Bocuse d’Or Italia, la vittoria al bergamasco Marco Acquaroli

marco acquaroli - la stampa
(foto – La Stampa)

Sarà ancora un bergamasco a rappresentare l’Italia al Bocuse d’Or, il più prestigioso concorso di cucina al mondo, voluto dal mitico chef Paul Bocuse.

Dopo Aberto Zanoletti, vincitore delle selezioni nel 2010, svoltesi alla fiera di Bergamo, è stato Marco Acquaroli, originario di Sarnico, ad imporsi al Teatro sociale di Alba nella sfida nazionale che ha visto in gara – nelle giornate del 31 gennaio e del primo febbraio – 12 concorrenti.

Poco più che trentenne, Acquaroli lavora attualmente in Svizzera al Four Seasons Des Bergues di Ginevra. Prima di questo ha collezionato altre esperienze in alcuni Four Seasons in giro per il mondo, al Geranium di Copenaghen e a Piazza Duomo ad Alba. Per accedere alla finale mondiale, in programma a Lione nel gennaio del 2017, dovrà superare lo scoglio degli Europei, in programma il 10 e 11 maggio prossimi a Budapest, con 20 nazioni partecipanti.

La nostra cucina ha brillato al concorso anche grazie all’altro bergamasco in competizione, Francesco Gotti, che si è aggiudicato il premio per il miglior piatto di carne (il tema era il cervo). Miglior piatto di pesce (storione e caviale) quello di Debora Fantini, unica donna in gara.


Il rondò dell’A4 nel mirino di Sorte : “Va modificato”

rondò A4“Migliorare radicalmente l’ingresso e l’uscita dei veicoli privati dalla città di Bergamo sull’asse autostradale A4, sulla tangenziale della città e sull’innesto per l’aeroporto di Orio al Serio”. E’ questo l’obiettivo della riunione convocata dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte, alla quale ha invitato tutti i soggetti interessati. “La struttura in sofferenza, sulla quale occorre al più presto intervenire con un progetto ad hoc, – spiega Sorte – è la rotatoria che smista il traffico in entrata e uscita dalla città, decisamente inadeguata per una realtà dinamica e produttiva come Bergamo. Occorre realizzare al più presto un nuovo progetto, che veda protagoniste le Istituzioni locali, Comune e Provincia (il sindaco Gori, il presidente della Provincia Rossi e il consigliere delegato alla Mobilità Gandolfi), la Regione, con la partecipazione naturalmente della società Autostrade per l’Italia Spa”. Sono fra 70 e 90.000 i veicoli che transitano dalla rotonda di entrata e uscita dall’A4, che si collega anche alla tangenziale di Bergamo. Nelle ore di punta, poi, gli automobilisti che entrano o escono dalla città sono costretti a lunghe attese o rallentamenti snervanti.  “Per affrontare concretamente questi disagi – conclude Sorte – e garantire maggiore sicurezza e funzionalità, nei prossimi giorni riuniremo i soggetti interessati, con l’obiettivo di elaborare al più presto una proposta operativa”. L’incontro, al quale saranno invitati anche i parlamentari lombardi, sarà fissato a breve, per definire una soluzione adeguata ai bisogni del territorio.

