Lavoro, a Bergamo saldo positivo grazie al commercio

commessa_optLe comunicazioni di avviamento in provincia di Bergamo nell’intero anno 2015 sono state complessivamente 142.261 (+15,3% rispetto alle 123.330 del 2014) a fronte di 141.747 comunicazioni di cessazione (+9,7% in confronto alle 129.941 del 2014). Il saldo globale tra contratti e comunicazioni di avviamento e di cessazione nel 2015 è leggermente positivo (+514), dopo tre anni consecutivi di saldi marcatamente negativi. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Provinciale del mercato del lavoro sui dati e flussi del 2015. Un incremento ancor più netto riguarda le comunicazioni totali di trasformazione del rapporto di lavoro tra diverse tipologie di contratto o modalità orarie di lavoro: nel 2015 sono state 18.553, +80,1% rispetto alle 10.304 dell’anno precedente. In forte crescita anche le comunicazioni di proroga (riguardanti in larghissima misura i contratti a tempo determinato) che sono state 37.421 (+38,8% sulle 26.953 del 2014). La dinamica intra annuale evidenzia nel quarto e ultimo trimestre del 2015, con un evidente picco a dicembre, una crescita tendenziale vistosa delle trasformazioni (più che raddoppiate rispetto all’ultimo trimestre del 2014), degli avviamenti (cresciuti di oltre un terzo) e delle proroghe. Meno netto l’aumento tendenziale delle cessazioni che tipicamente si concentrano negli ultimi mesi dell’anno.

Con riferimento alle tipologie contrattuali, gli avviamenti a tempo indeterminato nel corso del 2015 sono stati 38.895 (+58,5% rispetto ai 24.534 del 2014). Per la prima volta dopo tre anni gli avviamenti a tempo indeterminato hanno superato, di poco, le corrispondenti cessazioni (38.239, +7,5% sul 2014). La modalità d’avviamento più ricorrente resta quella a tempo determinato con 52.743 comunicazioni (+5,8% sulle 49.838 del 2014); le corrispondenti cessazioni (48.851) sono aumentate del +8,8%. Aumentano in misura considerevole tra gli avviamenti anche le comunicazioni di tirocinio (4.491, +31% sul 2014) e i contratti di somministrazione (27.188, +16,5%), questi ultimi tipicamente destinati, per la loro breve durata, ad altrettante cessazioni. Si riducono invece gli avviamenti al lavoro parasubordinato (4.852, -27,6% sul 2014), i contratti di apprendistato (3.381, -17,5%), gli avviamenti al lavoro domestico (3.855, -6,3%) e al lavoro intermittente (3.766, -9,2%).

Se si considerano congiuntamente gli ingressi (avviamenti), le uscite (cessazioni) e le trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato spicca il saldo netto dei contratti a tempo indeterminato (+13.531 nel corso del 2015, in larghissima misura dovuto alle trasformazioni) che compensa il bilancio negativo dei contratti a tempo determinato (-7.651), del lavoro parasubordinato (-2.185), dell’apprendistato (-963) e degli altri contratti, ad esclusione dei tirocini. Il boom dei contratti a tempo indeterminato si è concentrato nell’ultimo trimestre del 2015 con 12.326 avviamenti (contro i 4.318 del quarto trimestre 2014) e 6.105 trasformazioni (contro le 1.326 di un anno addietro). Si assiste ad uno spostamento nelle preferenze delle forme contrattuali adottate dai datori di lavoro, sintetizzato dalla variazione dell’incidenza percentuale degli avviamenti a tempo indeterminato (27,3% degli avviamenti complessivi nel 2015, in crescita sulla quota del 19,9% nel 2014), di quelli a tempo determinato (in calo al 37,1% del totale nel 2015 contro una quota del 40,4% nel 2014) e del lavoro parasubordinato (al 3,4% nel 2015 contro il 5,4% del 2014), quest’ultimo costituito in buona misura da “collaborazioni” non più consentite dalle nuove norme.

Il cambiamento della composizione contrattuale è influenzato dalle novità normative del 2015: in particolare, oltre al già ricordato esaurimento delle collaborazioni parasubordinate, la decontribuzione su assunzione o trasformazione in contratto a tempo indeterminato (Legge di stabilità del 23 dicembre 2014) e la regolazione “a tutele crescenti” dei nuovi contratti a tempo indeterminato (Jobs Act), la prima in vigore dal 1° gennaio 2015, la seconda da marzo 2015. L’osservazione dell’andamento mensile di avviamenti e trasformazioni dei contratti a tempo indeterminato, con il già citato “picco” nell’ultimo trimestre del 2015, rende plausibile l’ipotesi che l’annunciata riduzione della decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2016 abbia favorito il boom delle trasformazioni e indotto un’anticipazione delle assunzioni previste per l’immediato futuro.

Ai fini di un’analisi più omogenea del mercato del lavoro è bene circoscrivere l’analisi alle comunicazioni relative al lavoro dipendente e parasubordinato. Questo sottoinsieme ha registrato, nell’intero anno 2015, 127.059 avviamenti (+17,1% sull’anno precedente) e 125.259 cessazioni (+9,6% annuo), con un saldo positivo di 1.800 contratti che interrompe una serie triennale di bilanci pesantemente negativi. In specifico, i contratti di lavoro dipendente hanno visto 122.207 avviamenti contro 118.222 cessazioni con un saldo positivo di 3.985 contratti. Il lavoro parasubordinato ha visto invece prevalere sugli avviamenti (4.852) le cessazioni (7.037) con un saldo negativo di 2.185 contratti. Il saldo positivo (1.800) dell’insieme dei contratti di lavoro parasubordinato e dipendente è dovuto a un bilancio positivo nel commercio e servizi (+3.248 contratti), al sostanziale equilibrio (+22) tra ingressi e uscite in agricoltura, al saldo negativo dell’edilizia (-1.216, in lenta attenuazione rispetto agli anni precedenti) e al deciso recupero dell’industria che dopo tre anni consecutivi di perdite massicce, tra le 3mila e le 4 mila unità, chiude con un risultato solo di poco negativo (-253).

