Re Panettone, in passerella anche due artigiani bergamaschi

È il dolce per eccellenza delle festività natalizie e non solo, visto che c’è un movimento che lo vorrebbe in tavola tutto l’anno. E a Milano, sua patria, dal 2008 c’è una manifestazione che lo celebra. Si tratta di Re Panettone, kermesse che consente di assaggiare e acquistate le creazioni artigianali, ricercate negli ingredienti e spesso originali negli accostamenti, di pasticcieri selezionati ad un prezzo speciale e fisso per ogni espositore (22 euro al chilo).

Quest’anno l’appuntamento è in programma il 28 e 29 novembre in una nuova sede, la Fabbrica del Vapore di via Procaccini, e vedrà la presenza di 40 pasticcieri provenienti da tutta Italia, pronti a condividere con il pubblico i segreti dei loro prodotti. Tra loro anche due bergamaschi, Alain Locatelli di “Casa Locatelli” di Bonate Sopra e Raffaele Mattavelli de “Il Forno delle Bontà” di Palazzago, entrambi già presenti anche all’edizione dello scorso anno.

Alain Locatelli
Alain Locatelli

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Il Forno delle Bontà

Oltre ai panettoni, con l’acquisto di un calice (al costo di 5 euro) al wine bar allestito dal periodico enologico Civiltà del bere, si potranno degustare diversi vini da panettone senza ulteriori costi.

Tra le novità di quest’anno c’è la possibilità di partecipare a otto degustazioni mirate giornaliere, ognuna dedicata a un diverso pasticciere e prenotabile online. Confermati i due concorsi già presenti nelle scorse edizioni: il premio “I PanGiuso”, riservato al miglior panettone e al lievitato migliore, e il riconoscimento “I Custodi del Panettone”, assegnato alle confezioni per panettone più ecosostenibili, creative e funzionali.

Visitatori potranno partecipare anche a una serie di incontri: “L’avventura del panettone lombardo” racconterà di un pasticciere che confeziona il suo panettone con soli ingredienti lombardi, agrumi compresi, mentre “Il punto di vista orientale sul panettone” si concentrerà sulla storia di DONQ, azienda nipponica che produce pane e panettone. In calendario anche l’incontro con uno dei migliori pasticcieri italiani, Iginio Massari e l’evento “Il panettone in casa? Si può fare”, in cui tre appassionati saranno alle prese con la più difficile fra le preparazioni domestiche. Infine spazio anche alla letteratura in versi nel corso di “Poesia: panettone del corpo e dell’anima”, in compagnia dei rimatori Tomaso Kemeny e Amos Mattio.

L’accesso è gratuito, ma è necessaria la registrazione, che si può effettuare anche on line

Tutti i pasticcieri presenti

  • Mario Bacilieri – Marchirolo (Varese)
  • Germano Labbate – Agnone (Isernia)
  • Alain Locatelli – Bonate Sopra (Bergamo)
  • Stefano Giampietro – Milano
  • Emanuele Comi – Missaglia (Lecco)
  • Cesare Cucchi  – Milano
  • Anna e Francesco Alivernini – Fizzonasco (Milano)
  • Davide Dall’Omo – Verona
  • Salvatore De Riso – Tramonti (Salerno)
  • Marco De Vivo – Pompei (Napoli)
  • Angelo Grippa – Eboli (Salerno)
  • Gino Di Masso – Scanno (L’Aquila)
  • Luca Riganti – Mornago (Varese)
  • Carmen Vecchione – Avellino
  • Claudio Ghetti – Milano
  • Andrea Urbani – Fano (Pesaro Urbani)
  • Raffaele Mattavelli – Palazzago (Bergamo)
  • Monica Zoia – Concorezzo (MB)
  • Daniele Lorenzetti – San Giovanni Lupatoto (Verona)
  • Pietro Macellaro – Piaggine (Salerno)
  • Giuseppe e Pasquale Bevilacqua – Nocera Superiore (Salerno)
  • Alessandro Marra – Cantù (Como)
  • Vincenzo Santoro – Milano
  • Grazia Mazzali – Governolo (Mantova)
  • Maurizio Bonomi – Pioltello (Milano)
  • Roberto Ripani – Cantolacqua Tolentino (Macerata)
  • Mauro Morandin – Saint Vincent (Aosta)
  • Ferdinando Natale – S. Cesario (Lecce)
  • Paolo Sacchetti  – Prato
  • Alfonso Pepe – S. Egidio Monte Albino (Salerno)
  • Elisabetta Marcozzi – Loreto (Ancona)
  • Gianmarco e Mario Arduini – Gabicce Monte (Pesaro Urbino)
  • Emanuele Lenti – Grottaglie (Taranto)
  • Cristiano Quagliotti – Fornovo di Taro (Parma)
  • Anna Sartori – Erba (Como)
  • Attilio Servi – Roma
  • Claudio Gatti – Tabiano Terme (Parma)
  • Vincenzo Tiri – Acerenza (Potenza)
  • Fulvio Vianello – Cavallino–Treporti (Venezia)
  • Angelo Vignola – Solofra (Avellino)


Commercianti, «sempre più danneggiati da abusivismo e contraffazione»

La percezione da parte degli imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi lombardi sulla sicurezza delle proprie attività è migliore rispetto al quadro nazionale. È infatti peggiorata nell’ultimo anno per il 24% di loro, mentre in tutta Italia il valore si attesta al 32%.