La Provincia ha accolto con favore le dichiarazioni dell’assessore regionale alle Infrastrutture e  Mobilità Alessandro Sorte. “Siamo molto felici se la Regione vorrà entrare nella partita partecipando ai prossimi incontri – dichiara il consigliere provinciale delegato alla Viabilità Pasquale Gandolfi – auspicando che tale interessamento possa prevedere anche una compartecipazione economica”. Il consigliere Gandolfi ricorda infatti che già da un paio di mesi è in atto un percorso che ha portato a un confronto con tutti i soggetti interessati, e sono in corso valutazioni tecniche per scegliere tra una rosa di ipotesi. Risale allo scorso 27  novembre la lettera firmata congiuntamente dal presidente Matteo Rossi e dal sindaco del capoluogo Giorgio Gori, indirizzata ad Autostrade per l’Italia e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere di intervenire su un’infrastruttura “inadeguata, pericolosa e poco degna di una città che merita una porta d’accesso decisamente migliore e più funzionale rispetto ai flussi di traffico attuale”, considerata anche la presenza del terzo aeroporto in Italia per traffico di passeggeri. La lettera ha portato alla ripresa di un confronto che era interrotto dal 2013 e ad un incontro che si è svolto poco prima di Natale tra Comune, Provincia, Autostrade e Ministero: “La Provincia ha portato 5 ipotesi di intervento – spiega Gandolfi – ma per scegliere quale sia la più adatta in termini di rapporto tra costi e benefici è stata valutata la necessitò di uno studio sulle movimentazioni di traffico, che stiamo approfondendo  e che dovrebbe concludersi nel giro di un mese e mezzo”. Provincia, Comune di Bergamo e Autostrade per l’Italia stanno portando avanti congiuntamente lo studio tecnico; una volta conclusa la fase di studio sarà possibile incontrarsi per valutare le ipotesi di intervento.


Quando la danza è terapia. A Credaro un percorso per i bimbi e le loro mamme

LOCANDINA DANZATERAPIA CREDAROLa danza come terapia per esprimere le proprie emozioni e stare bene. A Credaro prende il via “Danza con me”, percorso in gruppo di danzaterapia. L’iniziativa è promossa da Associazione Angelman onlus in collaborazione con la scuola di Danzaterapia Risvegli Maria Fux di Milano ed è aperto a tutti i bambini a partire dai 5 anni, con particolare attenzione per i bimbi con disabilità.

Sono proposti 10 incontri il venerdì, a partire dal 19 febbraio, con due opzioni di orario: dalle 16.15 alle 17 o dalle 17.45 alle 18.30. Gli incontri si svolgono all’agriturismo La Cascina dei Prati, sono tenuti da una insegnante di danza e propongono il metodo Maria Fux. Per i bimbi in difficoltà è prevista l’assistenza. Durante gli incontri, alle mamme è proposto “Il tempo per te”, un momento di svago davanti a una tazza di tè per conoscersi, confrontarsi e dedicarsi a se stesse. Ma ci saranno anche momenti in cui mamme e bimbi si ritroveranno per danzare insieme. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Credaro.

Verrà presentato nel corso di un open day informativo venerdì 5 febbraio dalle ore 17 alla Cascina dei Prati di Credaro. Le iscrizioni saranno accolte fino a esaurimento dei posti disponibili. È prevista una quota sociale di partecipazione a titolo di parziale rimborso spese. Per informazioni: 349 2447559 – info@associazioneangelman.itwww.associazioneangelman.it

«Il progetto – spiega il presidente dell’Associazione Angelman Luca Patelli – è nato qualche mese fa. A novembre abbiamo promosso e finanziato un breve ciclo di incontri pilota con un gruppo di mamme e di bimbi, alcuni dei quali affetti dalla Sindrome di Angelman. L’esperienza è stata molto positiva per cui abbiamo deciso di riproporla e di aprirla ad altri bambini. È la prima iniziativa che rivolgiamo direttamente alle famiglie. È stata pensata in particolare per i bimbi con disabilità e le loro mamme, che vivono ogni giorno situazioni di stress emotivo e fisico e spesso anche di isolamento. Speriamo di offrire a entrambi una occasione di socializzazione perché l’inclusione è un obiettivo da perseguire in ogni situazione, come presupposto di una vita più normale possibile per chi vive la disabilità. Purtroppo per i bimbi disabili non è facile partecipare ai corsi exstrascolastici perché hanno bisogno di assistenza e, di norma, non è prevista. Abbiamo voluto creare un’occasione accessibile anche ai bambini in difficoltà. Abbiamo scelto la danza e in particolare il metodo Maria Fux perché è un’arte e un’esperienza che tutti i bambini possono vivere, al di là dei limiti fisici o cognitivi che possono avere».

