consentono, facendo valere l’esperienza e la serietà, che sono da sempre i nostri valori. In fondo siamo tra i pochi negozi specializzati e i nostri clienti arrivano da tutta la Bergamasca e dal Milanese».

Chi ha deciso di investire in paese è Marco Zampoleri, parrucchiere di Donna In. «Avevo il salone all’interno di un condominio – ricorda – conquistare una vetrina è stato un bel salto di qualità, ma non era così scontato, a 50 anni, rifare tutto l’ambiente. Oggi, a distanza di un anno e mezzo, posso dirmi soddisfatto della scelta». Nato e cresciuto a Zanica, del paese evidenzia il problema della sicurezza dato dalla strada provinciale che attraversa l’abitato, la mancanza di parcheggi («anche se è vero che la gente vorrebbe sempre parcheggiare fuori dal negozio») e la vicinanza dei centri commerciali. «Sono però convinto che con la professionalità si lavora anche nei posti più sperduti e che la concorrenza sia uno stimolo per crescere».

Se la spesa in paese si fa sempre con meno frequenza, i servizi per l’infanzia invece sono richiesti. È su questo settore che si sono lanciate Marina Citerio ed Elisabetta Maffei, lasciando rispettivamente il lavoro in una ditta di abbigliamento e di igienista dentale. «Nel 2009 abbiamo aperto un nido famiglia, che permette di accogliere al massimo cinque bambini – ricordano -, ma le richieste sono state subito così numerose che abbiamo deciso di ingrandirci». Nel settembre del 2012 hanno aperto nella zona nord di Zanica l’asilo nido I Batuffoli. «Non è stata cosa da poco e continua ad essere un’impresa impegnativa – evidenziano –, ci lavoriamo in quattro, ci sono l’affitto e le spese e dobbiamo ancora farci conoscere rispetto ad altre realtà già affermate nella zona. Le soddisfazioni sono però tante, date soprattutto dal bel rapporto che abbiamo con le famiglie». Hanno anche aderito con entusiasmo alle manifestazioni dell’Associazione dei commercianti, curando un gettonatissimo spazio giochi. «Siamo una realtà piccola e queste sono opportunità per farci conoscere».

Nello stesso complesso è aperta l’agenzia di viaggi Ventiatravel di Francesco Lorandi e della moglie Rossana Lucato, quarant’anni di professione, a Zanica dal ’94 per seguire più da vicino un cliente come la Banca della Bergamasca, per la quale organizzano ogni anno la gita dei soci. «La crisi c’è, ma grazie all’esperienza possiamo distinguerci – raccontano -, in settori come i viaggi di nozze, oppure richieste elaborate, con il plus dell’assistenza e della sicurezza di avere sempre qualcuno a cui fare riferimento». Nel dibattito su come vivacizzare il commercio a Zanica portano la voce di chi è in una zona distante dal centro, che non riceve l’effetto delle aperture domenicali o delle notti bianche, e di un’attività che avrebbe bisogno di iniziative mirate per promuoversi. «Si potrebbe pensare a delle serate dedicate ai viaggi, invitando degli esperti in collaborazione con i tour operator», buttano lì.

In piazza Repubblica, “La Voglia Matta” è un esempio di «fast food all’italiana», come lo definisce il titolare Sergio Rossi, che ha cominciato con la pizzeria e la gastronomia, per poi aggiungere, trasferendo e rimodulando gli spazi e contando sulla collaborazione dei figli, dei posti a sedere e una gelateria. Ultimo nato, il bed and breakfast “La Ca’ del Giopì”, tre camere e un appartamento con tanto di docce idromassaggio. «Il segreto? È dare qualcosa in più – sostiene Rossi -. Noi ad esempio offriamo pizze senza glutine certificate Aic, prodotti per chi ha intolleranze o chi segue la dieta vegana, senza mai derogare dalla qualità e dalla cura nella preparazione. Sacrificarle in nome del prezzo non conviene affatto, del resto basta provare i prodotti per rendersene conto». Con questa attività familiare all’insegna di campioni del made in Italy come pizza e gelato si è anche colorata e animata la piazza.