Il quadro emerge dall’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko in occasione della giornata “Legalità, mi piace!” l’appuntamento annuale della Confederazione, in programma il 25 novembre, che mobilita l’intero sistema associativo contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali.

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (13)A Bergamo, l’Ascom ha coinvolto su questi temi l’Ufficio Scolastico Territoriale, il Centro di Promozione della Legalità, l’Istituto Superiore Natta e il portale Lecito.org, dando vita ad un evento, all’auditorium del Natta, nel quale gli interventi istituzionali si sono affiancati al lavoro degli studenti, invitati a riflettere sul tema attraverso spot e uno spettacolo teatrale, Processo alla cicala. Un mattinata intensa, che ha visto la partecipazione di circa 250 ragazzi da 20 scuole.

«Per la nostra Associazione – ha affermato Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio – questa giornata rappresenta un appuntamento molto importante perché ci permette di dire che la legalità è un tema su cui non bisogna mai abbassare la guardia. Tutti dobbiamo essere vigili: imprese, istituzioni, rappresentanze di impresa, mondo scolastico. Abusivismo, contraffazione, estorsioni, usura, taccheggio, furti, rapine e altri fenomeni criminosi portano via al settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi oltre 26 miliardi di euro all’anno, mettendo a rischio 260mila posti di lavoro regolari».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (8)Focalizzandosi sul fenomeno dell’abusivismo, Malvestiti ha ricordato che chi acquista illegalmente lo fa in modo consapevole, senza però rendersi conto che così facendo «si danneggia la salute dell’intero sistema economico italiano, perché alla crisi economica, alla contrazione dei consumi e ai problemi occupazionali si somma drammaticamente il costo dell’illegalità e della concorrenza sleale di chi non rispetta le regole». «Per noi legalità significa sempre equilibrio tra diritti e doveri – ha rimarcato – : il dovere di denunciare, ma anche il diritto di non sentirsi e di non essere lasciato solo. E, quindi, non c’è altra strada che lavorare insieme. E noi vogliamo percorrerla coinvolgendo anche voi ragazzi, che siete gli adulti del domani. Ai voi la libertà di scegliere».

Tornado all’indagine, promossa anche in provincia di Bergamo con un questionario on line, gli imprenditori lombardi segnalano proprio tra i crimini aumentati di più, oltre ai furti (56%), l’abusivismo (52%, come il dato nazionale) e la contraffazione (aumentata per il 48% degli intervistati contro il 45 totale). Più basse rispetto alla media sono le esperienze di criminalità vissute direttamente (9% contro 16%) e, tra chi ha ricevuto minacce, prevalgono quelle da parte di delinquenti comuni (43%) su quelle della criminalità organizzata (18% contro il 33% nazionale). Si tratta prevalentemente di intimidazioni di natura psicologica (83% rispetto al 76% medio), più che di danneggiamento a cose.

In risposta, sette imprenditori lombardi su dieci hanno adottato almeno una misura di protezione della propria impresa, dalle telecamere agli allarmi, dall’assicurazione alla vigilanza privata, ma ben il 77% di loro (contro il 73% totale) pensa che l’iniziativa più efficace per la sicurezza della propria attività sia la certezza della pena e l’88% che le leggi che contrastano i fenomeni criminali siano per niente o poco efficaci. Il 93% vede di buon grado l’inasprimento delle pene.

Nella classifica delle problematiche sul territorio, infine, al vertice c’è la presenza di nomadi (segnalata dal 55% del campione lombardo, mentre il problema scende al secondo posto nel dato nazionale), seguita di venditori abusivi (52%) e dai negozi sfitti (47%).

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 (1)Inasprimento e certezza delle pene e maggiore sicurezza del territorio diventano perciò le richieste ufficiali delle imprese, ribadite dal direttore dell’Ascom Oscar Fusini, che indica anche precise azioni per contrastare l’ abusivismo e la concorrenza sleale. «Proponiamo una rivisitazione del codice penale in materia di contraffazione, da reato contro la fede pubblica a reato contro il patrimonio – ha spiegato -, ma anche norme e procedimenti più efficaci per garantire la repressione dei reati, misure di contrasto sviluppate tramite il web, senza dimenticare la tutela del made in Italy e il contrasto all’italiansounding su scala europea ed internazionale. E, sempre ragionando su scale internazionale, un’Agenzia Europea per la lotta alla contraffazione oltre a misure doganali».

legalità, mi piace - Bergamo - 2015 - spettacolo


ADAPT / Legge di Stabilità e Pacchetto lavoro, i capitoli che meritano attenzione