GLI INCONTRI

La danzaterapia è uno spazio di libertà, un tempo diverso dove ognuno balla la danza che ha dentro. Il percorso sarà uno spazio in cui ciascuno avrà la libertà di esprimere e condividere la creatività che già possiede dentro di sé. In ogni incontro si vivrà un’esperienza sempre nuova grazie al clima che il gruppo, il conduttore e la musica costruiranno insieme. Ci saranno incontri molto animati dove ad esempio si potranno danzare ritmi decisi, forti emozioni, e altri profondamente quieti e rilassanti fatti di sguardi e ascolto. Ciò che accomuna ogni incontro, che caratterizza il metodo, è la spontaneità, l’attento ascolto rispetto a quelle che sono le necessità del gruppo nel “qui ed ora” in cui l’incontro nasce. Non saranno “lezioni” dove l’insegnante propone qualcosa di stabilito e preconfezionato ma “incontri” in cui le suggestioni offerte, tramite il linguaggio poetico del metodo, la musica, e la sensibilità del conduttore, fungono da stimoli per il gruppo, finalizzati a esprimere con verità quella che è in quel momento la necessità comunicativa e relazionale dei danzatori attraverso un linguaggio puramente corporeo e spontaneo.

MARIA FUX E IL SUO METODO

Maria Fux (Buenos Aires, 2 gennaio 1922) è una danzatrice e coreografa argentina, fondatrice del metodo di danzaterapia che ha preso il suo nome e che è oggi conosciuto in tutto il mondo. Nelle sue scuole di danza in Argentina ed Europa ha istruito fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti, insegnanti di danza e ginnastica, psicoterapisti e psicologi. Ha anche formato insegnanti che lavorano con differenti tipi di disabilità. È stata invitata da istituzioni, conferenze e seminari per testimoniare la propria esperienza su problemi relativi a sordità, sindrome di Down, spasticità, autismo e vecchiaia. È stata il soggetto del film documentario Dancing with Maria, presentato per la settimana della critica alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

La danzaterapia di Maria Fux utilizza forme libere di danza volte all’espressione di sé. Questo approccio si fonda sull’utilizzo della creatività come momento fondamentale di ascolto e relazione, di conoscenza e riscoperta di sé. È stato sperimentato con enorme successo lavorando con tutte le età della vita e con problematiche di disabilità sensoriali visive e uditive nonché con handicap psichici e fisici, ma ha benefici su tutti.

L’ASSOCIAZIONE

L’Associazione Angelman onlus è nata nel 2012 a Credaro su iniziativa di una famiglia e si occupa di raccogliere fondi per sostenere la ricerca sulla Sindrome di Angelman, una malattia genetica rara che provoca gravi disabilità motorie e cognitive. Nel 2015 ha finanziato, in collaborazione con la Fondazione From dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, una borsa di studio di 120.000 euro per una giovane ricercatrice bergamasca all’Erasmus Mc di Rotterdam, centro di ricerca primario in Europa.


Bergamo, nel 2015 le imprese straniere cresciute del 5,6%

stranieri_impre.jpgSecondo i dati del Movimprese diffusi dal sistema camerale, il 2015, a Bergamo, si chiude nel complesso con una sostanziale stazionarietà delle imprese registrate e una lieve contrazione di quelle operative. Dietro l’apparente invarianza dei totali, il tessuto imprenditoriale continua a trasformarsi in profondità tra strappi, ricuciture e nuovi innesti. Sono ancora in diminuzione le imprese dell’edilizia e dell’artigianato, mentre aumentano le società di capitale e, tra i settori, i servizi alle imprese. Crescono soprattutto, trasversalmente, le imprese straniere (+5,6%) che rappresentano ormai quasi un decimo del totale delle imprese bergamasche. Positivo il segnale di una riduzione sia dello stock che dei flussi delle imprese in fase di procedura concorsuale. Più in dettaglio, le imprese registrate a fine anno sono risultate 95.943, un livello pressoché invariato rispetto alle 95.967 del 2014. Il saldo tra iscrizioni (5.683) e cessazioni (5.733), negativo per 50 unità, diventa positivo (+44) se si escludono dal conteggio le 94 cancellazioni d’ufficio.