Spostando l’analisi dai contratti ai lavoratori coinvolti, le persone complessivamente avviate nel corso del 2015 sono state 104.445 (+13,5% su base annua) contro 106.923 cessate. Il saldo è negativo (-2.478) ma in riduzione rispetto ai tre anni precedenti. Se si circoscrive l’analisi ai soli lavoratori parasubordinati e dipendenti, il saldo negativo si riduce a -905, dovuto in prevalenza a maschi (-883, contro -21 per la componente femminile), di nazionalità italiana (-1.341), mentre il saldo dei lavoratori stranieri è positivo (+411). Il saldo è, tipicamente, positivo tra minori di 30 anni e negativo nelle classi più anziane. Confortante notare che la dimensione del saldo giovanile (+4.885) è la più elevata da tre anni a questa parte.  Per quanto riguarda i titoli di studio degli avviati e cessati per il complesso delle comunicazioni, il saldo è negativo per i lavoratori meno scolarizzati ed è positivo per i lavoratori in possesso di diploma (+648) e di laurea (+983).


Upag, la sicurezza in agricoltura fa il pieno

Convegno Upag 2016 - plateaL’ampia partecipazione – circa 450 persone – ha confermato che si tratta ormai di un appuntamento fisso per il mondo dell’agricoltura e di chi si occupa di attrezzature, non solo in provincia di Bergamo ma anche in Lombardia e nelle regioni vicine.

A Treviglio, nell’auditorium della Same Deutz-Fhar, ha fatto il pieno il terzo convegno del ciclo “Agricoltura sicura” che l’Upag, l’Unione dei professionisti Agri Garden aderente all’Ascom di Bergamo, ha organizzato in collaborazione con Confai, Coldiretti e Confagricoltura provinciali, scegliendo di approfondire, nell’occasione, il tema dell’impiego in sicurezza delle attrezzature utilizzate anche dai non professionisti, quali trattorini per la manutenzione del verde, motoseghe e decespugliatori manuali.

Un argomento particolarmente sensibile, considerata la frequenza di incidenti e infortuni dovuti a un utilizzo non corretto di attrezzi alla portata di tutti. A fare gli onori di casa Giuseppe Tufano, direttore commerciale Italia di Same Deutz-Fahr, seguito dagli interventi di Vanni Ferrari, product manager di SDF che ha presentato un trattorino novità, e di Giorgio Mura, responsabile tecnico di Stihl, che ha ben illustrato i diversi aspetti della sicurezza, dai dispositivi di protezione individuale alla sicurezza attiva delle attrezzature, a quella comportamentale, fino alle indicazioni per la scelta delle dotazioni e la corretta manutenzione. La criticità più evidente riguarda l’elevata diffusione decespugliatori e motoseghe vecchi o obsoleti, che mettono a rischio anche persone esperte.

Si è parlato inoltre di sorveglianza sanitaria in agricoltura e nella manutenzione del verde, grazie al professor Claudio Colosio, direttore del “Centro Interregionale Salute Rurale” dell’Ospedale San Paolo di Milano, che ha sottolineato l’importanza di una maggiore attenzione alla fruizione in azienda del “medico del lavoro”,  un diritto per il salariato, anche stagionale (Decreto del 27 marzo 2013 del Ministero del Lavoro), ma anche un’opportunità per il piccolo imprenditore.

L’incontro è servito anche a fare il punto sulle normative in tema di patentino trattori e revisione delle macchine agricole, con Matteo Guerretti, consulente agronomo e coordinatore del convegno. Per quanto riguarda l’abilitazione alla guida trattori, è bene ricordare che non ci sono state ulteriori proroghe e l’obbligo è scattato lo scorso 31 dicembre. Gli utilizzatori sono perciò tenuti ad effettuare quanto prima il corso di abilitazione, ad eccezione di coloro che dispongono di esperienza biennale documentata e certificata.

Slitta di sei mesi, invece, dal primo gennaio al primo luglio 2016, l’inizio revisione dei trattori agricoli, poiché non sono ancora state definite completamente le norme attuative. Resta immutata la scadenza per i trattori immatricolati prima del 1973, che dovranno effettuare la revisione entro il 31 dicembre 2017.

convegno Upag 2016 - tavola rotondaIl convegno si è concluso con una tavola rotonda con i relatori moderata da Marco Limina, direttore di MAD – Macchine Agricole Domani. «Il punto di partenza era la sicurezza in agricoltura – commenta  Giuseppe Ogliari, segretario dell’Upag – ma l’appuntamento è stato molto di più: parecchia informazione che comprendeva anche aspetti tipici della formazione, opinioni ed esperienze a confronto, interazione con i partecipanti. I commenti positivi da parte di tutti offrono già da ora nuovi stimoli al gruppo di organizzatori per il convegno del prossimo anno».