di Emmanuele Massagli*

internet lavoroIl “pacchetto lavoro” nella legge di Stabilità si presenta ricco. La colorata sintesi delle slides renziane e il sobrio comunicato stampa governativo non permettono una analisi tecnico/normativa delle novità ora in discussione, ma la direzione appare chiara. La legge di Stabilità 2015 fu caratterizzata dal generosissimo esonero contributivo fino a 8.060 euro all’anno (per tre anni complessivi) per le assunzioni a tempo indeterminato. A questa misura, più che alle norme del Jobs Act, si deve l’incremento dei contratti “stabili” (così li definisce il Governo con una parola che appare piuttosto antiquata sulla bocca di chi ha abbattuto il totem dell’articolo 18). I tecnici di palazzo Chigi, assolutamente consci della natura allucinogena di questa norma, hanno alla fine optato per la misura disintossicante più prudente: non un’abrogazione improvvisa della decontribuzione, né una forma diversa di incentivazione (si discuteva di misure selettive, dedicate alle fasce più deboli della popolazione), bensì una diminuzione della dose della stessa droga, ovvero un alleggerimento dei contributi per i contratti a tempo indeterminato del 60% per 24 mesi. Si tratta di una soluzione che piacerà alle imprese, poiché è di semplice comprensione e facile accesso, come quella ora vigente. L’occhio del tecnico non può che essere attirato dalla esigua copertura che il Governo ha predisposto (800 milioni), nonostante lo sforamento del budget dell’esonero contributivo 2015; sono queste però considerazioni secondarie per le imprese, che hanno evitato la riproposizione dei cervellotici incentivi “intelligenti” approvati nel 2013 (quelli appunto che piacciono ai tecnici) e manifestamente ignorati dal tessuto produttivo.

La decontribuzione, quindi, sarà ancora una volta la misura lavoristica di cui più si parlerà. Non è però quella culturalmente più rilevante. Vi sono almeno altri tre capitoli accennati dal Premier Renzi che meritano attenzione. Il primo è quello delle misure dedicate al welfare aziendale. Con la Legge di Stabilità 2016 si potrebbe aprire anche in Italia un vero e proprio “mercato” del welfare aziendale. Pare infatti che il Governo abbia ascoltato le richieste da tempo presentate da dottrina e parti sociali (già presenti in Parlamento in diversi disegni di legge), superando due dei principali ostacoli alla diffusione di piani di welfare nel nostro Paese: l’unilateralità delle misure volte a incrementare il benessere dei dipendenti e l’impossibilità di erogare il premio di risultato aziendale in beni e servizi. I dati dell’osservatorio sul welfare aziendale di Adapt confermano il grande impatto che queste norme potrebbero avere sulle imprese: il coinvolgimento esplicito del sindacato nella costruzione dei piani di welfare e la detassazione al 10% del premio di risultato “welfarizzato” (fino a un massimo di 2.000 euro), in un solo anno potrebbero determinare il raddoppio del numero dei piani attivi. Il secondo capitolo rilevante, per quanto timido, è quello dedicato all’incentivazione economica della partecipazione agli utili dei lavoratori. La strada della partecipazione, infatti, per quanto ancora osteggiata tanto dalle associazioni datoriali (infastidite in particolare dalle forme di partecipazione gestionale) quanto da quelle sindacali (da sempre restie alla partecipazione finanziaria), è un sentiero che guarda al futuro, ai nuovi modi di organizzare le aziende, al diverso riconoscimento che si deve a coloro che sempre più sono collaboratori invece che dipendenti, a relazioni di lavoro cooperative e positive.

La terza misura da monitorare è quella relativa allo Statuto dei lavori autonomi. Il Governo Renzi si è finora contraddistinto per una marcata attenzione al lavoratore dipendente, ben testimoniata dalla costante preoccupazione per l’incremento dell’occupazione “stabile”. Nessun capitolo del complesso Jobs Act (una legge delega e otto decreti legislativi) è dedicato al lavoro autonomo e questo non è ovviamente piaciuto alle quasi 6 milioni di partite Iva che, nonostante la retorica, il fisco e la legislazione avverse, continuano incessantemente a crescere perché molto più adatte a regolare i nuovi lavori rispetto ai contratti “standard”. Con lo Statuto dei lavori autonomi (nome che richiama il famoso progetto del prof. Biagi) e con il nuovo regime fiscale forfettario di vantaggio il Governo vuole provare a parlare a questi lavoratori.  Il dibattito sarà assorbito dal nuovo esonero contributivo. Misura preziosa nel breve periodo, ma incapace di mettere in discussione le rigidità del nostro diritto del lavoro, che sarebbe invece positivamente ammodernato dalla ampia diffusione del welfare aziendale, dal superamento delle paure verso la partecipazione dei lavoratori alle gestione delle imprese e dalla affermazione della centralità del lavoro autonomo, inteso non come soluzione elusiva, ma condizione volontaria di pari dignità rispetto al lavoro subordinato.

*Presidente ADAPT


Contro il terrorismo servono neuroni più che muscoli

terrorismo parigiUna domanda che ricorre di questi tempi e che, talvolta, assume i toni tra il lamentoso e il disperato è: come ci si difende dal terrorismo? Dal terrorismo non ci si difende, gentilissimi lettori: o, perlomeno, non ci si difende come comunemente è inteso questo concetto. Non esiste un sistema antiterroristico abbastanza esteso ed efficace, non ci sono contromisure sufficientemente sicure, nessuna forma di intelligence è tanto evoluta da dare ragionevoli garanzie di successo. Dal terrorismo non ci si difende con la prevenzione a breve termine: il meccanismo stesso dell’operazione terroristica si basa sulla sua imprevedibilità. Perché il terrorismo, in un certo senso, funziona come il diabete o la distrofia: sappiamo che si tratta di malattie che non guariscono, ma di cui possiamo diminuire, fino quasi ad annullarli, i sintomi. Nel caso del terrorismo, i sintomi e la malattia coincidono: e, come per le malattie, un’arma molto efficace per combatterlo sono la profilassi e lo stile di vita, mentre, per i sintomi, possediamo cure che possono ridurne tanto l’incidenza quanto le conseguenze. La causa e l’effetto, per così dire.