Le imprese attive sono invece leggermente diminuite: dalle 85.552 dello scorso anno alle 85.455 di fine 2015 (-97 pari al -0,1%). Si allarga l’area delle “inattive” (4.998 posizioni) che comprende sia nuove imprese in procinto di iniziare un’attività che posizioni in via di chiusura, mentre diminuisce lo stock delle imprese con procedura concorsuale (2.072) e di quelle in fase di “scioglimento o messa in liquidazione” (3.322). Continua il riassetto delle forme giuridiche. La contrazione delle società di persona, soprattutto delle Società in Nome Collettivo, è compensata dall’espansione delle società di capitale. Tra queste ultime si riducono le SRL con unico socio e le SPA a vantaggio delle SRL e delle SRL semplificate. Tornano a flettere le imprese individuali e sono complessivamente in lieve calo (nonostante la crescita delle associazioni) le altre forme giuridiche, cooperative comprese.

I flussi delle iscrizioni si mantengono all’incirca sui livelli dell’anno passato mentre le cessazioni risultano in aumento (+3,5% conteggiando anche le cancellazioni d’ufficio). Continua la contrazione delle imprese artigiane attive che si portano a fine anno a 31.570, di cui 31.462 attive (-489 per una variazione del -1,5%). La dinamica trimestrale conferma l’attenuazione della caduta dello stock delle imprese attive, dal -0,2% tendenziale del primo trimestre al -0,1% del quarto trimestre 2015. Come di consueto, l’analisi della dinamica nei settori si basa sul confronto degli stock delle imprese attive a fine periodo e non sui flussi di nate e cessate, poco significativi a livello settoriale per la concentrazione di gran parte delle nuove iscrizioni tra le imprese non ancora classificate merceologicamente. L’edilizia è ancora il settore in maggiore sofferenza: le posizioni attive si riducono di 448 unità (-2,4% annuo) in tutte le classi di natura giuridica. Variazioni negative si osservano anche nel trasporto e magazzinaggio, nelle attività estrattive, in agricoltura, nelle attività immobiliari e, con la significativa eccezione delle società di capitale (47 in più nel corso dell’anno), nella manifattura. Nei restanti settori, tutti del terziario, aumentano le imprese del commercio (+146), dei servizi di alloggio e ristorazione (+89), dei servizi di informazione e comunicazione (+41), finanziari e assicurativi (+43), professionali e tecnici (+33) e soprattutto i servizi alle imprese (+172 con una variazione del +7%). Più contenuti gli aumenti nei servizi collettivi e ricreativi e negli altri servizi alle persone. Se si allarga l’osservazione all’intero periodo 2010 -2015, il quinquennio successivo alla prima ondata della crisi internazionale, sono consolidate le dinamiche degli stock operativi di molti settori. Da un lato calano le attività estrattive ed edili (fatto 100 l’indice del 2010, nel 2015 queste ultime sono a quota 90), il trasporto e magazzinaggio, l’agricoltura e la manifattura (a quota 94,4). D’altro lato, oltre all’espansione delle aziende di fornitura di energia elettrica, gas, acqua e di servizi di gestione rifiuti, spicca la crescita dei servizi di istruzione/formazione (132,9) e di sanità/assistenza sociale (130,6), di supporto alle imprese (a quota 123,5), finanziari e assicurativi (111,4), di intrattenimento (109,4) e di alloggio e ristorazione (109,3). In crescita più contenuta gli altri comparti dei servizi, in specifico quello del commercio, il più consistente in assoluto, a quota 102,8 nel 2015.