 

 


L’innovazione? È anche questione di metodo. Seminario gratuito a Dalmine

idea innovazioneMercoledì 2 marzo, alle ore 17 al Point di Dalmine (in via Pasubio 5/ang. via Einstein) è in programma il seminario “Innovare con metodo: dalle nuove tecniche per il trasferimento tecnologico ai metodi di innovazione sistematica (Triz)”. L’incontro è promosso nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle Mpmi bergamasche”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le locali Organizzazioni di categoria, con il supporto tecnico-scientifico dell’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio e del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo.

L’innovazione rappresenta oggi uno dei vantaggi competitivi più importanti per la crescita e il successo delle attività imprenditoriali, ma il processo di innovazione non può certo essere affidato al caso. Può essere utile, ad esempio, applicare le teorie della cosiddetta “innovazione sistematica” e sfruttare i più recenti strumenti per la ricerca delle informazioni brevettuali e del trasferimento tecnologico.

Il seminario, rivolto a tutte le micro, piccole e medie locali ma aperto a tutti gli interessati, permetterà sia di valorizzare i percorsi di innovazione di tipo sistematico rispetto alle pratiche più tradizionali, sia di presentare le ultime novità tecnologiche a disposizione della ricerca brevettuale (ad esempio i motori di ricerca brevettuali basati sulla semantica, le banche dati di effetti fisici e chimici ad accesso gratuito).  Nell’ambito dell’incontro saranno inoltre presentati recenti casi studi condotti con aziende del territorio che hanno testato gli strumenti presentati.

GLI ARGOMENTI TRATTATI
  • Introduzione sui metodi per fare innovazione di prodotto in modo sistematico
  • Le ultime novità sugli strumenti per il trasferimento tecnologico e la cross fertilization
  • L’evoluzione del metodo Triz come strumento per innovare nella piccola e media impresa
  • Il ruolo della brevettazione nel processo inventivo.

La partecipazione al seminario è gratuita; per iscrizioni consultare il sito www.bergamosviluppo.it.


Adapt / Dipendenti o autonomi, il lavoro del futuro è molto di più

di Francesco Seghezzi*

 

In questi giorni in Senato è in discussione il cosiddetto Statuto del lavoro autonomo. Con questa espressione si indica un disegno di legge che il governo ha presentato e che ha l’obiettivo di regolare da un lato il lavoro autonomo e dall’altro il cosiddetto lavoro agile. Non è questo il luogo per entrare nei dettagli del testo, né per valutarne i singoli aspetti. Ma l’occasione consente di riflettere meglio su una delle dorsali lungo le quali si muove il Jobs Act, ad oltre un anno dalla sua approvazione: la distinzione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato. La politica del lavoro del governo Renzi ha avuto come scopo quello di tentare di eliminare le aree grigie che si trovano tra queste due forme di impiego. In questo senso vanno lette le norme che hanno eliminato i cocopro e hanno tentato di ricondurre le false partite iva nell’alveo del lavoro subordinato. L’assunto di partenza è quindi che possano essere chiaramente distinte le due tipologie, potendo identificare senza troppi dubbi cosa è lavoro dipendente e cosa è lavoro autonomo. Così facendo tutte le forme di impiego ricondotte al lavoro subordinato dovranno rispettarne le norme e i principi, primi fra tutti la subordinazione a orari, direttive, presenze sui luoghi di lavoro, dipendenza dai mezzi di produzione ecc. A ciò si affianca la seconda grande linea guida del Jobs Act, ossia che il lavoro subordinato deve essere sempre più stabile, riproponendo la vecchia distinzione tra stabilità e precarietà che proprio l’introduzione del contratto a tutele crescenti, senza articolo 18, ha contribuito, meritoriamente, a dissolvere nei fatti. Fin qui tutto chiaro, ma sorge una domanda: siamo sicuri che nel mercato del lavoro di oggi, e il mondo del lavoro in generale, si possa chiaramente distinguere tra queste due forme e giocarsi unicamente sulla dipendenza o meno da un datore di lavoro?

Lavoro Jobs ActSono diversi i segnali che sembrano mettere in dubbio questa tesi. In un recente Libro Verde pubblicato dal ministero del lavoro tedesco dal titolo Work 4.0 si sostiene che oggi le preferenze dei lavoratori, in particolare dalla generazione dei millennials in poi, siano completamente diverse da quelle del Novecento industriale. E questo non solo per le nuove forme di economia dei servizi, ma per esigenze di vita e di carriera che non possono oggi faticano a coincidere con il tradizionale modello del lavoro subordinato. Molti lavoratori oggi sono interessati a cambiare spesso lavoro, a poter gestire autonomamente i loro tempi e luoghi di lavoro facendosi valutare e retribuire sulla base dei risultati e della produttività, coinvolgersi in lavori per progetti e fasi, magari anche rapide, che possano sia stimolarli continuamente che consentirgli acquisizioni di nuove competenze. Il paper tedesco sostiene quindi che sia fuori tempo parlare ancora di standard employment relationship e che sia necessario dirigersi verso forme di lavoro caratterizzate da una maggior sovranità del lavoratore sui tempi di lavoro e soprattutto su una vera “flessibilità nello sviluppo di piani lavorativi”. E a chiarire di cosa parliamo per indicare queste forme di lavoro non-standard, che spesso in Italia vengono tacciate di diffondere il precariato, ci viene in aiuto una ricerca dell’Eurofund su “New forms of employment” in cui si analizzano quelle nuove tipologie di lavorano che caratterizzano i mercati contemporanei. A leggerlo ci si stupisce che molte di queste, come il job-sharing, l’employee sharing, il casual work ed altre siano in parte quelle tipologie contrattuali che il Jobs Act ha cancellato nel nuovo codice dei contratti. Molte di queste, come l’ICT-based mobile work, si trovano proprio in quell’area grigia tra lavoro autonomo e subordinato che il governo vuole provare ad ingabbiare nelle, strette, maglie del lavoro dipendente. Questi sono solo alcuni spunti, ma vi sono molti altri fattori, di tipo soprattutto manageriale che portano a dire che i modelli di business delle imprese contemporanee siano essi stessi lontani dall’aver bisogno di un tradizionale lavoratore subordinato.