Non illudiamoci: il terrorismo è un’arma della modernità, e, finché si manterranno vivi i suoi presupposti, sociali, politici, religiosi, esso continuerà ad esistere. E’ l’arma del debole contro il forte, del povero contro il ricco: dalle bombe dei nichilisti ottocenteschi fino ai kamikaze in nome di Allah, il terrorismo è una guerra asimmetrica, non tanto nelle modalità quanto nei belligeranti. Non voglio arrivare a dire che, finché ci sarà una minoranza che sfrutta senza scrupoli una maggioranza, il terrorismo continuerà a prosperare, ma, per certo, è in quel contesto che esso si è sempre sviluppato, se escludiamo i bombardieri del commodoro Harris ed i loro più recenti succedanei statunitensi. Ma con questo tipo di ragionamenti storico-politici, rischiamo di perderci: vorrei, invece, limitarmi ad indicare alcuni possibili palliativi al terrore, posto che, come ho detto, di cure vere e proprie non ce n’è.

Innanzi tutto, parliamo dell’eventualità di un attacco terroristico, postulando che esso non avvenga in un sito davvero inaspettato, ma contro un bersaglio, diciamo così, più prevedibile, come una stazione, una manifestazione, un luogo d’incontro. La prima arma di difesa non sono le forze dell’ordine, che sono poche, spesso male armate e non addestrate alla bisogna e che, comunque, non possono certamente coprire l’intero spettro dei possibili bersagli: la prima arma siamo noi. Il nostro panico, la nostra incapacità reattiva, il nostro disordine sono un amplificatore degli effetti di un attacco terrorista. Dobbiamo imparare ad essere più ordinati, composti, il più possibile adeguati al difficilissimo compito di affrontare un’esperienza così terribile.

I morti di Parigi, in larga parte, si sono fatti ammazzare come agnelli sacrificali: l’attentatore sul “Thalys” Amsterdam-Parigi, disarmato da quattro comuni cittadini, avrebbe potuto fare una strage. Invece, l’hanno bloccato. Alcuni di questi cittadini erano militari: avevano, se non un addestramento specifico, una certa forma mentis. Ecco, dobbiamo sviluppare questa forma mentis: non girare armati fino ai denti, ma sapere affrontare un pericolo con un po’ più di decisione. Non è mica facile, lo so, ma questo può salvare molte vite. Così come abituarsi a muoversi meno caoticamente, a pazientare, a fare la fila. Di più, come singoli e pacifici cittadini, non possiamo fare.

Invece, a livello profilattico, si può fare molto: lavorare sia sui musulmani per nulla aggressivi, che sono la maggioranza, sia nelle attività di infiltrazione ed intelligence. Perché il terrorismo si batte soltanto con armi non convenzionali: isolando, ad esempio, i buoni dai cattivi. Le brigate rosse furono sconfitte quando la sinistra le isolò: furono i comunisti buoni a sconfiggere quelli cattivi, se mi è concesso. Così deve avvenire per questi integralisti: da una parte, ridurre il loro bacino di arruolamento, dall’altra aumentare la reciproca conoscenza, il dialogo, la comprensione tra le loro possibili vittime. Che, vi ricordo, sono in larga misura musulmane. E questo vuol dire, insieme, controllare e fidarsi, reprimere ed integrare. Insomma, distinguere il grano dal loglio, il che è precisamente ciò che le politiche d’accoglienza e di integrazione praticate dall’Italia hanno evitato accuratamente di fare. Certo, aumentare dotazione ed organico delle forze di polizia serve: ma il terrorista sceglie un bersaglio anche in base al grado di sorveglianza che vi può trovare.

Semmai, bisogna cercare di penetrare il sistema: di infiltrare finti affiliati, di selezionare informatori, di individuare i vivai del terrorismo. E, a più lungo respiro, si deve lavorare su altri presupposti: eliminare, ad esempio, le ragioni profonde per cui un giovane europeo possa avvertire il fascino di certi radicalismi, restituendogli dei valori forti ed un’identità comune. Lo so, sono tante cose insieme, e ci vorrebbe molto più spazio di questa mia rubrichetta. Una cosa, però, vorrei vi fosse chiara del mio pensiero: non è bombardando civili innocenti che si salveranno altri civili innocenti. Qui non occorrono muscoli, quanto neuroni.