A Innowatio il controllo totale della tedesca Clens

La bergamasca Innowatio e la tedesca Clean Energy Sourcing AG (Clens), hanno sottoscritto lo scorso 29 gennaio il closing dell’operazione di fusione, che sarà pienamente operativa nelle prossime settimane. La fusione tra le due aziende porterà alla creazione di un gruppo energetico paneuropeo di nuova generazione solido e integrato, che potrà vantare un fatturato di 1,5 miliardi di euro e più di 230 dipendenti. Il Gruppo Innowatio (160 dipendenti, oltre un miliardo di fatturato e sede al Kilometro Rosso), a seguito dell’operazione, acquisirà la totalità delle azioni della società tedesca, che a sua volta parteciperà con una quota di minoranza della stessa Innowatio. Dall’integrazione delle due realtà cresceranno anche i volumi di energia gestiti, che saliranno a 22 terawattora totali. L’esperienza complessiva delle due aziende copre tutta la filiera dei servizi energetici, dall’energy portfolio management, al demand side management, dalla gestione flessibile della produzione energetica distribuita all’uso efficiente dell’energia. Innowatio può far leva su un’eccellente esperienza nelle aree dei servizi energetici: portfolio management, efficienza energetica e gestione della produzione elettrica. Clens Ag è invece pioniere in termini di commercializzazione diretta di energie rinnovabili, gestione e controllo di generazione elettrica decentralizzata, nonché nella fornitura di energia rinnovabile ai clienti. Nell’agosto 2015 l’azienda italiana aveva acquisito il 12,5% delle azioni di Clens come parte di un aumento di capitale.

Anche dopo l’acquisizione del 100% delle azioni la gestione di Clens continuerà ad essere gestita da Frank Baumgärtner e Ralf Filz, supportati dal loro team. “Lo sviluppo in Germania – ha spiegato il Ceo di Innowatio Fabio Leoncini – rappresenta un primo e fondamentale passo per la realizzazione della strategia di Innowatio nel diventare il primo operatore pan-europeo di demand side management e gestione della produzione distribuita di energia; per questo motivo, Clens, in qualità di leader indipendente nella gestione di energie rinnovabili, rappresenta il nostro partner europeo ideale. La fusione tra Innowatio e Clens è uno step primario per diventare un gestore completo ed integrato di tutte le tematiche energetiche dei clienti all’interno di una community energetica basata sul cloud. Abbiamo l’obiettivo di ridurre la bolletta energetica e l’impatto ambientale dei nostri clienti identificando e sfruttando opzioni all’interno dei siti dove operiamo, attraverso una vasta gamma di servizi energetici sempre più basati sull’utilizzo delle tecnologie informatiche, che rappresentano la vera innovazione dirompente che rivoluzionerà i mercati energetici”. Entrambe le aziende vantano oggi una posizione forte nelle aree della commercializzazione di energia e dell’approvvigionamento di clienti industriali e commerciali. Clens Ag lavora principalmente con produttori e consumatori in Germania e Austria, mentre Innowatio attualmente opera in Italia, Svizzera, America Latina e Giappone.


Adapt / Conciliazione vita-lavoro, i rischi nelle nuove norme

di Agnese Moriconi*

Le novità introdotte in materia di conciliazione vita-lavoro ad opera del d.lgs. n. 80/2015 sono state accolte con favore quale espressione della sensibilità del legislatore nell’attualizzazione, in particolare, delle disposizioni contenute nel TU sulla maternità, divenute in parte obsolete rispetto alle mutate esigenze economico-sociali. Ed infatti, se ne comprende agilmente la ratio sottesa: ridurre la sempre crescente incompatibilità, soprattutto per le donne madri, tra le esigenze economiche ed organizzative personali, scaturenti dal possedere una famiglia, e gli obblighi relativi all’adempimento della prestazione lavorativa. Il fattore comune di molte delle novità introdotte (es. cumulabilità anche oltre i 5 mesi dei giorni non fruiti per parto prematuro, sospensione maternità durante il ricovero del neonato, fruizione del congedo su base oraria anche in assenza di accordi collettivi, estensione dei congedi anche ai lavoratori autonomi) è l’incremento di efficacia delle opzioni organizzative riconosciute ai genitori (anche in caso di handicap del figlio, adozione o affidamento) per far fronte ad esigenze quotidiane difficilmente conciliabili con gli obblighi che derivano dal rapporto di lavoro. È opportuno, però, riflettere su eventuali ricadute applicative di alcune delle nuove misure introdotte, pur nella consapevolezza del rischio di avanzare valutazioni “impopolari” e peraltro condividendo la necessità di ridurre il dualismo per i lavoratori tra ambito personale e lavorativo.