Alcuni passi sono stati fatti in questo senso, in particolare il tentativo di diffusione dei voucher, per venire incontro a quelle forme di lavoro occasionale che spesso sfociano nel lavoro nero, ma come possiamo vedere dagli ultimi dati sull’aumento del loro utilizzo il rischio è proprio quello che vengano utilizzati come contenitore per tutta quell’area grigia che si sperava di eliminare. Ci troviamo così ad una notevole diminuzione dei contratti di collaborazione (che pur restano vivi nella forma dei cococo) ma al travaso di questi rapporti nel lavoro accessoria a mezzo voucher, che rischia di essere una copertura di nuovo lavoro nero. A ben vedere infatti è questo il rischio più grande: che la convinzione nella cancellazione dell’area grigia porti ad un aumento di lavoro sommerso o a contratti minimi per coloro che vogliono lavorare per progetti, fasi e missioni e che oggi non trovano una adeguata formula.

Bisogna quindi creare nuove tipologie contrattuali? Questa potrebbe essere una soluzione, concentrando lo sforzo su quei lavori dall’alto livello di competenze per evitare degenerazioni come avvenuto con i cocopro, individuando meccanismi per confinare questi contratti a chi veramente si muove lungo le linee guida del lavoro del futuro. Allo stesso modo è importante, se si sceglie di ricondurre tutto al lavoro subordinato, sciogliere quei lacci e lacciuoli che oggi lo rendono troppo granitico. In questo può essere una opportunità la recente discussione sul lavoro agile, se impostata correttamente. Ossia norme che consentano a qualunque lavoratore, a prescindere che sia autonomo o subordinato, di essere veramente agile nell’organizzazione dei tempi e luoghi di lavoro e della valutazione sulla base dei risultati. Andare oltre quindi ai vincoli della subordinazione che invece il disegno di legge governativo ripropone, facendo esplodere i limiti della visione rigida e schematica del Jobs Ace laddove ora si immagina possibile un lavoratore dipendente che però lavora a risultato come un autonomo. A questo occorrerebbe affiancare a questo un moderno sistema di politiche attive del lavoro che faccia sì che gli stessi passaggi tra un posto di lavoro e l’altro abbiano una parallela agilità e flessibilità a vantaggio del lavoratore. Sarebbe interessante per questo valutare come e se applicare anche in Italia la proposta di portable benefits lanciata dai freelance americani. Non si tratta di una sfida semplice, perché impone una rivoluzione nei vecchi schemi e delle vecchie norme che compongono il diritto del lavoro italiano. Ma un governo che voglia davvero guidare il cambiamento e non subirlo, e non farlo subire ai lavoratori, dovrebbe coglierla al volo.

 

*Responsabile comunicazione e relazioni esterne ADAPT


“Credito Adesso”, agevolazioni finanziarie anche alle agenzie di viaggio

viaggio aereo vacanza“Abbiamo deciso di adeguare i contributi concessi alla mutate condizioni del mercato finanziario e, soprattutto, di ampliare le modalità di accesso ad una misura che é in grado di dare nuovo ossigeno alla imprese. Importanti novità riguardano anche le agenzie di viaggio che, con un programma di particolari agevolazioni finanziare, rientreranno tra i beneficiari di questa iniziativa sostenuta da un’importante dotazione di 150 milioni di euro”. Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, annunciando al termine della seduta di Giunta il rilancio e la rimodulazione di “Credito Adesso”, il progetto nato nel 2012 in collaborazione con Finlombarda per combattere la crisi di liquidità delle micro, piccole e medie imprese lombarde. “La crisi di liquidità – ha spiegato Parolini – è un fattore che compromette anche in maniera irreversibile la competitività delle imprese. Con questo intervento andiamo a sostenere le aziende che sono alle prese con ritardi dei pagamenti e difficoltà di accesso al credito, finanziando anche l’80% del valore degli ordini, con importi fino a 750mila euro per le pmi e a 1,5 milioni per le imprese che contano da 250 a 3000 dipendenti, in modo da dare fiducia e nuovo slancio in un momento in cui si stanno intravedendo i primi segnali di ripresa”. “Abbiamo inoltre riservato un’attenzione particolare al settore delle agenzie di viaggio, che – ha sottolineato l’assessore – conta oltre tremila imprese e ottomila lavoratori e che sta attraversando un momento di crisi profonda, innalzando fino al 4% il contributo regionale sull’abbattimento del tasso di interesse”. L’assessore Parolini, che nei mesi scorsi aveva incontrato i rappresentanti delle agenzie di viaggio, Confesercenti, Ascom e Confcommercio, ha rimarcato “il quadro preoccupante contraddistinto da una percezione diffusa di insicurezza resa viva dai tristi fatti di cronaca internazionale legati al terrorismo che ha ridotto la propensione dei viaggiatori a raggiungere mete invernali tradizionali, come era ad esempio il Mar Rosso”. “A questa emergenza contingente – ha continuato – si aggiunge poi una crisi più strutturale delle agenzie di viaggio, che operano oggi in un contesto che, sotto la spinta messa in atto da internet e delle nuove tecnologie, ha cambiato profondamente le abitudini dei consumatori e le loro modalità di organizzare dei viaggi”. “Con l’intervento odierno – ha evidenziato Parolini – ci impegniamo ad affrontare in maniera concreta la situazione contingente. Ci stiamo muovendo anche sul fronte nazionale segnalando la situazione al Ministero del Turismo e al Ministero del Lavoro, nonché ai vertici della Commissione turismo e della Commissione attività produttive della Conferenza delle Regioni. Inoltre ci stiamo attivando con l’Agenzia Regionale per il Lavoro per l’attivazione di forme speciali di tutela del lavoro in favore di questo settore, come la cassa integrazione in deroga e i contratti di solidarietà”.  “Da parte nostra – ha concluso l’assessore – ci siamo messi subito al lavoro per attuare i principi della nuova legge regionale sul turismo su due principali linee d’azione: una stretta sui controlli per garantire un ambito di concorrenza leale combattendo l’abusivismo e una serie di misure per accompagnare le agenzie di viaggio verso una ridefinizione condivisa del proprio ruolo, ampliando le loro funzioni e puntando sull’innovazione, sulla formazione e su un percorso di riconversione verso l’incoming o verso un’attività prevalente di tipo consulenziale. Insomma, occorre aiutare le agenzie di viaggio a reggere questa situazione di emergenza e a trovare nuove forme organizzative e prodotti per adeguarsi al cambiamento del mercato, anche attraverso l’attivazione di reti e di servizi integrati”.