A Zanica resiste anche un negozio di musica – Suono 1981, in piazza Papa Giovanni XXIII – ormai una vera e propria rarità nel panorama commerciale. È stato aggiornato ai tempi da un team di trentenni: Giulia Spallino, erede dell’attività avviata dal papà e dallo zio, Dimitri Sonzogni e Giorgio Gagliano. «Accanto alla vendita di strumenti musicali – dice Giulia, che è anche un’apprezzata cantante – abbiamo ampliato i servizi, a cominciare dalla scuola di musica, per proseguire con workshop, incontri musical culturali gratuiti e aperti a tutti, incontri con musicisti stranieri, laboratori fino ai service audio e luci. Abbiamo puntato anche sul vinile che sta tornado ad essere amato ed è richiesto dai giovani». L’attività è storica e non dimentica il paese. «Ci piace l’idea di poter fare qualcosa a Zanica – prosegue -, la piazza sulla quale ci affacciamo è bella, noi ci abbiamo organizzato un mercatino del vinile».

Il 10 maggio Mario Pelis festeggerà 35 anni di attività nel bar, in via Libertà, che ha aperto all’età di 20. «Vado avanti – spiega – perché sono abituato a fare sacrifici da sempre, è certo però che le cose sono cambiate e molto in fretta. Un tempo era il bar il “cellulare” dei giovani, se ci si doveva dire qualcosa era il punto di riferimento. Oggi i ragazzi del paese non si vedono, i miei clienti hanno 60 anni, ci conosciamo da una vita». Pelis è un componente attivo dell’Associazione dei commercianti. «È bello e importante partecipare – afferma –. Sono convinto che l’attenzione si possa smuovere, ma deve partire da noi».

Aperto nel ’62, ha i requisiti per diventare Negozio Storico “Il Giardinaggio di Previtali Giulio” e pure la linfa per allungare la propria carriera, nonostante una discendenza tutta femminile. Melissa, 27 anni, ragioniera, e Jessica, 23, diploma di scuola alberghiera, hanno infatti scelto di affiancare mamma Cinzia e papà Angelo nel negozio che vende macchine per il giardinaggio ed effettua riparazioni. «Pensavo di chiudere – confessa Cinzia Previtali – e invece eccole lì, che consegnano trattori, riparano motori, frequentano i corsi». «Ho lavorato come dipendente – interviene Melissa -, poi ho pensato che se dovevo impegnarmi era meglio farlo per l’attività di famiglia». Con il contributo delle ragazze sono state portate avanti alcune novità nella promozione e sono stati inseriti prodotti innovativi come i robottini, che vengono debitamente programmati. «Oggi ciò che è importante è saper portare in negozio il cliente – sintetizza mamma Cinzia –, la differenza del servizio rispetto alla grande distribuzione poi la si capisce subito».

Non solo si può resistere, ma si può diventare un’eccellenza. A dimostrarlo è la Pasticceria Morlacchi, che poco meno di otto anni fa ha rinnovato la propria struttura dotandosi di un laboratorio a vista e di un’elegante caffetteria che effettua anche il servizio per la pausa pranzo. «Occorre sempre investire, la clientela è sempre più esigente», è il pensiero di Moira Lenzi, socia nell’attività con patron Giambattista Morlacchi, la moglie Miriam Soldo e i fratelli di lei Sergio e Dario. «Quando si crede e si ha passione in ciò che si fa, gli obiettivi sono chiari e si è sicuri di raggiungerli – è la sua formula -. Noi siamo nel settore da anni e la ristorazione faceva già parte del nostro bagaglio, è un passo che ci siamo sentiti di fare». Morlacchi è famoso per il torrone, che spedisce in tutta Italia ed è arrivato anche a Tokio e Hong Kong, la biscotteria è andata a Parigi e in Belgio e le confezioni natalizie negli Stati Uniti. «La nostra non è un’attività legata esclusivamente alle esigenze di Zanica, abbiamo un bacino più ampio, ma poter lavorare in un’area bella, accogliente e con dei servizi è qualcosa che ci fa piacere – riflette Moira -. Capisco le difficoltà dei piccoli negozi, c’è chi chiude, chi apre solo mezza giornata, il fatto è che la gente dovrebbe tornare a fare la spesa in paese. Io spero proprio che si torni indietro».

È una famiglia di mobilieri e arredatori quella dei Cereda di Zanica. L’azienda nasce nel ’67 e mentre gli altri fratelli hanno aperto altri punti vendita, Giusi e Mario sono rimasti nella sede storica di via Orio, Cereda Casa, specializzandosi nell’arredo bagno e nel tessile per la casa, supportati dalla terza generazione, Miriam Locatelli e Francesca Cereda. «Noi figlie siamo un’esplosione di idee – dice con entusiasmo Miriam -, ci stiamo dedicando all’e-commerce per quanto riguarda la biancheria e l’oggettistica, abbiamo puntato su marchi prestigiosi e ristrutturato il piano superiore proponendo delle vere e proprie ambientazioni. In generale cerchiamo di essere sempre più pronti e preparati, spostando maggiormente l’attenzione sugli aspetti progettuali. Richiede molto più tempo e impegno, ma non ci tiriamo indietro». E sono in prima linea anche quando si tratta di fare qualcosa per il Zanica. «Noi resistiamo e crediamo nel paese – sottolinea Giusi –, sono forse gli abitanti che non ci credono, che sottovalutano le nostre attività. Eppure rappresentano un punto di forza, la possibilità di comprare da chi ti conosce, non da un anonimo».