Conciliazione vita-lavoroAlle nuove previsioni che ampliano le soluzioni organizzative a disposizione dei lavoratori corrispondono infatti conseguenze non trascurabili in capo al datore di lavoro, che potrà trovarsi a dover fronteggiare assenze improvvise, talvolta prolungate o, diversamente, estremamente frazionate, senza avere a riguardo alcuna possibilità di contraddittorio. Un esempio di tale spostamento del punto di equilibrio è rappresentato dalla nuova disciplina del congedo “su base oraria”, di cui all’art. 32, comma 1-ter del d.lgs. n. 151/2001, modificato ad opera dell’art. 7 del d.lgs. n. 80/2015. In considerazione della prevista possibilità di fruizione di tale congedo anche in assenza di una regolamentazione di fonte collettiva o di secondo livello, il lavoratore potrà esercitare tale diritto scevro da particolari limiti e/o condizioni, eccezion fatta per un brevissimo termine di preavviso (2 giorni), anche quest’ultimo peraltro derogabile in caso di «oggettiva impossibilità». Rispetto ad un istituto che nella sostanza, soprattutto quanto a modalità di gestione, può essere considerato nuovo anche per il datore di lavoro, salta agli occhi il mancato riferimento ad eventuali e minime misure di accordo o coordinamento con quest’ultimo. E ciò tanto più in considerazione del fatto che il congedo su base oraria era già stato previsto dalla l. n. 228/2012, ma era rimasto inapplicabile proprio a causa della mancanza, nella maggioranza dei casi, di una disciplina collettiva che ne consentisse l’attuazione. Già in passato il legislatore aveva dimostrato consapevolezza rispetto alla necessità di un corretto coordinamento tra le esigenze del lavoratore e quelle del datore di lavoro, ontologicamente opposte anche su questo profilo (tra gli altri).

Ci si riferisce, ad esempio, alla disciplina dei riposi giornalieri della lavoratrice madre – ex art. 10, della legge 30 dicembre 1971, n. 1204, poi integralmente sostituita ad opera dell’art. 39, d.lgs. n. 151/2001 – che attribuisce a quest’ultima il diritto a due ore di riposo durante la giornata lavorativa (o un’ora in caso di giornata lavorativa di durata inferiore a sei ore). Tale fondamentale riconoscimento è stato mitigato dall’art. 10 del D.P.R. n. 1026/1971, che indica al lavoratore la necessità, in fase di richiesta e collocazione dei suddetti permessi, di «tenere conto» anche delle esigenze di servizio. Peraltro, in caso di mancato accordo, l’identificazione della soluzione organizzativa è devoluta all’Ispettorato del lavoro. Nel caso dei permessi per allattamento, quindi, nonostante la loro indubbia rilevanza sul piano della conciliazione vita-lavoro, al chiaro riconoscimento dell’obbligo a carico del datore di lavoro di garantire la soddisfazione delle esigenze familiari della propria dipendente è stata affiancata e non frustrata la necessità di addivenire ad accordi finalizzati a scongiurare pregiudizi ad entrambe le parti coinvolte.

Benché la nuova fruibilità oraria dei congedi parentali presenti, a parere di chi scrive, notevoli affinità anche applicative con la disciplina dei c.d. permessi per allattamento appena descritta, nel primo caso non è stata però prevista alcuna modalità di raccordo con le esigenze organizzative e produttive dell’impresa. È quindi prevedibile – ed anzi auspicabile – un intervento della contrattazione collettiva soprattutto nazionale, capace di raggiungere anche le imprese non sindacalizzate, che, prendendo atto del sempre crescente interesse per i lavoratori verso gli strumenti di conciliazione vita-lavoro, con conseguente possibile aumento della relativa fruizione, andasse a rimodulare le modalità di esercizio del diritto al congedo su base oraria, in funzione di una maggiore sostenibilità per le imprese. Ad ogni modo, pur in mancanza di esplicita indicazione normativa, nulla impedirebbe alle parti (datore di lavoro e lavoratore) di definire accordi proprio sulle condizioni o sui limiti generali cui i lavoratori dovrebbero attenersi in fase di collocazione dei congedi su base oraria, anche se ciò, a ben vedere, d’altra parte mal si concilierebbe con la velocità e la semplicità che dovrebbe caratterizzare l’applicazione pratica delle nuove disposizioni.