LA SCHEDA

Di seguito i punti principali del provvedimento riguardante la misura “Credito adesso”, approvato oggi dalla Giunta.

Credito Adesso

E’ un’iniziativa della Regione nel 2012, e realizzata in collaborazione con
Finlombarda, per sostenere il fabbisogno di capitale circolante connesso all’espansione commerciale delle micro, piccole e medie imprese operanti in Lombardia mediante la concessione di finanziamenti chirografari dietro presentazione di uno o più ordini, prenotazioni, contratti di fornitura di beni e/o servizi.

Risorse

Ammontano a 150 milioni di euro, così ripartiti: 60 milioni da Finlombarda- Banca Europea degli Investimenti (BEI), 90 milioni
da banche convenzionate e 9 milioni di Regione Lombardia (per contributo in conto interessi).

Destinatari

Piccole e medie imprese, imprese fino a 3mila dipendenti (mid cap) e Agenzie di Viaggio.

Azioni

Le azioni prevedono: concessione di finanziamenti agevolati alle imprese con modalità ordinaria (finanziamento pari all’80% del valore degli  ordini, fino a 750 mila euro per le PMI e fino a 1,5 milioni per le mid cap); concessione di finanziamenti agevolati alle imprese con modalità semplificata (finanziamento senza la presentazione di ordini, da un minimo di 18 mila euro fino ad un massimo di 200 mila euro); contributo
regionale sull’abbattimento del tasso di interesse.

Agenzie di viaggio

La rimodulazione della misura prevede l’introduzione delle agenzie di viaggio tra i beneficiari, con agevolazioni addizionali.

Prcentuali abbattimento tassi

Il contributo regionale sull’abbattimento del tasso di interesse è pari al  2% per tutti i settori di attività; 3% per tutte le Agenzie di viaggio; 4% per le Agenzie di viaggio che dimostrino di aver diversificato la propria attività.


Prezzi in città, a febbraio in salita gli alimentari

frutta-e-verdura-di-stagione-febbraioNel mese di febbraio, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, non subisce alcuna variazione rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) si attesta a +0,3%, in diminuzione rispetto al +0,5% registrato il mese scorso.

La variazione più marcata si registra nella divisione “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” con aumenti di carni (0,6%), frutta (2%), vegetali (1,3%), caffè, tè e cacao (0,5%), oli e grassi (0,5%) e zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (0,7%).

Lieve aumento per le divisioni “Abbigliamento e calzature”, “Altri beni e servizi” e “Ricreazione, spettacolo e cultura” dove in quest’ultima si evidenziano rincari di apparecchi fotografici e cinematografici, pacchetti vacanza, articoli per giardinaggio, piante e fiori; in calo supporti di registrazione, giochi e hobby e prodotti per animali domestici.

In discesa la divisione delle “Comunicazioni” con diminuzioni di servizi e apparecchi telefonici e telefax; in aumento i servizi postali. Seguono i “Trasporti” dove a scendere sono soprattutto i carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati e la spesa per il trasporto aereo passeggeri e per quello marittimo; in salita il trasporto su rotaia. Negativa anche la spesa per le “Bevande alcoliche e tabacchi” a causa del calo dei vini; rincarano gli alcolici (+0,8%). Medesima variazione per “Servizi ricettivi e di ristorazione” dove a scendere sono i servizi di alloggio. Invariate le divisioni, “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” , “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Servizi sanitari e spese per la salute” e ”Istruzione”.

tabella prezzi Bergamo febbraio 2016


San Pellegrino, la Regione conferma i fondi anche con l’Accordo di programma modificato