Lotta alla ludopatia, no alla pubblicità sui mezzi pubblici

autolinee pullman“Grazie all’accordo con le principali aziende e associazioni che gestiscono i trasporti pubblici, le pubblicità sui mezzi potranno essere fortemente limitate e il marchio “no slot” sarà visibile a migliaia di lombardi ogni giorno”. Lo hanno detto gli assessori regionali Alessandro Sorte (Infrastrutture e Mobilità) e Viviana Beccalossi (Territorio e Urbanistica), illustrando i contenuti della delibera approvata dalla Giunta che elabora uno schema di accordo tra la Regione e le associazioni di trasporto pubblico regionale e locale Anav e Asstra e con le aziende Trendord, Atm, Rfi, FerrovieNord e Navigazione Lago d’Iseo. “L’impegno della Regione nella lotta contro i mali del gioco d’azzardo – ha detto Sorte – si amplia e arriva su tutti i mezzi del trasporto pubblico locale. E’ sicuramente un ottimo modo per evitarne la promozione e la pubblicità in tutte le sue forme. L’iniziativa può essere un valido deterrente, in particolare per i giovani, e per tutti i 670.000 pendolari che ogni giorno utilizzano tram, bus e treni. Si tratta, quindi, di una scelta civile in linea con le iniziative della Regione contro la Ludopatia”. “Questo accordo – ha commenta Viviana Beccalossi, team leader della Giunta regionale in tema di ludopatia – è molto importante, perché consente di raggiungere con il messaggio ‘no slot’ un numero altissimo di utenti che tutti i giorni utilizzano i mezzi pubblici in Lombardia. L’azione permette di compiere un ulteriore salto di qualità alle attività di contrasto al gioco d’azzardo patologico che Regione Lombardia ha messo in campo grazie a una Legge innovativa e coraggiosa. Una legge che funziona: nel primo anno di attività ci ha permesso di ‘spegnere’ oltre ottomila macchinette sul territorio regionale ed eliminare la loro presenza in oltre 1.700 esercizi commerciali”.


A Natale il cuore dei commercianti batte per le missioni

In occasione del Natale ritorna la campagna di solidarietà per le popolazioni più povere del mondo promossa dal Centro Missionario Diocesano e da Ascom e Associazione “Il telaio della missione”. Quest’anno il messaggio proposto è “Avvolgiti di stelle! La missione è piena di misericordia”. L’obiettivo è sensibilizzare i bergamaschi rispetto a tre progetti missionari: le famiglie cristiane che vivono in Palestina; l’orfanotrofio di Xuy xa, ad Hanoi in Vietnam che accoglie bambini e ragazzi provenienti dalle provincie a Nord del Paese; e la formazione dei giovani e alla comunità di Santa, nella diocesi di Chimbote, in Perù dove è stato prete don Alessandro Dordi, sacerdote missionario ucciso dai terroristi, che verrà beatificato il 5 dicembre.

La campagna è promossa con la partecipazione del Credito Bergamasco e la collaborazione di altre realtà della provincia di Bergamo. Sono coinvolti i commercianti, le scuole di tutti gli ordini e i gradi e gli oratori.

campagna missioniL’Ascom e il gruppo salumieri invitano i negozianti ad aderire alla campagna e a promuoverla tra i propri clienti acquistando il kit contenente una stella in legno decorata con nastri, la locandina dell’iniziativa e minicalendari, da includere nelle confezioni dei regali di Natale. L’invito è stato raccolto anche dalla Fiva e dall’Aspan che hanno acquisito una serie di kit e promosso l’iniziativa rispettivamente tra gli ambulanti e i panificatori. Anche le grandi strutture commerciali saranno teatro di iniziative dedicate. Ad Oriocenter saranno presenti stand per le vendita di presepi e artigianato etnico, all’Iper di Seriate sarà allestito uno stand con dei volontari che confezioneranno pacchi regalo e il centro commerciale di Curno ha scelto i kit della campagna per omaggiare i suoi operatori.

Per quanto riguarda le scuole, invece, i ragazzi saranno invitati a rappresentare con un elaborato (grafico, multimediale, o di altro genere, a seconda delle classi) alcuni temi dedicati alle situazioni di povertà del mondo. I lavori saranno poi pubblicati sul sito www.websolidale.org e messi a disposizione come cartoline augurali virtuali che si potranno inviare dallo stesso portale. Per ogni cartolina augurale inviata Websolidale-onlus metterà a disposizione 1€ che sarà devoluto al sostegno dei progetti della campagna, mentre gli elaborati migliori saranno premiati con speciali buoni. «Anche quest’anno l’Associazione insieme al Gruppo Salumieri partecipa all’iniziativa – dice Giorgio Lazzari, responsabile della consulenza generale Ascom e segretario del Gruppo Salumieri  -. L’obiettivo è dare un segnale forte e aiutare le Missioni e i missionari che tanto fanno per il prossimo con progetti di solidarietà».

FullSizeRenderLa campagna si sviluppa anche sul altri versanti. Come il cd Avvolgiti di stelle del coro “San Giovanni Battista” di Stezzano il cui ricavato andrà a beneficio dei progetti missionari (è chiesto un contributo di 6€). E ancora la capanna natalizia in centro città dal 29 novembre 2015 all’6 gennaio 2016 al cui interno, insieme alla rappresentazione della natività, verranno collocate le stelle simbolo della manifestazione.

Nello stesso period,o inoltre, chiunque vorrà potrà acquistare il “Panettone della solidarietà” al costo di 12€, confezionato in maniera speciale direttamente dai volontari.

Ma non è tutto, martedì 9 dicembre, nella chiesa parrocchiale di Loreto alle ore 20.45, si terrà la preghiera “Sandali e…stelle” in occasione della beatificazione di don Alessandro Dordi. Saranno presenti i ragazzi che hanno vissuto l’esperienza in missione in estate per condividere nel racconto la loro esperienza, mentre domenica 20 dicembre, nella comunità di Sant’Alessandro in Colonna, si rinnoverà l’esperienza de “La luce di Betlemme” grazie al gruppo Masci e agli scout della zona.

Infine, l’attesissimo Concerto di Natale nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna sabato 12 dicembre.