Si rileva, inoltre, come la lettura complessiva della disciplina delle misure di conciliazione vita-lavoro (ad es. nuove disposizioni sul congedo di maternità in caso di parti prematuri, congedo su base oraria, estensione della fruibilità del congedo parentale fino ai 12 anni di vita del bambino), benché queste ultime siano indubbiamente apprezzabili dal punto di vista sociale, possa risultare, soprattutto agli “occhi” delle PMI ed in un contesto sociale in cui le donne vivono ancora alcune penalizzazioni nel mondo del lavoro, organizzativamente ed economicamente onerosa, concretizzandosi in un ulteriore disincentivo all’assunzione di giovani donne. A margine dell’intervento della contrattazione (anche decentrata), che potrebbe mitigare la suddetta onerosità, sarebbe forse stato utile, inoltre, prevedere misure incentivanti, anche assimilabili alla defiscalizzazione prevista per il welfare aziendale, volte a controbilanciare la flessibilità richiesta alle imprese. In questa ottica si è probabilmente mosso il legislatore rispetto alla novità introdotta per il telelavoro, con la finalità di favorire l’implementazione di best practice di lavoro flessibile, prevedendo, in particolare, la possibilità che i telelavoratori non siano computati nel numero complessivo dei lavoratori, al fine della applicazione dei vari istituti di legge (modalità da sempre ritenuta estremamente “incentivante”).

* Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Bergamo

 


La birra artigianale prende il volo. A Orio il primo pub monomarca, firmato Elav

Da una parte un aeroporto che scala le classifiche nazionali. Dall’altra un birrificio che di idee e progetti ne sforna a raffica. È così che per la prima volta in un aeroporto italiano apre un pub momonarchio di birra artigianale.

Succede nell’area imbarchi di Orio al Serio ad opera del Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo, che ha siglato una partnership con la società che gestisce l’area per allestire e fornire lo spazio con le proprie birre e tutti i prodotti a marchio. Si tratta di  un pub tutto italiano dove i passeggeri in partenza potranno rilassarsi in attesa del proprio volo. Dieci spine offrono le birre cult del birrificio e a rotazione le speciali e stagionali, mentre sugli scaffali si trovano tutte le altre etichette Elav in bottiglia, da acquistare e portare anche in volo. In più i gadget Elav e tutti i prodotti dolciari della linea “Dissonanze di Elav”.

birrificio elav in aerporto orio al serio 2Forte di un incremento del 18,6% nel 2105, che ha portato a superare la quota dei 10 milioni di passeggeri (10.404.625), lo scalo bergamasco è impegnato a sostenere le potenzialità di traffico e a garantire al contempo la qualità dei servizi all’utenza, alle compagnie aree e agli operatori. Tra le azioni di adeguamento delle infrastrutture dedicate ai passeggeri, l’apertura di nuove attività nell’area imbarchi e da qui la possibilità di creare uno spazio unico nel suo genere con il primo pub di birra artigianale italiana a marchio.