Grand Hotel San pellegrinoOtto milioni per il recupero della funicolare Vetta e parco adiacente e per per il recupero dello storico Grand Hotel. Questo il contenuto del terzo atto integrativo all’accordo di programma su San Pellegrino sottoscritto oggi al termine della Giunta regionale lombarda, che si è tenuta nello palazzo storico dell’ex Casinò del Comune bergamasco. Soddisfatto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che ha sottolineato “la grande collaborazione fra istituzioni – Regione, Comune e Provincia – e soggetti privati. Una sinergia, che qui funziona e da buoni frutti”.  Questi territori e questi palazzi – ha sottolineato – sono posti splendidi, che meritano di essere ancora più valorizzati. Noi – ha affermato – abbiamo la possibilità di farlo. Dal prossimo 29 maggio – ha sottolineato – parte l’anno del turismo della Regione Lombardia. La nostra terra è famosa per la sua operosità e le sue tante industrie, ma è anche un posto bellissimo che noi vogliamo promuovere maggiormente, facendola conoscere meglio anche all’estero”. “In questo Anno del turismo – ha rilanciato il presidente, chiamando in causa l’assessore Mauro Parolini – dobbiamo dare il via a molte iniziative sul territorio, coinvolgendo le province. E San Pellegrino insieme a Clusone, potrebbero essere luoghi perfetti per essere teatro di eventi finalizzati proprio alla promozione internazionale della Lombardia”. “E’ un intervento importante per la Val Brembana, un impegno consistente da parte della Regione, non scontato: la scelta del presidente Maroni di confermare lo stanziamento di 8 milioni a fronte di una modifica sostanziale dell’Accordo di Programma testimonia l’attenzione della Giunta regionale a questo territorio”. Lo ha detto il sottosegretario di Regione Lombardia ai Rapporti con il Consiglio regionale e Politiche per la Montagna, Ugo Parolo, intervenendo alla cerimonia di sottoscrizione) del terzo atto integrativo dell’Accordo di Programma a San Pellegrino). Oltre al presidente Maroni e a numerosi assessori della giunta regionale, hanno partecipato all’incontro il sindaco di San Pellegrino Vittorio Milesi, Antonio Percassi (presidente
“Sviluppo San Pellegrino srl”), Gianluca Spinelli (amministratore unico “Resort srl”) e l’assessore alle Grandi opere, Infrastrutture e Viabilità  della Provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi.
” Maroni ha voluto confermare le risorse  – ha aggiunto Parolo – e siamo sicuri che questi fondi consentiranno da un lato di far partire il recupero di un’infrastruttura fondamentale all’interno del progetto che è la funicolare Vetta e, dall’altra permetteranno, insieme a ulteriori stanziamenti di cui il Comune di San Pellegrino già dispone, di recuperare completamente il Grand Hotel”. “E’ una scommessa – ha detto ancora il sottosegretario Parolo – ma sono sicuro che si può vincere, anche perché la collaborazione tra pubblico e privato in questo caso si sta dimostrando la carta vincente in un momento di criticità economica”.


Il video della goliardata finisce in rete. E il ristorante perde clienti

Ristorante La Campagnola LovereCapita che in una notte in cui si è un po’ alzato il gomito, dopo che gli ospiti se ne sono andati, in cucina ci si lasci andare a una goliardata. Per fare il simpatico, per ottenere l’attenzione e le risa degli amici. Capita di fidarsi di una persona, che un amico evidentemente non è, che registra tutto con il cellulare.

Capita che il giorno dopo il filmato “compromettente” venga postato in rete e si diffonda nei social network: lo vedono amici, clienti e il passaparola (ma forse in questo caso è più corretto parlare di passavideo) diventa virale. Il ristorante, frequentatissimo, comincia a perdere clienti.

È quanto è successo alla “Campagnola” di Lovere. Per vent’anni è stato “il ristorante” dell’Alto Sebino e della Valcamonica. Ci hanno cenato tutti: operai, coppie, compagnie di amici, ragazzini e anziani. A pranzo e a cena il locale era sempre pieno. Piaceva a tutti, per la cucina semplice e di qualità, ma soprattutto per la simpatia del titolare. Angelo Bozzetti è un ristoratore esuberante, vulcanico, talvolta esagera. Se sei suo amico o anche solo compaesano lo sconto è assicurato, e di questa generosità qualcuno ne ha anche approfittato.

Scrive su Facebook Giovanni, suo amico: «Angelo è brillante, ma soprattutto ci mette il cuore. Ogni tanto magari nell’euforia dei suoi show ha esagerato un po’, ma le risate da piangere se le sono fatte tutti. Ricordo episodi degni del miglior teatro comico. Una cliente inglese voleva il formaggio coi buchi, lui l’aveva finito e gli ha trapanato davanti agli occhi, con tanto di trapano e prolunga, un pezzo di Parmigiano Reggiano. Oppure i famosi bicchierini di vodka che incendiava e si attaccava sul petto, sulla faccia e sulle gambe, per far divertire o semplicemente perché in quel momento gli andava così. E ancora le cantate a squarciagola con spogliarello finale. Ne potrei raccontare a milioni di serate goliardiche. Mi rendo conto – continua Giovanni – che ha fatto una cazzata, ma quante ne abbiamo fatte noi e voi nella vita? Quello che vi chiedo è di passare a trovarlo, mangiarvi qualcosa e farvi una serata diversa. Il posto è bello, la cucina dello chef Natale è ottima e soprattutto il clima è diverso dai soliti ristoranti: “Buona sera, volete ordinare?” Se ci siete già stati in passato tornateci, se non ci siete mai stati andateci per favore. Giuro che non ve ne pentirete…».

Noi non abbiamo voluto vedere il video.  Ma ci uniamo all’invito di Giovanni, perché un errore lo possono commettere tutti, perché crediamo che tanti anni di impegno, di lavoro e di successi non possano essere cancellati da una bravata, anche se di cattivo gusto, e perché la privacy è un diritto involabile.

 


Da Alzano a Copenhagen, «così ho conquistato i palati danesi»

Francesca ParazziTra una ripresa economica che stenta a decollare e i proclami che, più o meno a giorni alterni e da più parti politiche, raccontano di un’economia ora in crescita, ora ferma al palo, la tentazione di uscire dai confini nazionali per farsi una nuova vita e trovare un lavoro è sempre molto forte, soprattutto tra i giovani.