Mezzo secolo in Ascom, Angelo Manzoni: «Vi racconto come è cambiato il commercio»

Quando ha iniziato a lavorare all’Ascom di Bergamo – era il 2 maggio del ’65 – Angelo Manzoni aveva da poco compiuto 15 anni. Il 25 novembre il Consiglio delle categorie e il Consiglio direttivo dell’associazione di via Borgo Palazzo lo hanno premiato con una medaglia d’oro per i suoi 50 anni di lavoro.

«L’Associazione allora era in via Zilioli, eravamo in 11, me compreso, oggi siamo in 120 – ricorda -. Ho iniziato come fattorino, era il mio primo lavoro, sostituivo un collega che era partito per il servizio militare. L’anno dopo, nel ’66, ho iniziato gli studi serali di ragioneria e nel 1971 mi sono diplomato, la selezione in quegli anni era severissima». Dopo il diploma, l’esperienza come fattorino si chiude e inizia la sua carriera professionale: tre anni all’ufficio paghe, poi il ruolo di assistente del ragionier Moroni (una delle istituzioni in Ascom e suo maestro) alle prese con gli inizi dell’imposta Iva. Di lì a poco arriva l’incarico di consulente generale che ha svolto fino a oggi.

«Gli atti di compravendita ora vengono redatti dal notaio, ma allora li facevamo noi. Ci occupavamo di iscrizioni, cancellazioni, volture. Fino al ’71 ogni Comune rilasciava le licenze ai commercianti. Nel ’71 con l’entrata in vigore della Legge 426 vennero introdotte le tabelle merceologiche e i Comuni si limitarono a fare i piani commerciali. Nel ’98 con Bersani c’è stata la liberalizzazione che ha fatto morire la legge precedente e il Rec».

In 50 anni di professione, Manzoni ha conosciuto tre generazioni di commercianti: «Anche il senso di partecipazione all’associazione è cambiato molto. I primi anni le assemblee erano oceaniche, non c’era posto per tutti. Non era per i servizi, che erano pochissimi, i negozianti ci tenevano a far gruppo. All’assemblea annuale erano invitate tutte le autorità, sindaco, prefetto e non mancava nessuno. I commercianti ci tenevano a esserci e ad incontrarli. Spesso, inoltre, si impegnavano a fare politica, con la conseguenza che gli interessi della categoria venivano tutelati. Oggi i provvedimenti vengono calati dall’alto, senza essere discussi con le associazioni, non solo a livello locale ma anche nazionale».

La liberalizzazione è stata un passo positivo per il commercio?

«In altri Paesi funzionava e credevo avrebbe funzionato anche in Italia, ma mi sono dovuto ricredere. Da noi ci sono troppi adempimenti burocratici e troppo individualismo».  Manzoni ricorda una Bergamo viva e un commercio in salute. «Negli anni 80 in città arrivavano persone da tutta la provincia e il centro era pieno di gente. Passavano da via Papa Giovanni per poi riversarsi in via XX Settembre che era considerata la via dell’oro. Il “Cafè de Paris” aveva dovuto fermare le persone sulla strada per poter mettere l’insegna. Si viveva di più la città senza bisogno di organizzare nulla, venivano dalla provincia solo per vedere gli addobbi, per spedire la letterina di Santa Lucia, per conoscere le novità. È cambiato tutto. Allora il ritrovo dei ragazzi era il Balzer, ora è Oriocenter».

Cosa chiedevano gli aspiranti imprenditori?

«Negli anni 70 venivano in Associazione anche per chiedere che segnalassimo in Comune che il tal commerciante vendeva prodotti al di fuori della sua autorizzazione. Volevano rimanere anonimi ma poi i “denunciati” sapevano comunque chi erano».

Oggi invece cosa chiedono?

«Non si può credere, ma molti mi chiedono quale attività consiglio di aprire. Sono persone disoccupate che pensano di risolvere i problemi entrando nel mondo del commercio, non hanno risparmi da investire, né un’idea imprenditoriale e sono del tutto al buio per quanto riguarda le spese che è necessario sostenere per aprire un’attività. Il risultato di questa improvvisazione è che negli ultimi tre anni le attività un tempo considerate sicure, cioè le tabaccherie, le edicole e gli stessi bar, pizzerie e ristoranti, sono in forte calo».

Come vede il commercio nel prossimo futuro?

«Io sono sempre ottimista, ma vedo un forte rischio. Un tempo c’era una netta separazione tra i diversi negozi. I panifici vendevano il pane, le edicole i giornali. Oggi c’è la rincorsa da parte dei commercianti ad ampliare la propria proposta merceologica. I bar vogliono vendere i giornali o i tabacchi, i panifici e persino le macellerie vogliono far somministrazione, ma così portano via l’incasso ai bar. Se tutti vendono le stesse cose, la concorrenza diventa esponenziale e l’incasso è destinato a diminuire. Trasformare le attività in un bazar significa polverizzare le attività, la somministrazione non assistita rischia di portare alla morte del commercio.  A Bergamo c’erano una dozzina di librerie oggi sono sparite. Negli ultimi dieci anni tutti i negozi storici, passati di famiglia in famiglia, sono spariti perché non hanno trovato più modo di alimentarsi. In Città Alta un tempo c’erano quattro macellerie, di cui due equine, oggi sarebbe impensabile per una macelleria sopravvivere vendendo solo carne equina. Le spese sono troppe e le entrate non sono più sufficienti a coprirle».

Qual è il problema maggiore a Bergamo per il commercio?