 


Ascom, domani il convegno nazionale sul mercato dell’auto

utn_auto.jpgAscom dedica una giornata al mercato dell’auto. Giovedì 28 aprile nella sede dell’Associazione commercianti di Bergamo (in via Borgo Palazzo 137) si svolgono due incontri sul tema dell’automotive: in mattinata un confronto tra concessionari e autosalonisti sulla valutazione reale delle auto usate, guidato dai tecnici di Quattroruote, e nel pomeriggio un convegno sul mercato dell’auto a 360 gradi.

Incontro concessionari e autosalonisti

A partire dalle 10.30 concessionari e autosalonisti si confrontano sul tema della valutazione delle auto usate. Il confronto è coordinato da un tecnico di Quattroruote. Si tratta di un momento importante per il mercato dell’auto usata in quanto è uno dei nuovi prodotti che a febbraio è entrato a far parte del paniere Istat per il calcolo dell’inflazione.

Convegno “Automotive – Consolidiamo e sosteniamo la ripresa del settore”

Un confronto ad ampio raggio sulla filiera dell’automobile è il convegno nazionale voluto a Bergamo da Federmotorizzazione, la Federazione nazionale dei commercianti della motorizzazione aderente a Confcommercio, che si svolge a partire dalle 14.30. Un momento di confronto per presentare dati locali, regionali e nazionali di un mercato che è in risalita e analizzare il settore attraverso previsioni e nuove soluzioni per il business di concessionari e autosalonisti. Il convegno, dal titolo Automotive – Consolidiamo e sosteniamo la ripresa del settore”, è rivolto a tutti i rivenditori e a chi opera nel mondo dell’auto e si apre con i saluti di Paolo Malvestiti, presidente Ascom Confcommercio Bergamo e Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo. Seguono gli interventi del presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino, che offre una panoramica sul settore in Lombardia, e di numerosi esperti del mondo dell’auto su  svariati temi: dalle evoluzioni amministrative, come il Registro unico automobilistico, alle modalità di comunicazione da parte dei rivenditori, dal focus sulle esigenze degli agenti di commercio alle applicazioni web, dall’osservatorio sui consumi ai rapporti bancari, passando per assicurazioni, gestione della manutenzione. Tra i relatori: Ottorino Pignoloni, segretario nazionale Unasca; Plinio Vanini, presidente Gruppo Autotorino; Darwin Villa, vicepresidente Fnaarc – Agenti commercio Milano; Fabio Uglietti, marketing e formazione Quattroruote Professional; Leonardo Cogo e Claudio Bardazzi, rispettivamente Account Manager Findomestic e Responsabile Osservatorio Findomestic; Andrea Contiero, Manager Quintaruota. I lavori saranno coordinati da Giorgio Lazzari, responsabile delle relazioni esterne dell’Ascom di Bergamo e da Loreno Epis, presidente degli autosalonisti bergamaschi, nonché consigliere nazionale di Federmotorizzazione che porterà, tra l’altro, alla platea le novità e le tendenze raccolte di prima mano al Nada di Las Vegas, il più grande luogo d’incontro internazionale per i rivenditori di auto nuove e usate.

Per confermare la partecipazione: Ascom Confcommercio Bergamo – tel. 035 4120203 – gabriella.rizzi@ascombg.it; Federmotorizzazione – segreteria di Milano – tel. 02 7750288 – federmotorizzazione@unione.milano.it


Il risotto “solidale” degli avvocati bergamaschi

Dall’arte oratoria all’arte culinaria. E’ un salto deciso quello che una mezza dozzina di avvocati bergamaschi ha compiuto lo scorso 15 aprile aderendo alla gara gastronomica promossa dall’Associazione Provinciale Forense (presieduta da Franco Uggetti) con il patrocinio del Club dei Buongustai di Bergamo. Smesse le toghe, indossate le parannanze, i legali hanno sfoderato la passione per i fornelli e si sono sfidati in una competizione che ha dato spazio al gusto ma anche al cuore, giacché l’ evento aveva come finalità la raccolta fondi a favore dell’Associazione Aiuto Donna Onlus guidata da Oliana Maccarini. Teatro della manifestazione, le cucine e le sale dell’I.S.B di Torre Boldone messe gentilmente a disposizione dalla preside Gabriella Savoldi. Qui – sotto l’abile regia dell’avvocato Ernesto Tucci, presidente dei Buongustai – la gara si è sviluppata con un tema conduttore: il riso.