I quali non a caso lamentano in Italia una percentuale di disoccupazione piuttosto alta, che non lascia intravedere almeno nel breve periodo grandi opportunità, se non quelle, nella migliore delle ipotesi, del precariato o del lavoro a tempo determinato. Così vale, ovviamente, anche per il complesso mercato della ristorazione, dove però l’italiano ai fornelli o in sala, può giocare su più fronti, essendo ancora oggi queste due tra le professioni più facilmente esportabili, non a caso presenti in forze in molti Paesi europei e non solo.

ristorante Marchal CopenhagenOltretutto con risultati che spesso sfiorano l’eccellenza, perché quando c’è un riconosciuto talento, spesso, all’estero, finisce per essere premiato, mentre all’interno dei confini italiani non sempre questo accade. Un bell’esempio ci viene fornito dall’avventura un po’ speciale capitata in sorte a Francesca Parazzi, ventottenne bergamasca originaria di Alzano Lombardo che fino a qualche anno fa serviva piattoni di stinco in una birreria bergamasca ed ora si trova a svolgere l’impegnativo ruolo di sous chef nella brigata del ristorante Marchal di Copenhagen, uno degli indirizzi emergenti della cucina nordica, ospitato all’interno dello storico e magnifico Hotel D’Angleterre.

Un percorso a dire il vero non nato dal caso, ma che sembra essere un po’ la bella favola capace di far sgranare gli occhi, un po’ figlia della caparbietà e un po’ del pizzico di fantasia messo in campo da parte della protagonista.

Francesca Parazzi vanta trascorsi professionali piuttosto classici come lei stessa racconta: «Ho frequentato l’istituto alberghiero professionale di Clusone, e all’ultimo anno di specializzazione seguivo gli insegnamenti di Mauro Elli (lo stellato de Il Cantuccio ad Albavilla, in Brianza), che mi ha introdotto al mondo del lavoro. La prima vera esperienza l’ho fatta in un piccolo albergo ad Onore, in provincia, durante le vacanze estive del penultimo anno scolastico. Poi, una volta finiti gli studi, ha lavorato come capo partita in pasticceria presso un ristorante italiano di un golf club a Glasgow in Scozia. In seguito, sempre in pasticceria come commis, sono finita durante l’estate al Castello di Velona, in Toscana e poi all’Hotel Milano di Bratto come commis di cucina, terminando dopo quattro anni come capo partita agli antipasti. La gestione di una cucina in prima persona però è stata quella della birreria Ein Mass a Montello».

E proprio qui scatta la “sliding door” che la convince, per crescere professionalmente, a cercare tramite il web un’opportunità a Copenhagen, dove il compagno Matteo sta effettuando un dottorato in fisiologia dell’esercizio fisico presso l’Università. «Devo dire – ricorda oggi Francesca – che trovare un lavoro in Danimarca è stato piuttosto semplice. E tra i tanti ristoranti che cercavano personale mi sono proposta al Kanalen, un bistrò situato non troppo distante dal famoso Noma che per anni è stato il miglior ristorante al mondo. Ho mandato un curriculum e dopo un breve periodo di prova ho subito iniziato a lavorare come capopartita e successivamente come secondo chef. Il tutto in un periodo che va dal settembre del 2013 al giugno 2014».

Questi dieci mesi trascorsi a stretto contatto con la realtà emergente della cucina nordica si sono subito rivelati fondamentali, per conoscere una nuova materia prima, assimilare nuove metodologie di lavoro e mettersi in mostra grazie a una versatilità e a un rigore che è stato notato immediatamente anche da altri cuochi. Così due anni fa, nel momento di riapertura dello storico Hotel D’Angleterre, completamente rinnovato, si presenta l’opportunità di lavorare con Ronny Emborg, talentuoso cuoco danese che si prende in carico la cucina del Marchal, il nuovo ristorante dell’albergo. Per Francesca è l’approdo verso una cucina e un ambiente più professionali e di maggior spessore, che, tra l’altro, prevedono il confronto con la difficile e più complessa ristorazione d’albergo. Il Marchal è un urban restaurant elegante e raffinato con una cucina che sfiora la classicità francese e la mescola alla geometria e all’essenzialità che è facile trovare a queste latitudini.

ristorante Marchal Copenhagen - piatto 1Così il Baccalà viene cotto in tempura con midollo affumicato, spinaci e ribes nero, la Tartare di carne si presenta con rafano, pomodori, cipolle e nasturzio, e le Animelle sono fritte per poi incontrare una salsa al rabarbaro fermentato e un brodo di vitello. Ma allo stesso tempo qui si può vivere l’esperienza di un piatto grandioso e storico come la Chateaubriand, rigorosamente per due, così come la Rana pescatrice cotta all’osso con lardo, pepe nero, patate reidratate e salsa alle cozze. Il Marchal al suo primo anno di apertura riceve una meritata stella Michelin (guida 2015) con Ronny Emborg in cucina. Poi il danese si trasferisce negli Stati Uniti per aprire il ristorante Atera a New Yorke il suo secondo, l’austriaco Christian Gadient, diventa l’executive chef.