«Un’importante novità che inaugura una nuova tendenza – spiega il Birrificio Elav -. Se infatti all’interno degli aeroporti siamo stati abituati a trovare prodotti di qualità e prestigio, perché così succede a moda e accessori e sempre più anche in riferimento al food&beverage, per il prodotto birra l’offerta si era fino ad ora limitata quasi esclusivamente a marchi industriali. Da parte sua la birra artigianale italiana ha raggiunto in questi ultimi anni livelli di qualità importanti, nonché un’ottima reputazione anche in ambito internazionale. Il posizionamento di Elav all’aeroporto di Orio risulta in questo senso come una naturale conseguenza di questo doppio movimento verso la qualità ed offrirà la possibilità al pubblico internazionale in transito ad Orio di godersi un’ottima birra artigianale Elav, sia prima che durante un volo. Oltre infatti a poter scegliere tra una vasta gamma di prodotti alla spina da godersi per ingannare l’attesa e l’ansia del volo, sarà anche possibile acquistare le bottiglie dallo scaffale o le stesse birre alla spina spillate con uno speciale sistema a pressione in bottiglie sigillate take-away da 1 litro».


Aprire un franchising, per chi sceglie i Distretti contributo di 10mila euro

Anche l’ultimo tassello del progetto pilota “Fare impresa in franchising in Lombardia” è andato al proprio posto. È stato infatti pubblicato oggi e si aprirà il 10 febbraio il bando con il quale la Regione Lombardia, attraverso Unioncamere Lombardia, mette a disposizione degli aspiranti imprenditori 452mila euro per agevolare l’avvio dell’attività all’interno di negozi sfitti.

Il progetto vuole promuovere il rilancio dei centri urbani ed ha coinvolto in cinque mesi di lavoro oltre 100 imprese del franchising e 25 distretti del commercio lombardi, tra cui anche quello di Bergamo. I Duc hanno avuto il compito di fare una ricognizione delle unità immobiliari sfitte della propria area e, mappe alla mano, incontrare i franchisor che hanno manifestato interesse ad aprire nuovi punti vendita nei centri storici della Lombardia, agevolando perciò l’analisi dell’offerta e delle opportunità.

A Bergamo sono stati censiti 146 spazi liberi ed è stata raccolta la disponibilità di una quindicina di proprietari immobiliari a partecipare al piano.

Ora la palla passa a chi vuole aprire l’attività in affiliazione, che potrà contare su un contributo a fondo perduto dell’importo fisso di 10mila euro a fronte di un investimento non inferiore a 20mila. A questo si potranno aggiungere ulteriori agevolazioni messe a disposizione dei Comuni, dai proprietari immobiliari e dai franchisor.

  • SOGGETTI DESTINATARI

Possono partecipare al bando aspiranti imprenditori che, nelle location individuate dal progetto, intendono avviare un’attività in franchising o imprese già esistenti che intendono riconvertire o ampliare la propria attivita’ attraverso l’affiliazione ad uno dei franchisor coinvolti nella misura.

  • ENTITÀ E TIPOLOGIA DEL CONTRIBUTO

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto di importo fisso pari a 10.000 euro, finalizzato alla copertura di un investimento non inferiore a 20.000 euro. Al contributo si sommano i benefici e le agevolazioni messe a disposizione dal Comune, dai proprietari immobiliari e dal franchisor.

  • SPESE AMMISSIBILI

Opere inerenti la struttura del punto vendita (opere strutturali e murarie, opere impiantistiche, riqualificazione del punto vendita); opere inerenti l’allestimento del punto vendita e le attrezzature; acquisto di software e hardware e altri beni strumentali necessari per il punto vendita.

  • TERMINI

L’aspirante franchisee può presentate la propria candidatura dalle ore 12 del 10 febbraio 2016 alle ore 16 del 14 aprile 2016.

  • CANDIDATURA

L’imprenditore (o aspirante) seleziona sul portale fino a 10 franchisor di potenziale interesse e invia la propria candidatura

  • NEGOZIAZIONE

I franchisor selezionati contattano il candidato e, d’intesa con i Duc, viene individuata la location. La fase si conclude con l’affiliazione ad un franchisor e la sottoscrizione almeno di un contratto preliminare di locazione.

  • RICHIESTA DI CONTRIBUTO

Il candidato perfeziona sul portale la richiesta di contributo, a fronte di un piano d’investimento di almeno 20.000 euro.

Per approfondire i contenuti del bando e le procedure di partecipazione è possibile consultare il Sistema Informativo www.bandimpreselombarde.it