«Gli affitti e i parcheggi molto cari, nei centri commerciali sono gratuiti e anche al coperto. E poi le code interminabili per arrivare in città».

In questo scenario quale può essere il ruolo dell’Associazione?

«I commercianti dovrebbero tornare a fare gruppo e al di là dei servizi, vivere l’Associazione come il mezzo per dare voce alle proprie istanze, in modo da tornare a contare nelle scelte che li riguardano».

 


Neve, Bergamo potenzia il piano e chiede un po’ di attenzione pure ai cittadini

neve bergamoÈ operativo e pronto a scattare dal 15 novembre scorso il Piano Neve 2015/16 del Comune di Bergamo, servizio che anno dopo anno è stato potenziato da Aprica per migliorare l’efficienza della gestione delle nevicate in città.

Un potenziamento che consente ora di disporre di una squadra di pronto intervento composta da dieci funzionari e operatori qualificati, meccanici, autisti, un caposquadra, un addetto alla movimentazione e alla logistica, reperibili 24 ore su 24. In aggiunta alla propria struttura operativa, Aprica rende disponibile una struttura operativa di pronto intervento di supporto, che garantisce la disponibilità 24 ore su 24, con intervento entro due ore dalla chiamata, di un nucleo di personale, proveniente da 11 società esterne legate da contratto di collaborazione, munito di relativi mezzi operativi ed attrezzature antineve.

Non solo: è garantita la disponibilità, sempre 24 ore su 24, di un nucleo di personale di circa 40 spalatori per la rimozione della neve dalle aree pubbliche sensibili e dai marciapiedi.

Negli ultimi 13 anni i mezzi di intervento per far fronte alle precipitazioni nevose sono incrementati esponenzialmente: nel 2002 erano solo 16 gli spargisale e gli autocarri spalaneve ad intervenire sulle strade cittadine, nel 2015 sono 120, di cui 96 reperibili 24 ore su 24 in caso di neve.

Il parco dei mezzi pronti a intervenire è composto da 20 autocarri con spargisale e lama spalaneve, 19 trattori gommati con spargisale e lama, 4 mezzi speciali cingolati dotati di lama e spargisale per la rimozione neve dai marciapiedi, 31 autocarri con vasca, 9 minipale, 2 mezzi leggeri speciali a trazione integrale con spargisale e lama, 1 terna, 5 pale gommate, 4 autovetture leggere, attrezzate per interventi antighiaccio e 8 spazzoloni motorizzati per la rimozione della neve dai marciapiedi .

Molti di questi mezzi dispongono di un sistema di geolocalizzazione, attraverso il quale è possibile tracciare gli interventi di pulitura delle strade cittadine. Il sistema consente pertanto alla sala operativa di Aprica di verificare le necessità di intervento in tempo reale, comunicando direttamente con i mezzi in azione sulle strade.

Tutti i cittadini possono consultare la mappa direttamente sul SIGI del Comune di Bergamo al seguente link: http://territorio.comune.bergamo.it/servizio-ecologia-e-ambiente/sgombero-neve-mappa-dei-percorsi-effettuati

L’area di intervento è di 320 km (640 Km se si considerano entrambe le corsie della carreggiata stradale): per assicurare una migliore tempestività di intervento in punti della città considerati come particolarmente sensibili per la transitabilità delle strade, anche nel caso gli stessi non fossero accessibili con gli usuali mezzi a disposizione, sono state predisposte delle riserve di emergenza di miscele saline.

Gli interventi vengono suddivisi secondo tre livelli di priorità: 11 sono i percorsi delle direttrici principali, ovvero le strade contraddistinte da maggiori flussi di traffico e che quindi vengono liberate per prime; sono individuati poi 22 percorsi di strade primarie e infine 11 percorsi di strade cosiddette secondarie. Sono stati inoltre predisposti appositi circuiti di intervento (meccanico e manuale) che prevedono la rimozione della neve presente in diversi luoghi pubblici, marciapiedi, fermate degli autobus, linee Piedibus e piste ciclabili.

Vengono monitorate costantemente le notizie riguardanti le previsioni di precipitazioni nevose su più servizi meteorologici, tra i quali anche quello svizzero. Con largo anticipo rispetto al manifestarsi dell’evento meteorologico (generalmente durante la fascia notturna che va dal le ore 01,00 alle 04,00), si provvede allo spargimento preventivo lungo tutte le direttrici (circa 200 Km di sviluppo andata e ritorno) di salgemma misto a salamoia (soluzione di acqua satura di sale disciolto al 22% circa).

In caso di neve l’Amministrazione Comunale ha la responsabilità di provvedere a mantenere e ripristinare condizioni adeguate al traffico dei veicoli e dei pedoni mediante:

  • Spargimento di miscele saline in previsione della formazione di ghiaccio sulle sedi stradali più esposte al fenomeno;
  • Rimozione e sgombero della neve dalle sedi stradali e dagli incroci, a partire dalla viabilità principale;
  • Rimozione e sgombero della neve dagli spazi prospicienti i principali Uffici Pubblici non presidiati o custoditi, nonché i luoghi di pubblico interesse quali ospedali, cliniche, presidi medici, scuole, asili, caserme, servizi di pubblica utilità, etc.

In tali condizioni è tuttavia fondamentale poter contare sul contributo e senso civico di tutti i cittadini, per i quali il Comune ha stilato un decalogo, così da affrontare in modo più adeguato le situazioni di disagio che comunque si vengono a creare.