Mentre infatti gli allievi dell’Istituto Alberghiero hanno preparato gli antipasti e i dolci, i sei avvocati in gara si sono cimentati col cereale, preparando altrettante ricette al vaglio della giuria tecnica formata da esperti del settore: oltre alla preside Gabriella Savoldi, tre giornalisti, il presidente dei cuochi bergamaschi, Roberto Benussi, i vicepresidenti del Club dei Buongustai di Bergamo, Ezio Ruggeri e Paolo Fuzier, e Oliana Maccarini. In sequenza, ai tavoli sono arrivate le proposte di Roberto Mazzariol (risotto cremoso con asparagi e grana), Leonilde Gagliardini (riso venere con seppioline al sapore d’Oriente), Maria Cristina Ghilardi (risotto con gorgonzola e pere caramellate), Ernesto Nicola Tucci (risotto con salsiccia e carciofi), Ernesto Tucci (risotto alla milanese con arrosto e barba di frate) e Michele Torri (risotto alla milanese con cotoletta). A tutti è andato un diploma di benemerenza rilasciato dal Club dei Buongustai, ma a spuntarla, secondo il verdetto della giuria, è stato il piatto preparato da Leonilde Gagliardini. Sua la proposta che ha maggiormente convinto, sia per la presentazione che per il gusto. A pari merito le altre cinque proposte.

 


Borgo Santa Caterina, al via i lavori. Doppio senso di marcia in via Suardi

Borgo Santa caterinaPartono i lavori di sistemazione della pavimentazione di Borgo Santa Caterina: lo scorso anno, quando si rese necessario per questioni di sicurezza un intervento di asfaltatura dell’ultimo tratto di pavé della storica via cittadina, l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo, Marco Brembilla, annunciò che un progetto per il ripristino della pavimentazione, particolarmente danneggiata in alcuni punti, sarebbe arrivato a breve. Non si è fatto attendere il progetto per la sistemazione di una delle strade più frequentate di Bergamo: approvato nel dicembre 2015, il progetto è stato oggetto di appalto nel gennaio scorso e il prossimo 9 maggio, i lavori avranno finalmente inizio. Non solo: il progetto predisposto dai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo riguarda anche Piazza Pontida. Dall’ 11 luglio sarà attuato l’intervento che ripristinerà alcuni tratti della storica piazza del centro cittadino, caratterizzata in diversi punti da buche e interventi di manutenzione eseguiti con l’asfalto.

Lavori molto delicati e particolari, che andranno a intervenire sui cubi di porfido di molti tratti: l’Amministrazione ha deciso di procedere con un cantiere suddiviso in fasi distinte, in modo da consentire a coloro che abitano e frequentano le due aree il minor disagio possibile. Nell’ambito dell’intervento su Borgo Santa Caterina viene stabilito il doppio senso di marcia su via Suardi, in modo da agevolare il più possibile il transito in uscita dalla città. “Non si tratta di un rifacimento completo – ha spiegato Brembilla – ma della manutenzione straordinaria di alcuni tratti pieni di buche e per questo motivo molto pericolosi soprattutto per biciclette e motocicli. Abbiamo deciso di eseguire cantieri per fasi, cercando soluzioni viabilistiche particolari per arrecare minor disagio possibile ai residenti e alle attività commerciali. Nel caso di Borgo Santa Caterina i cubi di porfido saranno addirittura trasportati nel magazzino comunale di via Serassi per i lavori di pulitura e preparazione, in modo da alleggerire ulteriormente l’area di cantiere”. L’appalto ha un valore complessivo di 650mila euro e riguarda anche il tratto di marciapiede lungo tutta la stazione autolinee: in questo caso i cubi di porfido saranno rimossi e il manto stradale sarà rifatto in asfalto.