A scalare, i due junior sous chef, Francesca Parazzi e Alex Schonning Petersen vengono promossi a sous chef proprio dall’inizio di quest’anno. «I miei compiti sono ben precisi – racconta Francesca -. Gestisco il servizio sia a pranzo che a cena, ma anche gli ordini e la mise en place di ogni partita. Il lavoro mi sta dando grandi soddisfazioni perché ogni giorno scopro nuove tecniche di lavorazione o materie prime con cui progettare ricette o anche solo piccoli elementi che possono fare la differenza in un piatto. E poi vedo le grandi differenze sotto l’aspetto gerarchico tra quello che succede in Italia e quello che invece succede in Danimarca. In Italia la cucina è sempre più inquadrata, mentre quella danese è più elastica e si basa molto sul lavoro di squadra».

ristorante Marchal Copenhagen - piatto 2

Ma non ti manca un po’ Bergamo, viene da chiedere? «Certo, mi manca ammirare le montagne e quando torno cerco sempre di trovare una serata libera per trascorrere qualche ora a Città Alta, ma qui a Copenhagen devo dire che mi trovo benissimo. La città è vivibile e organizzata, poi tra la primavera e l’estate è ricca di eventi e la scelta dei locali è quasi infinita. Puoi trovare un kebab, vicino a un bistrò o a un ristorante stellato. Insomma, un po’ per tutti i gusti». Un bell’esempio di volontà, intraprendenza e talento.


Fusini: «Così l’Ascom saprà rispondere ai nuovi bisogni delle imprese»

Non solo la sede. All’Ascom di Bergamo sono al centro di una grande trasformazione anche la mission e l’organizzazione interna. “I nuovi uffici – spiega il direttore Oscar Fusini – non sono stati una semplice azione di abbellimento. Non vogliamo sia solo questo. Ammodernare la sede è stata l’occasione per operare un cambiamento e una riorganizzazione nell’Associazione, per rivedere i nostri obiettivi, studiare nuove risposte per gli associati e inaugurare nuovi servizi pensati con standard moderni, più proiettati al futuro”.

Perché serve un nuovo modo di fare associazione?

«Gli imprenditori fanno molta più fatica e in generale mostrano un atteggiamento un po’ negativo verso gli organi intermedi. Preferiscono avere rapporti diretti. Partiamo da loro, dalle loro esigenze. I tempi cambiano e le esigenze degli imprenditori anche. Rispetto a qualche anno fa, oggi chiedono una consulenza più completa. Lo scenario economico è mutato, le sfide per il commercio sono cresciute; è normale che l’associazione partecipi a questa trasformazione e si modernizzi».

Cosa cambierà in concreto?

«Come associazione ci riposizioneremo passando da una funzione sindacale a una funzione di servizi. Che non significa che abbandoneremo il nostro ruolo di rappresentanza, ma che svilupperemo nuovi servizi. La valenza sindacale rimarrà ed emergerà dal tipo di servizi che faremo: verranno infatti erogati secondo una logica sindacale».

Quali saranno i nuovi servizi?

«Negli Anni 80-90 siamo diventati degli specialisti nei servizi relativi agli adempimenti e alle scadenze tecnico amministrative. Sono i servizi di punta dell’associazione e di riferimento per gli associati. La nostra sfida oggi è aumentare e differenziare la nostra attività con nuovi sportelli, far nascere servizi di consulenza e assistenza per le aziende perché è quello che ci chiedono. Ma in generale saranno tutti i nostri servizi ad essere rivisti. Siamo già efficaci, la prospettiva che ci poniamo è di diventare più efficienti e eccellenti».

Per gli associati cosa significherà questa modernizzazione?

«Una migliore interfaccia con l’Ascom. Uno degli aspetti delle Associazioni oggi è che devono aumentare la capacità di ascolto. Vogliamo arrivare al bilancio sociale, a un modello di governance allargata basata sull’ascolto degli stakeholder interni, i soci e dipendenti, ed esterni, istituzioni pubbliche e società in generale.  Il fatto di esserci dati una sede dove il vetro predomina, dove tutti possono vederci, non è casuale. È una metafora dell’obiettivo di apertura che ci poniamo».

Come verrà realizzata questa apertura?

«L’inaugurazione della nuova sede e l’avvio di nuovi servizi sono solo alcune delle novità proposte dall’Associazione. Il primo ambito di modernizzazione riguarda il modo di fare comunicazione e le funzioni stesse della comunicazione. Intendiamo essere sempre più tempestivi nel comunicare con i soci e verso l’esterno. Per questo abbiamo deciso di utilizzare gli strumenti e i canali più innovativi, a partire dai social media, Facebook in primis. Da qualche mese abbiamo inaugurato una newsletter e a breve ci doteremo di un sistema interno di CRM che garantirà una maggiore interazione con l’associato. Sempre per massimizzare e rendere più efficiente la comunicazione interna, abbiamo messo in rete tutte le sedi con degli schermi che trasmettono le iniziative e le notizie più importanti per i soci».

Anche l’azione sindacale cambierà? Come?

«L’azione sindacale resta la prima missione dell’associazione. Siamo chiamati ad essere sempre più tempestivi nel cogliere gli aspetti di tutela e di promozione degli associati e a migliorare e intensificare la comunicazione con le associazioni a livello regionale e nazionale. Dovremo anche essere più incisivi rispetto alle scelte delle Pubbliche Amministrazioni che esercitano impatti sul commercio e il turismo, e lavorare sempre di più e in sinergia più stretta con il territorio e i Distretti del commercio».

Quali saranno i valori aggiunti di questa evoluzione?

«Crediamo ci sarà un beneficio da un punto di vista di immagine, ma anche di motivazione. Questo clima di novità può essere una forte spinta alla crescita. Deve essere una molla, un volano per intercettare nuovi soci e andare verso la rappresentanza di nuove categorie».