Per limitare quanto più possibile i disagi che ogni evento naturale di precipitazione nevosa comunque arreca, è necessario adottare le seguenti precauzioni:

  • Dotare l’auto, all’inizio della stagione invernale, di gomme da neve o catene, specie se si abita o si frequentano zone caratterizzate dalla presenza di rilievi;
  • Ripassare le modalità di montaggio delle catene, controllando di avere in dotazione il tipo adatto alla propria auto ed anche un paio di guanti da lavoro;
  • Approvvigionare per tempo e tenere disponibile una idonea scorta di sale industriale da utilizzare per la viabilità interna privata, anche pedonale, e per gli eventuali marciapiedi esterni (il sale è usualmente acquistabile nelle sedi dei consorzi agrari, centri commerciali e/o presso la Sede APRICA di via G. B. Moroni, n. 337)
  • Avere disponibile in ogni stabile almeno un badile o pala da neve da utilizzare per eventuali attività di rimozione;
  • Tenersi informati sulle previsioni ed evoluzioni del tempo a scala locale.

In caso di previsione o di effettiva nevicata, a tutela dell’incolumità propria e degli altri, è estremamente importante seguire i seguenti consigli di comportamento:

  • Preferire, per quanto possibile, l’utilizzo dei mezzi pubblici a quello delle auto private e, tra queste ultime, optare possibilmente per quelle più piccole ed a trazione anteriore;
  • Indossare abiti e soprattutto calzature idonee alla situazione ed all’eventualità di sostenere spostamenti a piedi;
  • Non aspettare a montare le catene da neve sulla propria auto quando si è già in condizioni di difficoltà, specie se si devono affrontare percorsi con presenza di salite e discese anche di modesta pendenza;
  • Evitare di proseguire nel viaggio con l’auto se non si ha un minimo di pratica di guida sulla neve, ci si sente comunque in difficoltà o non si ha il corretto equipaggiamento;
  • Non abbandonare l’auto in condizioni che possano costituire impedimento alla normale circolazione degli altri veicoli, ed in particolare dei mezzi operativi e di soccorso.

 


Accademia del Gusto, in fiera corsi d’autore

accademiagustoascom cartelloL’Accademia del Gusto di Osio Sotto trasferisce alcuni dei suoi corsi in fiera in occasione di GourmArte, la rassegna dell’enogastronomia e della ristorazione lombarda organizzata dalla Promoberg dal 28 al 30 novembre prossimi.

Gli amanti del buon cibo o i professionisti dell’area food avranno così la possibilità non solo di assaggiare i prodotti delle aziende espositrici o sedersi alla tavola dei grandi chef, ma anche di cimentarsi in sessioni di approfondimento alla presenza degli esperti più noti, anche in tv.

Nel fine settimana le proposte della scuola di cucina dell’Ascom sono rivolte alla platea degli appassionati, con “Beppo Tonon e l’arte dell’intaglio di frutta e verdura” (dalle 11 alle 12.30), “Mirko Ronzoni, Hell’s Kitchen e la cucina fusion” (dalle 14.30 alle 16.30) e “Cocktail e polpette con Marsetti e Mor” (dalle 17.30 alle 19)  in programma sabato e, la domenica, con due corsi sui segreti di pane, pizza e focacce e sulla pizza d’autore con Tiziano Casillo (dalle 11 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19) e i consigli di Fabio Potenzano (dalle 14.30 alle 16.30) per stupire con piatti veloci e d’effetto.

Lunedì 30 saranno invece i professionisti a potersi formare due temi, quello dell’organizzazione in cucina  condotto dal Alessandro Polver (dalle 11 alle 12.30) e dei nuovi dessert al ristorante con le proposte di Beppe Maffioli (dalle 14.30 alle 16.30).

Costo dell’ingresso è di 15 euro (ridotto 10 euro). Per chi si iscrive ai corsi è compreso.

www.ascomformazione.it


Gestori di locali con slot machine, corso all’Ascom

furto-slot20141.jpgLunedì 30 novembre, allo Spazio Teatresco di via del Polaresco 15, a Bergamo, l’Ascom organizza il corso obbligatorio per gestori di locali con slot machine. Il corso ha una durata di 4 ore, con aggiornamento biennale, ed è proposto dalle 14 alle 18.

I requisiti per frequentarlo sono aver compiuto 18 anni e, per gli stranieri, avere una buona conoscenza della lingua italiana.

Si ricorda che l’obbligo formativo va assolto entro il 31 dicembre 2015 per i pubblici esercizi già in attività ed entro sei mesi dall’apertura per i nuovi gestori. Per gli esercenti che non ottemperano alla formazione è prevista una sanzione da 1.000 a 5.000 euro.

Il corso offre informazioni generali sulla normativa in materia e gli strumenti per affrontare in modo efficace il rapporto con i clienti a rischio ludopatia e prevenire i rischi connessi al gioco d’azzardo patologico. L’incontro formativo è l’ultimo appuntamento di un calendario di corsi promossi da Ascom nell’ambito di un protocollo di collaborazione firmato con l’Asl di Bergamo, finalizzato alla conoscenza e alla prevenzione dei rischi connessi al gioco d’azzardo patologico.

Info e iscrizioni alla segreteria organizzativa dell’ Ascom: 035.4120181-129, info@ascomqsa.it.