Tutte le informazioni sulle fasi del cantiere e le possibilità di percorrere le vie qui:

http://issuu.com/francescoalleva/docs/lavori_in_borgo_santa_caterina__pia


Una seconda Liberazione? Finirla con i soprusi in nome della libertà

Voglio raccontarvi una cosa che mi è capitata ieri, 25 aprile: io mi trovavo in Toscana per lavoro e, insieme a mia moglie e ad una coppia di cari amici, stavo festeggiando il mio onomastico: come spesso accade, ho voluto fare un post su Facebook, così, per sottolineare la ricorrenza e ho postato una foto artistica di un leone di San Marco. Subito, molti conoscenti hanno risposto, facendomi gli auguri. Tra questi c’era anche un ex consigliere comunale di centrosinistra, col quale sono in buoni rapporti, anche se, qualche volta, ci punzecchiamo un po’: solo che, oltre a farmi i predetti auguri, lui ha voluto metterci la provocazioncella politica. Non mi ha augurato buon onomastico, infatti, ma buona festa della Liberazione. Io gli ho risposto, un tantino piccato, che lui si festeggiasse quel che gli pareva, ma che, in quella sede, io stavo gioendo per il mio onomastico e basta: apriti cielo, come prevedibile, è partito il pistolotto! Se non ci fosse stata la Liberazione, un qualunque Pavolini (chissà poi perché proprio Pavolini?) avrebbe potuto impedirti di parlare… A questo punto, mi è saltata la mosca al naso e gli ho risposto di andare pure a farsi la sua bella manifestazione, con tanto di benedizione da parte mia, che io avrei mangiato e bevuto tale e quale.

Liberazione 25 aprilePerò, adesso, vorrei spiegare a voi e, se mi leggerà, a lui, come la vedo veramente. Il fatto è che io, venuto al mondo nel 1960, ho avuto la fortuna di nascere libero: Pavolini, quando l’ostetrica della clinica Castelli mi ha scodellato in braccio a mio papà, era morto da quindici anni e, con la mia, diciamo così, Bildung, non ha avuto niente a che fare. In compenso, quando sono arrivato al liceo, mi sono trovato davanti torme di giovanotti, più anziani di me di qualche annetto, che non mi lasciavano entrare in classe, perché avevano deciso autonomamente che tutti dovessero aderire ai loro scioperi. I medesimi o i loro omologhi erano quelli che, nelle assemblee d’istituto, impedivano, se necessario con la forza, a chi non la pensasse come loro, di parlare. Va detto che quello che loro pensavano, con il passare del tempo, si è rivelata la più colossale boiata ideologica degli ultimi duecento anni: allora, però, andava di moda, così come andava di moda zittire, con le buone o con le cattive, qualunque forma di dissenso. E, tutto questo, in nome della libertà e della democrazia. Pur essendo uno sprovveduto ginnasiale quattordicenne, notai da subito una certa discrepanza tra il dire ed il fare di questi aspiranti capipopolo: e mi montò una rabbia che ancora non mi sbolle e che, in sostanza, ha fatto di un agnostico istintivo un uomo di destra. Innanzitutto, perché mi sembrava e mi sembra un’ingiustizia mostruosa usare parole come “libertà” o “democrazia” per mascherare la prepotenza e la prevaricazione e, poi, perché questa bella abitudine, mutatis mutandis, non è affatto cambiata.

Oggi, i giovanotti di allora, divenuti spesso ricchi ed attempati professionisti, fanno ancora di tutto per isolare, marginalizzare, escludere da ogni attività e da ogni opportunità chi non sia loro sodale: e l’interpellanza in Comune a Bergamo sulla mia esclusione da ogni iniziativa per il centenario della Grande Guerra la dice lunghissima su come funzionino le cose. I loro eredi, invece, inscenano ogni tre per due allarmi democratici, manifestazioni, presidi, insultando serenamente chiunque dissenta dal loro credo, quando non mettono a ferro e fuoco qualche centro cittadino. Il che deriva, in fondo, da un misto di ignoranza abissale, di invidietta sociale e di sacrosanta paura di doversi rimboccare le maniche: i nipotini coccolatissimi della rivoluzione, alla fine, vogliono autolegittimarsi come sentinelle della democrazia soprattutto per non pagare l’affitto. Così, leggo su internet che hanno assimilato, in un medesimo odio, personaggi diversissimi come Mussolini, Sora e Locatelli, sulla base di una comune fede fascista: inutile dire che questo equivarrebbe a mettere sullo stesso piano Stalin, Gramsci e Berlinguer, ma so già che questo tipo di argomenti non arriva ai neuroni degli interessati. Dico solo che la logica delle 1.500 firme contro i tre incriminati è la stessa dei quattro giovanotti che impedivano a tutto il “Sarpi” di fare lezione: togliete pure tutte le cittadinanze che volete, ma non perché ve lo impone una assoluta minoranza di strillatori professionali, perché significherebbe dare ancora ragione alla logica inaccettabile della “prepotenza democratica”. Farla finita con i soprusi in nome della libertà: questa sì che sarebbe una seconda Liberazione!